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Afghanistan - Topic ufficiale


Thunderalex

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Sempre dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", http://www.congedatifolgore.com/ , riporto altri articoli.

 

 

FERITO UN BERSAGLIERE DI UN DARDO MENTRE ERA IN OPERAZIONI CON LA FOLGORE A NORD EST DI FARAH

 

Sabato, 25 Luglio 2009

by webmaster

 

di Walter Amatobene

 

FARAH - Un caporalmaggiore scelto, carrista e capo carro di un "Dardo" è stato ferito stamattina da una scheggia di un colpo di mortaio lanciato durante una imboscata di insorgenti e che gli ha procurato la frattura dell'ulna.

 

Il militare del primo reggimento bersaglieri era impegnato in una operazione di controllo e ricognizione del territorio programmata in assistenza alle forze afgane dal Comandante della Forwarding Operation Base di Farah, il colonnello Toscani De Col.

 

Gli scontri sono avvenuti a una cinquantina di chilometri a NORD-EST dalla base della Folgore, a Bala Boluk. L’assistenza dal cielo è stata fornita inizialmente da aerei, ma successivamente, vista la vicinanza di centri abitati, si è preferito l’intervento di due elicotteri Mangusta, che hanno neutralizzato la minaccia.

 

Al mio arrivo in CH47, il ferito era appena rientrato con un elicottero e immediatamente ricoverato nel centro medico ISAF gestito dagli americani.

 

Mentre scrivo dalla base, ha già chiamato personalmente i suoi familiari.

 

Come nostra regola, abbiamo atteso che i suoi genitori e i parenti fossero rassicurati e non ne divulgheremo il nome.

 

L'operazione ha tenuto impegnati gli uomini per diverse ore fino al primo pomeriggio. Solo verso le 15 ora locale (le 13.30 in Italia), i mezzi hanno iniziato a rientrare, alla fine dell'operazione di controllo già pianificata.

 

Alcuni di loro hanno riportato vistose ammaccature sulla carrozzeria dei Lince, blindati che ancora una volta hanno dimostrato di essere in grado di proteggere le vite dei nostri ragazzi.

 

Un vetro dal lato guida era stato colpito da un colpo di kalashnikov, e mostrava la tipica scheggiatura da colpo di proiettile, ma senza alcuna perforazione.

 

A parte lo sfortunato bersagliere, non si è registrato nessun altro ferito.

 

Dice il Colonnello Toscani: “Gli equipaggi del Dardo, provenienti da una compagnia di bersaglieri in appoggio, hanno dimostrato efficienza, lucidità e capacità di reazione. Lavorano con i paracadutisti e gli altri reparti in perfetta sintonia. Sono davvero bravissimi militari”. La stessa opinione ce la conferma anche il Maggiore Amoriello, portavoce del Generale Castellano, che mi accompagnava a Farah.

 

ferito.farah.jpg

 

Al ferito hanno estratto una scheggia metalica di circa 2 centimetri e hanno anche medicato alcune contusioni nella zona orbitale.

 

Gli scontri sono stati particolarmente violenti e hanno richiesto l'intervento di rinforzi e di controllo aereo. Il comando ha deciso di non impiegare aerei ma due elicotteri Mangusta, per evitare danni ad alcuni edifici abitati da civili nelle vicinanze.

 

Nello scontro sono state impegnate tutte le compagnie del 187mo Reggimento.

 

Nella foto sotto il blindato colpito da un mortaio.

 

blindato.farah.jpg

 

Sotto: il comandante di Battaglione Tenente Colonnello Sganga, del 187mo reggimento, che era in area di operazioni con i suoi uomini.

 

Come già detto, l’operazione impegnava una unità composta da un centinaio di uomini e si è conclusa regolarmente, con il solo ritardo di alcune ore.

 

sganga.farah.jpg

 

 

 

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BOMBA IMPROVVISATA CONTRO PARACADUTISTI AD ADRASKAN

 

Sabato, 25 Luglio 2009

by webmaster

 

 

ULTIM'ORA

 

 

HERAT - Nel tardo pomeriggio locale( intorno alle 16 italiane), un ordigno stradale ( IED) ha colpito ad Adraskan, nelle vicinanze di Herat, a quaranta chilometri a nord,una pattuglia di paracadutisti dei nuclei "OMLT", che stava rientrando al campo base di Shindad.

 

I paracadutisti, insospettiti da una gobba del terreno, si sono spostati verso destra, attenuando il danno dell'esplosione.

 

L'OMLT è la unità di assistenza militare che l'Italia ha messo a disposizione dell'esercito afgano per raggiungere rapidamente autonomia e autosufficienza logistica e operativa e riprendere il controllo del territorio.

 

Il nucleo della Folgore è al comando del Tenente colonnello Mastrovito, che si trova attualmente a Bala Murgab per collaborare con il 183mo Reggimento Nembo, per il periodo elettorale.

 

Dalle prime informazioni, i feriti sono solo due, tutti in condizioni non gravi: una sospetta frattura alla gamba, ma il termine più corretto in questo momento è di contusioni non gravi.

 

Il generale Castellano ha dichiarato che questi attentati sono un chiaro segnale di debolezza perchè molte zone sono diventate a loro interdette, rientrate sotto il controllo dell'esercito afgano.

 

La politica della Nato si rivela quindi pagante, anche se si deve prevedere una escalation di tensione anche in vista delle future elezioni.

 

La evacuazione è stata effettuata con un elicottero spagnolo, che in soli 25 minuti è intervenuto sul posto.

 

 

 

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CRONACA DA HERAT

 

Domenica, 26 Luglio 2009

by webmaster

 

 

HERAT - Stamane Domenica 26 la sveglia è stata alle ore 5,30 locali

(le 4 italiane).

 

Abbiamo raggiunto l'aeroporto interno alla base, da dove siamo decollati su un c130j con la missione di effettuare un aviorifornimento su Bala Murgab, il fortino dela Folgore comandato dal Colonnello Tuzzolino.

 

La pericolosità delle strade, consiglia di usare l'aeronautica per consegnare grossi carichi.

 

Questa volta sono stati lanciati 5 pallets, contenenti razioni kappa, acqua ed altri generi, per circa 6mila chili.

 

La pallettizzazione era stata effettuata da un distaccamento della compagnia aviorifornimenti, che opera stabilmente in aeroporto.

 

Il materiale è atterrato senza danni centrando perfettamente l'area prevista.

 

L'equipaggio del C130j in dotazione alla 46ma aerobrigata di Pisa, mi ha accolto con grande cordialità: conoscevano il sito.

 

Tra gli aviorifornitori presenti a terra, anch'essi lettori fedeli della nostra testata, ho incontrato il padre di uno splendido bambino - cm scelto paracadutista Moro - la cui foto era stata pubblicata con un paracadute sulle spalle. L'altro - il cm par.Costa - è il maggiore di tre fratelli, tutti paracadutisti. Uno di loro è a Bala Murgab, l'altro al 187mo reggimento. Lui è stabile alla avio.

 

I pallets sono scivolati dolcemente sulla rampa, aprendo i grandi paracadute bianchi, che per qualche minuto si sono sovrapposti alle splendide e severe montagne che circondano la base, e che sono infestate di insorgenti.

 

L'operazione si è conclusa con l'atterraggio in base alle 07 locali, impiegando 1h e 45 minuti in totale.

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Che la situazione in Afghanistan si stia surriscaldando è un'ammissione, neanche tanto velata, che traspare da queste affermazioni del nostro ministro degli esteri Frattini

 

da Corriere.it

 

Il ministro degli Esteri sulla missione in Afghanistan e le prospettive europee

Frattini: «Useremo i Tornado in azioni di combattimento»

«Presto per parlare di dopo-Karzai. Ma ha bisogno di uomini fidati»

 

ROMA - Le notizie dell’ennesimo attacco ai militari italiani vicino a He­rat arrivano dopo una conversazione con il ministro degli Esteri Franco Frattini imperniata soprattutto sul­l’Europa. Una volta imprevisti del ge­nere erano un’eccezione, adesso stan­no diventando routine.

 

Ministro, in Afghanistan sono sta­ti tolti i caveat che limitavano l’im­piego dei soldati italiani in combat­timento e aumentano gli attacchi. Che farete?

«C’è visibilmente un’escalation, lo dimostrano gli attacchi di queste ore. Aumenteremo i Predator e la copertu­ra dei Tornado, in funzione non solo di ricognizione, ma anche di vera e propria copertura. Rafforzeremo la blindatura dei Lince e poi aggiungere­mo mezzi blindati di ultima genera­zione» .

 

Il 20 agosto si vota: Hamid Karzai è ancora il presidente preferito dal governo italiano?

«È stato indebolito dalle accuse di corruzione di personaggi importanti del suo governo, ha saputo reagire guadagnandosi una nuova investitu­ra come candidato di riferimento di molti Paesi della coalizione. Ritengo ancora prematuro parlare di un do­po- Karzai. Se sarà riconfermato, do­vrà costruire intorno a sé una nuova leadership in grado di affiancarlo du­rante il mandato e affermarsi progres­sivamente».

 

L’asprezza delle cronache afghane non rende più agevole un’altra parti­ta politica. Meno cruenta eppure deli­cata. José Manuel Durão Barroso, por­toghese del Partito popolare, è secon­do Frattini un presidente della Com­missione europea ingiustamente mes­so «sulla graticola» per i prossimi tre mesi e mezzo. Tra i manovratori dello spiedo, nel Parlamento di Strasbur­go, non brillerebbero per coerenza i socialisti di Spagna e Portogallo, con­trari a votare presto sul suo nuovo mandato nonostante i rispettivi go­verni «siano stati tra i più convinti so­stenitori di Barroso». A sentire il tito­lare della Farnesina, è uno dei prodot­ti della stagione aperta dopo le ulti­me elezioni europee. Di questo si è parlato in quasi un’ora e mezza di intervista. Nei pros­simi mesi la ripartizione di nuovi po­sti di potere nell’Ue dovrebbe diventa­re materia di lotta, di negoziati e di compromessi tra governi, partiti e Stati. Succederà se entrerà in vigore il Trattato di Lisbona, preparato per so­stituire in versione annacquata il pro­getto di Costituzione europea affon­dato dai referendum francese e olan­dese. Il Corriere ha cercato di vedere in quale modo si avvicina alla partita il governo italiano.

 

Ministro, lei mercoledì scorso ha incontrato Barroso. Come l’ha trova­to?

«Sono stato a cena a casa sua a Bru­xelles. Ho percepito che questa legi­slatura sarà caratterizzata da un attivi­smo del Parlamento europeo, il quale cercherà molto spesso una prova di forza contro la Commissione. Spero che si possa trovare una composizio­ne».

 

Altrimenti?

«Nel chiedere di posticipare il voto sulla conferma di Barroso a dopo il re­ferendum irlandese sul Trattato di Li­sbona, fissato al 2 ottobre, socialisti e liberaldemocratici hanno dato un se­gnale che non va nel senso della con­vergenza e coesistenza tra istituzioni europee».

 

Perché?

«Se si comincia così si avranno si­tuazioni preoccupanti di lacerazione interna. Si lascia tre mesi e mezzo sul­la graticola il presidente designato al­l’unanimità dal Consiglio europeo».

 

E non rientra nelle facoltà del Par­lamento?

«Governi come quello socialista spagnolo e quello socialista portoghe­se sono stati tra i più convinti nel de­signare Barroso e vedono gli eurode­putati del loro stesso partito annun­ciare la volontà di votargli contro. Questo apre una riflessione seria sui rapporti tra un’istituzione e l’altra».

 

Non dimostra che i partiti sono in crisi anche fuori dell’Italia?

«Alla vigilia dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona non mi pare un gran viatico. È stata una decisione politica».

 

Con chi ce l’ha? Con la sinistra?

«No, no. Ci sono di mezzo anche i liberaldemocratici. Esistono maggio­ranze e aggregazioni che si modulano a seconda del dossier da trattare. Ciò lascia tutto in un’incertezza. Che si ag­grava con l’incertezza sul referendum irlandese».

 

Lei non era tra i più ottimisti sui tempi di entrata in vigore di quel Trattato?

«Lo sono ancora. Agli irlandesi, che hanno creato le infrastrutture del loro Paese grazie ai fondi comunitari, conviene più un’Europa con il Tratta­to di Lisbona che senza».

 

Dunque prevede l’entrata in vigo­re per quando?

«Dicembre 2009. Così nel gennaio 2010 si avranno un presidente del Consiglio europeo con mandato di due anni e mezzo, un alto rappresen­tante per la politica estera e di sicurez­za che sarà di diritto vice presidente della Commissione, numerose vota­zioni a maggioranza invece che al­l’unanimità. Un’Europa capace di de­cidere più in fretta».

 

Considerato che presidente del Parlamento è stato eletto un polac­co del Ppe, Jerzy Buzek, e che a gui­dare la Commissione è un portoghe­se dello stesso partito, quali Paesi secondo lei avrebbero titolo ad aspi­rare alla presidenza del Consiglio europeo e all’alto rappresentante per la politica estera?

«Secondo una tradizione non scrit­ta l’alto rappresentante può proveni­re da un Paese medio. La Spagna for­se è la maggior dimensione immagi­nabile. Per intenderci, non un france­se, non un italiano, non un britanni­co né un tedesco. Questo va bilancia­to anche con le famiglie politiche».

 

Che a presiedere la Commissione sia un popolare cosa comporta?

«È probabile un presidente del Consiglio socialista, e l’alto rappre­sentante potrebbe essere collegato al­la famiglia popolare».

 

Il governo britannico ha fatto sa­pere che se Tony Blair si candidasse lo appoggerebbe. Anche il governo italiano?

«L’Italia ha grande simpatia per Blair».

 

Un progressista «sostenibile», co­me si dice nel lessico ecologico, per il centro-destra?

«È uno che per il suo governo pre­sentò programmi che Forza Italia avrebbe potuto sottoscrivere. È il più europeista dei leader dell’Europa an­glofona. Non un europeista federali­sta, ovviamente. Di certo il candidato Blair aprirà una grande discussione in Europa».

 

Nelle sinistre europee, in partico­lare.

«Non mi attendo una decisione senza problemi. Mi aspetto che accan­to a questa appaiano anche altre can­didature attualmente tenute accurata­mente sotto traccia».

 

Al presidente francese Nicolas Sarkozy viene attribuita una dispo­nibilità verso Felipe González, socia­lista spagnolo.

«Ho parlato di Blair soltanto per­ché il governo britannico lo ha so­stanzialmente indicato e perché il pre­sidente del Consiglio italiano ha det­to che lo sosterrebbe. Su González non commento. Non sarebbe serio da parte del ministro degli Esteri fare un toto-presidente».

 

E sull’alto rappresentante per la politica estera?

«Vi sono state poche candidature, tutte smentite. A cominciare dalla mia. Che, ribadisco, è smentita».

 

Maurizio Caprara

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la lega spinge per il ritiro che ne pensate?

 

Bò... giostrina politica d'Agosto? Qualcosa da dare in pasto agli italiani per le ferie.

 

Spero che si sgonfi tutto in un nulla di chè, perchè se guardo a come lavorano i nostri in Afghanistan nei video postati da Typhoon si vede benissimo che fanno un ottimo lavoro, e se guardo a come lavora Bossi qui in Italia, lo manderei laggiù fargli comprendere di quante amenità stia dicendo.

 

M'astengo da commenti personali per rispetto alla carica politica che riveste, ma meriterebbe più di una considerazione personale.

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Il 20 agosto in Afghanistan ci saranno le elezioni, e per la stragrande maggioranza degli analisti l'incremento delle azioni ai danni del contingente italiano sono da attribuire a una sorta di nervosismo pre elettorale. Non la pensa così il generale Fabio Mini, che in un articolo redatto per il settimanale Espresso riconduce l'atteggiamento ostile di parte della popolazione endogena alla poca capacità di integrazione e peacekeeping della brigata Folgore. Atteggiamento, che secondo il generale, ha annullato tutta l'integrazione elaborata dalle precedenti brigate impegnate nel paese asiatico. Quindi , per Mini, è pretestuoso il dibattito assunto in queste ore dal ministro della Difesa che assicura la difesa dei nostri militari con mezzi maggiormente corazzati. «Discuteremo di nuovi mezzi da disporre sul campo. Raddoppiare, da due a quattro, il numero de Predator [...] dotare i carri Lince di strumenti più potenti degli attuali», spiega La Russa sul Corriere; dibattito inutile considerando che i sovietici come la Nato hanno lasciato sul campo innumerevoli quantitativi di esplosivo e l'esercito afghano non si cura, non può curarsi di requisirli. Quindi la sicurezza andrebbe elaborata sul campo e non solo mostrando i muscoli, parola di generale.

 

http://agenziami.it/articolo/4182/Afghanis...+come+un+padre/

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Riportare un astioso attacco alla "Folgore", di un noto generale che non ha potuto raggiungere i vertici di carriera desiderati e da allora spara ad alzo zero contro tutti, immagino che sia, anche questa, una posizione di destra!

 

 

Io, invece, dal link http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=369559

 

riporto la posizione della Medaglia d'Oro al Valore Militare, nonchè deputato del PDL di derivazione AN, Gianfranco Paglia:

 

 

domenica 26 luglio 2009

 

L’INTERVISTA GIANFRANCO PAGLIA

di Gian Micalessin

 

 

«Sono nauseato, abbiamo appena sepolto Alessandro Di Lisio, oggi ci sono stati altri soldati feriti e l'ex generale Fabio Mini attacca a testa bassa la Folgore, i comandi militari e il ministro della Difesa. Quell'ex generale mi sembra abbagliato dall'ideologia». L'onorevole Gianfranco Paglia, il tenente dei parà medaglia d'oro della battaglia somala di Check point Pasta, oggi membro della commissione Difesa, è infuriato. Le due pagine dell'Espresso in cui l'ex generale Mini accusa la Folgore di «seguire l'onda sciagurata di quelle parti... che assecondano il rambismo” lo hanno lasciato sbigottito e infuriato.

«In quell'articolo non c'è un'affermazione che stia in piedi. In Afghanistan le attività sono aumentate non perché c'è la Folgore, ma perché il 20 agosto ci saranno le elezioni. Le operazioni si intensificano perché gli insorti moltiplicano gli attacchi e il governo afghano ci chiede d'intervenire. Gli scontri si moltiplicano perché i nostri non se ne stanno chiusi nelle basi, ma agiscono sul territorio per garantire la sicurezza dei civili lavorando al fianco dell'esercito nazionale. Accusare il nostro ministro di non fare niente per la sicurezza dei nostri soldati significa scrivere falsità. Sputare veleno da dietro una scrivania mentre i nostri rischiano la vita in prima linea è ingiusto e scorretto».

Per Mini siamo prigionieri della strategia americana...

«Un ex generale deve sapere che la missione Isaf è una missione Nato e non ha nulla a che fare con la vecchia "Enduring freeedom" a controllo americano. Noi appoggiamo il governo afghano, non gli americani».

A dar retta a Mini, i parà «sono immersi nella retorica delle maniere spicce, dello show di forza fisica e armata».

«Si dovrebbe vergognare. Le sue affermazioni appartengono al repertorio d'ideologie retrò, forse la mancata candidatura nel Pd gli ha causato qualche squilibrio. I suoi toni sono assolutamente stonati. Recentemente il generale Del Vecchio è venuto con me e il ministro della Difesa in Afghanistan nell'ambito di una visita assolutamente "bipartisan". In Parlamento quello è ormai il clima che circonda la missione in Afghanistan».

Secondo Mini i nostri soldati «hanno talvolta guidato quelle parti dello stesso esercito afghano che odiano altri afghani», contribuendo ad incrementare le tensioni etniche...

«Il governatore di Herat in visita in Italia ha elogiato davanti alle commissioni Esteri e Difesa i nostri soldati e il loro comandante generale, Rosario Castellano. Ricordando l'incidente della bambina uccisa per errore, ha parlato di condotta esemplare. Quella resta una lezione per tutti, anche per Mini».

 

 

Chissà di quale ideologia parla Paglia, quando si riferisce a Mini?!?!?!

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Io invece riporto due interessanti articoli, entrambi tratti da Corriere.it

 

Karzai: serve un nuovo accordo con le forze internazionali

Afghanistan: tregua tra il governo e i talebani nella provincia di Bagdhis

Concordato un cessate il fuoco fino alle elezioni del 20 agosto: nell'area ci sono anche le truppe italiane

 

 

KABUL (AFGHANISTAN) - I talebani della provincia occidentale afghana di Badghis , un area in cui ci sono anche le truppe italiane, hanno raggiunto un accordo di cessate il fuoco con il governo di Kabul in vista delle elezioni del prossimo 20 agosto. Lo ha riferito un portavoce del presidente dell'Afghanistan Hamid Karzai, Siamak Herawi, secondo cui la tregua è stata decisa sabato scorso, dopo negoziati con i comandanti del distretto di Bala Mughrab mediati dai leader tribali.

 

L'ACCORDO - «In base a questo accordo - ha spiegato il portavoce - i comandanti talebani hanno accettato di ritirare le loro forze da tre aree nel distretto e consegnarle alle autorità degli anziani». I Talebani, ha detto Herawi, precisando che le forze governative si sono impegnate in cambio a non attaccare i militanti, «hanno anche accettato di non ostacolare con attacchi il lavoro della commissione elettorale nella provincia e di permettere ai candidati alla presidenza di aprire i loro uffici per la campagna». Il cessate il fuoco «non ha alcuna scadenza - ha riferito il portavoce - lo salutiamo come benvenuto fino a quando tiene». L'accordo con i militanti di Bala Mughrab è il primo tentativo riuscito del governo di Kabul di garantire la sicurezza nel Paese in vista delle presidenziali del mese prossimo, appuntamento che ha già provocato un'escalation degli attacchi e delle violenze. «Questo è il primo passo - ha sottolineato Herawi - e abbiamo intenzione di raggiungere accordi di questo tipo con altri elementi antigovernativi in altre parti del Paese».

 

KARZAI - E dopo l'intesa lo stesso presidente Karzai ha ribadito la necessità di nuove regole per la coalizione a comando Usa in Afghanistan e di un maggiore dialogo con i leader talebani. Karzai, in ogni caso, ha spiegato oggi che non intende discutere della richiesta dei talebani di un ritiro delle truppe straniere dal paese, perché il presidente ritiene fondamentale la loro permanenza in Afghanistan. Serve però «un nuovo accordo» con le forze internazionali, che regoli il loro modo di operare e limiti le eventuali vittime civili.

 

Retroscena

I giudici indagano sui mezzi militari e sui mutati impegni in campo

Inchieste partite dopo le ultime vittime

 

ROMA — Nelle informative arriva­te al comando dei carabinieri del Ros di Roma viene definito il «punto de­bole degli armamenti». E sono gli stessi generali della Difesa a confer­mare come la «ralla» non sia suffi­ciente a proteggere il militare addet­to alla mitragliatrice sui blindati Lin­ce. Perché chi si trova sulla torretta rimane completamente «scoperto» mentre il mezzo è in movimento, dunque esposto all’attacco del nemi­co.

 

È proprio su questo aspetto della missione in Afghanistan che si sta concentrando l’attività dei magistrati - procura penale e militare - dopo la morte del caporalmaggiore Alessan­dro di Lisio e il ferimento degli altri soldati che in questi ultimi giorni so­no finiti sotto attacco.

 

Dopo la modifica delle regole di in­gaggio, con il contingente sempre più spesso coinvolto in vere e pro­prie battaglie, si deve stabilire se gli equipaggiamenti siano adeguati al­l’impegno richiesto. Anche perché in vista delle elezioni del prossimo 20 agosto, i servizi di intelligence oc­cidentali sono concordi nel ritenere che il livello di rischio si alzerà ulte­riormente e le pattuglie che escono in ricognizione saranno obiettivo pri­vilegiato dei talebani e delle formazio­ni terroristiche che mirano a ottene­re il controllo delle aree. Come hanno dimostrato gli ultimi episodi, i reparti italiani partecipano attivamente al conflitto e quindi è in­dispensabile garantire loro un dispo­sitivo di sicurezza che tenga conto della modifica della missione. Il peri­colo più alto è quello per il «rallista», proprio come ha dimostrato la morte di Di Lisio - rimasto schiacciato dopo il ribaltamento del mezzo blindato ­e dunque si stanno studiando le pos­sibili modifiche per creare una sorta di calotta protettiva. Ma non viene esclusa l’eventualità di utilizzare an­che un altro tipo di carro armato.

 

Lo Stato maggiore pensa al «Frec­cia » che esternamente è quasi identi­co al Lince, però ha una blindatura più potente e soprattutto possiede un apparato tecnologicamente avan­zato che lo tiene in contatto costante con gli aerei o con i droni, in modo che i militari possano avere la situa­zione sempre sotto controllo attraver­so i monitor. Il pregio sarebbe quello di garantire maggiore capacità di ma­novra durante eventuali conflitti e più alta protezione di fronte ad atten­tati con le micidiali bombe utilizzate dai combattenti afgani.

 

I magistrati hanno acquisito l’elen­co dei mezzi e delle armi a disposizio­ne del contingente e nei prossimi giorni riceveranno le informative su­gli ultimi episodi che in Afghanistan hanno coinvolto i soldati italiani. Obiettivo dell’indagine rimane infat­ti quello di accertare se, sia pur in una situazione di guerra come quella che vede coinvolto il contingente, sia­no stati omessi comportamenti o di­sposizioni che avrebbero potuto evi­tare vittime e feriti. E di verificare in base a quali criteri siano stati modifi­cati i cosiddetti «caveat» - vale a dire i limiti alle regole di ingaggio che ogni Paese pone ai propri soldati ­che adesso consentono la partecipa­zione alle azioni di guerra. Missioni di difesa, ma anche di attacco, come confermano i vertici del Comando.

 

Era stato proprio un comunicato ufficiale dei vertici del contingente italiano a specificare che il caporal­maggiore Di Lisio e i suoi colleghi era­no stati impegnati «a eliminare ulte­riori sacche di resistenza presenti nel­l’area di Bala Morghab, 200 chilome­tri a nord di Herat», considerata «sno­do strategico fondamentale». E due giorni fa il comandante Rosario Ca­stellano ha spiegato che «è lecito im­maginarsi una escalation di tensione anche in vista delle elezioni», di fatto avvalorando la previsione che pro­prio ad agosto ci sarà un «picco di at­ti ostili».

 

Una situazione di pericolo che ani­ma il dibattito politico e convince i magistrati sulla necessità - come del resto era avvenuto in passato anche durante la missione in Iraq e dopo gli attacchi subiti in Afghanistan - di sta­bilire se si tratti di attività che rientra­no nel mandato affidato ai militari e che rispettano le regole stabilite al momento di finanziare la missione.

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Ospite iscandar

Una cosa mi stupisce... che in commissione difesa abbiano messo qualcuno che ne capisce qualcosa... è un bel passo avanti...

Modificato da iscandar
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Riportare un astioso attacco alla "Folgore", di un noto generale che non ha potuto raggiungere i vertici di carriera desiderati e da allora spara ad alzo zero contro tutti, immagino che sia, anche questa, una posizione di destra!

Io, invece, dal link http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=369559

 

riporto la posizione della Medaglia d'Oro al Valore Militare, nonchè deputato del PDL di derivazione AN, Gianfranco Paglia:

domenica 26 luglio 2009

 

L’INTERVISTA GIANFRANCO PAGLIA

di Gian Micalessin

«Sono nauseato, abbiamo appena sepolto Alessandro Di Lisio, oggi ci sono stati altri soldati feriti e l'ex generale Fabio Mini attacca a testa bassa la Folgore, i comandi militari e il ministro della Difesa. Quell'ex generale mi sembra abbagliato dall'ideologia». L'onorevole Gianfranco Paglia, il tenente dei parà medaglia d'oro della battaglia somala di Check point Pasta, oggi membro della commissione Difesa, è infuriato. Le due pagine dell'Espresso in cui l'ex generale Mini accusa la Folgore di «seguire l'onda sciagurata di quelle parti... che assecondano il rambismo” lo hanno lasciato sbigottito e infuriato.

«In quell'articolo non c'è un'affermazione che stia in piedi. In Afghanistan le attività sono aumentate non perché c'è la Folgore, ma perché il 20 agosto ci saranno le elezioni. Le operazioni si intensificano perché gli insorti moltiplicano gli attacchi e il governo afghano ci chiede d'intervenire. Gli scontri si moltiplicano perché i nostri non se ne stanno chiusi nelle basi, ma agiscono sul territorio per garantire la sicurezza dei civili lavorando al fianco dell'esercito nazionale. Accusare il nostro ministro di non fare niente per la sicurezza dei nostri soldati significa scrivere falsità. Sputare veleno da dietro una scrivania mentre i nostri rischiano la vita in prima linea è ingiusto e scorretto».

Per Mini siamo prigionieri della strategia americana...

«Un ex generale deve sapere che la missione Isaf è una missione Nato e non ha nulla a che fare con la vecchia "Enduring freeedom" a controllo americano. Noi appoggiamo il governo afghano, non gli americani».

A dar retta a Mini, i parà «sono immersi nella retorica delle maniere spicce, dello show di forza fisica e armata».

«Si dovrebbe vergognare. Le sue affermazioni appartengono al repertorio d'ideologie retrò, forse la mancata candidatura nel Pd gli ha causato qualche squilibrio. I suoi toni sono assolutamente stonati. Recentemente il generale Del Vecchio è venuto con me e il ministro della Difesa in Afghanistan nell'ambito di una visita assolutamente "bipartisan". In Parlamento quello è ormai il clima che circonda la missione in Afghanistan».

Secondo Mini i nostri soldati «hanno talvolta guidato quelle parti dello stesso esercito afghano che odiano altri afghani», contribuendo ad incrementare le tensioni etniche...

«Il governatore di Herat in visita in Italia ha elogiato davanti alle commissioni Esteri e Difesa i nostri soldati e il loro comandante generale, Rosario Castellano. Ricordando l'incidente della bambina uccisa per errore, ha parlato di condotta esemplare. Quella resta una lezione per tutti, anche per Mini».

Chissà di quale ideologia parla Paglia, quando si riferisce a Mini?!?!?!

 

 

non lo so, ma invece di parlare di ideologie, proviamo di capire se dice delle stupidaggini o invece no, magari senza fidarci ciecamente di paglia, che mi pare la butti subito sull'ideologico? Quella mi sembrerebbe la cosa più importante.

 

Se sono stupidaggini, basta non leggere più Mini, ma mi preoccupa se anche meta' di quello che dice sono affermazioni vere. Insolito, quanto meno, che un ex generale, comandante di missioni internazionali, con un curriculum anche NATO di tutto rispetto, (visibile qui: http://www.archiviostampa.it/it/nomi/nom.aspx?id=2544) si lanci a testa bassa in una accusa cosi', tanto per dire, che coinvolge uno dei reparti più glorioso del ns EI.

 

Ripeto, se la metà di quel che dice e' vero, la missione rischia seriamente di fallire, ed e' meglio iniziare ad ascoltare Bossi.

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non lo so, ma invece di parlare di ideologie, proviamo di capire se dice delle stupidaggini o invece no, magari senza fidarci ciecamente di paglia, che mi pare la butti subito sull'ideologico? Quella mi sembrerebbe la cosa più importante.

 

Se sono stupidaggini, basta non leggere più Mini, ma mi preoccupa se anche meta' di quello che dice sono affermazioni vere. Insolito, quanto meno, che un ex generale, comandante di missioni internazionali, con un curriculum anche NATO di tutto rispetto, (visibile qui: http://www.archiviostampa.it/it/nomi/nom.aspx?id=2544) si lanci a testa bassa in una accusa cosi', tanto per dire, che coinvolge uno dei reparti più glorioso del ns EI.

 

Ripeto, se la metà di quel che dice e' vero, la missione rischia seriamente di fallire, ed e' meglio iniziare ad ascoltare Bossi.

Conosco il curriculum di Mini (meno male, perchè il tuo link non si apre e, comunque, avendone presa visione tramite una ricerca su "Google", non è aggiornato agli ultimi incarichi) e sarebbe stato passabile, se non lo avessero relegato, alla fine della carriera a comandare l'"Ispettorato per il Reclutamento e le Forze di Completamento" ( poi "Comando Militare per il Territorio" dell'Esercito ed ora semplice Comando Militare Esercito "Toscana", vedasi link: http://www.esercito.difesa.it/root/organiz...do_terr_sto.asp ) di Firenze, poco più che un parcheggio per Generali di Corpo d'Armata, in attesa del raggiungimento dei limiti d'età per la pensione ed è facilmente immaginabile, quanto, tale destinazione, non sia stata di suo gradimento. Dei precedenti, alcuni dei quali riconosco, prestigiosi incarichi, quello che più ha influenzato la sua ampia produzione libraria, oltre che le sue idee, è stato quello di Addetto Militare a Pechino.

 

Per quanto riguarda ciò che dice, per quanto da te riportato, non c'è altro che un'accusa, ideologica, "sic et simpliciter", alla "Folgore" reparto di punta del nostro Esercito che, avendone capacità e volontà, finalmente, direi, COMBATTE, come tutti gli altri soldati alleati che si trovano in Afghanistan e non si limita a distribuire "caramelle", come vorrebbe Mini!

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Ospite iscandar

Oddio... per me distribuire caramelle va bene, con intelligence si raggiunge meglio lo scopo, ma quando ti tirano addosso dei "bigné" io gli faccio fare indigestione di "caramelle"...

Modificato da iscandar
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la lega spinge per il ritiro che ne pensate?

 

 

Bò... giostrina politica d'Agosto? Qualcosa da dare in pasto agli italiani per le ferie.

 

Spero che si sgonfi tutto in un nulla di chè, perchè se guardo a come lavorano i nostri in Afghanistan nei video postati da Typhoon si vede benissimo che fanno un ottimo lavoro, e se guardo a come lavora Bossi qui in Italia, lo manderei laggiù fargli comprendere di quante amenità stia dicendo.

 

M'astengo da commenti personali per rispetto alla carica politica che riveste, ma meriterebbe più di una considerazione personale.

 

Però le notizie bisogna darle nella loro interezza altrimenti si fa disinformazione...e anche se a pensar male si fa peccato il messaggio di Lev sembra abbia proprio tale scopo.

 

Calderoli: «Soldati Italiani via dall'Afghanistan e dal Libano»

«Il Libano e i Balcani intanto lasciamoli. E sull'Afghanistan ragioniamo. E' sbagliato lasciare prima delle elezioni, ma la testa alla gente non la cambi con un voto". Ad affermarlo è il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, che in un'intervista a Repubblica torna sulla questione del ritiro dei nostri soldati dall'Afghanistan, problema già sollevato da Umberto Bossi. Dopo aver ricordato che la Lega non ha "mai tolto un voto alle missioni decise dalla maggioranza", il ministro chiede di "fare un bilancio dei risultati raggiunti".

Una questione di risorse, "Siamo in grado di sostenere ulteriori missioni? Se non ne abbiamo si torna a casa". Ma soprattutto di metodo: "Prima o poi il mondo occidentale dovrà fare autocritica perché la democrazia non si esporta e non si impone. Anch'io un tempo ero interventista. Poi ho fatto il mea culpa.

Interroghiamoci: è migliorata la situazione in Afghanistan? Io sono arrivato alla conclusione che c'è una sfasatura temporale".

L'idea di Calderoli, quindi, è questa: "Andiamo fino in fondo.

Rispettiamo gli impegni presi. Ma non illudiamoci che l'intervento sarà risolutivo. L'Europa e l'occidente, però, ripensino la strategia perché non credo che otterremo risultati".

Si chiede infatti il ministro: "E' la strada giusta? E' una riflessione di pancia che il Paese fa. E in Iraq è stato utile abbattere Saddam? Non era democratico, ma di equilibrio. Forse occorreva un passaggio più graduale, aiutare l'Iraq a liberarsi di Saddam".

Alle parole di calderoli fa eco reazione del ministro della Difesa Ignazio La Russa

«Quello che stanno facendo i nostri ragazzi in Afghanistan è importante, imprescindibile, irrinunciabile». Ignazio La Russa, ministro della Difesa, ribadisce che le truppe italiane non saranno ritirate dall'Afghanistan, pur nelle difficoltà in cui operano: «Sarebbe più facile essere in guerra - spiega - andare, bombardare...Siamo in una situazione peggiore: più pericolosa».

Intervistato dal Corriere della sera e dalla Stampa, La Russa osserva che «gli altri sono in guerra contro di noi. Noi non siamo tecnicamente in guerra perchè le regole d'ingaggio ci precludono certe attività». Regole, dice, che non saranno cambiate, ma che ci obbligano a muoverci «in uno scenario più difficile di quello della guerra».

A Umberto Bossi, che chiede di ritirare le truppe, il ministro risponde: «Negli ultimi anni è diventato tenero, un buon padre di famiglia. E quelle frasi le ha dette alla serata di 'miss Padanià, in un clima familiare. Ma non c'è nessuna polemica dentro il governo, la Lega ha sempre votato a favore.

Io ringrazio Bossi per l'interessamento». Di ritiro a breve, quindi non se ne parla. Quando torneranno? «Non lo so. Non fra poco», ammette. E aggiunge: «Siamo nella Nato con diritti e doveri. Tornare avrebbe conseguenze economiche e socio-politiche».

 

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...ulesView=Libero

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Bossi vive sulla luna forse, perchè adesso che c'è l'offensiva NATO più importante degli ultimi anni, mettersi a dire in giro:"Ripensiamo a cosa abbiamo ottenuto", mi sembra più una mossa da chiacchierre sotto l'ombrellone o politica d'estate, non ci posso nemmeno credere che ora voglia ripensare alla missione.

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Bossi vive sulla luna forse, perchè adesso che c'è l'offensiva NATO più importante degli ultimi anni, mettersi a dire in giro:"Ripensiamo a cosa abbiamo ottenuto", mi sembra più una mossa da chiacchierre sotto l'ombrellone o politica d'estate, non ci posso nemmeno credere che ora voglia ripensare alla missione.

 

 

Vabbè pur ammettendo che i Leghisti siano politici non bisogna sopravvalutarli sino a pensare che capiscano qualcosa di politica internazionale.

 

Ma veramente La Russa vuole fare alzare in volo i Tornado e usare solo il cannoncino? ... solo a me viene da ridere? ... tra l'altro il Mauser che secondo me non è nemmeno tanto adatto allo scopo.

 

Così non appariranno foto dei tornado armati su qualche quotidiano nostrano...

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La Francia invia 3 elicotteri da attacco "Tigre" ( http://www.defense.gouv.fr/terre/decouvert...et_avions/tigre ) in Afghanistan.

Eccovi il link all'articolo relativo:

 

http://secretdefense.blogs.liberation.fr/d...d-dantonov.html

Sui "Tigre" francesi inviati in Afghanistan, date uno sguardo al post n° 60 al link che segue:

 

http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=232862

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Pensavo fossimo usciti dal tunnel ma ... i Tornado potranno usare solo il cannoncino (che la Russa sostiene essere molto simile a quello del Mangusta) :asd: :asd: ... non abbiamo qualche Stuka in riserva?

Modificato da typhoon
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Ospite iscandar
Pensavo fossimo usciti dal tunnel ma ... i Tornado potranno usare solo il cannoncino (che la Russa sostiene essere molto simile a quello del Mangusta) :asd: :asd: ... non abbiamo qualche Stuka in riserva?

 

Oddio, non sarebbe male, sono molto indicati per questo tipo di operazioni, meglio IL-10, o al limite, ma giusto perchè l'abbiamo in arsenale, il Ghibli II

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Dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", http://www.congedatifolgore.com/ , eccovi l'articolo seguente:

 

 

 

ALTRI DUE MANGUSTA SARANNO PRESTO IN AFGHANISTAN . L'ALBANIA AUMENTA IL SUO CONTINGENTE

 

Mercoledì, 29 Luglio 2009

by webmaster

 

 

ROMA - Altri due elicotteri d'attacco Mangusta, oltre ai sei già presenti in teatro, saranno inviati nei prossimi giorni in Afghanistan.

 

Lo ha annunciato il ministro della Difesa Ignazio La Russa nel corso di un'informativa alla Camera, sottolineando che ha già dato disposizione per "incrementare ulteriormente" il numero di elicotteri.

 

"Per me - ha aggiunto - servirebbe un aumento a dismisura degli elicotteri, che sono un supporto sicuro e adeguato per garantire una copertura aerea che è fondamentale".

 

Quanto alle altre misure prese per garantire una maggiore sicurezza dei nostri militari, il ministro ha parlato del "raddoppio" del numero dei Predator (gli aerei senza pilota) e la progressiva sostituzione dei mezzi corazzati 'Lince' con i 'Freccia', un veicolo "più lento, più grosso ma più sicuro".

 

Il passaggio però non potrà essere realizzato però in tempi brevi in quanto serve un periodo di addestramento sui nuovi mezzi. "La dotazione dei mezzi - ha comunque sottolineato La Russa - è assolutamente adeguata ed è stata già rafforzata negli ultimi mesi".

 

 

 

L'ALBANIA AUMENTA LA SUA PRESENZA IN AFGHANISTAN

 

Il Governo albanese ha deciso di potenziare la propria presenza militare in Afghanistan, aggiungendo ai suoi attuali 120 soldati ed ufficiali, che dal 2007 operano sotto il diretto comando del contingente italiano ad Herat, un'altra unità composta da 120 uomini: lo ha reso noto in un suo comunicato ufficiale il ministero albanese degli Esteri.

 

"Le nuove truppe saranno dislocate ad Herat, prima delle elezioni presidenziali del prossimo 20 agosto, elezioni di una portata storica per l'Afghanistan", afferma il comunicato.

 

L'esercito albanese si occupa attualmente della sicurezza perimetrale della base, montando la guardia a tutti i varchi con l'esterno e con ronde interne.

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