Vai al contenuto

Afghanistan - Topic ufficiale


Thunderalex

Messaggi raccomandati

In tutta sincerità, non ce li vedo i Talibani ad un tavolo come "parte politica", a meno che non vogliano una sorta di resa onorevole con tanto di esilio dorato per i capi spirituali; poi, che tipo di accordo politico potrebbero rispettare con convinzione? temo che sarebbe solo una mossa per guadagnare tempo e riprendere- un domani- le ostilità

Link al commento
Condividi su altri siti

Il fatto è che spesso il termine "talebano" è usato male/abusato.

 

La NATO, il governo afghano e quello pakistano per stabilizzare i due paesi devono senz'altro ceracare la pace con le popolazioni delle zone tribali che non sono "talebani" (ovvero studenti coranici estremisti), ma semplicemente una società arretrata e tradizionalista che ha visto questi come unici alleati.

 

L'unico modo per spingerli sul tavolo delle trattative è sganciarli da questo legame con i mullah estermisti e per farlo bisogna usare la carota unita ad un grosso grosso bastone che li convinca riguardo alla non convenienza del continuare questo conflitto.

 

Le prime azioni, specie quella pakistana (infatti il paese asiatico ha le mani molto più libere della NATO nell'agire), sono volte a cominciare ad "ammorbidire" il terreno, in seguito, quando mostreranno segni di ravvedimento, si potrà cominciare a trattare.

Link al commento
Condividi su altri siti

LONDRA — Il premier Gordon Brown ha lasciato il G8 ed è volato direttamente nel Middlesex, a Northwood, dove ha sede il comando generale delle operazioni militari britanniche in Afghanistan. Segno che il livello di allarme è stato superato e che le strategie di impiego delle truppe devono essere ridiscusse e rimesse a punto. In 24 ore sono stati uccisi otto soldati, 15 in dieci giorni.

 

Complessivamente le vittime sul campo sono 184, vale a dire — come sottolinea il Guardian—5 in più di quelle registrate nel conflitto in Iraq. L’opinione pubblica è scossa. E il governo è stretto in una morsa: da una parte i generali spingono per un maggiore coinvolgimento di uomini e di mezzi, dall’altra settori consistenti del partito di maggioranza, i laburisti, valutano e appoggiano l’ipotesi di un parziale disimpegno. Da qui le preoccupazioni dell’esecutivo.

 

L’ultimo attentato, quello di venerdì, è avvenuto nel Sud dell’Afghanistan in una zona che i rapporti definivano quasi normalizzata. Il ministro della Difesa, Bob Ainsworth, l’aveva visitata da poco e si era lasciato andare a questo commento, cautamente ottimista: «La gente si sente più sicura e il mercato locale sta ritornando ai suoi ritmi normali. Ho parlato con il governatore e con il consiglio degli anziani,mi hanno assicurato che non vogliono un ritorno dei talebani». Si è visto smentire nel giro di qualche ora. E ciò non ha fatto altro che acuire il tono delle critiche e delle polemiche. Quale nuova politica adottare in Afghanistan, alla vigilia delle elezioni presidenziali? Il numero uno del Foreign Office, David Miliband, ha messo in chiaro alcuni concetti e prima di tutto che le truppe combattono per «il futuro della Gran Bretagna». Dunque è dovere di Londra impedire che «l’Afghanistan diventi un incubatore di terrorismo». Consapevole che il dibattito apertosi potrebbe nascondere trappole impreviste per il governo, David Miliband ha aggiunto che è opportuno e responsabile impegnarsi affinché si comprendano a pieno «le ragioni della missione» e affinché la «si supporti nel modo adeguato ». Proprio su questo punto, la logistica e gli armamenti, ha discusso Gordon Brown con i vertici militari.

 

Fra il premier e gli alti ufficiali vi sono state di recente valutazioni contrastanti. Il comando generale nel Middlesex riteneva ininfluente aumentare il numero dei soldati da dislocare nel Sud dell’Afghanistan. Ha poi mutato opinione richiedendo il via libera al trasferimento di altri 2 mila uomini. Posizione che, al momento, non ha trovato consenziente Brown. Mercoledì scorso Downing Street aveva sottolineato tale divergenza: «Proprio le stesse persone che ora mi chiedono più truppe mi dicevano, fino a non molto tempo fa, che il nostro coinvolgimento è eccessivo».

 

L’improvvisa decisione del premier di partire dall’Italia, a lavori del G8 conclusi, e di saltare il rientro a Londra per atterrare direttamente nel cuore del comando generale dove si coordinano le operazioni in Afghanistan è la dimostrazione di come fra i vertici della difesa e il governo la partita sulle strategie da adottare sia ancora aperta. Sicuramente Gordon Brown ritiene opportuno investire nell’ammodernamento dei mezzi di pattugliamento (blindati ed elicotteri). E ha confermato: «C’è una catena del terrore che si snoda dalle montagne e dalle città dell’Afghanistan fino alle strade del nostro Paese. La nostra risoluzione a completare il lavoro che abbiamo cominciato non cambia di una virgola». Il premier, però, resta molto perplesso sull’invio di altri uomini. L’opinione pubblica, in questo momento, lo frena. E fra meno di un anno ci saranno le elezioni.

Link al commento
Condividi su altri siti

Agguato in Afghanistan: ucciso italiano

 

La notizia riferita dall'Agi: nell'attacco anche tre feriti

 

Flash del Corriere della Sera, nessu altra info.

 

1) Condoglianze alla famiglia

 

2) Sapevamo tutti che prima o poi doveva succedere. Invieranno qualche mezzo in più in teatro, sopratutto elicotteri di cui ce n'è disperatamente bisogno?

Link al commento
Condividi su altri siti

Ospite iscandar
tre soldati feriti, non sono in pericolo di vita. fini: «il governo riferirà in aula»

Afghanistan, ucciso un militare italiano

Ordigno contro pattuglia vicino a Farah: muore il primo caporal maggiore Alessandro Di Lisio, di Campobasso

 

FARAH - Un militare italiano è rimasto ucciso e altri tre sono stati feriti in Afghanistan, a circa 50 chilometri dalla città di Farah. La vittima è il primo caporal maggiore Alessandro Di Lisio, di Campobasso. Era nato il 15 maggio 1984: aveva 25 anni. La pattuglia di paracadutisti della Folgore e del Primo Reggimento Bersaglieri è stata colpita dall'esplosione di una bomba lungo la strada, che ha distrutto il primo mezzo della colonna: un parà della Folgore è morto dopo essere stato portato all'ospedale militare di Farah, altri tre sono rimasti feriti ma non sono in pericolo di vita. La notizia è stata diffusa con un comunicato dal Regional Comand West delle forze internazionali.

 

FINI: «GOVERNO RIFERIRÀ IN AULA» - L'Aula della Camera ha osservato un minuto di silenzio dopo che il presidente Gianfranco Fini ha dato la notizia della morte del militare e il ferimento di tre commilitoni, annunciando che il governo, già interpellato, riferirà alle Camere appena avrà informazioni più compiute su quanto accaduto. «Confermo all'aula l'avvenuto decesso di un militare italiano in Afghanistan - ha detto Fini -. Una pattuglia di militari italiani della Folgore a 50 km da Farah è stata vittima di un attentato e un veicolo con quattro militari è stato colpito da un'esplosione. Un militare è morto e tre sono stati feriti. A nome della Camera esprimo alle Forze armate e alla famiglia il senso del nostro cordoglio». La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta per omicidio, tentato omicidio e attentato per finalità terroristiche.

 

il governo riferirà alle camere

«Il nostro peggior timore si è verificato»

La Russa: «Ora sarà necessaria un'ulteriore riflessione sui mezzi e sulle attrezzature in dotazione»

 

Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa (Eidon)

MILANO - «Il peggior timore che avevamo purtroppo si è verificato». Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, appena atterrato ad Algeri, dove ha appreso della notizia dell'attentato contro i militari italiani in Afghanistan, con un morto e tre feriti. Ora sarà necessaria «un'ulteriore riflessione - ha aggiunto - sui mezzi e sulle attrezzature» in dotazione al contingente italiano.

La Russa ha espresso «massimo cordoglio e massima vicinanza alle famiglie della vittima e dei tre militari feriti. Si è verificato il peggior timore che avevamo, che potesse aumentare a dismisura la potenza degli ordigni esplosivi in modo da creare danni ai soldati all’interno del blindato Lince, finora un mezzo efficace alla protezione», ha spiegato La Russa.

 

PALAZZO CHIGI - Anche «il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha espresso il cordoglio suo personale e quello del governo, sottolineando al tempo stesso la necessità e l'importanza della missione di pace in Afghanistan per la stabilità di un'area strategica»: lo afferma una nota di Palazzo Chigi nella quale si sottolinea che il premier, «non appena appresa la notizia dell'attacco contro un convoglio italiano in Afghanistan che ha provocato la morte di un paracadutista e il ferimento di altri tre, si è messo subito in contatto con il sottosegretario Gianni Letta a Palazzo Chigi».

 

GOVERNO - Sarà ovviamente il governo a riferire in Parlamento in merito alla morte del militare italiano. La notizia della morte del nostro connazionale ha portato il presidente della camera Gianfranco Fini a chiedere un minuto di silenzio alla Camera.

Modificato da iscandar
Link al commento
Condividi su altri siti

ANSA

 

2009-07-14 12:58

AFGHANISTAN: UCCISO MILITARE ITALIANO, TRE FERITI

Un militare italiano e' morto e altri tre para' sono rimasti feriti nell'esplosione di un ordigno che ha colpito il mezzo su cui transitavano a circa 50 chilometri da Farah in Afghanistan.

 

Secondo fonti militari, questa mattina a circa 50 chilometri a nord-est di Farah una pattuglia di paracadutisti della Folgore e del Reggimento Bersaglieri é stata attaccata con un ordigno posizionato lungo la strada. Nell'esplosione, che ha coinvolto il primo mezzo, un militare é morto per le ferite riportate subito dopo essere stato trasportato all'ospedale militare di Farah; altri tre parà sono rimasti feriti, non sono in pericolo di vita.

 

Il militare italiano morto oggi in Afghanistan è il primo caporal maggiore Alessandro Di Lisio, di Campobasso. Era nato il 15 maggio 1984

 

ROMA - "Il presidente Berlusconi ha espresso il cordoglio suo personale e quello del governo, sottolineando al tempo stesso la necessità e l'importanza della missione di pace in Afghanistan per la stabilità di un'area strategica": lo afferma una nota di Palazzo Chigi nella quale si sottolinea che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, "non appena appresa la notizia dell'attacco contro un convoglio italiano in Afghanistan che ha provocato la morte di un paracadutista e il ferimento di altri tre, si è messo subito in contatto con il sottosegretario Gianni Letta a Palazzo Chigi".

 

La Russa: peggior timore si è verificato

ALGERI - "Il peggior timore che avevamo purtroppo si è verificato". Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che è appena atterrato ad Algeri, dove ha appreso della notizia dell'attentato contro i militari italiani in Afghanistan, con un morto e tre feriti. Ora sarà necessaria "un'ulteriore riflessione - ha aggiunto - sui mezzi e sulle attrezzature" in dotazione al contingente italiano.

 

La Russa, che è appena giunto in Algeria per una visita ufficiale, ha espresso "massimo cordoglio e massima vicinanza alla famiglia del ragazzo ucciso e ai tre feriti". "Questo - ha aggiunto parlando con i giornalisti al seguito - è il peggior timore che avevamo e che personalmente avevo: cioé che potesse aumentare a dismisura la potenza degli ordigni esplosivi, in modo da provocare danni anche ai soldati all'interno dei 'Lince', mezzi blindati che si sono rivelati finora molto efficaci". Questo attentato, ha aggiunto il ministro, "impone un'ulteriore riflessione sui mezzi e sulle attrezzature e conferma la pericolosità di questa fase, che ha visto perdite umane tra gli alleati e ora anche tra gli italiani".

Modificato da mangusta11
Link al commento
Condividi su altri siti

I nostri Soldati muoiono per far diventare l'Afghanistan un luogo migliore e civile e poi qualche cosiddetto "benpensante" nostrano s'indigna perché non è stato fermato un capo locale che ha fatto fuori 1500 di quegli stessi barbari che oggi hanno ucciso il nostro Parà!

Tecnicamente i Talebani sono "civili ostili in armi" e, per quanto ne so, anche per la Convenzione di Ginevra potrebbero esser passibili di pena di morte e, per quanto mi riguarda, più di questi criminali vengono "spediti ad abbracciare le loro 88 vergini" (...o quante diavolo sono) meglio sarà per il Mondo! ...Anzi, senza di loro il Mondo sarà sicuramente un luogo migliore!

 

Onore ai nostri Caduti!

 

Alex da Livorno

Link al commento
Condividi su altri siti

E qui il ministro La Russa oggi ha stra-ragione

 

La Russa pensa ai Tornado. Sviluppando il suo ragionamento, La Russa ha affrontato il problema della copertura aerea alle operazioni militari in Afghanistan «adesso assicurata solo da aerei non italiani» mentre i Tornado dell'Aeronautica hanno solo compiti di monitoraggio è «un punto che prima o poi dovremo affrontare. Al momento è così e così abbiamo chiesto al Parlamento, quindi non prevedo al momento cambiamenti anche se è un'ipotesi che si dovrà cominciare ad immaginare, la possibilità di una copertura aerea, perchè quello che mi preme di più è la sicurezza dei nostri soldati. Noi fin dall'inizio abbiamo mandato i due Tornado con un compito preciso. C'è un po' di imbarazzo da parte dei nostri soldati: quando hanno bisogno di copertura aerea -precisa il ministro- devono ricorrere agli altri mentre gli altri non possono ricorrere ai nostri. Dico questo perchè mi è stato segnalato naturalmente dai nostri comandi. Quello che voglio verificare è che non ci siano fatti formali che limitino la sicurezza dei nostri soldati. Se non è solo un problema di prestigio, ma di tempi di reazione e di efficacia, a quel punto si apra una riflessione».

 

Ma vogliamo iniziare si o no ad uscire dal tunnel del veteropacifismo?

Modificato da typhoon
Link al commento
Condividi su altri siti

E' arrivato il momento che i nostri politici accettino il fatto che laggiù siamo in guerra e che per fare la guerra ci servono determinati mezzi e armi oltre a regole d'ingaggio diverse. I nostri soldati oltre a distrbuire aiuti umanitari devono essere messi in condizione di difendersi e possibilmente attaccare le forze nemiche al pari di americani, britannici canadesi e via discorrendo.

Se dobbiamo preoccuparci troppo di non risultare dei guerrafondai difronte all'opinione pubblica mettendo a rischio la vita dei nostri soldati allora sarebbe meglio che ci ritirassimo. Non dico che se arrivano aerei e carri allora i nostri possono dormire sonni tranquilli perchè non gli succederà più nulla però almeno possono rispondere in maniera adeguata e possibilmente vendicare i nostri caduti partecipando alle offensive angloamericane.

Link al commento
Condividi su altri siti

Esatto,servono semoveti d'artiglieria con munizionamento guidato per poter sparare in tutta sicurezza dalle proprie basi,

aerei ed elicotteri che possono sparare davvero,servono aerei per la ricognizione.

Ma sopratutto servono regole d'ingaggio migliori per tutelare la sicurezza dei nostri soldati.

Link al commento
Condividi su altri siti

Esatto,servono semoveti d'artiglieria con munizionamento guidato per poter sparare in tutta sicurezza dalle proprie basi,

aerei ed elicotteri che possono sparare davvero,servono aerei per la ricognizione.

Ma sopratutto servono regole d'ingaggio migliori per tutelare la sicurezza dei nostri soldati.

Personalmente penso che l'unica regola d'ingaggio seria sia: "Trova il nemico e spediscilo al Creatore" ...e se dovessero esserci "danni collaterali" (definizione ipocrita per dire morti civili) pazienza, ci sono stati in tutte le guerre passate e continueranno ad esserci anche in quelle future.

 

Alex da Livorno

Link al commento
Condividi su altri siti

Secondo me il carro è proprio l'ultima cosa che servirebbe ... servirebbero elicotteri, semoventi di artiglieria, aerei da ricognizione ecc...

 

Si lo so, io ho fatto un discorso per dire che ci vogliono armamenti pesanti e giusti per il tipo di situazione che dobbiamo affrontare!!

Link al commento
Condividi su altri siti

Dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", http://www.congedatifolgore.com/ , eccovi l'articolo seguente:

 

 

I DARDO DEI BERSAGLIERI A FARAH

 

Domenica, 19 Luglio 2009

by webmaster

 

dardo.jpg

 

DIFESA - Caserta - A Farah, località posta a sud-ovest dell'Afghanistan, è presente, insieme ai paracadutisti della Folgore, una unità a livello compagnia appartenente al 1° Reggimento Bersaglieri di Cosenza, unità incardinata, quest'ultima, nell'ambito della brigata "Garibaldi" di stanza a Caserta. Il reparto, che ha vissuto in prima persona lo scoppio della bomba che è costata la vita al Caporal Maggiore Scelto Alessandro Di Lisio, venticinquenne di Campobasso, sta prendendo parte, insieme ad altri reparti dell'Esercito Italiano, alla missione "Isaf" (International Security Assistance Force), a guida nato e su mandato delle nazioni unite. il primo, uno dei reggimenti di manovra della brigata bersaglieri "Garibaldi", è da sempre impegnato in operazioni di pace all'estero, e negli ultimi anni ha preso parte alle missioni in Bosnia, Albania, Macedonia, Kosovo, Iraq e Libano. I bersaglieri dislocati nel paese asiatico sono dotati di tutti gli strumenti che possano ampliare le capacità di muoversi e operare in sicurezza, grazie ad una combinazione di elevata velocità di reazione, spinta, mobilità in ogni contesto orografico, alta protezione, ampia disponibilità di sensori di sorveglianza ed identificazione, anche a grande distanza. Il contingente italiano agli ordini del Generale di Brigata, Rosario Castellano, è dotato, fra l'altro, dei veicoli corazzati "dardo" e dei veicoli blindati "lince". I corazzati "dardo" sono veicoli che combinano doti di mobilità protezione e potenza di fuoco. consentono di muoversi con adeguata protezione anche fuori strada e sui percorsi più impervi garantendo anche, grazie all'armamento in dotazione, un effetto deterrente. I ruotati blindati "lince", sono invece caratterizzati da una specifica protezione alle armi portatili ed alle mine, e quindi sono particolarmente idonei al pattugliamento sulle rotabili. Il 1° Reggimento bersaglieri è il reparto più medagliato, le sue decorazioni risalgono al 1848 durante le guerre d'indipendenza. Attualmente è posto sotto il comando del Colonnello Ceravolo.

Link al commento
Condividi su altri siti

Secondo me il carro è proprio l'ultima cosa che servirebbe ... servirebbero elicotteri, semoventi di artiglieria, aerei da ricognizione ecc...

 

 

si tra l'altro disponiamo del miglior mezzo semovente...perchè non testarlo sul campo??? gli olandesi lo fanno già...comunque anche i tank non sarebbero male, i leo2 dei canadesi e olandesi si sono comportati molto bene....

Link al commento
Condividi su altri siti

Dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", http://www.congedatifolgore.com/ , riporto 2 articoli:

 

 

LA RUSSA E' A HERAT

 

Martedì, 21 Luglio 2009

by webmaster

 

 

HERAT 21 LUG - Il ministro della difesa, Ignazio La Russa, è arrivato ad Herat, in Afghanistan, in visita al contingente italiano. Ad accoglierlo il generale Rosario Castellano, comandante della Regione Ovest di Isaf. Con il ministro viaggiano anche alcuni parlamentari: Roberta Pinotti e Mauro Del Vecchio (Pd), Laura Ravetto e Gianfranco Paglia (PdL). Presenti il capo di stato maggiore della difesa, generale Vincenzo Camporini ed il comandante del Coi (Comando operativo di vertice interforze), generale Giuseppe Valotto. La delegazione è arrivata con un Airbus, scortato da due elicotteri Mangusta; è la prima volta che all'aeroporto di Herat atterra questo tipo di velivolo. Solitamente vi fanno scalo aerei militari C130.

 

 

 

 

 

LA RUSSA A HERAT in visita al contingente

 

Martedì, 21 Luglio 2009

by webmaster

 

 

DOPO LE ELEZIONI ITALIANI TUTTI AD OVEST

 

PARMA - Dopo le elezioni presidenziali che si terranno in Afghanistan il prossimo 20 agosto (con eventuale ballottaggio), tutti i militari italiani presenti nel paese saranno concentrati nella regione Ovest.

 

Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che OGGI visiterà il comando italiano di Herat.

 

Il progetto, ha sottolineato il ministro, "è concentrare tutte le nostre forze sulla regione Ovest". La Russa ha spiegato che i 500 rinforzi previsti per le elezioni sono in parte già arrivati. "Non c'è certezza - ha aggiunto - su quanto resteranno, dipenderà dalla possibilità che ci siano o meno i ballottaggi: se ci saranno potrebbero restare fino ad ottobre".

 

Attualmente, dei quasi 2.800 militari italiani schierati in Afghanistan, circa 500 si trovano a Kabul, il resto nella regione Ovest del paese.

 

Dopo le elezioni, ha riferito il generale Giuseppe Valotto, comandante del Coi (Comando Operativo di vertice Interforze), "è previsto lo spostamento del nostro battaglione da Kabul a Shindand, dove attualmente c'è una base dell'esercito afgano e in parte ad Adraskan dove attualmente abbiamo 50 carabinieri che addestrano la polizia afgana". Shindand si trova nella regione Ovest tra Sarah ed Herat. In futuro è poi possibile che dal ridimensionamento delle missioni in Libano ed in Kosovo possano essere disponibili altri militari per eventualmente rafforzare il contingente italiano in Afghanistan.

 

 

NESSUNA PRECLUSIONE AL DIALOGO CON I TALEBANI

'MA OGGI NON CI SONO LE CONDIZIONI'

 

Non c'è alcuna preclusione ideologica" ad avviare una trattativa con i talebani come auspicato dal presidente afgano Hamid Karzai, ma "la trattativa si fa se ci sono le condizioni ed oggi è difficile individuarle: dove sono i taleban buoni?". "L'ipotesi di trattativa - ha spiegato il ministro - si potrebbe anche esaminare, ma solo con rapporti di forza ben definiti: prima bisogna evitare di lasciare intere aree del paese senza il controllo delle forze governative afgane.

Link al commento
Condividi su altri siti

Ho letto questa news sull'ANSA che potrebbe essere di qualche interesse. è delle 12.41 di oggi:

 

http://www.ansa.it/opencms/export/site/not...1619543572.html

 

AFGHANISTAN: LA RUSSA A HERAT, PIU' PREDATOR PER SICUREZZA ITALIANI

HERAT (AFGHANISTAN) - Aumento del numero dei Predator (attualmente sono due), utilizzo dei Tornado in funzione di copertura aerea, cioé con la possibilità di usare il cannoncino, maggiore protezione per il soldato che sta sulla torretta del mezzo blindato Lince. Queste - ha detto oggi il ministro della difesa Ignazio La Russa, in visita alla sede del Comando regionale Ovest di Isaf ad Herat - le misure previste per aumentare la sicurezza dei militari italiani in Afghanistan.

 

La visita del ministro arriva una settimana dopo l'uccisione del parà Alessandro Di Lisio, saltato su una bomba artigianale posta lungo la strada. Un evento che ha ancora di più accelerato la riflessione su come aumentare la tutela per i nostri militari. "Sono qui - ha detto La Russa ai militari schierati a Camp Arena, con le bandiere a mezz'asta per la morte di Di Lisio - per capire le vostre necessità, per vedere come si può incrementare il livello di sicurezza. In proposito pensiamo ad aumentare il numero di Predator, gli aerei senza pilota, che possono aiutare a prevenire i pericoli lungo le strade. Possibile anche l'aumento del numero di elicotteri per avere una maggiore copertura aerea e l'uso dei Tornado (attualmente sono due) anche in funzione offensiva".

 

Si punta poi, ha aggiunto, "a proteggere la torretta del Lince, in modo da rendere meno pericoloso il compito di chi sta di vedetta". Il ministro ha quindi portato ai militati italiani di Herat "un abbraccio forte per farvi sentire la vicinanza di tutta l'Italia. E vi porto anche il saluto dei vostri commilitoni feriti che mi hanno dato un messaggio da trasferirvi: lavorare e lottare anche per loro".

Modificato da Fulvio
Link al commento
Condividi su altri siti

Dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", http://www.congedatifolgore.com/ , riporto alcuni articoli (il webmaster del sito "Congedati Folgore" si trova attualmente in Afghanistan).

 

 

IL SITO TRA I PARACADUTISTI IN SERVIZIO IN AFGHANISTAN

 

Mercoledì, 22 Luglio 2009

by webmaster

 

PARMA - Il webmaster è in viaggio per Herat. Da lì visiterà le postazioni della Folgore portando i saluti e la solidarietà dei lettori del sito.

 

Da domani, 23 Luglio, inizieranno - linea internet permettendo - i resoconti di questo incontro che la Folgore e lo Stato Maggiore Difesa hanno consentito a cui vanno i nostri ringraziamenti sin d'ora.

 

----------

 

IN VIAGGIO VERSO HERAT

 

Mercoledì, 22 Luglio 2009

by webmaster

 

DUBAI - 22 LUGLIO - ORE 24.00 Locali - Il B767 dell'aeronautica militare italiana ha sbarcato a Dubai 195 uomini. Incursori della Folgore, della marina, carabinieri del Tuscania, paracadutisti di vari reggimenti, una compagnia di soldati albanesi e personale in borghese addetto alla missione stanno effettuando le operazioni di trasbordo su alcuni c130j che ci porteranno a Herat.

 

Tante facce note e molti (tutti quelli con cui ho parlato) che conoscono il nostro sito.

 

A bordo, imbarcate separatamente e sotto scorta, tutte le armi lunghe individuali, mentre quelle corte sono al seguito dei passeggeri.

 

La temperatura a Dubai è di 35 gradi con una umidità del 90%.

 

Sullo stesso aereo erano presenti anche diverse unità destinate a Bagdad, perchè Dubai è la piattaforma di smistamento per quest'area del mondo.

 

La task force Albatros dell'aeronautica, aeroporto di Albatin, si occupa della gestione dei transiti: sbarco, manutenzione degli aeromobili, gestione dei manifesti e controllo dei bagagli.

 

Dopo sei ore scarse di volo, ne mancano quattro più "operative" per raggiungere l'aereoporto di Herat.

 

Sono l'unico giornalista a bordo. Appena arrivato a Herat, è prevista la partenza verso una delle "Forward operative base (FOB)" in elicottero.

 

Segue la cronaca, internet permettendo

 

walter amatobene

 

----------

 

HERAT: INIZIA IL VIAGGIO DEL WEBMASTER TRA I NOSTRI RAGAZZI AL LAVORO

 

Giovedì, 23 Luglio 2009

by webmaster

 

HERAT- Una temperatura di 38°, asciutta e con un vento teso mi ha accolto la prima giornata di permanenza a Camp Arena, aggregato alla cellula di P.I. del campo, coordinata dal maggiore Amoriello.

 

La seconda fase del trasferimento, da Abu Dhabi (lasciata con 35° di temperatura e umidità al 100%), è avvenuta con un c130j della 46ma aerobrigata di Pisa. Il volo di 4 ore e 35 minuti è stato, nell'ultima fase di sorvolo sul territorio ostile, particolarmente "movimentato" con frequenti vuoti d'aria.

 

Alla base c'è qualche problema di connessione internet "civile" in fase di risoluzione - Sono certo che già stasera potrò pubblicare le prime fotografie.

 

Camp Arena, attigua all'aereoporto di Herat, è una grande base dall'aspetto ordinato e funzionale, con edifici di muratura e complessi prefabbricati.

 

Rigorosi sistemi di controllo degli accessi in ogni palazzina, con inferriate e codici di accesso, ritardano le prime fasi di ambientamento. Sono stato "consegnato" in un'area in attesa del prezioso documento.

 

Nessun ospite gira senza PASS, salvo venire intercettato da una compagnia di soldati albanesi che hanno il compito della cinturazione esterna e che - senza troppi complimenti - hanno l'ordine di portare al comando centrale, a circa 1 chilometro, chi gira senza il documento.

 

La prima parte della giornata (ci sono due ore di differenza con l'Italia) è trascorsa, quindi, per gli adempimenti burocratici e la preparazione delle giornate nei fortini.

 

Prima di partire - domattina - per il programma stabilito dal Maggiore Amoriello, mi aggregherò ad un gruppo di paracadutisti che alle 5,30 si alleneranno intorno alla base.

 

A camp Arena convivono i 4 contingenti della coalizione sotto il comando italiano: spagna, slovenia, albania.

 

I paracadutisti italiani sono i più numerosi.

 

segue un aggiornamento nel pomeriggio

 

aw

 

----------

 

I PARACADUTISTI DI HERAT

 

Venerdì, 24 Luglio 2009

by webmaster

 

HERAT - La partenza con il CH47 è fissata per le ore 10 locali (le 07,30 in Italia). Destinazione Bala Murgab.

 

Le foto (ECCEZIONALI) e il servizio con avvenimenti molto "PARACADUTISTICI" della giornata di ieri sono pronti, ma persistono alcuni problemi di "velocità" delle linee, ed aspetto a trasmettere nella tarda mattinata.

 

Nel pomeriggio di ieri abbiamo incontrato alcuni paracadutisti del Nembo che, a poche ore dall'arrivo dall'Italia, erano già su un LINCE, con giubbotto antiproiettile ed elmetto, destinati al PRT di Herat, struttura in pieno centro città, difesa dalla Folgore.

 

La temperatura sempre altissima, è mitigata dal vento teso. Le montagne intorno alla base (Herat è a 1000 metri sul livello del mare) attenuano la sensazione di caldo, ma è la quantità industriale di acqua necessaria a reintegrare la fortissima deidratazione, a ricordarcelo.

 

Nella base è tutto un viavai di uniformi e saluti in quattro lingue. La convivenza tra i vari contingenti è amichevole, e frequentemente vedo capannelli di militari di varie nazioni, riuniti al bar per un caffè oppure una pausa.

 

Nel frattempo, dai vari parcheggi posti tutto intorno al perimetro, vedo partire uomini e mezzi ed autocolonne.

 

Circondata da un recinto invalicabile, il compound della "TASK FORCE 45" dove sono alloggiate le Forze Speciali e i reparti FOS.

 

Sono presenti distaccamenti del Col Moschin, Comsubin, Gis, Incursori, 185mo, rangers alpini e Incursori dell'aeronautica.

 

Questa mattina ho corso insieme a Francesco Olla, colonnello di Stato Maggiore, carrista, fratello del tenente Olla, caduto a Nassirya.

 

Il Comandante Castellano corre tutte le mattine intorno alla base, insieme a moltissima paracadutisti e agli uomini della scorta che non lo abbandona mai.

 

Durante il caffè del dopocena di ieri sera, negli alloggi del comando, ci ha informato dello sforzo organizzativo e operativo che compiono ogni giorno i suoi uomini, e che Lui verifica con visite ripetute e continue in tutti i punti "caldi". Uno di questi è Bala Murgab, DOVE VOLEREMO NELLA TARDA MATTINATA.

 

A più tardi.

 

aw

 

----------

 

IL SALUTO AI PARACADUTISTI DI BALA MURGAB. IL 183mo REGGIMENTO NEMBO TIENE LA POSTAZIONE

 

Venerdì, 24 Luglio 2009

by webmaster

 

postazioni.bala.jpg

Bala Murgab - Sulla cima della montagna c'è uno dei fortini di osservazione intorno al campo. La Folgore li presidia per individuare fonti di fuoco ostile e movimenti sospetti. Si trova su una montagna che domina la valletta sottostante. Sotto, alcuni pallet appena ricevuti in aviorifornimento

 

 

BALA MURGAB - AFGANISTAN - Il volo tattico in CH47, scortato da 2 "angeli custodi" Mangusta A129 dura circa un'ora e un quarto da Herat. La base di Bala Murgab è a ridosso del paese, che è quasi invisibile in mezzo ad alberi e cespugli verdi, dopo un paesaggio lunare e montuoso per raggiungerlo. La base, al contrario, è su una piana polverosa, dominata dalle montagne per due terzi intorno.

 

All'aeroporto di Herat l'elicottero carica una trentina di paracadutisti, munizioni per il campo, alcuni militari afgani che alloggiano vicino al nostro e il Generale Castellano, con la scorta, che deve incontrare il governatore locale insieme al Comandante del 207mo corpo d'armata afgano.

 

I volti dei paracadutisti che rientrano da una breve licenza sono aperti, concentrati. Con alcuni di loro abbiamo fatto il viaggio dall'Italia.

 

Sono mortaisti del 183mo, ovvero quelli che, sotto attacco da marzo quasi giornalmente, sono in grado di far cessare la minaccia con colpi precisi come una lama e senza mai alcun danno collaterale.

 

pegaso.murgab.jpg

Il plotone mortai "Pegaso". La loro capacità tecnica ha consentito di neutralizzare le minacce con pochissimi colpi, quasi chirurgici e senza danni collaterali ai civili, nonotante gli insorgenti sparino nei pressi dei villaggi. Sulla loro bandiera da oggi c'è un brevettino di argento che mi aveva regalato il Leone della Folgore Armando Perna. I mortaisti della "Pegaso" lo hanno guadagnato per capacità e spirito di Corpo. Sta meglio sulla loro bandiera. Aguzzando lo sguardo, noterete una "pulce" sulla striscia dell'asta.

 

 

"Dobbiamo rientrare subito in base, hanno bisogno di noi. Sono in pochi e vogliamo dare il cambio a qualche collega".

 

Erano scesi insieme a noi dal c130J proveniente da Abu Dhabi poche ore prima. Il volo, complessivamente, dura 12 ore, e non è una passeggiata.

 

Il grande elicottero da carico sobbalza per le termiche, lancia i "flares" per ingannare una probabile minaccia da terra, vira stretto, risale repentinamente e poi, a quattro minuti dall'atterraggio, si incunea tra la base e alcune abitazioni, sollevando una polvere fina come borotalco che si insinua dappertutto.

 

Veniamo accolti dal Colonnelo Tuzzolino, comandante del 183mo Nembo, in tenuta da combattimento. I suoi uomini lo chiamano "Joker". Gliene hanno regalato uno dipinto su legno, con le firme di tutti. Lo ammirano e lo rispettano da sempre.

 

Incontro molte facce amiche, che mi accolgono calorosamente, non solo per i 42° che segna il termometro.

 

Il campo è in tenda sin dall'inizio del "FOB" FORWARD OPERATION BASE.

 

Polvere e caldo.

I paracadutisti liberi dal servizio stazionano nelle poche aree comuni. La polvere è dappertutto, così come il calore che scalda i vestiti.

 

Nonostante tutto c'è una piccola palestra attrezzatissima e una sala da pranzo-ritrovo, con aria condizionata che porta la temperatura a 28 gradi. Da qualche giorno c'è anche un televisore al plasma e una zona internet chiamata "STAR GATE": porta di legno e tavoli fatti a mano.

 

Mi si stringe il cuore a vedere i paracadutisti così impolverati e attendati, con pochissime aree condizionate. Mi sembrano stanchi, eppure loro sorridono, sono di buonumore. Nessuna lamentela. Anzi.

 

Alcuni nuovi arrivati con una autocolonna, di cui Vi parlerò più avanti, predispongono brande e tendine di fortuna tra Lince e muro di cinta. Lo spazio manca. Scattiamo alcune foto della 5a compagnia del 186mo e dei Diavoli neri. Sorrisi, buonumore. Qualche ragazza qui e la, compresa un comandante di squadra mortai che non vuole andare in licenza. Da come la trattano i colleghi, dev'essere in gambissima. Anche Lei ha lavorato al pezzo durante gli assalti.

 

Il comandante di Battaglione del 183mo Nembo, il tenente colonnello Trubiani ha comandato una colonna di 70 mezzi, da Herat a Bala Murgab. Tre giorni per 250 chilometri di carraie, in situazione di pericolo costante. Rinforzeranno la postazione di Bala Murgab per le elezioni. Il tenente colonnello Trubiani è un esperto conoscitore dell'area. E' con i suoi uomini dal primo giorno e ha già fatto lo stesso pericoloso percorso diverse volte, gestendo insieme al Colonnello Tuzzolino la "trasformazione" dell'ammasso di ruderi dell'ex cotonificio, in una base protetta e reattiva.

 

La Folgore dà il meglio quando si sta peggio. Lo chiamano "fattore El Alamein". E' tutto vero. E' qui da vedere.

 

Le tende di chi è in base dal primo giorno, nonostante tutto, sono attrezzate. Macchinette del caffè, qualche pannellino solare per i cellulari e qualche altro piccolo comfort. Cose che in Italia farebbero accapponare la pelle per la loro scomodità.

 

Ogni tanto una "piazzetta" tra le tende, ricavata con qualche paracadute steso per ombreggiare, dove si raggruppano per una sigaretta insieme. C'è chi fa i capelli, chi scherza, chi si prepara per uscire in ricognizione.

 

Per molte settimane hanno mangiato razioni "k" a rotazione, ma oggi la cucina ci serve un risotto ai funghi da ristorante.

 

Non c'è un "cuoco" vero e proprio. Si cucina a turno. In saletta qualcuno gioca a carte, ma interrompe per vestirsi e uscire in pattuglia.

 

Ci sono alcuni americani della logistica, accampati in una piccola area del campo, che trasportano tutto con un motocarro. I nostri preferiscono fare a braccia, dalle razioni alle munizioni, ai colpi per i mortai.

 

Il parcheggio dei Lince è pieno. 70 automezzi - compresi alcuni corazzati spagnoli - sono arrivati e molti altri erano in dotazione. Alcuni mostrano colpi di kalashnikov sulle fiancate.

 

A poca distanza c'è anche l'accampamento dei soldati Afghani, in condizioni pessime. Tende sgangherate e poco funzionali.

 

Incontro alcuni cari amici: il tenente colonnello Mastrovito, temporaneamente a Bala Murgab per rinforzare il contingente in vista delle elezioni. Parleremo del suo lavoro di OLMT in pieno Afganistan, insieme all'esercito del Paese. Si tratta di un piano che servirà a far conquistare all'esercito afghano l'autonomia per la pianificazione necessaria al controllo del territorio. Lo trovo stanco e dimagrito, ma scherza e cambia argomento.

 

Incontro altri amici del 186mo, sempre dell'OMLT. Ne parlerò a parte e diffusamente.

 

.... FINE DELLA PRIMA PARTE. segue

 

castellano.webmaster.jpg

Il generale Castellano, appena rientrato da Bala Murghab. Il webmaster gli è stato aggregato per una giornata intera. Manda un saluto ai lettori del sito.

 

 

GUARDATE ALCUNE FOTO DELLA GIORNATA , MESSE IN ORDINE SPARSO PER CARENZA DI LINEA INTERNET. LE ALTRE NEI PROSSIMI GIORNI

Link al commento
Condividi su altri siti

Parà italiani: 5 ore di battaglia

Afghanistan, sventano imboscata a Isaf

 

Sono duranti cinque ore gli scontri tra militari dei Bersaglieri e della Folgore e gli insorgenti che li hanno attaccati nei pressi del villaggio di Bala Baluk, a circa 50 km da Farah, mentre stavano svolgendo un'operazione con le forze afgane. I militari sono intervenuti in soccorso di una pattuglia di militari della forza Nato Isaf caduta in una imboscata. C'è stato uno scontro a fuoco per neutralizzare la minaccia dei ribelli.

 

Secondo il Comando militare italiano la reazione dei militari italiani ''è stata immediata'' e nell'area sono stati anche inviati sia degli aerei della coalizione per il supporto ravvicinato (close air support) che gli elicotteri italiani A 129 Mangusta. Data la tipologia dell'area, l'intervento degli aerei è stato evitato e si è preferito far intervenire gli elicotteri i quali hanno potuto supportare con le armi di bordo l'azione dei militari italiani sul terreno, favorendo dopo quasi cinque ore di scontri lo sganciamento delle truppe, che hanno poi proseguito l'azione preventivamente pianificata con le forze afgane.

 

L'azione, rileva il Comando, ha consentito di neutralizzare la minaccia, mentre un bersagliere e' rimasto lievemente ferito, riportando la frattura dell'ulna del braccio destro. Il militare e' stato immediatamente soccorso ed evacuato in elicottero presso l'ospedale militare di Farah. Le sue condizioni non sono gravi e verrà dimesso entro pochi giorni.

 

Poco dopo altri quattro soldati italiani sono rimasti feriti, tutti in modo non grave, in un attentato suicida vicino ad Herat, nell'Afghanistan orientale. Il kamikaze, a bordo di una motocicletta, si è fatto esplodere al passaggio di una pattuglia tricolore a bordo un mezzo blindato Lince.

TGCOM

 

mi sapete dire quando ci sono le elezioni in Afghanistan?

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...