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Afghanistan - Topic ufficiale


Thunderalex

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Fonte: Panorama

 

L’ultima battaglia è scoppiata il sabato di Pasqua, con i soldati italiani che dirigevano il fuoco degli elicotteri americani Apache contro i talebani. Ma era l’ultima di una lunga serie. A piedi, con i muli [i muli?!? ndr], nei mezzi che assomigliano a gatti delle nevi blindati, gli alpini paracadutisti dell’avamposto di Surobi, 70 chilometri a sud-est di Kabul, ce la mettono tutta. Centoquaranta uomini a cominciare dai corpi speciali, i ranger del reggimento Monte Cervino, con i paracadutisti della Folgore e gli esperti Cimic degli interventi umanitari e di ricostruzione. Tutti in prima linea nella guerra degli italiani in Afghanistan. Gli alpini del reggimento di artiglieria di Fossano stanno di vedetta sulla postazione Olimpo in trincee fatte di pietre, come sul Carso nel 1915-18.

I soldati italiani sono arrivati lo scorso dicembre e hanno già sostenuto otto conflitti a fuoco. L’ultimo il 22 marzo, sabato di Pasqua, quando un velivolo senza pilota americano ha perso il segnale ed è atterrato intatto nella famigerata valle di Uzbeen, sotto controllo italiano. Si trattava di un Predator warrior, armato per attacchi mirati contro i vertici nemici. Un obiettivo ghiotto per i talebani.

 

Quando gli alpini paracadutisti sono piombati sul posto, assieme ai soldati afghani, è scoppiato l’inferno. Dalle montagne circostanti lanciavano razzi da 107 millimetri e sparavano con armi automatiche. I soldati italiani hanno risposto al fuoco chiamando l’appoggio aereo. Quattro fra poliziotti e militari afghani sono stati feriti e soccorsi dal tenente medico della task force Surobi. Dopo i caccia sono arrivati gli elicotteri e gli americani. I paracadutisti del 185esimo reggimento acquisizione obiettivi hanno guidato da terra l’attacco degli Apache, con razzi e cannoncino di bordo, sulle postazioni talebane.

 

I soldati della task force Surobi stanno applicando in Afghanistan una specie di dottrina Petraeus, dal nome del generale americano che ha ottenuto qualche successo in Iraq. Le pattuglie in ricognizione s’infilano nel paesaggio lunare delle valli di Surobi. Percorrono tortuose mulattiere dove i blindati Puma e Lince passano a stento.

 

Al controllo del territorio si affiancano attività umanitarie e di ricostruzione a favore della popolazione. Gli uomini del Cimic di Motta di Livenza, la cooperazione civile-militare, vanno nei villaggi di fango e paglia, incastonati sulle pendici delle montagne, assieme con i corpi speciali italiani. Il medico apre un ambulatorio volante per gli abitanti e il veterinario controlla il bestiame. Il Cimic costruisce un pozzo o ristruttura la moschea.

 

Se c’è bisogno di generi di prima necessità e la neve non permette di portare gli aiuti con i mezzi normali gli alpini noleggiano asini, come facevano con i muli durante la Seconda guerra mondiale [Ah! Ecco! ndr]. La colonna si inerpica per ore fra i monti. L’obiettivo è raggiungere i villaggi sperduti a oltre 2 mila metri di quota con viveri e medicinali. A dorso di mulo arrivano i pacchi famiglia tricolori con 5 litri di olio e altrettanti di riso, zucchero, grano e piselli.

 

La dottrina Petraeus all’italiana prevede di farsi amici i malek, i capivillaggio, e anche i mullah. “Una volta ci hanno permesso di entrare in moschea. Spesso sacrificano un montone e sempre ci offrono il chai, il tè afghano con l’aggiunta di latte di capra” racconta il maggiore Nicola Piasente.

 

Non sempre fila tutto liscio. Il 13 febbraio il primo maresciallo Giovanni Pezzulo, del reparto Cimic, è stato ucciso nella valle di Uzbeen “con colpi di arma da fuoco portatile”. In realtà, come Panorama ha scoperto, si è trattato di un omicidio in nome della guerra santa. Ecco com’è andata. Gli italiani hanno appena concluso l’attività giornaliera di pattugliamento e aiuto alla popolazione nel villaggio di Qaleh ye Kalan. Il mezzo cingolato sul quale viaggia Pezzulo, in colonna con due fuoristrada dell’esercito afghano, finisce in un’imboscata. Gli italiani rispondono subito al fuoco. Al secondo colpo di Rpg (lanciarazzi russo) un mezzo afghano inchioda bloccando la colonna. A questo punto il maresciallo Pezzulo scende dal blindato, che lo protegge. Il maggiore Piasente se ne accorge. Assieme al maresciallo Enrico Mercuri, degli alpini paracadutisti, scende dal mezzo correndo per recuperare Pezzulo sotto il fuoco indemoniato dei talebani.

 

“Mercuri è stato colpito a una gamba e il maggiore lo ha caricato in spalla portandolo al sicuro” racconta un militare italiano. I due alpini paracadutisti raggiungono il grosso delle forze che si battono contro i talebani. Un sergente dei ranger di Bolzano si offre volontario per tentare un’altra sortita. Assieme a quattro uomini chiusi in un blindato, che fila a tutta velocità alla ricerca del disperso. A un certo punto vedono una macchia rossa di sangue e un corpo sprofondato nella neve.

 

“Appena siamo scesi sibilavano i proiettili” ricorda oggi un militare. Un uomo copre gli altri sparando a raffica con la mitragliatrice Minimi sui talebani nascosti dietro i massi. Quando caricano Pezzulo di peso sul mezzo è già cadavere. “Non ci potevamo credere” sospira un soldato italiano. “Giovanni aveva sempre la battuta pronta. Anche quella mattina avevamo scherzato”.

 

Nel frattempo arriva l’appoggio aereo con l’ordine di bombardare, ma il pilota, che passa a volo radente per impaurire i talebani, evita di sganciare. Non riesce a individuare il bersaglio e teme di colpire i civili del villaggio. La battaglia dura quasi 45 minuti.

 

“Il soldato italiano (Pezzulo) è stato ferito una prima volta, mentre stava sparando. Poi lo hanno colpito di nuovo” racconta Haji Harsala Khan, capo del vicino villaggio di Rudbar. Barbone bianco e turbante grigio, vorrebbe che gli italiani tornassero nella valle di Uzbeen a portare aiuti. “Il vostro soldato è stato ucciso dal comandante Sultan. Si è avvicinato e ha sparato all’italiano che era ferito. Poi gli ha preso le armi. Io ero presente”.

 

Sultan è un tagliagole locale assoldato dai talebani che, prima di essere ferito in uno scontro tra fazioni agli inizi di aprile, si vantava dell’uccisione del soldato italiano. E i suoi scagnozzi hanno cercato di vendere il fucile mitragliatore di Pezzulo al mercato nero per 4 mila euro. Nessuno ne parla, tantomeno durante la campagna elettorale, ma gli alpini paracadutisti nell’avamposto dimenticato di Surobi hanno combattuto con i talebani otto volte dagli inizi di febbraio.

 

Se a Surobi gli alpini paracadutisti sono in prima linea, anche nell’Afghanistan occidentale, dove operano 1.300 soldati italiani, non si scherza. Il prossimo mese arriverà a Herat, sede del comando, uno psicologo militare. La missione è avvolta dalla riservatezza, ma il suo intervento potrebbe riguardare la sindrome dell’assedio o lo stress da combattimento. Perché gli italiani in Afghanistan fanno la guerra. Per mantenere la pace.

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Bel servizio, un pò di imprecisioni ma sembra ben fatto visti gli standard a cui siamo abituati.

Se davvero questo sultan ha ucciso pezzullo sarebbe dovere degli Italiani trovarlo ed eliminarlo per ritorsione, un pò sul modello Israeliano, anche se non sò quanto siano vere queste voci.

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La guera in afghanistan è più di una missione di pace per noi, purtroppo siamo stati costretti, più di una volta a puntare l'arma e sparare, è un territorio o stile dove la resistenza è ancora forte, pochi sono i principi morali di quella gente, lo dimostra il tuo fatto raccontato nel primo post, ci servirebbe una politica più dura e meno pacifista con loro...

Comunque sarebbe bene che tutta l'italia sapesse di questo racconto...pochi sarebbero ancora contrari ad una ritorsione....devo dire che appoggio il modello israeliano citato da dominus...

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Favorevole al modello Israeliano. -_-

 

Gli americani hanno più volte citato l'eccellenza dei militari italiani, e un mio amico che è tornato poco fa (ora è di stanza a Bolzano) mi ha raccontato che le missioni come quella in atto sono uniche proprio per il rapporto che si ha con la popolazione.

 

Inutile ribadire la stoltezza di certi mercenari guerriglieri, che hanno il coraggio di sparare e giustiziare un soldato che sta portando viveri alla povera gente. Senza commento, così come senza commento (anzi, con commenti troppo inca22ati per essere postati) rimangono i cori e gli striscioni dei pacifisti in piazza proprio in Italia.

 

Ci si ritrova a dover mantenere riservate notizie che in qualunque altro paese occidentale avrebbero reso fieri tutti, idealisti e pacifisti in primis. Qua in Italia invece si fa il tifo per chi spari contro quelli che portano latte e riso ai bambini e gli vanno a costruire pozzi e ristrutturare moschee. Ad essere buoni un comportamento quanto meno da incoscienti e indottrinati.

 

E' comunque interessante il parallelismo tra la guerra in A-stan e il 15-18. Ancora una volta Alpini, nella neve, con muli e trincee di pietra. Questa volta, però, l'equipaggiamento, le armi e l'addestramento ci sono. Quello che non manca mai è il grande cuore dei nostri soldati, che si sono sempre distinti proprio per questo in tutte le missioni di pace, e che sono sempre stati orgogliosi del loro operato proprio per questo.

 

Grazie ragazzi! :adorazione:

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Se davvero questo sultan ha ucciso pezzullo sarebbe dovere degli Italiani trovarlo ed eliminarlo per ritorsione, un pò sul modello Israeliano, anche se non sò quanto siano vere queste voci.

 

Ma il fatto (o comunque la notizia) è di una gravità inaudita. Possibile che dal Ministero e dal Governo non si sia sentita una sola voce, neanche di smentita? Vera o falsa che sia la notizia si può tollerare questo silenzio?

 

La posizione ufficiale parla, come sappiamo, della morte del militare in un "normale" scontro a fuoco. Anche solo per rispetto della famiglia qualcuno dovrebbe smentire o confermare.

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Che razza di str....ata di legge che hanno inventato quelli del MinDif (Parisi, prodi e Co.) di vietare ai giornalisti di essere presenti in zone di guerra.

 

Contrario alla ritorsione. Si innescherebbe solo odio. Bisognerebbe trovare quell'assassino e poi giudicarlo, magari da una corte afghana in modo da far capire alla gente che l'obiettivo delle forze straniere non è un'invasione dell'A-Stan, ma un supporto alla democrazia afghana.

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Che razza di str....ata di legge che hanno inventato quelli del MinDif (Parisi, prodi e Co.) di vietare ai giornalisti di essere presenti in zone di guerra.

 

scusa ma, di quale legge parli ? io non ne sò nulla .

non è polemica vorrei saperne di + nei dettagli, anche perchè se ci fosse sarebbe palesemente incostituzionale

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scusa ma, di quale legge parli ? io non ne sò nulla .

non è polemica vorrei saperne di + nei dettagli, anche perchè se ci fosse sarebbe palesemente incostituzionale

 

non è una legge, ma un provvedimento giustificato con esigenze di sicurezza.

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Articolo bellissimo; per quanto riguarda quel sultan sono d'accordo con Cartman; lo si catturi e lo si faccia giudicare da una corte locale.

Sui giornalisti poi, perchè non possiamo fare come gli americani, che gli "incorporano" (embedded) nei reparti?

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Articolo bellissimo; per quanto riguarda quel sultan sono d'accordo con Cartman; lo si catturi e lo si faccia giudicare da una corte locale.

Sì probabilmente è meglio così, non avevo considerato che il metodo israeliano avrebbe portato solo odio...

 

Sui giornalisti poi, perchè non possiamo fare come gli americani, che gli "incorporano" (embedded) nei reparti?

Questa è una cosa che non ho mai capito. I migliori documentari di guerra sono spesso opera di questi ultimi... Probabilmente è perchè in Italia abbiamo un'opinione ubblica talmente insensibile alle missioni all'estero che non tollererebbe mai una perdita in determinate circostanze.

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l'opinione pubblica in italia è piuttosto pacifica, quindi i mezzi di comunicazioni comandati dal solito noto, non parlano delle missioni di GUERRA come l'Afghanistan per non rischiare una risposta popolare come si fu per l'Iraq

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Nessuna pietà per coloro che uccidonmo nel nome di una religione!!

 

Per come la vedi io, i media ti presentano alla tv solo quelo che vogliono loro e queste storie nelle quali i nostri soldati fanno il loro dovere, non vengono prese in considerazione e sono verità scomode!!

 

Ecco perche non se ne parla.......

 

Per quanto riguarda quel talebano......bè io lo pelerei vivo :furioso:

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Se embeddiziamo i giornalisti è finita, basta vedere quello che sono riusciti a tirare fuori da una palma.

Per non dimenticare quando la partenza della missione di soccorso per il CPA di nassirya, durante la battaglia dei ponti, fu letteralmente sputtanata del TG1 al punto che si dovette rinunciare al tentativo.

I giornalisti americani hanno ben altra etica, per questo i militari possono lasciargli un bello spettro d'azione.

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Bisognerebbe trovare quell'assassino e poi giudicarlo, magari da una corte afghana in modo da far capire alla gente che l'obiettivo delle forze straniere non è un'invasione dell'A-Stan, ma un supporto alla democrazia afghana.

 

Eh no.. non sono proprio d'accordo. Qui parliamo di un assassinio di un soldato italiano ed essendo quest'ultimo italiano, il colpevole deve e sottolineo deve, essere giudicato da un Tribunale militare italiano. E non è facendo svolgere un processo ad una corte locale che si dimostra l'appoggio alla creazione di una democrazia. Se siamo in Afghanistan è proprio per questo, ovvero creare un paese democratico con l'aiuto di altri contingenti militari, in particolar modo della NATO. Ora, il colpevole dell'assassinio del maresciallo Pezzulo va catturato e sottoposto al processo di un tribunale militare italiano, e direi che al momento non servono atti di rappresaglia, anche se è ormai chiaro che i nostri in Afghanistan combattono, e per questo devono mettere in campo ogni strategia per portare a termine la missione e per portare a casa la pelle.

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Beh se lo processiamo in Italia è capace che lo scarcerano in quanto "combattente per la libertà" e magari ce lo troviamo candidato al parlamento con la SA....

Meglio lasciarli agli afghani soggetti simili, loro sanno come trattarli.

A proposito sentito che i Talebani si sono appellati all'ONU per fermare le esecuzioni da parte del governo di Kabul?!?

Devo ammettere che la faccia tosta la tengono...

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Eh no.. non sono proprio d'accordo. Qui parliamo di un assassinio di un soldato italiano ed essendo quest'ultimo italiano, il colpevole deve e sottolineo deve, essere giudicato da un Tribunale militare italiano. E non è facendo svolgere un processo ad una corte locale che si dimostra l'appoggio alla creazione di una democrazia. Se siamo in Afghanistan è proprio per questo, ovvero creare un paese democratico con l'aiuto di altri contingenti militari, in particolar modo della NATO. Ora, il colpevole dell'assassinio del maresciallo Pezzulo va catturato e sottoposto al processo di un tribunale militare italiano, e direi che al momento non servono atti di rappresaglia, anche se è ormai chiaro che i nostri in Afghanistan combattono, e per questo devono mettere in campo ogni strategia per portare a termine la missione e per portare a casa la pelle.

 

A me francamente non sembra avere molto senso considerarlo come un crimine comune, come se fosse successo in territorio italiano. Si tratta di uno scontro a fuoco in zona di combattimento e Pezzullo è stato ucciso dal nemico non da un qualunque criminale.

Se la piantassimo (non dico sul forum ma in generale) di mascherarci dietro il manto delle "missioni di pace" e riconoscessimo che siamo in guerra (ed a mio parere in una guerra più che giusta) eviteremmo simili equivoci. Quindi secondo il mio modesto parere se i nostri soldati si ritrovano di fronte questo talebano o gli piantano un 5,56 in mezzo agli occhi o, se le circostanze lo permettono, lo catturano come prigioniero di guerra. Arrestarlo e processarlo come criminale comune non ha alcun senso date le circostanze.

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Personalmente resto dell'idea che la soluzione afgana sia la migliore visto che coi talebani non vanno tanto per il sottile, sopratutto se il nostro contingente effettua le dovute pressioni su karzai per arrivare ad una rapida e definitiva (ci siamo capiti) condanna.

Se lo portiamo in Italia scoppia un pandemonio con le solite migliaia di pacifisti pronti a manifestare per il talebano in questione (fregandosene che abbia ammazzato un italiano che, se vi ricordate, stava proteggendo l'inaugurazione di un ponte) e contro i nostri militari ad Herat. Preferirei risparmiare tutto questo alla famiglia del caduto.

Senza poi tener conto che certi giudici potrebbero anche arrivare alla genialata di assolverlo in quanto guerrigliero e non terrorista (e vi giuro che è già successo)

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Personalmente resto dell'idea che la soluzione afgana sia la migliore visto che coi talebani non vanno tanto per il sottile, sopratutto se il nostro contingente effettua le dovute pressioni su karzai per arrivare ad una rapida e definitiva (ci siamo capiti) condanna.

Se lo portiamo in Italia scoppia un pandemonio con le solite migliaia di pacifisti pronti a manifestare per il talebano in questione (fregandosene che abbia ammazzato un italiano che, se vi ricordate, stava proteggendo l'inaugurazione di un ponte) e contro i nostri militari ad Herat. Preferirei risparmiare tutto questo alla famiglia del caduto.

Senza poi tener conto che certi giudici potrebbero anche arrivare alla genialata di assolverlo in quanto guerrigliero e non terrorista (e vi giuro che è già successo)

 

Hai ragione Rick, è proprio per evitare simili "equivoci" che eviterei l'arresto di questo figuro. I magistrati avrebbero infatti anche delle ragioni giuridiche per emettere una simile sentenza per quanto deprecabile possa essere.

Francamente trovo assurdo considerarlo un criminale, è molto più semplicemente un nemico, chiamiamo le cose con il loro nome.

Immagino che a nessuno verrebbe mai in mente di chiedere l'estradizione ai reduci inglesi di El Alamein (per fare un esempio) perchè hanno ucciso dei soldati italiani, erano nostri nemici così come lo sono (anche se facciamo finta di no) i talebani oggi.

I talebani erano al governo in Afghanistan prima dell'intervento della coalizione, rappresentano quindi le forze armate nemiche che stiamo combattendo. Non riconoscere legittimità e sottovalutare il nemico sono ottimi modi per perdere la guerra.

Sarò ripetitivo, ma va trattato semplicemente come un nemico non ha alcun senso inscenare processi farsa come se si trattasse di un crimine qualunque e non di un chiaro evento bellico.

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E no Freenick c'è una differenza non da poco tra i talebani e gli inglesi nel '42: nel deserto combattevamo seguendo norme regolamenti internazionali per cui, per esempio, se venivi catturato, avevi diritto allo status di prigioniero di guerra, non potevi essere ammazzato ecc. ecc. Certo specialmente durante la seconda guerra mondiale non sempre è andata così ma tendenzialmente per chi ha sgarrato ci sono stati i tribunali di norimberga e di tokio.

I talebani non riconoscono nessuna convenzione di ginevra, non sono forze armate e l'unica ragione per cui, forse, non ti sgozzano appena catturato è che sperano di cavare dei soldi dal tuo riscatto

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E no Freenick c'è una differenza non da poco tra i talebani e gli inglesi nel '42: nel deserto combattevamo seguendo norme regolamenti internazionali per cui, per esempio, se venivi catturato, avevi diritto allo status di prigioniero di guerra, non potevi essere ammazzato ecc. ecc. Certo specialmente durante la seconda guerra mondiale non sempre è andata così ma tendenzialmente per chi ha sgarrato ci sono stati i tribunali di norimberga e di tokio.

I talebani non riconoscono nessuna convenzione di ginevra, non sono forze armate e l'unica ragione per cui, forse, non ti sgozzano appena catturato è che sperano di cavare dei soldi dal tuo riscatto

 

Questa è la ragione per cui questa gente nonmerita ne di vivere ne di essere ricordata nela storia!!!!

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