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Aviazione giapponese WWII


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A fine luglio del 1945 i veterani giapponesi erano una specie praticamente estinta. Neppure a bordo di un jet un pilota giapponese senza addestramento adeguato avrebbe potuto fare qualcosa di utile. Perchè altrimenti non c'è alcuna logica in tutte queste considerazioni.

 

I veterani giapponesi in difesa della madrepatria, in netto vantaggio numerico, con velivoli tecnicamente all'altezza o superiori agli F6F, attaccando da quote maggiori, di sorpresa, dei poveri piloti americani bene addestrati ma inesperti...Vengono sbaragliati ! E gli aggrediti si ritirano senza perdite e non terminano la strage solo perchè a corto di carburante...

 

E' evidente una grave carenza di addestramento e tattiche adeguate.

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Certamente non usavano le tattiche di mutuo supporto così tenute in gran considerazione dagli americani, oppure non le usavano quando si precipitavano all'attacco?... mi verrebbe da dire, 'in tipico stile Giapponese'..

e altrettanto certamente c'erano ancora gli ultimi veterani, a questo punto pochissimi e praticamente inutili - questo sì.

 

Il punto da parte mia, per l'importanza che può avere è che troppo sovente (ma anche si adatta per il discorso sulla Luftwaffe degli ultimi periodi della guerra) è un diffuso assioma tra molti appassionati secondo cui, se l'Hellcat o il Corsair vincevano contro il 'George' significa soltanto che il pilota Giapponese non era esperto; o se lo era, si trovava 'cornered' da almeno 10 Americani che facevano la parte del cattivo di turno.

Allora a questo punto si passa ad analizzare le schede tecniche con le caratteristiche e prestazioni degli aerei, e troviamo che il 'Frank' o il 'George' non erano inferiori ai loro nemici; significa anche che erano superiori ? Mica necessariamente, basta compararli.

Ho anche sentito dire da una persona indignata, che era "troppo facile" (?) per un P-47 arrivare giù come un bolide sfruttando picchiate micidiali per "fregare" il Giapponese, senza "degnarsi" di duellare con lui... nel qual caso lo yankee, avrebbe davvero visto le streghe.

 

Lo stesso potrei replicare io, citando la facilità con cui uno Zero girava all'interno di un fazzoletto... forse che il samurai non giocava secondo le proprie regole? Troppi miei conoscenti ragionano in questi termini, anche se oggi non mancano sistemi un pò più robusti per farsi un'idea che sia anche valida.

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in uno dei vari video di interviste ricordo di un pilota di Zero raccontare di come gli americani non combattessero mai 1vs1. Ricordo che disse di essersi stupito molto, dicendo che sui cieli della Cina erano abituati ai combattimenti tra "singoli". Disse anche, se non ricordo male, che secondo lui era un combattimento "sleale", perche non c'è onore nel combattere un nemico in inferiorità numerica.

L'onore... ha sempre fregato i giapponesi e in un modo o nell'altro continuerà a fregarli ancora...

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Si trattava di una mentalità tipica di tutta la popolazione giapponese che negli anni '40 del Novecento non era ancora cambiata da quella sorta di Medioevo, durato più di 20 secoli. E si estendeva, come modo di concepire l'intera vita e le sue situazioni più disparate, anche ai non-militari - i civili, i borghesi del Giappone erano a tutti gli effetti, sotto questo profilo, anch'essi una specie di 'samurai' temprati in un modo di ragionare che un Occidentale non si sarebbe mai sognato, neppure nei suoi incubi più masochistici.

 

Un pilota da caccia del Sol Levante senza più munizioni avrebbe benissimo potuto trovare più che naturale, quasi doveroso speronare il nemico per trascinarlo con sè, anche se non necessariamente quello era un B-29 sofisticatissimo e con a bordo 12 uomini - non mancano reports di cacciatori Americani che narrano del tentativo giapponese di investire l'F4F o il P-51, fracassandolo con lo Zero che non era mica danneggiato. E non lo era nè gravemente nè lievemente, anzi manovrava che era una meraviglia.

 

Il loro concetto di 'onore' era impossibile da comprendere, a certi livelli. Il pilota di Wildcat dei Marines che decollava due-tre volte al giorno da Guadalcanal, semi-demolito dalla malaria e con 50% di probabilità di ammazzarsi mentre partiva (certe piste di decollo in quei luoghi erano specie di paludi schifose..) aveva il senso dell'onore a livelli altissimi, ma non si sarebbe mai maledetto da solo per non aver 'brillato' in combattimento - e meno che mai si sarebbe tuffato in mare con l'aereo per non sopravvivere alla vergogna.

L'aereo era ancora buono per l'indomani... e lui, anche.

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Il loro senso dell'onore per noi incomprensibile è tutt'ora ben radicato nella società giapponese, a partire dae cose importanti per arrivare alle piccole difficoltà di tutti i giorni.

Il fatto è che per loro non esiste un "piano B", si deve fare così Punto. Non hanno mai avuto molta capacità di improvvisazione sia in ambito militare (vedi Midway) sia nella vita quitidiana. Metti un giapponese davanti ad un imprevisto (per esempio un malfunzionamento dei mezzi pubblici)e vedrai che ci metterà più tempo a trovare una soluzione rispetto per esempio a noi italiani che siamo maestri nell'arte dell'arrangiarsi.

Immagino il disonore che un pilota poteva provare tornato alla base e senza più munizioni ma senza aver abbattuto o danneggiato un singolo aereo nemico.

Già Sakai, che non era l'ultimo degli stupidi) veniva fortemente discriminatoe criticato perchè semplicemente un sottufficiale, figurarsi un pilota"nella media".

Sono cose che per noi occidentali per quanto ci sforziamo non riusciremo mai a capire.

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