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Foibe


Valerius

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A 61 anni dalle foibe ancora oggi vi è gente che non riconosce quanto è accaduto.

A causa della forte presenza del PCI, di una volonta di non alterare la suscettibilità di un sanguinoso dittatore come Tito, e per la solita e cronica mancanza di a........... della classe dirigente italiana, in più riprese l'Italia ha visto mutilare la sua integrità nazionale e come non bastasse accusare tutti gli esuli Istriano Dalmati di essere feroci fascisti o quantomeno non fare nulla perchè ciò non accadesse.

20000 morti e 350000 esuli sono i dati della tagedia (Il numero delle vittime è incerto poichè non si è ai fatto un conteggio) causata dalla cieca follia imperialista tittina che nella sua foga di raggiungere l'isonzo (Il confine ideale secondo Tito) non si è fatta scrupoli di eliminare ed costringere all'esodo ceentinaia di migliaia di cittadini italiani.

Storicamente l'istria e la dalmazia appartenevano da sempre all'Italia, gia nei primi anni dell'impero romano Augusto aveva creato la 20 regione italica (Venetia et Istria) dopodiche queste reggioni passarono sotto il controllo della Serenissima, fino al trattato di Campoformio quando Napoleone cedette Venezia all'impero Asburgico.

Da lì iniziarono i problemi, queste reggioni con identità italiana da sempre si mostrarono riottose nei confronti dell'Austria la quale favorì gli slavi quantomeno favorì gli Italiani.

Arrivati alla vittoriosa prima guerra mondiale grazie ai nostri diplomatici ,offesisi di non essere molto considerati abbandonarono per protesta versaie lasciando di fatto mano libera agli alleati che non ebbero remore nello spartirsi il possibile,si dovette alla clamorosa azione di D'annunzio che liberò fiume ed in seguito a questo fatto si tenne la conferenza di rapallo in cui l'italia riuscì ad ottenere ciò che dorebbe essere suo.

Durante il ventennio fascista si asistette ad una italianizzazione dei cognomi slavi ed ad una proibizione dell'uso della lingua non italiana, questo fatto riprovevole venne assunto come la raggione giustificante del genocidio degli Italiani insieme l bombardamento di Belgrado dove fra l'altro non partecipò la regia aereonautica.

Dopo l'otto settembre 43 iniziarono a più riprese le pulizie etniche fino al 47 limitate nei limiti del possibile dalla X mas e dai carabinieri a cui misero i bastoni fra le ruote i tedeschi ( che favorirono un immigrazione slava in istria) gli inglesi ed il PCI di Palmiro Togliatti. Infine si giunse al trattato di Parigi in cui Francesi ed Inglesi più l'unione sovietica obbligarono l'italia a cedere l'istria e la dalmazia.

Ultimo trattato quello di Osimo in cui per non alterare Tito e anche per la forza del PCI si decise di cedere anche l'ultima zona che si poteva mantenere( la provincia di trieste).

 

Per tutto ciò invito il 10 febbraio a ricordare le vittime e gli esuli istriano-dalmati.

Modificato da Valerius
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Partecipanti più attivi

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Non bisogna assolutamente dimenticare i nostri cari connaznionali morti nelle foibe. il fatto è che nessuno ha ancora chiesto scusa alle famiglie delle vittime!!!!! Bisogna prendersi le proprie responsabilità per ciò che è avvenuto!!!!

 

 

 

 

Inoltre vi cheido:

 

Come mai si ricordano molto gli stermini nazzisti, titiani ma quello che è successo nei gulag russi non viene ricordato???

quei morti sono percaso di seconda classe???? :furioso: :furioso: :furioso:

 

Forse è una realtà troppo scomoda per la madre Russia ma bisogna guardare in faccia alla realtà!!!!!!

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Finalmente dopo decenni di silenzio si possono ricordare i martiri delle foibe e degli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia!!!

Una pagina bruttisima della storia Italiana che non va assolutamente dimenticata!!!

 

FOIBE

 

 

Probabilmente a molti la parola FOIBA non dice nulla, così come Basovizza e Opicina sono luoghi sconosciuti ai più, forse vi suonano meglio Dachau, Buschenvald, oppure Auschwitz e Birkenau. Già forse questi nomi vi dicono qualcosa, ma quella parola (foibe), quei luoghi rappresentano una delle pagine più tristi e drammatiche della storia d'Italia.

Le foibe non sono solo delle profondissime voragini che si aprono sui monti del Carso, ma anche delle inguaribili ferite nella memoria e nella coscienza di molti italiani. In quei luoghi tra il 1943 ed il 1945 furono gettati migliaia di corpi: di uomini e donne, di civili e non, martoriati e seviziati dai partigiani comunisti agli ordini del maresciallo Tito con la preziosa collaborazione dei partigiani italiani, rei di essersi macchiati del sangue di fratelli. In Italia per cinquant'anni si è volutamente e vergognosamente taciuto su questi fatti. Si è taciuto sulle liste di proscrizione che i titini portarono con loro quando, nel 1943 e nel 1945, invasero Trieste e la Venezia Giulia; si è taciuto sulle migliaia di persone che scomparirono da quei luoghi deportati nei campi di concentramento di Borovnica, Maribor, Aidussina ed altre località della allora Jugoslavia. Da quei lager molti non tornarono mai indietro. Neppure le spoglie fecero ritorno, gettate nelle foibe dopo terrificanti esecuzioni di massa; talvolta persone ancora vive, dopo essere scampate ai mitra, venivano trascinate nel baratro dai corpi dei morti ai quali erano legati con filo di ferro. Si è taciuto sull'immane esodo di 350.000 italiani costretti a scappare dalle proprie case, dalla propria cultura, dalla propria terra e dalla propria storia dopo che, nel 1947, Fiume, l'Istria e la Dalmazia furono cedute alla Jugoslavia.

L'eccidio sistematico di nostri connazionali in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia è lontanamente inimmaginabile, non solo per la rozzezza e l'inumanità delle esecuzioni (un uomo fu lapidato con le stesse pietre che era stato costretto a trasportare, quindi decapitato per impossessarsi dei suoi due denti d'oro e infine la sua testa venne usata per giocare a pallone), ma per il program di 350.000 italiani che dovettero abbandonare per sempre la loro terra e le loro case e per le omissioni e le bugie stese come un velo gelido su tutta la vicenda. Non sempre le vittime erano fascisti, anzi ce ne erano pochi perché la logica dell'eccidio non era quella della lotta politica. Il disegno di genocidio fu condotto senza distinzioni politiche ed economiche, o di sesso ed età. Furono infoibiati fascisti ed anti-fascisti (anche partigiani), cristiani ed ebrei, industriali, dipendenti privati, ma anche agricoltori, pescatori, donne, anziani, bambini, e soprattutto i servitori dello Stato (carabinieri, poliziotti, etc…). Tutte azioni programmate che dovevano far sparire le tracce e i ricordi dell'italianità di quei territori. I sopravvissuti ed i parenti delle vittime aspettano ancora giustizia. La stessa Italia attende ancora che sia scritto questo capitolo della sua storia; la pulizia etnica subita dalla comunità italiana è un fatto vergognoso, ma ancora più vergognosa è la viltà e la malafede con cui alcuni storici ed alcuni uomini politici hanno tentato di offuscare la memoria storica di quanto successo cinquant'anni fa. Ancora oggi la comunità italiana di quelle terre subisce continue discriminazioni nella totale indifferenza del governo italiano che garantisce più diritti a croati e sloveni in Italia di quanti non ne pretenda da Slovenia e Croazia nei confronti della minoranza italiana. A scuola non troverete nei libri di storia quest'argomento, poiché rappresenta un aspetto scandaloso e sconcertante della "intoccabile Resistenza" . La ragione risiede, ovviamente, nei cinquant'anni del dopoguerra, quando la cultura è stata solo quella dell'antifascismo facilmente traducibile in propaganda di sinistra.

Le vittime italiane dei lager di Tito.

- Nel '43 le prime stragi in Istria;

- Nel '45 il secondo atto: le foibe. Con un gran finale: la deportazione e l'uccisione di migliaia di nostri connazionali.

Così il maresciallo comunista voleva ripulire la Venezia Giulia e la Dalmazia. Roma sapeva, ma ha sempre preferito tacere per non rompere con Belgrado. "Il Borghese" ha scoperto un documento segreto della Marina Militare.

Premessa

- Giuseppe Spano aveva 24 anni e molta fame. In poco più di un mese aveva perso oltre 20 chili ed era diventato pelle e ossa. Quel 14 giugno 1945 non resistette e rubò un po' di burro. Fu fucilato al petto per furto.

- Ferdinando Ricchetti aveva 25 anni ed era pallido, emaciato. Il 15 giugno 1945 si avvicinò al reticolato per raccogliere qualche ciuffo d'erba da inghiottire. Fu fucilato al petto per tentata fuga.

- Pietro Fazzeri aveva 22 anni e la sua fame era pari a quella di centinaia di altri compagni. Ma aveva paura di rubare e terrore di avvicinarsi al reticolato. Il 15 luglio 1945 morì per deperimento organico.

In quale campo della morte sono state scritte queste storie? A Dachau, a Buchenvald oppure a Treblinka? No, siamo fuori strada:

questo è uno dei lager di Tito.

Borovnica, Skofja Loka, Osseh. E ancora Stara Gradiska, Siska, e poi Goh Otok, l'Isola Calva. Pochi conoscono il significato di questi nomi. Dachau e Buchenvald sono certamente più noti, eppure sono la stessa cosa.Solo che i primi erano in Jugoslavia e gli internati erano migliaia di italiani, deportati dalla Venezia Giulia alla fine del secondo conflitto mondiale e negli anni successivi, a guerra finita, durante l'occupazione titina.

Manca il cibo ma abbondano le frustate.

"Le condizioni fisiche degli ex internati", premette il rapporto, "costituiscono una prova evidente delle condizioni di vita nei campi iugoslavi ove sono ancora rinchiusi numerosi italiani, molti dei quali possono rimproverarsi solamente di aver militato nelle fila dei partigiani di Tito in fraterna collaborazione con i loro odierni aguzzini..." Nel rapporto del carabiniere Damiano Scocca, 24 anni, preso dai titini il 1° maggio 1945, si può leggere quanto segue: " il vitto era pessimo e insufficiente e consisteva in due pasti al giorno composti da due mestoli di acqua calda con poca verdura secca bollita (...) A Borovnica non si faceva economia di bastonate; durante il lavoro sul ponte ferroviario nelle vicinanze del campo chi non aveva la forza di continuare a lavorare vi veniva costretto con frustate...".

"...Durante tali lavori", afferma il finanziere Roberto Gribaldo, in servizio alla Legione di Trieste e "prelevato" il 2 maggio, "capitava sovente che qualche compagno in seguito alla grande debolezza cadesse a terra e allora si vedevano scene che ci facevano piangere. lì guardiano, invece di permettere al compagno caduto di riposarsi, gli somministrava ancora delle bastonate e tante volte di ritorno al campo gli faceva anche saltare quella specie di rancio".

Le mire di Tito sul finire del conflitto sono molto chiare: ripulire le zone conquistate dalla presenza italiana e costituire la settima repubblica jugoslava annettendosi la Venezia Giulia e il Friuli orientale fino al fiume Tagliamento.

Antonio Garbin, classe 1918, é soldato di sanità a Skilokastro, in Grecia. L'8 settembre 1943 viene internato dai tedeschi e attende la "liberazione" da parte delle truppe jugoslave a Velika Gorica. Ma si accorge presto di essere nuovamente prigioniero. "Eravamo circa in 250. Incolonnati e scortati da sentinelle armate che ci portarono a Lubiana dove, dicevano, una Commissione apposita avrebbe provveduto per il rimpatrio a mezzo ferrovia. Giunti a Lubiana ci avvertirono che la commissione si era spostata...". I prigionieri inseguono la fantomatica commissione marciando di città in città fino a Belgrado.

Prigionieri uccisi perché incapaci di rialzarsi.

"In 20 giorni circa avevamo coperto una distanza di circa 500 chilometri, sempre a piedi", racconta ancora Garbin ai Servizi speciali della Marina italiana. "La marcia fu dura, estenuante e per molti mortale. Durante tutto il periodo non ci fu mai distribuita alcuna razione di viveri. Ciascuno doveva provvedere per conto proprio, chiedendo un pezzo di pane ai contadini che si incontravano... Durante la marcia vidi personalmente uccidere tre prigionieri italiani, svenuti e incapaci di rialzarsi. I morti però sono stati molti di più... Ci internarono nel campo di concentramento di Osseh (vicino Belgrado, ndr). Avevamo già raggiunto la cifra di 5 mila fra italiani, circa un migliaio, tedeschi, polacchi, croati...".

Chi appoggia Tito nel perseguire il suo obiettivo di egemonia sulla Venezia Giulia? Naturalmente il leader del Pci Palmiro Togliatti, che il 30 aprile 1945, quando i partigiani titini sono alle porte di Trieste, firma un manifesto fatto affiggere nel capoluogo giuliano: "Lavoratori di Trieste, il vostro dovere è accogliere le truppe di Tito come liberatrici e di collaborare con loro nel modo più assoluto".

A confermare che la pulizia etnica é continuata anche a guerra finita sono le affermazioni di Milovan Gilas, segretario della Lega comunista jugoslava, che, in un'intervista di sei anni fa a un settimanale italiano, ammette senza giri di parole: "Nel 1946 io ed Edvard Kardelj andammo in Istria a organizzare la propaganda anti-italiana... bisognava indurre gli italiani ad andare via con pressioni di ogni tipo. Cosi fu fatto".

Skofja Loka, l'ospedale chiamato "cimitero".

E nei campi di concentramento finiscono anche i civili, come Giacomo Ungaro , prelevato dai titini a Trieste il 10 maggio 1945. "Un certo Raso che attualmente trovasi al campo di Borovnica", è la dichiarazione di Ungaro, "per aver mandato fuori un biglietto è stato torturato per un'intera nottata; è stato poi costretto a leccare il sangue che perdeva dalla bocca e dal naso; gli hanno bruciacchiato il viso e il petto così che aveva tutto il corpo bluastro. Sigari accesi ci venivano messi in bocca e ci costringevano ad ingoiarli".

I deperimenti organici, la dissenteria, le infezioni diventano presto compagni inseparabili dei prigionieri. "...Fui trasferito all'ospedale di Skotja Loka. Ero in gravissime condizioni", è il lucido resoconto del soldato di sanità Alberto Guarnaschelli , "ma dovetti fare egualmente a piedi i tre chilometri che separano la stazione ferroviaria dall'ospedale. Eravamo 150, ammassati uno accanto all'altro, senza pagliericcio, senza coperte. Nella stanza ve ne potevano stare, con una certa comodità, 60 o 70. Dalla stanza non si poteva uscire neppure per fare i bisogni corporali. A tale scopo vi era un recipiente di cui tutti si dovevano servire. Eravamo affetti da diarrea, con porte e finestre chiuse. Ogni notte ne morivano due, tre, quattro. Ricordo che nella mia stanza in tre giorni ne morirono 25. Morivano e nessuno se ne accorgeva...".

"Non dimenticherò mali maltrattamenti subiti", è la testimonianza del soldato Giuseppe Fino , 31 anni, deportato a Borovnica ai primi di giugno 1945, "le scudisciate attraverso le costole perché sfinito dalla debolezza non ce la facevo a lavorare. Ricorderò sempre con orrore le punizioni al palo e le grida di quei poveri disgraziati che dovevano stare un'ora o anche due legati e sospesi da terra; ricorderò sempre con raccapriccio le fucilazioni di molti prigionieri, per mancanze da nulla, fatte la mattina davanti a tutti...".

"Le fucilazioni avvenivano anche per motivi futili...", scrive il rapporto segreto riportando il racconto dei soldati Giancarlo Bozzarini ed Enrico Radrizzali , entrambi catturati a Trieste il 1° maggio 1945 e poi internati a Borovnica.

Per ore legati ad un palo con il filo di ferro.

«La tortura al palo consisteva nell'essere legato con filo di ferro ad ambedue le braccia dietro la schiena e restare sospeso a un'altezza di 50 cm da terra, per delle ore. Un genovese per fame rubò del cibo a un compagno, fu legato al palo per più di tre ore. Levato da quella posizione non fu più in grado di muovere le braccia giacché, oltre ad avere le braccia nere come il carbone, il filo di ferro gli era entrato nelle carni fino all'osso causandogli un'infezione. Senza cura per tre giorni le carni cominciarono a dar segni di evidente materia e quindi putrefazione. Fu portato a una specie di ospedale e precisamente a Skoija Loka. Ma ormai non c'era più niente da fare, nel braccio destro già pul¬lulavano i vermi... Al campo questo ospedale veniva denominato il Cimitero...»

Nel lager di Borovnica furono internati circa 3 mila italiani, meno di mille faranno ritorno a casa. A questi ultimi i soldati di Tito imposero di firmare una dichiarazione attestante il «buon trattamento» ricevuto. «I prigionieri (liberati, ndr) venivano diffidati a non parlare», racconta ancora Giacomo Ungaro, liberato nell'agosto 1945 «e a non denunziare le guardie agli Alleati perché in tal caso quelli che rimanevano al campo avrebbero scontato per gli altri».

I principali sistemi di tortura.

Per conoscere gli orrori di un campo di concentramento titino è opportuno riassumere i vari tipi di punizione, come emergono dai racconti dei sopravvissuti. La prima è la fucilazione decretata per la tentata fuga o per altri fatti ritenuti gravi da chi comanda il campo, il quale commina pena sommarie. Spesso il solo avvicinarsi al reticolato viene considerato un tentativo d'evasione. L'esecuzione avviene al mattino, di fronte a tutti gli internati.

C'è poi il "palo" che è un'asta verticale con una sbarra fissata in croce: ai prigionieri vengono legate le braccia con un fil di ferro alla sbarra in modo da non toccare terra con i piedi. Perdono così l'uso degli arti superiori per un lungo tempo se la punizione non dura troppo a lungo. Altrimenti per sempre.

Altra pena è il "triangolo" che consiste in tre legni legati assieme al suolo a formare la figura geometrica al centro della quale il prigioniero è obbligato a stare ritto sull'attenti pungolato dalle guardie finché non sviene per lo sfinimento.

Infine, c'è la "fossa ", una punizione forse meno violenta ma sempre terribile, che consiste in una stretta buca scavata nel terreno dell'esatta misura di un uomo. Il condannato, che vi deve rimanere per almeno mezza giornata, non ha la possibilità né di piegarsi né di fare alcun movimento.

>su

TUTTE LE FOIBE

Foiba di Basovizza e Monrupino - Oggi monurnenti nazionali. Diverse centinaia sono gli infoibati in esse precipitati. Sul massacro di Basovizza il giornale "Libera Stampa" in data 1.08.1945 pubblicava un articolo dal titolo: "Il massacro di Basovizza confermato dal Cln giuliano. Piena luce sia fatta in nome della civiltà. Una dettagliata documentazione trasmessa alle autorità alleate della zona ed al Governo italiano".L'articolo riportava un documento sottoscritto da tutti i componenti del Cln e di quelli dell'Ente costitutivo autonomia giuliana, che così denunciava i crimini ac- caduti a Trieste tra fl 2 ed il 5 maggio: "Centinaia di cittadini vennero trasportati nel cosiddetto "Pozzo della Miniera" in località prossima a Basovizza e fatti precipitare nell'abisso profondo duecentoquaranta metri. Su questi disgraziati vennero in seguito lanciate le salme di circa centoventi soldati tedeschi uccisi nei combattimenti dei giorni precedenti e le carogne putrefatte di alcuni cavalli. Al fine di identificare le salme delle vittime e rendere possibile la loro sepoltura abbiamo chiesto consiglio agli esperti che hanno collaborato, a suo tempo, al recupero delle salme nelle Foibe istriane.L'attrezzatura a disposizione dei nostri esperti non è sufficiente data l'eccezionale profondità del pozzo, il numero delle salme e lo stato di putrefazione delle stesse ......Davanti alle accuse che vengono fatte da alcuni organi di stampa, di uccisioni indiscriminate, che avrebbero interessato anche esponenti antifascisti, il giornale "Primorski Dnevník" in data 5.08.1945, smentendo l'uccisione di patrioti italiani, ammette l'infoibamento di italiani a Basovizza e particolarmente di poliziotti e finanzieri.Cosi scrive: "... Questa nuova Jugoslavia del maresciallo Tito, che per il numero delle vittime, per la vittoria comune occupa senza dubbio il secondo posto ,dopo l'Unione sovietica e che è rispettata ed onorata dalla popolazione slovena, croata e italiana di questa regione, non è possibile che abbia oltre alla Guardia di frontiera fascista, ai poliziotti, gettato nelle Foibe anche i combattenti che hanno combattuto da fratelli per la nuova Jugoslavia e dieci soldati neozelandesi...."E, proseguendo,con la definizione cinica dell'alibi che ancora oggi alcuni storici sloveni e croati sottolineano, giunge a dire: "... sulla terra che ha sofferto per venticinque anni il terrore snazionaliz-zatore italo-fascista si è combattuto per anni contro i nazi-fascisti assieme ad onesti italiani ed antifascisti non è questa la prima e nemmeno l'unica grotta dove si polverizzano le ossa dei criminali italiani e tedeschi e di quelli che si sono opposti..."Tra i responsabili degli infoibamenti a Basovizza può essere indicata la Banda Zoll-Steffè che presso le carceri triestine dei Gesuiti imperversò sotto la denominazione della Guardia del popolo.

Abisso di Semich - " ... Un'ispezione del 1944 accertò che i partigiani di Tito, nel settembre precedente, avevano precipitato nell'abisso di Semich (presso Lanischie), profondo 190 metri, un centinaio di sventurati: soldati italiani e civili, uomini e donne, quasi tutti prima seviziati e ancor vivi. Impossibile sapere il numero di quelli che furono gettati a guerra finita, durante l'orrendo 1945 e dopo. Questa è stata una delle tante Foibe carsiche trovate adatte, con approvazione dei superiori, dai cosiddetti tribunali popolari, per consumare varie nefandezze. La Foiba ingoiò indistintamente chiunque avesse sentimenti italiani, avesse sostenuto cariche o fosse semplicemente oggetto di sospetti e di rancori. Per giorni e giorni la gente aveva sentito urla strazianti provenire dall'abisso, le grida dei rimasti in vita, sia perché trattenuti dagli spuntoni di roccia, sia perché resi folli dalla disperazione. Prolungavano l'atroce agonia con sollievo dell'acqua stillante. il prato conservò per mesi le impronte degli autocarri arrivati qua, grevi del loro carico umano, imbarcato senza ritorno..." (Testimonianza di Mons. Parentin - da La Voce Giuliana del 16.12.1980).

Foiba di Podubbo - Non è stato possibile, per difficoltà, il recupero. Il Piccolo del 5.12.1945 riferisce che coloro che si sono calati nella profondità di 190 metri, hanno individuato cinque corpi - tra cui quello di una donna completamente nuda - non identificabili a causa della decomposizione.

Foiba di Scadaicina - sulla strada di Fiume.

Foiba di Drenchia - Secondo Diego De Castro vi sarebbero cadaveri di donne, ragazzi e partigiani dell'Osoppo.

Foibe di Opicina , di Campagna e di Corgnale - " ... Vennero infoibate circa duecento persone e tra queste figurano una donna ed un bambino, rei di essere moglie e figlio di un carabiniere..." (G. Holzer 1946).

Foibe di Sesana e Orle -Nel 1946 sono stati recuperati corpi infoibati.

Foiba di Casserova -Sulla strada di Fiume, tra Obrovo e Golazzo. Ci sono stati precipitati tedeschi, uomini e donne italiani, sloveni, molti ancora vivi, poi dopo aver gettato benzina e bombe a mano, l'imboccatura veniva fatta saltare. Difficilissirni i recuperi.

Abisso di Semez -Il 7 maggio 1944 vengono individuati resti umani corrispondenti a ottanta - cento persone. Nel 1945 fu ancora "usato".

Foiba di Gropada -Sono recuperate cinque salme."... Il 12 maggio 1945 furono fatte precipitare nel bosco di Gropada trentaquattro persone, previa svestizione e colpo di rivoltella "alla nuca". Tra le ultime: Dora Ciok, Rodolfo Zuliani, Alberto Marega, Angelo Bisazzi, Luigi Zerial e Domenico Mari..."

Foiba di Villa Orìzi -Nel mese di maggio del 1945, gli abitanti del circondario videro lunghe file di prigionieri, alcuni dei quali recitavano il Padre Nostro,scortati da partigiani armati di mitra, essere condotte verso la voragine. Le testimonianze sono concordi nell'indicare in circa duecento i prigionieri eliminati.

Foiba di Cernovizza (Pisino) -Secondo voci degli abitanti del circondario le vittime sarebbero un centinaio. L'imboccatura della Foiba, nell'autunno del 1945, è stata fatta franare.

Foiba di Obrovo (Fiume) -E' luogo di sepoltura di tanti fiumani, deportati senza ritorno.

Foiba di Raspo -Usata come luogo di genocidio di italiani sia nel 1943 che nel 1945. Imprecisato il numero delle vittirne.

Foiba di Brestovizza -Così narra la vicenda di una infoibata il "Giornale di Trieste in data 14.08.1947. "... Gli assassini l'avevano brutalmente malmenata, spezzandole le braccia prima di scaraventarla viva nella Foiba. Per tre giorni, dicono i contadini, si sono sentite le urla della misera che giaceva ferita, in preda al terrore, sul fondo della grotta..".

Foiba di Zavni (Foresta di Tarnova) -Luogo di martirio dei carabinieri di Gorizia e di altre centinaia di sloveni oppositori del regime di Tito.

Foiba di Gargaro o Podgomila (Gorizia) -A due chilometri a nord-ovest di Gargaro, ad una curva sulla strada vi è la scorciatoia per la frazione di Bjstej. A una trentina di metri sulla destra della scorciatoia vi è una Foiba. Vi furono gettate circa ottanta persone.

Foiba di Vines -Recuperate dal Maresciallo Harzarich dal 16.10.1943 al 25.10.1943 cinquantuno salme riconosciute. In questa Foiba, sul cui fondo scorre dell'acqua, gli assassinati dopo essere stati torturati, furono precipitati con una pietra legata con un filo di ferro alle mani. Furono poi lanciate delle bombe a mano nell'interno. Unico superstite, Antonio Radeticchio, ha raccontato il fatto.

Cava di Bauxite di Gallignana - Recuperate dal 31 novembre 1943 all'8 dicembre 1943 ventitre salme di cui sei riconosciute.

Foiba di Terli -Recuperate nel novembre del 1943 ventiquattro salme, riconosciute.

Foiba di Treghelizza -Recuperate nel novembre del 1943 due salme, riconosciute.

Foiba di Pucicchi - Recuperate nel novembre del 1943 undici salme di cui quattro riconosciute.

Foiba di Surani - Recuperate nel novembre del 1943 ventisei salme di cui ventuno riconosciute.

Foiba di Cregli -Recuperate nel dicembre del 1943 otto salme, riconosciute.

Foiba di Cernizza -Recuperate nel dicembre del 1943 due salme, riconosciute.

Foiba di Vescovado -Scoperte sei salme di cui una identificata.

Altre foibe da cui non fu possibile eseguire recupero nel periodo 1943 - 1945:

Foiba di Cocevie a 70 chilometri a sud-ovest da Lubiana

Foiba Bertarelli (Pinguente) - Qui gli abitanti vedevano ogni sera passare colonne di prigionieri ma non ne vedevano mai il ritorno.

Foiba di Odolina - Vicino Bacia, sulla strada per Matteria, nel fondo dei Marenzi.

Foiba di Beca - Nei pressi di Cosina.

Foibe di Castelnuovo d'Istria - "Sono state poi riadoperate - continua il rapporto del Cln - le foibe istriane, già usate nell'ottobre del 1943".

Foiba di San Salvaro

Foiba di Gropada

Foiba di San Lorenzo di Basovizza

Cava di bauxite di Lindaro

Foiba di Sepec (Rozzo)

Capodistria

Semi

Jurani

Gimino

Barbana

Abisso Bertarelli

Rozzo

Iadruichi

Tutto questo orrore, i partigiani , lo fecero con il silenzio e la collaborazione dei comunisti italiani (quelli che vedete onorare nei libri di storia -scritti da altri comunisti- e sfilare il 25 aprile). Oggi 6500 di questi assassini non solo vivono liberi in Slovenia e Croazia, ma addirittura percepiscono pensioni italiane.

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Non bisogna assolutamente dimenticare i nostri cari connaznionali morti nelle foibe. il fatto è che nessuno ha ancora chiesto scusa alle famiglie delle vittime!!!!! Bisogna prendersi le proprie responsabilità per ciò che è avvenuto!!!!

Inoltre vi cheido:

 

Come mai si ricordano molto gli stermini nazzisti, titiani ma quello che è successo nei gulag russi non viene ricordato???

quei morti sono percaso di seconda classe???? :furioso: :furioso: :furioso:

 

Forse è una realtà troppo scomoda per la madre Russia ma bisogna guardare in faccia alla realtà!!!!!!

Quoto al 100%!

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le foibe sono un episodio TRAGICO della nostra storia e nulla può giustificarle

ma c'è il però....

non iniziamo a dire che si ricorda troppo l'olocausto

L'OLOCAUSTO non VA DIMENTICATO!

però senza dubbio è GIUSTISSIMO E IMPORTANTISSIMO parlare anche delle foibe e dei gulag dato che spesso ce se ne dimentica.....per fare vedere fin dove arriva la cattiveria umana

io sono sempre dell'idea che qui le ideologie non c'entrano......erano criminali...che si vestissero di rosso o di nero erano comunque uguali fra di loro

per quanto riguarda il partigiani non facciamo di tutta l'erba un fascio:

i criminali sono dappertutto, quella era una guerra, non c'erano i buoni contro i cattivi........era la guerra!!!

quindi non infanghiamo la resistenza per colpa di un centinaio di assassini che poco hanno di diverso dai nazisti

avrei da ridire altre due o tre cose ma per rispetto dei morti non voglio aprire una discussione

Modificato da Reggiane
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Tra l'altro mi è molto piaciuto l'intervento del presidente Napolitano dell'anno scorso ( e su cui è tornato quest'anno) in ricordo della tragedia, sopratutto considerata la sua provenienza politica :adorazione:

Veramente, considerata la sua provenienza politica, avrebbe dovuto avere il buon gusto di non affrontare proprio l'argomento: a mio avviso, vista l'immensità della tragedia, non ci si puo', a posteriori, dopo più di 60 anni, scusare o prendere le distanze, si è solo colpevoli di esserne stati politicamente, direttamente o anche indirettamente, complici!

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Il numero delle vittime è incerto poichè non si è ai fatto un conteggio)

ci fu il conteggio,ma e impreciso il numero anche perche molte foibe,dopo le granate gewttate dai titini furono inaccessibili ,e anche non venivano solo gettati nelle foibe ma anche in mare..pietra,corda e via

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Veramente, considerata la sua provenienza politica, avrebbe dovuto avere il buon gusto di non affrontare proprio l'argomento: a mio avviso, vista l'immensità della tragedia, non ci si puo', a posteriori, dopo più di 60 anni, scusare o prendere le distanze, si è solo colpevoli di esserne stati politicamente, direttamente o anche indirettamente, complici!

 

Picpus, ma ti pare che il Presidente della Repubblica possa sorvolare su un argomento così importante e sentito per la storia del paese ?

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Vittorio per quanto il piu delle volte non condivido l'idea di picpus (purtroppo è troppo filofrancese il ragazzo) in questo sono pienamente d'accordo. Perche quando era membro del PCI non ha mai detto niente? Perche quando è statoministro degliinterni non ha mai detto niente? Beh sveglairsi dopo 60 anni e dire è stato sbaglaito è troppo comodo. Vedrai che tra un po il caro giorgetto dira ceh era sbaglaita pure l'invasione del urss a praga, pero a quei tempi lui diceva che era giusta.

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Vabbè, quello che dichiarava Napolitano anni fa io sinceramente non lo so, però è plausibile che un persona cambi idea nel corso degli anni ...

 

Per esempio Fini si è rimangiato certe sue affermazioni sul Duce

C'è una bella differenza: Fini, per l'età che ha, non è stato protagonista di persona dell'esperienza fascista, Napolitano, invece, è stato sempre uno dei massimi dirigenti del PCI!

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Quando a 16/17 anni a scuola, parlavo di foibe, venivo sempre zittito dai prof in quanto il fatto non aveva nessun riscontro storico...io posso anche capire che la storia la fanno i vincitori, ma non accetto che uno stato impieghi 60 anni nel riconoscere un crimine perpretato contro il suo stesso popolo, ma una delle cose più scandalose, è che alcuni di questi infoibatori partigiani titini, percepiscono la pensione dallo stato italiano.

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  • 1 mese dopo...

Sopratutto per il fatto che, 650000 persone sono morte e altre milioni ci hanno buttato il sangue nella 1GM per conquistare quelle regioni italiane.

Senza dimenticare lo schifo fatto in quelle terre ma, spero che sia superfluo come appunto e che tutti ne abbiano coscenza.

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Uhmmm argomento molto interessante e poco conosciuto ancora oggi.

Lasciamo perdere gli sviluppi storici secolari di Istria e Dalmazia se no si rischia di ridisegnare e di rivendicare molti di quei confini d'Europa che sono, almeno per quel che riguarda i paesi UE, ormai assodati e riconosciuti. L'attuale Kalingrad, l'enclave russa sul baltico tra Polonia e Lituania, altro non è che l'antica Konigsberg, antica capitale della Prussia orientale, città natale di Kant, e sappiamo come dopo la prima guerra mondiale furono proprio dei cambiamenti territoriali a tavolino che, penalizzando l'Impero tedesco, permisero ad Hitler, insieme ad altre ragioni, di trovare favore per la sua lotta alla riconquista della grande Germania. Lasciamo perdere questo se no non se ne esce più.

Non m'interessa nemmeno fare pericolosi paragoni tra olocausto ebraico e foibe, sono fenomeni completamente diversi sia nei numeri sia nell'ideologia che li guidava. Sul perchè se ne parli di meno (così come dei morti nei gulag sovietici) mi vien da pensare, e lo dico assolutamente senza spirito antisemita, che culturalmente, economicamente e socialmente gli ebrei contano e contassero di più (nei campi nazisti morirono anche omosessuali, testimoni di Geova, rom, ma non se ne parla poi molto) nell'indirizzare l'attenzione dei media, dei governi e dell'opinione pubblica di conseguenza.

Il silenzio sulle foibe poi è stato già in parte spiegato dagli interventi precedenti, dalla situazione e dagli equilibri post seconda guerra mondiale sia interni che esterni. D'altronde per ragioni di convenienza politica e di mantenimento di buoni rapporti con la Jugoslavia di Tito fu la gran parte della classe politica italiana a essere silente riguardo questa tragedia e a sminuirla. Non è una giustificazione ma bisogna sempre contestualizzare nel periodo storico le azioni dei diversi attori istituzionali.

 

Guardiamo alla tragedia perpetrata a molti italiani dai comunisti e ricordiamoli, è l'unica cosa fattibile e sensata.

Modificato da Montgomery
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siamo alle solite sono meglio di paolo attivissimo a smascherare bufale ormai grazie all'allenamento intensivo che subisco dai peracottari (in senso buono ovviamente) del forum

 

delle foibe non si parla mai e vedo solo ultimamente che si ricomincia a parlarne

 

perchè non se ne parlo?

al di la delle solite fantasie sui comunisti che esistono e tutt'ora ci tenevano nell'ignoranza poichè dovete sapere che ci sono ancora e che comandano le scuole e l'istruzione ecc...

passiamo alle cose serie

 

La vicenda delle foibe nel dopoguerra è stata a lungo trascurata per i convergenti interessi di governo e opposizione di sinistra a mantenere buoni rapporti con la Jugoslavia.[7] Invece da altre posizioni politiche si è provveduto a sostenere le ragioni delle vittime, sia pure a volte in modo spregiudicato, esagerando il numero delle vittime a scopo propagandistico oltre che denunciando le stragi e il conseguente esodo come pulizia etnica e genocidio di cittadini, bambini compresi, che avevano la sola colpa di essere italiani.[8]

wikipedia.it

 

la storia delle foibe porta ad un'altra storia imbarazzante e piuttosto riservata nel dopo guerra italiano che secondo me è la causa del silenzio.

 

Nell'italia del dopo guerra il comunismo è popolarissimo, ad un passo dal controllo del paese.

gli alleati non lo possono permettere quindi permettono che l'italia sia l'unico paese coinvolto nella guerra che non consegni i criminali di guerra alle nazioni dove hanno commesso i delitti.

Se all'Etiopia consegni Badoglio, alla jugoslavia di Tito quelle 3000 persone che vuole per i campi di concentramento ITALIANI e relativi eccidi ecc... in pochi possono impedire l'ascesa al potere del neonato PCI

DI quei criminali alcuni saranno ministri fino agli anni 60'

 

quindi gli anglo americani temporeggiano non consegnando i criminali di guerra italiani

il primo governo italiano nato dopo il ritiro degli anglo americani boccia la richiesta di estradizione

 

dopo se si sarebbe parlato, spiegato,delle foibe gli slavi avrebbero tirato fuori la loro lista con gli italiani da ricercare ecc...

E il popolo italiano avrebbe chiesto spiegazioni...

 

é difficile da capire ma ricapitolando si è taciuto delle foibe per non parlare dei criminali di guerra

si è stati zitti per 40 anni per non tocccare argomenti imbarazzanti

 

Il PCI si ha guadagnato perchè la maggior parte degli eccidi delle foibe erano a opera di milizie comuniste

i governi democristiani salvarono la faccia

 

la storia dei criminali di guerra italiani pochi la conoscono

 

EDIT

integrazioni

nel 1946 tito chiese nuovamente i prigionieri di guerra italiani con la promessa di cedere i criminali di guerra jugoslavi che voleva l'italia.

Il governo rifiuto

 

Se ci pensate in parte la cosa è attuale in quanto appena Napolitano, ottimo presidente della repubblica, ne parlo successe un casino diplomatico in quanto i croati vogliono continuare a fare le vittime degli italiani e non accettare che ambo le parti si macchio di egual misura di gravissimi crimini

Modificato da Leviathan
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apparte che non l'ho preso da nessuna parte in quanto è frutto di una mia vecchia tesi e di un documentario disponibile su History channel e non ci sono attacchi agli USA.

 

cosi andarono le cose non c'è altra spiegazione, ho letto di tutto prima del mio intervento indi comprese paranoie sui comunisti

 

A quando la camicia di forza?

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  • 1 mese dopo...

Vero che non regalavamo caramelle ma non li buttavamo neanche nelle foibe. Non mi pare (e se mi sbaglio correggimi) che abbiamo massacrato migliaia di croati e ne abbiamo cacciati 300.000 dalle loro casa

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Vero che non regalavamo caramelle ma non li buttavamo neanche nelle foibe. Non mi pare (e se mi sbaglio correggimi) che abbiamo massacrato migliaia di croati e ne abbiamo cacciati 300.000 dalle loro casa

 

REPETITA IUBANT

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