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Eurispes: solo il 38,2% delle famiglie arriva alla fine del mese!


picpus

Messaggi raccomandati

Il link ad una indagine della EURISPES, sullo stato disastroso delle finanze delle famiglie italiane:

 

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id...z=HOME_INITALIA

 

Sono bastati 20 mesi di governo Prodi, per portare gli italiani sul lastrico!

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Faccio solo notare che, a parte poche eccezioni, in tutta Europa le famiglie hanno difficoltà ad arrivare a fine mese.

 

Io ho una zia in Belgio e sono mezzo greco e posso confermarvi che in questi due paesi stanno messi molto peggio che da noi.

 

Non è questione di dare colpe o solo a CDX o solo a CSX, è stato l'intero Panorama Politico europeo a fallire miseramente ai tempi del cambio di valuta, dove non sono stati effettuati i controlli sugli "arrotondamenti" e dove nessuno si è sognato di cambiare correttamente i valori dalle vecchie monete all'Euro (tranne che per gli stipendi, ovviamente). Quindi l'inflazione è stata gonfiata per cause esterne all'economia e per i fallimenti della politica.

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Faccio solo notare che, a parte poche eccezioni, in tutta Europa le famiglie hanno difficoltà ad arrivare a fine mese.

 

Io ho una zia in Belgio e sono mezzo greco e posso confermarvi che in questi due paesi stanno messi molto peggio che da noi.

 

Non è questione di dare colpe o solo a CDX o solo a CSX, è stato l'intero Panorama Politico europeo a fallire miseramente ai tempi del cambio di valuta, dove non sono stati effettuati i controlli sugli "arrotondamenti" e dove nessuno si è sognato di cambiare correttamente i valori dalle vecchie monete all'Euro (tranne che per gli stipendi, ovviamente). Quindi l'inflazione è stata gonfiata per cause esterne all'economia e per i fallimenti della politica.

 

Confermo, perfino in Germania (dove la conversione era praticamente 1 a 1) l'introduzione dell'Euro ha creato, e sta creando problemi sul potere d'acquisto dei nuclei familiari. La struttura del nostro sistema economico ovviamente non consente calmierazioni dei prezzi o imposizioni di limiti ai commercianti, ma i governanti europei avrebbero dovuto prevedere e vigilare con più attenzione (ad esempio sarebbe stato opportuno prolungare ben oltre i 6 mesi il periodo della doppia valuta).

 

Comunque un grazie di rigore a Prodi ci vuole, visto la sua profonda convinzione europeista (che è costata a ogni lavoratore italiano 52.000 con la nota "europen tax"), avrebbe almeno potuto ottenere una conversione euro-lira più favorevole: 2 a 1 era il rapporto più deleterio immaginabile. I francesi hanno ottenuto nelle trattative un 1,2 a 1, i tedeschi 0,95 a 1....

Comunque hanno visto bene i governi e i cittadini Danesi, Svedesi e Britannici (anche se per UK vale un discorso a parte, vista la forza della sterlina).

Modificato da paperinik
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Comunque hanno visto bene i governi e i cittadini Danesi, Svedesi e Britannici (anche se per UK vale un discorso a parte, vista la forza della sterlina).

 

Gia effettivamente a loro gli è convenuto... Ad ogni modo anche le Corone danesi e svedesi valevano molto più dell'Euro (non so ora).

 

E dire che gli inglesi non volevano l'Euro perchè... non c'era l'immagine della Regina sul retro delle banconote... :asd:

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penso che l'euro alla fine ha ammobidito una situazione che poteva andare peggio basti vedere il petrolio (che è la causa di tutti i rincari se si pensate).

Euro forte con dollaro debole : prezzo per la benzina allegerito

 

se avevamo ancora la lira sarebbe stato peggio

quoto l'intervento di Marvin e non è che prima ci stava meglio

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Si, i problemi e le difficoltà ci sono ovunque, in Europa, ma si tratta di vedere in che misura e se si fa qualcosa per cercare di migliorare la situazione oppure, come si è fatto in Italia sotto Prodi, si peggiora sempre di più! Io conosco bene la situazione francese e posso dirvi che, a fronte di retribuzioni superiori a quelle italiane, tutto ciò che riguarda, alimentari, abbigliamento e farmaci, costa sicuramente meno che in Italia. In particolare, per i farmaci, vi sono differenze, a volte, abissali!

Modificato da picpus
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Non capisci proprio niente: è proprio l'euro forte sul dollaro a metterci in crisi. Noi abbiamo l'euro, ma tutti i nostri fornitori esteri fondano i loro scambi sulla moneta verde. Se il dollaro si indbolisce loro si indeboliscono e vendono a prezzo maggiore (ciò vale pure per il petrolio).

LEVIATHAN, DOCUMENTATI INVECE DI SPARARE A CASO!

Modificato da paperinik
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fammi capire euro debole e dollaro forte era meglio secondo te?

spiegami il motivo

 

sempre sul esempio del petrolio

euro: 1.46 dollari (da il sole24ore)

Ammettendo che il petrolio è 100 al barile (per semplicità al barile)

100/1.46 = 68.49 euro

 

Noi paghiamo 68.49 euro al barile

 

caso opposto (ovvero un dollaro vale 1.46 euro)

100 dollari a barile * 1.46 = 146 euro a barile

 

sicuro di ciò che affermi?

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Allora Lev te lo spiego come se tu avessi 4 anni (la tua matematica c'entra ben poco).

 

Gli stati (o meglio le aziende petrolifere) che vendono petrolio all'europa vengono pagati dalle nazioni europee con l'euro, ciò apparentemente ci dovrebbe favorire poichè il prezzo del greggio è indicizzato in valuta americana. Il problema è che TUTTI gli altri scambi internazionali intercorrenti fra stati non appartenenti all'area Euro avvengono con il dollaro. Se la moneta verde si deprezza e nel mercato internazionale si afferma una moneta concorrente, è automatico che ne risentiranno tutti gli scambi realizzati in dollarro.

 

Ciò determinerò l'automatico indebolimento delll'economia dello stato produttore di greggio che, pur ricevendo euro forte per il petrolio che vende, deve invece far fronte a tutte le altre spese in dollari (ad esempio forniture internazionali di macchine per l'estrazione del greggio piuttosto che l'acquisto di materie prime non presenti sul proprio suolo). Ma se il dollari si indebolirà le aziende di quello stato saranno costretto a pagare più dollari per lo stesse corrispettivo e quindi gioco-forza aumenteranno il costo del greggio (o di qualunque prodotto vendano a terzi) per rientrare del maggior costo speso per approvvigionarsi di altri beni. E questa catena si ripete ciclicamente ogni volta che le borse internazionali valutano l'euro in modo più forte del dollaro.

 

E' una legge dell'economia internazionale: non è mai auspicabile che i commerci internazionali avvengano con due monete concorrenti di riferimento. per questo motivo si usa da sempre il dollaro USA.

 

Hai capito ora che hai detto l'ennesima castroneria, si o no?!

Modificato da paperinik
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L'euro ha prodotto più benefici che disagi, paperinik è indubbio che l'euro forte ci continui ad aiutare negli scambi internazionali, basta vedere la differenza sul costo del barile in europa e in USA!

Inoltre l'euro ha abbassato notevolmente il costo del denaro, il problema è che l'arretratezza del nostro mercato, ancora non completamente libero e senza regole chiare o istituzioni di controllo che funzionino, ha portato ad una spirale inflattiva che ha colpito principalmente le classi sociali deboli.

Ma dare a colpa di questo a Prodi o a Berlusconi, infatti se vi ricordate fino a qualche tempo fa la popolazione dava la colpa al precedente governo, è ingiusto in quanto entrambi i governi mancavano dei mezzi e della concezione per intervenire.

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Dominus, mi spiace (credimi) ma non è così.

Chiedi a un economista e lui ti confermerà quanto da me scritto più su. L'Euro forte sul dollaro produce sul lungo periodo più effetti deleteri che non vantaggi. Pensa anche alle esportazioni dei paesei dell'area Euro verso stati terzi. Noi (le nostre aziende) vendono la merce in Euro, ma gli stati che comprano hanno economie tarate sul dollaro, quindi per loro la merce diventa automaticamente più cara poichè la moneta a cui loro fa riderimento si è indebolita. Questo è un altro effetto negativo, perchè ovviamente quegli stati cercheranno a loro volta di rifarsi aumentando il prezzo (fissato in dollaro) dei beni venduti ad altri stati. SI crea quindi una spirale che va ad alimentare la crescita a livello globale del costo di tutti i beni scambiati.

 

Ve l'ho detto nelle transazioni commerciali internazionali è sempre preferibile avere un'unica moneta di riferimento forte, averne due crea problemi.

 

Il vantaggio dell'euro forte è che nell'immediato ci possiamo approvvigionare di beni, prodotti e venduti da stati non appartenenti all'area Euro, ad un costo minore (determinato dal favorevole cambio di valuta), ma state certi che su un riferimento temporale più lungo si creano degli squilibri non auspicabili.

Modificato da paperinik
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Non è che io sia un economista ma i miei fondamenti mi inducono a credere che ad un paese sostanzialmente importatore come il nostro convenga avere una moneta forte, ovvio che provoca anche svantaggi ma penso che in complesso gli effetti siano positivi.

Comunque se fossimo stati fuori dall'area euro a quest'ora staremmo messi stile argentina con le nostre belle banconote con Volta&co.

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Comunque se fossimo stati fuori dall'area euro a quest'ora staremmo messi stile argentina con le nostre belle banconote con Volta&co.

 

Questo è un altro discorso, e sono in parte d'accordo. Ho già espresso le perplessità sul rapporto di cambio assegnato all'Italia, ma tendenzialmente sarebbe stato dura per la nostra economia (che non è quella dell'UK con la sterlina fortissima) resistere fuori dall'area euro.

 

Anche se....la lira era una moneta caratterizzata da grande stabilità (nei suoi ultimi 30 anni il suo valore ha raramento subito rilevanti variazioni) e l'economia danese non è più forte di quella italiana (così come la loro moneta), quindi non sono pochi gli economisti che ritengono che l'Italia non avrebbe avuto conseguenze devastanti dalla decisione di non aderire alla moneta unica europa. Ma d'altra parte Prodi prometteva altro quando ci ha traghettato in Europa....

 

Sull'altro argomento, gli effeti dell'euro forte sugli scamabi internazionali, ribadisco il concetto (anche perchè non sono impressioni o idee del sottoscritto, ma le leggi e i principi su cui si fonda la scienza economica).

Modificato da paperinik
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Anche il Giornale propone un articolo simile:

 

Solo il 38,2% delle famiglie arriva a fine mese

Raddoppia il numero di chi chiede prestiti

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Roma - Solo poco più di un terzo delle famiglie italiane (il 38,2%) riesce ad arrivare alla fine del mese. Lo rileva l’Eurispes nel Rapporto Italia 2008. In un anno è raddoppiata, passando dal 5% al 10%, la percentuale delle famiglie che ricorre a prestiti personali. In pochissimi riescono ancora a risparmiare qualcosa alla fine del mese: il 13,6% contro il 25,8% del 2007 e il 27,9% del 2008.

 

In un anno la situazione economica delle famiglie è "decisamente peggiorata", rileva ancora l’Eurispes spiegando che il 32,1% degli italiani registra lievi segnali di peggioramento economico del proprio nucleo familiare (rispetto al 25,7% del 2007) e il 13,7% percepisce un peggioramento economico di più marcata entità (rispetto all’11% del 2007).

 

Sempre più debiti Aumentano anche i debiti che le famiglie sono costrette ad accollarsi: nel primo semestre del 2007 sono cresciuti del 9,9% rispetto allo stesso periodo del 2006. Se in termini assoluti a pesare sono soprattutto i mutui per la casa, in valori percentuali è il credito al consumo a registrare il maggiore aumento (+17,6%). "Nessun dinamismo economico, solo necessità", commenta l’Eurispes. La regione più indebitata è la Lombardia. Un italiano su quattro ricorre al credito al consumo e ormai si compra a rate di tutto. Prestiti anche per pagare visite mediche, viaggi o libri scolastici.

 

Prevale il pessimismo Il 78,5% degli italiani nutre poi pessimismo e sfiducia nella situazione economica complessiva che si prospetta nei prossimi dodici mesi: se per il 30,8% il quadro economico italiano resterà così com’è, per il 47,7% esso è destinato addirittura a peggiorare . "Questo sentimento di pessimismo - afferma l’Eurispes - è il più alto registrato nel corso degli ultimi 6 anni". Soltanto il 10,9 % dei cittadini continua a guardare con speranza al futuro dell’economia italiana.

 

Saldi e discount L’istituto ha anche sondato la percezione degli italiani rispetto al caro-vita: per più di 9 italiani su 10 (il 19% in più rispetto all’anno precedente) nel corso del 2007 i prezzi sonio aumentati. Ricorso ai saldi (67,9%), acquisto di alimentari nei discount (54,8%), taglio delle spese in più, come quelle per pasti fuori casa, regali o viaggi. Queste le ricette messe in campo dalle famiglie italiane per sfangare anche la quarta settimana.

 

Si lavora poi di più Secondo i calcoli dell’Eurispes le famiglie italiane debbono integrare i loro redditi ufficiali con un reddito in nero pari mediamente a 1.330 euro al mese. "La presenza di una sorta di buco, rappresentato dalla differenza tra il reddito netto disponibile e le esigenze basilari per condurre una vita dignitosa, si riscontra nei bilanci di tutte le tipologie familiari", si legge nel rapporto. Si può dunque immaginare che ci sia un aiuto da parte delle famiglie di origine ma che soprattutto si diventi "stakanovisti per sopravvivere" cercando di portare a casa un secondo reddito.

 

Doppio lavoro per 6 milioni Sarebbero almeno 6 milioni i "doppiolavoristi", ovvero il 35% del totale dei lavoratori dipendenti "costretti ad effettuare un doppio lavoro per fare quadrare i conti e arrivare alla fine del mese". Nel mercato del lavoro nero si annoverano anche tanti immigrati, pensionati e casalinghe.

 

Occupazione in nero Inoltre l’Eurispes stima che il 50% delle persone in cerca di occupazione lavori totalmente in nero. C’è infine la lunga lista delle categorie dei lavoratori autonomi, dagli idraulici alle sarte, dai giornalisti free lance agli istruttori sportivi, dagli infermieri agli addetti alle pulizie, dai muratori ai produttori assicurativi.

 

Economia sommersa: il 35,5% del pil L’Eurispes stima che l’economia sommersa in Italia abbia generato nel 2007 almeno 549 miliardi di euro. Sempre secondo i calcoli dell’istituto - il nostro sommerso attualmente equivale ai pil di Finlandia (177 mld), Portogallo (162 (mld), Romania (117 mld) e Ungheria (102 mld) messi insieme. Se si somma al sommerso l’economia criminale, quella legata alle mafie o altre forme di criminalità organizzata, si arriva a 725 miliardi, quasi la metà del pil prodotto ufficialmente. L’incidenza dell’economia sommersa rispetto al pil ufficiale prodotto nel nostro Paese è di almeno il 35,5%. La sola economia criminale, vale invece l’11,3% del pil.

Modificato da Graziani
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