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Politica degli Stati Uniti


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USA 2008: PALIN NON SAPEVA CHE L'AFRICA FOSSE CONTINENTE

 

Ora che la campagna elettorale e' acqua passata, i media statunitensi hanno messo nero su bianco retroscena e pettegolezzi della piu' lunga battaglia per la Casa Bianca. In particolare, si sono avventati sul clan repubblicano diffondendo dettagli sulle divisioni tra John McCain e Sarah Palin. Sulla governatrice dell'Alaska molto e' stato scritto, ma - si sostiene - molto e' stato anche taciuto. Secondo il corrispondente politico della conservatrice Fox News, Carl Cameron, lo staff di McCain era molto preoccupato perche' Palin non aveva "il livello di conoscenze necessario per un candidato, un vice presidente, a un battito di cuore dalla presidenza". Per esempio, non sapeva quali fossero i Paesi che aderiscono al Nafta, e "non capiva che l'Africa fosse un continente, piuttosto che una serie di Paesi, un Paese in se'". Stando alla ricostruzione dei media Usa, la Palin era l'incubo dei consiglieri di McCain. Prima dell'intervista con Katie Couric della Cbs, inoltre, rifiuto' di prepararsi, per poi dare la colpa del disastro al suo staff, in particolare a Nicole Wallace. Dopo quel episodio, la governatrice dell'Alaska divento' molto acida e iraconda con i suoi consiglieri fino a farli piangere a volte.

 

http://it.notizie.yahoo.com/9/20081106/twl...ri-e497199.html

 

Abbiamo scampato l'incubo Palin! :asd: ...

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Usa, ''Obama lavora alla chiusura di Guantanamo''

 

Washington, 10 nov. (Adnkronos/Ign) - Nel giorno in cui il presidente eletto degli Stati Uniti viene accolto per la prima volta alla Casa Bianca dall’attuale inquilino, George W. Bush, il sito "Huffington Post" riporta la notizia secondo cui i consiglieri di Obama stanno lavorando a un piano per il trasferimento negli Stati Uniti di decine, se non di centinaia, di detenuti della base di Guantanamo per essere sottoposti a processo. Il presidente eletto, commenta il sito, manterrebbe così la promessa fatta in campagna elettorale di chiudere il campo di prigionia americano a Cuba, da lui definito "un capitolo triste nella storia americana". Secondo il piano che si sta mettendo a punto alcuni prigionieri verrebbero rilasciati, mentre molti altri verrebbero processati dinanzi a tribunali penali americani. Un terzo gruppo di detenuti potrebbero comparire dinanzi a corti create appositamente per gestire i casi riguardanti la sicurezza nazionale, spiegano alcuni consiglieri ed esponenti democratici coinvolti nei colloqui.

 

Obama ''farà quello che ha promesso in campagna elettorale'', annuncia al 'Wall Street Journal' il nuovo capo dello staff presidenziale Rahm Emanuel. Del resto, la netta vittoria democratica del quattro novembre indica "una chiara direzione di cambiamento a Washington".

 

Anche Louis Farrakhan, il discusso capo della Nazione dell’Islam, fa gli auguri a Obama. "Il presidente eletto ha entusiasmato tutti gli oppressi, i rifiutati e gli emarginati" ha dichiarato. Ma Obama ha sempre rifiutato l’appoggio del leader musulmano afroamericano, accusato più volte di affermazioni antisemite e antisraeliane.

 

---

 

Staminali e aborto, Obama vuole cambiare 200 leggi di Bush

Intende modificare provvedimenti «politicamente divisivi». Ma la priorità resta il rilancio dell'economia

 

WASHINGTON - Non appena insediato alla Casa Bianca, Barack Obama è pronto ad abolire o modificare almeno 200 decreti esecutivi o regolamenti amministrativi, varati dal governo di George Bush. Si tratta di provvedimenti dai forti connotati ideologici e «politicamente divisivi», con cui l'attuale amministrazione aveva sposato tutte le istanze della destra più conservatrice e di quella religiosa.

 

Nel mirino sono fra gli altri il limite ai fondi federali per la ricerca sulle cellule staminali, le normative sulle emissioni di diossido di carbonio e su questioni sociali come l'aborto, alcune regole molto restrittive sull'immigrazione. La lista potrebbe allungarsi, se nel periodo ancora in carica George Bush dovesse approvare, come sembra tentato di fare, una sfilza di ordini esecutivi dell'ultima ora, nella speranza di irrobustire la sua legacy ideologica. Lanciata dal Washington Post, la notizia è stata confermata nelle sue linee generali da John Podesta, capo della squadra di Obama che prepara il passaggio dei poteri. Intervistato dalla Cnn, Podesta ha spiegato che il transition team ha già avviato un esame approfondito di tutti gli ordini esecutivi dell'amministrazione Bush, per consentire al nuovo presidente «di decidere quali vanno confermati, quali abrogati e quali modificati». Podesta non è voluto entrare nel merito, rifiutandosi di «anticipare decisioni non ancora prese». Ma ha aggiunto: «Che si tratti di trasformazione dell'energia, di migliorare la sanità o delle cellule staminali, stiamo guardando in ogni agenzia governativa per vedere come possiamo subito compiere dei passi in avanti».

 

L'enorme lavoro di revisione sta impegnando da mesi - «da agosto», ha precisato Podesta - una cinquantina di esperti. L'idea è identificare le aree, dove sia possibile per il nuovo presidente agire immediatamente, senza dover passare per il Congresso, dando così il senso forte di una svolta. Anche perché, come ha spiegato al Post la rappresentante democratica del Colorado, Diana DeGette, molte azioni di Bush non sono mai state inserite in una legge da mandare alle Camere: «Obama potrebbe quindi semplicemente abolirle con un ordine esecutivo».

 

Il presidente-eletto è comunque molto attento a non inimicarsi anzitempo il Parlamento. «Prima di prendere qualunque decisione - ha spiegato ieri una portavoce di Obama, Stephanie Cutter - si consulterà con i leader congressuali di entrambi gli schieramenti, così come con i gruppi interessati. Ogni decisione verrà discussa con i suoi ministri, nessuno dei quali è stato ancora scelto». Anche se la priorità numero uno del futuro presidente rimane la risoluzione della crisi finanziaria e il rilancio dell'economia, Obama è quindi determinato a fare la differenza su temi più vasti. A cominciare dai cambiamenti climatici, dove fra l'altro ha promesso di rovesciare il divieto, imposto in dicembre da Bush alla California, di regolare in modo autonomo le emissioni di CO2 dalle automobili, tagliandole del 30% tra il 2009 e il 2016.

Modificato da typhoon
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http://www.nytimes.com/2008/11/08/world/europe/08italy.html?_r=1&scp=2&sq=berlusconi&st=cse&oref=slogin

 

Obama Joke by Premier Has Italy in an Uproar

 

By RACHEL DONADIO

Published: November 7, 2008

 

ROME — Italians never quite know whether to laugh or cry at Prime Minister Silvio Berlusconi. But many reacted with incredulity and outrage after the prime minister, visiting Moscow on Thursday, amiably called the first African-American president-elect in United States history “young, handsome and suntanned.”

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Berlusconi Under Fire for Obama 'Joke' (November 6, 2008)

 

Mr. Berlusconi made the remark while meeting President Dmitri A. Medvedev of Russia, saying that Senator Barack Obama’s good looks, his youth and his so-called suntan were “all the qualities” for Mr. Medvedev and the future president to “develop a good working relationship.”

 

Many Italian newspapers gave the comment nearly as much front-page attention as Mr. Obama’s victory itself. The journalist Curzio Maltese wrote in the center-left La Repubblica that “bookmakers wouldn’t even take bets” on how long it would take for Mr. Berlusconi to let slip another of his famous gaffes. “Mr. Berlusconi never fails to live up to our worst expectations.”

 

Mr. Maltese added that just when Mr. Obama’s victory was “inspiring billions of people” to consider “democracy, the most extraordinary triumph of humanity after centuries of bloodshed and intolerance,” Mr. Berlusconi instead contributed “a miserable, vulgar and racist remark, for which he didn’t even have the courage to take responsibility or the dignity to apologize.”

 

A billionaire populist, Mr. Berlusconi excels at deflating such lofty talk. He said that his remark had been “a compliment” and that his critics lacked irony. “If you want to get a degree in idiocy, I won’t stop you,” La Repubblica quoted him as saying. “I say whatever I think.”

 

He said the Italian left was wrong about everything, “including their lack of a sense of humor.” He added: “Too bad for them. God save us from imbeciles.”

 

The center-left opposition leader, Water Veltroni, had earlier called such “cabaret one-liners” unworthy of a statesman and asked Mr. Berlusconi to apologize.

 

In Brussels on Friday, when Mr. Berlusconi was asked by a reporter if he would apologize, he said whoever had asked the question should be added to “the list” of imbeciles, Bloomberg News reported. “You should apologize to Italy,” it quoted him as saying.

 

Later on Friday, Mr. Obama, who has been calling world leaders, had a “long, cordial” telephone conversation with Mr. Berlusconi, according to the Italian news media. The two did not discuss the gaffe, the ANSA news agency reported.

 

The furor over Mr. Berlusconi’s remark has raised a question: Why, of all the problems Italy is facing — a weak economy, higher mortgage rates — would Mr. Berlusconi get more attention for his off-the-cuff remark than for his political program?

 

“Because it’s the last straw,” said a political commentator, Beppe Severgnini. “By now, Berlusconi isn’t a political case; he’s a psychological case.”

 

Mr. Berlusconi’s remark “wasn’t racist; it was infantile and untimely,” he added. “He has such a high opinion of himself that he thinks it’s acceptable to say anything to anyone.”

 

On Friday, Italy’s leading daily newspaper, Corriere della Sera, ran an illustrated display of Mr. Berlusconi’s most infamous gaffes. In 2002, he said that Prime Minister Anders Fogh Rasmussen of Denmark was “so handsome I’m thinking of introducing him to my wife.”

 

In 2003, he compared a German in the European Parliament to a Nazi concentration camp guard. In 2005, he caused a diplomatic commotion after hinting that he had persuaded the Finnish president, Tarja Halonen, to back Italy to host the European Food Safety Authority by wooing her. “I had to use all my playboy tactics, even if they have not been used for some time,” he said.

 

Yet Mr. Berlusconi’s latest gaffe seemed to tap into a deep well of anger at him, which is at least as strong as his high approval ratings. A brief report on NYTimes.com about the comment drew nearly 1,600 responses, most from upset Italians.

 

A reader named Alberto wrote, “Mr. Berlusconi’s stupid joke is a further demonstration of the racism and intolerance that grow inside Italian population, helped by the embarrassing attitude of Italian politics.”

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Ospite intruder

(ANSA) - WASHINGTON, 17 NOV - Il presidente eletto Usa Barak Obama ha ricevuto nell'ufficio della transizione a Chicago l'ex candidato repubblicano John McCain. Un dialogo su come 'possiamo lavorare insieme per mettere a posto le cose nel Paese': cosi' Obama ha descritto l'incontro aggiungendo: 'Voglio ringraziare il senatore McCain per l'enorme servizio al Paese che ha reso'. Ai giornalisti che gli chiedevano se e' pronto ad aiutare l'amministrazione Obama, McCain ha risposto: 'Ovviamente'.

 

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mo..._117283482.html

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A pensare che, appena dopo le politiche qui in Italia, si era cercato di instaurare anche qui un clima simile... Peccato che ora Veltroni debba andare da Napolitano a piangere il dialogo...

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  • 3 settimane dopo...
Ospite intruder

La Louisiana ha eletto alla Camera un repubblicano di origini vietnamite di New Orleans. E' il primo vietnamita ad entrare al Congresso. Anh 'Joseph' Cao arrivo' negli Usa a 8 anni nel 1975 come profugo. Ha battuto il deputato democratico nero William Jefferson - favorito nonostante fosse coinvolto in un'inchiesta per corruzione - imponendosi con il 50,47%, dando ai repubblicani una rara vittoria in distretto afroamericano da sempre controllato dai democratici.

 

 

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mo..._107300882.html

Modificato da intruder
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Ospite intruder

Ve l'ho detto fin dal primo giorno: se credete che Obama sia una specie di Che Guevara a stelle e strisce, svegliatevi. Cascare dal letto fa male.

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  • 2 settimane dopo...

Gates: stop a Guantanamo

 

Il Segretario alla Difesa Usa, Robert Gates, ha chiesto al Pentagono di mettere a punto piani per la chiusura del carcere di Guantanamo. Lo ha annunciato il portavoce del Pentagono, Geoff Morrell.

 

La chiusura di Guantanamo è tra le promesse elettorali del presidente eletto Barack Obama che ha confermato Gates all'incarico di segretario alla Difesa.

 

Il problema della chiusura di Guantanamo è però quello di trovare una sistemazione ai circa 250 detenuti, ancora ospiti del carcere nella base militare Usa sull'isola di Cuba.

 

http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsId=89672

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  • 3 settimane dopo...

Internet, tasse e opere pubbliche Obama accelera sul piano anticrisi

 

NEW YORK - Barack Obama ha rivolto ieri un appello per un approccio bi-partisan alla "grande e crescente crisi economica", che - ha detto - rischia di portare il tasso di disoccupazione sopra al 10% e "minaccia i nostri sogni per il futuro". "Se non agiamo con rapidità e intelligenza - ha aggiunto il presidente in pectore durante il messaggio radiofonico (e Internet) del sabato - la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente".

 

Tornato dalle vacanze natalizie nelle Hawaii, Obama si incontrerà domani a Washington con i leaders parlamentari democratici e nei giorni seguenti con quelli repubblicani. La sua speranza: accelerare il varo da parte del Congresso del nuovo piano anti-crisi in modo che possa essere ratificato il giorno stesso del suo insediamento alla Casa Bianca, cioè il 20 gennaio. Molti osservatori lo ritengono un obiettivo troppo ambizioso: l'opposizione repubblicana vorrà discutere con pignoleria tutti gli aspetti del provvedimento, che sarà molto impegnativo sotto il profilo finanziario e dei conti pubblici.

 

Nel discorso di ieri Obama ha riassunto le linee di massima della manovra economica, aggiungendo alcuni dettagli. Il piano sarà incentrato su tagli fiscali per i ceti medio-bassi e massicce spese per nelle infrastrutture, a cominciare da strade, ponti e collegamenti Internet, capaci di creare 3milioni di nuovi posti di lavoro, di cui l'80 per cento nel settore privato. La cifra complessiva dovrebbe aggirarsi sui 775 miliardi di dollari, anche se molti economisti premono per un impegno ancor più consistente. "Si tratterà comunque di un investimento strategico: una sorta di acconto per il futuro a lungo termine della nostra economica", ha detto il successore di Bush.

 

Mentre il 2008 si è chiuso con una stabilizzazione dei listini azionari e con il Dow Jones sopra a quota 9mila, le prospettive economiche americane continuano a destare preoccupazione. L'attività manifatturiera ha toccato a dicembre i minimi degli ultimi 28 anni. Le aziende continuano a licenziare. I prezzi immobiliari scendono ancora.

 

Oltre agli interventi nel settore finanziario, il governo americano sta versando gli aiuti promesso a Natale all'industria dell'auto: dopo i 4 miliardi di prestiti di emergenza di mercoledì scorso alla Gm, venerdì ne sono stati dati altri 4 alla Chrysler: ed è la seconda volta negli ultimi trent'anni che quest'ultima viene salvata con i soldi pubblici. Ma intanto cominciano ad arrivare richieste di sostegno anche da altri settori.

Un gruppo di cinque governatori democratici, a cominciare da David Paterson di New York e Jon Corzine del New Jersey, ha chiesto al governo 1000 miliardi di dollari di finanziamenti di emergenza per colmare i buchi nei bilanci statali, sostenere i servizi e promuovere spese in funzione anti-congiunturale.

 

Anche l'industria siderurgica pretende un sostegno e ha proposto di inserire nel piano- Obama una clausola "buy American", cioè per favorire i prodotti made in Usa, che viene esaminata con interesse sia dal Congresso che dai collaboratori del neopresidente. "Non vogliamo costruire muri, né scatenare una guerra commerciale, ma solo promuovere l'occupazione", ha detto il deputato democratico Chris Van Hollen, cercando di difendersi dalle accuse di protezionismo.

 

http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/e...esidente-4.html

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Ospite intruder
Ottimo Obama ha dichiarato che gli USA cesseranno definitivamente l'uso della tortura e parla di massicci investimenti a favore dell'ambiente

 

Appalteranno ad egiziani, siriani, giordani, pachistani... viene mente nessun altro?

Modificato da intruder
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Sì, israeliani e filippini. :)

 

Scherzi a parte, queste mosse sono ad alto contenuto propagandistico, e sono inevitabili. Fa bene a farle, perché servono ad alleggerire la tensione su questioni oggetto di forti critiche interne ed estere.

Ovviamente questo da solo non significa che in concreto possa cambiare davvero qualcosa, anzi, potrebbe persino peggiorarlo (ma non si lamenterebbe nessuno, questo è il vantaggio).

 

In tutta onestà, la tecnica di appaltare gli interrogatori è già stata usata e al confronto di ciò che avviene nelle carceri siriane e filippine (sono i due esempi più calzanti e documentati) penso proprio che le torture della CIA fossero una passeggiata. Del resto, nessun presidente e nessun governo (o quasi... un caso ricordo che c'è stato...) si sognerebbe di autorizzare formalmente la tortura.

Ufficialmente la tortura è vietata, in USA come altrove.

 

Quanto a Guantanamo, a meno di mettere in libertà tutti i detenuti (il che mi pare improbabile, visto che lì in mezzo ci sono micidiali assassini) essi saranno semplicemente trasferiti altrove. E' facile immaginare che saranno processati e condannati speditamente e finiranno in qualche carcere militare (quelli che non saranno condannati a morte), probabilmente dispersi fra più strutture e in qualche caso rispediti nelle carceri dei paesi di origine (a cominciare da Afghanistan e Pakistan).

Non so se questo sia un bene per gli interessati. Almeno a Guantanamo ci sono delle liste, ci sono registri di dominio pubblico, c'è l'attenzione dell'opinione pubblica, c'è la croce rossa internazionale, ecc...

Dopo... nessuno sentirà più parlare di quei detenuti. E dubito che se la passeranno meglio (il che, per buona parte di loro e senza ipocrisie, non mi dispiace affatto).

Meglio sarebbe stato invece ristrutturare il carcere per trasformarlo in una struttura compatibile con i normali standard carcerari, ma questa opzione non avrebbe risolto il problema di immagine, visto che ormai Guantanamo è indissolubilmente legato alla sua triste fama, che non cambierebbe nemmeno se diventasse un hotel a 5 stelle.

 

;-)

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Del resto, nessun presidente e nessun governo (o quasi... un caso ricordo che c'è stato...) si sognerebbe di autorizzare formalmente la tortura.

 

Mi interessa Gianni, mi racconti cosa avvenne allora?

Modificato da Rick86
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No, Roosvelt se non ricordo male prese una posizione netta contro la tortura e destituì anche parecchi ufficiali rei di aver permesso la tortura dei prigionieri.

 

Mi riferivo a Israele. Prima del 1999 la tortura era espressamente consentita in Israele (sia pure entro certi limiti).

Attenzione: sono molti i governi che tollerano la tortura (o comunque chiudono un occhio, se non tutti e due) ma è rarissimo che ci sia un documento scritto che la autorizzi esplicitamente, almeno se si parla di paesi civili.

L'unico caso che ricordo è appunto quello di Israele, in cui esistevano disposizioni che disciplinavano la tortura dei prigionieri. La corte suprema israeliana, nel 1999, censurò la cosa, ma solo perché quelle disposizioni non erano confortate da una legge.

In conseguenza di ciò, esponenti politici e militari, e lo stesso governo, lavorarono a progetti di legge che autorizzavano la tortura. Alla fine non se ne fece nulla, per fortuna.

 

;-)

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