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Politica degli Stati Uniti


Bisness

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Ospite intruder

Afroamericano ha un significato solo negli USA, in Italia fa ridere (come farebbe ridere, che so, sinoamericano, nippoamericano, polaccoamericano o roba del genere che dall'altra parte dell'Atlantico si usa comunemente). E "negro" non è un insulto, e come tale la legge non proibisce di usarlo, nemmeno negli USA lo fa (e il conveniente, se permettete, mi fa ridere, a suo tempo è stato proposto "otticamente svantaggiato" anziché "miope", perché più conveniente). Nigger è la deformazione spregiativa di negro (tempo fa mi sono sorbito per un po' in televisione la dotta disquisizione di un professore di Harvard, secondo il quale deriverebbe direttamente dal latino niger, nero... non so come sia finita perché ho girato a guardarmi i cartoons di Tom & Jerry). "Nero" mi ricorda una categoria politica che detesto cordialmente, come il "rosso". Entrambi i colori mi piacciono molto, il loro significato politico molto meno, per intenderci.

 

Detto questo, riflettiamo piuttosto su un dato di fatto che balza evidente leggendo i media americani in queste ore: si ha come l'impressione che, per i liberals, abbia vinto un repubblicano, più che un democratico. Dietro i titoloni d'obbligo, non si rileva un gran entusiasmo per questa vittoria.

 

Per qualche giorno non mi farò sentire, sono in viaggio per lavoro, dovrei partire nel pomeriggio. Buon divertimento a chi continuerà questa discussione.

Modificato da intruder
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Afroamericano ha un significato solo negli USA, in Italia fa ridere (come farebbe ridere, che so, sinoamericano, nippoamericano, polaccoamericano o roba del genere che dall'altra parte dell'Atlantico si usa comunemente). E "negro" non è un insulto, e come tale la legge non proibisce di usarlo, nemmeno negli USA lo fa (e il conveniente, se permettete, mi fa ridere, a suo tempo è stato proposto "otticamente svantaggiato" anziché "miope", perché più conveniente). Nigger è la deformazione spregiativa di negro (tempo fa mi sono sorbito per un po' in televisione la dotta disquisizione di un professore di Harvard, secondo il quale deriverebbe direttamente dal latino niger, nero... non so come sia finita perché ho girato a guardarmi i cartoons di Tom & Jerry). "Nero" mi ricorda una categoria politica che detesto cordialmente, come il "rosso". Entrambi i colori mi piacciono molto, il loro significato politico molto meno, per intenderci.

 

Detto questo, riflettiamo piuttosto su un dato di fatto che balza evidente leggendo i media americani in queste ore: si ha come l'impressione che, per i liberals, abbia vinto un repubblicano, più che un democratico. Dietro i titoloni d'obbligo, non si rileva un gran entusiasmo per questa vittoria.

 

Per qualche giorno non mi farò sentire, sono in viaggio per lavoro, dovrei partire nel pomeriggio. Buon divertimento a chi continuerà questa discussione.

 

@Intruder: un utente ti ha fatto notare che "negro" può avere dei connotati noti che tu ti rifiuti di riconoscere, io ho chiesto di usare il termine più consono di afroamericano, e l'ho chiesto a tutti, a partire dalla tua affermazione certo, ma l'ho chiesto a tutti quelli che intendessero mostrarsi troppo sicuri che "negro" non significhi nulla per chiunque.

 

E' possibile? Grazie.

Modificato da -{-Legolas-}-
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un hurra per obama...

speriamo in una sua politica estera più distensiva rispetto al precedessore

 

@ typhoon

:asd: :asd:

 

edit

La speranza di un «nuovo respiro» nei rapporti bilaterali, con l'elezione di Barack Obama a presidente degli Usa; ma una dura, concreta risposta al progetto americano di scudo antimissile in Polonia e Repubblica ceca: nel suo primo discorso alla nazione da leader del Cremlino, il presidente russo Dmitri Medvedev ha annunciato un cauto 'new deal' in politica interna, offrendo una condizionata apertura a Washington sul piano internazionale. Ribadendo però che sulla questione del Caucaso Mosca «non torna indietro».

 

Medvedev ha confermato la sua fede liberale e proposto importanti cambiamenti nella vita politica russa: dal prolungamento a sei anni del mandato presidenziale e a cinque di quello parlamentare (attualmente sono entrambi di quattro anni), al diritto dei partiti minori a una rappresentanza in parlamento, a maggiori poteri di controllo per la Duma sull'operato del governo. Ha anche invitato la magistratura ad essere più cauta nelle condanne a pene detentive, e ha esaltato la costituzione di Boris Eltsin del 1993, sottolineandone l'aspetto di difesa dei diritti dei cittadini. Ma la risposta di Mosca al progetto americano di scudo antimissile in Europa dell'est sarà dura: verranno dispiegati a Kaliningrad (ex Koenigsberg), enclave russa sul Baltico, sistemi missilistici Iskander, appoggiati se necessario dall'arsenale della Marina; sistemi di disturbo radio interverranno contro lo scudo Usa e non saranno smantellati, come era invece in programma, i reparti missilistici di Kozelsk (Russia centrale).

 

Medvedev ha sottolineato la responsabilità dell'attuale amministrazione americana sia nella crisi russo-georgiana che in quella finanziaria diffusasi in tutto il globo: una «politica presuntuosa» che ha fatto danni negli Usa e nel mondo, e che indica la necessità di una universale riforma del sistema politico e finanziario internazionale. Il presidente russo ha comunque aperto la porta al neo eletto presidente Usa: Mosca spera che con Obama si crei un «nuovo respiro» nei rapporti bilaterali. «Non abbiamo problemi con il popolo americano - ha sottolineato - e non c'è qui un anti-americanismo congenito. Speriamo che i nostri partner e la nuova amministrazione Usa scelgano rapporti più validi con la Russia».

 

http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=80611

Modificato da Leviathan
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sì,Barack Obama ha vinto sarà il nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America...

io all'inizio "tifafo" per Giugliani che poi però si è dovuto ritirare e quindi sono passato a "supportare" McCain...

ho seguito tutta la notte le elezioni è quando alla fine tirando le somme Obama aveva vinto,be io ero contento perchè riguardandolo bene può essere la persona giusta per guidare un paese così...

...Ancora più piacere mi ha fatto sentire il discorso di McCain che da buon soldato ha combattuto fino alla fine e ha saputo perdere da Uomo e nel suo discorso ha tentato (vediamo se ci riuscirà) ad unire un popolo a seguire Barack Obama il nuovo Presidente e non a combatterlo in qualsiasi iniziativa.

Speriamo che Obama riesca a far rinascere il paese e l'economia (sia americana che mondiale) e a rivedere la "storica" assistenza sanitaria degli U.S.A.

Dato che Obama è anche lui un uomo e non un alieno secondo me puo avere un piccolo neo, sto parlando della politica estera contro i "nemici" Iran,Corea,Russia,ecc...forse lì McCain sarebbe stato meglio

 

concludendo:

BUON LAVORO MR.PRESIDENT

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09.00 Il mondo festeggia Obama - Dai bar di Londra e Sidney ai villaggi del Kenya, dalle strade di Berlino a quelle dell'Avana e Parigi: feste in tutto il mondo per la storica vittoria di Barack Obama alle presidenziali statunitensi. Particolarmente felici gli abitanti di Kogelo, in Kenya, dove è nato il padre di Obama. Ma è stata festa anche in Giappone e soprattutto in una piccola città di mare che si chiama Obama come il candidato democratico.

 

http://notizie.tiscali.it/articoli/elezion...iretta_123.html

 

Credi manchi solo la Russia...

Modificato da -{-Legolas-}-
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devo dire che il culmine più bello è il discorso di McCain quando con gli occhi leggermente lucidi pronunciava quel discorso di sconfitta ma molto significativo blccando sul nascere i fischi che qualcuno faceva all'udire Obama... Mi sono quasi commosso... Questo è anche uno dei motivi per cui amo gli USA...

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Conratulazioni sentiee ad Obama, ragazzi è incredibile come dall' altra parte dell oceano, a neanche 24 ore dalla sconfitta, il candidato sconfitto inviti a collaborare tutti con il candidato vincitore...qua in Italia al candidato vincitore si fa la guerra, si creano parlamenti paralleli ecc.. ecc... ecc...

Quella si che è una democrazia, difficile, impossibile dimostrarne il contrario...

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Noi accontentiamoci di questi qui :asd:

 

Gasparri contro Obama, scontro in Senato

Non perdiamo certi passaggi però per farci capire che razza di persone piccole piccole ci governano ... degli pseudi politici arroganti che se ne escono con certe dichiarazioni abberranti nei confronti del presidente degli stati uniti.

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Ospite Fausto91

Sono contento che sia stato eletto il primo presidente "nero" della storia degli USA, perchè spero che questo contribuirà in america a "alleggerire" certi pregiudizi(spesso ancora molto radicati, specie negli stati del sud e del midwest) sul fatto che i neri o comunque i non bianchi siano "poco adatti" a ricoprire diciamo certi incarichi...non dimentichiamoci che in quello che oggi si dichiara il paese più democratico del mondo fino a poco tempo fa veniva praticata ancora la schiavitù...

 

 

Per quanto riguarda Gasparri mi domando che cosa ci faccia ancora lì in Parlamento e che cosa stia a rappresentare!

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Uno degli errori che si fanno di frequente nel giudicare un presidente americano è quello di "pensarlo" con gli occhi di un europeo.

Voglio dire, noi guardiamo essenzialmente alla sua politica estera e perfino questa la guardiamo sotto la luce del "cosa può venirne di buono per noi".

 

Per carità, va benissimo, ma ci si scorda che il presidente degli Stati Uniti deve fare gli interessi degli... Stati Uniti. Non quelli del resto del mondo.

 

Se qualcuno pensa che Obama o chicchessia debba mettersi a fare beneficenza o sacrificare gli interessi del proprio paese per compiacere al resto del mondo, si sbaglia di grosso.

 

E per capire quanto si giudichi superficialmente un presidente USA, prenderò ad esempio l'odiatissimo uscente, Bush.

Tutti lo odiano. Perchè? Pochi sanno rispondere alla domanda andando oltre qualche scontato stereotipo: Guantanamo, Iraq, Israele...

Che poi, a vedere bene:

- a Guantanamo ci mettono terroristi veri e presunti. A nessuno piace, ma per gli USA è una soluzione tecnica perfetta. E a chi deve pensare il presidente? Agli USA.

- in Iraq, piaccia o no, i soldati americani ci sono. Stanno lì per il petrolio? Ammettiamo sia vero. A chi serve il petrolio? Agli USA. A chi deve pensare il presidente? Agli USA.

- Israele è baluardo degli interessi americani in Medio Oriente. Nessun altro paese nell'area è altrettanto fedele e affidabile. A chi giova? Agli USA. A chi deve pensare il presidente? Agli USA.

 

Ecco come tre punti estremamente controversi, da me provocatoriamente citati e in termini volutamente provocatori, che in tutto il mondo vengono condannati, potrebbero essere visti con occhi del tutto diversi da un americano. In Iraq le cose sono andate storte, ma se fossero andate bene, a Bush l'avrebbero proposto per la beatificazione, in USA.

 

Ma quanti sanno, sempre per rimanere in zona Bush, che:

 

- Bush è stato il primo presidente a mettere neri, donne (e anche gialli) ai più alti vertici dell'amministrazione? Powell, Rice, Mineta. Nessuno lo aveva mai fatto prima.

- Bush è stato strenuo fautore della necessità di restituire ai cittadini tutti i soldi in surplus rispetto al bilancio federale. Il bilancio di previsione è X e lo stato incamera X+100? I 100 vanno restituiti.

- Appena salito al potere, Bush volle un taglio di tasse pari a quasi un miliardo e mezzo di dollari, uno dei tagli più alti nella storia americana.

- Appena salito al potere, Bush volle un aumento di stanziamenti per la ricerca nel settore scientifico e medico.

- Uno dei suoi primi programmi è stato quello "Nessun giovane resti indietro", che mirava a sovvenzionare le famiglie più povere affinchè i propri figli potessero accedere a tutti i gradi dell'istruzione (che negli USA è privata, quindi a pagamento).

- Ha voluto e avviato il più grande e costoso programma mai realizzato dagli anni 'sessanta, per espandere l'assistenza sanitaria gratuita ai più bisognosi. E' il programma Medicare. Costo: oltre 400 miliardi di dollari.

- In campo ambientale... tutti ricordano che Bush non ha voluto firmare il protocollo di Kyoto. Lo ha fatto nell'interesse degli Stati Uniti (e del resto, nemmeno i suoi predecessori intendevano firmarlo).

Però, ha avviato due programmi interni per diminuire le emissioni industriali nell'atmosfera. A un ritmo economicamente più sostenibile rispetto a quello previsto dal Kyoto.

- Ha voluto e creato una delle più grandi riserve naturali (oltre 300.000 km2) nell'area delle Hawaii.

- Ha regolarizzato (o condonato) la posizione di oltre 20 milioni di immigrati clandestini, consentendo loro di accedere ai servizi, vivere legalmente, lavorare legalmente, e chiedere la cittadinanza.

 

L'11 settembre gli ha guastato la festa, questo è sicuro, ma i programmi che ha portato avanti erano eccezionali. O qualcuno pensa che fu rieletto perchè agli americani piaceva la sua faccia o piaceva la storia dell'Iraq e della bufala delle armi di distruzione di massa?

 

Ecco, questo fa capire la differenza tra cosa vediamo noi in un presidente americano, e cosa vedono invece gli americani.

I suoi consensi sono crollati nel tempo, verissimo: ma la crisi economica che ha imperversato negli ultimi due anni della sua presidenza e la pessima gestione dell'emergenza Katrina hanno influenzato molto il giudizio della popolazione, mentre non è un mistero che i media e i circoli intellettuali lo hanno sempre avuto in antipatia.

 

Obama farà ciò che deve fare nell'interesse degli Stati Uniti. Dovrà risollevare l'economia americana, innanzitutto.

Gli americani lo hanno eletto per questo. McCain forniva molte più garanzie in politica estera, ma agli americani questo non interessava affatto.

Chi si aspetta grandi mutamenti nella politica estera, sbaglia. Al massimo Obama farà di tutto per tagliare drasticamente la presenza militare in Iraq e in Afghanistan, e non certo perchè lo chiedono i "pacifisti" ma semplicemente per ottenere quei risparmi di spesa che gli serviranno per sostenere l'economia interna.

 

Gli USA, probabilmente, hanno bisogno di una sferzata che Obama, forse, può dare veramente.

Ma Obama è lì per fare degli Stati Uniti una nazione più forte, non più debole. Teniamolo a mente. ;)

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condivido con Gianni il discorso generale sul ruolo del presidente degli Usa e sull'eccessive aspettative che in Europa e nel resto del mondo ricadono sui nuovi presidenti americani.

Su Bush, è evidente che la bassa popolarità di cui gode all'estero il presidente uscente è strettamente connessa alla politica estera perseguita dalla sua amministrazione, ma bisogna anche dire che Bush oggi ha un indice di gradimento molto basso negli stessi Usa (intorno al 22%) che certo non ha aiutato McCain nella corsa alla Casa Bianca; in questa bassa popolarità del presidente uscente non so se e quanto abbia pesato la guerra in Iraq e Afganisthan, certamente la crisi economica e finanziaria degli ultimi tempi ha inciso notevolmente nel giudizio di G.W. e le buone cose che ha fatto non hanno, evidentemente, trovato grande riscontro presso l'opinione pubblica americana.

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Bell'analisi Gianni, sono d'accordo con il senso di tutto il tuo post (sul ruolo e i compiti del presidente americano) anche se darei un giudizio diverso su Bush; beh che Kyoto fosse un clamoroso autogol per gli USA e ancor di più per l'UE lo scrissi in un altro topic e ne spiegai il perchè, quindi Ok.

 

Ma per me l'Irak è stato un danno per gli interessi stessi degli americani (e dell'Occidente in generale).

Perchè? Perchè un MO calmo è preferibile all'attuale vulcano.

Perchè il petrolio a 20 dollari era meglio del petrolio a 60 - 140 dollari.

Perchè era immaginabile fin dall'inizio come sarebbe andata a finire; era una pia illusione pensare di pacificare un paese con dimensioni enormi e con enormi tensioni etniche, politiche e religiose con soli 160.000 uomini. E questa era una cosa che un Presidente doveva capire, solo che Bush ha dato retta alle sirene della guerra leggera di Rumsfeldt (solo ora, con Gates, si stanno incollando i cocci).

Per come, dopo aver fatto l'errore di andare a Bagdad, ha gestito la presenza sul territorio dei suoi pochi soldati. Diavolo possibile che fino a Petraeus nessun alto comandante americano sapesse cosa volesse dire guerra contro-insurrezionale?

 

L'Irak non è l'unica comunque. Il debito pubblico americano è esploso sotto la sua presidenza ed avrebbe avuto molto più senso usare almeno parte del surplus di cassa per ripianare tale debito. Noi italiani sappiamo cosa vuol dire avere un debito pubblico enorme, spero non tocchi anche agli americani scoprirlo per colpa di Bush.

 

PS: Obama vuole si sganciarsi dall'Irak ma intende rafforzare e non ridurre la sua presenza in A-stan

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Sai cos'è Monty, agli americani interessa poco cosa ha fatto un presidente o un partito in passato. E a quanto abbiamo visto interessa poco se è nero o verde, democratico o repubblicano.

Quello che interessa è ciò che potrà fare in futuro.

Obama ha saputo promettere di più ed è stato più convincente.

McCain aveva la sconfitta stampata sulla fronte.

Obama ha promesso un futuro radioso: ridistribuzione del reddito, lavoro, cure mediche gratuite ("chi non può pagarsi le cure mediche deve avere garantita la stessa assistenza di cui gode un membro del Congresso"), ritiro ragionato dall'Iraq, dialogo, ecc...

McCain ha promesso lacrime e sangue, in un certo senso. Le promesse di Obama sono fantascientifiche: ma ha saputo essere convincente.

 

Le promesse di McCain erano molto più modeste e meno gradevoli: e purtroppo per lui è stato anch'egli convincente... (no , questa è solo una battuta :-) )

 

Ciò che ha fatto perdere McCain, comunque, credo sia stata la scelta della vice-presidente. L'idea di una donna ci poteva forse stare. Ma ha sbagliato donna. Se avesse proposto come vice Powell (che invece è passato dall'altra parte) o la Rice, probabilmente ci avrebbe azzeccato.

 

========

 

Per Vittorio Veneto: non mi azzardo a dire che il tema dell'Iraq ha influenzato poco.

Di sicuro ha influenzato molto meno rispetto alla politica interna.

Per tanti motivi:

1) In questo periodo la situazione in Iraq è tranquilla. La strategia americana negli ultimi mesi si è rivelata finalmente azzeccata. Le perdite sono ridotte al minimo, gli attentati sono diminuiti, la situazione si va stabilizzando, il paese sta riprendendo la produzione di petrolio.

2) Nessuno vuole che gli americani vadano via in Iraq da perdenti. Gli americani non vogliono questo, i soldati non lo vogliono (e il dissenso è bassissimo sul punto, anche se i media propongono il contrario).

3) Entrambi i candidati hanno detto che intendono chiudere positivamente la partita in Iraq e ritirare le truppe. Le due posizioni, peraltro scontate, erano pressochè identiche.

4) Lo spauracchio di una crisi economica come quella del 1929 terrorizza gli americani più di qualsiasi altra cosa. In USA non c'è il sistema di garanzie sociali cui siamo abituati qui in Italia. Se l'economia va in crisi, in USA si resta senza lavoro. Se si resta senza lavoro, si resta senza cure sanitarie, senza auto (le assicurazioni costano moooooolto di più che da noi) e senza scuola per i figli. Di fronte a questo rischio, il resto sono noccioline.

 

;-)

 

========

 

EDIT:

Per Rick.

L'Iraq è stato un errore, verissimo. Ci sono delle ragioni che hanno indotto in questo errore, inevitabilmente, direi, ma non è la sede per parlarne.

Di sicuro è percepito come un errore evitabile, e gravissimo. Ma gli americani hanno rieletto Bush DOPO quell'errore, non ce lo scordiamo.

;-)

Modificato da Gianni065
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Ospite galland
4) Lo spauracchio di una crisi economica come quella del 1929 terrorizza gli americani più di qualsiasi altra cosa. In USA non c'è il sistema di garanzie sociali cui siamo abituati qui in Italia. Se l'economia va in crisi, in USA si resta senza lavoro. Se si resta senza lavoro, si resta senza cure sanitarie, senza auto (le assicurazioni costano moooooolto di più che da noi) e senza scuola per i figli. Di fronte a questo rischio, il resto sono noccioline.

 

la crisi economica NON è uno spauracchio ma una certezza. Quello che è peggio è che parte dalla base della piramide degli investimenti: il settore immobiliare. Si può essere abituati a pensare che le azioni di una società possano trasformarsi di colpo in carta straccia ma gli immobili... persino durante la guerra mondiae se un palazzo crollava restava comunque l'area edificabile...

Il pragmatismoalla base della filosofia di vita degli statunitensi certo non farà sì che le conseguenze di una simile mazzata non si riflettano sul futuro; per me è certo che anche nel medio periodo il peso internazionale degli USA, politico, economico ma persino culturale sarà in continuo decremento.

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...

Il pragmatismoalla base della filosofia di vita degli statunitensi certo non farà sì che le conseguenze di una simile mazzata non si riflettano sul futuro; per me è certo che anche nel medio periodo il peso internazionale degli USA, politico, economico ma persino culturale sarà in continuo decremento.

 

Sulle altre affermazioni si è gia parlato molto, ma su questa no.

 

Dubito che perderanno di influenza, basta vedere come mezzo mondo sbavi per Obama ad esempio...

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Anche per ricollegarmi a quanto detto prima, credo che mezzo mondo sbavi per Obama perchè si aspetta un'impennata del decremento dell'influenza americana che galland ha accennato. Per inciso: prima che qualcuno se ne esca dicendo che è arrivato il momento della Russia e mi metta in bocca queste parole, preciso che credo sì ad una diminuzione della fiducia negli USA quali garanti di ricchezza e sicurezza, ma non a favore della Russia, bensì di altre potenze regionali emergenti.

 

Io sono convinto che in politica estera, giusto per deludere (e meno male) le aspirazioni di qualche capo di governo, non subirà gli scossoni tanto auspicati. Non è solo il presidente a "dirigerla", e per rendersene conto basta ascoltare un paio di dichiarazioni dei più alti vertici delle FFAA USA. Anche da Kennedy ci si aspettavano grandi cose riguardo il Vietnam, ma non mi sembra che durante il suo mandato siano cambiate gran che... Se poi credete che mi sbagli confutate pure.

 

Riguardo a McCain, in effetti è stato un po' più realista e crudo con gli elettori, e se non avesse candidato quella sottospecie di finta bigotta probabilmente se la sarebbe giocata almeno ad armi pari con il rivale. Da apprezzare infinitamente le sue parole dopo la sconfitta, un po' meno i fischi degli elettori.

 

Per la cronaca: il governo ombra di Veltroni non è nato con l'intenzione di contrastare con l'esecutivo, bensì con il molto britannico intento di collaborare ed avanzare proposte ed analizzare i provvedimenti suddividendosi i compiti, anche per quanto riguarda l'opposizione in senso lato: a commentare un provvedimento in tema di istruzione, ad esempio, non sarà sempre il segretario o qualche big del partito, ma il ministro ombra apposito. A me sembra un'iniziativa tutt'altro che italica e controproducente, anche se in pochi (anche tra le fila dei democratici stessi) l'hanno valutata positivamente. Questione di vedute e apertura mentale, ma sono decisamente OT...

Modificato da Tuccio14
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