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Questione Alitalia


julian

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Condivido tutto quanto scritto da Venon84, Tuccio14, Cartman e paperinik e, anche se ciò potrà stupire qualcuno, aggiungo che anch'io sono favorevole all'ingresso di Lufthansa e non di Air France, nel capitale di CAI.

 

Per il resto mi limito solo ad una considerazione sul comportamento dell'illetterato ex-inquisitore del Sant'Uffizio, che mi fa senso anche solo nominare: sta cercando, qualunquisticamente, di raccogliere i voti della defunta sinistra radicale e degli scontenti del PD: che lo faccia pure, non sarà così, di certo, che potrà ridurre quel 60 % e più di consenso accertato da tutti i sondaggi, che raccoglie l'attuale maggioranza!

 

Una parola, infine, su Veltroni: a parte la figura penosa che sta facendo nel cercare, disperatamente, di autoattribuirsi il merito della riuscita della vicenda, basterebbe l'essersi scelto, alle passate elezioni, come alleato, il tipo di cui sopra, per qualificare anche lui, in maniera definitiva!

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Lufthansa scopre le sue carte

"Noi puntiamo al 49 per cento"

 

Il presidente di Lufthansa Mayhuber

"ALITALIA ci interessa molto. Ma noi puntiamo alla maggioranza...". Wolfgang Mayrhuber va dritto al cuore del problema, quando spiega a Epifani, Bonanni e Angeletti i progetti di Lufthansa sulla nostra compagnia di bandiera.

Alle nove del mattino, davanti a una tazza di caffè sorseggiata nella quiete di Villa Almone, residenza romana dell'ambasciatore tedesco Michael Steiner, il chairman del colosso tedesco conferma ai leader di Cgil, Cisl e Uil che, se il governo italiano fosse disponibile, potrebbe acquisire fin da subito il controllo di Alitalia. "Ci vuole un accordo in tempi rapidi - spiega il manager - e Lufthansa è pronta a fare la sua parte".

 

Non tanto e non solo per bruciare la concorrenza di Air France, quanto piuttosto perché la mitica "cordata italiana" raggruppata sotto le insegne di Cai, per quanto corroborata dal sofferto accordo con le rappresentanze dei lavoratori, non avrebbe la "massa critica", in termini di capacità finanziaria e di potenzialità operativa, per reggere l'urto della concorrenza globale.

 

Dunque, nel breve giro di tre giorni, un altro bluff del governo è finalmente caduto. Non era affatto vero che "non esistono manifestazioni di interesse da parte delle compagnie straniere", come Berlusconi ha ripetuto per giorni e giorni, costringendo il commissario Fantozzi a ripetere lo stesso bugiardo refrain. Con l'unico obiettivo (del tutto strumentale) di mettere le confederazioni con le spalle al muro, e con l'unica pretesa (del tutto inattuale) di difendere la linea del Piave dell'"italianità", inopinatamente e irresponsabilmente fissata dal Cavaliere fin dalla campagna elettorale della scorsa primavera.

 

Sono bastate poche ore di colloqui nell'ufficio del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (prima con Francesco Mengozzi in rappresentanza dei francesi, poi con lo stesso Mayrhuber in rappresentanza dei tedeschi) a far venire in campo le due proposte alternative di Air France e di Lufthansa. Molto diverse l'una dall'altra, ma entrambe molto concrete.

 

Negli incontri di Palazzo Chigi e di Villa Almone, i tedeschi hanno riproposto il loro schema di gioco, che contempla due ipotesi. Da un lato, una partecipazione con la quale Lufthansa si affianca a Cai: "Ma per noi - è il senso della posizione tedesca - questa è l'ipotesi meno preferibile". Dall'altro lato, un ingresso nel capitale della nuova compagnia in posizione di maggioranza relativa, o comunque con una quota che può arrivare o si può avvicinare al 49%: "E per noi - è la postilla tedesca - questa è una soluzione di gran lunga migliore".

 

Mayrhuber spiega ai sindacati perché questa seconda opzione è più "funzionale". "È inutile che voi, oggi, stiate a discutere dell'italianità e della non italianità della vostra compagnia di bandiera. Così come sarebbe inutile che lo facessimo noi tedeschi in casa nostra, o i francesi in casa loro. Rischiamo di fare una guerra nel pollaio di casa, mentre qui in Europa presto arriveranno i grandi vettori dell'Estremo Oriente che ci spazzeranno via".

 

Per questo l'unica strategia è quella dell'integrazione. E per i tedeschi la "polpa" buona di Alitalia è oggi una formidabile occasione di integrazione, dentro un modello di network aereo multi-hub e multi-brand. "Noi siamo pronti, il piano industriale è pronto". Epifani, Bonanni e Angeletti (e insieme a loro anche la leader dell'Ugl Renata Polverini) condividono e appoggiano la proposta Lufthansa, anche nella sua forma più "radicale", cioè il pieno controllo di Alitalia.

 

Ma a questo punto, se ci sarà il via libera all'accordo sindacale con Cai allargato anche a tutte le sigle autonome dei piloti e del personale di volo, il problema è solo politico. "Ma il governo di cosa ha paura?", è la domanda congiunta di Mayrhuber e Steiner. "Io sono chairman di Lufthansa - spiega il primo ai leader sindacali per smitizzare il mantra dell'italianità - e non sono nemmeno tedesco, sono austriaco. E tutto sommato nemmeno Lufthansa è poi così tedesca...". Oltre il 51% del suo capitale è collocato sul mercato, e i primi due azionisti sono la francese Axa (col 10,56%) e l'inglese Barclays (con il 5,07%).

 

Solo il premier può sciogliere il nodo. Ma per farlo deve uscire dalla logica "resistenziale" alla quale ha costretto tutti, a partire da Colaninno e dai suoi sedicenti "capitani coraggiosi". L'offerta Lufthansa è preferibile per ragioni economiche. Intanto parte con il consenso di tutte le sigle, confederali e autonome. E poi, ruotando su una strategia industriale "a rete integrata" che non contempla l'individuazione di un unico hub italiano, incontra il consenso politico della Lega e del Nord, che non devono subire lo smacco del downgrading di Malpensa.

 

Ma l'opzione tedesca pone un problema politico: obbliga il Cavaliere a una marcia indietro di fronte agli elettori (ai quali ha giurato che l'Alitalia sarebbe rimasta italiana) e di fronte ai soci di Cai (ai quali ha promesso prebende pubbliche in cambio della fiche privata sulla compagnia di bandiera).

 

L'offerta Air France è preferibile per ragioni politiche. Intanto la Francia è presidente di turno della Ue, e al Cavaliere può convenire l'idea di fare un favore a Sarkozy. E poi Jean Cyril Spinetta si accontenta di una quota del 10-15%, e in una prima fase si acconcia ad affiancare Cai in posizione minoritaria, perché questo gli consente di blindare comunque Alitalia nel patto Sky Team (la cui eventuale rescissione costerebbe circa 200 milioni di euro alla nostra compagnia) per poi fagocitarla con tutta calma nel giro di qualche anno.

 

Ma l'opzione francese sconta un'incognita economica: quanto può reggere lo schema "Cai più Air France"? La competizione internazionale nel trasporto aereo sarà feroce, e richiederà investimenti massicci. I soci Cai, nonostante la buona volontà dimostrata con l'accettazione del lock up che li obbliga a non cedere le proprie quote di qui a cinque anni, dovranno rimettere mano pesantemente al portafoglio, per fare cospicue ricapitalizzazioni molto prima del 2013. E poiché è chiaro che i vari Aponte, Fratini e Bellavista non avranno né denaro né voglia, a quel punto Air France avrà buon gioco a conquistare, senza inutili spargimenti di carta bollata, la maggioranza.

 

Alla fine, per l'Italia e per l'Alitalia, l'alternativa è semplice. Per il governo si tratta di scegliere tra una vendita immediata, o una svendita differita. Per il Cavaliere si tratta di scegliere tra un insano, autarchico provincialismo e un sano, realistico europeismo.

 

http://finanza.repubblica.it

Modificato da typhoon
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@ pap : io badavo unicamente all'interesse economico per lo stato e confesso che non ho valutato correttamente gli altri aspetti che consideravo secondari... e non lo sono

 

 

@ picpus apparte il tuo odio per DiPietro incomprensibile (ti ha fatto arrestare un parente? ovviamente è una battuta)

Ma condivido con te la penosa figura di veltroni che ha provato inspiegabilmente a prendersi meriti non suoi, anche se può aver influito

nel ritorno di CAI, avendo il figlio di Colannino nel suo partito e aver creato, quindi , un contatto ma è un ipotesi che definisco... improbabile..

 

comunque l'ultima news: ancora manca la firma dei piccoli sindacati dei piloti

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.........

@ picpus apparte il tuo odio per DiPietro incomprensibile ...

Non è "odio", non ne avrei motivo, è profondo "disprezzo", alla luce di quello che è stato il percorso del suo impegno nella società: se potevo considerare positiva, anche se parziale e spesso persecutoria, la sua azione da magistrato, il successivo passaggio alla politica è qualcosa che ne illumina e ne spiega le motivazioni, dettate, essenzialmente, da insana sete di potere!

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@ pap : io badavo unicamente all'interesse economico per lo stato e confesso che non ho valutato correttamente gli altri aspetti che consideravo secondari... e non lo sono

 

Lodevole retromarcia....che paradossalmente ti porta a fare passi avanti (almeno nell'immagine che dai di te).

Modificato da paperinik
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Comunque alla fine secondo me il tutto sarà una grande inculata per il contribuente ... e il tutto solo per una promessa elettorale, se ci fosse stata la volontà, magari a fatica ... ma l'accordo con un grande partner Europeo che si teneva i debiti e dava garanzie per il futuro si poteva trovare, tanto alla prima occasione i "valorosi" venderanno, la globalizzazione di Alitalia è solo rimandata.

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Comunque alla fine secondo me il tutto sarà una grande inculata per il contribuente ... e il tutto solo per una promessa elettorale, se ci fosse stata la volontà, magari a fatica ... ma l'accordo con un grande partner Europeo che si teneva i debiti e dava garanzie per il futuro si poteva trovare, tanto alla prima occasione i "valorosi" venderanno, la globalizzazione di Alitalia è solo rimandata.

Che sia un'inculata per il contribuente è palese, ma inevitabile. E comunque, sempre per piangere un po' sul latte versato e ormai andato a male, se fosse passata l'offerta AF i contribuenti sarebbero stati inculati diversamente, e come ha ben descritto paperinik sarebbero stati inculati anche gli industriali...

 

Che i "capitani coraggiosi" venderanno dipenderà dalle sorti della compagnia. Se, come mi auguro e come credo, AZ diventerà una compagnia competitiva e moderna, che motivo avranno di vendere?

 

Riguardo a Veltroni, condivido in parte i vostri commenti sul volersi attribuire i meriti. Bisogna però precisare che, seppur pochi, ne ha anche lui. In primis, ripeto, quello di non essere anche lui sceso in piazza ad incitare i vari manifestanti a Fiumicino, come invece ha fatto il suo per fortuna ex alleato.

 

Per la precisione, Di Pietro ha preso la metà dei voti che ha da gente che comunque voleva Veltroni nella poltrona di premier. Poi il primo passo verso il gelo è stato il rifiuto di formare un gruppo parlamentare unico. Ma andiamo OT. Ora è quasi una soddisfazione sentire i commenti sull'operato del governo ombra in merito ad Alitalia. Almeno Veltroni può stare a testa alta, non avendo visto i suoi propositi fallire miseramente. Dov'è la cordata alternativa? E dov'è che il governo Berlusconi ha fallito? All'inizio anche Veltroni parlava di gestione fallimentare della vicenda, fa la posizione del PD a fatti maturi, ripeto, per me è stata equilibrata. Comunque, ribadisco, i discorsi su meriti e colpe servono solo a rubare consensi da una parte e dall'altra. Un elettore politicamente non dico attivo ma almeno consapevole sa chi ha gestito la questione, sa di chi siano veramente i meriti e valuta senza farsi problemi se c'è da dire grazie a chi gli sta antipatico.

 

Ancora non leggo l'articolo riguardo a LH, appena lo faccio commento.

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Chiariamo una cosa innanzi tutto: Alitalia è da almeno 15 anni che comporta inc****e per il contribuente.

 

Detto ciò chiariamo che il suo -ormai prossimo- salvataggio è un sollievo per l'Italia tutta.

 

Di chi siano i meriti?! Secondo me poco conta, come conta poco stare a trovare le responsabilità dei miliardi di euro sperperati nella Compagnia negli anni passati.

L'importante ora è che il Paese ha la (quasi) certezza di poter continuare a poggiare su un pilastro fondamentale quale è una compagnia di bandiera. Il tutto senza che vi sia stato lo scenario veramente grave del disastro sociale: 20.000 lavoratori a spasso, la compagnia in liquidazione e la nazione senza vettore avrebbero significato inevitabilmente il collasso economico.

 

Certo è che il Governo Berlusconi ha ben gestito la vicenda, soprattutto in considerazione dei tempi avuti a disposizione (l'Esecutivo si è insediato a Maggio inoltrato). La cordata non era uno slogan elettorale. Certamente è stata agevolata (ma lo era anche Air France per i motivi ampiamente descritti), ma d'altra parte l'attività d'impresa è attività volta alla remunerazione dell'investimento, non alla carità. Nessun (sottolineo NESSUNO) soggetto privato si sarebbe accollato Alitalia senza avere qualche poderoso incentivo (tanto per fare un esempio Air France pretendeva che 7500 lavoratori se li prendesse Fintecna). Bene ha lavorato il ministro Sacconi, che ha saputo mantenere i nervi saldi anche nei momenti più bui. Benissimo ha fatto il Commissario Straordinario Fantozzi (uomo del centro sinistra) cercando di lavorare per il bene dell'azienda. Berlusconi poi ha avuto il merito di spendere personalmente la propria immagine per cercare di tenere unita la cordata CAI nel momento del famoso rifiuto della CGIL.

 

Veltroni e i DS?! Sono stati tutto sommato responsabili (specialmente in virtù del fatto che molti degli imprenditori della cordata CAI sono più vicini a quella area politica che non al centro destra); ma se giorni fa la CGIL ha rischiato di far crollare tutto, la responsabilità è stata proprio di Veltroni. Il leader DS premeva per far vacillare la trattativa sicuro che vi fossero alternative (probabilmente in modo analogo a ciò che aveva fatto Berlusconi con la CISL ai tempi della trattativa di Air France, solo che allora c'erano effettivamente alternative). Fortunatamente quando tutto lo stato maggiore DS (su tutti D'Alema, Rutelli e Fassio) ha compreso che alternative non ve ne erano si è deciso di remare dalla stessa parte, non per il bene del Governo, non per il bene di Alitalia ma per il bene del SISTEMA PAESE. Perfino il ribelle Di Pietro è passato da deliranti proclami ("ci vedremo in tribunale!" gridava stupidamente) a miti consensi....

 

I sindacati? Alcuni hanno avuto meriti, altri oggettivamente no. Il senso di responsabilità di CISL, UIL, UGL e ANPAV va sicuramente sottolineato. Hanno convinto i propri iscritti ad accettare condizioni peggiorative (ma allineate al resto d'Europa sia chiaro) in nome del bene comune. La CGIL?! Ha rischiato di rimanere con il cerino in mano...il suo dietrofront è stato obbligato. I sindacati piloti?! Ottusi e capricciosi, ma dalla loro parte avevano la consapevolezza che una linea aerea ha bisogno essenzialmente di due cose per operare: aerei e piloti. Restano infine le 2 sigle degli assitenti di volo ribelli: AVIA e SDL. Queste due sigli non hanno meriti: hanno solo la vergogna di aver anteposto i loro privilegi agli interessi dello Stato. Ma sono rimasti fregati: si facevano forti del fatto che i sindacati piloti non avevano firmato l'accordo, ora che è successo il contrario saranno costretti a farlo anche loro e saranno additati da tutti come i fannulloni dell'azienda.

 

Gli imprenditori CAI?! Non voglio giudicarli. Sono stati certamente rigidi e poco propensi a dare concessioni ai lavoratori (abituati da sempre con il Tesoro a ben altra sinfonia), tuttavia questi signori erano pronti a investire più di un miliardo e 300 milioni di euro per cercare di non lasciare il Paese senza una propria compagnia di bandiera. Non sono spiccioli....al posto loro tutti si sarebbero comportati in modo analogo. Dopotutto salvare Alitalia non era un imperativo categorico per gli 11 imprenditori.

 

Voglio però fare un nome: Gianni Letta. La sua mediazione è risultata veramente determinante. Uomo apprezzato in modo bi-partizan che ha saputo tenere insieme le varie componenti di questo complesso scenario, lavorando giorno e notte, soprattutto nel momento più duro del ritiro dell'offerta CAI a seguito del refiuto della CGIL. In quelle ore lo spetto del fallimento era ben più che una ipotesi, era una certezza.

Quando nella passata legislazione il centro sinistra di Prodi impose il nome di Napolitano come Presidente della Repubblica e rifiutò categoricamente la candidatura di Letta commise il primo di una lunga serie di errori.

Modificato da paperinik
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Paperinik, post magistrale, sul serio, in ogni virgola.

 

Leggo ora l'articolo di Repubblica riguardo la cessione ad AF o LH. Abbiamo già dibattuto sull'utilità di una compagnia di bandiera italiana, e sinceramente, detto da un fervente europeista quale sono, tirare in ballo, appunto, l'europeismo mi sembra quantomeno inopportuno, una bella mossa da parte del CEO di Lufthansa per bollarci come antieuropeisti in caso di rifiuto.

 

Una partnership, questo è vero, è fondamentale per tutta una serie di motivazioni che è dispendioso in termini di tempo stare a spiegare, ma il 49%...

 

Comunque nell'articolo di Repubblica si parla di alternative malcelate a CAI, se non ho capito male. Ma occorre precisare che LH acquisterebbe il 49% di CAI, non della vecchia Alitalia, quindi alternativa a che? Correggetem se sbaglio.

Modificato da Tuccio14
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Sempre più stupito dalla padronanza dell'argomento di Paperinik :D Davvero interessanti i tuoi post :D

 

 

Visto che hai fatto una analisi generale, vorrei sottoporti questo link di un sito di economisti, discretamente quotato [come si può vedere qui http://it.blogbabel.com/metrics/ ]

 

http://www.noisefromamerika.org/index.php/...%27accordo#body

 

 

Volevo solo un tuo parere su quanto affermato nel sito, che tutto è tranne che contento per la vicenda.

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Un po' di news...

 

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E questa che consiglio vivamente di leggere. Ci avevo pensato, ma ero convinto che avessero già trovato una soluzione...

 

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Tuccio...il problema del certificato dell'ENAC è noto, ma sono certo che si troverà una soluzione (lo stesso Riggio ha dichiarato che ci sarà da trovare vie semplificate per il rilascio, lavorandoci finemente e continuamente).

 

Venon, non ho guardato al sito degli economisti per mancanza di tempo. Credo di intuirne il contenuto visto che molti economisti italiani, Scarpa in primis sono contrari all'operazione e vorrebbero il fallimento completo di Alitalia.

 

Tuttavia le loro valutazioni economiche partono da errati presupposti (e non sono ovviamente io a dirlo). Il primo presupposto è che secondo molti economisti (e qualche giurista di parte) non sarebbe stata garantita la concorrenza nella trattativa: ciò è profondamente falso. La verità è che non si è presentata del tutto la concorrenza. Se il Commissario Fantozzi avesse ricevuto una proposta migliore di quella della CAI da chicchessia avrebbe avuto l'obbligo per legge di vagliarla e successivamente preferirla a quella CAI. E non si dica che non è stata fatta la sufficiente publicità: perfino in Burkina Faso sapevano che Alitalia era sul mercato!

 

Il secondo presupposto è che per molti economisti la cordata CAI porterà a breve ad una nuova situazione di crisi che costringerà il Governo italiano a intervenire con nuovi esborsi di denaro per il contribuente. Ciò è del tutto inspiegabile: per quale ragione CAI dovrebbe fallire? Soprattutto se nel suo capitale entrerà un grande partner europeo come LH o AF?!?!?

 

Terzo presupposto è che sarebbe totalmente scorretto far continuare a vivere Alitalia visto che la sua presenza sul mercato italiano ha impedito la libera concorrenza (si veda su tutti la nota tratta Roma-Milano) e ha così determinato un doppio costo per il cittadino italiano: da una parte i contributi versati per tenere in piedi la Compagnia, dall'altra i costi maggiori sostenuti per acquistare i biglietti dove Alitalia è praticamente in monopolio. Tutto ciò in parte può essere condivisibile, ma allora che facciamo?! Mandiamo per strada 20.000 lavoratori, paralizziamo il Paese, uccidiamo il turismo, ci priviamo del vettore di bandiera e rischiamo il declino economico della Nazione in ragione dei fondi sperperati in passato da AZ!?!?!? Mi sembra davvero una logica poco intelligente e poco pagante. Sì può anche darsi che con il funerale di Alitalia il mercato italiano si aprirebbe maggiormente alla concorrenza (dopo tutto quelle rotte verrebbero inevitabilmente coperte da qualcuno), ma se il paese è in crisi nera al cittadino che gli frega di aver una linea low cost sul Roma-Milano?!?!?! Ormai quei miliardi di euro sono stati bruciati, cerchiamo di guardare avanti.

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EDIT: GRAZIE A TUTTI PER GLI APPREZZAMENTI....TROPPO GENEROSI DAVVERO!

Modificato da paperinik
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L'ENAC non è troppo politicizzata, spero veramente che riescano a lavorare sodo per trovare un modo di far transitare il COA di AZA in CAI...

 

Riguardo ai link di Venon, avrei qualcosa da ridire sulla concorrenza, in particolare sulle rotte FCO-LIN ed FCO-MXP, tra le più redditizie d'Europa. Fin'ora il monopolio non c'è stato, al massimo si è potuto parlare di duopolio AirOne-Alitalia, che comunque non presentavano tariffe eccessivamente elevate, non essendo low cost.

 

Nell'articolo si dice che l'Antitrust si è messo a tacere in tutto e per tutto, ed invece è proprio perchè molti slot dovranno essere lasciati liberi che tutti gli altri sono pronti con gli MD-82 al parcheggio pronti a decollare... :ph34r: :ph34r:

 

Poi, ovviamente, un'economista cresciuto a pane e liberismo vorrebbe che non esistesse neanche il Ministero del Tesoro, e quando sente di interventi politici in questioni di mercato gli si accappona la pelle...

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ROMA - Sull'accordo con Cai per la nascita della Nuova Alitaliac'è il sì di Avia e SdL: anche le due sigle autonome che rappresentano la maggioranza degli assistenti di volo hanno infatti sottoscritto l'intesa sul piano di salvataggio della compagnia nel corso dell'incontro di lunedì a Palazzo Chigi. Dopo il via libera della altre sette sigle sindacali di Alitalia, con queste due ultime firme si chiude la prima e fondamentale fase della trattativa.

 

1.500 ESUBERI - La firma delle hostess è in realtà un via libera a denti stretti. «Non c'è nulla da festeggiare, è un momento di dolore» dice l'Avia commentando l'accordo raggiunto. «È un atto fatto con responsabilità - spiega il presidente Antonio Divietri - ma non c'è da esultare: un collega su tre va a casa. E centinaia e centinaia di colleghi saranno costretti a cambiare città per lavorare». Per la sigla degli assistenti di volo non c'è quindi «alcuna allegria», «e vanno considerati immotivati gli entusiasmi degli ultimi giorni». Divietri ha annunciato che alla chiusura dell'accordo con le sigle autonome degli assistenti di volo Avia e Sdl, la categoria paga «un prezzo altissimo»: sono previsti infatti, stando a quando dichiarato da numero uno di Avia, 1.500 esuberi.

 

«FIRMA TECNICA» - Non c'è «né trionfalismo né soddisfazione per come si è conclusa la vicenda», ha detto il coordinatore dell'SdL Fabrizio Tomaselli, precisando che quella che gli assistenti di volo hanno apposto all'accordo quadro per il salvataggio di Alitalia è «una firma tecnica» che dovrà essere «confermata o meno dai lavoratori». «Non abbiamo avuto tempo per fare un referendum - ha spiegato Tomaselli - ma saranno comunque i lavoratori a dirci se continuare o meno la trattativa» con Cai e governo sul contratto. Il coordinatore nazionale di SdL ha voluto tra le altre cose sottolineare l'importante ruolo di mediazione svolto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, rimproverando al ministro del Welfare Maurizio Sacconi di non aver fatto lo stesso.

 

«SPALLE AL MURO» - SdL e Avia affermano di essere arrivate a firmare l'accordo dopo una lunga trattativa nella quale si sono sentite «spalle al muro». Le due sigle non risparmiano critiche sul ruolo svolto da altre sigle sindacali, ma anche la gestione di tavoli separati da parte del governo. «Ricordate la convocazione al ministero del Lavoro in via Fornovo? Siamo stati lasciati come il cane fuori al balcone», in attesa di una riunione che non c'è stata, mentre in un'altra sede era in corso il confronto con Cgil, Cisl, Uil e Ugl» ha detto il presidente dell'Avia, Antonio Divietri.

 

Hahahahahahahhahahahaha che bella scena vedere hostess e steward di AVIA e SDL costretti a firmare....lavativi che altro non sono!

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ma non c'è da esultare: un collega su tre va a casa. E centinaia e centinaia di colleghi saranno costretti a cambiare città per lavorare». Per la sigla degli assistenti di volo non c'è quindi «alcuna allegria», «e vanno considerati immotivati gli entusiasmi degli ultimi giorni»

E che c'è di strano? Solitamente nelle altre compagnie i C/C ed i CCC cambiano base continuamente.

 

E poi io esulterei e come! Meglio a casa uno su tre che 20.000!

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Scusate , ieri sera ho seguito qualche pezzo di porta a porta , facendo il punto della situazione gli esuberi saranno un pò più di 3000 mentre ai piloti è richiesto un aumento di produttività , in pratica se lavoreranno il 10 % in più i loro stipendi non subiranno flessioni.

 

Ora io mi chiedo , ma è sufficiente tutto ciò per trasformare una azienda sull'orlo del fallimento ad una col bilancio in attivo ?, a ma i conti non tornano ... :huh:

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L'ENAC non è troppo politicizzata, spero veramente che riescano a lavorare sodo per trovare un modo di far transitare il COA di AZA in CAI...

 

Riguardo ai link di Venon, avrei qualcosa da ridire sulla concorrenza, in particolare sulle rotte FCO-LIN ed FCO-MXP, tra le più redditizie d'Europa. Fin'ora il monopolio non c'è stato, al massimo si è potuto parlare di duopolio AirOne-Alitalia, che comunque non presentavano tariffe eccessivamente elevate, non essendo low cost.

 

Nell'articolo si dice che l'Antitrust si è messo a tacere in tutto e per tutto, ed invece è proprio perchè molti slot dovranno essere lasciati liberi che tutti gli altri sono pronti con gli MD-82 al parcheggio pronti a decollare... :ph34r: :ph34r:

 

Poi, ovviamente, un'economista cresciuto a pane e liberismo vorrebbe che non esistesse neanche il Ministero del Tesoro, e quando sente di interventi politici in questioni di mercato gli si accappona la pelle...

 

Si, diciamo che preferisco gli interventi di Oscar Giannino [direttore di Libero Mercato] che è un liberale anch'egli, ma non così "catastrofico" come quelli di NoiseFromAmerika, che cmq sono divini da leggere :D

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Si, diciamo che preferisco gli interventi di Oscar Giannino [direttore di Libero Mercato] che è un liberale anch'egli, ma non così "catastrofico" come quelli di NoiseFromAmerika, che cmq sono divini da leggere :D

Sì, in effetti è gente che ne capisce... Di economia e finanza, perchè probabilmente il welfare e la politica non fanno per loro! :)

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Ryanair, ricorso all'Ue contro

il piano di salvataggio Alitalia

La compagnia irlandese: «Cancellati debiti compresi tra gli 1,2 e i 2 miliardi di euro»

 

ROMA - La compagnia aerea irlandese Ryanair ha presentato un ricorso formale alla Commissione europea contro il piano di salvataggio di Alitalia. In una nota si legge che la decisione è stata presa dopo che il governo italiano ha annunciato un accordo con i sindacati sull'offerta di Cai. L'accordo, dice Ryanair, prevede una ridenominazione di facciata di Alitalia e la cancellazione di debiti compresi tra gli 1,2 e i 2 miliardi di euro.

 

Scontato che la Ryanair facesse una mossa simile....la compagnia irlandese low cost è simile agli avvoltoi sopra l'animale in difficoltà.

Modificato da paperinik
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Scontato che la Ryanair facesse una mossa simile....la compagnia irlandese low cost è simile agli avvoltoi sopra l'animale in difficoltà.

Ma che andassero a f... Piuttosto che vedere Ryanair dominare i cieli italiani lavoro gratis per una settimana!

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