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Questione Alitalia


julian

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Prime la tua risposta vale per molti utenti. Forse alcuni on si accorgono che non usare i propri mezzi per andare a lavoro è un lusso. Poi scusa se un assitente prende cosi poco come fa apermettersi una macchina da 40.000 euro?

 

Stai parlando con uno che si fa 45+45 km al giorno con la propria auto... sfondi una porta aperta ;)

 

Per la seconda domanda, ti ha già risposto paperinik :)

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Alitalia: sì degli assistenti di volo all'accordo quadro

 

ROMA - Il baratro per l'Alitalia è vicino, ma si susseguono confronti e incontri per evitare il fallimento della compagnia aerea. In questo contesto, poco fa, è arrivato il sì degli assistenti di volo dell'Anpav all'accordo quadro di Cai, già firmato da Cgil, Cisl, Uil e Ugl. L'Anpav, però, sottolinea che "l'invarianza salariale, a fronte di un aumento della produttività, è una condizione ineludibile". (Agr)

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Alitalia: sì degli assistenti di volo all'accordo quadro

 

ROMA - Il baratro per l'Alitalia è vicino, ma si susseguono confronti e incontri per evitare il fallimento della compagnia aerea. In questo contesto, poco fa, è arrivato il sì degli assistenti di volo dell'Anpav all'accordo quadro di Cai, già firmato da Cgil, Cisl, Uil e Ugl. L'Anpav, però, sottolinea che "l'invarianza salariale, a fronte di un aumento della produttività, è una condizione ineludibile". (Agr)

 

Come mai è presente la CGIL nella lista??? Epifani ha cambiato idea???

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Come mai è presente la CGIL nella lista??? Epifani ha cambiato idea???

 

No, la CGIL anche ieri aveva firmato l'accordo, ma solo per il personale di terra (che rappresenta il 49% degli iscritti, mentre la maggioranza è personale di volo: i privilegiati).

 

 

LEviathan, se sapevi che il CUD è relativo solo all'imponibile, allora evita di postare quegli articoli demagogici di Repubblica.

Modificato da paperinik
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sfogo di epifani rialsciato all'unità

 

«Abbiamo firmato per il personale di terra» che rappresentano «il 51% dei lavoratori» mentre non è stato così per il personale di volo e «non si può firmare un accordo separato se si rappresenta meno della metà dei lavoratori». E poi sarebbe stato «inimmaginabile» tentare il rilancio di Alitalia «senza la professionalità dei piloti e degli assistenti volo, che è fondamentale». E comunque, «fare uno scaricabarile di responsabilità, non è degno di un Paese civile». È il giorno di Guglielmo Epifani, il segretario della Cgil che mercoledì ha coraggiosamente scelto di non firmare l’accordo con la Cai. E segnato una rottura tra i sindacati confederali destinata a rimanere negli annali.

 

Non che la Cgil si sia tirata indietro dal tavolo senza fare proposte. Insieme ai sindacati autonomi del personale di volo, Epifani aveva presentato la sua controproposta attorno alle 13 e trenta, due ore prima della scadenza dell’ultimatum. Ma che fosse “colpa della Cgil” ormai era la versione che circolava addirittura dal giorno prima. A metterla in giro, Silvio Berlusconi. Che giovedì, quando la Cai ha annunciato il ritiro dell’offerta, c’è andato giù pesante con il sindacato.

 

In realtà, la trattativa era partita male sin dall’inizio. «Non si era mai vista prima – ricordava mercoledì Epifani – una trattativa in cui c'è stato un ultimatum al giorno, e tra un ultimatum e l'altro non si è mai lavorato sui punti importanti che andavano affrontati». Insomma, dicono anche i piloti e gli assistenti di volo: la Cai voleva fare l’affare del secolo, fare cassa sulle spalle dei lavoratori e su quelle dei contribuenti italiani, che si sarebbero accollati tutti debiti dell’azienda.

 

Certo, ora bisogna ricominciare. Il ministro Sacconi non vede vie d’uscita, perché, dice, per riavviare il negoziato «servono tutte e due le parti, ma una delle due ora non c'è più, questa la dura realtà». Ma sono in molti a credere che la partita non sia chiusa. Franco Nasso, segretario nazionale della Filt Cgil, ricorda che «l'azienda non è fallita e forse la ritirata della Cai non è definitiva. Non credo – spiega – che la partita si possa considerare chiusa a partire da quello che può fare il governo che può tentare di riannodare i fili della trattativa che si è sciolta per il modo incredibile in cui è stata condotta». Ed è lo stesso Berlusconi ad ammettere che «la Cai ha ritirato la sua offerta, ma la cordata resta in piedi».

 

il cartello più bello delle manifestazioni seguite dopo la rinuncia della CAI:

 

banditi.jpg

 

ovviamente riferito ai vertici della cordata molti dei quali pregiudicati e inaffidabili (vedi telecom)

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..............

il cartello più bello delle manifestazioni seguite dopo la rinuncia della CAI:

 

banditi.jpg

 

ovviamente riferito ai vertici della cordata molti dei quali pregiudicati e inaffidabili (vedi telecom)

Basta il giudizio che esprimi su questo cartello, per qualificarti, o meglio, per squalificarti, in maniera definitiva!!! :thumbdown::thumbdown::thumbdown:

 

 

Intanto gli italiani, dotati di cervello, giudicano e condannano i sindacati.

 

Ecco i link:

 

http://www.affaritaliani.it/economia/alita...espi190908.html

 

http://www.affaritaliani.it/economia/cresp...alia190908.html

Modificato da picpus
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Ma Picpus, tanto non lo sai che gli italiani sono un popolo di mentecatti manipolati dalle televisioni, dai giornali e dai siti web di Berlusconi?!?!?!?

 

Se 7 italiani su 10 pensano che il sindacato abbia fatto fallire la trattativa è perchè solo quei 3 su 10 che la pensano all'opposto non si sono fatti manipolare dalle informazioni, riuscendo ad attingere alla massima verità: i comizi di Di Pietro!

 

PS: tutti quei cartelli sventolati dai lavoratori iscritti alla CGIL e ai sindacati autonomi hanno una firma e una matrice ben chiara: IDV.

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ah picupus peccato ci sia questo sondaggio anche : http://temi.repubblica.it/repubblica-sondaggio?pollId=965

 

Intanto gli italiani, dotati di cervello, giudicano e condannano i sindacati.

ah si e gli altri che credono nel sindacato sono stupidi?

bel rispetto delle idee altrui e violi il regolarmento in minimo due punti

 

2 italiani su 3 dicono che è colpa della CGIL?

per fortuna non siamo ancora a quei livelli

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ah picupus peccato ci sia questo sondaggio anche : http://temi.repubblica.it/repubblica-sondaggio?pollId=965

ah si e gli altri che credono nel sindacato sono stupidi?

bel rispetto delle idee altrui e violi il regolarmento in minimo due punti

 

2 italiani su 3 dicono che è colpa della CGIL?

per fortuna non siamo ancora a quei livelli

 

appena si vota sul sito di repubblica appare questo messaggio..

 

AVVERTENZA

Questo sondaggio non ha, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di una rilevazione aperta a tutti, non basata su un campione elaborato scientificamente. Ha quindi l’unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione su un tema di attualità. Le percentuali non tengono conto dei valori decimali. In alcuni casi, quindi, la somma può risultare superiore a 100.

 

 

 

 

 

EDIT:

 

Ho appena cancellato i cookies e ho provato a rivotare e CASUALMENTE è possibile votare ancora :rotfl:

 

Quel sondaggio ha validità ZERO.

 

Senza contare che in mezza giornata un numero così elevato di persone è molto strano..oltre 150.000 votanti..

Modificato da Venon
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Ma Picpus, tanto non lo sai che gli italiani sono un popolo di mentecatti manipolati dalle televisioni, dai giornali e dai siti web di Berlusconi?!?!?!?

 

Se 7 italiani su 10 pensano che il sindacato abbia fatto fallire la trattativa è perchè solo quei 3 su 10 che la pensano all'opposto non si sono fatti manipolare dalle informazioni, riuscendo ad attingere alla massima verità: i comizi di Di Pietro!

 

PS: tutti quei cartelli sventolati dai lavoratori iscritti alla CGIL e ai sindacati autonomi hanno una firma e una matrice ben chiara: IDV.

 

 

:adorazione: :adorazione: :adorazione:

 

Quoto straquoto e riquoto. Bravo Paperinik. In UK dicono 'Bull's eye!!!'

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Alitalia, tutta l'Italia contro il sindacato. Berlusconi, impegno a tutto campo

 

Salta il tavolo, stop alle trattative. Alitalia a un passo dal fallimento. Ma la colpa, di chi è? Semplice, di Anpac e Cgil. Di coloro che hanno risposto picche all’offerta della cordata italiana. Di coloro che hanno detto no al piano di salvataggio della Cai. Più di sei italiani su dieci la pensano così. È quanto emerge dal sondaggio realizzato da Crespi ricerche, commissionato da Affaritaliani.it, secondo cui il 63,5% degli intervistati addebita ai due sindacati la responsabilità della rottura. Un dato piuttosto netto, che sembra voler dar torto a chi ha tirato troppo la corda, fino a farla spezzare. Di contro, solo il 21,4% dei potenziali elettori considera che il «disastro» sia da addebitare alla Compagnia aerea italiana. E ancora meno, il 10,8%, reputa invece responsabile il governo.................

 

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=291748

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Il fatto che sia colpa del sindacato dei piloti e della CGIL è lampante ed evidente per tutti....basta osservare le reazioni scomposte dei piloti di fronte alla disponibilità ad accordarsi con la CAI offerta questa mattina dal sindacato assistenti di volo. La CGIL invece tace perchè probabilmente si è resa conto del disastro sociale che ha causato.

 

Comunque questo stralcio del comunicato dell'ANPAC è degno di nota.

Secondo loro il contratto proposto dalla Cai ai piloti di Alitalia e condiviso da FitCisl, Uiltrasporti e UglTrasporti, in alcune parti «ha contenuti peggiorativi rispetto a quello recentemente rinnovato dalle collaboratrici domestiche, categoria per cui nutriamo il massimo rispetto e considerazione»....questi piloti non hanno davvero vergogna!

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Ecco il link ad un altro articolo, con relativi sondaggi:

 

http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=640805#news_id_640805

 

 

Alitalia, i sondaggi affondano Cgil e autonomi

 

Roma, 20 set (Velino) - Cosa pensano gli italiani degli sviluppi dell'affaire Alitalia? I risultati dei sondaggi sono, con l'eccezione di quello condotto on line da Repubblica, univoci e suonano come un severo campanello d'allarme per Cgil e sindacato piloti. Secondo un rilevamento promosso da Sky Tg24, infatti, ben il 67 per cento degli utenti del telegiornale dell'emittente satellitare crede che a questo punto sia giunta l’ora per la compagnia di bandiera di fallire. La responsabilità del fallimento delle trattative per Alitalia è, inoltre, imputabile al sindacato piloti e alla Cigl per il 63,5 per cento degli italiani. Lo rivela un sondaggio realizzato da Crespi Ricerche per il quotidiano on-line Affaritaliani.it su un campione di 800 persone. La responsabilità, in base al sondaggio, sarebbe attribuibile al governo Berlusconi soltanto per il 10,8 per cento, per il 21,4 per cento degli intervistati invece alla Cai di Roberto Colaninno. Solo il 4,3 per cento del campione risponde “non so”. A questo punto, segnala infine il sondaggio Crespi, la maggioranza relativa degli italiani, il 40,3 per cento, vuole il fallimento di Alitalia. Il 31,2 per cento, al contrario, si schiera a favore della ripresa delle trattative con la Cai e i sindacati mentre il 19,8 per cento degli intervistati auspica l'arrivo di un altro interlocutore interessato ad Alitalia. Non sa o non risponde l'8,7 per cento dei cittadini.

 

Le tendenze accertate dal sondaggio della Ekma sono sostanzialmente confermate dal sondaggio Ispo. Per Renato Mannheimer per ben il 63 per cento degli italiani il piano Fenice rappresenta l’unica alternativa al fallimento di Alitalia, mentre il 58 per cento ritiene che la proposta di Cai sia in grado di rilanciare la compagnia aerea.

 

L'isolamento della Cgil e degli "autonomi" è confermata anche dai commenti che hanno riempito il forum dedicato ala vicenda dal sito on line del Corriere della Sera. Molti se la prendono con il governo, ma i più ce l’hanno proprio con loro, i sindacati, accusati di aver fatto fallire la trattativa con il gruppo Cai per il loro “ostruzionismo”. La nomenklatura di Cgil e sindacati autonomi dell'Alitalia viene criticata perché accusata di essere “vecchia”, “obsoleta” e soprattutto preoccupata di tutelare un mercato estremamente segmentato, privilegiando chi vi è già dentro ed escludendo coloro che invece vorrebbero entrarci per la prima volta. Ma, alle forti critiche mosse alle “lobby sindacali”, non si risparmiano disapprovazioni nei confronti della stessa compagnia, un “bubbone che deve essere estirpato alla radice”, laddove solo i “raccomandati politici hanno trovato un posto”. E ancora: “L’Alitalia è la fotografia di 40 anni di disastrosa, clientelare storia sindacale. Non poteva che finire così e forse è meglio. Ora si dovrebbe veramente fare pulizia di tutti quei maestri della demagogia e della retorica che riempiono il video ad ogni occasione con dichiarazioni populistiche”.

 

Il Corriere sta inoltre conducendo un sondaggio on line al quale, sino alle 16 e 45 di sabato, hanno partecipato 400 mila navigatori che non lascia adito a dubbi su quali siano i sentimenti prevalenti del campione sul quesito se lo Stato italiano debba intervenire o no per risolvere la situazione di Alitalia. Ben il 90,8 per cento ha dato una risposta negativa.

 

Controcorrente, invece, il sondaggio della Repubblica, dove, avendo votato sempre alle 16.45 di sabato circa 300 mila italiani, solo il 19 per cento attribuisce la responsabilità della rottura al sindacato contro il 53 per cento che invece indica nel governo la responsabilità dell'eventuale fallimento delle trattative per salvare la compagnia di bandiera. Nella scala delle responsabilità, in seconda posizione le precedenti amministrazioni della compagnia (19 per cento), i dipendenti dell'Alitalia (5 per cento), il governo Prodi (2 per cento) e la cordata di imprenditori privati (1 per cento).

 

- - - - - - - - - -

 

:rotfl::rotfl:Chissà come si spiega il risultato del sondaggio di "Repubblica"?! Che ne pensi Venon?! Forse sarà per i motivi da te indicati nell'EDIT del messaggio n° 311?! :thumbdown::furioso:

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Sentite so che è difficile ma, per favore, invece di criticare in toto i sindacati, potete usare la parola CGIL?

La UIL e la CISL l'hanno firmato il contratto e secondo me ne usciranno notevolmente rinforzati da questa crisi. Idem per l'UGL che per la prima volta è riuscita a farsi ammettere nel club dei sindacati maggiori.

 

Ripeto, comportamento, giudizio ed opinione della CGIL sono una cosa. Comportamento, giudizio ed opinione di CISL-UIL sono cosa ben diversa

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Sentite so che è difficile ma, per favore, invece di criticare in toto i sindacati, potete usare la parola CGIL?

La UIL e la CISL l'hanno firmato il contratto e secondo me ne usciranno notevolmente rinforzati da questa crisi. Idem per l'UGL che per la prima volta è riuscita a farsi ammettere nel club dei sindacati maggiori.

 

Ripeto, comportamento, giudizio ed opinione della CGIL sono una cosa. Comportamento, giudizio ed opinione di CISL-UIL sono cosa ben diversa

 

Precisazione corretta ma abbastanza superflua....è evidente che i sindacati a cui si imputa la colpa di questo disastro sociale non sono i due confederali FitCISL e UILtrasporti o l'importante UGLTrasporti. E' sufficiente leggere qualche post precedente per capire che le critiche di questo forum (così come della stragrande maggioranza del popolo italiano) sono rivolte ai soli sindacati che si sono comportati in modo irresponsabile (per usare un eufemismo), ovvero:

 

-CGIL

-ANPAC

-UP

-ANPAV

-AVIA

-SDL

 

Questi qua sopra sono i sindacati criminali (che hanno ucciso o tentato di uccidere Alitalia).

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Ecco il link ad un altro articolo, con relativi sondaggi:

 

http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=640805#news_id_640805

Alitalia, i sondaggi affondano Cgil e autonomi

 

Roma, 20 set (Velino) - Cosa pensano gli italiani degli sviluppi dell'affaire Alitalia? I risultati dei sondaggi sono, con l'eccezione di quello condotto on line da Repubblica, univoci e suonano come un severo campanello d'allarme per Cgil e sindacato piloti. Secondo un rilevamento promosso da Sky Tg24, infatti, ben il 67 per cento degli utenti del telegiornale dell'emittente satellitare crede che a questo punto sia giunta l’ora per la compagnia di bandiera di fallire. La responsabilità del fallimento delle trattative per Alitalia è, inoltre, imputabile al sindacato piloti e alla Cigl per il 63,5 per cento degli italiani. Lo rivela un sondaggio realizzato da Crespi Ricerche per il quotidiano on-line Affaritaliani.it su un campione di 800 persone. La responsabilità, in base al sondaggio, sarebbe attribuibile al governo Berlusconi soltanto per il 10,8 per cento, per il 21,4 per cento degli intervistati invece alla Cai di Roberto Colaninno. Solo il 4,3 per cento del campione risponde “non so”. A questo punto, segnala infine il sondaggio Crespi, la maggioranza relativa degli italiani, il 40,3 per cento, vuole il fallimento di Alitalia. Il 31,2 per cento, al contrario, si schiera a favore della ripresa delle trattative con la Cai e i sindacati mentre il 19,8 per cento degli intervistati auspica l'arrivo di un altro interlocutore interessato ad Alitalia. Non sa o non risponde l'8,7 per cento dei cittadini.

 

Le tendenze accertate dal sondaggio della Ekma sono sostanzialmente confermate dal sondaggio Ispo. Per Renato Mannheimer per ben il 63 per cento degli italiani il piano Fenice rappresenta l’unica alternativa al fallimento di Alitalia, mentre il 58 per cento ritiene che la proposta di Cai sia in grado di rilanciare la compagnia aerea.

 

L'isolamento della Cgil e degli "autonomi" è confermata anche dai commenti che hanno riempito il forum dedicato ala vicenda dal sito on line del Corriere della Sera. Molti se la prendono con il governo, ma i più ce l’hanno proprio con loro, i sindacati, accusati di aver fatto fallire la trattativa con il gruppo Cai per il loro “ostruzionismo”. La nomenklatura di Cgil e sindacati autonomi dell'Alitalia viene criticata perché accusata di essere “vecchia”, “obsoleta” e soprattutto preoccupata di tutelare un mercato estremamente segmentato, privilegiando chi vi è già dentro ed escludendo coloro che invece vorrebbero entrarci per la prima volta. Ma, alle forti critiche mosse alle “lobby sindacali”, non si risparmiano disapprovazioni nei confronti della stessa compagnia, un “bubbone che deve essere estirpato alla radice”, laddove solo i “raccomandati politici hanno trovato un posto”. E ancora: “L’Alitalia è la fotografia di 40 anni di disastrosa, clientelare storia sindacale. Non poteva che finire così e forse è meglio. Ora si dovrebbe veramente fare pulizia di tutti quei maestri della demagogia e della retorica che riempiono il video ad ogni occasione con dichiarazioni populistiche”.

 

Il Corriere sta inoltre conducendo un sondaggio on line al quale, sino alle 16 e 45 di sabato, hanno partecipato 400 mila navigatori che non lascia adito a dubbi su quali siano i sentimenti prevalenti del campione sul quesito se lo Stato italiano debba intervenire o no per risolvere la situazione di Alitalia. Ben il 90,8 per cento ha dato una risposta negativa.

 

Controcorrente, invece, il sondaggio della Repubblica, dove, avendo votato sempre alle 16.45 di sabato circa 300 mila italiani, solo il 19 per cento attribuisce la responsabilità della rottura al sindacato contro il 53 per cento che invece indica nel governo la responsabilità dell'eventuale fallimento delle trattative per salvare la compagnia di bandiera. Nella scala delle responsabilità, in seconda posizione le precedenti amministrazioni della compagnia (19 per cento), i dipendenti dell'Alitalia (5 per cento), il governo Prodi (2 per cento) e la cordata di imprenditori privati (1 per cento).

 

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:rotfl::rotfl:Chissà come si spiega il risultato del sondaggio di "Repubblica"?! Che ne pensi Venon?! Forse sarà per i motivi da te indicati nell'EDIT del messaggio n° 311?! :thumbdown::furioso:

 

 

Se siamo già saliti a 300.000....forse si :rotfl:

 

Quasi quasi mi metto a votare a rotella per le prossime due ore..così ribalto il risultato :okok:

 

 

 

 

 

 

 

 

X PAPERINIK!

 

Vista la tua conoscenza della materia, volevo chiederti più o meno l'influenza delle varie sigle sindacali coinvolte [sono 9 giusto?]..in pratica le percentuali di iscritti a ogni sigla.

 

Leggevo inoltre che su 20000 dipendendi solo 12000 sono iscritti ai sindacati..è corretto?

Modificato da Venon
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Se siamo già saliti a 300.000....forse si :rotfl:

 

Quasi quasi mi metto a votare a rotella per le prossime due ore..così ribalto il risultato :okok:

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Si, anch'io ho provato ieri a votare più volte: è facilissimo farlo!!! Che vergogna!!!

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Venon, non so dirti -in tutta sincerità- quanti siano i dipendenti effettivamente iscritti al sindacato. Posso dire al riguardo che Alitalia è tradizionalmente azienda fortemente sindacalizzata (si può affermare senza alcuna difficoltà che la politica aziendale degli ultimi 10 anni è stata decisa non dal consiglio d'amministrazione ma dai sindacati, in primis quello dei piloti).

 

Riguardo all'influenza e quindi alle responsabilità di questo disastro sociale invece posso darti una risposta precisa.

 

Delle 9 sigle sindacali presenti all'interno di Alitalia paradossalmente le 4 confederali -CGIL, CISL, UIL e la più recente UGL- non sono quelle più importanti, o meglio non sono quelle che tradizionalmente hanno determinato le vicende contrattuali dell'azienda. Tuttavia il loro peso politico, com'è ovvio, è ugualmente importantissimo (questa è la ragione per cui il rifiuto della CGIL è stato determinate, poichè ha fatto perdere significato al consenso prestato dalle altre 3 sigle).

Vi sono poi le 5 sigle indipendenti, 4 del personale di volo (ANPAC, UP, ANPAV, AVIA) e 1 del personale di terra (SDL).

 

i 4 del personale di volo sono divisi in due, da una parte ANPAC e UP che raggruppano i piloti, dall'altra ANPAV e AVIA che ragguppano hostess e steward.

Sono proprio questi 4 sindacati (specialmente i due dei piloti) ad aver fatto da sempre il bello ed il cattivo tempo in Alitalia. Di fatto non c'è stata decisione, più o meno importante, in Alitalia che non sia stata presa con il consenso dei piloti. In alcuni casi limite addirittura per adottare determinate scelte è stato necessario patteggiare con i piloti accordando loro benefici e privilegi di vario tipo, dietro la minaccia incombente dello sciopero (voglio ricordare in questa sede che lo sciopero è effettivamente un diritto del lavoratore, ma in Alitalia si è trasformato in uno strumento ricattatorio; e ciò è evidente poichè se il personale di volo non lavora gli aerei non volano e l'azienda perde milioni di euro al giorno). Sono proprio i piloti a non voler chiudere in nessun modo la trattativa con CAI perchè sono consci del fatto che i privilegi che gli sono riconosciuti attualmente non verrebbero garantiti in alcun modo da nessun imprenditore privato. Basti vedere inoltre le reazioni scomposte che hanno avuto ieri quando uno dei due sindacati (mi pare AVIA) delle hostess e steward si è detto disponibile a siglare con CAI.

 

D'altra parte perfino la CGIL ha puntato il dito contro di loro: Epifani -che ormai ha trasformato il sindacato in una estensione del partito comunista- ha dichiarato che gli è stato impossibile prestare il consenso all'accordo della CAI poichè la maggioranza dei suoi iscritti appartengono al personale navigante e le regole del sindacato vietano di chiudere qualsiasi trattativa senza la rapprsentenza della maggioranza degli iscritti al sindacato stesso. Tradotto significa: nella CGIL c'è un 49% di iscritti del personale di terra disposto a concludere con CAI, ma siccome il 51% è personale navigante che invece si rifiuta, la CGIL è costretta a non firmare. CAZ*ATE! In questo modo subdolo Epifani cerca di chiamarsi fuori, ma ormai gli italiani hanno capito perfettamente le sue responsabilità e lo puniranno a dovere.

 

In ultimo c'è lo SDL, una sigla indipendente di fortissima tendenza a sinistra (di fatto nasce dal vecchio Sult -sindacato che definire comunista è un eufemismo- e dai Cobas). In esso sono iscritti principalmente lavoratori del personale di terra. fortunatamente in Alitalia non ha un numero elevato di iscritti, anche perchè tradizionalmente quelli del Sult erano i primi a scioperare.

 

DI FRONTE A QUESTO PANORAMA, RISULTA CHIARO PERCHE' SIA AF/KLM -PRIMA- CHE CAI -POI- AVEVANO POSTO COME CONDIZIONE PROPEDEUTICA E NON TRATTABILE CHE IL PIANO DI RILANCIO VENISSE PRIMA FIRMATO DA TUTTI I SINDACATI???????

E C'E' ANCORA QUALCUNO CHE CREDE CHE AF/KLM SI E' RITIRATA PER COLPA DI BERLUSCONI (IL QUALE SI DICHIARO' CERTAMENTE CONTRARIO ALLA CESSIONE AI FRANCESI, MA ASSICURO' CHE SE PRODI AVESSE CONCLUSO CON AF/KLM IL SUO GOVERNO, IN CASO DI VITTORIA ALLE URNE, AVREBBE DATO SEGUITO ALLA PROCEDURA DI VENDITA)!

 

QUESTA DICHIARAZIONE DI ENRICO LETTA MI CAPITA PROPRIO A FAGIULO:

Enrico Letta, ministro ombra del Welfare del principale partito di opposizione, dice sulla "Stampa": «Spero che il sindacato sia pentito di avere detto no (all'accordo con Air France): dovrebbe saper spiegare alla base che oggi come allora il compromesso è necessario».
Modificato da paperinik
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La bolla delle illusioni

 

BARBARA SPINELLI

Il baratro di cui ha parlato Berlusconi, giovedì quando s’è rotto il negoziato Alitalia e la cordata Colaninno ha ritirato la propria offerta, è la condizione in cui ci si trova ogni qual volta la realtà si vendica sull’illusione, che più o meno lungamente aveva abbagliato e confuso le menti. Ogni disincanto genera baratri. La grande illusione esiste anche nel mondo della finanza ed è chiamata bolla: proprio in questi giorni, anch’essa sta scoppiando nelle mani di chi per decenni l’aveva dilatata, fino a scambiarla col reale. Il motore dell’illusione è la distorsione della realtà, ed è il motivo per cui si può parlare di bolla della menzogna per Alitalia e di bolla delle false credenze per la finanza. Come quando è fatta di sapone, la bolla ti avvolge con una membrana trasparente, che ti sconnette dal reale.

 

Più enormi le illusioni, più durevole la bolla e più brutale lo scoppio. Per questo è importante esplorare il passato, anche se presente e futuro sono prioritari. L’anamnesi della bolla aiuta a capire il momento in cui l’illusione non solo cancella il principio di realtà, ma crea realtà affatto nuove che pesano ancora: una tentazione che non è di ieri ma di sempre, essendo le false credenze loro ingrediente essenziale. La bolla Alitalia s’è palesata non solo alla fine del governo Prodi, ma anche quando ha preso corpo la cordata Colaninno. L’alternativa berlusconiana poteva riuscire, ma essendo nata come bolla aveva bisogno di menzogne e queste non sono state ininfluenti sul negoziato. Ogni volta che il premier parlava (l’ultima a Porta a Porta, il 15 settembre), le contro-verità per forza riaffioravano facendo riemergere il passato ineluttabilmente. Le contro-verità sono almeno sei. Primo, non è vero che le promesse elettorali sono state mantenute: Berlusconi aveva garantito soluzioni migliori rispetto a Air France, e la Cai è certo un rimedio ma non migliore. Secondo, i costi erano ben più alti: sia per i licenziamenti; sia per il futuro mondiale della compagnia (l’italianità era garantita, non una compagnia competitiva nel mondo); sia per il prezzo pagato dai contribuenti. L’economista Carlo Scarpa ha calcolato, sul sito La Voce, che lo Stato - i contribuenti - devono pagare nel piano CAI 2,9 miliardi di euro. Terzo, non è vero che non ci sarebbero stati stipendi diminuiti ma solo aumenti di produttività, come detto dal premier: altrimenti il negoziato non si sarebbe bloccato su questo. Quarto, non è vero che Berlusconi non avrebbe impedito l’accordo Air France: il premier disse pubblicamente che l’avrebbe revocato, se vittorioso alle urne. Quinto, Air France non prevedeva 7000 licenziati ma 2150. Sesto, non è Berlusconi a poter lamentare l’uso politico spinto del caso Alitalia. Rammentare illusioni e contro-verità non è vano perché mostra la stoffa di cui son fatte le bolle: in economia, in politica, nell’individuo. La bolla infatti crea una realtà in cui si finisce per credere, e che diventa realtà: magari virtuale - un’ombra, un’ideologia - ma che incide sulla vita. Chi la dilata comincia a ignorare la membrana e influenza gli attori circostanti. Ogni metafora naturalmente ha difetti, anch’essa deve fare i conti con il reale. Ma l’euforia di illusioni e false credenze è il tessuto della bolla, e se è vero quello che dice Erasmo - la menzogna ha cento volte più presa sull’uomo della verità - la sua potenza non va sottovalutata. La crisi finanziaria è bolla specialmente deleteria: perché ha ramificazioni più vaste e antiche, legate a illusioni sul potere unilaterale Usa e sulla sua pretesa di poter fare da sé. È il morbo descritto nell’ultimo libro di George Soros, il finanziere che s’ispira alla teoria della fallibilità di Popper (The New Paradigm for Financial Markets, 2008). La bolla è centrale nella sua analisi, ed egli la scorge nella crisi dei mutui, dell’economia, della politica estera Usa. All’origine un peccato originale: il doppio fondamentalismo del libero mercato e della superpotenza unica. Nella finanza la grande illusione è stata la seguente: i prezzi di vari prodotti (alta tecnologia, case) sarebbero cresciuti indefinitamente, e l’aspettativa di tale crescita li avrebbe ancor più aumentati. Niente li frenava, visto che i tassi restavano bassi e si moltiplicavano mutui a prezzi attraenti anche se irrealistici. Tale deformazione del mercato, Soros la chiama self-fulfilling prophecy (profezia che si autorealizza) del pensiero manipolatore. Esso pesa sulla realtà sino a stravolgere insidiosamente il rapporto tra domanda e offerta: il finanziere parla di interferenza «riflessiva» tra percezioni distorcenti e fatti reali (questi riflettono la manipolazione e ne vengono trasformati). La profezia che si autorealizza avviene quando la narrazione del reale schiaccia il reale: il vero è sostituito dal racconto. Il postmoderno ha molte affinità con quest’illusione, così simile alle ideologie che affogano il reale nella sua narrativa. Soros denuncia la complicità tra postmoderno e Bush, ma la complicità vale anche per Berlusconi e Alitalia. Un episodio lo comprova, raccontato anni fa dal giornalista Ron Suskind. Già nel 2002, prima della guerra irachena, un consigliere di Bush gli disse: «Il mondo funziona ormai in modo completamente diverso da come immaginano illuministi e empiristi. Noi siamo ormai un impero, e quando agiamo creiamo una nostra realtà. Una realtà che voi osservatori studiate, e sulla quale poi ne creiamo altre che voi studierete ancora» (New York Times, 17-10-2004. Il consigliere sarebbe Karl Rove). Chi non s’adegua è accusato d’appartenere alla reality-based community: comunità antiquata perché interessata alla realtà anziché alla credenza. La comunità realista s’inquieta per le conseguenze della bolla: Iraq, caos afghano, Iran in ascesa, crollo della borsa, declino del dollaro, debolezza mondiale Usa. Chi vive nella bolla non bada a conseguenze, fino a quando la realtà si vendica. Le bugie possono avere gambe molto più lunghe del proverbio: ma non infinitamente lunghe. Chi vive in una bolla è come stregato. Pensa che la profezia si autorealizzi, nel male o nel bene. In Italia abitano il sogno Berlusconi ma anche Cgil e parte dei dipendenti Alitalia. In America il sogno non è meno forte: sia all’inizio, quando milioni di cittadini credettero nella bugia di mutui troppo facili, sia dopo l’infrangersi dell’illusione col piano di salvataggio che trasforma lo Stato in infermiere. Chi vive nella bolla pensa che il mercato prima o poi riequilibrerà domanda e offerta, non si cura degli effetti della bolla né di quelli della bolla scoppiata. L’illusione permane, quando le perdite (di Alitalia o delle compagnie Usa) son convogliate verso bad companies magari salvifiche, e però finanziate dal contribuente. Chi vive nella bolla ha infine e soprattutto l’impressione di poter correre ogni sorta di rischio: in particolare quello che nell’assicurazione si chiama moral hazard, azzardo morale. Si può dar fuoco alla propria casa, tanto siamo coperti. Si può fumare a letto se siamo assicurati dall’incendio, anche se magari nelle fiamme moriremo. Il moral hazard diventa un pericolo nazionale, quando un governo gioca con l’inaffondabilità di un’impresa - l’Alitalia - fidando sul fatto che alla fine pagherà il cittadino. Diventa un pericolo mondiale, quando a correrlo è una superpotenza convinta di dominare il mondo incontrastata, anche se ormai domina poco. Tutto è permesso: tanto siamo i più forti, simili a dèi; o siamo assicurati, il che consente impunità e irresponsabilità. Dicono che il mercato vero deve riprendere il sopravvento. Non so se sia il mercato, visto che il fondamentalismo ne ha fatto uno stendardo. Sono la realtà e la cittadinanza e l'informazione attenta ai fatti (la reality-based community) che devono sgonfiare le bolle, una dopo l’altra.

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Inutile dire quanto schifo mi stia facendo questo scaricabarile di responsabilità. Io spero ancora che CAI si ripresenti, se lo rifacesse, scommetto che non vedremo opporre un altro niet. L'ANPAC, ora come ora, si ritrova spalle al muro. Spero tanto che quei privilegiati, che non meriterebbero neanche la cassa integrazione per un paio di minuti, la smettano di fare bieco ostruzionismo.

 

Per chi difende ancora la CGIL e l'ANPAV: potremmo analzzare insieme la contro-proposta fatta a qualche secondo dallo scadere dell'ultimatum? Epifani, inoltre, ha detto che la trattativa non si può fare a suon di ultimatum. Bene: ci sono altri offerenti che di ultimatum non ne fanno? Non mi sembra.

Modificato da Tuccio14
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Venon, non so dirti -in tutta sincerità- quanti siano i dipendenti effettivamente iscritti al sindacato. Posso dire al riguardo che Alitalia è tradizionalmente azienda fortemente sindacalizzata (si può affermare senza alcuna difficoltà che la politica aziendale degli ultimi 10 anni è stata decisa non dal consiglio d'amministrazione ma dai sindacati, in primis quello dei piloti).

 

Riguardo all'influenza e quindi alle responsabilità di questo disastro sociale invece posso darti una risposta precisa.

 

Delle 9 sigle sindacali presenti all'interno di Alitalia paradossalmente le 4 confederali -CGIL, CISL, UIL e la più recente UGL- non sono quelle più importanti, o meglio non sono quelle che tradizionalmente hanno determinato le vicende contrattuali dell'azienda. Tuttavia il loro peso politico, com'è ovvio, è ugualmente importantissimo (questa è la ragione per cui il rifiuto della CGIL è stato determinate, poichè ha fatto perdere significato al consenso prestato dalle altre 3 sigle).

Vi sono poi le 5 sigle indipendenti, 4 del personale di volo (ANPAC, UP, ANPAV, AVIA) e 1 del personale di terra (SDL).

 

i 4 del personale di volo sono divisi in due, da una parte ANPAC e UP che raggruppano i piloti, dall'altra ANPAV e AVIA che ragguppano hostess e steward.

Sono proprio questi 4 sindacati (specialmente i due dei piloti) ad aver fatto da sempre il bello ed il cattivo tempo in Alitalia. Di fatto non c'è stata decisione, più o meno importante, in Alitalia che non sia stata presa con il consenso dei piloti. In alcuni casi limite addirittura per adottare determinate scelte è stato necessario patteggiare con i piloti accordando loro benefici e privilegi di vario tipo, dietro la minaccia incombente dello sciopero (voglio ricordare in questa sede che lo sciopero è effettivamente un diritto del lavoratore, ma in Alitalia si è trasformato in uno strumento ricattatorio; e ciò è evidente poichè se il personale di volo non lavora gli aerei non volano e l'azienda perde milioni di euro al giorno). Sono proprio i piloti a non voler chiudere in nessun modo la trattativa con CAI perchè sono consci del fatto che i privilegi che gli sono riconosciuti attualmente non verrebbero garantiti in alcun modo da nessun imprenditore privato. Basti vedere inoltre le reazioni scomposte che hanno avuto ieri quando uno dei due sindacati (mi pare AVIA) delle hostess e steward si è detto disponibile a siglare con CAI.

 

D'altra parte perfino la CGIL ha puntato il dito contro di loro: Epifani -che ormai ha trasformato il sindacato in una estensione del partito comunista- ha dichiarato che gli è stato impossibile prestare il consenso all'accordo della CAI poichè la maggioranza dei suoi iscritti appartengono al personale navigante e le regole del sindacato vietano di chiudere qualsiasi trattativa senza la rapprsentenza della maggioranza degli iscritti al sindacato stesso. Tradotto significa: nella CGIL c'è un 49% di iscritti del personale di terra disposto a concludere con CAI, ma siccome il 51% è personale navigante che invece si rifiuta, la CGIL è costretta a non firmare. CAZ*ATE! In questo modo subdolo Epifani cerca di chiamarsi fuori, ma ormai gli italiani hanno capito perfettamente le sue responsabilità e lo puniranno a dovere.

 

In ultimo c'è lo SDL, una sigla indipendente di fortissima tendenza a sinistra (di fatto nasce dal vecchio Sult -sindacato che definire comunista è un eufemismo- e dai Cobas). In esso sono iscritti principalmente lavoratori del personale di terra. fortunatamente in Alitalia non ha un numero elevato di iscritti, anche perchè tradizionalmente quelli del Sult erano i primi a scioperare.

 

DI FRONTE A QUESTO PANORAMA, RISULTA CHIARO PERCHE' SIA AF/KLM -PRIMA- CHE CAI -POI- AVEVANO POSTO COME CONDIZIONE PROPEDEUTICA E NON TRATTABILE CHE IL PIANO DI RILANCIO VENISSE PRIMA FIRMATO DA TUTTI I SINDACATI???????

E C'E' ANCORA QUALCUNO CHE CREDE CHE AF/KLM SI E' RITIRATA PER COLPA DI BERLUSCONI (IL QUALE SI DICHIARO' CERTAMENTE CONTRARIO ALLA CESSIONE AI FRANCESI, MA ASSICURO' CHE SE PRODI AVESSE CONCLUSO CON AF/KLM IL SUO GOVERNO, IN CASO DI VITTORIA ALLE URNE, AVREBBE DATO SEGUITO ALLA PROCEDURA DI VENDITA)!

 

QUESTA DICHIARAZIONE DI ENRICO LETTA MI CAPITA PROPRIO A FAGIULO:

 

 

Ti ringrazio per la celere ed esauriente risposta.

 

Inutile dire che lo schifo per la situazione cresce sempre di più :thumbdown::(

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Tuccio, mi spiace ma dell'articolo da te postato condivido ben poco. L'autrice ha ben poco presente il piano proposto da Air France/Klm se scrive certe cose.

 

E' vero che gli esuberi previsti dai francesi erano 2100/2500 (inizialmente 1700), ma non si può tralasciare il fatto che Air France pretendeva che 7000 dipendenti circa venissero assorbiti da Fintecna (cioè lo Stato). Sia la Cai che AF/KLM erano ben consci che per rilanciare concretamente Alitalia dei 20.000/21.000 dipendenti di AZ 8.000/9.000 andavano tagliati....è triste a dirsi ma prendere o lasciare. L'attività di impresa deve essere remunerativa, Alitalia con 21.000 dipendenti non è remunerativa.

 

In secondo luogo Berlusconi disse l'esatto contrario: si sarebbe opposto in ogni modo alla cessione ad AF/KLM ma avrebbe accettato, in caso di vittoria alle urne, l'esito della trattativa del Governo prodi, qualunque esso fosse stato. Il centrodestra ha dimostrato a più riprese di non essere disfattista rispetto alle politiche attuate in precedenza da governi di segno opposto (cosa che non si può dire per il centrosinistra, sempre pronto a cancellare quanto fatto dall'avversario politico).

 

In terzo luogo non è assolutamente certo che AF/KLM avrebbe fatto di AZ un vettore internazionale di primo piano. Anzi, per chi è del settore i segnali erano proprio l'opposto: AZ come vettore influente nel mediterraneo e medio oriente, lasciando invece le destinazioni intercontinatali ad appannaggio di AF e KLM. Ed invece non si capisce per quale ragione l'autrice dell'articolo scrive che il piano CAI ridimensionava Alitalia: non è affatto vero. Anzi! La Cai voleva nell'immediato aumentare le destinazioni intercontinentali di almeno 2 nuove rotte (e per una azienda in crisi è un segnale molto positivo) e acquistare in 5 anni ben 60 aerei nuovi. Certamente il numero complessivo di velivoli della flotta AZ sarebbe diminuito ma non va dimenticato che ad essa si sarebbe affiancata la flotta di Air One. Un conto è ottimizzare la gestione delle risorse, altro conto è ridimensionare le risorse. La CAI avrebbe voluto ottimizzare (com'è giusto che sia visto che sono imprenditori).

 

Quarto: l'economista Scarpa non può fare previsioni troppo accurate, poichè non è attualmente possibile valutare quanto sarà efficace l'azione di liquidazione della bad Company.

 

Ultimo chiudo informando che lunedì e martedì il commissario Fantozzi pubblicherà sul sito ufficiale dell'Alitalia e sui principali quotidiani nazionali un'offerta di vendita pubblica. Questa mossa è volta a garantire che il Governo non sta priilegiando nessuno e a dimostrare che non c'è -al momento- nessuna altra alternativa concreta alla CAI (se non il fallimento). Speriamo che i piloti e gli assistenti di volo vedendo quelle pagine capiscano -una volta per tutte- che, al contrario di quello che va ciarlando Epifani, NON ESISTE ALCUNA OFFERTA ALTERNATIVA DA PARTE DI NESSUNA LINEA AEREA EUROPEA (lo hanno confermato oggi perfino D'Alema, Letta e Rutelli).

Modificato da paperinik
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Ma infatti paperinik non l'ho postato perchè lo condivido, anzi mi aspettavo proprio commenti come il Tuo. :)

 

E' palese che di alternative non ce ne sono, infatti io detesto il dire no senza dare alternative. Ed è quello che i sindacati hanno fatto durante la passione della compagnia di bandiera. Suggerisco, ai sostenitori della proposta AF/KLM, "piangitori" di latte versato, di rileggersi un po' di post di questo topic (anch'io ho dovuto cambiare idea, soprattutto grazie alle analisi di pk ;) ).

Modificato da Tuccio14
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