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Partito democratico / della libertà


VittorioVeneto

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Partecipanti più attivi

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cercano di copiare il PD pure sulle candidature sono disperati e la forbice che ci riduce ogni giorno fa star male berlusconi: gli sono caduti tutti i lifting

 

Le candidature di Ciarrapico e Bittarelli nel PDL sono a dir poco imbarazzanti e dimostrano come il metro adottato nella scelta dei candidati sia unicamente quello del “tutto fa brodo”. – Lo dichiara l’on. Silvana Mura deputata di Idv - Ciarrapico è stato un andreottiano di lungo corso, è un sedicente fascista convinto e non pentito che per non farsi mancare nulla sì è beccato pure una condanna per finanziamento illecito ai partiti. Bittarelli, invece, è il Masaniello romano che ha infiammato i tassisti contro le liberalizzazioni, bloccando la città per giorni, mentre lui, come rivelò il Corriere della Sera, si attrezzava per utilizzare al meglio le occasioni offerte dal decreto Bersani, chiaramente senza farlo sapere alla gente che mandava in piazza. Impossibile a fronte di queste candidature non sottolineare che chi avrebbe dovuto rappresentare la società civile, come Vittoria Brambilla, sia stata politicamente sedotta e abbandonata con soli 5 miseri seggi destinati ai Circoli della Libertà.

silvana Mura Italia dei valori

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80% dei precedenti parlamentari ricandidati nelle liste del PdL (prima pagina del Corriere.it

 

Basti questo a far vedere dove sta chi vuole innovare

 

Guardate mannaggia che non riesco ad andare a votare

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Dail sole 24 ore

 

Irpef, le promesse per le famiglie del Pd e del Pdl

di Gianni Trovati

 

È l'Irpef l'arma fiscale più utilizzata da Partito democratico e Popolo della libertà per contendersi fette di consenso determinanti alle elezioni politiche del 13 aprile.

Uscita sostanzialmente intatta dalla Finanziaria 2008, l'imposta sui redditi campeggia nei programmi dei partiti più ampi, con due pacchetti ricchissimi di proposte. Entrambi puntati sul minimo comun denominatore della famiglia che, anche nella differenza delle misure elaborate dagli staff fiscali di Veltroni e Berlusconi, è la protagonista indiscussa delle promesse fiscali. Dal punto di vista dei costi a regime, i due piani (almeno nell'ambito delle misure quantificabili) si equivalgono, oscillando a regime fra i 20 e i 30 miliardi ciascuno, a cui vanno aggiunti gli alleggerimenti fiscali legati alla casa (si veda la pagina a fianco). Gli effetti concreti sul bilancio familiare, invece, dipendono dalla situazione dei singoli contribuenti e attendono anche una più puntuale definizione dei dettagli per essere misurate. Compatibilità economiche permettendo, ovviamente.

Aliquote al ribasso

Gli interventi previsti sono tanti, ma in entrambi i piani la misura dei benefici sperati determina una gerarchia precisa. Nella proposta targata Pd, il posto d'onore spetta al piano triennale di taglio di tutte le aliquote Irpef, che prevede una limatura di un punto percentuale ogni anno a partire dal 2008. In valore assoluto, ovviamente, gli effetti crescono insieme al reddito, offrendo un risparmio a regime (in termini di imposta lorda) tra i 300 euro destinati a chi ne guadagna 10mila e i 3mila per chi ha un reddito di 100mila.

Nei programmi di Walter Veltroni, la limatura delle aliquote si accompagna a un intervento destinato al solo lavoro dipendente, mirato a rendere stabile e automatico il meccanismo di restituzione del «fiscal drag», cioè dell'incremento del prelievo dovuto all'inflazione e non agli aumenti reali del reddito. Questo recupero dovrebbe avvenire attraverso un aumento delle detrazioni, rapportato all'inflazione del periodo. Un beneficio, dunque, progressivo, perché le detrazioni per il lavoro dipendente si concentrano nelle fasce di reddito più basse. Il Pd afferma di voler avviare i recuperi già dal 2008: con un aumento delle detrazioni pari all'inflazione programmata, il beneficio iniziale per un reddito di 20mila euro sarebbe di 23 euro, mentre un reddito doppio si dovrebbe accontentare di 10 euro. Piccole somme, che però avvierebbero una misura fissa annuale.

Il quoziente familiare

Nella proposta del Pdl, invece, a primeggiare è il «quoziente familiare», che abbatte l'imposta in base al numero dei componenti il nucleo familiare (per il meccanismo si veda il grafico in pagina). I vantaggi effettivi dipendono dalle modalità di applicazione (il programma del Pdl parla solo di «graduale introduzione» del nuovo sistema), ma sono comunque consistenti. Soprattutto, naturalmente, per le famiglie in cui c'è un solo reddito, perché il nostro sistema fiscale ignora la composizione dei redditi nella famiglia e uno stipendio da 60mila euro l'anno che mantiene coniuge e un figlio è tassato molto più rispetto a due stipendi da 30mila. Al primo contribuente, infatti, l'Erario chiede oggi 18.630 euro l'anno, mentre nel secondo caso si accontenta di 13.220: il Fisco «alla francese», nell'ipotesi di una trasposizione fedele al quoziente familiare transalpino, fermerebbe le sue richieste a quota 12.107,50 euro. Per un lavoratore con il coniuge e due figli a carico, il beneficio rispetto al sistema attuale può sfiorare addirittura i 10mila euro l'anno, nel caso di un reddito da 100mila euro. Un sogno, che ha costi importanti e che già in passato si era affacciato in proposte di legge (sei, nell'ultima legislatura, scritte da entrambi i poli) mai approdate alla discussione.

Le misure comuni

Su alcuni punti, poi, le strade tracciate dai due programmi si intersecano. Come accade per la quota di salari prodotta dalla contrattazione integrativa e legata a fattori di produttività, che sia il Pdl sia il Pd vogliono alleggerire dal carico fiscale. Sulle componenti accessorie del salario, è più ricco il menu offerto dal Pdl, che mette sul piatto anche la progressiva detassazione di straordinari e tredicesime. Una misura che farebbe uscire dal mirino del Fisco almeno il 5-10% del reddito da lavoro e che, essendo almeno in parte legata a una quota fissa (la tredicesima), vedrebbe aumentare i suoi effetti al crescere del reddito.

I bambini

In proposte così concentrate sulla famiglia, poi, non potevano mancare capitoli ad hoc per i figli. Veltroni punta su una dote fiscale (base di 2.500 euro per il primo figlio, da variare progressivamente con il reddito), mentre per Berlusconi è tempo di rispolverare il bonus bebé, l'assegno una tantum (nella sua prima versione fu di mille euro) che saluta la nascita di ogni figlio.

 

irpef2.jpg

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Guardate mannaggia che non riesco ad andare a votare

 

Capisco lo sconforto, ma purtroppo andare a votare è uno dei pochi modi che il semplice cittadino ha per partecipare alla vita politica, uno dei pochi momenti in cui si realizza una democrazia politica compiutamente. Per quanto ritenga che la vita nei paesi democratici sia indubbiamente la migliore, credo che anche in tutte le democrazie occidentali sia molto difficile parlare di democrazia reale e compiuta (sappiamo quanto contino potere, denaro, media, interessi delle più svariate lobbies) nella sua visione più alta e, probabilmente, ideale/idealizzata...ma d'altronde la democrazia è pressochè sempre una democrazia rappresentativa con i vantaggi e gli svantaggi che ciò comporta.

A parte questo pensa almeno che se andassi a votare potresti prendertela con qualcuno a buon diritto, se non andassi anche recriminazioni, incazzature e bestemmie non avresti alcun titolo per pronunciarle ;) ... e poi, chissà, magari sei fortunato e potrai anche votare quella parte che, per una volta, magari, non faccia danni.

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Ho chiesto gente; sapete qua siamo una ventina di italiani; possono votare all'estero:

- chi ha la residenza all'estero, nelle liste della circoscrizione estero

- chi ha la residenza in Italia ed è 1) un diplomatico, 2) un militare, 3) un professore universitario

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Lo ammette lui stesso. Vuole assumere decisioni che «non saranno accettate pacificamente da tutti i cittadini». In una parola: tornare alla riforma Maroni delle pensioni. O se possibile anche peggio. Perché il leader del Popolo delle Libertà, di fronte alla platea di Confcommercio a Cernobbio, non si limita ad accusare il governo Prodi ad «aver squilibrato l'intero sistema pensionistico». Perfino lo scalone del centrodestra, ora, diventa «un sistema insufficiente».

 

Per il leader del Pd Walter Veltroni il problema è, invece, un altro. Le pensioni hanno un potere d'acquisto sempre più basso. Ed è a questo che bisogna una soluzione: «Non sono di quelli che fanno promesse da marinaio - dice durante il comizio nel quartiere di San Siro a Milano - C'è il rischio che la recessione Usa stia arrivando anche da noi è ci aspettano tempi duri. Il problema del potere d'acquisto delle pensioni è molto sentito e noi dobbiamo affrontarlo anche se è un problema gigantesco dal punto di vista finanzario. Per questo nei prossimi

giorni presenteremo una proposta».

 

unita.it

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Aggiungiamo un altro impresentabile ... dove? ... nel PDL ovviamente

 

Pippo Fallica ex autista del sindaco di Palermo Diego Cammarata.

 

La sanità è nuovamente al centro degli interessi dei boss mafiosi: è quanto emerge dall' inchiesta che ha portato all'arresto di Mercadante. Dalle intercettazioni che riguardano le conversazioni fra il boss Nino Cinà e il politico, si evince l'interesse dei capimafia per la nomina di alcuni primari a Palermo. I boss, secondo l'accusa, avrebbero utilizzato Mercadante come intermediario per contattare l'allora ministro Gianfranco Miccichè e il deputato di Forza Italia, Pippo Fallica. Le intercettazioni del capomafia Cinà, fanno spesso riferimento ai due esponenti «azzurri» per ottenere la nomina di un primario all'Ospedale Civico.

«L'arresto del deputato regionaledimostra come la procura di Palermo abbia sempre agito con grande equilibrio e soprattutto sulla spinta di prove convincenti nelle inchieste su mafia e politica». Così Piero Grasso, procuratore nazionale antimafia, ha commentato l'arresto.

 

Il Corriere

 

Può questa feccia entrare nel parlamento di un paese civile? secondo me no ...

 

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BERLUSCONI NON CANDIDA "SUPPOSTI AUTORI DI REATI". PREFERISCE CANDIDARE QUELLI SICURI E CONDANNATI !

 

di Marco Travaglio *

 

Che sia fascista, lo dice pure lui. E sarebbe pure una cosa grave, se non fosse per la fedina penale, che è molto più nera della camicia nera. Giuseppe Ciarrapico in arte Ciarra, stando al casellario giudiziario, vanta una collezione di condanne, arresti, rinvii a giudizio, prescrizioni e processi in corso da non temere rivali. Le condanne definitive, confermate dalla Cassazione, sono quattro, per reati che vanno dalla bancarotta fraudolenta alla ricettazione fallimentare, dallo sfruttamento del lavoro minorile alla truffa pluriaggravata, ma potrebbero presto aumentare.

 

In primo grado, il camerata pregiudicato è stato di recente condannato per truffa e violazione della legge sulle trasfusioni. Il Cavaliere è stato di parola. Aveva promesso di non candidare «supposti autori di reati»: infatti candida quelli sicuri. La carriera penale del futuro senatore del Pdl - ricostruita dalla “Voce delle Voci” (già “Voce della Campania”) - inizia nel 1973, quando la Corte di Appello di Roma conferma la sentenza del Tribunale di Cassino e lo condanna per truffa aggravata e continuata a Inps, Inail e Inam per non aver registrato sui libri paga gli stipendi dei dipendenti.

 

La Cassazione conferma la truffa, ne dichiara prescritta una parte e incarica la Corte d’appello di rideterminare la pena per l’altra. Nel 1974 altra condanna: il pretore di Cassino lo multa di 623.500 lire per aver violato per quattro volte la legge che tutela «il lavoro dei fanciulli e degli adolescenti», sentenza confermata in Cassazione. Poca roba, rispetto a Tangentopoli e anche dopo. Nel marzo ’93 viene arrestato dal gip Augusta Iannini per lo scandalo Italsanità dal quale verrà poi assolto (condannato però il figlio).

 

Aprile ’93: Di Pietro lo fa di nuovo arrestare per una stecca di 250 milioni al segretario del Psdi Cariglia su richiesta di Andreotti. «Era vero, li diedi per arruolare Modugno alle feste del Psdi», dirà lui anni dopo. Passa un mese e torna dentro, stavolta per un presunto miliardo alla Dc andreottiana nello scandalo delle Poste. A giugno, condanna in primo grado a 6 mesi per diffamazione: aveva affisso a Fiuggi un manifesto in cui dava a un consigliere comunale del «mentitore diffamatore mestatore».

 

Nel 1997 la Procura di Roma lo rinvia a giudizio per peculato, abuso e falso nella sua attività di re delle acque minerali: secondo il pm Maria Cordova, mentre era custode giudiziario dell’Ente Fiuggi, omise di versare 20 miliardi al Comune e si appropriò di denaro per spese pubblicitarie, interessi passivi e acquisto di beni capitalizzati, rinnovando il contratto di vendita dell’acqua Fiuggi a una sua società che offriva prezzi inferiori (e danneggiando il Comune, che percepiva un tot a bottiglia).

 

Nel 1995 è condannato con rito abbreviato per falso in bilancio delle Terme Bognanco. Ma questi processi finiscono in nulla. Nel 1998, la prima mazzata: condanna in Cassazione a 4 anni e 6 mesi per bancarotta fraudolenta del Banco Ambrosiano. La sua Fideico, nel 1982, aveva ottenuto dalla Banca di Calvi e della P2 un improvviso aumento di credito da 4 a 39 miliardi, restituendo solo le briciole.

 

Nel 1999, il kappaò: altra condanna definitiva a 3 anni per il crac da 70 miliardi della società che controllava la Casina Valadier, il palazzetto liberty romano trasformato in ristorante. Ma il Ciarra, pur dovendo scontare 7 anni e mezzo, non finisce in carcere: per l’età e gli acciacchi ottiene l’affidamento ai servizi sociali. Intanto i processi avanzano, con qualche botta di fortuna. Nel ’99, condannato in appello per emissione di assegni scoperti, è assolto in Cassazione perché il reato è stato appena depenalizzato.

 

Nel 2000 cade in prescrizione la condanna in primo grado per violazione della legge sulle assunzioni obbligatorie di invalidi. Nel 2001, condanna in primo grado a Perugia per abuso d’ufficio con il giudice fallimentare di Frosinone che nel ’93 regalò l’amministrazione controllata alla sua capogruppo Italfin 80, evitandogli il crac: reato poi estinto per prescrizione.Intanto s’è dato alle cliniche private. E anche in quel ramo riesce a dare lavoro alla Giustizia.

 

Nel 2002 il Tribunale di Roma lo condanna a 1 anno e 8 mesi per truffa e violazione della legge sulle trasfusioni: insieme ad alcuni dirigenti della Quisisana, avrebbe imposto a una cinquantina di pazienti sottoposti a trasfusioni parcelle gonfiate per 3-400 mila lire l’una. Nel 2005 è rinviato a giudizio per ricettazione nella vecchia vicenda delle tangenti al Ministero delle Poste. Ma ci sono pure questioni recentissime, come quella che lo investe per la sua attività di editore di giornali locali, 11 «cooperative» tra la Ciociaria e il Molise, finanziate dallo Stato.

 

Nel novembre 2007 il Ciarra è indagato a Roma per truffa ai danni di Palazzo Chigi: pare che tra il 2002 e il 2005 abbia incassato il doppio dei contributi, attestando falsamente che le società Editoriale Ciociaria Oggi e Nuova Editoriale Oggi avevano gestione separata. In attesa, il Gip ha sequestrato i 2,5 milioni della Presidenza del Consiglio. Ma ieri Berlusconi ha detto di averlo candidato per avere finalmente qualche giornale amico: tra qualche mese, se tutto va bene, Fedina Nera a Palazzo Chigi potrà entrare quando gli pare.

Modificato da typhoon
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a prescindere da tutti i discorsi fin qui fatti non trovate che il tema "difesa e forze armate" non entra manco di striscio nella campagna elettorale? Non che in passato fosse diverso...ma in certi paesi si tratta di un tema quantomeno menzionato. E' anche vero che alla stragrande maggioranza dei cittadini italiani non interessa di certo, gli occhi sono puntati su ben altri argomenti (economia, pensioni, sanità, politiche immigrazione e sicurezza nelle città....)

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Vai su blog & news, cercati i due topic sulle dichiarazioni di Martino (poi chiuso perchè degenerato, leggi le prime due pagine) e quello successivo sulle successive precisazioni dell'ex ministro.

Su PdD invece c'è un bel topic chiamato Elezioni 2008:politica internazionale e di Difesa. Non ha preso tanti complimenti neanche li Martino per le parole che ha detto

 

EDIT ecco i link

 

Dichiarazione di Martino QUA

Precisazioni dello stesso QUA

PdD QUA

Modificato da Rick86
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oh, cacchio, avevo rimosso le dichiarazioni e precisazioni di Martino....grazie rick, le avevo già lette, forse ho anche risposto lì. Quindi la mia impressione di poca attenzione in campagna elettorale verso l'argomento FF.AA. e difesa cade? Ho visto diverse trasmissioni (8e1/2, Porta a Porta, Matrix, Ballarò) ma non ho mai sentito domande, nè tantomeno risposte in merito. L'uscita di Martino mi è parsa abbastanza una tantum, peraltro se non erro, nemmeno rilasciata a un'agenzia di stampa italiana

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Per come la penso io entrambi i partiti non hanno interesse a parlarne.

Il PdL perchè a fronte di un elettorato tradizionalmente (ma le cose stanno cambiando) più attento a queste questioni ha agito ed intende agire in maniera disastrosa.

Il PD che invece ha agito bene perchè generalizzando forse troppo i suoi elettori attenti alla Difesa queste cose le sanno già mentre quella parte di elettori tradizionalmente diffidente verso i militari preferisce non sentirselo dire.

Comunque tra le due ambiguità preferisco l'arrosto di Veltroni al fumo di Berlusconi.

 

Sui programmi invece mi permetto di citare un post non mio (Sig Ulisse) ma che condivido in pieno

Nonostante questa campagna elettorale mantenga toni abbastanza sommessi, appare ancora una volta evidente che i due principali schieramenti abbiano opinioni assai divergenti sui futuri scenari internazionali.

Il PD, soprattutto nelle ultime dichiarazioni di Parisi, sembra pervaso da un lucido pessimismo; nessuno lo dice a chiare lettere, usano circonlocuzioni, si rifugiano nel politichese, ma sembrano ipotizzare negli anni futuri un coinvolgimento diretto dell’Italia in qualche crisi internazionale (nel Mediterraneo? nel Mar Rosso?). Ecco allora il fatto, abbastanza inusuale, di un governo di CS che aumenta le spese militari, soprattutto per armamenti “tradizionali” (satelliti, portaerei, fregate, EFA…)

Nella CdL ora PdL sembra tuttora predominare l’opinione che i futuri conflitti saranno solo guerre asimmetriche per cui saranno necessarie intelligence, forze speciali, mezzi per contrastare gli sbarchi di clandestini e carabinieri per il controllo del territorio.

Non ho elementi a favore o contro ciascuna di queste due ipotesi, però ho il sospetto che la visione abbastanza ottimistica del PdL derivi più dalla necessità economica che da una attenta analisi dei nostri interessi strategici.

In altre parole: scelgo l’ipotesi migliore perché altrimenti col cavolo che posso ridurre le tasse…

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La verità è che in un momento di crisi come questo agli Italiani già poco gli interessa della politica estera, che non ha praticamente spazio nella campagna elettorale, quindi come pensate che si possa parlare di difesa?

Ed è anche giusto visto come siamo messi.

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