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Regole di ingaggio


Wolfman

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Buongiorno

 

Vorrei qualche delucidazione sulle regole di ingaggio usate normalmente dall'esercito americano.

 

No, perchè oggi mi è saltata all'occhio la notizia di 5 bambine uccise da un tank a Ramadi, capitale della guerriglia sunnita, in Iraq.

 

Spiego brevemente. Secondo una fonte i marines hanno sorpreso due guerriglieri a sistemare una bomba per tendere un imboscata, dopodichè i guerriglieri sono scappati all'interno di una casa vicina. Per altri i marines sono stati bersagliati da alcuni cecchini dal balcone della stessa casa...

 

Comunque sia stata la dinamica, la reazione è stata di certo distruttiva. I marines hanno chiamato i tank e alle fucilate dei miliziani hanno risposto con raffiche di .50 e una bella supposta da 120mm, che ha raso al suolo la casa, dove c'erano dentro, oltre ai miliziani, di cui uno è stato trovato il corpo, 5 bambine, di cui una molto piccola.

 

Ora, non sto qui a polemizzare sulla strage, già gli americani hanno dato la colpa ai guerriglieri che si confondono con i civili, che in guerra possono succedere queste cose, stavolta no.

 

Quello che voglio sapere è se la reazione dei marines è stata giusta oppure vige la regola del "fuoco proporzionato a quello che arriva"...

 

Grazie

Modificato da Wolfman
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Bella domanda, ma non ti saprei rispondere con certezza.

 

Solo tieni presente che le ROE possono variare a comando dai vertici militari, e tengono conto di tutti i fattori che si incontrano sul campo.

 

Non vengono cambiate al momento, solamente possono venire riconsiderate periodicamente, se ve ne è la necessità.

 

EDIT: se non ho capito male, i terroristi continuano a sparare dalle case dove ci sono i bambini.

Modificato da -{-Legolas-}-
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Le regole di ingaggio sono quella serie di istruzioni operative che stabiliscono le condizioni minime che giustificano una reazione armata.

 

Difficilmente le regole di ingaggio disciplinano le modalità minime in cui è consentito uccidere civili innocenti, perchè a rigore ciò non sarebbe mai consentito.

Al massimo ci saranno raccomandazioni generiche.

 

In ogni caso, le ROE americane si distinguono in tre grandi famiglie:

 

- quelle generali, che sono sempre valide anche in tempo di pace, ossia si applicano quando non ci sono ROE più specifiche.

 

- quelle di teatro, che si applicano su un determinato teatro operativo, e pertanto prendono il posto di quelle generali in quel teatro.

 

- quelle di missione, che si applicano alla singola missione, e pertanto scavalcano le prime e le seconde, in quella specifica missione.

 

Le regole generali prevedono sempre:

 

"Use only the amount of force necessary and proportional to the threat;

Use deadly force in self-defense and in defending others from death or serious bodily injury";

 

In altre parole, le regole generali obbligano a utilizzare la forza necessaria e proporzionale alla minaccia (si badi bene, non alle armi, ma alla minaccia).

 

Le regole di teatro e quelle di missione, in Iraq, ricalcano sostanzialmente quelle generali, ma introducono una fondamentale distinzione.

 

Esse distinguono, infatti, tra le ROE da adoperare per portare a termine con successo la missione, e quelle di autodifesa.

 

C'è un'importante differenza tra le due circostanze.

Per portare a termine la missione, infatti, le ROE di teatro si attengano sostanzialmente al principio che la forza va commisurata alla minaccia, e lasciano alle ROE di missione, spesso chiamate SROE (ROE Supplementari) il compito di disciplinare caso per caso i singoli interventi e restringere o allargare il campo di azione delle forze impegnate.

 

In generale, possiamo dire che le ROE generali e quelle di teatro sono chiare nel stabilire che in nessun caso si debba violare il diritto di guerra (LOW Law of war).

 

Esse però prevedono un'importante eccezione, un'eccezione che è proprio una Regola generale e di teatro, ed è quella che a noi interessa.

 

L'eccezione, contenuta nel CJCSI 3121, che per quanto mi risulta è classificato, sostanzialmente dice:

"ROE supplemental measures apply only to the use of force for mission accomplishment and do not limit a commander's use of force in self-defense."

 

Cerchiamo di capirci bene quindi: regole di ingaggio generale sono quelle da cherichetto; regole di ingaggio di teatro già disciplinano una serie di autorizzazioni all'uso delle armi, ben più concrete ma nel rispetto del LOW; le regole supplementari di missione possono essere ancor più elastiche, ma in ogni caso devono rispettare il LOW.

Ma se l'unità operativa opera in auto-difesa (ossia è sotto attacco) se ne può infischiare persino delle regole di ingaggio di missione e utilizzare qualsiasi livello di forza, senza alcuna limitazione.

 

Queste modalità sono abbastanza simili, che io sappia, anche per le forze armate inglesi.

 

Ecco quindi che un'unità sotto attacco può richiedere persino l'intervento dei B-52, a prescindere dall'entità dell'attacco.

Ovviamente esiste una responsabilità operativa, e se il comandante adotta provvedimenti palesemente inopportuni, è chiaro che ne risponderà ai suoi superiori, ma il principio di base è quello che un'unità sotto attacco non ha limiti nella reazione.

 

Credo che questo spieghi a sufficienza le ragioni per cui si verificano certi deprecabili incidenti.

 

Il punto è se queste istruzioni siano opportune, considerato che esse consentono persino di violare il diritto di guerra.

 

Non voglio dare una risposta a questo interrogativo, perchè ognuno ha le sue idee ed è giusto così.

 

Voglio solo dire che il modo di ragionare degli eserciti che sono abituati a combattere in guerre reali è molto diverso da quello degli eserciti che combattono di tanto in tanto o sono per lo più impegnati in operazioni di peace-keeping.

 

La dottrina americana prevede che ogni qualvolta una propria unità è sotto attacco, si debba riversare contro il nemico il massimo della forza disponibile, travolgendolo con un volume di fuoco tremendo.

Questa dottrina - peraltro condivisa da tutti gli esperti militari del mondo (parlo da un punto di vista tecnico, non morale) - è l'unica in grado di consentire la vittoria o la sopravvivenza, perchè non c'è alcun modo di capire se il nemico è davvero di poco conto o non stia fingendo di esserlo prima di sferrare un colpo mortale.

Nel dubbio, lo si stronca con tutto quello che si ha e se non ci si riesce, nessuno può dire di non aver fatto tutto il possibile.

 

Spero di aver reso bene l'idea dal punto di vista operativo, e preciso che quello che ho scritto non risponde necessariamente a quanto posso pensare da un punto di vista morale, mi sto limitando a descrivere la semplice e cinica realtà tecnica.

 

E' chiaro che nel caso di specie citato da Wolfman, bisogna vedere come sono andate le cose e capire se l'unità poteva considerarsi sotto attacco o piuttosto era ormai fuori pericolo e pertanto si era passati dalla fase di autodifesa a quella di esecuzione della missione (eliminazione di un terrorista) , ed in quest'ultimo caso, se vi erano elementi che avrebbero dovuto far ritenere l'elevata probabilità di vittime collaterali e la sussistenza di circostanze che consentivano di adottare altre modalità di intervento.....

ma tutto questo si esaurisce in un cavillare da principi del foro, che certo non potrà restituire la vita a quei cinque bambini, vittime innocenti di una guerra spietata.

Modificato da Gianni065
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Grazie mille Gianni

 

Quindi se ho ben capito quella casa potevano bombardarla con qualunque cosa, visto che a quanto pare quei marines erano effettivamente stati attaccati dai miliziani...

 

Concordo pienamente con te... I civili sono sempre quelli che ci rimettono di più in caso di guerra...

Modificato da Wolfman
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