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Forza professore


Leviathan

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Certo che esiste ma purtroppo la gente in italia preferisce guardare ca :censura:te stile grande fratello,o campioni,amici di Maria( o Mario? bho!?)ecc piuttosto che qualche trasmissione politica..Certo per guardare Porta a porta è meglio guardare Le Iene almeno fanno un pò di sana satira politica condita con servizi interessanti..questa è "l'Italietta"..

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Continuo a oppormi al Idea che sia sbagliato pareggiare i conti dello stato.

Guarda uno stato come una famiglia:è meglio che abbia debito o che sia al pari?

Se sei al pari e hai bisogno di una macchina il prestito te lo danno.

Se sei indebitato niente prestito, niente prestito niente soldi e niente macchina.

Lo stato si deve indebitare in cado di nessecità, ma non è tollerabile essere in stato di debito permanente.

 

è vero che pareggiare è dura, ma ci guadagnamo se non dobbiamo puù soldi a nessuno nel prossimo futuro

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Capaneo in parte posso anche essere d'accordo con te ma per quanto riguarda la giustizia,le modifiche al codice di procedura penale(art.606 2'com),codice penale (art.52),modifiche alla costituzione,senza poi enumerare le innumerevoli Pecorella,legittima suspicio,prescrizione,rogatorie internazionali, ecc ecc sono inaccettabili e da studente prossimo alla laurea in giurisprudenza( sto facendo gesti apotropaici a go go..!) non posso che inorridire.

 

Serax, ti faccio i miei più sinceri in bocca al lupo per la tua laurea ;)

 

Tanto detto, se vogliamo parlare delle riforme del centro destra in tema di giustizia, facciamolo... però facciamolo bene. Metti in evidenza i punti che non ti convincono e ti rispondo, ma se ti limiti ad elencarle, non ti discosti molto da chi critica, per esempio, la riforma Moratti, senza nemmeno sapere di che cosa si tratti.

 

Della inappellabilità delle sentenze di assoluzione avevo già parlato (anche troppo forse) in un mio precedente intervento.

 

Per quanto riguarda l'art. 606 c.p.p., forse ti riferisci al primo comma e non al secondo, comunque è una modifica che non mi pare abbia alcuna ombra ed è dettata per la necessità di armonizzare il sistema alla luce della inappellabilità di cui sopra...

 

La modifica dell'art. 52, ne ho parlato ampiamente in altri forum, non ha cambiato sostanzialmente nulla, perchè altro non ha fatto che cristallizzare un'interpretazione giurisprudenziale vecchia quanto il codice stesso... si è trattato, più che altro, di una manovra politica pre-elettorale.

 

La legge sulla prescrizione, da ultimo, ha dato una trasparenza al sistema penale, che prima questo non aveva, essendo rimessa la declaratoria di estinzione del reato al potere discrezionale del giudice in ordine al rapporto tra circostanze attenuanti/circostanze aggravanti.

 

Anche della Costituzione, se vuoi, possiamo parlare, ma non ho capito, di preciso, cosa non condividi... il federalismo? la riduzione del numero dei parlamentari? le nuove funzioni del Senato (tra l'altro già proposte in sede di costituente)? o il fatto che il premier sarà eletto direttamente dal popolo?

 

In ogni caso, non vedo alcuna differenza tra il tg4 ed il tg3... e le Iene non fanno solo satira... le Iene hanno fatto 5 anni di politica... sembravano il tg3 di Italia1, ma con una grossissima differenza: mentre i telegiornali schierati non smuovono nemmeno mezzo voto, perchè chi li segue ha già una precisa opinione politica e voterebbe in una certa direzione a prescindere da quello che vede in televisione; al contrario le trasmissioni che si rivolgono ad un pubblico trasversale (come le Iene e simili) possono fare la differenza.

E' lo stesso meccanismo in virtù del quale Berlusconi è l'editore di Travaglio, ma impazzisce quando il corriere si schiera con Prodi.

 

@Leviathan

Forse non mi sono spiegato bene, anche perchè ho preferito esprimermi per provocazione.

Ai link che ho inserito più sopra potrai trovare tutte le informazioni necessarie... in ogni caso, nel fine settimana avrò il tempo, se lo vorrai, di spiegarti analiticamente cosa è il signoraggio e perchè, oggi, pagare il debito pubblico significa, per lo più, arricchire banchieri, restituendo dei soldi che... non abbiamo mai ricevuto in prestito!

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In Italia l'indebitamento ragionato non funzionerà mai, il debito pubblico è un mostro che cresce di pari passo con le balle dei politici e si arriva a situazioni assurde come l'inizio degli anni '90.

Io credo che l'Europa ci serva ad autoregolarci e a darci l'agognata stabilità economica.

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I criteri del patto di stabilità sono un po' troppo rigidi e difficilmente rispettabili, specialmente per i grandi paesi.

 

Francia, Germania, Italia li hanno sforati più volte.

 

Certo che l'indebitamento dell'Italia è mostruso (quoto sopra), ma ci vuole un po' più di flessibilità.

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La serietà al governo??????????

 

1978, Aldo Moro è nelle mani delle Brigate Rosse. L'Italia è sotto shock, siamo in piena emergenza nazionale.

 

L'attuale candidato premier dell'Unione, Romano Prodi, il volto nuovo della sinistra italiana, il 3 aprile del 1978 venne a conoscenza del luogo dove con tutta probabilità Aldo Moro veniva tenuto priogioniero. Come venne a saperlo? E' lo stesso Prodi a rivelarlo: tramite una seduta spiritica. Sì, una seduta spiritica.

Per la precisione, furono gli spiriti di Don Sturzo e La Pira a suggerire a Prodi il luogo in cui era tenuto prigioniero Moro (tutto questo risulta dai verbali dell'audizione di Prodi presso la Commissione Moro, nel giugno 1981, che è possibile leggere qui su Macchianera, mica su Forza Italia).

Bene, immaginatevi la scena: Prodi seduto ad un tavolino, con il dito sul piattino, in collegamento con lo spirito di Don Sturzo pronto a rivelare al mondo dove si trova Moro. Ad un certo punto il piattino si muove, è Don Sturzo: la scritta che esce è Gradoli. Prodi e i suoi compagni di seduta vanno in panico: dov'è Gradoli? Nessun problema, Prodi è preparato e sa come affrontare ogni emergenza. Si alza e va a prendere una mappa italiana del Touring Club. Cerca Gradoli. Trovato! E' un paesino in provincia di Viterbo. Aldo Moro è prigioniero lì, lo ha detto lo spirito di Don Sturzo a Romano Prodi.

E ora, che fare? E' Prodi a farsi avanti: io ho amici a Roma - dice il professore - ci penso io. E così fa: va nella capitale e avvisa tutti, dai vertici della Democrazia Cristiana al Ministro dell'Interno. Prodi è preso sul serio da tutti: infatti viene subito organizzata una perlustrazione a Gradoli, il paesino. La moglie di Moro, Eleonara, chiede se non potrebbe essere una via di Roma. La risposta di tutti è unanime: no. A Gradoli, il paesino, non trovano nulla.

 

Aldo Moro non verrà mai trovato vivo. Il covo era, incredibile, in via Gradoli, a Roma.

 

Nel 1981 Prodi viene ascoltato dalla Commissione Moro (qui i verbali). Nel 1998 viene richiamato ma non si presenta. Il verbale di Prodi del 1981 è sconvogente: impavido perchè non riesce nemmeno a nominare "seduta spiritica", patetico perchè dichiara "dopo questa esperienza, ho trovato tanta gente che mi ha confessato di aver fatto la medesima cosa", spiritato quando afferma che "vi furono anche interlocutori vari tra i quali, per quel che mi ricordo, Don Sturzo", imbarazzante quando sostiene che la coincidenza tra il nome uscito dalla seduta e il covo di Moro è soltanto una semplice casualità, commovente quando afferma che "in questa situazione mi sento estremamente imbarazzato ed estremamente ridicolo".

 

Ma cosa successe veramente? La verità ancora non la conosciamo.

Abbiamo tre ipotesi, tutte di una gravità estrema:

 

1) Romano Prodi crede alle sedute spiritiche. Romano Prodi è stato veramente in contatto con lo spirito di Don Sturzo, il quale ha fornito il nome del luogo dove era tenuto prigioniero Moro.

2) La seduta spiritica non c'è mai stata. E' tutta una grande messa in scena. Con la scusa della seduta spiritica, Prodi voleva coprire il vero informatore. Quindi Romano Prodi ha mentito al Paese, alla magistratura e al Parlamento. A parte questo, chi era il vero informatore? Un articolo del settimane di estrema sinistra, Avvenimenti, sostiene che l'informativa arrivata a Prodi non arrivò dallo spirito di Don Sturzo, ma dal Kgb.

3) Come sopra, ma con un pericoloso aggravante: la rivelazione sarebbe servita per mandare un messaggio alle Brigate Rosse. Per il momento, noi, camuffiamo il messaggio "Gradoli" con "città di Gradoli", ma a chi si trovava in Via Gradoli il messaggio arrivò forte e chiaro.

 

Scegliete una di queste tre ipotesi. Una di queste rispecchia la verità. Scelta? Bene. E ora chiedetevi: è questa la serietà al governo?

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COnflitto di interesse...male per entrambe le coalizioni....

 

Quelle consulenze all’Iri che Romano commissionò alla «sua» Nomisma

Molte aziende controllate dalla holding pubblica sotto la guida di Prodi erano clienti della società di studi bolognese, fondata dallo stesso leader dell’Unione. Che era anche il capo del Comitato scientifico che realizzava le ricerche

 

Sorretto per le braccia da Nino Andreatta, Prodi diventa professore ordinario dell’Ateneo di Bologna a 32 anni. Raggiunge il traguardo, ma nulla cambia nella sua vita. La facoltà è la stessa, Scienze politiche, che bazzica da un decennio come aspirante docente. Ottiene una stanza più grande, ma è sempre a un tiro di voce da Andreatta, pronto a correre a un suo richiamo. Estote parati, come un lupetto col capo scout.

Beniamino, questo il nome di Andreatta al fonte battesimale, lo aveva preso come assistente nel ’63, promosso associato nel ’66, imposto ordinario nel ’71. Molto altro farà per lui, ma senza dargli più di tanto confidenza. Nonostante l’intreccio di interessi da cui erano uniti, Nino ha sempre dato e preteso il lei da Romano. Dispettoso per natura, inventava continui espedienti per marcare le distanze. Da ministro degli Esteri di Ciampi nel ’93, non telefonava mai personalmente all’allievo, come usa tra parigrado, ma lo faceva cercare, come un sottoposto, dai telefonisti della Batteria, la segreteria generale del Palazzo politico. Prodi, che sedeva sullo scranno di presidente dell’Iri, inghiottiva senza fiatare, ma imbestialito assai.

A Romano fu assegnata la cattedra di Economia politica e industriale. La tenne ininterrottamente, dal ’71 fino alle dimissioni, nel ’99. Ventotto anni davanti a un’unica lavagna sono il segno o di una supremazia indiscutibile o di un’oasi che non fa gola a nessuno. «Prodi è rimasto sul piano accademico un isolato», ha scritto Nicola Matteucci che fu preside della facoltà di Scienze politiche. Come dire, Prodi ha vissuto indisturbato in una comoda nicchia. In altre parole, non è mai stato in corsa per il Nobel: era un praticone di cose industriali, appassionato del comparto piastrelle in Emilia Romagna. I titoli delle sue pubblicazioni nei primi lustri, sono indicativi: L’industria della ceramica per l’edilizia, La riconversione dell’industria italiana, Fusioni di impresa. Solo negli anni ’90, afferrato dall’ambizione politica, cominciò a guardare più in grande e scrisse libri come Il capitalismo ben temperato e Un’idea dell’Europa. Ma sono ormai manifesti propagandistici, non più saggi accademici.

Romano come studioso ha il fiato corto. L’università inizia a andargli stretta quando Andreatta lo dirotta verso lo Stato, con una esperienza da ministro dell’Industria nel ’78, e al parastato con la presidenza dell’Iri nell’82. Ma è a causa di un mal calcolato gesto di imperio che chiude con la carriera accademica, come ha rivelato una volta il preside Matteucci. Prodi aveva un allievo, Fabio Gobbo, che abbiamo già intravisto mescolato ai 17 della seduta spiritica di Zappolino. Volendo promuoverlo professore ordinario, Romano pretese di fare parte della giuria del concorso a cattedra e, battendo i pugni, lo impose. «Gobbo era un giovane serio - scrive Matteucci - ma allora non ancora scientificamente all’altezza di una cattedra: questo suscitò le violente proteste di tutta la corporazione degli economisti... Si preferì mettere tutto a tacere. Ma la carriera accademica di Romano Prodi era finita».

Fu così che voltò pagina e si mise in affari creando Nomisma, un istituto di consulenza economica con sede a Bologna, a due passi da casa sua. Nel nome, c’è il programma: Nomisma era la moneta aurea dell’impero bizantino, il dollaro di Costantinopoli. L’Istituto diventa la cassaforte del suo ideatore e trasforma Romano in un sontuoso contribuente che quando oggi discetta di povertà parla a orecchio. Anche in questo caso, l’ispirazione è andreattiana. Beniamino era un genio della consulenza. Negli anni ’70, aveva fondato prima l’Arel, Agenzia di ricerche e legislazione, che, senza fini di lucro, dava consigli economici alla Dc, poi Prometeia che li dava, ma pronta cassa, a clienti danarosi. Nomisma era la pedissequa imitazione di Prometeia, ma destinata ad avere più successo dell’originale.

Il laboratorio di cervelli prodiano nasce il 21 marzo 1981 da un accordo con la Banca nazionale del lavoro che finanzia il progetto. Compito di Nomisma è fare ricerche sull’economia reale dell’Italia, lavorando soprattutto nell’interesse di Bnl. A capo della banca c’è Nerio Nesi che, con Prodi, è l’anima dell’operazione. Nesi è della sinistra Psi, come Prodi lo è della Dc. Sono entrambi bolognesi, interessati all’industria e in buoni rapporti. Nesi, che oggi è deputato della Rosa nel Pugno, ha lavorato negli ultimi anni per riappacificare Prodi con Fausto Bertinotti che sgambettò il suo governo nel ’98.

Nomisma cresce subito tumultuosamente. Estende la sua clientela molto al di là della Bnl e diventa in breve la società intellettuale più in vista d’Italia, con una legione di teste d’uovo alle dipendenze. Prodi è il factotum e il presidente del Comitato scientifico, ossia supremo responsabile delle ricerche strapagate dai clienti. Quanto gli studi siano validi, è cosa discussa. Ma intanto le soddisfazioni sono molte, finché non accade un incidente.

Romano nell’autunno dell’82 diventa improvvisamente presidente dell’Iri con cui Nomisma aveva scambi fruttuosi. Frequente il passaggio di studiosi prodiani alle società irizzate per ricoprirvi cariche di presidenti o amministratori; numerose le società Iri clienti di Nomisma. Gli intrecci aumentano con l’arrivo del Nostro e le commesse per Nomisma si moltiplicano. Ce n’è quanto basta per ipotizzare l’interesse privato in atti di ufficio. Il pm romano Luciano Infelisi apre l’inchiesta sulla base di lettere anonime e di una interrogazione del deputato Staiti di Cuddìa. Emerge che Prodi, pur a capo dell’Iri, manteneva la presidenza del consiglio scientifico di Nomisma e che società Iri, Italstrade, Sip, Italsider, ecc., stipulavano contratti di ricerca miliardari «per favorire Nomisma e Prodi». Nell’85, Infelisi rinvia Romano a giudizio. Tre anni dopo, il giudice Mario Casavola lo proscioglie. Ma con motivazioni demolitrici.

La sentenza dà un quadro di Prodi e di Nomisma del più alto interesse.

Già prima dell’inchiesta, il Consiglio di amministrazione dell’Iri aveva censurato il suo presidente «per avere gestito le ricerche bolognesi quando committenti erano società Iri, senza avvertire il Cda». A ruota, la Corte dei conti aveva bacchettato l’Iri per il «ricorso a consulenze esterne quando aveva proprio personale in grado di assolvere gli stessi compiti». Osserva il giudice Casavola: «È indubbio che alcune commesse furono volute da Prodi per aiutare Nomisma che aveva bisogno di lavorare». Ma non ha commesso reato perché l’Iri, in quanto tale, «è rimasto sostanzialmente estraneo all’affidamento a Nomisma, anche se le società committenti sono a prevalente o esclusivo capitale Iri». Aggiunge: «L’idea che le commesse siano state affidate a Nomisma perché a chiederlo alle società collegate (Italsider, Sip, ecc.) era il presidente Iri è verosimile, ma non assume gli estremi del reato». Dunque, comportamento scorretto ma non punibile. Fosse stato direttamente l’Iri a stipulare le consulenze, il suo presidente, pubblico ufficiale, avrebbe commesso reato. Ma poiché a sottoscrivere i contratti con Nomisma erano state le singole e private spa Iri, il presidente dell’Istituto e proprietario di Nomisma è assolto. Un cavillo tipicamente giuridico.

Il seguito della sentenza fa il punto sull’efficacia delle ricerche prodotte dal brainstorming prodiano. «L’inchiesta ha consentito di dedurre... la scarsa attinenza delle consulenze agli scopi istituzionali delle società (Italsider, ecc.)... Una volta compiute, non sembra siano state lette e utilizzate». Casavola cita le testimonianze di diversi amministratori delegati delle aziende clienti, «nessuno dei quali ha ritenuto di leggere» i pensum di Nomisma e conclude: «Questi giudizi danno corpo a sospetti generalizzati di consulenze richieste a fini clientelari».

La sentenza ha una coda che riguarda un ricco contratto durato sei anni tra Nomisma e ministero degli Esteri. Un conquibus di circa sei miliardi alla società di Prodi (siamo nella seconda metà degli anni ’80) per «monitorare» le economie di una ventina di Paesi. Anche stavolta Romano è assolto, ma il suo centro studi esce a pezzi. «La convenzione - scrive Casavola - riguardava un settore di ricerche nelle quali Nomisma non vantava alcuna competenza specifica... Nomisma ha formulato una duplicazione di strutture per consentirsi una duplicazione di introiti... Il Comitato scientifico, il Comitato metodologico, l’Osservatorio, richiamati nel frontespizio delle pubblicazioni, quasi a mostrare una struttura complessa e ramificata, sono in realtà la stessa cosa, con gli stessi ricercatori e con gli stessi compiti... Il compenso era previsto per la direzione scientifica e per coordinamento come se fossero realtà diverse... invece, sono sempre le stesse persone a operare». Un gioco delle tre carte che, per di più, produce studi da burla. «La ricerca - continua infatti il magistrato - era organizzata con la lettura di testi richiesti in prestito a biblioteche... e con contatti con il ministero degli Esteri (sic! Lo stesso che chiedeva lumi a Nomisma, ndr)... Gli aggiornamenti sono per due terzi ripetitivi...». Secondo un utente delle ricerche, il senatore Francesco Forte, «si trattava di documentazione invecchiata, superficiale, copiata su altre fonti ovvie, come enciclopedie e annuari statistici». Ma anche il giudizio dell’ambasciatore Bruno Cabras è significativo: «Confesso che le pubblicazioni della Banca mondiale e di altre organizzazioni avevano maggiore contenuto e autorità per cui gli studi di Nomisma erano di scarsa utilità». Questa assoluzione a denti stretti è stata accolta con euforia da Romano che da allora si vanta: «Sono stato ampiamente prosciolto in fase istruttoria».

Quell’«ampiamente» rispecchia la mancanza di senso critico dell’uomo che ha chiamato Unione un caravanserraglio.

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...ragazzi tutta questa pappardella, NON per fare del bieco qualunquismo, ma per ribadire che la realtà è spesso ben più complessa di quanto non si immagini.

 

 

Scegliete chi ritenete abbia il programma più adatto....non chi si presenta come un santo.

 

:thumbdown:

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Ma davvero credete che Berlusconi sia il male incarnato?

 

L'unica cosa che lo differenzia dagli altri è la bocca: parla troppo e dice cosa gli passa per la testa.

 

Gli altri fanno le stesse cose, se non peggio, ma sanno prendere meglio in giro la gente.

 

Non avete idea di quanti politici abbia conosciuto nella mia vita, nè provo ad elencarli perchè non mi credereste mai (e non sarebbe nemmeno corretto).

 

Tutti hanno i loro interessi privati (o nel migliore dei casi, interessi di amici e parenti).

 

Io credo che questo meccanismo sia praticamente inevitabile, e lo dico con convinzione, dopo anni e anni in cui ho visto di tutto e di più, a destra, al centro, a sinistra, sopra, sotto, dietro (questi sono i più pericolosi) e davanti.

 

Sono così consapevole di come funzionano certe cose, che quando vedo uno attaccato a spada tratta per ciò che tutti gli altri fanno (spesso anche quelli che lo attaccano) automaticamente mi diventa simpatico !

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  • 2 settimane dopo...

Dopo 5 anni di governo berlusconi servirebbe questo governo per rimettere le cose a posto.

 

Premier: ottaviano agusto

Ministro dell'economia : Albert Speer

Ministro alla difesa: Bonaparte Napoleone

Ministro della giustizia: cesare Beccaria

Ministro dell'interno: otto Von Bismack

Ministro della solidarietà sociale: Karl Marx

Ministro per la scienza e l'sitruzione: Einstein

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Dopo 5 anni di governo berlusconi servirebbe questo governo per rimettere le cose a posto.

 

Premier: ottaviano agusto

Ministro dell'economia : Albert Speer

Ministro alla difesa: Bonaparte Napoleone

Ministro della giustizia: cesare Beccaria

Ministro dell'interno: otto Von Bismack

Ministro della solidarietà sociale: Karl Marx

Ministro per la scienza e l'sitruzione: Einstein

Mai sentito di peggio.

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Decisamente adesso il governo ha fatto una cosa intelligente che sinceramente non mi aspettavo, questa volta i complimenti ci stanno tutti.

 

 

 

ROMA - Più taxi, farmaci nei supermercati e nuove regole sui conti correnti bancari. Il governo ha approvato un decreto competitività per "rimuovere i più evidenti ostacoli alla concorrenza" in alcuni settori, come ha spiegato il ministro allo sviluppo Pierluigi Bersani. Un provvedimento sul quale il presidente del consiglio Romano Prodi ha speso termini forti e suggestivi: una "rivoluzione" per i consumatori e un "cambiamento radicale" per il sistema produttivo.

 

Il ministro Bersani, padre di questo provvedimento, ha commentato l'approvazione del pacchetto sottolineando che "non c'è nessun furore ideologico di liberalizzare. Siamo pronti a discutere". Il decreto - discusso questa notte tra Prodi e i ministri economici e approvato stamane dal Consiglio dei ministri insieme alla manovrina - prospetta cambiamenti di non poco conto: si tratta di un provvedimento destinato a trovare il favore dei consumatori e le critiche di alcune categorie interessate. Una dozzina di misure, usando le parole di Bersani, "per far muovere l'economia, riqualificare le attività economiche, ridurre i prezzi e far posto ai giovani".

 

Farmaci da banco nelle attività commerciali. Via libera alla vendita dei farmaci da banco (cioè quelli

non soggetti a prescrizione medica) negli esercizi commerciali, con superficie dedicata e con un farmacista. Inoltre non saranno possibili campagne promozionali e sconti. Il ministro Bersani si è detto convinto che si arriverà "ad una significativa riduzione dei prezzi".

 

Aboliti i tariffari degli ordini professionali. Il decreto prevede la liberalizzazione tariffaria degli ordini professionali. "Per effetto di queste misure si abbassano i prezzi e le prestazioni professionali per gli utenti a parità di qualità, che viene comunque garantita dagli ordini", ha commentato il ministro della Giustizia Clemente Mastella. Inoltre i liberi professionisti potranno far conoscere gli utenti i servizi offerti anche attraverso la pubblicita.

 

Nuove norme per i conti correnti bancari. "Con queste norme - ha spiegato il ministro Bersani - non si potranno modificare unilateralmente le condizioni di contratto, bisognerà comunicarle per iscritto 30 giorni prima". Il cliente avrà poi diritto di recedere senza penalità e di uscire senza spese di chiusura entro due mesi. Inoltre è previsto l'adeguamento automatico dei tassi: si prevede che i tassi di interesse sui conti correnti bancari, sia debitori che creditori, dovranno essere adeguati in contemporanea con le variazioni stabilite dalla Bce.

 

Notai fuori dalla compravendita delle automobili. La firma per il passaggio di proprietà per l'auto si potrà fare in Comune, non sarà più necessario il notaio.

 

Poteri ai comuni per le licenze taxi. Le norme sulle licenze per i taxi vanno nella direzione di "evitare il commercio di queste licenze", ha spiegato il ministro Bersani: "Diamo ai Comuni una possibilità in più. Oltre a programmare numericamente potranno bandire concorsi pubblici o riservati per assegnare a titolo oneroso delle licenze".

 

Al via l'indennizzo diretto nell'Rc Auto. Le misure per la competitività approvate introducono in tema di Rc auto l'indennizzo diretto: l'automobilista che riceve un danno si dovrà dunque rivolgere alla propria assicurazione e non a quella di altri rendendo così possibile il controllo e la trasparenza dei costi. "Un'altra grossa novità - ha spiegato il ministro Bersani - è il superamento degli agenti monomandatari"; gli assicuratori, quindi, non avranno più l'esclusiva con le singole compagnie assicurative.

 

Rafforzati i poteri dell'Antitrust. Tra le norme varate oggi dal Cdm c'è anche un rafforzamento e una miglior definizione dei poteri dell'Antitrust.

 

Più poteri ai comuni per il trasporto pubblico. I Comuni potranno prevedere linee aggiuntive di trasporto pubblico di passeggeri anche dai soggetti privati. L'obiettivo è un servizio pubblico più efficiente e una circolazione più sicura. Introdotta anche una legge delega che fissa i criteri della riforma dei servizi pubblici locali. Una norma garantisce inoltre piena libertà ai comuni di discriminare l'accesso al centro delle città ai veicoli, presumibilmente a quelli più ingombranti e inquinanti.

 

Shopping a go-go. Buone notizie per gli amanti dello shopping. Si cancellano i divieti per l'effettuazione di vendite promozionali scontate, fatta eccezione per i saldi o le vendite sottocosto. Sarà poi più facile aprire bottega, visto che non bisognerà più rispettare le distanze minime tra esercizi nè i requisiti professionali (ad eccezione di bar e ristoranti).

 

Le altre misure. Il pacchetto approvato oggi dal Cdm prevede anche la liberalizzazione della produzione del pane: per aprire un panificio basterà presentare una dichiarazione di inizio attività al Comune; "ma la norma - ha garantito il ministro - non va contro i laboratori artigianali". Inoltre il governo ha licenziato un decreto legislativo per introdurre l'azione collettiva a tutela dei consumatori e degli utenti in conformità con la normativa comunitaria: "Riprenderemo - ha terminato Bersani - il testo approvato dalla camera, nella scorsa legislatura, arricchito con telecomunicazioni, energia ed elettricità".

 

Prodi: "E' una rivoluzione per i consumatori". "Dovevamo cambiare molti settori dove comportamenti ormai settoriali rendevano non facile il passaggio alle nuove generazioni e il sistema meno competitivo". Romano Prodi commenta così il provvedimento del governo: "Oggi abbiamo potuto approvare 'sorprese' per lo sviluppo del Paese. Abbiamo varato - ha spiegato il premier - non solo un'azione rivolta al risanamento dei conti, come era chiaro e previsto, ma anche un'azione di impulso, per la ripartenza dell'Italia". Il presidente del consiglio, per presentare le misure di liberalizzazione del settore dei servizi, parla di "rivoluzione" che riguarderà "milioni di italiani".

 

(30 giugno 2006)

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E' certo un passo avanti.

 

Parlo così perchè in USA queste cose ci sono da sempre.

 

Dico che è solo un passo, perchè se davvero i farmaci da banco nei supermercati devono essere venduti da un farmacista.... onestamente non ci vuole il farmacista per vendere una scatola di aspirine, ma visto che in Italia i farmacisti disoccupati abbondano, capisco la soluzione.

 

Le licenze dei taxi... ancora poco.

 

Io in Italia per un taxi che mi porta in aereoporto o vice-versa, in certe città, arrivo a pagare 100 euro e passa.

E il bello è che anche al nord non ti rilasciano scontrini, e da tassista a tassista, stesso identico tragitto, ci sono differenze anche di 20-30 euro.

In USA con dieci dollari a momenti mi faccio da costa a costa...

 

Bene i notai, ma quand'è che li aboliranno del tutto?

Non c'è nulla che un notaio faccia che non possa fare un pubblico ufficiale del comune, o quasi.

Sarebbe ora di eliminare questa categoria super privilegiata.

 

Attenzione ai listini degli ordini professionali.

Non è detto che si trasformi in un bene per il consumatore...

Meglio sarebbe stato dire che i listini possono essere "sforati" solo verso il basso.

Giudico pericolosissima la formulazione che ho letto sul post di Dominus.

 

Comunque... in generale sì, va bene.

 

Una cosa mi stupisce però: queste novità non hanno nulla di sinistra.... anzi.

 

Che sta succedendo?

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Gianni la sinistra sta dalla parte del popolo e quelli sono provedimenti a favore dei consumatori ( e del popolo).

Certo aumentano la competività ma il primo pensiero va al popolo.

 

Bene i notai, ma quand'è che li aboliranno del tutto?

Non c'è nulla che un notaio faccia che non possa fare un pubblico ufficiale del comune, o quasi.

Sarebbe ora di eliminare questa categoria super privilegiata.

 

Condivido alla grande.

 

Sembra una grande proposta...speriamo che si riescano a mandarla in porto.

Ma voglio evdere come combatteranno l'evasione fiscale

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Una cosa mi stupisce però: queste novità non hanno nulla di sinistra.... anzi.

 

...infatti mi pare che molte di queste cose siano contenute in proposte di leggi (e leggi) che aveva già varato il centro destra -.-

 

E, comunque, perchè ti stupisci? Cosa ha questo governo di sinistra? :P ... Prodi è un borghese che più borghese non c'è!

 

Dovrei controllare, ma, solo per fare un esempio, penso di ricordare abbastanza bene che le modifiche sulla RC delle auto siano contenute nel c.d. "nuovo codice delle assicurazioni" della CdL e questo del centro sinistra suppongo sia un semplice regolamento di attuazione...

 

Sui conti correnti bancari, anche qui dovrei verificare, ma penso si tratti di qualcosa che era già stato deciso dalla Cassazione e che il governo ha semplicemente recepito...

 

Per quanto riguarda le tariffe degli avvocati, bhe... nella realtà non esistono da una vita e vengono in rilievo solo per i gratuiti patrocini :rolleyes:

 

I notai fanno invidia e certamente vanno ridimensionati, ma eliminarli proprio no... accanto alle tante cose che potrebbero essere fatte da un qualsiasi pubblico ufficiale, ci sono tante altre funzioni, fondamentali per la vita economica, che i notai svolgono... in effetti queste altre funzioni potrebbero essere svolte anche dagli avvocati civilisti, ma resta il fatto che qualcuno deve pur farle.

 

Levhiatan, sinistra per il popolo e destra contro il popolo è un luogo comune... Mussolini si affacciava dal balcone e urlava "Proletari d'Italia..."

 

Io sono di destra e sfido formalmente chiunque sia di sinistra a dimostrarmi di avere più a cuore di me le ragioni del popolo.

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