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Cina - Topic Ufficiale


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la Cina non si affaccia direttamente sull'Artico, prsò ... China's Arctic Aspirations

 

Although several non-Chinese observers have described China’s actions in theArctic as ‘more assertive’, China’s Arctic policies are still in a nascent stage of formulation. China has not published an Arctic strategy and is not expected to doso in the near- to medium-term.Despite its low-key approach to the Arctic, the Chinese Government has, overthe past five years, indeed taken steps to protect what it perceives as its keyinterests in the Arctic. These steps are, first, to strengthen its capacity to respondappropriately to the efects that climate change in the Arctic will have on foodproduction and extreme weather in China; second, to secure access, at reason-able cost, to Arctic shipping routes; and third, to strengthen China’s ability as anon-Arctic state to access Arctic resources and fishing waters.While China recognizes that it is an ‘Arctic outsider’ without sovereign rightsin the Arctic, China sees numerous economic opportunities opening up in theArctic. Consequently, it wants to be part of the Arctic order and influence discus-sions and decisions on how the Arctic should be governed. It is keen to become apermanent observer of the Arctic Council. Although permanent observers do nothave voting rights, they automatically receive an invitation to Arctic Councilmeetings and activities. China presumably seeks the assurance that it would not be excluded from Arctic Council activities in the future and hopes that over timeobservers will have more sway over decisions taken by the council.Chinese Government ffcials emphasize the global, rather than regional,implications of the melting ice. This is noteworthy because China, as a rising global power, rejects the notion that the Arctic states alone should decide Arcticissues because many non-Arctic states, China among them, will be afected by theArctic’s changing environment. Chinese analysts today refer to China as a ‘near-Arctic state’ and an ‘Arctic stakeholder’.Moreover, China is concerned that the international waters of the Arctic, inwhich the 1982 United Nations Convention on the Law of the Sea (UNCLOS)grants all states the right to explore and extract resources, will shrink con-siderably if all the claims by the Arctic states to outer-continental shelves aredeemed legal. China will continue to stress the need for Arctic states to ensure a balance between their own interests and the common interests of the inter-national community.Over the past few years an evolution has taken place in public analysis by Chinese scholars of China’s interests and rights in the Arctic. Before 2011 it wascommonplace for Chinese analysts to air assertive, even hawkish views. Sincelate 2011, following the Arctic Council’s second deferral of decisions on perman-ent observership applications, Chinese Arctic scholars have become more sub-dued in public. The concern that overly proactive statements run the risk of ofending Arctic states and consequently undermining China’s position in theArctic today shapes the public face of Chinese analysis. Several scholars advocatethat China should try to avoid sensitive issues such as resource exploration and focus instead on climate change considerations, which will allow China to con-structively participate in global cooperation.Regardless of the increase in funding by the Chinese government for Arcticresearch and an increasing awareness among government offcials of the oppor-tunities that the Arctic future holds, the Arctic is not destined to be a priority of China’s foreign policy. The visits in 2012 by Chinese senior leaders to severalNordic countries cannot merely be interpreted as Arctic-related eforts. In recentyears China’s diplomacy has generally focused on strengthening ties with diversecountries, especially those with strong technological capabilities.Because of China’s insistence on respect for sovereignty and its preoccupationwith staunchly defending its perceived sovereign rights in the South and EastChina seas, China can be expected to continue to respect the sovereign rights of the Arctic littoral states. In the near- to medium-term it is hard to envision China being genuinely assertive in the Arctic—despite suspicions of other countries.The Chinese Government will persist in its diplomatic eforts to increase, step- by-step, China’s chances of being included in decisions pertaining to Arcticgovernance and resource exploitation despite its legal status as an ‘Arctic out-sider’. As a non-Arctic state, China must rely on diplomatic cooperation and thepositive impact of scientific engagement and investments to promote its interestsin the Arctic
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... mi sembra un pò esagerato, ma siamo in Cina e tutto è possibile La Cina spiana le montagne

 

La terra, come l’acqua, è sempre più rara in Cina. Solo l’11% della superficie è coltivabile e la migrazione dalle campagne – un fenomeno di dimensioni bibliche – ha reso i terreni intorno alle città sempre più scarsi e preziosi. Per la prima volta nella sua storia millenaria, la Cina è ora un paese urbanizzato, dove la popolazione che vive nelle campagne è ormai inferiore, seppur di poco, alla metà del totale. Una millenaria civiltà contadina ha ormai inequivocabilmente cambiato struttura. Rimangono tuttavia aperti rilevanti problemi economici, legati sia alle coltivazioni che alle costruzioni. Il primo è stato molto parzialmente risolto con il land grabbing, l’acquisizione di terra in affitti di lunghissima scadenza in paesi stranieri, grandi ma sparsamente popolati. Sono tuttavia necessari interventi piu’ radicali e, in mancanza di direttive complessive, Pechino ha dato l’assenso a operazioni che appaiono bizzarre, ma rivelano l’urgenza dell’intervento. L’esecutivo ha infatti approvato lo scorso agosto un maxi piano di livellamento di ben 700 tra montagne e colline nella periferia di Lanzhou. L’obiettivo è di costruire una nuova metropoli, un’appendice alla città che già conta 3,6 milioni di abitanti. Sarà il primo intervento per una “zona di sviluppo a livello statale” costruito nell’entroterra del Paese. Gli altri – il più importante è stato Pudong, sull’altra riva del fiume a Shanghai – hanno avuto luogo sulla costa cinese, dove più ardue sono le soluzioni per trovare terra edificabile. Il progetto è stato affidato a Yan Jiehe, tra gli uomini più ricchi della Cina, presidente di una delle aziende immobiliari più potenti, la China Pacific Construction Group. Evidentemente il suo progetto deve essere stato ben studiato prima della sua approvazione, perché i dubbi che genera sono ragionevoli. Lanzhou è infatti storicamente afflitta da mancanza d’acqua. Costruita sulle rive dello Huang Ho (il Fiume Giallo,) è la capitale del Gansu, la provincia cinese che si incunea lungo il corso del fiume in zone aride e desertiche. Azzerare letteralmente le montagne significa mettere a repentaglio precari equilibri geologici che si basano su uno sfruttamento accorto delle poche risorse idriche disponibili. Inoltre, sul progetto aleggiano i fallimenti di tentativi analoghi. Intere conurbazioni nel nord della Cina sono state costruite per poi trasformarsi in città fantasma, disabitate negli uffici e nelle abitazioni che avrebbero dovuto attrarre nuovi clienti. Evidentemente non tutta funziona come previsto nel magma di interessi del mercato immobiliare. Forse ancora più eccentrico appare il tentativo di recuperare terreno coltivabile attraverso la rimozione dei cimiteri. Il Governo della provincia dell’Henan, uno dei polmoni agricoli del paese, sta mettendo in atto una misura che spiana gli ammassi di terra (delle piccole colline semisferiche) dove i corpi vengono seppelliti. L’obiettivo è di rimuoverne più di 3 milioni per ricavare terra coltivabile. E’ prevedibile una fiera resistenza, perché nelle campagne l’abitudine di seppellire i congiunti non é stata quasi intaccata dalle direttive governative che impongono – seppure in maniera non coercitiva – la cremazione, come avviene nelle citta’. L’opposizione é articolata, fino ad aver raggiunto il livello accademico. Un professore ha provocatoriamente suggerito la rimozione del corpo di Mao Ze Dong nel Mausoleo di Piazza Tian An Men. In realtà, il fondatore della Repubblica Popolare aveva chiesto di essere cremato, anche se ha poi prevalso la retorica celebrativa a difesa dello status quo. Evidentemente non si recupera terra rimuovendo un monumento, ma l’ardire della proposta rimane intatto, soprattutto se messo in paragone con l’intenzione del Governo di richiedere l’immissione del Mausoleo di Mao nella lisa dei patrimoni dell’Unesco.
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... segnalo questo paper "Cina e India. Budget per la Difesa e principali programmi" http://www.cesi-italia.org/images/Cina_India_-_Budget_Difesa.pdf

 

 

I maggiori programmi delle Forze Armate cinesi
Dopo decenni di dipendenza dall’estero, specie dalla Russia, per l’acquisizione di sistemi d’arma avanzati, negli ultimi dieci anni la Cina ha sensibilmente ridotto le
importazioni concentrando gli sforzi e l’investimento sul complesso militareindustriale nazionale, che solo recentemente, da una base abbastanza primitiva, è progredito considerevolmente. Proprio al fine di colmare questo gap, Pechino sta implementando tutte le collaborazioni attive con l’estero a livello civile/commerciale, accademico e di ricerca e sta perfino “pescando” nell’immenso bacino della diaspora cinese, spesso composta da giovani professionisti le cui esperienze potrebbero risultare utili allo sviluppo del PLA. Più controverso, ma non meno assiduo o proficuo, è il potenziamento, ufficialmente negato ma plausibilmente attribuito alla Repubblica Popolare, dello spionaggio industriale e tecnologico ai danni di corporazioni e industrie occidentali, specie del comparto Difesa. Organizzazioni collegate allo Stato figurano infatti fra i più prolifici ed assidui violatori di sistemi informatici industriali e commerciali in tutto il mondo. Un significativo apporto alla modernizzazione militare e industriale è inoltre fornito dall’acquisizione di tecnologie a duplice utilizzo (civile o militare) di derivazione occidentale. Tradizionalmente, molte delle tecnologie acquisite da industrie cinesi nell’ambito di joint-venture internazionali di carattere civile sono poi confluite nel settore militare, a riprova dell’importanza che i sistemi dual-use rivestono per la sicurezza nazionale. Esempi di questo fenomeno sono l’elicottero medio multiruolo Z-9, inizialmente prodotto localmente dalla Harbin nell’ambito di una collaborazione civile con Eurocopter per la fornitura di eliambulanze e i catamarani in alluminio Houbei (Type-22), originariamente nati da una collaborazione con l’australiana AMD-Marine Consulting per la produzione di traghetti veloci.
Ad ogni modo, per via del deficit ingegneristico e progettuale che il comparto industriale ancora sconta relativamente ai principali competitor della Cina, vi sono ancora molti ambiti in cui lo sviluppo e la modernizzazione delle Forze Armate non possono prescindere dall’apporto tecnologico straniero, in primis russo e dei Paesi ex-URSS, per via dell’embargo occidentale. Nel contesto del rapido sviluppo di moderne capacità militari, il Partito Comunista, ed in particolare la Commissione Militare Centrale, ha identificato alcune aree strategiche dove il concentramento di risorse e investimenti è considerato prioritario. Per quanto riguarda le Forze Missilistiche, la Repubblica Popolare Cinese dispone di una delle più grandi Forze al mondo. Se storicamente il raggiungimento della parità strategica con USA e URSS non è mai stato uno degli obiettivi del PLA, oggi la modernizzazione rende sempre più il Secondo Corpo di Artiglieria, a cui il Paese affida la gestione e l’impiego degli arsenali nucleare e balistico, una forza temibile ed un deterrente internazionale assolutamente credibile. Il potenziale balistico basato a terra ed il crescente arsenale di missili cruise sono organizzati in 38 unità missilistiche distribuite sul territorio, e di queste solamente otto sono equipaggiate con missili balistici intercontinentali (ICBM). Il Secondo Corpo è infatti
primariamente orientato su lanciatori mobili e sistemi con gittata e carico utili a livello di teatro e quindi con rilevanza regionale. Nonostante l’espansione globale degli interessi nazionali cinesi, permangono nelle immediate vicinanze del Paese, questioni ritenute vitali dal Partito Comunista ed una di queste riguarda la sovranità di Taiwan, Stato indipendente per quasi tutto il resto del mondo, ma considerato “provincia ribelle” da Pechino. Per questa ragione le Forze Armate schierano gran parte dei sistemi più moderni in dotazione nelle regioni antistanti l’Isola di Formosa, sebbene quegli stessi missili possano essere impiegati anche in altre, eventuali, contingenze regionali.

Nell’ambito di questa primaria missione del Secondo Corpo, la modernizzazione dei sistemi ha riguardato soprattutto le Forze della 52a unità missilistica, che controlla gli
assetti diretti verso Taipei. I sistemi balistici2 in questione sono il DF-11, DF-11A, DF-15 e DF-15C per quanto riguarda le capacità a corto raggio (SRBM) ed i DF-3A
per i missili a gittata intermedia (IRBM o MRBM). Ad eccezione del DF-3A, che con 2.800 km di range può arrivare fino a Guam, i sistemi sopracitati sono qualitativamente e quantitativamente sufficieoperazioni di Taiwan. Il massiccio investimento in mobilità (sistemi trasportabili su gomma) e riduzione dei tempi d’approntamento negli Anni ’70 e ’80 ha portato allo sviluppo di questi vettori (fine anni’90-2000), che giovano anche della maturazione della base industriale per i motori a reazione a combustibile solido. Dovendosi anche misurare con l’internazionalizzazione del proprio interesse nazionale, la Cina riconosce la necessità di dover estendere il raggio d’azione e la capacità di proiezione delle Forze Armate, ivi incluso dell’arsenale ICBM. In merito, come accennato, l’attuale Forza è universalmente considerata incapace di sostenere un confronto alla pari con Grandi Potenze come Stati Uniti o Russia, per quanto assai ipotetico e dunque forse solo per questione di status.
In quest’ottica, gli investimenti recenti sono stati indirizzati alla sostituzione degli obsoleti DF-5A, posizionati all’interno di silos e a propellente liquido (tempi di approntamento più lunghi), con i DF-31, DF-31A e DF-413. Questi ultimi sono tutti a propellente solido, trasportabili su ruota, accreditati di gittata fra gli 8 e i 12 mila km
e con testate multiple (MIRV, 3 x DF-31A e 10 x DF-41) e manovrabili (MaRV, DF-31A e DF-41). Questi sistemi consentono di incrementare la sopravvivenza dell’arsenale balistico ad un attacco nucleare (first-strike) ed è per questo che anche per il DF-31, è attualmente in via di sviluppo un trasporto TEL (Transporter Erector Launcher) con capacità off-road al fine di potersi ulteriormente allontanare dalle basi di appartenenza e lanciare da aree di più difficile identificazione. Lo schieramento in numeri sempre maggiori di sistemi ICBM con avanzate capacità di gittata e precisione come i missili balistici in questione consentirà finalmente alla Cina negli anni a venire di possedere un deterrente intercontinentale credibile ed in linea con quelli delle altre potenze nucleari.
Per quanto riguarda altre capacità, non meno strategicamente importante è la continua acquisizione di missili cruise avanzati ed altamente precisi di produzione nazionale. I sistemi in questione, CJ-10 per la versione superficie-superficie (LACM) e YJ-62 pernti a coprire fino a saturazione l’area di la versione anti-nave (ASCM) sia da terra che imbarcata, sono parte integrante delle capacità anti-accesso (A2/AD) che Pechino considera prioritarie sin dagli anni ’90 al fine di tenere la US Navy a debita distanza dalle sue coste.

Proprio nel solco del potenziamento delle capacità anti-accesso, indirizzato in particolare alle superportaerei classe Nimitz e ai loro gruppi di supporto (Carrier Strike Group), è lo sviluppo del missile balistico DF-21D (CSS-5 mod.5), affidato al Secondo Corpo d’Artiglieria e ribattezzato dalla stampa “carrier-killer”. L’annuncio nel 2011 della modifica di un missile balistico (con testata manovrabile convenzionale), progettato per colpire grandi obiettivi statici e adattato a colpire un bersaglio molto più piccolo ed in costante movimento, ha lasciato molti esperti scettici. Il raggiungimento della capacità operativa iniziale quest’anno continua a non essere corroborato da prove empiriche.

L’impiego di un missile MRBM con gittata pari almeno a 1.500 km (2.500 secondo fonti cinesi) ai fini della difesa di punto non è mai stato sperimentato da nessuno, ma
è pur vero che sembra che questo programma abbia ricevuto grande attenzione (e ingenti fondi) da parte della Commissione Militare Centrale. La PLAN (People’s Liberation Army Navy) è la Marina Militare della Repubblica popolare ed assorbe la maggior parte dell’attenzione sia della stampa internazionale che degli ingegneri cinesi. Non si hanno dati precisi, ma è presumibile che ad essa siano devoluti la maggior parte dei fondi allocati per la modernizzazione delle Forze Armate. Sin dagli Anni ’90 la PLAN ha cominciato un processo di radicale trasformazione finalizzato all’emancipazione dalle acque costiere e all’acquisizione di reali capacità d’altura, note come “blue water”. In questo contesto la Marina è andata dismettendo grandi vascelli mono-missione e si è gradualmente orientata verso una flotta più agile equipaggiata con sistemi moderni e piattaforme multi-ruolo.

Fra queste si annoverano i cacciatorpedinieri classe Luyang II (Type-052C) e classe Luzhou (Type-051C), le fregate classe Jiankai II (Type-054A) e i futuristici catamarani Houbei (Type-022) progettati per incrementare le capacità sottocosta. La maggior parte di queste nuove unità sono dotate di sofisticati sistemi da difesa aerea, moderni missili cruise anti-nave (ASCM) e siluri a lungo raggio. Queste capacità non solo consentono un aumento di letalità e situational awareness, ma permettono anche alle unità della PLAN, per la prima volta nell’era moderna, di allontanarsi dal raggio di copertura aerea fornito dalle basi sulla costa. Per quanto riguarda le citate capacità anti-accesso, rivolte primariamente alla US Navy (ma anche alle Marine degli Stati litoranei, specie Giappone e Corea del Sud), la PLAN ha in programma l’introduzione di moderni missili da crociera in batterie costiere, un aumento dei sottomarini d’attacco e delle grandi unità di superficie multi-missione. Per quanto riguarda i sottomarini, la PLAN sta procedendo allo sviluppo di una seconda generazione di unità nucleari-balistiche (SSBN), dopo il fallimentare Xia, denominata classe Jin (Type-094) e in futuro equipaggiata con il missile balistico (SLBM) JL-2 (CSS-NX-4). Il missile in questione è in via di sviluppo e nonostante qualche ritardo dovrebbe essere operativo entro i prossimi due anni. Con un raggio di 7,400 km e capacità MIRV, il binomio JL2 - classe Jin fornirà per la prima volta alla Cina un deterrente strategico credibile quasi continuamente imbarcato, adatto in teoria al ruolo di rappresaglia nucleare (second strike). La Marina sta inoltre espandendo la sua flotta di sottomarini nucleari (SSN) di seconda generazione, classe Shang (Type-093), di cui due sono in servizio e altri cinque in programma. Per quanto riguarda le unità sommergibili a propulsione convenzionale, oltre ai Song (Type-039), la PLAN opera già quattro sottomarini classe Yuan (una variante del Type-039), che potrebbero essere dotati di sistema di propulsione indipendente dall’aria (AIP). In generale, questi nuovi assetti, come anche l’introduzione di caccia di quarta generazione e moderni aerei da pattugliamento marittimo nell’Aviazione Navale, sono volti a fornire, in teoria, superiorità marittima ed aerea sino alla Prima Catena di Isole5 e ad impedire un intervento di “terzi” in una crisi con Taiwan. La Marina cinese sta inoltre certamente investendo nel miglioramento delle capacità a lungo raggio dei sensori di bordo, in primis i Radar navali di scoperta oltre l’orizzonte (OTH), che unitamente a velivoli early-warning, UAV da ricognizione e ad altri equipaggiamenti ISR6, danno alla Cina estese capacità di sorveglianza sul Pacifico occidentale. Queste ultime, a loro volta, dovrebbero in teoria raccogliere dati per l’acquisizione di bersagli del fantomatico missile balistico “carrier-killer” sopracitato. In merito alle capacità di proiezione, nel 2012 è stata finalmente introdotta, dopo anni di ri-equipaggiamento e modifiche, la prima portaerei della
PLAN, denominata Liaoning. Rocambolescamente acquisita dal’Ucraina alla fine degli anni ’90, l’unità è una classe Kuznetsov (ex-Varyag) russa che inizialmente servirà come piattaforma per sperimentare nuove dottrine e tecnologie, mentre a livello operativo sarà probabilmente impiegata solo per missioni umanitarie fintanto che il suo complemento di assetti aerei non sarà operativo. Permangono tuttavia seri dubbi circa la modalità di propulsione installata (potrebbe essere spinta da enormi e dispendiosi motori diesel) e quindi sulla sua autonomia, come anche sulla tipologia di caccia imbarcato. Al momento, infatti, nonostante la recente prova di appontaggio
(novembre 2012), gli aerei designati, i J-15, copie non-autorizzate del sovietico Su-33, esistono solo in pochi esemplari. Sulla base delle esperienze raccolte a bordo
della Liaoning, è probabile che la Cina svilupperà un numero di unità simili, costruite in patria e appositamente modificate. Sempre in termini di proiezione delle Forze, la
PLAN ha aggiunto alla flotta unità anfibie (LPD) come le tre navi classe Yuzhao (Type 0-71) e la nave ospedale classe Anwei (Type-920).

Per quanto riguarda l’Aeronautica cinese, essa per decenni si è focalizzata sulla difesa dei confini nazionali, mentre oggi, pur rimanendo concentrata su eventuali crisi
con Taiwan, ha intrapreso un programma di sviluppo volto a trasformarla in una Forza in grado di compiere anche missioni offensive ad ampio raggio. La PLAAF
(People’s Liberation Army – Air Force), dispone di oltre 1.600 velivoli caccia, gran parte dei quali stanno raggiungendo l’obsolescenza. La modernizzazione per la PLAAF significa, dunque, gradualmente sostituire i vecchi intercettori J-7 (Airguard) e J-8 (Finback) con nuove linee autoctone quali J-10 e J-11B e con i caccia russi Su- 30 MKK e forse i Su-35 di prossima acquisizione. Oltre alla sostituzione di linee ormai vetuste, un’area che certamente assorbirà ingenti investimenti è il settore della progettazione e della produzione di moderni motori aeronautici, da sempre tallone d’Achille del complesso militare-industriale cinese. Nonostante i decenni e i miliardi di dollari profusi nella ricerca e sviluppo, la Cina non è ancora in grado di costruire un moderno e affidabile motore a reazione per velivoli militari, e questo va probabilmente imputato alla mastodontica e inefficiente industria statale, basti pensare che il conglomerato AVIC (Aviation Industry Corp) impiega 400 mila persone in oltre 200 diverse società. Con l’avvento dell’embargo militare occidentale nel 1989 dopo gli eventi di Piazza Tiananmen, il complesso militare-industriale cinese non ha più potuto colmare il gap acquisendo tecnologia estera, né, per via della gelosia con cui sono custoditi i progetti dei principali produttori di motori aeronautici, è stato possibile ripiegare sullo spionaggio industriale. Per questa ragione la AVIC sarà nei prossimi anni interessata da un programma di sviluppo da oltre 12,35 miliardi di euro volto alla definitiva emancipazione da produttori russi e occidentali. Detto ciò, anche se la questione dei motori riguarda da vicino l’intera possibilità di sviluppare efficienti e performanti caccia di quarta e quinta generazione, è evidente che la PLAAF stia investendo molto anche nella tecnologia stealth (bassa osservabilità radar), come dimostrato dalla recente (gennaio 2011 e settembre 2012) esposizione di due prototipi, J-20 e J-31. Al fine di fornire protezione e copertura ad interessi nazionali ormai globali, la
PLAAF sta inoltre espandendo la propria flotta di aerei da trasporto strategico e la proiezione a lungo raggio di capacità logistiche (preparazione di piste/aeroporti in teatro, evacuazioni di massa, operazioni umanitarie).

Come le altre Forze Armate, anche quelle terrestri (People’s Liberation Army, PLA) sono coinvolte da un programma di rapida modernizzazione. Ormai in molti reparti di questa forza di circa 1,25 milioni di effettivi, sono presenti, in misura sempre maggiore, moderni mezzi corazzati (ad es. il carro Type-99 o il veicolo anfibio ZLT05), artiglieria a lunga gittata e sofisticati sistemi da difesa aerea. Per quanto riguarda gli elicotteri, continua l’acquisizione di moderni assetti ad ala rotante come lo Z-9 (versione dell’Eurocopter Dauphin costruita localmente su licenza) e lo Z-10, primo elicottero d’attacco costruito nel Paese. Parallelamente al graduale aggiornamento dell’equipaggiamento, la Forza Armata ha nel 2011 adottato moderni criteri organizzativi come la trasformazione in Forza modulare basata su brigate e con enfasi sulle operazioni “Combined” (in congiunzione con PLAAF e PLAN) e sulla mobilità a lungo raggio. Inoltre, si ritiene che in linea con l’ipotetico impiego futuro in scenari complessi e asimmetrici, la PLA abbia intrapreso dal 2011 l’espansione delle principali unità di Forze Speciali. Ad ogni modo le Forze terrestri del PLA rimangono penalizzate dalla pressoché totale mancanza di impiego operativo e dall’impostazione della catena di comando che risente ancora delle influenze sovietiche, con bassa propensione alla delega degli ordini e scarse capacità di leadership a livello operativo. Entro il 2020 la Commissione Militare Centrale ha in programma di superare questi riconosciuti problemi mediante l’aggiornamento dei programmi di formazione e addestramento. Per quanto riguarda le avanzate capacità informatiche proprie di ogni Forza militare moderna, contraddistinte dall’acronimo inglese C4ISR (comando, controllo, comunicazioni, computer, intelligence, sorveglianza e ricognizione), la Cina ha
compiuto recentemente enormi progressi. Le Forze Armate stanno sviluppando sistemi che consentiranno al PLA di condividere dati e informazioni in tempo reale, incrementare la comprensione e la consapevolezza delle variabili sul campo di battaglia e facilitare l’integrazione e la gestione delle Forze sia a livello tattico che
strategico. Infine, per quel che riguarda lo sviluppo di satelliti militari, il Paese è molto attivo nella produzione di assetti di nuova generazione capaci di fornire dati utili alla sorveglianza e alla ricognizione, alla navigazione e ai servizi meteorologici. Pechino continua ad associare grande priorità politica e strategica allo sforzo di dotare il Paese di una costellazione di satelliti per il posizionamento globale indipendente dal sistema GPS americano. Il sistema BeiDou-2 (“bussola”) fa seguito al primo BeiDou (operativo nel 2000 solo in Cina) ed è una costellazione di 35 satelliti ancora in via di sviluppo, ma in grado presto di fornire copertura regionale ed, entro il 2020, globale. Inoltre, al fine di contrastare la presenza spaziale USA, la Cina sta investendo significativamente in capacità anti-satellitari (ASAT) al fine di neutralizzare i satelliti spia e quelli deputati all’acquisizione di obiettivi, alle telecomunicazioni e alla navigazione.

Non da ultimo si ricorda, come citato, che la Cina continua a scommettere sull’efficacia e la sofisticazione delle sue capacità di penetrazione informatica (cyber warfare), che specie negli ultimi anni hanno dato del filo da torcere al Pentagono. Ormai, senza ombra di dubbio, è possibile asserire che le persistenti intrusioni cibernetiche attribuite alla Cina siano parte integrante di una deliberata strategia volta alla raccolta di intelligence e di segreti industriali per l’avanzamento dei propri programmi di modernizzazione.

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... il modo cinese di interpretare la pace e le missioni internazionali http://www.iai.it/pdf/DocIAI/iaiwp1230.pdf

 

 

In this light, this paper analyses two key concepts in global foreign policy debates and China’s evolving interpretation of these: human security (HS) and the responsibility to protect (R2P). Despite the fact that China’s security thinking and practice have gained considerable attention amongst political elites, the debates on these two concepts differ starkly in China and the West. The Chinese approach clearly highlights how the norms of human security and R2P are still deeply intertwined with those of national security,
sovereignty and collective security (particularly socio-economic threats). In this sense, the Chinese tend to adopt a more traditional view of security. At the same time, China seems to pursue alternative peace-building paths in post-conflict situations, based on the notion of “strategic and cooperative partnerships”, suggesting also an effort to reshape the neoliberal agenda.
In this context, the roles of non-state actors and specifically think tanks in Chinese foreign policy are critical. Research institutions and think tanks in China are evolving and increasing in influence, often providing information, analyses and advices to the Chinese government and party leadership. Besides, in this new political climate, think tanks allow us to analyze Chinese foreign policy through a double lens: on the one hand, being close to the party-state machine, they shed light on how official positions are often formed and consolidated; on the other hand, they allow us to understand how thinkers outside official channels discuss and interpret China’s foreign policy priorities and approaches. In other words, although in the case of China, reliable data is not always available, in order to have a clear picture of Chinese foreign policy, delving outside official channels and resources is of the essence. This paper thus explores how foreign policy - and specifically HS and R2P - is discussed by Chinese think tanks (zhiku-智库) - or research institutions (yanjiusuo-研究所). Following a general discussion of these concepts in the Chinese non-state context, this paper delves into their application in specific conflict settings in the MENA (Middle East and North Africa) region: the Libyan war and the Syrian crisis. In assessing China’s role, this last section will combine non-official with official views and resources.

 

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  • 2 settimane dopo...

Is January Chinese ASAT Testing Month? http://allthingsnuclear.org/is-january-chinese-asat-testing-month/

In 2007 and 2010 China conducted anti-satellite (ASAT) weapons tests, both on January 11. Rumors circulating for the past few months suggest that some within the U.S. defense and intelligence community believe China is preparing to conduct another ASAT test.

The first media report on these rumors appeared in October. China’s Ministry of Defense challenged the information in that report, but in November contacts in China told us an announcement about an upcoming ASAT test was circulated within the Chinese government. We were unable to find a public statement confirming plans for a test in the Chinese media or on publicly accessible Chinese government websites. Then, just before Christmas, a high-ranking U.S. defense official told us that the Obama administration was very concerned about an imminent Chinese ASAT test.

Given these high-level administration concerns, and past Chinese practice, there seems to be a strong possibility China will conduct an ASAT test within the next few weeks. What kind of test and what the target might be is unclear.

The Obama administration has three choices: it can make a quiet diplomatic effort to persuade China to cancel or at least postpone the test, it can publicly call on China not to test, or it can remain silent until China conducts the test and then complain about it afterwards. The Bush administration took the latter approach and the space environment is much worse off for it. Despite having seen the ASAT system tested at least twice before the Jan. 11 2007 destruction of the Fengyun 1C, the Bush administration did not communicate its concerns to China, and we will never know if this might have influenced China’s decision.

The Obama administration should try to dissuade China from conducting the test. China may decide to test anyway, but it might see value in canceling or postponing the test to discuss these issues with the U.S. The Chinese Foreign Ministry routinely expresses support for diplomatic efforts to create an international space security framework. This approach is also in line with U.S. Defense Department policy. Its Oct. 2012 Directive on Space Policy, which lays out the range of approaches the DOD will take to mitigate the threat posed by the development of systems that can interfere with satellites, says it will “support the development of international norms of responsible behavior” in space. Acting to prevent irresponsible behavior before it happens is a clearly preferable approach to supporting international norms than waiting to act until after they have been violated.

High-level intervention in both countries is needed to stop the test and start discussions. Remarkably, there are no regular channels of communication on space issues between China and the United States. Congressional opposition to scientific and commercial cooperation with China in space shut down potential talks on human space flight that could have led to a bilateral dialog on space security.

If China fails to respond to bilateral efforts, the administration should issue a strong public statement prior to the test to increase international pressure on China to cancel it.

What Kind of Test?

The Chinese ASAT test in 2007 targeted an aging Chinese weather satellite in a low earth orbit approximately 850 km above the earth. The ASAT interceptor struck and obliterated the one-ton satellite, creating a large field of space debris that will present a danger to spacecraft orbiting near that altitude for decades.

The 2010 test was conducted as a missile defense test, destroying an object that was not in orbit, so it did not create any long-lasting space debris. The intercept occurred at a much lower altitude than the 2007 test, and targeted a mock warhead launched by a ballistic missile rather than a satellite in orbit. But China reportedly used the same launcher and the same interceptor in both the 2007 and 2010 tests. Chinese defense and aerospace analysts contend that there is no technical distinction between ASAT interceptors and missile defense interceptors that work above the atmosphere, and have argued since the 1980s that they are essentially the same technology (and U.S. analysts agree). That the second test used the same technology in a non-debris creating way may indicate that China now understands the problems associated with tests that destroy satellites.

It is not clear what kind of test may be planned, if indeed one is in the works. There are different types of technologies that can be used as ASAT weapons and a satellite may not be destroyed at all. The planned test could be of the same technology as the 2007 and 2010 tests but in a missile defense or flyby mode, or a test of technology that doesn’t destroy a satellite.

The first U.S. media report suggested that the next Chinese ASAT test, if it occurs, could be at a much higher orbit than the 2007 test. U.S. government sources informed us that some U.S. defense and intelligence analysts think China may attempt to strike a target at an altitude close to the medium earth orbits (MEO) used by U.S., Russian, and some Chinese navigational satellites, which orbit at about 20,000 km above the earth.

Such a test could be interpreted as a signal China wants to hold U.S. GPS navigational satellites at risk, much as the 2007 test was interpreted as a signal China intends to attack U.S. satellites in low earth orbit. But there are good reasons for China not to destroy a satellite at this orbit, including that China plans to use this part of space. Creating debris, as it now understands, would threaten its own satellites. Over the next several years China plans to place more than twenty new navigational satellites in MEO. Together with the satellites already in orbit, these new launches will complete a Chinese satellite navigational system with capability similar to the U.S. GPS constellation, providing Chinese civil, commercial, and military users with valuable location and timing services.

Moreover, as we showed in a previous post, significantly reducing the capability of the U.S. GPS system would take a large-scale and well-coordinated attack, so much so that targeting these satellites may not be an effective strategy.

Ma Xingrui, the General Manager of the China Aerospace Science and Technology Corporation (CASC), recently compared the strategic significance of China’s new satellite navigation system to China’s nuclear arsenal. Given the large size of the investment, and the economic and military importance of this system to China, it is questionable whether China would ever actually use the ASAT interceptor it is testing to launch a large-scale destructive attack in MEO, or any other area of space where its satellites operate. China’s emerging space capabilities may be fewer and less capable than those deployed by the United States, but they are just as valuable to Chinese military planners and the Chinese leadership. Over the past several decades China has invested considerable financial, technical and human resources in the development of a comprehensive set of civil and military space programs.

China’s space program is still in the formative stages of its development. Both the United States and the former Soviet Union conducted equally high profile ASAT testing during comparable stages in the development of their space programs, and both eventually decided to stop destructive ASAT testing. Hopefully, China will eventually come to a similar conclusion. Beginning a meaningful bilateral dialog on space security between the United States and China could hasten the day.

 

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... il bilancio di un anno: Top 10 International Military News of 2012 Named by PLA Daily http://www.defense-aerospace.com/article-view/release/141457/defense-in-2012%3A-the-view-from-beijing.html

 

 

1. China's first aircraft carrier, the “Liaoning” ship, was officially delivered to PLA Navy.
After the construction, test and trial navigation were completed as scheduled, China's first aircraft carrier was formally delivered to the Navy of the Chinese People’s Liberation Army (PLA) on September 25, 2012. Approved by the Central Military Commission (CMC), it was named the "Liaoning" ship of the PLA Navy with a designated hull number of “16”. Related scientific experiments and military trainings continued following the official delivery and commissioning of the “Liaoning” ship. On November 25, Chinese Navy's first batch of carrier-borne aircraft pilots successfully flew the home-made J-15 fighters to accomplish the arrested deck landing and ski-jump takeoff on the “Liaoning” ship.


2. The U.S. announced new military strategy.
US President Barack Obama announced a new military strategy on January 5, 2012 to shift U.S. focus to the Asia-Pacific region. According to the strategy, the U.S. will slim down its army's scale, reduce its military presence in Europe and strengthen its military presence to the Asia-Pacific region.
The US Defense Secretary Leon E. Panetta expounded the “rebalance strategy in Asia-Pacific region” at the Shangri-La Dialogue on June 2, 2012 and stated that the U.S. would deploy 60% of its warships in the Pacific Ocean by 2020.


3. Russia's first fifth-generation strategic missile corps established
The Russian Ministry of Defense announced the establishment of its first fully-equipped missile corps of the fifth-generation guided missiles, namely “Yars” and “Aspen-M”, on September 20 in the State of Ivanovo near Moscow. After the fifth-generation guided missile system is equipped, Russia further enhanced its capability to break through the anti-missile system.
Prior to that, the NATO announced the official launch of the European anti-missile system on May 20.


4. “RIMPAC 2012” exercise held
The world's largest multi-national maritime military joint exercise, namely the “Rim of the Pacific (RIMPAC) 2012” led by the U.S. was held in Hawaii and its surrounding waters on June 29 with the participation of 42 warships, 6 submarines, 200-plus aircraft and 25,000 soldiers from 22 countries. Russia and India participated in the exercise for the first time.
The contents of this exercise included the offense-defense combat of aircraft carriers, beach landing drills and others aiming to test the coordinated operation capability between the U.S. fleet and the allied fleets in the Asia-Pacific region.

5. Israel took “Defense Pillar” military action against Gaza.
The number of rockets fired into Israel by armed personnel of Palestinians saw sudden increase in Gaza Strip starting from November 10. Israel’s Defense Forces initiated a large-scale military operation, code-named “Defense Pillar”, against Gaza from November 14 to 21.
This action led to the death of 162 Palestinians, including Jabari, the No. 2 leader of the Palestinian Islamic Resistance Movement (Hamas) and leader of the Qassam Brigade, together with the destruction of a great number of infrastructures in Gaza. This was the most intense fire exchange between Israel and Hamas in recent years.


6. Syrian civil war upgraded
The Syrian government forces and the main opposition armed forces successively expressed their willingness on October 25 to accept the proposal made by Brahimi, the special representative of the UN-Arab League’s envoy for the Syrian crisis, to cease fire during the Eid al-Adha period.
However, on the first day of the ceasefire, also the first day of Eid al-Adha festival, a car bomb exploded in the south of Damascus, capital of Syria, killing 5 and injuring 32, and nullified the agreement of the Eid al-Adha ceasefire. Under the support from exterior forces, the Syrian opposition armed forces gained rapid growth in their strength and more places kept falling into their control.


7. DPRK successfully launched “Light Star III” satellite.
The Democratic People's Republic of Korea (DPRK) used the Galaxy III carrier rocket and successfully launched the second "Light Star" satellite into the pre-selected orbit on December 12.
The U.S. and its allies held that DPRK's usage of the satellite launch to test its ballistic missile technology posed a threat against the peace and security in the region, and committed a provocative act to undermine the global non-proliferation system.


8. Indian test-fire of intermediate-range ballistic missile “Agni-5” successful
India successfully launched the “Agni-5” intermediate-range ballistic missile on April 19 for the first time. With a range of 5,000-plus kilometers, the missile is capable of carrying multiple nuclear warheads. To date, it is India’s farthest-reaching missiles, covering the entire Asian continent, half of Europe and most of the Indian Ocean.


9. U.S. and its allies held “Schriever-2012” joint military exercise.
The U.S., the United Kingdom, Canada, Denmark, France, Australia and other countries held the "Schriever - 2012" international military exercise from April 19 to 26 at the Nellis Air Force Base in Nevada. Through the use of network to simulate military operations in outer space, the operations of aerospace and cyberspace were closely integrated with the cooperation between the U.S. and its allies being greatly promoted in the fields of aerospace and cyberspace.


10. UN Security Council decided to deploy Africa-led Support Mission in Mali.
Both Mali of the West Africa and Somalia of the East Africa and their nearby areas have witnessed an aggravated threat of terrorism in 2012. The United Nations Security Council unanimously adopted a resolution on December 20 to deploy an African-led international support mission in Mali (African-led Support Mission).
In a statement made by the Economic Community of Western African States (ECOWAS) in Abuja on November 12, a total of 3,300 soldiers will be dispatched to Mali in order to help Mali fight against the armed organizations in the north.

 

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http://www.defense-aerospace.com/article-view/release/141526/chinese-firm-buys-helo-maker-enstrom.html

 

Enstrom Helicopter Acquires New Owner

 

 

MENOMINEE, MI --- As of December 27, 2012, Chongqing Helicopter Investment Co., Ltd (CQHIC), located in Chongqing, China has acquired Enstrom Helicopter Corporation, moving from one foreign owner to another.

Chongqing is the fourth largest metropolitan area in China. CQHIC is focused on helping Enstrom expand its reach into China and the rest of the world. The number of helicopters in Asia represents only a small percent of the number of helicopters in the United States, while Asia has a significantly larger population and is expected to be a major market for helicopters over the next two decades.

“This is a major step in moving Enstrom to a new level,” said Enstrom President Jerry Mullins. “It will provide Enstrom with the needed resources to enhance marketing efforts in China and around the world. This strong ownership will allow further growth of our business in Menominee, Michigan to meet the demands of the increasing markets around the world, especially Asia.”

Enstrom has seen a 50% growth in employment over the past 18 months, and with the new ownership will continue to grow to meet current and future demands. Enstrom will be expanding their Menominee facility to address higher production rates. This will also add business to Enstrom’s US supplier base, which is currently over 450 today.

This new ownership will provide many opportunities, including continued product improvement, increased marketing support, funding for new product development, and manufacturing support to help control and reduce costs.


Founded in 1959, Enstrom Helicopter Corporation manufactures a complete line of helicopters. The three-seat, piston-powered F28F and 280FX are popular training, sport and light commercial aircraft. The larger turbine-powered 480B is available as a three-place advanced trainer and patrol aircraft, a 2+2 four-seat training helicopter, or as a three- to five-place executive transport. For law enforcement applications, Enstrom produces an optionally equipped variant of the 480B, known as the Guardian, and the F28F, called the Sentinel.

 

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  • 2 mesi dopo...
  • 1 mese dopo...

E .... alcuni giorni dopo la visita del Segretario di Stato USA .... la Cina punta il dito .... 28ti8p.jpg

 

China Points Finger At U.S. Over Asia-Pacific Tensions ....

 

China’s defence ministry made a thinly veiled attack on the United States on Tuesday for increasing tensions in the Asia-Pacific by ramping up its military presence and alliances in the region, days after the top U.S. diplomat visited Beijing.

 

Fonte .... http://www.aviationweek.com/Article.aspx?id=/article-xml/awx_04_16_2013_p0-569582.xml

Modificato da TT-1 Pinto
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Sì stavo appunto leggendo...

 

 

While China has been angered by North Korea’s behaviour, including its third nuclear test in February, it has also made clear it considers U.S. displays of force in response to Pyongyang’s behaviour to be a worrisome development.

 

 

 

e di seguito...

 

 

“On the issues concerning China’s territorial sovereignty and maritime rights and interests, some neighbouring countries are taking actions that complicate or exacerbate the situation, and Japan is making trouble over the Diaoyu Islands issue,” the white paper said.

Japan’s government said it had lodged a protest with Beijing about that comment. “There exists no territorial issue to be solved over the Senkaku”, Deputy Chief Cabinet Secretary Hiroshige Seko said in Tokyo.

 

 

 

comunque per cercare di riassicurare gli animi, alla fine...

 

 

China has repeatedly said the world has nothing to fear from its military spending, which it says is needed for legitimate defensive purposes in a complex and changing world, and that the sums spent pale in comparison with U.S. defence expenditure.

 

 

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Questo paese ha delle ambizioni, non so se si è capito ....

 

Si è capito .... si è capito ....

Però, prima che queste ambizioni possano trovare la loro piena realizzazione, di acqua, in quel famoso fiume ove, prima o poi, transiterà l'altrettanto famoso cadavere, ne dovrà passare ancora parecchia ....

D'altronde, come sostiene, in un'altra discussione, un autorevole partecipante a questo forum, la Cina è un paese tradizionalmente paziente .... che ....

 

.... parla in termini di DECENNI SE NON DI SECOLI e non di anni ....

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http://www.china-files.com/it/link/28407/caratteri-cinesi-la-crisi-del-modello-occidentale

 

 

articolo da leggere.

Per chi vive in Cina queste cose sono piu' comprensibili (una cina democratica oggi sarebbe un pericolo per se stessa e gli altri...), ma per chi non ci vive e' una lettura illuminante

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Cina .... progressi e .... problemi (per gli USA) ....

 

Dal "Daily Report" dell'AFA di questa mattina .... bhf5g7_th.jpg

 

China's Steady Gains Could Pose Big Problems ....

The Chinese government has invested greatly in China's military capabilities over the past two decades, said Thomas McCabe, a Defense Department aerospace analyst and retired Air Force lieutenant colonel, on Tuesday.
Speaking at an event sponsored by AFA's Mitchell Institute for Airpower Studies in Arlington, Va., McCabe said China has made well-documented advances in combat aircraft, such as fighters, but has also changed its perspectives on assets such as air defenses and transport aircraft.
The country is on track to field a large force of medium-range ballistic missiles that could threaten all US bases in East Asia and the Western Pacific as well as anti-satellite technology and manned and unmanned space assets by 2020, said McCabe, author of the new Mitchell Institute paper "China's Air and Space Revolutions."
Retired Lt. Gen. Stephen Wood, former 7th Air Force commander, noted in a panel discussion following McCabe's April 23 presentation that Chinese investments are not aimed at military parity, but at exploiting distances and weaknesses of the United States and its allies in the Asia-Pacific region.
As such, the United States needs to think more about how it will operate in potential future scenarios where extreme distances and contested airspace are at issue, in particular how aerial refueling tankers will replenish tactical aircraft in challenged environments, said retired Lt. Gen. Robert Elder, former 8th AF commander.
—Marc V. Schanz
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The Chinese government has invested greatly in China's military capabilities over the past two decades, including making well-documented advances in combat aircraft, such as fighters, said Thomas McCabe, a Defense Department aerospace analyst and retired Air Force lieutenant colonel, during a talk sponsored by AFA's Mitchell Institute for Airpower Studies in Arlington, Va., on April 23, 2013. Here, McCabe, author of the new Mitchell Institute paper "China's Air and Space Revolutions," addresses the audience during the event.

AFA staff photo by Caity Rogowski


 

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Una guerra con la Cina?

Un punto di vista australiano ....

 

Planning the Unthinkable War with China: An Aussie View of AirSea Battle ....

 

Benjamin Schreer, a senior analyst for Defence Strategy at the Australian Strategic Policy Institute, looks around Asia and finds a lack of consensus on who among America’s allies and friends are willing to sacrifice themselves for the benefit of a US policy formulated in far-off Washington.

 

Fonte .... http://www.defensenews.com/article/20130424/DEFREG03/304240011/Planning-Unthinkable-War-China-An-Aussie-View-AirSea-Battle

 

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la (stra)grande maggioranza del popolo cinese vuole addirittura la guerra. Anche i piu' moderati vedono il conftillo come una cosa inevitabile....Il governo e' stato criticato parecchio per una posizione considerata "morbida". Visto che il partito ha bisogno di consensi continui da parte della popolazione, queste mosse sono per far capire che sono attenti alla questione...ma sara' dura per il governo continuare a mantenere posizioni del genere con la popolazione che spinge per la riconquista.......

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  • 2 settimane dopo...

 

la (stra)grande maggioranza del popolo cinese vuole addirittura la guerra. Anche i piu' moderati vedono il conftillo come una cosa inevitabile....Il governo e' stato criticato parecchio per una posizione considerata "morbida". Visto che il partito ha bisogno di consensi continui da parte della popolazione, queste mosse sono per far capire che sono attenti alla questione...ma sara' dura per il governo continuare a mantenere posizioni del genere con la popolazione che spinge per la riconquista.......

 

 

Secondo me invece questa voglia di guerra della popolazione è solo propaganda guerrafondaia emessa dal governo a per cercare di contrastare l'enorme squilibrio di ricchezza tra la gente e di giustificare i massacranti orari di lavoro dei lavoratori.

La Cina sa benissimo che ancora militarmente non può nulla contro l'occidente anzi riguardo al Giappone non riuscirebbero a sbarcare neanche se gli Americani restassero neutrali.

Infatti la Cina anche se ha fatto grandi progressi in campo aereonautico ha ancora un esercito generalmente non molto addestrato e equipaggiato ancor peggio(copie del T-54 con vari miglioramenti).

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La Cina sa benissimo che ancora militarmente non può nulla contro l'occidente anzi riguardo al Giappone non riuscirebbero a sbarcare neanche se gli Americani restassero neutrali.

 

 

Cosa che non faranno:

 

http://www.meridianionline.org/2013/05/03/gli-stati-uniti-si-mettono-in-mezzo-sulla-questione-diaoyusenkaku/

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Secondo me invece questa voglia di guerra della popolazione è solo propaganda guerrafondaia emessa dal governo a per cercare di contrastare l'enorme squilibrio di ricchezza tra la gente e di giustificare i massacranti orari di lavoro dei lavoratori.

La Cina sa benissimo che ancora militarmente non può nulla contro l'occidente anzi riguardo al Giappone non riuscirebbero a sbarcare neanche se gli Americani restassero neutrali.

Infatti la Cina anche se ha fatto grandi progressi in campo aereonautico ha ancora un esercito generalmente non molto addestrato e equipaggiato ancor peggio(copie del T-54 con vari miglioramenti).

 

il popolo cinese è molto nazionalista. il nazionalismo è una delle poche cose che li unisce e il governo cerca sempre di tenerlo a freno dosando propaganda con una certa dose di raziocinio. per assurdo è il governo che a volte deve raffreddare gli istinti nazionalisti della popolazione e non il contrario..

Ho parlato con uan valanga di persone, tutti di un certo livello e come tali assolutamente non allineati col governo, e tutti sono molto spostati verso una posizione tutt'altro che morbida.....

(il ciense lo accetta il governo nel senso che lo sopporta fino a che c'è crescita, ma pochissimi sono favorevoli al governo in se.. diciamo che nella loro tipica mentalità attendista vedono come male minore un governo come questo e aspettano)

 

tra l'altro si palra di colletti bianchi e gente che fa la classica settimana di 5gg.. gioca a golf, gira il mondo .. il mio ex capo, che nel 1989 si fece 15 gg di galera ed interrogatori e che è SEMPRE stato uno non allinieato, mi disse che se scoppiava la guerra partiva a combattere (e parliamo di un milionario....).. Quindi tutte persone che non hanno bisogno di "distrazioni o diversivi" per non vedere la propria condizione..

 

 

Leggendo ciò che esce sugli organismi stampa dell'esercito (tradotti) è sempre ribadito che sono tutti ben a conoscenza della distanza dagli assets americani a livello di tecnologia, mentre se si parla con la popolazione ovviamente sembra che qui ci sia l'esercito più potente del mondo..

Ma comunque come addestramento sono oramai a livello degl altri eserciti e come equipaggiamento siamo ben oltre le copie dei carri russi a nni 70.

 

il problema della cina è il suo popolo che viene da una era di sconfitte e invasioni-sottomissioni...meno male che hanno un governo del genere che li tiene buoni....

Modificato da nik978
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Le forze armate in cina non hai mai avuto una grande popolarita in termini di collante nazionale, tant'e che un detto cinese recita piu o meno cosi:

" Non sprecare il buon ferro per i chiodi o uomini buoni per i soldati".

 

Questo per dire che le loro "risorse umane" migliori sono sempre finite nell' amministrazione del mandarinato, piuttosto che nelle accademie militari.

 

I "constraints" economici, demografici e militari della Cina sono decisamente superiori rispetto a quelli degli USA, visto che in quel paese le risorse pro-capite (acqua, cibo, energia) sono minori. In Cina circa 1 miliardo di persone vive con redditi che da noi sarebbero considerati da miseria e l'idea che l'attuale dirigenza voglia inclinare taluni equilibri dell'Asia-Pacifico mi sembra velleitaria.

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Vi posto questo bell'articolo in cui ci sono i numeri dell'esercito cinese e le intenzioni, nonchè il link al libro bianco cinese:

 

http://temi.repubblica.it/limes/in-cina-lesercito-non-ha-quasi-piu-segreti/45655

 

Nell'articolo si legge che la priorità cinese è il consolidamento del suo ruolo nel pacifico, ma non ha intenzioni belliche a menochè ovviamente qualcuno (un nome a caso: USA) non li provochi, visto che loro considerano le alleanze USA come ciò che hanno tutta l'aria di essere: un accerchiamento in chiave anti-cinese

Modificato da fabio-22raptor
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Io credo che i cinesi piu che dell' "accerchiamento americano" debbano preoccuparsi di quelli che saranno gli scenari della loro economia nella seconda meta del decennio in corso, perche dagli ultimi indicatori assisteremo ad un marcato rallentamento e per un paese dove la dirigenza ha prospettato un "sogno da operaio" a centinaia di milioni di persone la cosa e' molto rilevante.

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il grosso problema è proprio questo

E purtroppo l'unico altro aspetto che rende l popolo cinese e compatto, è il nazionalismo.. se l'economia non tirerà più come prima si dovrà per forza spingere su quest'altro aspetto che per ora il governo cerca di dosare con molta cautela, come detto prima..

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