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F11 sfiga....


Dominus

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Certo che il pilota a cui è successo è meglio che va a fare l'impiegato per quanto è sfigato...

 

The F-11 Tiger holds the dubious distinction of being the first jet aircraft to shoot itself down. During testing a Tiger fired its 20 mm cannons while climbing. During the subsequent push-over and descent, it managed to collide with its own cannon shells that were following a ballistic trajectory. :lol:

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Verissimo. Accadde nel 1956, sui cieli di Long Island, ed il pilota di chiamava Tom Attridge, era un collaudatore della Grumman, ma la cinematica dell'evento non è quella descritta nel testo che hai postato.

 

Non ci fu un tiro in cabrata seguito da una picchiata.

 

A bordo dell' F-11F-1 matricola 138260, il 21 settembre di quell'anno, Attridge stava eseguendo dei test di fuoco ad alta velocità.

 

Doveva eseguire una prova di sparo con i cannoni da 20 mm, a Mach 1, per cui partì da 20.000 piedi, in affondata di 20 gradi con post bruciatore inserito, e sparò una prima raffica, poi giunto a 13.000 piedi sparò la seconda, esaurendo le munizioni.

 

Continuò la picchiata fino a 7.000 piedi quando avvertì che qualcosa lo colpiva al canopy senza riuscire a penetrarlo, e si accorse che oltre al canopy anche la presa d'aria di destra appariva danneggiata. Inoltre il motore era calato di potenza e non andava oltre il 78 %.

 

Ridusse la velocità a 230 miglia orarie, e scese a 1300 piedi di quota estraendo flap e carrello.

 

Probabilmente sarebbe riuscito ad atterrare, ma fece male i suoi calcoli: avendo perso troppa velocità e quota, doveva dare più potenza per presentarsi correttamente sulla pista, che distava ormai solo un paio di miglia.

In pratica aveva fatto un avvicinamento senza tener conto del fatto che non poteva sfruttare al 100 % la potenza motore.

Quando cercò di andare oltre il 78 % , sentì il motore emettere una specie di gemito e spegnersi del tutto.

Allora ritirò il carrello e tentò un atterraggio di fortuna a circa un miglio dalla pista.

L'aereo in qualche modo riuscì a fermarsi, perdendo un'ala nell'urto contro alcuni alberi, e poi prese fuoco.

Attritge riuscì ad uscire dall'aereo e fu recuperato da un elicottero.

 

La commissione di inchiesta stabilì che al momento di far fuoco, il muso dell'aereo si abbassò leggermente per effetto del rinculo.

Continuando a scendere, accadde che i colpi seguirono una traiettoria balistica di pochi gradi sopra la rotta dell'aereo, che per effetto della picchiata manteneva una forte velocità, e così 11 secondi dopo aver fatto fuoco i colpi, in fase discendente e con velocità ridotta dall'attrito intersecarono la rotta dell'aereo.

 

Uno colpì il canopy, uno la presa d'aria destra e uno il radome, e almeno un colpo (poi recuperato) finì nel primo stadio del compressore determinando l'avaria al motore.

 

Il caso ha fatto scuola, per essere una delle più indiscusse dimostrazioni della Legge di Murphy.

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Bhè sai all'epoca i seggiolini eiettabili non garantivano le prestazioni di quelli moderni, specialmente in termini di velocità e quota minime operative.

E non avevano nemmeno la stessa percentuale di successo di quelli odierni, motivo per cui affidarsi al seggiolino significa davvero di rischiare di lasciarci la pelle o di restare gravemente feriti o paralizzati.

 

Se si poteva tentare un atterraggio di fortuna, molti preferivano rischiare quello piuttosto che... un salto nel vuoto!

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In pratica hanno viaggiato quasi paralleli, con i proiettili con una traiettoria leggermente più alta di qualche grado, e quando il pilota è andato a riprendere l'aereo ha intersecato la traiettoria dei proiettili e ne ha presi due.

Ma un canopy resiste ad un 20 mm? :blink:

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Certo che avevano perso molta energia, ma non c'è alcun modo di sostenere che i colpi abbiano realmente impattato l'aereo, e non sia stato l'aereo a impattare i colpi.

 

Infatti, considerato che uno dei colpi è finito aspirato nella presa d'aria, è più probabile che sia stato l'aereo a colpire i colpi e non viceversa.

 

Gli esperti balistici hanno potuto solo ricostruire matematicamente la cosa, e hanno visto che i colpi hanno seguito una parabola verso l'alto, mentre l'aereo ha continuato a picchiare, e dopo 11 secondi, calcolando angolazioni e velocità, effettivamente le due rotte si intersecavano.

 

Se considerate che le armi in questione erano cannoni Colt modello 12 da 20 mm con velocità alla bocca di circa 1000 metri al secondo, e sapendo che la portata pratica di un cannone da 20 mm nel tiro aria-aria è di circa 1500 metri, sapendo che il caccia volava all'incirca a 300 metri al secondo (pressapoco Mach 1) dopo 11 secondi si trovava a oltre 3000 metri rispetto al punto in cui ha sparato.

 

Quindi, se la portata di un cannone da 20 mm è mediamente di 1500 metri , è chiaro che a 3000 metri l'energia dei proiettili era molto bassa (altrimenti la portata utile sarebbe di 3000 e non di 1500 metri).

 

Energia bassa, angolazione di impatto non ottimale (forse addirittura i colpi sono stati impattati dall'aereo e non viceversa) spiegano gli scarsi danni provocati.

 

Che poi, per quanto scarsi... l'aereo è andato perso comunque!

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  • 11 anni dopo...

Una cosa assimilabile: nel Febbraio1945 (magari è successo anche altre volte, con altri aerei) un pilota di P-51 del 354th F. G., 9th Air Force, sganciò i serbatoi supplementari e si gettò in picchiata ad inseguire un Me-262, che colpì in modo non grave potendo dichiarare soltanto un 'damaged'.

 

In fase di risalita dopo una richiamata piuttosto brutale (la maschera ossigeno riuscì a scivolare fin sotto la bocca) il caccia prese in pieno con l'ala uno dei due serbatoi che stavano ancora cadendo giù.. una probabilità su 700.000 forse?,

.. oltretutto quel giorno si trattava dei 'vecchi' serbatoi completamente metallici, capacità 110 US Gal. (419 litri) che non si usavano più a quel punto avanzato della guerra, ma ancora potevano fare da 'tappabuchi' se momentaneamente venivano a mancare i rifornimenti degli altri serbatoi - quelli ormai standard, economici e molto più leggeri, fatti in carta impregnata di resine speciali.

La botta danneggiò non poco l'ala destra, ma il P-51 tornò a casa ugualmente.

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  • 2 settimane dopo...

in un certo senso, forse sì...

nel caso del P-51 sarebbe bastato, per dire, un metro e mezzo più in là e il voluminoso 'fuso' in metallo poteva colpire in pieno il tettuccio, con la testa del pilota appena qualche spanna sotto il plexiglass (e neppure un'ombra di intelaiatura, per il 'teardrop' del modello 'D').

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