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L'ENI non c'era , se è questo che ti interessa.

 

Quanto a stimati e a conoscenze, mi sembra chiaro che in una città dove operano aziende italiane ci siano più conoscenze e più stima di una città dove non hanno mai visto un italiano.

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esatto legolas hai colto nel segno.

gianni, sei proprio sicuro che c'erano solo loro?

da quando sono li quelle fabbriche?

Hai ragione, dovevo essere chiaro: non giocare a tirare fuori le parole da Gianni facendogli fare il tuo gioco, è grande abbastanza.

 

Se lo facevi a me ti pigliavo in giro fino a morire, ma col cavolo che ti davo corda :P

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mi dispiace dovervi smentire ma purtroppo non c'erano solo quelle fabbriche la, proprio no...

risultano vari contratti, oltre a quelli che ha giustamente postato gianni.

ripeto, hai colto nel segno legolas, complimenti.

ora non ricordo la data dei pavesini...

ormai credo siappiate a cosa mi riferisco, visto che è stata già citata come azienza...

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mi dispiace dovervi smentire ma purtroppo non c'erano solo quelle fabbriche la, proprio no...

risultano vari contratti, oltre a quelli che ha giustamente postato gianni.

ripeto, hai colto nel segno legolas, complimenti.

ora non ricordo la data dei pavesini...

ormai credo siappiate a cosa mi riferisco, visto che è stata già citata come azienza...

E ho capito che ti riferisci ad un post dove c'è scritto che l'ENI c'era eccome, non fare l'ombroso, vallo a pescare tu perpiacere.

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Ospite staffo

Marco Calamai (consigliere ufficiale della CPE , amministrazione provvisoria):

 

...

- le condizioni oggettive della situazione in cui mi trovavo, hanno fatto sì che come sappiamo la ricostruzione non è mai partita, se non in minima parte; questo è uno dei motivi per cui ho dato le dimissioni

...

- l'america esporta la democrazia a parole, nei fatti l'Iraq ha impedito la cresita di un tessuto democratico dal basso...

- perchè nassirya e non altre regioni del paese? perchè nassirya che era sotto il controllo degli inglesi, dato che nassirya era una delle 4 provincie sciite che stavano sotto il controllo diretto degli inglesi. Mi sono anche chiesto se eventualmente dietro non ci fossero grossi interessi economici... però onestamente non si è mai parlato di queste cose, non c'è mai stato un documento o una dichiarazione ufficiale che spiegassero perchè gli italiani erano stati orientati verso quella provincia piuttosto che un'altra.

 

Benito Livigni (dirigente del gruppo Eni fino al '96)

Intervistatore:

quindi secondo lei questo conflitto è stato fatto per il petrolio?

- io direi non solo per il petrolio. il petrolio è una componente fondamentale.

secondo una stima nuova le riserve irachene non sarebbero 116 mld di barili, ma sarebbero 400 mld di barili, perchè ci sono vaste zone desertiche non sfruttate o studiate. quindi l'iraq sarebbe il primo stato al mondo per riserve, scavalcherebbe persino l'arabia sudita che ne ha 288 mld

- l'Eni comincia ad essere interessata all'iraq nella metà degli anni novanta, in questa seconda metà degli anni novanta viene accordato all'eni un giacimento da sfruttare

intervistatore:

dove?

-nell'area di nassirya

 

----------------------------------------------

 

Il rapporto sull'energia ordinato da Bush a Cheney all'inizio del suo mandato, rimasto segreto per molto tempo, contiene un documento sulle compagnie straniere, che avevano trattato con Saddam, tra queste c'è anche l'Eni, che nel '97 aveva raggiunto un accordo per lo sfruttamento del giacimento di nassirya con la spagnola Rexol

 

(un accordo vantaggiosissimo)

 

---------------------------------------

 

i nostri carabinieri hanno trasportato bidoni di petrolio a nassirya, la nave san giusto ha vigilato sulle acque del terminale petrolifero di Al Bac e hanno sempre tenuto d'occhio i pozzi

 

ci sono foto e filmati che lo dimostrano

---------------------------

 

in una intervista il governatore iracheno di nassirya dichiara:

- qui basta mettere un dito sottoterra che esce il petrolio

- oltre al petrolio è presente anche uranio

 

----------------------------------

 

il territorio sotto controllo italiano comprende la raffineria, il punto di stoccaggio e i giacimenti

 

--------------------------

 

il governo italiano finanzia un ospedale della croce rossa a baghdad e invia 30 carabinieri per difenderlo (21 milioni di euro)

altri 3000 militari invece a nassirya (232 milioni di euro)

 

--------------------

 

ufficialmente nassirya è stata scelta anche per il suo patrimonio archeologico

(come a dire che siamo lì per motivi culturali)

 

---------------------

 

ho preso tutto da un video quindi i nomi potrei averli sbagliati... tuttavia senza tanti fronzoli emerge come la scelta di nassirya è stata fatta per il valore economico che rappresenta... e tra le altre cose, gli attacchi al nostro contingente (di cui si diceva che fosse lì solo per opera umanitaria) sono imputabili in buona parte al fatto che i terroristi volevano colpire le aziende straniere come l'Eni, protette casualmente dai nostri soldati...

 

infine ricordo che l'Eni è ancora in buona parte statale... quindi di facile controllo per abili politici ecc. ecc.

e che in missione di pace non si pattugliano le raffinerie punto e basta!!!

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E che hai paura a nominare l'ENI ?

 

Io l'ho fatto, ti ho anticipato.

 

Tu mi hai chiesto quali erano le aziende presenti a Nassirya, in base alle quali gli italiani erano conosciuti e stimati.

 

E io ti ho risposto.

 

E ti ribadisco che ENI non c'era.

 

ENI è andata in Irak solo nel giugno del 2003, quindi DOPO la fine del regime, DOPO l'invio dei militari italiani, e DOPO l'attentato ai Carabinieri.

 

Quindi, non c'entra nulla con la conoscenza del territorio e con la stima degli italiani.

 

ENI è andata a Bagdad (non a Nassirya) nel giugno del 2003, per stringere accordi per l'importazione di petrolio irakeno, così come fa con tutti i paesi produttori di petrolio.

Siccome gli irakeni il petrolio lo devono vendere, non se lo devono mangiare, mi sembra giusto che anche l'ENI faccia le sue proposte, così come le fanno tutte le compagnie petrolifere del mondo.

E spero che l'ENI venga favorita rispetto a compagnie francesi e tedesche, visto che l'Italia ha mangiato fango e le spetta il giusto riconoscimento.

 

A Nassirya ci sono pozzi di petrolio, così come ci sono ovunque in Irak.

 

Se prendi una mappa dei pozzi di petrolio dell'Irak .... (forse è meglio che la posto io, voi trovate solo le panzane...)

 

nas8xi.jpg

 

Nasirya te l'ho segnata in rosso

 

ti rendi conto che TUTTE LE CITTA' IRAKENE coincidono con pozzi di petrolio o raffinerie o oleodotte. In Irak non c'è altro, e non si costruisce una città per coltivare la sabbia.

 

=======

 

Nasirya è anche capitale di un distretto amministrativo dell'Irak meridionale, è importante punto di incrocio tra le rete stradale e quella fluviale, ed è stata la sede della più grande rivolta contro Saddam nel 1991.

Quindi ci sono ben altri motivi che si aggiungono alla conoscenza del territorio.

 

Invece, se uno vuol proprio spulciare (ma occorrerebbe avere le fonti che ho io, e non certo le panzane sparate dai giornali e da siti che già il titolo dice tutto ... come disinformazione.it ... ) allora scoprirebbe che nell'aprile del 1997 la società Repsol ottenne un contratto di 2 miliardi di dollari per AVVIARE un piano di sfruttamento di alcuni giacimenti nei pressi di Nassirya, nell'ambito del programma americano PSC che prevedeva l'acquisto di petrolio irakeno in cambio di cibo, medicinali e altri generi di prima necessità (all'epoca vigeva l'embargo).

La Repsol, non conoscendo la zona, chiese aiuto agli italiani che erano già presenti, e l'Italia fornì le proprie conoscenze, in cambio di un accordo tra Repsol e AGIP affinchè quest'ultima potesse ottenere una parte del petrolio venduto alla Repsol, ovviamente pagandolo. Il programma aveva una durata di 23 anni, e per l'AGIP equivaleva a poco più di una quarantina di milioni di dollari in barili di petrolio all'anno. Una bazzecola, ma l'intero programma era una bazzecola perchè non aveva fini di lucro, ma soltanto di fornitura di generi di necessità. I guadagni erano quindi minimi.

 

Questi sono i fatti.

 

 

EDIT

 

Ho postato mentre Staffo postava... e mi vien da ridere...

 

"Un accordo vantaggiosissimo" ha scritto.... poverello....

Modificato da Gianni065
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Perchè nel video che si vede?

 

Gesù Cristo che intervista Dio ?

 

 

=====

 

 

EDIT

 

Questo è Marco Calamai:

 

http://www.aprileperlasinistra.it/aprileri...p?ID=1217&n=127

 

giornalista di aprileperlasinistra, ammiratore spassionato di Zapatero.

 

Bella fonte. Assolutamente imparziale.... come tutte le fonti di Staffo.

 

Guardatelo tu il video Staffo. 10 volte al giorno.

 

Così posti meno.

Modificato da Gianni065
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Ospite staffo

la CPE amministrazione provvisoria allora è un branco di buffoni...o no?

dicci tu grande saggio :unsure:

per nominarlo consigliere ufficiale devono essere delle personaccie...

 

preferirei fatti non infamie su gente che è andata in iraq a fare il suo lavoro...

cosa avresti di concreto contro di lui???

poi parlate di odio politico...

Gianni vi ha appena dimostrato come quelli accecati dall'odio non sono solo gli anti-americani... ma anche voi ... quando tentate di screditare persone o siti solo per come la pensano politicamente...

 

:thumbdown:

 

chiudo un occhio

 

e riposto tutto per permettervi di commentare i fatti, tra l'altro gianni nel suo precedente post ha già dimostrato di non essere ben informato:

 

Marco Calamai (consigliere ufficiale della CPE , amministrazione provvisoria):

 

...

- le condizioni oggettive della situazione in cui mi trovavo, hanno fatto sì che come sappiamo la ricostruzione non è mai partita, se non in minima parte; questo è uno dei motivi per cui ho dato le dimissioni

...

- l'america esporta la democrazia a parole, nei fatti l'Iraq ha impedito la cresita di un tessuto democratico dal basso...

- perchè nassirya e non altre regioni del paese? perchè nassirya che era sotto il controllo degli inglesi, dato che nassirya era una delle 4 provincie sciite che stavano sotto il controllo diretto degli inglesi. Mi sono anche chiesto se eventualmente dietro non ci fossero grossi interessi economici... però onestamente non si è mai parlato di queste cose, non c'è mai stato un documento o una dichiarazione ufficiale che spiegassero perchè gli italiani erano stati orientati verso quella provincia piuttosto che un'altra.

 

Benito Livigni (dirigente del gruppo Eni fino al '96)

Intervistatore:

quindi secondo lei questo conflitto è stato fatto per il petrolio?

- io direi non solo per il petrolio. il petrolio è una componente fondamentale.

secondo una stima nuova le riserve irachene non sarebbero 116 mld di barili, ma sarebbero 400 mld di barili, perchè ci sono vaste zone desertiche non sfruttate o studiate. quindi l'iraq sarebbe il primo stato al mondo per riserve, scavalcherebbe persino l'arabia sudita che ne ha 288 mld

- l'Eni comincia ad essere interessata all'iraq nella metà degli anni novanta, in questa seconda metà degli anni novanta viene accordato all'eni un giacimento da sfruttare

intervistatore:

dove?

-nell'area di nassirya

 

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Il rapporto sull'energia ordinato da Bush a Cheney all'inizio del suo mandato, rimasto segreto per molto tempo, contiene un documento sulle compagnie straniere, che avevano trattato con Saddam, tra queste c'è anche l'Eni, che nel '97 aveva raggiunto un accordo per lo sfruttamento del giacimento di nassirya con la spagnola Rexol

 

(un accordo vantaggiosissimo)

 

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i nostri carabinieri hanno trasportato bidoni di petrolio a nassirya, la nave san giusto ha vigilato sulle acque del terminale petrolifero di Al Bac e hanno sempre tenuto d'occhio i pozzi

 

ci sono foto e filmati che lo dimostrano

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in una intervista il governatore iracheno di nassirya dichiara:

- qui basta mettere un dito sottoterra che esce il petrolio

- oltre al petrolio è presente anche uranio

 

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il territorio sotto controllo italiano comprende la raffineria, il punto di stoccaggio e i giacimenti

 

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il governo italiano finanzia un ospedale della croce rossa a baghdad e invia 30 carabinieri per difenderlo (21 milioni di euro)

altri 3000 militari invece a nassirya (232 milioni di euro)

 

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ufficialmente nassirya è stata scelta anche per il suo patrimonio archeologico

(come a dire che siamo lì per motivi culturali)

 

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ho preso tutto da un video quindi i nomi potrei averli sbagliati... tuttavia senza tanti fronzoli emerge come la scelta di nassirya è stata fatta per il valore economico che rappresenta... e tra le altre cose, gli attacchi al nostro contingente (di cui si diceva che fosse lì solo per opera umanitaria) sono imputabili in buona parte al fatto che i terroristi volevano colpire le aziende straniere come l'Eni, protette casualmente dai nostri soldati...

 

infine ricordo che l'Eni è ancora in buona parte statale... quindi di facile controllo per abili politici ecc. ecc.

e che in missione di pace non si pattugliano le raffinerie punto e basta!!!

 

P.S. il video serve se non credete a ciò che scrivo... lì sono mostrate tutti i documenti ufficiali per fare questa analisi dei fatti

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staffo ti parlo da moderatore, più di una volta ha copiato e incollato i tuoi stessi post, in questo modo comprometti la leggibilità del forum, richiamali e basta

 

grazie

Modificato da dread
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allora gianni solo quello che dici tu è vero, scusaci!

se vi postiamo il video troverete sicuro altre panzane.

che bisogna fare?

voi avete il partito preso, noi vi abbiamo dato ragione per il pentagono, abbiamo creduto qualcosa di sbagliato, e vi ringrazio di avermi fatto cambiare idea.

???

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la CPE amministrazione provvisoria allora è un branco di buffoni...o no

 

 

No, però Marco Calamai non è un membro della CPE ma solo un consigliere che si è dimesso dopo 35 giorni dall'incarico e che ha passato il resto del tempo a sfruttare la sua presunta posizione per fare l'opinionista sull'Iraq nel quale è stato poco tempo e, per di più, con un incarico non inerente valutazioni strategiche ma solo tecniche.

Per altro è inquadrato nell'ala estrema della CGIL, quindi è ampiamente di parte.

Insomma un altra bella persona come "l'eroe di emergency" Gino Strada che si permetteva di fare commenti sull'Iraq, anzi più propriamente sulla Croce Rossa Italiana che è rimasta in Iraq quando lui è scappato al primo schioppo di fucile.

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Non vorrei dire , ma stando ai giornali di allora noi all' inizio saremmo dovuti andare in un'altra zona sotto controllo polacco poi siccome non ci andava giù di essere guidati dagli ultimi arrivati abbiamo chiesto che gli Inglesi ci lasciassero Nassirya .

 

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

 

E' ovvio che anche le installazioni petrolifere sono obbiettivi sensibili da proteggere .

Modificato da cama81
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Mi dispiace Staffo, siete voi che non ragionate.

 

Se si devono mandare 3000 uomini in territorio potenzialmente ostile, e si ha la possibilità di mandarli in un posto dove possono godere di un minimo di appoggio e di conoscenza del territorio, e che peraltro è un posto dove la popolazione ha dimostrato con i fatti ostilità nei confronti di Saddam (con una rivolta in piena di regola nel marzo del 1991) e amicizia nei confronti dell'occidente (non volevano che americani e inglesi se ne andassero) , e che in più costituisce un importante nodo strategico, e nella cui area insistono raffinerie da proteggere (vitali per la ripresa economica del paese),

SOLO UN IDIOTA MANDEREBBE GLI UOMINI DA QUALCHE ALTRA PARTE.

 

Ci sono quindi decine di validi motivi per aver scelto Nassirya.

 

Inmezzo a tutto questo, andare ad arrampicarsi sugli specchi e cercare il pelo nell'uovo se in quella zona l'ENI abbia avuto interessi, è da chiodi.

 

Se Nassirya, di fatto, è l'unica città in cui gli italiani hanno un qualche aggancio (l'altra è Bagdad, ma andare a Bagdad era improponibile) è chiaro che qualunque azienda, che si chiami ENI o si chiami BUITONI, cerca di andare in quella zona, per gli stessi motivi dei militari.

 

Questo è un ragionamento logico, e non saranno sicuramente le interviste di gente profondamente antiamericana a smuoverlo di punto.

 

Peraltro, questa gente non è solo anti-americana ma - e questa è la cosa che mi fa più ribrezzo - è anche anti-italiana.

Perchè alla fine gli americani se ne strafregano di quello che può dire Rainews24 o l'Unità e affiliati vari, e non hanno alcun vero bisogno di 3000 soldati italiani a Nassirya.

Chi ci rimette alla fine è soltanto l'Italia, che manda ai pesci il credito internazionale acquisito per aver partecipato a una missione di questa levatura, e che umilia e ridicolizza carabinieri e soldati che hanno dimostrato ampia professionalità e non si sono mai sognati di criticare la missione (dando in questo dei punti anche agli americani) ventilando che i carabinieri portano a spalla i bidoni di petrolio.

 

I bidoni di petrolio !!!!!!!!!!!!!

 

Ma ve lo immaginate? Nel XXI secolo con sistemi di estrazione da paura, e oleodotti che pompano migliaia di barili all'ora, qualcuno sostiene che i carabinieri stiano lì per trasportare a spalla il petrolio !!!!!!!!!!!!

 

Manco gli schiavi che hanno fatto le piramidi...

 

Se io fossi un cittadino italiano, a un italiano che dice una cosa del genere, sputando in faccia ai ragazzi che sono morti laggiù, gli direi di vergognarsi profondamente.

 

E sì che ho sentito e letto anche lo slogan "10-100-1000 Nassirya".

 

Detto da italiani.

 

Perdonatemi se perdo un po' le staffe (o dovrei dire lo Staffo), ma comunque il sangue mi ribolle (tanto più che per me l'Italia è una seconda patria e guai a chi me la tocca).

 

Poi detto questo, è chiaro che una birra e una pizza ce la facciamo quando volete... sono sicuro che alla fine Staffo e Nighthawk provocano, ma su certe cose non ci credono nemmeno loro.

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E made in Italy la nuova Nassiriya

Così abbiamo ricostruito la città degradata dal raìs e mai toccata dalle bombe Usa

 

di FRANCESCO RUGGERI

 

NASSIRIYA Salvo un paio di caserme, Nassiriya non è stata bombardata dagli americani né dagli italiani. La battaglia per la sua conquista si svolse nel deserto. E durante quella dei ponti noi non avevano artiglieria. Ecco perché è sbagliato definire ri costruzione ciò che il nostro contingente fa per la gente locale. Trattasi di costruzione ex novo, visto che con Saddam, prima della guerra, l'area risultava sprovvista dei servizi minimi di cui una comunità riesce a dotarsi. Complice l'odio del raìs per gli sciiti, che tentò di affamare chiudendo i canali della mezzaluna. L'equivoco si deve alla stampa nostrana, che ad esempio ripete alla nausea come nel Dhi Qar abbiano corrente solo per 12 ore, senza aggiungere che con Saddam erano 4. Ma c'è un aspetto ancor più sorprendente circa gli aiuti italiani: sono frutto di puro volontariato. La risoluzione Onu che sollecita l'intervento affida alle truppe solo la cornice di sicurezza del processo democratico. Non un cenno al lavoro profuso dai militari/genieri del Cimic, il dipartimento per la cooperazione civile e militare dell'esercito nell'ambito di Antica Babilonia, guidato con piglio dal comandante Manuel Solastri. I cui progetti, ereditati dalla farraginosa gestione civile Cpa, hanno accelerato da quando l'incarico al Cimic è divenuto da reparto a sé, conferendo libertà di manovra e continuità finanziaria.

 

NIENTE BOMBE

Partiamo dalla notizia che non esce. Costatabile solo de visu. Arrivando a Nassiriya è impossibile non fare paragoni con altri epicentri della guerra. II martellamento sulla capitale irachena o su quella afgana li abbiamo sperimentati di persona. Denunciando lo scarso acume delle bombe intelligenti: palazzi civili saltati in aria, quartieri ridotti in cenere, crateri in mezzo alla strada, centrali elettrica e telefonica annichilite una volta al dì. Anche a Nassiriya ci saremmo aspettati analoghi segni, magari sfuocati. L'omonima battaglia passò come una delle più dure nella cavalcata americana a marzo '03. E invece, girando per il centro abitato e incrociando fonti civili, militari e giornalistiche, non si trova traccia di una tempesta di fuoco. Nemmeno le strisciate o la fuliggine di una guerra a bassa intensità come in Palestina. Gli unici edifici colpiti dagli Usa furono la centrale dei servizi Mukhabarat, e un paio di basi militari nell'hinterland. Quanto alle battaglie sui ponti fra italiani e ribelli ('04), si trattò di un corpo a corpo. E non poteva essere altrimenti, visto che l'artiglieria pesante per colpire a distanza in maniera indiscriminata, il nostro contingente non l'ha mai avuta. A dimostrazione dell'intento umanitario che, tradotto in regole d'ingaggio, ci ha impedito di colpire l'ospedale da dove i miliziani ci sparavano.

Assodato quindi che la Nassiriya di Saddam era identica a quella in cui sono sbarcati i nostri, si può confrontare la condizione del Dhi Qar sotto la dittatura coi cambiamenti attuali. Delle ore di elettricità, triplicatesi, abbiamo accennato. La centrale, situata sulla strada di Camp Mittica, fungendo da snodo fra nord e sud, era superiore persino a quella di Bagdad. Fin troppo per i bisogni della provincia, senonehè Saddam la riconvertì in modo da dirottarne la produzione verso la capitale e Bassora. All'occorrenza (compleanno del raìs) pare che Nassiriya restasse nelle tenebre per giorni. Il settore energetico non era però l'unico a subire le bizzarrie degli Hussein. Il direttore del quotidiano locale, Abdul Odah, ci ha raccontato che del bilancio stanziato per Nassiriya dal Baath ne arrivava il 5%, cifra oggi moltiplicatasi per 15. E infatti il sistema fognario urbano era inesistente: i liquami finivano nell'Eufrate. L'acqua, a sua volta pescata dal fiume, non veniva depurata. Le scuole erano ruderi senza supporti didattici. I telefoni funzionavano a poche centinaia di metri, modello walkie talkie. Le strade erano asfaltate solo tra centro e ingresso città, col resto della regione fermo agli Ziqqurat. L'ospedale somigliava a un'inutile cattedrale. Mentre in provincia gli agricoltori non potevano più coltivare la terra. Resa sterile dalla chiusura nel '91 di condotte e canali paludosi della mezzaluna fertile. Proprio dove, grazie alla generosità del suolo, si sviluppò la prima civiltà della storia. Per un solo aspetto con Saddam andava meglio: c'erano meno rifiuti, triste sintomo del decennale embargo che impediva lo scambio di merci. Grazie agli italiani ora tutto è un po' diverso. 1 numeri del Cimic, che trovate nella tabella accanto, parlano da sé. Quasi 20 milioni di euro di investimenti da queste parti non li avevano mai sognati.

Per dare un'idea citiamo qualche progetto terminato negli ultimi 90 giorni, del quale vi mostriamo fotografie comparative coi tempi della dittatura. "Ripristino o realizzazione stazioni acqua di An Nasr, Fadlia, Karama, Eqtesadein, Shalog, Shufa, rete idrica a Chibaish. Strade a Esdenawaja (1 km), Zihariah (4 km). Scuola "Al mujaab" a Suq Ash Shuyukh, e a Esdenawaja. Rete fognaria di Nassiriya. Ricostruzione ospedale di Nassiriya (incendiato dagli insorti in fuga): corsie, hall, alloggio infermieri, ascensori, antincendio, lavanderia, condizionamento, bagni. Poliambulatori ad Al Hajim, A1 Shakhaarah. Fornitura pompieri di AI Shatrah". II 13 dicembre sono iniziati anche i lavori per il "pompaggio, potabilizzazione e distribuzione dell'acqua di Nassiriya". Senza scordare innumerevoli distribuzioni di viveri, giocattoli e banchi, dall'orfanotrofio ai villaggi, cui abbiamo partecipato anche noi. Questa è la guerra dei nostri soldati, fossero tutte così.

 

RINASCITA ECONOMICA

La libertà ha poi spianato la strada alle imprese. Il cui simbolo è proprio l'edificio della strage italiana: sulle macerie della base Maestrale da 2 mesi sorge la lussuosa camera di commercio, con 100 industriali all'attivo. Non a caso in periferia, tra ville spuntate come funghi, è un fiorire di officine artigiane che producono dai divani ai compressori. Sono inoltre comparsi i cellulari: la Iraqi communications company copre tutta la città. La disoccupazione c'è, ma il dato ufficiale (40%) è teorico: come in altri Paesi arabi il lavoro nero non manca, coinvolgendo un terzo dei minori. Certo per vivere occorre lavorare, mentre prima tre quarti delle famiglie le manteneva lo stato distribuendo alimentari e sapone con tessera mensile. Eppure la malnutrizione infantile si è ridotta all'8%. E qualcuno già immagina la valuta pregiata che porteranno i futuri turisti, trasformando il Dhi Qar in un eldorado archeologico.

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Ospite staffo

...è chiaro che nel giro di qualche anno qualsiasi economia e qualsiasi popolo riuscirebbe ad ottenere progressi... l'intervista di quello che avete criticato è vecchiotta...

 

io ai nostri militari ci tengo, come voi; e per questo non tollero che vengano messe a rischio le loro vite per proteggere pozzi raffinerie o giacimenti (se poi sono pure dell'Eni...). La cosa mi fa pure più incazzare se penso che mentre noi ci bevevamo la storia della missione di pace (perchè ormai è impossibile negarlo... ci hanno fatto credere sia che lo scopo fosse eslusivamente umanitario, sia che i nostri soldati non rischiavano la vita) i politici (almeno alcuni) si sceglievano l'area dove operare in base ai loro interessi economici.

 

perchè vi ricordo che la protezione di raffinerie e gli altri lavoretti fatti dai nostri militari, hanno avuto solo l'effetto di attirare gli attentatori a colpirli...

 

P.S. dove l'hai preso quell'articolo typhoon?

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