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57 Boforsvs76 Oto


Dominus

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La domanda è interessante.

 

Il 76 mm è stato a lungo preferito nei confronti del 57, in quanto sviluppava una potenza di fuoco maggiore (in particolare in termini di gittata e peso del colpo), ed il 57 era imbarcato solo sulle unità minori, che non potevano ospitare il pezzo OTO.

 

Il successo del 76 fu dovuto quindi a una combinazione di fattori, tra cui spiccava la piena rispondenza ai desiderata delle marine.

 

Scomparsi i grandi cannoni navali, i calibri disponibili in occidente erano in pratica il 127 americano e quello italiano (che però erano pesanti e ospitabili solo sulle navi di una certa dimensione) il 114 inglese ed il 100 francese (entrambi avevano lo svantaggio di imporre pesi paragonabili al 127 ma con prestazioni inferiori), il 76 OTO (che andava bene su tutto ed era un buon compromesso tra peso e potenza) ed il 57 Bofors (adatto per le unità più leggere, anche se qualche volta ha insidiato il 76 su quelle più grandi).

 

Date queste condizioni, era evidente che il mercato aveva poche scelte: se posso imbarcare un 127 lo faccio (ma ci vuole un'unità a livello di caccia, che poche marine possono permettersi) altrimenti monto il 76 (che quindi è diventato l'arma per eccellenza di fregate e corvette, le unità più diffuse) e se proprio non posso fare diversamente mi accontento di un 57 (su unità veloci e leggere, che però non sono molto diffuse nei paesi occidentali, con qualche eccezione di matrice nord europea).

 

Oggi però le cose stanno cambiando.

 

Lo scontro nave contro nave a colpi di cannone è un evento sempre più improbabile, ormai il combattimento antinave è affidato ai missili antinave. Anche il bombardamento controcosta (che peraltro non era una particolare virtù nè del 76 nè del 57) è anch'esso ormai un evento poco probabile (di fatto solo gli USA hanno queste esigenze e le soddisfano con i calibri da 127 in su e con gli aerei imbarcati).

 

Invece, diventa fondamentale incrementare le capacità contro i missili antinave veloci, contro le unità sottili d'attacco e contro le unità "non convenzionali", come barchini e gommoni kamikaze.

 

E qui il 57 oggi si rivela decisamente più adatto.

Vediamo perchè.

 

Dati del 76 OTO Super Rapido

 

Peso del complesso senza munizioni: 7600 kg

Peso del complesso con 80 munizioni: 8500 kg

Rateo di fuoco: oltre 120 colpi al minuto

Peso della munizione: circa 12,3 kg

Peso del proiettile: circa 6 kg (4 kg per il DART)

Velocità: circa 920 metri al secondo

Riserva di pronto impiego: 80 colpi

Gittata massima balistica (alzo di 45 gradi): dai 18 ai 20 km

Gittata effettiva antinave: 8 km

Gittata effettiva antiaerea: 4000 metri con alzo 85 gradi

Alzo: -15/+85 (velocità 35 gradi al secondo)

Brandeggio orizzontale: 600 gradi al secondo

 

Vediamo il Bofors 57 Mark III:

Peso del complesso con 120 munizioni: 6800 kg

Peso del complesso con 1000 munizioni: 13000 kg

Rateo di fuoco: 220 colpi al minuto

Peso della munizione: 6,5 kg

Peso del proiettile: 2,8 kg

Velocità: 1035 m/s

Riserva di pronto impiego: 120 immediati +1000 colpi pronti

Gittata massima balistica: 17 km

Gittata effettiva antinave: oltre 10 km

Gittata effettiva antiaerea: 7600 metri con alzo massimo

Alzo: -10/+77 (velocità 44 gradi al secondo)

Brandeggio orizzontale: 57 gradi al secondo

 

Come puoi notare, il 76 spara i suoi 80 colpi in 40 secondi e butta fuori la bellezza di oltre 480 kg di esplosivo. Poi però ha finito perchè la ricarica è storia lunga.

 

Il Bofors spara negli stessi 40 secondi quasi 150 colpi e butta fuori oltre 410 kg di esplosivo. A fronte di una "massa" complessiva grosso modo uguale, il Bofors la distribuisce su molti più colpi, il che dà una maggiore probabilità di colpire e, più che altro, è caratteristica particolarmente apprezzata nel tiro antimissile o comunque contro bersagli improvvisi e veloci.

Ma il Bofors non si ferma... ha altri 70 colpi ancora da sparare e poi può ricaricare in pochissimi secondi da una riserva di altri 1000 colpi (!).

 

Anche la velocità di brandeggio superiore del Bofors ne fa un'arma migliore nel tiro antiaereo, mentre la superiore velocità di uscita dei proiettile, accoppiata ad una minor resistenza aerodinamica degli stessi, garantisce una gittata effettiva superiore sia nel tiro antinave che in quello antiaereo.

 

Anche la dotazione elettronica è particolarmente sofisticata e garantisce una precisione molto migliore.

 

Per compensare queste lacune la OTO ha puntato sulla munizione DART, ma la Bofors con le sue 3P garantisce ottimi risultati senza rischi tecnologici.

 

Pare, insomma, che la Bofors sia riuscita a intercettare le mutate esigenze di mercato meglio di quanto non abbia fatto la OTO con il suo 76, ma questo non è dovuto alle qualità delle due realizzazioni, entrambe eccezionali, ma ai mutati requisiti operativi.

 

bofors4.jpg

 

Ho trovato questo spaccato molto bello, che illustra le doti salienti del Bofors: il cannone a scomparsa che esalta le doti stealth, i due magazzini di pronto impiego nella torretta ai lati del cannone, i magazzini di ricarica rapida sotto la torretta, il sistema radar per il controllo della precisione del tiro sopra il cannone.

Modificato da Gianni065
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davvero questo cannone può arrivare a sparare a 20km di distanza???? Impressionante... e gli altri cannoni riescono a sparare anche di più?

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A 20 km ci arriva l' OTO Melara, non il Bofors.

 

Niente di strano, comunque.

 

Le moderne artiglierie navali di medio calibro (oggi per medio calibro si intendono i calibri come il 57 ed il 76) hanno gittate nell'ordine dei 15-20 km.

 

Ma tieni conto che un moderno cannone da 155 mm, che è il grosso calibro standard dell'artiglieria terrestre, ha una gittata nell'ordine dei 30 km con munizionamento normale, che salgono anche a 40-50 km con proiettili "assistiti" (come i base bleed, quelli a propulsione a razzo, ecc...) e già si lavora per raggiungere - almeno in campo navale - gittate nell'ordine dei 100 km (nel tiro contro costa).

 

Rammento che di solito nell'artiglieria terrestre, la gittata massima è anche quella effettiva: questo perchè il pezzo è fisso, la posizione ben nota, il bersaglio è anch'esso fisso o areale.

 

Il discorso è simile per una nave che spari contro costa.

 

Nel tiro nave contro nave, invece, sia la nave che spara che quella bersaglio si muovono, e la posizione di quest'ultima non è stabilita con la stessa precisione.

Per queste ragioni, è difficile ipotizzare tiri "oltre l'orizzonte".

In altre parole, il bersaglio dev'essere visibile in qualche modo, o a occhio nudo o attraverso sistemi optronici (ottici/termici ecc...) o quanto meno al radar.

Questo riduce le portate pratiche, di solito il tiro antinave avviene sotto i 10.000 metri, a meno che non si disponga di una posizione di osservazione abbastanza alta (come le torri delle vecchie corazzate, oppure un moderno elicottero).

Infatti l'osservatore fornirà i dati sulla distanza e consentirà di valutare il punto di impatto dei proiettili, per suggerire i relativi aggiustamenti.

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Però credo che il davide possa rappresentare una piccola svolta, speriamo.

In ogni caso con le munizioni vulcano si pensa di arrivare oltre i 100 km con il 127 e prestazioni analoghe si dovrebbero avere con i nuovi cannoni del DDX.

Quanto alle distanze....quanto mi mancano i 16'' con tanto di UAV a direzionare il tiro con il laser :pianto:

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Mi sono sbagliato a scrivere. Sono 60 gradi al secondo.

 

Il brandeggio non è altro che il puntamento del cannone, e quindi si svolge su due piani: l'arco orizzontale e quello verticale, anche se nella prassi si usa definire brandeggio per definire l'arco orizzontale e alzo per definire quello verticale.

 

Per ingaggiare bersagli veloci è indispensabile che la velocità di brandeggio sia molto elevata.

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  • 4 mesi dopo...

Non erano calibri "del primo dopoguerra", ma calibri usati nelle due guerre mondiali.

 

Ma le esigenze erano ben diverse.

 

Allora il cannone era l'unica arma per colpire da distanza obiettivi navali e terrestri e per vincere le corazzature delle grandi navi da battaglia e le mura di cemento dei bunker.

 

Per imbarcare un cannone veramente di grosso calibro, dai 155 mm in su, occorre una nave abbastanza grande da sopportarne il peso e le sollecitazioni dinamiche del tiro, e ormai non si costruiscono più nè corazzate nè incrociatori in senso stretto.

 

Anche le navi più grandi, come gli incrociatori americani o i cacciatorpediniere, devono ospitare sistemi che prima non esistevano: pensiamo ai sistemi missilistici antiaerei, ai complessi apparati di comando-controllo-comunicazione, al ponte di volo e agli elicotteri, ecc...

Tutte queste cose si pagano in termini di pesi e di spazi, e non si possono installare i grandi cannoni di un tempo.

 

Poi sono cambiate le prestazioni balistiche: un moderno 127 può tirare a distanze che prima nemmeno i grossi calibri potevano raggiungere, e con una precisione molto maggiore.

 

Anche il tiro controcosta è cambiato: ormai non esistono più le articolate difese antisbarco di un tempo, nè si può fare tiro di preparazione indiscriminato coinvolgendo anche obiettivi civili.

 

Oggi un satellite può rilevare e calcolare la precisa posizione dei bersagli costieri, e sulla base di quei dati una nave può usare un pezzo da 127 per batterli ed eliminarli con estrema precisione, per non parlare dell'aviazione imbarcata (per chi ce l'ha).

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