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Mare Nostrum


Yuri Gagarin

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Missili da crociera per i sottomarini turki

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Il poter disporre di battelli in grado di lanciare missili da crociera permetterebbe ad Ankara di poter dispiegare una bolla A2/AD (potendo avvalersi anche di altri sistemi d’arma) nei confronti della Flotta russa nel Mar Nero.

questi pensano che la turkia si stia armando contro la russia, non so se siano più ingenui o più ottusi.

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La Turchia parla con la Grecia ma arma la flotta

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La scelta di Erdogan ha un doppio significato. Da una parte ha voluto lanciare un segnale alla Grecia mostrando le capacità della marina turca nel momento in cui i due Paesi avrebbero dovuto parlare a poche ore di distanza proprio riguardo questioni marittime. E non a caso nelle stesse ore Kyriakos Mytsotakis ha incontrato il ministro della Difesa francese per ufficializzare gli accordi sui caccia. Ma il messaggio di Erdogan è anche più profondo e riguarda soprattutto la Nato, includendo quindi Francia e Stati Uniti. La Marina, ha detto Erdogan, sarà per i prossimi cinque anni in grado di manifestare un potere superiore rispetto alle altre forze. Per Ankara in questo momento è essenziale acquisire la capacità di proiettare la propria forza nel Mediterraneo: e non a caso sono iniziati i lavori per fregate, sottomarini e soprattutto per la portaerei Anadolu, che avrebbe dovuto essere il vero fiore all’occhiello della flotta turca sognata da Erdogan.

 

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Patriot per il Marocco

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Recentemente Rabat ha acquisito 25 nuovi caccia F-16V (contratto da 2,8 miliardi di dollari) e 24 elicotteri da attacco AH-64E Apache (1,6 miliardi) nell’ambito di un maxi programma da ben 9 miliardi che dovrebbe portare entro il 2028 all’acquisto di 48 F-16V, 36 Apache e altri sistemi d’arma inclusi i G-550 e i Patriot.

In campo terrestre negli ultimi anni l’esercito marocchino ha acquisito molti equipaggiamenti surplus dell’US Army tra i quali 162 carri M-1A1 Abrams, 36 veicoli porta-mortaio M-106, 815 cingolati M-113 in diverse versioni, 60 semoventi da 155 mm M109A5 e 55 carri officina M-88.

Nel settore aeronautico gli USA hanno consegnato recentemente due aerei cargo C-130H di seconda mano, ammodernato i 23 caccia F-16C/D in servizio oltre a munizioni e armamenti per i caccia F-16 per un miliardo di dollari.

 

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Dalla Germania alla Turchia: tutti pazzi per l’Albania

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L’orizzonte del popolo albanese non sembra parlare italiano, anche e soprattutto a causa di scelte errate, trascuratezza e assenza di lungimiranza da parte della classe dirigente del Bel Paese; il punto è, però, che allontanare Tirana equivale a perdere un avamposto prezioso nell’Adriatico e nei Balcani occidentali: Roma è avvisata.

 

 

Portaerei Cavour verso gli Stati Uniti: missione con un occhio sulla Libia

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La certificazione di nave Cavour per gli F-35B a Norfolk, in questo senso, non è una semplice prassi, ma anche un segnale preciso dell’America, visto che la stessa certificazione non può averla la Turchia, cui è stata bloccata proprio la cessione dei caccia multiruolo per la sua politica ambigua sul fronte Nato.

 

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Riecco i migranti in Sicilia e in Sardegna.

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Di fatto, il tratto di mare che divide l’Algeria dalla Sardegna sembra ormai sotto controllo da parte degli algerini. Come per i migranti che arrivano dalla Tunisia e dalla Libia, è praticamente impossibile che le piccole imbarcazioni possano effettuare la traversata. E’ evidente che queste piccole imbarcazioni vengono scortate fino sotto le coste siciliane e sarde da grandi imbarcazioni che vengono definite ‘navi-madri’. Così com’è evidente che le autorità non possono non sapere quanto accade. Tutto è chiarissimo.

 

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Il 31/1/2021 in 15:41 , Yuri Gagarin ha scritto:

Due articoli interessanti che tuttavia faranno emergere  l'inconsistenza politico - militare dell'italietta.

E' inutile dotarsi di mezzi supersofisticati quando poi le regole d'impiego sono  condizionate da una politica mite ,  belante , arrendevole e sottomessa a qualsiasi bau-bau.

Si rischia poi una presuntuosa sopravvalutazione delle nostre capacità operative .

Primo articolo che i rapporti tra Italia e Albania siano caratterizzati da rapporti commerciali portati avanti dalle nostre piccole / medie aziende non è mistero.

Le istituzioni statali contano poco .

Così non è un mistero che la Germania abbia sempre cercato di mettere la regione balcanica nella sua sfera d'influenza : fu la prima a riconoscere l'indipendenza di Slovenia e Croazia , il 23  Dicembre 1991 , seguita poi dal Vaticano , una volta finite le vacanze di Natale , il 121 Gennaio 1992 . Questo quando tutti gli altri paesi occidentali si stavano ancora chiednedo cosa fare

Il difetto di questa linea d'azione sta nel tipico egocentrismo da " Deutschland über alles " . Lo sbriciolamento della ex - jugoslavia  non ha reso la Germania la padrona dei Balcani , così come la demolizione dell'economia greca, grazie alla troika euro-germanica, non ha trasformato l'ellade in una colonia tedesca   ma in un approdo cinese   (  il porto del Pireo ) .

Secondo articolo : premesso che l'acquisto degli Harrier AV8 B+ da parte della MM  fu dettato più da ragioni storiche ( liberarsi dalle imposizioni dell' Aeronautica Militare nell'acquisto di aeroplani ) che operative ( la difesa delle navi dai bombardieri lanciamissili sovietici ) , la politica aereo-navale della nostra marina è tuttora debole nell'aspetto " aereo " . Cosa possano fare delle mini portaerei come le Cavour e Trieste e un pugnetto di F35-B contro il dispositivo bellico che la Turchia si appresta a dispiegare nel medio - lungo termine è un'incognita.  Se la MM avesse delle vere portaerei come la De Gaulle o se almeno avesse cercato di procurasi anche lei un gruppo di F-35 A da attrezzare per la lotta antinave e tener sotto controllo  alcune zone di Mediterraneo,  la sua capacità di deterrenza sarebbe stata più credibile . Per non parlare della mancanza di veri aerei da pattugliamento / antisom.

Cosa si potrebbe fare in nord-africa , soprattutto ora che la politica americana si appresta a nuovi ribaltamenti ? Forse solo usare gli F-35 per lanciare , dalle stive , permessi di soggiorno sulla ex-Libia.

 

 

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17 minuti fa, engine ha scritto:

Due articoli interessanti che tuttavia faranno emergere  l'inconsistenza politico - militare dell'italietta.

concordo ma con delle sfumature: al momento il problema è dell'italia è solo politico, la consistenza militare mi pare più che adeguata alle dimensioni attuali del paese e delle minacce circostanti, certo con l'armarsi dei turki ed altri le cose potrebbero cambiare.

per quanto riguarda le due portaeromobili ed gli F35B, io direi che siamo messi in manera più che sufficiente, anche in considerazione del fatto che parrebbe da qualche dichiarazione che anche i 15 dell'am finiranno per mettere le ruote sui ponti di volo, per cui abbiamo due unità per un totale di oltre 60k tonnellate, contro i 45 della de gaulle, e se volessimo usarle in contemporanea potremmo comuque sichierarne facilmente un 16+8 F35.

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4 ore fa, Yuri Gagarin ha scritto:

concordo ma con delle sfumature: al momento il problema è dell'italia è solo politico, la consistenza militare mi pare più che adeguata .......

Non dimenticare , però, che la guerra è la continuazione della politica ... con altri mezzi ( von Clausewitz ) 

4 ore fa, Yuri Gagarin ha scritto:

per quanto riguarda le due portaeromobili ed gli F35B, io direi che siamo messi in manera più che sufficiente, anche in considerazione del fatto che parrebbe da qualche dichiarazione che anche i 15 dell'am finiranno per mettere le ruote sui ponti di volo, per cui abbiamo due unità per un totale di oltre 60k tonnellate, contro i 45 della de gaulle, e se volessimo usarle in contemporanea potremmo comuque sichierarne facilmente un 16+8 F35.

I francesi hanno dato l'avvio a una nuova portaerei

https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2020/12/09/la-francia-sviluppa-nuova-portaerei-propulsione-nucleare/

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La Turchia risponde alla Grecia con l’aggiornamento della sua flotta di F-16 Fightning Falcon

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La flotta Fightning Falcon della Türk Hava Kuvvetleri è composta da 216 F-16 C/D Block 30/40/50 in gran parte assemblata e modernizzata dalle industrie aerospaziali turche (TAI).

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Le industrie aerospaziali turche eseguiranno gli aggiornamenti strutturali per gli F-16 come parte di un programma di aggiornamento mentre la TAI sta producendo 30 nuovi aeromobili F-16 Block 50+ per l’aviazione militare turca e sta già eseguendo un programma di aggiornamento che copre oltre 160 aeromobili F-16 Block 30/40/50.

 

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Se i " nuovi 30 aerei " vengono prodotti motu proprio , senza il benestare USA , potrebbero esserci problemi politici e/o legali.

Da questi atteggiamenti potremo vedere qual'è la vera linea politica di Biden nella regione ( secondo me tace quindi acconsente )  .

Modificato da engine
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Il 5/2/2021 in 12:13 , Yuri Gagarin ha scritto:

per quanto riguarda le due portaeromobili ed gli F35B, io direi che siamo messi in manera più che sufficiente, anche in considerazione del fatto che parrebbe da qualche dichiarazione che anche i 15 dell'am finiranno per mettere le ruote sui ponti di volo, per cui abbiamo due unità per un totale di oltre 60k tonnellate, contro i 45 della de gaulle, e se volessimo usarle in contemporanea potremmo comuque sichierarne facilmente un 16+8 F35.

24 aerei su 30 "facilmente" schierabili non direi proprio.

L’F-35 punta a una disponibilità operativa del 80% (anche se al momento è intorno al 70%), il che implica che i velivoli impiegabili nei reparti operativi sarebbero 24 già solo così.

Peccato che però bisogna considerare quelli non disponibili, perché fermi per le grandi manutenzioni presso il costruttore (a regime indicativamente un decimo di quanto in organico), quelli impiegati in addestramento (alcuni già ora sono negli USA, ma poi ne servono altri per completare l’addestramento dei piloti in reparto operativo) e quelli eventualmente tenuti come riserva di attrito.

Di solito si considera che i velivoli di pronto impiego siano indicativamente la metà di quelli acquistati, il che significa che sarebbe già grasso che cola se di 30 ne restano pronti all’uso 20 (o anche 18...) per entrambe le forze armate, metà dei quali al momento è difficile possano essere aerei dell’AMI, perché gli ammiragli sulle portaerei proprio non ce li vogliono e i generali per metterceli dovrebbero far mantenere la qualifica alle operazioni navali ai propri piloti (cosa né semplice, né probabile allo stato attuale). Il risultato è che il Trieste è e resta per la MM non una portaerei aggiuntiva, ma solo sostitutiva in caso di indisponibilità del Cavour (che comunque è sempre meglio dello zero portaerei che possono schierare i Francesi quando la De Gaulle è ferma).

Poi, al di là di brevi sortie addestrative, di suo ciascuna nave se ne andrà in missione con il numero di velivoli che praticamente è in grado si sostenere per un numero di giorni decente (inferiore di quello fisicamente trasportabile) il che significa indicativamente non più di 8-10 F-35B.  Non parliamo di elicotteri, ma di affari che pesano minimo 22 tonnellate al decollo e che consumano altre tonnellate di armi e di carburante.  

E messa così gli aerei dell’AMI sono già meno indispensabili agli occhi degli Ammiragli.

Modificato da Flaggy
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2 ore fa, Flaggy ha scritto:

24 aerei su 30 "facilmente" schierabili non direi proprio.

...

Poi, al di là di brevi sortie addestrative, di suo ciascuna nave se ne andrà in missione con il numero di velivoli che praticamente è in grado si sostenere per un numero di giorni decente (inferiore di quello fisicamente trasportabile) il che significa indicativamente non più di 8-10 F-35B. Non parliamo di elicotteri, ma di affari che pesano minimo 22 tonnellate al decollo e che consumano altre tonnellate di armi e di carburante.  

E messa così gli aerei dell’AMI sono già meno indispensabili agli occhi degli Ammiragli.

in effetti quel "facilmente" non era proprio il termine giusto, dicimo che era meglio un "teoricamente".

comunque il problema di quanti B si possono mettere sulle navi dipende anche dal numero di piloti a disposizione, ed  in conseguenza dei fondi scarsi per volare poter avere anche aerei e piloti della AM temo sarà imprescindibile.

Amm. Cavo Dragone su F-35B: “Tra Aeronautica e Marina ci sarà integrazione”

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Sulla possibilità in futuro di una cooperazione tra le due Forze Armate l’Ammiraglio Cavo Dragone ha affermato che “l’integrazione si può fare e si farà sicuramente, però come è successo per l’Aeronautica Militare, che ha ottenuto la Initial Operating Capability dell’Alpha (F-35A,ndr) nel 2018, la Marina Militare deve raggiungere il medesimo traguardo per la propria componente. Quando il Cavour avrà ottenuto una capacità iniziale solida andranno a convergere gli interessi e le attività addestrativa. Prima però è necessario creare quello zoccolo duro.“

 

Modificato da Yuri Gagarin
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Tutto è possibile e auspicabile nel lungo periodo, ma al momento, dopo le recenti e poco ...sportive esternazioni, come molti analisti, sarei cauto a interpretare la convergenza di interessi e attività addestrative di cui parla Dragone, come la possibilità che l'AMI metta i suoi aerei e i suoi piloti a bordo delle navi della MM... C'è insomma molta pragmatica collaborazione implementabile senza arrivare a tanto. Lo zoccolo duro cui si riferisce è comunque di uomini e mezzi della MM. Immagino al massimo, in condizioni di surge, una maggiore mobilità degli aerei, di fatto identici anche nei programmi di manutenzione e aggiornamento e quindi gestibili sulla base di quanto reso disponibile da un sistema di gestione integrato delle risorse in generale, piuttosto che di piloti e tecnici da inviare in zona di operazioni in particolare, che volano troppo poco e operano in ambiti diversi, per mantenere capacità e requisiti specifici di entrambe le forze armate.

Chi punta a tale polivalenza, (i Marines) fa volare aerei e piloti molto, ma molto più dei nostri, o ha ottenuto risultati alquanto discutibili in passato e tutti da dimostrare in futuro, come in Gran Bretagna.

Modificato da Flaggy
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La tutela degli interessi nazionali sul Mare

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Noi siamo una nazione marittima, anche se lo sguardo di taluni è rivolto verso la mittel-nordeuropa per questioni ideologiche. Sarebbe ora di prendere finalmente “…coscienza di quanto il mare conti per noi…”6 e di quanto ne siamo economicamente dipendenti. La sintesi degli ultimi cento anni, per non andare troppo lontani, è che abbiamo sempre voluto imitare chi si trovava oltre le Alpi, per poi trovare sul mare le soluzioni ai nostri problemi.

 

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TORNANO LE ONG NEL MEDITERRANEO

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Non ci sono altri porti se non l’Italia?

Così la Ocean Viking si è lanciata verso la localizzazione segnalata da Alarm Phone, nelle acque della zona sar libica, la zona di mare rivendicata dalle autorità di Tripoli sotto la sua giurisdizione. Come di consueto, dopo l’operazione si salvataggio, la Ocean Viking si è diretta verso quello che secondo il suo capitano è considerato il porto più sicuro: l’Italia. In realtà dalla zona sar libica il porto più sicuro sarebbe quello di Zarzis, in Tunisia.

Eppure questa destinazione viene ostinatamente ignorata dalle navi ONG. Così come l’isola di Malta, sempre assente durante queste operazioni. Sembra quindi che l’obiettivo principale della Ocean Viking sia quello di far arrivare il gruppo di migranti direttamente in Italia, ignorando altri porti.

 

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Ecco perché dalla Libia partono sempre più migranti

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Anche in Libia seguono le vicende italiane e conoscono la delicata fase che sta vivendo il nostro Paese, contrassegnata dal passaggio dalla maggioranza giallorossa all’esecutivo Draghi: “Nulla di strano – ha proseguito la fonte diplomatica – Che si voglia lanciare un segnale, quasi come a ricordare che a prescindere da chi si insedia a Roma, per tenere a bada l’immigrazione occorre sempre fare i conti con chi controlla le coste libiche”. La repentina impennata dei flussi migratori va dunque cercata anche tra chi vuol lanciare segnali sia all’interno che all’esterno della Libia. E in vista dei mesi primaverili, per l’Italia è scattato il campanello d’allarme.

 

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La Francia alla conquista del mare

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il carrier strike group francese si unirà alle operazioni americane e probabilmente a quelle della britannica HMS Queen Elizabeth, dando l’immagine che sia la Francia, in questo momento, a guidare l’intero sistema di Difesa europeo nelle più calde aree del Mediterraneo allargato. Una scelta strategica che chiaramente riguarda anche l’Italia, dal momento che l’area delle operazioni di Clemenceau 21 si sovrappone perfettamente a quella regione disegnata dalla Marina Militare italiana come area di interesse per il nostro Paese. In questo senso è facile comprendere che questa mossa francese possa essere letta anche in chiave di supremazia europea: campanello d’allarme che l’Italia non deve ignorare, perché quello che si fa in questo settore ha ricadute sulla stessa posizione italiana nel mondo.

 

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