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F-35 Lightning II - Discussione Ufficiale


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1 ora fa, TT-1 Pinto ha scritto:

Da un articolo (destinato solo agli abbonati) del quotidiano torinese "La Stampa" ...

lastampa.itManutenzione e aggiornamento degli F-35: a Cameri ci sarà lavoro per quarant’anni

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Per questo il rapporto evidenzia che Cameri è il più avanzato stabilimento aeronautico di quinta generazione al mondo dopo gli Usa: «Guardando al futuro - affermano gli specialisti del gruppo di lavoro - il ritorno economico per l’Italia più importante relativo al programma JSF sarà l’attività di manutenzione e upgrade della flotta di velivoli schierata in Europa per i prossimi 40 anni. Attualmente, le uniche infrastrutture esistenti che rispettano gli standard di sicurezza previsti dagli Stati Uniti per la manutenzione degli F-35 sono la fabbrica Lockheed Martin di Fort Worth (Texas) e la Faco di Cameri. È importante che l’Italia sfrutti tale vantaggio competitivo come unico centro di manutenzione degli F-35 per tutta la regione europea e mediterranea, assicurandosi anche il supporto ai velivoli delle Forze Armate americane schierati nel vecchio continente».

 

Modificato da Yuri Gagarin
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Capisco la smania di The National Interest di pubblicare articoli a raffica, ma le minestre riscaldate anche no…

Sentir parlare i piloti di certe limitazioni all’inviluppo di volo, quando sappiamo che i velivoli vengono sfornati con release software che le hanno tolte da un pezzo, mi ha fatto venire un leggerissimo sospetto…

In effetti l’articolo in questione in gran parte non è altro che un copia e incolla di questo del luglio 2018. .

Tra l’altro già segnalato proprio da me non appena uscito…

ma che in realtà faceva sempre riferimento a questo che è addirittura del 2016… "A few years back" in effetti...Da cui la minestra riscaldata...2 volte.

Diciamo che in giro c’è anche roba più recente come questa , segnalata a suo tempo da Pinto.

Modificato da Flaggy
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13 ore fa, engine ha scritto:

Bisogna vedere quanto "corte"

L' articolo parla di atterraggio frenato da cavo d'arresto, non di distanza di decollo.

Non viene detto neanche qui ... news.usni.org ... https://news.usni.org/2020/12/10/marines-demonstrate-ability-to-include-carrier-based-f-35cs-in-expeditionary-base-plans ...

??

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La distanza di decollo si prende da fermo fino all’ostacolo di 15 metri, che l’aereo deve superare (e questo aggiunge altri metri dopo che ha staccato le ruote da terra), ma non è così che si misurano le piste nesessarie! Le piste sono più lunghe, perchè devono anche contemplare che un velivolo possa abortire il decollo, nel qual caso entrano in gioco le velocità e le capacità frenanti di ciascun velivolo.

La distanza di decollo in se dice e non dice quanto debba essere lunga la pista nel caso in cui quella di atterraggio (maggiore per un caccia) abbia l'aiutino del cavo.

L’articolo lo dice di che piste si starebbe parlando (meno di un chilometro), ma non è un caso se per fare ‘sti giochetti si siano usati F-35C e non F-35A. Queste cose sono possibili (da anni) con i velivoli imbarcati o comunque lo sarebbero con velivoli strettamente derivati da essi (ad esempio l’F-4 Phantom che era stato acquistato anche dall’USAF). Quindi non mi lancerei in ipotesi sull'A...

Nel caso dell’F-35 ciò è possibile solo per la variante imbarcata, che ha un'ala più grande che riduce le velocità di approccio ed è fornito di carrello irrobustito per ratei di discesa aggressivi e di gancio di appontaggio (non di un dispositivo di emergenza come sugli A!).
Di fatto è prerogativa dei velivoli dei Marines (dotati sia di B che di C) che parimenti si addestrano (eh si, serve addestrarsi...molto) sulle portaerei CTOL dove i B non sono ammessi, venendo poco graditi anche sulle LHA (il concetto di portaerei leggera è fortemente osteggiato in ambienti US Navy), dove infatti sono ritenuti a supporto delle MEU e sbarcano con esse appena possibile.

Solo un B potrebbe decollare in molto meno spazio (a pieno carico in circa 550 piedi=168 metri che è più o meno un terzo di quel che fa un F-18) e fregarsene dei cavi per atterrare. Inoltre non è vero che debba necessariamente avere a disposizione una piazzola rinforzata per atterrare, perchè può fare un atterraggio rullato (contemplato anche dalla Royal Navy per incrementare il bring back rispetto all’atterraggio verticale).

Comunque c’è anche chi ha fatto atterrare e decollare un 737 da un argine di un fiume o chi ha messo trampolini a fine pista (pista, non ponte di una nave) o fatto atterrare C-130 su portaerei, ma la verità è che un velivolo deve essere progettato per fare certe cose, altrimenti le fa in modo poco efficiente, pericoloso o poco pratico. Insomma le fa male.

 

Modificato da Flaggy
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intendevo dire se avessimo la corsa di decollo degli A potremmo farci una idea di massima per quella di C ( quest'ultimi hanno un rapporto spinta/peso minore quindi la corsa dovrebbe essere maggiore ), ed aggiungendo il margine di sicurezza potremmmo arrivare alla lunghezza che dovrebbe avere una pista per ospitare i C.

comunque è tutto relativo, in base alla lunghezza della pista della puoi decidere con che carico decollare.

 

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2 ore fa, Yuri Gagarin ha scritto:

intendevo dire se avessimo la corsa di decollo degli A potremmo farci una idea di massima per quella di C ( quest'ultimi hanno un rapporto spinta/peso minore quindi la corsa dovrebbe essere maggiore ), ed aggiungendo il margine di sicurezza potremmmo arrivare alla lunghezza che dovrebbe avere una pista per ospitare i C.

Ah beh, cosi però è sbagliato 3 volte...

Primo perché, se proprio vuoi sapere in quanti metri decolla il C, cerchi al limite di avere l’informazione diretta, ma non la ricavi per deduzione dall’A, che è un aereo completamente diverso proprio per le questioni inerenti a decollo e atterraggio e per il quale oltre tutto le informazioni disponibili sono altrettanto scarne e inaffidabili.

Secondo perché non è vero che se hai un rapporto/spinta peso meno favorevole hai bisogno di più pista. A parità di tutto il resto si, ma non in senso assoluto: se qui abbiamo una certezza, questa è che il C non è semplicemente un A obeso.

Terzo perché non è questione di fattori di sicurezza pescati chissà dove, ma di "divertirsi" con tante belle formule (in cui c’è da destreggiarsi fra coefficienti di portanza, di resistenza, di attrito al suolo, peso al decollo, spinta, tempo impiegato nella rotazione, ecc ecc) che sputano fuori tante belle pagine di conti, che sono croce e delizia degli studenti di ingegneria aerospaziale, che presentano il loro lavoro all'esame di progetto generale dei velivoli.

Ovviamente queste informazioni non le abbiamo e di solito, per comprensibili motivi, è tanto facile trovare riferimenti ai 550 piedi del B a pieno carico quanto un bel "?" al posto delle distanze di decollo di A e C… Comunque, per l'appunto, non sono numeri univoci, ma variabili a seconda delle condizioni al contorno e il carico utile (carburante + armamento) è probabilmente la più grande ed evidente variabile quando si parla di velivoli militari.

In ogni caso conta la combinazione dei fattori e l’F-35C, seppur più pesante, ha un carico alare molto più basso grazie a 20 metri quadri di superficie in più (oltre 62 contro 43 scarsi) e ha anche una maggiore superficie dotata di ipersostentatori. In particolare, come si vede sotto, laddove l’A ha dei normali flaperon (che si fermano prima delle estemità alari che distano fra loro 11 metri scarsi)  il C ha dei flap a grande coda e degli alettoni e li può anche deflettere tutti e quattro coprendo tutto il bordo d'uscita alare fino alle estremità degli oltre 13 metri di apertura.

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La conseguenza di questa diversa impostazione è che un F-35C ci metterà anche più tempo ad accelerare e raggiungere una determinata velocità, ma ha una velocità di stallo e quindi di decollo più bassa dell’A, col risultato che staccherà le ruote da terra prima di un A, che quella velocità dovrà superarla per raggiungere la sua (più elevata) velocità di decollo.

Modificato da Flaggy
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1 ora fa, Flaggy ha scritto:

Purtroppo è un aricolo ad accesso limitato e non lo visualizza chi s'è già giocato i 5 articoli al mese che Flightglobal fa la grazia di mostrare ai non abbonati.

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USAF F-22, F-35A and XQ-58A fly in formation, attempt data sharing via gatewayONE

By Garrett Reim15 December 2020

 

The US Air Force’s (USAF’s) Lockheed Martin F-22 Raptor, F-35A Lightning II and the Air Force Research Laboratory’s Kratos Defense XQ-58A Valkyrie flew in formation for the first time on 9 December at the US Army Yuma Proving Ground in Arizona.

The formation flight was part of an attempted demonstration of data transmission between all three aircraft. The F-22 and F-35A successfully shared data using a novel technology called “gatewayONE”, but the XQ-58A was unable to link up, the USAF said on 14 December.

 

 

Source: US Air Force

F-22 Raptor, F-35A and XQ-58A fly in formation

The F-22’s and the F-35’s most-secure communication systems cannot talk directly to one another. (The F-35 uses the Multifunctional Advanced Data Link and the F-22 uses the Intra-Flight Data Link.) The incapability of the fifth-generation fighters’ communication systems causes the Department of Defense (DoD) headaches and forces complex workarounds during operations.

However, the gatewayONE device allowed the data formats to be translated so information could be passed directly between the two aircraft.

“Not only can gatewayONE translate between those formats, in this test it moved data that is normally relegated to an operations center or tactical ground node, directly pushing it into the cockpit at the edge of the multi-domain battlespace for the first time,” says the USAF. “Additionally, the test pushed the position data of each platform outside of the aircraft’s close-proximity formation through gatewayONE, which enables battle managers on the ground or in the air to better orchestrate operations.”

The gatewayONE communications device also “passed tracks or cues from ground operators to both fighters and passed a cue from the F-35A to the F-22 for the first time,” says the service. The information was presented on the aircrafts’ normal displays, it adds.

GatewayONE is part of the USAF’s Advanced Battlefield Management System (ABMS) development programme, an effort to create a military internet-of-things network that will quickly and autonomously pass information around the battlefield. The DoD hopes more information in the hands of pilots, sailors and soldiers will help them spot the enemy quickly and react faster.

“The future is promising, and gatewayONE will allow the F-22 and F-35 to connect to and feed data sources they’ve never before accessed,” says Lieutenant Colonel Eric Wright, a 59th Test and Evaluation Squadron F-35 pilot. “Those future connections will bring additional battlefield awareness into the cockpit and enable integrated fires across US forces.”

XQ-58A Valkyrie low-cost unmanned aerial vehicle launches at the U.S. Army Yuma Proving Ground, Ariz., Dec. 9, 2020

Source: US Air Force

XQ-58A Valkyrie low-cost unmanned air vehicle launches at the US Army Yuma Proving Ground, Arizona on 9 December 2020

As part of the 9 December demonstration flight, the XQ-58A Valkyrie was rocket-launched and made a “semi-autonomous” flight alongside the F22 and F-35 for the first time.

“The gatewayONE payload was integrated into the Valkyrie for its maiden voyage with the fifth-generation fighters to conduct an initial test of gateway capabilities from an attritable platform,” says the USAF. “However, shortly after take off, the communications payloads lost connectivity and those test objectives were unable to be accomplished.”

The demonstration flight programme had 18 test objectives and successfully completed nine, says the USAF.

The service says it also successfully tested the ability of the US Marine Corps’ F-35B to send full-motion video to a ground controller using the Tactical Targeting Network Technology waveform and a Boeing KC-46A Pegasus in-flight refuelling tanker as a communications node.

The service’s tanker fleet will be an important early part of the ABMS network, Will Roper, assistant secretary of the air force for acquisition, technology and logistics, said at an Air Force Association event on 14 December.

“We have already selected ABMS release one, which is a subset of capabilities that make a mini-internet, that gets data from cloud [computing and storage] forward to the tactical edge to our fighters, via mobility gateways and analytics that will be fielded on our tanker fleet,” he says.

The USAF’s dream is to mimic many of the functions of the modern civilian internet, using artificial intelligence and other forms of automation to make fast suggestions to decision makers on the battlefield.

“It’s a microcosm of the internet where the cloud is there, the analytics are there, the tanker is playing the role of a cell tower,” he says. “It’s routing data back and forth between the cloud and users. The users are the fighters that are inside that area denial, communication denial bubble, that are not denied talking with the tanker that is standing just outside of harm’s way.”

Garrett Reim is a military aviation reporter based in Los Angeles. He reports on military aircraft manufacturers and operators in North and South America. Send him your confidential tips, press releases and story ideas via garrett.reim@flightglobal.com. Follow him on Twitter via @garrettreim.

 

Modificato da Yuri Gagarin
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Cosa risaputa. A parte che in gioco ci saranno anche componenti a lungo lead time ordinati parecchi mesi prima, probabilmente la Turchia è stata estromessa o lo sarà a breve da tutta la componentistica double source ma, come evidenziato nel corso di questi mesi nella discussione, ci sono componenti single source (che fanno solo loro) da cui non è così immediato estrometterli senza inchiodare la produzione.

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2 ore fa, engine ha scritto:

Bello sforzo !!! Quelli di Analisi Difesa non hanno fatto altro che tradurre il comunicato stampa di LM (vedi post precedente) e di aggiungervi qualche foto ...

?

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  • 2 settimane dopo...

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