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F-35 Lightning II - Discussione Ufficiale


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Non sono stati ancora consegnati .... e già si pensa al loro aggiornamento ....

 

JPO plans to award Lockheed upgrade contract for 93 F-35s ....

 

"The proposed contract will provide for the Block Upgrade of 93 previously/to-be delivered aircraft, under LRIP [low-rate initial production] 2 through LRIP 5 to Block 2B, 3i and 3F and proposal preparation," reads a contract solicitation.

Fonte .... http://www.flightglobal.com/news/articles/jpo-plans-to-award-lockheed-upgrade-contract-for-93-f-35s-377526/

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Intervista al Segretario Generale della Difesa, generale di Squadra Aerea Claudio Debertolis e articolo F-35 : “road map” a ostacoli

 

Una volta usciti dalle catene di montaggio di Cameri, all’inizio del 2015 i primi 3 caccia “stealth” Lockheed Martin F-35A CTOL a decollo convenzionale per l’Italia (60 quelli previsti), appartenenti al lotto di produzione “a basso rateo” n.6, saranno inviati presso il centro di addestramento negli Stati Uniti per iniziare la formazione dei piloti e degli specialisti. Nel 2016 saranno seguiti dai primi 2 di un successivo gruppo di 3 esemplari, sempre CTOL, del lotto n.7. Il primo F-35A si schiererà sulla base di Amendola dell’Aeronautica Militare nel marzo 2016, mentre il primo F-35B STOVL a decollo corto e atterraggio verticale (30 fra Marina e Aeronautica), il cui contratto d’acquisto è previsto nel 2015, comincerà ad operare dalla base di Grottaglie a partire dalla seconda metà del 2018. Intanto sono già state ordinate alcune componenti degli aerei per i successivi lotti n.7 (3, come s’è detto) e n.8 (da 4 a 6), aerei che saranno contrattualizzati in via definitiva rispettivamente nel 2013 e 2014 e consegnati all’Italia nel 2016 e 2017. Questo, dopo il taglio di 41 esemplari deciso a febbraio dal Governo, il nuovo programma di acquisto del Joint Strike Figher come l’ha illustrato in un’intervista ad “Analisi Difesa” il capo del Segretariato Generale della Difesa (e Direzione Nazionale Armamenti) del Ministero della Difesa generale Claudio Debertolis. Il quale, affrontando il nodo dei costi, ha chiarito la questione degli 80 milioni di dollari al pezzo dei primi 3 F-35A annunciati in Parlamento, apparsi subito troppo irrealistici. Quel costo, ha riconosciuto, si riferiva a una pianificazione ormai superata dalle vicende del programma e verteva sul solo aereo “nudo”. Aggiornando i prezzi e aggiungendo tutte le altre voci di spesa, il costo di questi primi JSF italiani in realtà sarà più del doppio.

Impegnato in prima persona in quella che ha definito una “continua battaglia” con Lockheed Martin, il Capo di Segredifesa ha ammesso le criticità del fronte industriale del programma. L’impianto Final Assembly and Check-Out (FACO) sulla base aerea novarese partirà a regime ridotto, con inevitabili aggravi di costo cui si aggiunge per il Governo – che li ha spesi – l’onere di recuperare i circa 800 milioni di euro investiti per realizzare la struttura. Più ottimistiche invece per Debertolis le prospettive di partecipazione al programma delle altre aziende, Finmeccanica e non, cui finora dagli USA sono arrivati contratti di fornitura per quasi 650 milioni di dollari a fronte della previsione di un ritorno industriale complessivo entro il 2026 (ma senza alcuna garanzia da parte americana) di circa 13 miliardi di dollari, pari al 77% del nostro impegno finanziario globale nel programma.

Non mancheranno tuttavia di avere conseguenze almeno indirette sul nostro Paese i nuovi contrasti fra Pentagono e Lockheed sulla conduzione complessiva del programma, con una sovrapposizione di attività che porta a risultati negativi sul piano del costo-efficacia. In 11 anni il costo de programma JSF è aumentato a una media giornaliera di 40 milioni di dollari. L’Italia comincerà ad acquistare la versione STOVL quando – secondo le previsioni del bilancio della Difesa 2013 dalla Casa Bianca – il costo medio dell’aereo “nudo” (in gergo “Recurrent Fly-away Cost”) sarà di 137,1 milioni di dollari, per scendere poi a 125,1 nel 2016 e a 118.8 nel 2017. Il Pentagono è preoccupato fra l’altro per le difficoltà di sviluppo del software dell’aereo, la non corretta pianificazione de collaudi, la vulnerabiltà ai “cyberattack” del sistema logistico integrato, e da ultimo, dopo la distruzione in Afghanistan di 8 Harrier schierati su una base avanzata da parte di una pattuglia appiedata di Talebani, per le prospettive operative della versione “expeditionary” STOVL.

 

Postato in contemporanea con viata 85 ;)

Modificato da Andrea75
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Scusate se vado OT, ma a pag 4 dell'articolo linkato si legge ke tra tornado, AMX e AV-8B abbiamo 250 velivoli. Ma i numeri sono effettivamente questi? A me sembrano troppi, secondo me non arriviamo neanche a 100..... Scusate ancora per l'OT. :)

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Non sei OT,

comunque dall'intervista:

 

E’ importante notare che la sostituzione degli attuali

assetti con il JSF consente sia un incremento dell’efficacia

operativa sia una riduzione dei costi di supporto. Infatti,

da un totale attuale di circa 250 velivoli su 3 linee diverse

(AV-8B, AMX e Tornado) in inventario all’Aeronautica

e alla Marina con 7 varianti complessive e 11 configurazioni

diverse, si passa a una singola linea JSF di 90

velivoli, con 2 sole varianti

 

Sostituisci "attuali assetti" con "assetti originali" e "totale attuale" con "totale originale" e la cosa ha più senso. Se si tratta di un refuso, o di comunicazione imperfetta o non completamente in buona fede secondo me ha poca importanza.

Quelli erano gli assetti originali (250), di cui ne restano attivi adesso circa 100-120, come ben sappiamo.

Modificato da Scagnetti
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F-35 Lightning: The Joint Strike Fighter Program, 2012

 

 

Oct 9/12: Italy. Lockheed Martin Aeronautics Co. in Fort Worth, TX received a $28.6 million advance acquisition contract modification, buying long lead-time parts, material and components required to protect the delivery schedule of Italy’s 4 F-35As in LRIP Lot 7 (FY 2013).

...

Sept 27/12: LRIP-7 Engine lead-in. United Technologies’ Pratt & Whitney Military Engines in East Hartford, CT receives an estimated $89.2 million for long-lead components, parts and materials associated with the 37 engines in LRIP Lot 7. The rest of the contract will follow, but initial purchases involve:

 

USAF: 19 F135-PW-100 base model ($38 million, 43%)

Italy: 3 F135 CTOL ($6 million, 7%)

Norway: 2 F135 CTOL ($4 million, 4.5%)

Turkey: 2 F135 CTOL ($4 million, 4.5%)

US Navy: 4 F135-PW-100 Carrier Variant ($35.2 million, 39% for US/ USMC)

USMC: 6 F-135-PW-600 Short Take-off and Vertical Landing with Roll Royce’s LiftFan

Britain: 1 F135 STOVL ($2 million, 2%)

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Segnalo un interessante articolo sul Sole 24 ore di oggi dedicato all' F-35 e ai suoi costi.

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Segnalo un interessante articolo sul Sole 24 ore di oggi dedicato all' F-35 e ai suoi costi.

Si tratta di un commento di Gianandrea Gaiani alla recente intervista rilasciata dal generale Debertolis e già riportata in questa discussione da Andrea75 ....

 

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-10-15/costeranno-previsto-milioni-dollari-175638.shtml?uuid=AbhTBPtG&fromSearch

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Beh, visto che DeBertolis parla che dal 55° esemplare si pagherà 60 milioni di dollari ad esemplare (40 scarsi di euro, al cambio attuale) direi che possiamo stare tranquilli.

 

Non so cosa serva ancora per capire che è una colossale presa per i fondelli.

 

Leggere TUTTA l'intervista per capire.

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F-35: newest fighter much more than just stealthy plane

 

 

intervista al "Marine Corps Col. Art Tomassetti, a pilot who has been with the JSF program since 1998" sul lavoro di gruppo

 

 

“When you look at the F-35, you can’t look at it as a single airplane against another single airplane,” Tomassetti said. “You have to look at a group of F-35s working together, then you really get to take advantage of what the F-35 brings to the battle space. The ability of the airplanes to use a variety of sensors to gather information and share the information they gather between planes is truly incredible.”

 

With the F-35, pilots can access information about possible targets and threats from supporting F-35 aircraft via data links, which allows them to see more and identify more of what is happening in the battle space, Tomassetti said.

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Che è poi quello che sappiamo da molto tempo. L'F-35 da guardate come un elemento inserito in un sistema molto più ampio, in cui la intercomunicabilità tra le varie piattaforme aeree, in cui inserisco anche i droni, terresti e navali e spaziali, e la bassa osservabilità costituiscono un elemento imprescindibile, funzionale alla conquista del dominio dello spazio aereo.

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Noi come loro, tranne quello che a loro permette di essere un passo avanti.

L'unica cosa che ci torna comodo, è che con le dovute cautele e prese bene le misure necessarie, potremmo entrare nel loro network, ossia venire integrati nello stesso schema di guerra aerea loro, oppure noi avvalerci della loro, a seconda di come si vuole vederla. Siamo sempre in un'alleanza, per quanto con le sue controversie, o migliorabile.

Il tutto ad un costo che è una frazione del loro.

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ah ecco: possiamo entrare nel loro.

 

Perchè noi assetes di questo genere che abbiamo? i 2 AEW che stiamo comprando ora?

 

Fanno 'sistema' fra di loro? Il comandante dei Marines che fa un intervista, leggendo la brochure di LM, visto che tutte quelle capacità esistono sulla carta?

 

Rileggiamo DeBernardis, per avere le notizie vere, allo stato. E magari il pre-intervista di Lora-Lamia.

 

Poi ne riparliamo fra qualche anno.

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PICTURE: F-35A releases first air-launched weapon

 

F-35A Joint Strike Fighter has performed its first in-flight weapons release, with conventional take-off and landing test aircraft AF-1 having dropped a JDAM-series GBU-31 908kg (2,000lb) bomb on 16 October.

 

Jettisoned from the F-35A's left-side internal weapons bay, the instrumented weapon was released over the China Lake weapons range in California. AF-1 was flown by US Air Force Maj Matthew Phillips from Edwards AFB.

 

Photo: F-35′s first in-flight weapon release (of a huge 2,000 pound GBU-31 JDAM)

 

f-35-gbu-31.jpg

Modificato da Andrea75
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Madmike, ci sei rimasto solo tu che vuoi fare la guerra da solo. La realtà è che: o noi in occidente facciamo sistema fra di noi, o da soli siamo sconfitti, in qualsiasi genere di conflitto, ad alta o bassa intensità.

 

Ti rendi conto che ti stai inventando nemici inesistenti per giustificare un programma che, ad oggi, è solo un bagno di sangue?

 

Sconfitti da chi?

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Allora, io non mi sto inventando nemici inesistenti, e non sto cercando di giustificare un programma che "si giustifica da se", se non altro per tutti i soldi che sono gia stati spesi fin'ora, ma sicuramente per ragioni più importanti, come l'interoperabilità dei sistemi d'arma fra i paesi della NATO, per permettere quel genere d'integrazione tra forze armate che vanno tanto di moda dal crollo del muro di Berlino fin'ora, che in seno alla KFOR, Desert Storm, Desert Shield, ISAF dimmi te se non sono coalizioni queste, che se avessero portato tutte lo stesso tipo di aereo si sarebbero semplificati di molto, tutte quelle catene di mestieri che partono dalla logistica, per passare dalla missione operativa, e per finire al momento della manutenzione, che costano un botto.

Venti anni fa ti saresti immaginato altre guerre oltre alla Desert Storm? Se sei sincero rispondi: no.

Invece la realtà è diversa.

 

Sconfitto da chi? Non intendevo partire in Guerra e venire sconfitti. Ma "sconfitto" sul piano dell'opinione pubblica, economico. Se oggi un conflitto viene pagato col sangue di poche migliaia di vittime, appare inacettabile dall'opinione pubblica, mentre solo cinquanta anni fa non avrebbe fatto lo stesso scalpore. Sconfitti nel senso che mentre Cina e Russia avranno i loro stealth, rimanere indietro significa essere "sconfitti" in partenza. Hai capito? Non mi sto immaginando nemici da combattere da cui essere "sconfitti". Era in senso lato.

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Mah,

considerazioni personali sull'intervista di DeBortolis potremmo farle tutti. Io mi limito a osservare che personalmente non mi va proprio giù l'understatement sulla audizione in Parlamento con i dati palesemente incorretti del costo di 80 milioni di dollari per aereo.

Comunque qualsiasi mio commento in materia non cambierebbe le cose.

 

C'è una parte che però vorrei sottoporvi dall'intervista:

 

Con la riduzione da 131 aerei a 90, il ritorno industriale continua ad attestarsi sul 77% circa. Oggi è valutabile in circa 13 miliardi di dollari, oltre 3 dei quali assicurati dal motorista Pratt & Whitney e quasi 9 dalla Lockheed.

 

Sono comunque scettico su un ritorno industriale per l'Italia di circa 13 miliardi di dollari. 13000 milioni di lire. Ma il punto è un altro, se un ritorno industriale di 13 miliardi di $ è pari al 77% (del costo del programma?) allora adesso possiamo dire che il costo dell'intero programma per l'Italia è stimato attualmente su 16,88 miliardi di dollari? Come sappiamo il costo di ogni aereo non è fisso ed è interpretabile in vari modi, tra l'altro dipende dal lotto e da quanti ordinativi vi sono in totale.

 

Stop press:

è disponibile l'ultimo rapporto GAO: http://www.gao.gov/assets/600/591608.pdf

 

Buona lettura.

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Ma di più Scagnetti: perchè lo stesso Gaiani, nell'articolo (riprendendo quanto dice il Generale) conferma che:

 

importanti criticità che riguardano l'utilizzo a regime ridotto dell'impianto Final Assembly and Check-Out (FACO) costruito dall'Italia sulla base aerea di Cameri con un costo di 800 milioni di euro e le incertezze circa le ricadute per l'industria italiana previste sulla carta per 13 miliardi di dollari, pari al 77 per cento dell'investimento italiano ma concretizzatesi finora solo in misura molto ridotta con contratti firmati per appena 650 milioni di dollari.

di Gianandrea Gaiani - Il Sole 24 Ore - leggi su http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-10-15/costeranno-previsto-milioni-dollari-175638.shtml?uuid=AbhTBPtG&fromSearch

 

qui è tutto in FORSE: SPERIAMO di fare manutenzione, SPERIAMO che ci facciano fare le ali ad un prezzo che sia tale da guadagnare, SPERIAMO......

 

e a mio avviso il fondo si tocca con metà F35 a 40 milioni di euro. Se continuiamo così LM ci da dei soldi lei.

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Il nuovo seggiolino eiettabile dello F-35, il Martin-Baker MK16 viene descritto come più sicuro, oltre che più comodo, dei suoi illustri o meno predecessori (tutta la serie MK).

 

Parola del Col. Arthur Tommasetti che comanda l'unità che sta addestrando i piloti che voleranno sull'aereo.

 

A cominciare da un sistema di cinghie a cinque punti, più simile a quello delle macchine, che sostituisce quello dell'imbragatura connessa al sedile da cinghie di ritenzione. Il sistema a 5 punti è più rapido nel caso si debba lasciare in fretta l'aereo, si preme sul pulsante in mezzo, e si è liberi.

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Lockheed Martin completes F-35 full mission simulator installation

 

Lockheed Martin (LMT) marked the completion of the first F-35 Lightning II Full Mission Simulators (FMS) at Marine Corps Air Station (MCAS) Yuma, Ariz. The air station will be home to the first operational Marine Corps F-35 squadrons worldwide.

Two of six planned Joint Strike Fighter FMS systems have been installed on site. The FMS installation and software completion will allow pilot familiarization and transition scenarios to begin later this year.

“The importance in simulation to the program is twofold—cost and effectiveness. Due to the fidelity of the simulators, approximately 50 percent of the core syllabus flights for the F-35 program are accomplished in the simulator,” said Lt. Col. Dwight DeJong, director of the Joint Strike Fighter Site Activation Team for MCAS Yuma. “This becomes extremely cost effective with realistic training that is independent of the weather, maintenance and range availability that can challenge daily operations.”

The FMS includes a high-fidelity 360-degree visual display system and is the highest fidelity trainer in the F-35 pilot-training-device suite, accurately replicating all F-35 sensors and weapons deployment.

 

http://img.defencetalk.com/wp-content/themes/dStyle165/scripts/timthumb.php?src=http://www.defencetalk.com/wp-content/uploads/2012/10/f35-simulator-lockheed-martin.jpg&w=365&h=245&zc=1

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Il guadagno è sicuro e certo.

 

L' F-35 prenderà il posto degli F-16, per cui c'è un mercato internazionale vastissimo, in cui concorrono soltanto F-35 ed Eurofighter (il Rafale proprio non riesce a vendersi, ed i russi non riescono a vendere i propri caccia).

 

70 F-35 e 120 Eurofighter sono una linea di volo complessiva di meno di 200 aerei da combattimento, una volta restituiti gli F-16 e radiati Tornado e AMX.

Se si tiene conto che l'operatività media è dell' 80 %, che una parte di aerei va tenuta in riserva per rimpiazzare quelli persi in incidenti, che una parte va destinata a compiti di conversione operativa, notiamo che la componente operativa reale sarà circa di un centinaio di aerei.

 

Sono sufficienti.... per mantenere in piedi una parvenza di Aeronautica, ma certamente non sono il numero adeguato alle esigenze italiane, che in via teorica dovrebbe disporre di almeno 10 gruppi per assicurare la copertura della difesa aerea (120 aerei + le scorte), 5-6 gruppi per l'attacco (60 aerei + le scorte) nonchè almeno un gruppo per il SEAD e uno per la ricognizione (24 aerei + le scorte), e poi ne servono una ventina per l'impiego imbarcato.

In totale all'Italia servirebbe una linea di non meno di 300 aerei da combattimento, calcolando i velivoli di pronto impiego, quelli in manutenzione, quelli di scorta e quelli di conversione operativa.

 

 

 

MMMMhhhhh... questi sono numeri da guerra fredda...

 

Quei numeri orami non ce li ha nè la RAF, nè l'Armeè, nè la Germania.

 

Già da alcuni lustri non esistono più gruppi dedicati solo alla ricognizione, perchè la missione viene svolta da specifici pod digitali collegati via data-link in tempo reale a chiunque ne abbia bisogno (Reccelite)

 

10 gruppi per la difesa aerea, 120 aerei + scorte: ma per difendersi da chi ? Quali sono gli stati limitrofi che - oggi - avrebbero la possibilità (tecnica) di tentare di scontrarsi contro i nostri Typhoon (pre-allertati dalla nostra catena radar ACCS, catena ISR, sistemi satellitari nazionali e NATO, ecc.)

Non l'Austria (12 Typhoon ma nella versione solo da difesa aerea)

Non la Slovenia (che non ha caccia)

Non la Tunisia

Non (più) la Libia

Non la Croazia (che non ha caccia)

Non la Albania (non ha caccia)

Non la Serbia (qualche Mig-29 farebbe una brutta fine...)

 

Gli unici stati aventi una qualche capacità tecnica (con numeri di caccia variabile tra qualche unità e qualche decina) sarebbero Algeria, Marocco ed Egitto: comunque tutti stati amici, attualmente.

 

Quindi 96 Typhoon distribuiti (come ieri ufficializzato) tra Grosseto, Gioia del Colle e Trapani, sono una difesa aerea ai primissimi livelli mondiali che l'Italia non aveva mai potuto prima schierare, nella sua storia.

 

Per l'attacco avremo 60+30 F.35 che rappresentano il top a livello mondiale, non solo nel settore aerotattico, avendo comunque delle capacità anti-aeree che non possono definirsi secondarie (trasporta l'AMRAAM ed avrà il Meteor: armamento identico al Typhoon !!!: quando mai i Tornado o gli AMX hanno avuto gli Aspide ? solo per fare un confronto)

Anche qui, se il programma F-35 andrà effettivamente così in porto, l'Italia potrà schierare una prima linea di ben 96 Typhoon e 90 F-35, numericamente, terza in Europa (dopo UK e F) ma sicuramente con un livello qualitativo e capacitivo, confrontato alle altre nazioni, che mai nella storia italica era stato raggiunto.

 

Il tutto considerando la crisi economica che stiamo attraversando e, pertanto, l'impossibilità di fare vali pindarici...

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