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F-35 Lightning II - Discussione Ufficiale


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se a quel pazzo di gheddafi verrebbe in mente di lanciare qualcuno dei suoi aerei armati di bombe direi che potrebbe, l'efficacia di un attacco del genere è comunque tutta da verificare (anzi a dir poco nulla se ci sono degli harrier armati in volo e se i radaristi non stanno dormendo). in ogni caso i nostri harrier av8b+ sono perfettamente in grado di svolgere missioni di difesa aerea essendo dotati dello stesso radar dell'f18 (l'apg-65) ed essendo armati di missili amraam e aim 9.

Modificato da meason
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se a quel pazzo di gheddafi verrebbe in mente di lanciare qualcuno dei suoi aerei armati di bombe direi che potrebbe, l'efficacia di un attacco del genere è comunque tutta da verificare (anzi a dir poco nulla se ci sono degli harrier armati in volo e se i radaristi non stanno dormendo). in ogni caso i nostri harrier av8b+ sono perfettamente in grado di svolgere missioni di difesa aerea essendo dotati dello stesso radar dell'f18 (l'apg-65) ed essendo armati di missili amraam e aim 9.

 

 

Diciamo che gli harrier non son granchè a fare difesa aerea, anche se potrebbero esser sufficenti a tener testa a quattro beduini volanti più che altro per l'addestramento.

Certo se i libici avessero piloti e dottrina decente surclasserebbero i nostri aerei anche con i loro vecchi mirage.

In ogni caso non è previsto l'utilizzo della nostra marina da sola in aree ad alto rischio, anche nella sirte lavoriamo spalla-spalla con gli americani che hanno lì due CVN a garantire contro qualunque minaccia.

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Infatti, è meglio essere cauti quando si parla di attacchi aerei contro una formazione navale. Se si tratta di attacchi isolati e scoordinati, un gruppo navale protetto dagli Harrier può respingerli. Se l'attacco è portato da un numero considerevole di aerei, le cose possono prendere una piega diversa.

Per garantire una protezione aerea 24/h è necessario organizzare le missioni di difesa aerea secondo schemi che tengano conto della necessità di assicurare la manutenzione dei velivoli, e considerato che i velivoli disponibili non sono poi tanti, è ragionevole ipotizzare che solo due caccia per turno possano essere in volo, più uno o due caccia pronti al decollo.

Gli inglesi alle Falkland se la videro piuttosto brutta, con i loro Harrier contro i Mirage e gli Skyhawk argentini, alcune navi andarono perdute e altre si salvarono miracolosamente, nonostante il fatto che i velivoli argentini dovettero operare al limite della loro autonomia e i loro comandi scelsero una strategia penosa (gli attacchi erano effettuati da pochi velivoli e non erano coordinati).

 

In questo caso gioca a nostro favore il pessimo livello di operatività dei mezzi aerei libici (gran parte di essi sono inefficienti e i piloti spesso sono mercenari di dubbia preparazione) e quindi la minaccia non è particolarmente grave, tuttavia non c'è da dormire troppo tranquilli.

Se si dovesse arrivare a un intervento militare sarebbe meglio pianificare un attacco preventivo o comunque operare nell'ambito di una no-fly zone imposta dai caccia delle portaerei americane.

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mi scuso se ho fatto divagare il discorso ma ritenevo che fare un esempio concreto su di un aspetto politico militare aiutasse la discussione in merito ad un velivolo specifico - l'F35 b - e alle sue potenzialità effettive.

 

come evidenziato da gianni 05 concretamente - con la cavour e forse con la garibaldi - l'f35 b che noi vorremmo acquistare che tipo di garanzia di sicurezza potrebbe fornire alla flotta schierata?

 

e contro quale tipo di minaccia? contro aerei isolati o in piccoli gruppi avremmo bisogno di quanti mezzi? che numero massimo di velivoli nemici potremmo affrontare? con quali modalità di intervento?

 

il tutto non in un ottica di guerra "simulata" o per puro spirito ludico ma solo ed esclusivamente al fine di capire se la scelta effettuata dall'AMI - su numeri, qualità e impiego operativo del mezzo - è giusta o sbagliata.

 

il riferimento in merito all'intervento in concorso con altre marine non mi pare pertinente: io vorrei capire che ambiti di manovra autonoma ha l'italia; non che pensi ad una nuova "grandeur" della nostra nazione ma guardo solo all'incertezza che il futuro ha in sé.

 

il tutto, ribadisco, al solo fine di capire quella macchina - l'F35 b - cosa ci consentirebbe di fare.

 

se ho sbagliato mi scuso nuovamente e non riaprirò più il discorso.

 

grazie.

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Sicuramente l'F-35 le capacità della flotta aumenterebbero, ma i limiti numerici che ridurrebbero al massimo ad una CAP di 2 aerei + 8 aerei pronti al decollo (se il grupaer riuscirà a mantenere il suo eccezionale tasso di operatività anche con il nuovo velivolo) rendono comunque una nostra squadra navale incapace di sopravvivere in tranquillità nel caso la minaccia fosse medio-alta.

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il tutto non in un ottica di guerra "simulata" o per puro spirito ludico ma solo ed esclusivamente al fine di capire se la scelta effettuata dall'AMI - su numeri, qualità e impiego operativo del mezzo - è giusta o sbagliata.

 

Più che altro è coerente con le aspirazioni e disponibilità economiche. L'Italia non si è mai avventurata in soluzioni militari unilaterali dal '42 in poi. Di certo Cavour+F35 è (sarebbe) un importantissimo assetto anche per la Nato.

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Le aspirazioni vanno di pari passo con le possibilità economiche. La Francia ha un PIL poco superiore al nostro, e molto inferiore a quello di Germania e Giappone, eppure ha aspirazioni, e armamenti, molto costosi, dove li trovano i soldi? E questione politica quindi.

Modificato da Gabriele
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Le aspirazioni vanno di pari passo con le possibilità economiche. La Francia ha un PIL poco superiore al nostro, e molto inferiore a quello di Germania e Giappone, eppure ha aspirazioni, e armamenti, molto costosi, dove li trovano i soldi? E questione politica quindi.

 

 

E' questione di interessi, la francia ha un ex-impero coloniale e interessi internazionali maggiori, senza contare che fino a ieri non era nella NATO e ha un seggio permanente in consiglio di sicurezza, e i francesi supportano una politica di (falsa imho) grandeur.

In Italia chi sarebbe disposto a spendere più del 2% del PIL nella difesa? Nessun politico dell'arco costituzionale a naso, e per fortuna a mio parere.

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Vola secondo F-35A di serie

 

Il secondo F-35A di serie ha effettuato il primo volo venerdì 4 marzo, portando a 13 il totale dei Joint Strike Fighter. Lo annuncia Lockheed Martin. L’esemplare AF-7 è il secondo ed ultimo del piccolissimo lotto Low Rate Initial Production (LRIP) 1 e segue di una settimana il volo dell’AF-6. Il programma ha totalizzato 683 voli dal dicembre 2006.

 

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Fonti: Dedalonews, Lokeed Martin

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Le aspirazioni vanno di pari passo con le possibilità economiche. La Francia ha un PIL poco superiore al nostro, e molto inferiore a quello di Germania e Giappone, eppure ha aspirazioni, e armamenti, molto costosi, dove li trovano i soldi? E questione politica quindi.

 

La Francia ha sempre avuto (quindi ha costantemente potuto contarci per decenni) un bilancio per la funzione difesa di molto superiore a quello italiano. Il rapporto Funzione Difesa/PIL, è pari allo 0,914%

(infatti quasi 0,4% va all'arma dei carabinieri che non ha funzioni militari ma funzione sicurezza civile, altra anomalia italiana).

 

 

http://www.fondazioneicsa.it/UserFiles/File/Difesa%20Italia%202010(1)(1).pdf

 

Dati 2010

 

Italia

1,3 (reale 0,91) (per onestà sono da aggiungere i fondi MSE che comunque non fanno neppure avvicinare la Francia, semmai la Spagna, e comunque anche gl'altri paesi europei beneficiano di fondi "extra" come hanno fatto proprio i francesi con le Mistral)

Gran Bretagna

2,0

Francia

1,6

Germania

1,3

Spagna

1,2

Olanda

1,8

Canada

1,3

USA

4,0

Modificato da Alpino_sommerso
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Quindi siamo già alla produzione di serie? l'esemplare in foto sarà destinato ad un reparto operativo o lo useranno per test e roba simile?

 

In ogno caso il nostro bilancio per la difesa è ignominoso. Non abbiamo bisogno del 10% di israele ( non siamo sempre in guerra grazie a Dio) o dela corea del nord(non siamo mica pazzi; anche se ho letto su wiki che i loro piloti fanno 7 h di volo l'anno, cristo noi i soldi li spendiamo meglio, ma che diavolo fanno in 7 ore poi? portano fuori le fidanzate?) bisognerebbe arrivare ad un onesto 2% per pensare di contare qualcosa sul piano internazionale, così non riusciamo neanche a farci valere con la libia e siamo la nazione con i maggiori interessi in gioco....bah!

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Lo so bene alpino, appunto ti parlavo di volontà politica. Non è questione di denaro, perché i francesi non sono così più ricchi di noi, abbiamo la stessa popolazione all'incirca (loro sono un po' di più, ma hanno molti più maghrebini poveri che contribuiscono poco alla formazione del pil), ed un pil pro capite simile. Solo che loro evidentemente spendono meno per qualcos'altro e ritengono sia meglio spendere per la difesa.

Noi non abbiamo bisogno di mantenere una marina di tipo oceanico, e una forza nucleare, entrambe molto costose, con gli stessi fondi potremmo essere ad un livello qualitativamente molto superiore nelle forze terrestre, aeree, e per quanto riguarda le unità di marina escluse portaerei e sommergibili nucleari. Ma invece c'è la volontà politica di essere inferiore in tutto, forse per non solleticare qualche volontà di potenza, peraltro ampiamente frustrate nell'italiano medio, che semmai le irride e certo non le appoggia.

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Mi sembra normale, l'italiano medio vuole arrivare decentemente a fine del mese dopo aver pagato il mutuo, non pagare ancora più tasse per le velleità di potenza di qualche piccolo napoleone.

Il bilancio della difesa è già più che congruo, basterebbe semplicemente applicare un modello ben dimensionato ed efficente al tutto.

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Mi sembra normale, l'italiano medio vuole arrivare decentemente a fine del mese dopo aver pagato il mutuo, non pagare ancora più tasse per le velleità di potenza di qualche piccolo napoleone.

Il bilancio della difesa è già più che congruo, basterebbe semplicemente applicare un modello ben dimensionato ed efficente al tutto.

 

Ma l'Italiano medio non pagherebbe più tasse...il riccone al max(intendo chi guadagna più di 1000000€ l'anno), inoltre un maggiore bilancio della difesa sarebbe anche un beneficio per l'industria nazionale favorendo l'occupazione e quindi sarebbero parecchi i soldi che tornerebbero allo stato.

 

Ma proprio non volendo aumentare le tasse...aboliamo gli sprechi, il numero eccessivo di forze dell'ordine, i privilegi del Vaticano, i finanziamenti pubblici alle scuole private e vedresti come esce un bilancio della difesa decente e anche altre cose....

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Ma l'Italiano medio non pagherebbe più tasse...il riccone al max(intendo chi guadagna più di 1000000€ l'anno), inoltre un maggiore bilancio della difesa sarebbe anche un beneficio per l'industria nazionale favorendo l'occupazione e quindi sarebbero parecchi i soldi che tornerebbero allo stato.

 

Ripasso di economia è gradito, ma anche uno di buon senso nel mondo reale basterebbe.

 

Ma proprio non volendo aumentare le tasse...aboliamo gli sprechi, il numero eccessivo di forze dell'ordine, i privilegi del Vaticano, i finanziamenti pubblici alle scuole private e vedresti come esce un bilancio della difesa decente e anche altre cose....

 

Abolire gli sprechi, al di la delle proposte demagogiche, sarebbe il minimo, ma penso che il paese abbia problemi più impellenti dei cannoni per il duce.

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In Italia abbiamo la tassazione proporzionale proprio per non far pesare le tasse su chi soffrirebbe di più. Basterebbe introdurre un bel po di aliquote per fasce di reddito tipo 6 o 7...in modo da non andare a pescare nelle "tasche degli Italiani"

 

È risaputo che in tempo di crisi si finanzia l'industria nazionale, lo teorizzò il grande Keyness e lo fece anche Roosvelt(il miglior presidente USA per la politica interna per quanto mi riguarda). In EU la spesa militare è l'unica che è finanziabile dallo stato, il resto no per non violare i principi di libertà di concorrenza.

 

Non dimentichiamo inoltre che avere forze armate efficienti è importante e lo sarà sempre di più con l'instabilità che si profila...

 

Piuttosto tagliamo le eccessive forze dell'ordine Italiane(basterebbe 100000 agenti in tutto)

 

Scusa Vorthex stavo scrivendo quando hai risposto, cancelleresti questa riga e sposteresti in Bilanci grazie :)

Modificato da Me262-77
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10 Marzo 2011 - 10:05 am

 

USA: Marines, non ci sono alternative al JSF

 

«Se perdiamo l’F-35B, non c’è un Piano B per velivoli ad ala fissa sulla navi da sbarco a ponte lungo». È uno dei passaggi cruciali dell’audizione in commissione forze armate del senato americano del generale James Amos, comandante generale del corpo dei Marines, sul programma Joint Strike Fighter. «Andiamo in giro, ci sporchiamo, voliamo in posti dove usiamo campi non preparati», ha spiegato Amos, ribadendo che l’eventuale cancellazione della versione a decollo corto e atterraggio verticale dell’F-35B penalizzerebbe le capacità dei Marines e - di riflesso - degli Stati Uniti di proiettare potenza. Per questo Amos ha detto di sperare che il programma JSF possa progredire abbastanza da superare il periodo di "libertà vigilata " ben prima del termine di due anni annunciato in febbraio dal segretario alla Difesa Robert Gates. Lo scenario evocato da Amos in caso di cancellazione della versione B potrebbe applicarsi anche all’Italia, che come i Marines prevede di sostituire gli attuali Harrier II+ con gli F-35B, gli aerei più grandi in grado di operare sulla portaerei Cavour.

 

 

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A proposito di F-35. Una rivista aeronautica svizzera riferisce di una discussione fra specialisti in materia. Dell'apparecchio statunitense si dice dei ripensamenti in fatto di acquisti, dei danni strutturali dopo 1'500 ore , delle dimensioni del propulsore (troppo grande) che non ci sta sui "Greyhounds" della Navy. Poi, per la prima fornitura alla RAAF, l'Australia pagherà una cifra pari a 168 mio di EUR al pezzo, per l'esercizio (30 anni) dell ' intera flotta di 100 aerei la spesa prevista sarà di circa 15 mia di EUR. Gli olandesi si apprestano a pagare un maggior costo di 1,4 mia di EUR. Costi che sfuggono ai progettisti e ai governi. Brutto affare in momenti in cui le priorità sono, obiettivamente, ben altri.

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Leggete notizia di casa nostra:

 

19:37 - lunedì

 

Mozione sull'acquisto aerei F-35 JSF da parte dell'Italia

 

Roma, Italia - Presentata dall'onorevole Augusto Di Stanilao (IdV)(WAPA) -

"La Camera, premesso che, il Governo ha chiesto e ottenuto, ormai molti mesi fa, un parere favorevole dal Parlamento, in poco tempo e senza praticamente dibattito, per l'acquisto di 131 aerei cacciabombardieri Joint Strike Fighter (JSF) F-35 che potrebbero impegnare il nostro Paese fino al 2026; dal maggio 2009 è attiva una campagna di pressione 'Caccia al caccia! Diciamo NO agli F-35' lanciata da Sbilanciamoci! e da Rete italiana per il disarmo affinché il Governo italiano rinunci all'acquisto di queste armi e usi in maniera migliore per la popolazione gli oltre 17 miliardi di Euro di spesa previsti (e in crescita secondo le ultime stime);

 

questa mobilitazione vede anche il sostegno di Unimondo.org e del progetto 'Science or Peace'. Nel dicembre 2009 la campagna ha già consegnato simbolicamente al Governo le firme allora raccolte. Sono poi 156 le organizzazioni di diversa natura ad aver aderito all'appello;

 

il 24 novembre 2010, durante il convegno 'Volano gli aerei o i costi?' organizzato da Sbilanciamoci! e Rete italiana per il disarmo per la prima volta il Ministero della difesa, attraverso il competente Sottosegretario, ammette ufficialmente che sono sorti dei dubbi sull'acquisto di tutti i caccia previsti; inizialmente, la Lockheed Martin rende note le prime cifre con cui sarebbero venduti agli Usa i primi 30 aerei attualmente in linea di montaggio;

 

il costo complessivo supererebbe i 5 miliardi di dollari, comprendenti eventuali integrazioni successive di sistemi avionici e d'arma, ma esclusi i propulsori (i motori);

 

ciò porterebbe il costo medio per singolo esemplare intorno ai 170 milioni di dollari, senza i propulsori. Il 79 per cento in più rispetto al costo unitario di 94,8 milioni di dollari calcolato nel giugno 2006 dal Centro ricerche del Congresso Usa e il 174 per cento in più rispetto al costo iniziale di 62 milioni di dollari previsto dalla Lockheed Martin;

 

ai costi attuali l'acquisto dei 131 aerei F-35/JSF comporterebbe per l'Italia una spesa di oltre 17 miliardi di Euro, a cui bisognerebbe aggiungere i costi dei propulsori. Il costo unitario stimato per un motore Pratt F135 (a inizio 2010) è di 7,3 milioni di dollari (il 52 per cento in più del costo iniziale). Calcolando la cifra in euro e moltiplicandola per il numero degli aerei in acquisto con i soldi dei contribuenti italiani, si aggiungono ulteriori 735 milioni di Euro;

 

la spesa prevista a oggi per l'acquisto degli F-35 ha, quindi, raggiunto circa diciotto miliardi di euro ai quali si devono aggiungere i fondi già spesi (1 miliardo e 456 milioni di euro), quelli stanziati per il 2011 (472 milioni di euro) e quelli che ancora dovranno essere spesi per lo sviluppo, la progettazione e l'industrializzazione del programma, compresa la predisposizione tecnico-logistica (di una linea per la produzione di parti (le semiali) e per l'assemblaggio solo dei velivoli che saranno comprati dall'Italia;

 

da diverse fonti giornalistiche emerge che alcuni esponenti del governo Usa hanno fatto 'Trapelare' un quadro sicuramente non positivo del programma JSF, nonostante sia il più costoso investimento in campo militare della storia (382 miliardi di dollari per il suo sviluppo), lasciando prevedere la possibilità di altri tre anni di ritardo. Ciò significa che la fase di sviluppo e progettazione, invece di terminare nel 2012, terminerà presumibilmente nel 2015, con conseguente riflesso anche sull'avvio della produzione standardizzata a Cameri prevista nel 2013;

 

l'avvio della produzione delle semiali all'inizio del 2013, e dell'aereo completo nel 2014, è destinato quindi a essere differito nel tempo, così come le attese occupazionali (i 1816 addetti suddivisi in due turni, distribuiti su sei giorni la settimana) dichiarate dal Sottosegretario alla difesa;

 

a distanza di quattro anni l'attuale sotto-segretario, Giuseppe Cossiga, con deleghe al procurement degli armamenti e al settore tecnico-industriale della difesa ha dovuto ammettere in un'intervista che, nonostante l'ingente investimento di risorse per gli F-35, in conseguenza della chiusura della linea Eurofighter, ci saranno in Italia 3 mila occupati in meno nel settore militare dell'industria aerospaziale;

 

inoltre, a fianco degli hangar in cui già oggi i Tornado e gli Eurofighter Typhoon vengono risistemati, dopo incidenti in volo o eventuali problematiche maggiori, un investimento cospicuo di soldi pubblici creerà una nuova struttura che fino al 2026 dovrebbe vedere la costruzione di diverse decine di F-35, a completamento del programma (partito ancora negli anni '90 con le prime fasi di sviluppo) per il quale molti fondi sono stati spesi;

 

l'Italia ha già contribuito con circa un miliardo di Euro in questi ultimi 15 anni, ma l'ultimo stanziamento in ordine di tempo è stato previsto con la legge di stabilità approvata a dicembre 2010: 795,6 milioni di Euro per la costruzione di questo nuovo impianto. Fino allo scorso anno l'onere previsto era di poco superiore ai 600 milioni di Euro, mentre dopo soli 20 mesi la cifra è lievitata di quasi 200 milioni;

 

in questi mesi si è letto che la crisi finanziaria che imperversa in tutta l'Europa ha portato i vari Governi a tagliare le spese militari; la difesa inglese, in particolare, ha rinunciato alla versione più costosa del caccia multiruolo F-35B [variante a decollo corto o verticale e atterraggio verticale (Stovl)] dal costo di 120 milioni di dollari per quella meno costosa, l'F-35C, con una riduzione dei costi generali del 25 per cento. Anche la Francia e la Germania hanno annunciato una diminuzione delle spese militari di 3,5 miliardi di euro; il Canada ha rimandato la decisione relativa all'acquisto di 15 F-35 al 2013, così come la Danimarca (rinvio al 2014); l'Olanda ha rinunciato all'acquisto (manterrà 2 prototipi) a favore di un aggiornamento degli F-16; Israele ne riceverà 20, ma l'acquisto degli aerei sarà coperto dagli aiuti che Israele riceverà dagli Stati Uniti per la sua difesa: tre miliardi di dollari ogni anno per il prossimo decennio;

 

il ministero della Difesa italiano non solo non intende tagliare il numero degli F-35, ma sembra che manterrà anche la versione B che gli inglesi stessi hanno abbandonato per l'elevato costo;

 

in uno scenario di tagli di fondi a 360° è evidente che le spese militari non vedono la riduzione di un solo euro, ma prevedono un aumento considerevole di risorse. Si va dall'acqua in cui sibileranno i siluri per i sommergibili U-212 e navigherà una nuova unità militare di appoggio (87 milioni di Euro pagati a Wass e 125 milioni di Euro per Fincantieri rispettivamente), alla terra su cui si stenderà la nuova rete informatica militare DII (236 milioni a vantaggio di Elsag Datamat), 271 nuovi mortai (22,3 milioni di spesa), nuovi elicotteri prodotti da AgustaWestland, mentre nuovi sistemi di puntamento (Ots della Selex Galileo) e nuovi missili anticarro Spike verranno montati sugli A-129 Mangusta, gli stessi di stanza in Afghanistan. Il costo di quest'ultima fornitura è di 200 milioni di Euro. Una spesa complessiva di circa 950 milioni di Euro nei prossimi anni a cui sembra si colleghi l'acquisto dei primi 10 elicotteri AW-139 e di 12 macchine pesanti, modello AW-101, per circa un miliardo di Euro di spesa. Elicotteri acquisiti in versione combattimento e salvataggio per sostituire entro il 2014 quelli oggi in servizio;

 

sono tutte risorse che saranno sottratte ad altri comparti economici, magari in difficoltà e che non trovano necessità e urgenza di essere investite per queste armi;

 

a partire già da quest'anno, il mercato europeo della difesa cesserà di essere solo un auspicabile obiettivo per cominciare a diventare una realtà concreta;

 

va tenuto conto, inoltre, che le regole attualmente utilizzate nel mercato italiano della difesa sono destinate a essere radicalmente modificate nel quadro del processo di integrazione europea e uno degli obiettivi primari sarà quello di migliorare il controllo parlamentare sulle decisioni del Governo relativamente ai nuovi programmi di equipaggiamento delle Forze armate, oltre al superamento della frammentazione del mercato europeo della difesa che rappresenta un limite sia per lo sviluppo delle capacità tecnologiche e industriali europee, sia per la competizione con i grandi gruppi americani sul mercato internazionale;

 

è da tempo che il Governo sulla ridefinizione del modello di difesa annuncia grandi cambiamenti, ma manca anche solo una proiezione di come nei prossimi dieci anni l'Italia intenderà approntare un proprio sistema di difesa e con quali strategie, sistema che dovrebbe essere ispirato a criteri coerenti, definiti e dovrebbe essere frutto di un'accurata analisi in ordine alla compatibilità delle risorse impiegate rispetto agli obiettivi da perseguire;

 

nonostante gli impegni assunti, per l'elaborazione della proposta di un nuovo modello di difesa è stata insediata un'apposita Commissione di alta consulenza e studio che ha da tempo concluso i suoi lavori a seguito dei quali non risulta essere stata elaborata e presentata la relazione finale,

 

impegna il Governo:

 

a sospendere la prosecuzione del programma per la realizzazione e acquisto dei cacciabombardieri Joint Strike Fighter (JSF) F-35;

 

a procedere, in tempi brevi, alla ridefinizione complessiva del sistema di difesa e sicurezza nazionale, ad adeguare il quadro normativo in materia e a colmare le carenze nel settore difesa, per evitare che l'Italia sia fra gli ultimi Paesi a recepire nell'ordinamento le decisioni assunte a livello europeo". (1-00577)

 

Di Stanislao, Donadi, Evangelisti, Borghesi, Leoluca Orlando. (Avionews)

 

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impegna il Governo:

 

a sospendere la prosecuzione del programma per la realizzazione e acquisto dei cacciabombardieri Joint Strike Fighter (JSF) F-35;

 

Ci siamo bevuti il cervello?

 

Scusate la risposta secca e per nulla argomentata, ma seriamente, merita qualcosa di più di un no comment?

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