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Effetti della Brexit sul settore aeronautico civile inglese


zander

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Altro colpo di scena al parlamento britannico.

Lo speaker della camera ha annunciato che il governo non potrà presentare per la terza volta la proposta di voto sullo stesso accordo sottoscritto con l'UE già bocciato pesantemente per 2 volte, facendo valere una procedura parlamentare utilizzata l'ultima volta 99 anni fa. Saltano quindi i piani del governo. A 11 giorni dal 29 marzo, che cosa farà il governo? Andrà verso una Brexit senza accordo, farà saltare la Brexit, chiederà di votare la proposta laburista (ovvero la permanenza nell'unione doganale) che risulta molto più digeribile all'UE di quella del partito conservatore, oppure riuscirà a modificare in poco tempo l'accordo? In teoria il governo ha tempo fino a mercoledì (2 giorni) per rivedere l'accordo.

Ricordo che l'UE ha ribadito più volte che non intende modificare un accordo che è il frutto di quasi 2 anni di lavoro, se non per chiarire articoli e postille.

E ora, come uscirà il governo dalla più grave crisi politica degli ultimi decenni?

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2019/03/18/brexit-non-ce-svolta-il-voto-slitta_cdf2cc26-84da-47b5-ad52-92936d86e166.html

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/03/18/brexit-lo-speaker-della-camera-vieta-il-terzo-voto-sullaccordo-bocciato-ue-pronta-a-valutare-rinvio-fino-al-29-marzo/5046311/

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La prima ministra May ha incontrato a Bruxelles la commissione europea per concordare un possibile spostamento dell'uscita dalla UE al 22 maggio, il giorno antecedente le elezioni del parlamento europeo (23-26 maggio). Il ritardo però è vincolato ad un terzo voto parlamentare (lo stesso già bocciato per ben 2 volte e rifiutato dallo speaker della House of Commons) dell'accordo sottoscritto a novembre con l'UE. In caso di bocciatura, la commissione ha concesso un'estensione dell'articolo 50 fino al 12 aprile in vista di una Brexit senza accordo, per concedere tempo alla Gran Bretgna di decidere come procedere, eventualmente anche con la revoca dell'articolo 50. La commissione in realtà spera o in un nuovo referendum o in elezioni generali.

https://www.repubblica.it/esteri/2019/03/22/news/brexit_l_ultima_chance_di_theresa_may-222199974/

https://www.repubblica.it/esteri/2019/03/22/news/brexit_tusk_tutte_le_opzioni_aperte_per_londra_fino_al_12_aprile_may_lasceremo_l_ue_-222198261/


Nel frattempo i giornalisti del Guardian hanno messo gli occhi su documenti governativi riservati che descrivono i piani del governo nel caso di No Deal. Ne risulta una previsione fosca, confusa se non drammatica e che il paese non pare pronto ad affrontare uno scenario di Brexit senza accordo.

Il Ministero della Difesa ha allestito un bunker sotterraneo nella sede di Whitehall per coordinare ogni risposta militare alla Brexit.

Le principali criticità sono quelle che ho descritto nei mesi scorsi: carenza di cibo fresco, medicinali, energia, trasporti limitati, emergenze sanitarie, ecc.

Il governo ha predisposto manuali operativi per comando, controllo e coordinamento da Whitehall per ogni tipo di problema che possa insorgere.

La fase critica prevede che il centro di controllo lavorerà a tempo pieno dalle 12 alle 24 settimane.

La risposta alle emergenze e alle crisi di ogni genere sarà assegnata al European Union exit and trade (preparedness) subcommittee e prenderà decisioni radicali, come ordinare, sbarazzarsi di regolamenti, mobilitare i militari e ordinare misure di emergenza.

Diverse opinioni sostengono che la pianificazione sia troppo scarsa e fatta troppo tardi.

https://www.theguardian.com/politics/2019/mar/22/secret-cabinet-office-document-reveals-chaotic-planning-for-no-deal-brexit

 

Una buona notizia. Un grosso distributore ha predisposto scorte di un'importante risorsa:
https://www.theguardian.com/politics/2019/mar/21/uk-biggest-toilet-roll-supplier-wepa-stockpiling-no-deal-brexit-avoid-customs-delays


Ora che la data finale si sta avvicinando e che si possono trarre le prime conclusioni, alcuni politici europei si sono espressi sul comportamento britannico: patetici, incoerenti, caotici.
La reputazione della diplomazia britannica, il suo pragmatismo e autocontrollo, un tempo riconosciuti unanimamente, sono ormai un lontano ricordo, dicono dall'UE.

I politici britannici appaiono ai colleghi europei su un altro pianeta, incapaci di vedere le infinite complicazioni della Brexit.

Nathalie Loiseau, ministra francese agli affari europei, ha detto: “ mi ricordano il miagolio del gatto quando vuole uscire all'aperto. Quando apro la porta, si siede indeciso. Poi mi guarda male quando lo caccio fuori.”

Il senatore francese André Gattolin ha affermato che al giorno d'oggi è patetico osservare Westminster e i parlamentari britannici che ragionano senza alcun aggancio con la realtà.

Il ceco Tomáš Prouza ricorda che ancor prima del referendum del 2016, si avvide dell'impreparazione di David Cameron e della sua ignoranza sul funzionamento dell'UE e dei suoi trattati. Poi Prouza ha continuato: "Il diritto ... prima era tutto. Poi, ... "siamo nel Regno Unito, siamo grandi. Avete bisogno di noi per gli affari, in termini di sicurezza, esportate così tanto sul mercato britannico." Il risultato? Abbiamo sempre considerato la Gran Bretagna come un esempio di come un paese potrebbe essere idealmente gestito. Tutto ciò che è andato in fiamme."

Bobby McDonagh, un passato da ambasciatore irlandese a Londra, ha affermato che molti connazionali guardano alla Brexit come a un gran pezzo di televisione, ma non divertente. I politici irlandesi ancora non si capacitano di quello che accade a Londra. McDonagh sostiene che il venerabile passato di Westminster forse ha giocato un brutto scherzo. La sua storia e la tradizione hanno autogiustificato un senso importanza eccessivo. La Brexit ha acceso un revival Churchilliano non giustificato: non è un caso che nel 2017 siano usciti sui grandi schermi film come "Churchill" e "Dunkirk". Il mondo è cambiato ma i Brexiteers sono ancorati ai retaggi dell'impero e ritengono che sarà l'UE a patire dell'uscita britannica.

Il belga Geert Bourgeois accusa i britannici di mancanza di una leadership politica responsabile e negativo è anche il giudizio di Marcin Święcicki, in passato sindaco di Varsavia e oggi parlamentare polacco.

Complessivamente il giudizio è che la reputazione e la capacità diplomatica britannica siano drasticamente diminuite e che in futuro l'influenza diplomatica britannica nel mondo sarà oltremodo ridimensionata.

https://www.theguardian.com/politics/2019/mar/20/pathetic-incoherent-chaotic-europes-verdict-on-brexit-shambles

 

Se tutto ciò si verificherà, per l'Italia avrà ancor senso  associarsi ai britannici per costruire progetti militari come il Tempest, nel caso di Brexit senza accordo?

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Mentre a Londra va avanti la drammatica crisi politica (domani è il 29 marzo!!), un interessante intervista al direttore dell'ASI affronta un aspetto che ho citato nel post del 4 marzo di questo thread.

Il 4/3/2019 in 22:51 , zander ha scritto:

ESA e UE sono 2 enti diversi, dove l'UE contribuisce al primo. Ma negli ultimi anni l'influenza dell'UE nell'ESA è aumentata notevolmente: l'UE non solo finanzia Galileo, ma anche il sistema di osservazione della Terra Copernicus/Sentinel. Inoltre l'ESA e l'UE si stanno allineando sempre di più, con Bruxelles che è diventata la contribuente più importante, con €1.25 miliardi su un budget totale di 5.72 miliardi. L'UE usa l'ESA come suo agente tecnico e di procurement

Molti opinionisti credono che la crescente influenza dell'UE nell'ESA condurrà a tensioni, che termineranno solo quando la Gran Bretagna lascerà l'ESA. 

https://www.bbc.co.uk/news/science-environment-47440551

Qui avevo scritto che in futuro è prevista una maggiore sinergia tra UE ed ESA, e che quest'ultima potrebbe diventare braccio operativo dell'UE nel settore spaziale. L'articolo di Formiche.net sembra confermare questa visione.

Quote

Poi, c’è il capitolo relativo al rapporto tra Esa e Unione europea. L’assetto attuale, ha ricordato Benvenuti, prevede che la prima faccia “ricerca scientifica e programmi di sviluppo scientifico-tecnologico, anche con prototipi e sviluppi; quando poi diventano operativi, passano di mano e vengono assegnati al finanziamento dell’Ue”. Eppure, “tale divisione dei compiti è in discussione da parte dell’attuale gestione dell’ESA”. Con Woerner, ha spiegato il commissario, “ci siamo scontrati, poiché in qualche occasione si esprime come se le attività dell’UE fossero a detrimento dell’ESA”. L’Italia, ha aggiunto Benvenuti, “non la pensa così”, tanto da aver presentato già lo scorso dicembre una proposta per creare un direttorato ESA che si occupi dei rapporti con l’Unione, opzione non accolta seppur condivisa da altri membri nei principi: “Mantenere il rapporto in maniera chiara, distinta ma cooperativa”. D’altra parte, “ci sono in ballo investimenti ingenti che l’UE metterà a bilancio per il prossimo periodo”, pari a quasi 17 miliardi di euro per il quadro 2021-2027.

https://formiche.net/2019/03/italia-spazio-europa-cina-benvenuti/

Quindi l'UE preme per prendere le redini del coordinamento delle attività spaziali, mentre le agenzie spaziali cercano di preservare la loro autonomia. Bisognerà aspettare per vedere come prenderà forma questa cooperazione e se, in caso di No Deal Brexit, veramente potrà portare a contrasti così accentuati con la Gran Bretagna tali da provocare un doloroso divorzio.

Tornando alla Brexit, domenica scorsa, il presidente francese Macron aveva affermato che prima del colloquio a Strasburgo con Miss May, pensava che l'accordo del governo inglese sul Withdrawal Agreement avesse una possibilità del 10% di successo. Dopo il colloquio, la sua speranza di successo era scesa al 5%.

Le cronache londinesi di questi giorni, il parlamento che prende l'iniziativa di votare 8 possibili forme di rapporto con l'UE, la disponibilità di Miss May alle dimissioni in cambio dell'approvazione dell'accordo, la grande manifestazione di sabato contro la Brexit, sono un diario della follia.

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Miss May è a Bruxelles per cercare di strappare un prolungamento breve della permanenza della Gran Bretagna nell'UE fino al 30 giugno. Pare che Bruxelles, dietro pressioni francesi, abbia bocciato la proposta e che abbia contro proposto una permanenza flessibile fino a un anno, con la promessa che la Gran Bretagna potrà uscire anticipatamente se troverà un accordo.

Sono giorni difficili per la prima ministra in quanto è poco supportata dal suo partito e quindi per poter andare avanti sta trattando con l'acerrimo rivale Jeremy Courbin, il labourista rosso che sta spingendo per una Gran Bretagna fuori dall'UE ma nell'unione doganale, opzione che però farebbe scoppiare definitivamente il partito conservatore.

Vedremo nei prossimi giorni. Comunque pare che la Gran Bretagna dovrebbe partecipare alle elezioni europee per il rinnovo del Parlamento Europeo.

https://www.bbc.co.uk/news/uk-politics-47874367

https://www.theguardian.com/politics/2019/apr/09/conditions-for-short-brexit-delay-have-not-been-met-says-berlin


Nel frattempo il gruppo Jaguar Land Rover ha deciso di farsi sentire chiudendo i suoi stabilimenti di Castle Bromwich, Solihull, Wolverhampton nel West Midlands e Halewood nel Merseyside per una settimana a causa delle incertezze sulla Brexit e per fare capire al governo cosa significhi non raggiungere un accordo con l'UE.

https://www.bbc.co.uk/news/uk-england-47845057


La Gran Bretagna rilascerà nei prossimi mesi, con un po' di ritardo sul calendario, un documento di programma sulla strategia spaziale del paese, anche a seguito dell'abbandono dell'UE.
Le priorità sono:

- lo sviluppo di un'orbita geostazionaria per le comunicazioni per rafforzare la costellazione Skynet degli Stati Uniti;
- il progetto del sostituto del programma Galileo con un programma nazionale.

Infine il Regno Unito sta esaminando i pregi di una costellazione in orbita terrestre bassa per una "varietà di potenziali usi". Va notato che anche il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sta dando priorità alla creazione e al lancio di una Terra bassa orbita costellazione. Dati stretti legami tra gli Stati Uniti e il Regno Unito in materia di difesa, compresa la condivisione dell'intelligence e le armi strategiche, è possibile che i due possano trovare un terreno comune su tale sistema.

https://www.defensenews.com/digital-show-dailies/space-symposium/2019/04/05/what-does-britain-have-in-the-works-for-its-upcoming-space-strategy/

 

Modificato da zander
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Il 10 aprile Gran Bretagna e Unione Europea hanno sottoscritto che la Gran Bretagna ritarderà l'uscita dall'UE al più tardi il 31 ottobre di quest'anno.

Alla fine l'UE è riuscita a convincere i più duri sostenitori del ritardo prolungato di un anno, come Macron, e Miss May ha accettato di ritardare dal 30 di giugno al 31 ottobre l'uscita. Una scelta salomonica. Se però riuscisse a raggiungere un'intesa parlamentare sul Withdrawal Agreement, la Gran Bretagna potrebbe uscire anche prima. In parallelo la Gran Bretagna si impegna a non bloccare o osteggiare processi di integrazione europea durante il periodo di interim.

Questo accordo però sottintende che la Gran Bretagna dovrà prepararsi alle elezioni del parlamento europeo del 26-29 maggio. Queste elezioni saranno un test importantissimo, e saranno sicuramente usate, anche se tutti smentiscono, per capire l'umore popolare e decidere come proseguire. Nigel Farage, il promotore della Brexit, aveva visto lungo già a fine 2018 quando aveva capito dove sarebbero finito il processo della Brexit e pertanto all'inizio dell'anno ha lanciato un nuovo partito per spingere ancora più forte sulla Brexit.

Sia ben chiaro tutto può ancora accadere: No Deal Brexit, Brexit con il Withdrawal Agreement, Brexit con un accordo diverso, revoca dell'articolo 50 e nessuna Brexit, nuovo referendum, elezioni generali, ecc. E' chiaro però che l'attuale governo non vuole uscire dall'UE se non dopo avere sottoscritto un accordo .

https://www.bbc.co.uk/news/uk-politics-46393399


Dopo l'accordo del 10 aprile, il governo inglese ha rimosso dai loro incarichi con effetto immediato tutte le 6000 persone designate per fronteggiare il worst case scenario di No Deal Brexit. Il governo ha scongiurato il pericolo di No Deal e le ha riassegnate ai precedenti incarichi, dopo però avere speso circa 1 miliardo e mezzo di sterline. Rimane ancora non chiaro il ruolo di 4500 funzionari assunti alo scopo ora che l'articolo 50 è stato esteso al 31 ottobre. Complessivamente 16000 funzionari pubblici hanno lavorato per la Brexit.

In Kent al porto di Dover, l'autorità locale ha revocato l'operazione Brock che avrebbe trasformato l'autostrada di accesso al porto in un enorme parcheggio all'aperto per camion e auto. Tempo poche settimane e saranno rimossi tutti le barriere di cemento che lì erano stati portati e nel frattempo i funzionari sono in via di riassegnazione.

In Francia, Irlanda, Belgio e Olanda, dove si temevano effetti analoghi, chissà cosa staranno facendo e chissà se qualcuno si chiederà chi deve pagare il conto di tutto questo bel teatrino...?

https://www.theguardian.com/politics/2019/apr/11/uk-stands-down-6000-no-deal-brexit-staff-after-spending-15bn


Tornando all'Italia, penso che il nostro paese possa ora guardare con maggior tranquillità alla possibilità di sottoscrivere un accordo di partecipazione al programma Tempest, se alla fine il governo-giallo verde deciderà di andare in quella direzione.

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7 ore fa, zander ha scritto:

Questo accordo però sottintende che la Gran Bretagna dovrà prepararsi alle elezioni del parlamento europeo del 26-29 maggio. Queste elezioni saranno un test importantissimo, e saranno sicuramente usate, anche se tutti smentiscono, per capire l'umore popolare e decidere come proseguire. Nigel Farage, il promotore della Brexit, aveva visto lungo già a fine 2018 quando aveva capito dove sarebbero finito il processo della Brexit e pertanto all'inizio dell'anno ha lanciato un nuovo partito per spingere ancora più forte sulla Brexit.

Una questione : se e quando la Gran Bretagna se ne andrà via , i deputati inglesi al parlamento europeo faranno fagotto ?   E  come verranno suddivisi i posti vacanti ? 

7 ore fa, zander ha scritto:

In Francia, Irlanda, Belgio e Olanda, dove si temevano effetti analoghi, chissà cosa staranno facendo e chissà se qualcuno si chiederà chi deve pagare il conto di tutto questo bel teatrino...?

Scommettiamo ?  Il paese del teatrino perenne ?  ??  ( " Ce lo chiede l'Europa ! " )

7 ore fa, zander ha scritto:

.....  " se alla fine il governo-giallo verde deciderà di andare in quella direzione.  "

Mah ... :hmm:

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Una questione : se e quando la Gran Bretagna se ne andrà via , i deputati inglesi al parlamento europeo faranno fagotto ?   E  come verranno suddivisi i posti vacanti ? 

Ehhh, a saperlo!! E se qualcuno non volesse andarsene e presentasse qualche istanza alla Corte di Giustizia Europeo o chissà cos'altro? Si aprirebbero scenari impensabili.
Fare una campagna elettorale costa parecchio. Chi ha voglia di pagarsi una campagna elettorale per stare in parlamento pochi mesi? Ma neanche Farage...

I 73 parlamentari britannici saranno di nuovo in parlamento. Se la Gran Bretagna fosse uscita in tempo, all'Italia sarebbero toccati 3 parlamentari in più. Qui di seguito qualche spiegazione:

https://www.termometropolitico.it/1411414_2019-04-11-elezioni-europee-2019-parlamentari-per-nazione-come-cambia-con-brexit.html

 

16 ore fa, engine ha scritto:

 

Il 13/4/2019 in 23:03 , zander ha scritto:

In Francia, Irlanda, Belgio e Olanda, dove si temevano effetti analoghi, chissà cosa staranno facendo e chissà se qualcuno si chiederà chi deve pagare il conto di tutto questo bel teatrino...?

Scommettiamo ?  Il paese del teatrino perenne ?  ??  ( " Ce lo chiede l'Europa ! " ) 

E' piuttosto ironico che il casino sia stato causato dalla Gran Bretagna che ha sempre accusato l'UE di essere un pozzo senza fondo di denaro e che si è sempre lamentata di essere un contribuente netto per le spese di funzionamento degli apparati dell'Unione. I soldi che noi tutti stiamo pagando per pagare il processo di Brext, chi li rifonderà?

17 ore fa, engine ha scritto:

 

Il 13/4/2019 in 23:03 , zander ha scritto:

.....  " se alla fine il governo-giallo verde deciderà di andare in quella direzione.  "

Mah ... :hmm:

Diverse prese di posizioni recenti sembrano indicare che la strada preferita dai militari e dall'industria sia quella del progetto britannico. Il governo Conte in questo momento non ha nemmeno gli occhi per piangere ed ha enormi difficoltà a mantenere gli impegni già presi, vedremo se si imbarcherà su un nuovo progetto.

Sarebbe comunque stato più difficile giustificare un progetto di alleanza militare industriale con un paese che rifiutava in toto i principi sociali, politici, diplomatici ed economici sottoscritti dall'Italia, in caso di No Deal Brexit. Ora penso che la strada sia più lineare, e che l'adesione dell'Italia al progetto britannico sia più vicina, anche se ricordiamolo, il worst case scenario di No Deal non è ancora completamente escluso.

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Complimenti Zander per il lavoro. Io personalmente sono da sempre schierato a favore di un’Irlanda unita. Ho simpatie anche per i vecchio leone. Rispetto per i caduti. Quando arrivò il risultato del referendum ero a Praga con amici di Dublino, ci facemmo grosse risate. 

Auspico, con un occhio ai problemi delle mie amiche che vivono in Inghilterra da anni, che il vecchio leone cali le braghe una volta tanto.

E a 50 anni compiuti e + di 40 di studio e pratica dell’inglese parlato e scritto, pratica che m ha sfamato per gli ultimi 20 anni circa, auspico con tutto l’amore che ho per Shakespeare l’abolizione di orrori come l’oncia e la guida a destra. :)))))

 

 

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Grazie Scagnetti per i complimenti.

Ho iniziato il thread perché avevo trovato una notizia che legava la Brexit all'aviazione civile.

Poi ho continuato sia perché le informazioni aumentavano sia perché i giornali e i siti di informazione in lingua italiana (ma in generale anche europei) ignoravano la Brexit. A mano a mano che leggevo i siti web inglesi (in primis The Guardian, che ha fatto un grandissimo lavoro, e BBC) ho capito che la Brexit avrebbe avuto impatti enormi sia sul Regno Unito che sul continente.

Il thread che ho avviato ha debordato dall'argomento aeronautico a temi molto più generali. Ne approfitto per ringraziare i moderatori che non mi hanno né fermato né richiamato a trattare solo temi prettamente aeronautici quando sono andato off topic.

 

Questo viaggio nella Brexit per me è stato anche una palestra di riflessioni. Da diversi anni in Italia (e non solo) alcune realtà politiche affermano o di volere lasciare l'UE o di abbandonare l'euro, promettendo che così facendo l'Italia rifiorirebbe nuovamente. Ciò che sta accadendo in Gran Bretagna in realtà è l'amara realtà di cosa significhi divorziare dall'UE e il benessere e la pace sociale quotidiana che diamo per scontati in realtà dipendono molto da questa unione.

Questo thread è stato una riflessione sui sistemi politici italiano e britannico. La Gran Bretagna è una monarchia parlamentare e non è dotata di una costituzione. Governo e parlamento procedono secondo prassi consolidate. La Brexit ha messo in crisi queste prassi, mandando in stallo il governo del paese ed evidenziando i limiti di un sistema che non ha una moderna costituzione e che accentra il potere in poche persone. Il sistema politico italiano è basato su una costituzione che è nata dopo una durissima guerra, dopo avere lasciato alle spalle una dittatura e una guerra civile ed è stata promulgata dai padri costituenti definendo i ruoli (parlamento, governo, presidenza della repubblica) e attribuendo i poteri secondo un sistema di pesi e contrappesi che impedisce di accentrare in una o poche persone un potere eccessivo. Il sistema italiano è un sistema dove il potere è molto più distribuito: il parlamento (l'Italia è una repubblica "parlamentare"), il governo, il Presidente della Repubblica in qualità di arbitro e un presidente del consiglio debole rispetto al primo ministro britannico. Il presidente del consiglio italiano, non potrebbe mai indire un referendum o sciogliere il parlamento per andare ad elezioni, compito che spetta solo al Presidente della Repubblica.

La Brexit è nata come una scommessa dell'ex premier David Cameron che ha concesso il referendum solo per mettere a tacere la parte minoritaria del suo partito che ha sempre invocato la Brexit, pensando erroneamente di vincere. E invece, come un giocatore di carte da bar, si è giocato tutta la casa. Poi è subentrata Miss Theresa May e anche lei ha deciso di scommettere, indicendo nuove elezioni, da cui ne è uscita fortemente indebolita, per cui il suo governo ha dovuto chiedere aiuto al piccolo partito nord irlandese DUP da cui è rimasto fortemente condizionato. Nel frattempo si acuivano le distanze all'interno dei movimenti del suo partito, ingigantendo la crisi del partito conservatore. Un sistema politico diverso avrebbe permesso a questi scellerati di giocarsi la casa in una partita di carte al bar?

Il referendum è uno strumento di democrazia diretta potentissimo ma anche pericolosissimo, se non usato correttamente. La scelta di uscire dall'UE tramite un referendum è stata la più scellerata che si potesse fare: se si decide di uscire dall'UE, occorre poi decidere che tipo di rapporto da mantenere dopo la separazione. Non è certo un referendum sì/no che può deciderlo. Inoltre certe scelte non possono essere proposte alla popolazione senza un'opportuna campagna di informazione. La campagna referendaria del 2016 è stata basata su una montagna colossale di menzogne. I Brexiteers hanno detto: "uscendo dall'UE non pagheremo più 39 miliardi di fondi che spenderemo nel servizio sanitario nazionale, in scuole migliori, faremo trattati commerciali migliori di quelli dell'UE, ecc." Tutte promesse volate via nel giro di un amen.

Abbiamo anche capito che nelle trattative internazionali l'UE è uno dei più temibili interlocutori del pianeta. L'UE ha affidato ad alcune delle migliori menti del continente il compito di definire regole, norme e trattati per dialogare con il resto del mondo secondo le direttive dettate dal parlamento e dalla commissione europea. Funzionari provenienti da Svezia, Germania, Francia, Portogallo, Italia, ecc. lavorano e trattano, non per favorire il proprio paese, ma per portare avanti le richieste avanzate da tutti e 28 i paesi. Se da una trattativa ne vengono fuori dei vantaggi, ne beneficiano tutti e 28 i paesi e non uno solo. La trattativa sulla Brexit, Gran Bretagna da una parte e i 27 dall'altra, è stato un lampante esempio. L'UE ha raccolto le richieste dei 27 paesi e poi ha affrontato la Gran Bretagna. In questo modo un paese piccolo come l'Irlanda è riuscita a far prevalere le proprio ragioni sulla Gran Bretagna per la prima volta nella sua storia. L'unione fa la forza.

In termini economici è risultato evidente quanto interlacciate siano le economie dei paesi europei: politiche agrarie, industriali, trasporti, servizi dipendono tantissimo dai rapporti con gli altri paesi. Affermare che rinchiudersi nel proprio guscio sia la soluzione a tutti i mali è l'errore più grosso che si possa commettere.

Modificato da zander
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Stanotte sono scoppiati violenti scontri tra la polizia e membri della New IRA a Derry, in Nord Irlanda.

Gli spari di pistola di un rivoltoso hanno ucciso la giornalista Lyra McKee, di 29 anni.

Bombe molotov sono state lanciate verso i mezzi della polizia e non solo.


I disordini sono cominciati dopo che la polizia ha perquisito alcune abitazioni in cerca di armi, esplosivi e munizioni legati all'attentato esplosivo del 20 gennaio (vedi post del 20 gennaio). La perquisizione è cominciata in concomitanza con l'anniversario dei disordini della vigilia di Pasqua del 1916 che contrassegnano l'inizio della rivolta irlandese contro Londra e che condusse l'Irlanda all'indipendenza cinque anni più tardi, nel 1921.

La New IRA, formazioni che non ha mai riconosciuto gli accordi del Venerdì Santo, ritiene che la Brexit sia il terreno di scontro che permetterà di ottenere l'indipendenza.

La Brexit ha aperto un vaso di Pandora che non so come verrà richiuso. Se anche il governo ritirasse l'Articolo 50, sorgerebbero problemi di altra natura. Infatti i servizi di sicurezza di Londra affermano che in caso di mancata Brexit, le formazioni di estrema destra del regno scatenerebbero tumulti. Ricordiamo che durante la campagna elettorale del 2016, poco prima del referendum, un estremista di estrema destra uccise la deputata laburista Jo Cox.

In passato alcuni esponenti politici della Brexit estrema hanno affermato che non temevano alcuna recrudescenza dei tumulti in Nord Irlanda perché ritenevano che la stagione della violenza fosse ormai sepolta. Mi piacerebbe conoscere l'opinione di questi personaggi dopo i fatti i ieri sera.

https://www.theguardian.com/uk-news/2019/apr/19/derry-woman-killed-in-terrorist-act-say-northern-ireland-police

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/04/19/irlanda-del-nord-scontri-a-creggan-derry-fanno-rivivere-il-bloody-sunday-da-qui-parti-il-corteo-del-1972/5122990/

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Macron e la Merkel hanno opinioni diverse su numerosi temi. La Brexit costituisce un grosso punto di contrasto tra i 2 politici.

Macron vorrebbe che la Gran Bretagna uscisse dall'UE il più velocemente possibile, magari già il primo di giugno, e che si astenesse dalle elezioni europee, mentre Frau Merkel vorrebbe che la Gran Bretagna rimanesse nell'UE o che almeno uscisse però sottoscrivendo un accordo.

Macron non sopporta più la situazione di una Gran Bretagna che dice "forse esco, ma anche no", in quanto crede che esista il rischio concreto che la Brexit possa indebolire se non addirittura distruggere le istituzioni europee.

Continuare con questa situazione sarebbe peggio di una Hard Brexit (vista dal fronte UE) in quanto paralizzerebbe anche le attività del consiglio europeo, che sta affrontando temi e trattative particolarmente calde (sanzioni USA, Cina, ecc.).

Oltre a ciò si affaccia anche il rischio che i partiti britannici anti-UE possano ottenere il pieno di voti, facendo sì che il prossimo parlamento possa essere popolato da partiti che potrebbero tentare di bloccare le istituzioni, se non addirittura di distruggere l'UE dall'interno. Ad oggi i primi sondaggi indicano il nuovo partito anti UE di Nigel Farage sia ampiamente in testa con i laburisti (28%).

https://www.theguardian.com/politics/2019/apr/27/public-thinks-eu-referendum-was-a-bad-idea-says-poll

chttps://interactive.guim.co.uk/charts/embed/apr/2019-04-27T18:06:29/embed.html


La Merkel invece ritiene che la Gran Bretagna abbia bisogno di aiuto per rimanere nell'UE. La sua visione rispecchia anche le conseguenze economiche di una Brexit sulla Germania. La Brexit ed il worst case scenario No Deal rappresentano per lei un disastro economico pari alla crisi finanziaria del 2008. La Gran Bretagna, tanto per fare un esempio, è il principale mercato di export dell'industria automobilistica tedesca.

Intanto la Gran Bretagna continua a essere in empasse: governo e parlamento continuano a essere divisi, i colloqui tra partito conservatore e laburista sono in stallo, nel partito conservatore i membri continuano a tramare per fare cadere la prima ministra.

Parigi spera che la prospettiva di tenere le elezioni europee possa convincere il partito conservatore a spingere verso la Brexit, anche senza un accordo, così come ha dichiarato il ministro degli esteri britannico Jeremy Hunt: "Se ci fosse una scelta binaria tra il" no deal "e l'assenza di Brexit, sceglierei il" no deal "perché altrimenti penso che il rischio democratico sarebbe alto ed è qualcosa qualcosa che qualsiasi persona ragionevole vorrebbe evitare . Per quanto riguarda la Brexit, la mia opinione è molto chiara: dobbiamo andarcene, dobbiamo partire in fretta, dobbiamo partire in modo pulito".

https://www.latribune.fr/economie/union-europeenne/la-france-perd-patience-avec-le-royaume-uni-sortez-et-vite-815475.html

Intanto la battagliera prima ministra scozzese, Nicola Sturgeon, si batte per avere un nuovo referendum sull'indipendenza della Scozia entro il 2021, e possibilmente abbandonare la sterlina come moneta corrente, se l'indipendenza diventasse realtà.

https://www.theguardian.com/politics/2019/apr/27/scottish-independence-campaign-must-learn-from-brexit-snp-told

https://www.theguardian.com/politics/2019/apr/27/snp-votes-for-scotland-having-its-own-currency-if-it-leaves-the-uk


Per il primo ministro britannico, il più grosso successo della Brexit sarà non tanto di avere accordi economici più vantaggiosi di quelli garantiti dall'UE, ma di impedire la disgregazione del paese.

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Macron è in disaccordo con chiunque sia diverso da sè stesso e la Merkel , come cancelliera , è un personaggio arrivato alla fine della pista.

Costei , piuttosto, deve recitare il ruolo dell'europeista " convinta " essendo data come candidata per un ruolo importante al parlamento europeo

https://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2018-11-30/merkel-pronta-lasciare-cancelleria-puntare-guida-consiglio-europeo-074237.shtml?uuid=AE8D7ipG&refresh_ce=1

Il recente trattato di Aquisgrana vincola le politiche dei due paesi cosicchè  Francia e Germania dovranno trovare un punto d'intesa; Macron , ovviamente , conterà su un possibile periodo d'indecisione da parte tedesca, se la Merkel dovesse realmente lasciare prima delle elezioni, per imporre il suo punto di vista ( il suo slogan tipico è : " ora lavoriamo tutti insieme per fare ciò che dico io "  ) .

Il vero problema è che  tempi ormai sono stretti per queste diatribe .

Vedremo cosa accadrà tra un paio di mesi con i risultati elettorali e la ripartizione dei seggi noti , soprattutto se ci sarà ancora la presenza inglese ( e scozzese ! ).

 

 

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A seguito di una ripianificazione del proprio business, Bombardier ha deciso di vendere lo stabilimento aeronautico di Belfast in Nord Irlanda, dove lavorano 4000 lavoratori. Anche le strutture in Marocco saranno cedute. Bombardier, che ha recentemente acquisito un programma negli USA, sta tentando di ridurre i costi nello stabilimento in perdita di Belfast, il cui prodotto più importante sono le ali per l'Airbus A220. Un acquirente potrebbe essere Airbus, che però negli ultimi tempi ha sempre manifestato la sua contrarietà alla Brexit. Il mese scorso Bombardier aveva chiesto al governo di escludere l'opzione del no deal dal tavolo dei negoziati con l'UE.

https://www.theguardian.com/business/2019/may/02/bombardier-puts-belfast-wing-making-plant-up-for-sale


Il nuovo Land Rover Defender sarà costruito a Nitra in Slovacchia stabilimento inaugurato ad ottobre, e non a Solihull in Gran Bretagna. Benché fosse una decisione ampiamente prevista, questo annuncio segue quello dello spostamento della produzione del Discover, l'anno scorso. L'industria dell'auto ha ribadito che una Brexit senza accordo avrebbe come conseguenze un drammatico calo della produzione a livello nazionale.

https://www.theguardian.com/business/2019/apr/30/new-land-rover-defender-to-be-built-in-slovakia-not-the-uk

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10 ore fa, zander ha scritto:

A seguito di una ripianificazione del proprio business, Bombardier ha deciso di vendere lo stabilimento aeronautico di Belfast in Nord Irlanda, dove lavorano 4000 lavoratori. Anche le strutture in Marocco saranno cedute. Bombardier, che ha recentemente acquisito un programma negli USA, sta tentando di ridurre i costi nello stabilimento in perdita di Belfast, il cui prodotto più importante sono le ali per l'Airbus A220. Un acquirente potrebbe essere Airbus, che però negli ultimi tempi ha sempre manifestato la sua contrarietà alla Brexit. Il mese scorso Bombardier aveva chiesto al governo di escludere l'opzione del no deal dal tavolo dei negoziati con l'UE.

Bombardier sta evidentemente ricollocando le sue attività in aree geografiche ritenute più redditizie ( = USA ) ; Airbus ha fatto capire che se fanno la Brexit , le ali del 320 se le vanno a costruire altrove . L'Inghilterra appare sempre più un' isola e, per loro, cercare di coinvolgere qualcuno nei loro programmi ( = Tempest ), tenendo una posizione di leadership in stile Dassault,  rischia di diventare problematico, indipendentemente dalla bontà del progetto. Alla fine dovranno patteggiare accordi intergovernativi , come per Tornado e Typhoon.

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Un altro pezzo di UE, la sede del Tribunale dei Brevetti, sta lasciando la Gran Bretagna e l'Italia lavora per portarla a Milano. Il Tribunale porterebbe un indotto calcolato tra i 500 milioni di euro e i 1,5 miliardi di euro. Vediamo se l'Italia riuscirà ad avvantaggiarsi di questo trasferimento.

https://www.lastampa.it/2019/05/02/milano/brexit-dopo-londra-milano-al-lavoro-per-ottenere-la-sede-del-tribunale-dei-brevetti-ts9xepOjZ0fHUkowN45gHP/pagina.html

Si sono tenute ieri le elezioni locali in Inghilterra ed in Nord Irlanda. Il partito conservatore in primis e quello laburista poi hanno subito forti perdite, a favore di altri partiti minori. Benché siano lezioni locali, evidentemente lo scontento sulla gestione della Brexit ha fatto votare i cittadini contro i due grandi partiti del parlamento. Tra 20 giorni, a meno di eventi imponderabili come la dichiarazione della firma dell'accordo di Brexit, anche la Gran Bretagna parteciperà alle elezioni europee. Tuttavia il rischio è che i 2 grandi partiti risultino fortemente perdenti nei confronti di partiti "minori", prima di tutti il Partito della Brexit di Nigel Farage che è dato in testa i sondaggi.

https://www.lastampa.it/2019/05/03/esteri/brexit-alle-amministrative-lo-stallo-punisce-tory-e-labour-Fy6TFCkhSdVZX9x6z7FXmN/pagina.html

In ultimo il primo ministro Theresa May ha cacciato il ministro della difesa Gavin Williamson, accusato di avere passato al giornale Daily Telegraph informazioni sensibili sulla partecipazione dei cinesi di Huawei alla futura rete 5G britannica.

https://www.lastampa.it/2019/05/02/esteri/la-may-caccia-il-ministro-della-difesa-LH5gsj8e7NZk5CeMfgpreL/pagina.html

Insomma al di là della Manica la situazione è sempre più caotica.

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Una curiosità a chi ne capisce qualcosa

si supponga che anche in UK facciano le elezioni europee ; poi , col Brexit , gl'inglesi se ne vanno dal parlamento europeo   ??????? :bye:  e  .... gli scozzesi vi rimangono ???????:metal: .

E' possibile la cosa ? E che potrebbe succedere ?

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La situazione è molto complessa. Ad oggi la politica estera britannica compete solo ed in maniera esclusiva al governo inglese di Londra.

Se i parlamentari fossero eletti ed il governo britannico dichiarasse l'uscita dall'UE, tutti i parlamentari dovrebbero lasciare il parlamento europeo. Però fino adesso nessuno ha mai lasciato l'UE, e i trattati non prevedono casi come quello che hai proposto. Se davvero i parlamentari scozzesi non uscissero dal parlamento europeo, appigliandosi a qualunque gabola legislativa, la macchina dell'UE potrebbe addirittura bloccarsi. Penso che siano questi i pensieri che non fanno dormire Macron e che per tale motivo non vuole che i britannici partecipino alle elezioni: se qualche parlamentare scozzese si intestardisse, penso (ma non sono sicuro...) che potrebbero bloccare l'UE dall'interno.
Comunque sono casi talmente complessi che al momento non vale la pena discuterne. Aspettiamo e vediamo cosa accadrà in questi 20 giorni prima delle elezioni.

Comunque le ultimi notizie parlano di contatti frenetici se non drammatici tra conservatori e laburisti. Il governo May sarebbe disposto forse a concedere l'unione doganale, richiesta dai laburisti di Corbyn, ma pare anche che diversi deputati laburisti pro UE abbiano invece ribadito che senza un secondo referendum non voterebbero l'accordo. Alcune voci non confermate riportate da fonti giornalistiche, sostengono che forse il governo May sarebbe pronto a capitolare anche alla richiesta di un secondo referendum, pur di ottenere i voti per un accordo.

Vi ricordate che il referendum del 2016 era stato vinto dichiarando che l'UE era un'inutile pozzo di denaro senza fondo?
E' notizia d oggi che il governo dopo numerosi sprechi (vedasi ad esempio i contratti per i traghetti supplementari in caso di No Deal), abbia firmato una spesa di 160 milioni di sterline per mettere sotto contratto consulenti esterni capaci di mandare avanti la trattativa sulla Brexit.

https://www.bbc.co.uk/news/business-48181004

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E' ufficiale: il Regno Unito "malauguratamente" parteciperà alle elezioni europee 2019.

E' prevista una durissima batosta sia per i conservatori che per i laburisti.

Intanto proseguono i colloqui tra conservatori e laburisti per firmare un accordo di uscita dall'UE. Ufficialmente entrambi i partiti auspicano di raggiungere un accordo prima del 2 luglio, giorno di insediamento del nuovo parlamento, nella speranza di non prendere parte alla prossima legislatura europea.

https://www.repubblica.it/esteri/2019/05/07/news/brexit_partecipazione_del_regno_unito_alle_europee_inevitabile_-225688050/?ref=RHRS-BH-I225692143-C6-P2-S1.6-T1

Sabato 4 maggio, 30-35000 persone hanno marciato a Glasgow in favore dell'indipendenza scozzese.

https://www.bbc.co.uk/news/uk-scotland-glasgow-west-48154679

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  • 2 settimane dopo...

La Commissione Europea starebbe per deliberare che i futuri progetti di difesa PESCO potranno essere partecipati da aziende di stati non UE, ma che la loro partecipazione potrebbe essere soggetta all'approvazione unanime degli stati UE del progetto, al fine di evitare che queste aziende esportino per il mondo prodotti sovvenzionati dall'UE. I progetti PESCO sono finanziati da un fondo particolarmente ricco, 13 miliardi di euro in 7 anni, ma la nuova regola potrebbe impedire alle aziende americane ed inglesi di partecipare a questi progetti.

Per tale motivo il Pentagono ha inviato una dura lettera di protesta alla commissaria per gli affari esteri dell'UE Mogherini, per avvisare che le nuove regole avveleneranno i rapporti pluridecennali tra le 2 sponde dell'Atlantico.

Queste clausole, propugnate da Macron, preoccupano anche gli inglesi, che in virtù del futuro status extra UE, potrebbero avere problemi ad accedere a questi programmi.

Nel 2011 la missione franco inglese in Libia esaurì le munizioni e fu obbligata a chiedere aiuto agli USA. I francesi hanno avviato il processo di l'integrazione europea della difesa dopo questa umiliante esperienza.

https://www.dw.com/cda/en/us-warns-eu-over-13-billion-defense-spending/a-48738562

https://www.reuters.com/article/us-usa-eu-defence-idUSKCN1SK1V9

https://www.express.co.uk/news/world/1127049/european-union-defence-proposal-eu-army-us-pentagon-security-cooperation

https://www.telegraph.co.uk/politics/2019/05/15/emmanuel-macron-infuriates-nato-allies-freezing-uk-firms-eu/

 

Giovedì della settimana prossima in Gran Bretagna si voterà per il Parlamento Europeo. I sondaggi danno per stra-vincente il Brexit Party, che spinge per una Brexit definitiva.

 

Da poco è stato pubblicato su Youtube un film del regista belga Lode Desmet: "Brexit: Behind the closed Doors". Il regista ha seguito Guy Verhofstadt, presidente del comitato di rappresentanza del parlamento europeo per la trattativa sulla Brexit per 2 anni, nelle trattative con l'UE.

Il film è interessante perché mette in luce l'inconsistenza della classe diplomatica inglese nell'affrontare la trattativa di divorzio dall'UE, anche se da un punto di vista di parte. Il film ha destato alcune polemiche in Gran Bretagna perché in alcune scene si è scherzato un po' sugli inglesi.

Negli ultimi 30 secondi del primo filmato, 2 funzionari ridono e dichiarano di essere riusciti a ridurre la Gran Bretagna a stato di colonia. Nella scena successiva, Guy Verhofstadt dichiara che Olly Robbins, capo delegazione britannico nelle trattative della Brexit, gli ha chiesto scherzosamente la cittadinanza belga perché dopo la Brexit non potrebbe fare più ritorno in patria. Parecchi inglesi hanno messo da parte lo humour inglese e non hanno digerito queste scene, ritenendole un'umiliazione ingiustificata.


Brexit - Behind Closed Doors, Part 1/2

https://www.youtube.com/watch?v=7a-frttT7nk

https://www.youtube.com/watch?v=8aCEABM712o

 

Modificato da zander
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15 ore fa, zander ha scritto:

La Commissione Europea starebbe per deliberare che i futuri progetti di difesa PESCO potranno essere partecipati da aziende di stati non UE, ma che la loro partecipazione potrebbe essere soggetta all'approvazione unanime degli stati UE del progetto, al fine di evitare che queste aziende esportino per il mondo prodotti sovvenzionati dall'UE. I progetti PESCO sono finanziati da un fondo particolarmente ricco, 13 miliardi di euro in 7 anni, ma la nuova regola potrebbe impedire alle aziende americane ed inglesi di partecipare a questi progetti.

Per tale motivo il Pentagono ha inviato una dura lettera di protesta alla commissaria per gli affari esteri dell'UE Mogherini, per avvisare che le nuove regole avveleneranno i rapporti pluridecennali tra le 2 sponde dell'Atlantico.

Queste clausole, propugnate da Macron, preoccupano anche gli inglesi, che in virtù del futuro status extra UE, potrebbero avere problemi ad accedere a questi programmi.

Nel 2011 la missione franco inglese in Libia esaurì le munizioni e fu obbligata a chiedere aiuto agli USA. I francesi hanno avviato il processo di l'integrazione europea della difesa dopo questa umiliante esperienza.

https://www.dw.com/cda/en/us-warns-eu-over-13-billion-defense-spending/a-48738562

https://www.reuters.com/article/us-usa-eu-defence-idUSKCN1SK1V9

https://www.express.co.uk/news/world/1127049/european-union-defence-proposal-eu-army-us-pentagon-security-cooperation

https://www.telegraph.co.uk/politics/2019/05/15/emmanuel-macron-infuriates-nato-allies-freezing-uk-firms-eu/

 

Lo stesso discorso potrebbe , in via estrema , essere esteso  all'inverso !

Questo perchè le aziende / governi di paesi Europei  che collaborassero con programmi di aziende / governi non  EU permetterebbero a questi ultimi di  ricavare un vantaggio economico da tale collaborazione , assimilabile a un finanziamento indiretto .

Il che potrebbe dire , per esempio , che se l'italietta volesse ( molto teoricamente )  entrare  nel Tempest, rischierebbe di non poterlo fare perchè " l' Europa " metterebbe il veto, così come  la partecipazione della sopraddetta italietta allo sviluppo  / evoluzione di un ..... F-35 ..., ovvio  ; in sostanza : l'Europa ci " butta fuori " dal programma ? 

Ovviemente , l'italietta voterà a favore della delibera.

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I fondi PESCO servono a finanziare progetti per la difesa europea: se un paese presenta alla commissione un progetto che rispecchia i requisiti PESCO, allora l'UE lo finanzierà. Se il programma non soddisfa i requisiti PESCO, il programma non sarà finanziato dall'UE ma sarà a carico dello stato che lo promuove senza che gli altri paesi possano dire nulla.

Quindi nel nostro caso se passasse la linea di Macron, il Tempest non potrà essere finanziato dai fondi PESCO. Se invece passasse la linea Mogherini, la Gran Bretagna potrebbe far finanziare il Tempest anche con i fondi PESCO. Occorrerà capire che vincerà la lotta all'interno dell'UE, se la Mogherini o Macron.

Nelle condizioni attuali la Gran Bretagna ha poca azione per fare leva per i suoi interessi. Attualmente mentre sta tagliando i legami con i principali alleati storici, la Gran Bretagna sta cercando disperatamente soci per mandare avanti il programma. Con la Brexit che incombe, il budget dello stato per gli anni futuri non è sicuro. Il budget statale crescerà o diminuirà? E di conseguenza i fondi per la difesa cresceranno o diminuiranno? In questo secondo caso sarà necessario scegliere accuratamente i progetti da portare avanti e quelli da tagliare.

 

Intanto colpo di scena Downing Street numero 10. Dopo fortissime pressioni, Theresa May ha accettato di fissare un piano temporale per farsi da parte e permettere le elezioni di un nuovo primo ministro. All'inizio di giugno, la votazione sull'accordo di uscita dall'UE sarà nuovamente portata in parlamento. Se il piano sarà bocciato per la quarta volta, la prima ministra lascerà il Downing Street. L'acerrimo nemico di partito Boris Johnson, sostenitore di una hard Brexit, prenderà parte all'eventuale corsa a Downing Street.

https://www.bbc.co.uk/news/uk-politics-48290760

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Airbus sta valutando l'acquisto, possibilmente tramite aziende intermedie, dello stabilimento aeronautico di Belfast, che produce le ali dell'A220, al fine di preservare gli interessi aziendali. Il nuovo CEO di Airbus afferma che la fabbrica rimane competitiva, benché la Brexit comporti notevole incertezza.

https://www.theguardian.com/business/2019/may/16/airbus-to-look-at-buying-bombardier-belfast-plant


Oggi i conservatori e i laburisti hanno annunciato che i colloqui per un accordo sulla Brexit in parlamento sono terminati senza successo. I 2 partiti si accusano a vicenda accusando le spaccature all'interno del partito avversario del fallimento. In vista della votazione del 23 maggio e della quasi sicura defenestrazione a giugno di Miss May, possiamo dire che si sta avvicinando lo scenario del No Deal Brexit? Il mondo del business sta annusando il rischio ed in un paio di giorni, la sterlina ha perso quota rispetto all'euro.

https://www.theguardian.com/politics/2019/may/17/brexit-talks-tories-labour-likely-to-collapse-theresa-may-jeremy-corbyn


La direttrice generale della confindustria britannica ha biasimato la crisi politica causata alla Brexit di affossare il business e la la fiducia degli investitori. La direttrice chiede azioni perentorie e immediate.

L'accumulo di scorte è ai livelli più elevati dal 1950, mentre le aziende investono milioni di sterline in piani di emergenza.

Le aziende più creative e tecnologiche stanno guardano oltremare.

I gestori dei satelliti di telecomunicazione stanno spostando le sedi da Londra alle città del continente nel timore di uno scenario No Deal mentre una parte delle aziende finanziare hanno già delocalizzato sul continente una parte dei loro uffici.

Francia e Olanda stanno lottando per attirare le aziende britanniche sui loro territori, con l'Olanda che ha dichiarato che per quest'anno spera di attrarre 250 aziende. La Francia ha identificato 50 aziende che potrebbero trasferirsi , includendo aziende motoristiche e farmaceutiche.

https://www.theguardian.com/politics/2019/may/16/brexit-political-mess-crushing-disaster-uk-business-cbi-chief-carolyn-fairbairn

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