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Svizzera: forze armate "di milizia" o professionistiche?


mo-mo

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Il 22 settembre prossimo il popolo svizzero si esprimerà in "votazione popolare" sull' iniziativa del Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE) che propone l' abolizione del servizio militare obbligatorio. In pratica per mantenere lo statu quo (obbligatorietà per gli uomini da 20 a 32 anni) il popolo dovrà votare "NO". Ieri è stato pubblicato il primo sondaggio ufficiale che da il "NO" AL 57%, il "SI" al 35%, senza opinione, per ora, l' 8%. Trattandosi della modifica di un articolo costituzionale occorre anche la maggioranza dei cantoni (12 su 23).

 

In primavera il popolo austriaco si era espresso, con il 60% dei votanti, per mantenere l'obbligo del servizio militare (la votazione era solo consultiva).

Sulla stampa svizzera si fa sovente accenno alla realtà degli Stati che hanno operato il passaggio al professionismo: difficoltà di reclutamento (Belgio) e ampie perplessità della decisione in Germania e Svezia.

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è certamente un problema meno sentito nei piccoli paesi: in quelli grandi, come Germania e Italia, si parla di 'numeri' differenti. ove il cambio, anche dal punto di vista meramente operativo, può dare adito a diversi problemi.

 

Il mestiere militare richiede una voglia diversa da quello di ogni mestiere civile: la possibilità che ci sia una carenza di vocazioni, in eserciti che per forza di cose devono esprimere numeri corposi, è sempre presente, fermo restando che in tutti i paesi che hanno abolito la leva (anglosassoni compresi) si pone il problema del 'riutilizzo' oltre una certa età del personale.

 

Problema che con la leva non sussiste.

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Il caso svizzero poi è particolare: dopo secoli di servizio militare di professione all'estero (ca 2 milioni di giovani dei cantoni svizzeri a costituire eserciti dei regnanti europei) la creazione dell' Esercito federale nel 1848 con il sistema "di milizia" (cioè non permanente, non professionista, quindi non pagato), un sistema che è ormai tradizionale e che appare, pur con difetti, insostituibile in CH. Alla fine della II GM l' Esercito svizzero era gigantesco (ca. 900'000 soldati), poi ha subito varie ristrutturazioni e ridimensionamenti. Se vincerà il NO sarà di 100'000 membri (Forze terrestri e forze aeree). C'è poi anche una più o meno latente "crisi di identità"... A che serve se non c'è più il nemico "rosso" ? I tempi sono cambiati e giovani, industrie, banche ritengono spesso il militare (da 20 a 32 anni) una costosa perdita di tempo. Vabbè... rimarrà, probabilmente, tutto come ora.

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Sì, l'arma d'ordinanza va ancora custodita a casa ma ora c'è la possibilità di depositarla presso un arsenale militare; anche se, da quello che ricordo, solo il canton Ginevra offre questa possibilità.

 

Il caricatore non è sigillato ma le munizioni sono consegnate in una scatola sigillata: (vedi foto)

 

Anche se non è che sia mai stato un problema procurarsele; sia legalmente sia un po' meno legalmente durante i corsi di ripetizione.

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Sì, l'arma d'ordinanza va ancora custodita a casa ma ora c'è la possibilità di depositarla presso un arsenale militare; anche se, da quello che ricordo, solo il canton Ginevra offre questa possibilità.

 

Il caricatore non è sigillato ma le munizioni sono consegnate in una scatola sigillata: (vedi foto)

 

Anche se non è che sia mai stato un problema procurarsele; sia legalmente sia un po' meno legalmente durante i corsi di ripetizione.

 

Un errore: la cosiddetta "munizione da tasca" è stata ritirata a partire dal settembre 2007 e, quindi, non fa più parte dell'equipaggiamento personale.

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Ohe svizzeri, mettetevi d'accordo: le avete le munizioni a casa o no??

 

:asd:

 

Prima di scrivere io, di solito, verifico. No, non vengono più consegnate munizioni da tenere a casa. Aggiungerei poi che anche il fatto di avere in casa un arma militare è stata abbastanza mitizzata, ha ben poco di storico. Si trattava più che altro di facilitare l'entrata in servizio negli anni 40, una semplificazione "logistica", come si usa dire, promossa dall'allora comandante in capo gen.Guisan. Una facilitazione anche per recarsi da casa ai poligoni per i "tiri obbligatori" come civili. Poi è vero che nel dopoguerra il fatto che un padre di famiglia e tre figli...tutti militari avessero equipaggiamento e armi personali negli armadi di casa poteva incuriosire o far notizia all'estero. Nel referendum passato i fautori dell'arma in casa avevano un po' calcato la mano sull'argomento, in realtà di vere necessità "belliche" con una situazione del genere non ve ne sono mai state.

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Mio zio svizzero mi raccontava che le munizioni (24 cartucce) le aveva si a casa .... ma che non potevano essere in alcun modo utilizzate se non in caso di mobilitazione o forse, ma qui non ne sono del tutto sicuro, in occasione dei periodici tiri di esercitazione.

Ma lui era uno di quelli che avevano ancora in dotazione lo Schimdt Rubin ....

 

Ho trovato, in merito, questo articolo risalente ad un paio di anni e mezzo fa ....

 

http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2011/02/13/ANThwgjE-svizzera_guerra_restano.shtml

 

Ai signori utenti svizzeri il compito di valutarne l'attendibilità ....

 

 

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Che ci fosse il fucile e le munizioni (io ricordavo il caricatore sigillato del SIG cal 7.5 svizzero, molti anni fa, ma sicuramente era una scatoletta come quella postata) l'ho visto personalmente.

 

E mi aveva sempre fatto pensare a cosa sarebbe successo in Italia, o in USA, con una cosa del genere.....

 

Oggi oggettivamente, seppure con la particolarità delle FFAA svizzere, credo che non ce ne sia 'bisogno', ma sia rimasta solo una tradizione.

 

Poi come detto: se all'attuale fucile in 5,56 NATO viene consegnato il caricatore, ma non le cartucce, si può anche tenere direttamente il fucile in armeria: non credo che si conti sul fatto che 'tanto se le procurano' in caso di necessità....

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Mio zio svizzero mi raccontava che le munizioni (24 cartucce) le aveva si a casa .... ma che non potevano essere in alcun modo utilizzate se non in caso di mobilitazione o forse, ma qui non ne sono del tutto sicuro, in occasione dei periodici tiri di esercitazione.

 

Desidero rettificare in parte quanto ho scritto poc'anzi ....

 

Ripensandoci .... mi è venuto in mente che mio zio aveva detto che le munizioni detenute nell'abitazione non potevano essere in alcun modo utilizzate .... mentre quelle che venivano usate in occasione dei tiri periodici dovevano in realtà essere acquistate .... cosa che non era particolarmente gradita .... in special modo dai più giovani ....

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Mio zio svizzero mi raccontava che le munizioni (24 cartucce) le aveva si a casa .... ma che non potevano essere in alcun modo utilizzate se non in caso di mobilitazione o forse, ma qui non ne sono del tutto sicuro, in occasione dei periodici tiri di esercitazione.

Ma lui era uno di quelli che avevano ancora in dotazione lo Schimdt Rubin ....

 

Ho trovato, in merito, questo articolo risalente ad un paio di anni e mezzo fa ....

 

http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2011/02/13/ANThwgjE-svizzera_guerra_restano.shtml

 

Ai signori utenti svizzeri il compito di valutarne l'attendibilità ....

 

Giusto quello che dici. La confezione con i colpi non poteva essere assolutamente aperta, veniva ritirata all'inizio di un Corso di ripetizione, poi riconsegnata al termine. Per i tiri obbligatori (come civili) si porta solo il fucile e i colpi necessari consegnati dai gestori del poligono che, di solito, sono membri di società di tiro.

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Ohe svizzeri, mettetevi d'accordo: le avete le munizioni a casa o no??

 

:asd:

 

Ops... no; ha ragione mo-mo, le munizioni da tasca non fanno più parte dell'equipaggiamento personale.

 

A dire il vero non lo sapevo; io avevo consegnato tutto il mio materiale già qualche anno fa e mi avevano lasciato solo la gamella, completa di borraccia, forchetta e cucchiaio (il coltello non c'era perché dovevamo usare il mitico e universale coltellino svizzero, e non solo per il pranzo :ph34r: ) e poco altro.

 

Quando mi hanno ritirato l'arma e la munizione da tasca mi avevano detto che era perché non li usavo abbastanza e che quindi il loro possesso non era più giustificato in base alle direttive Schengen :scratch: .

 

Vabbè comunque mi hanno lasciato anche i regolamenti militari e a pag 6 del Promemoria per i consumatori di munizione edizione 2.86 (da noi hanno una fantasia con i nomi... :asd: ) si trovano le direttive in vigore ai miei tempi:

 

Munizioni da tasca

 

Ma erano altri tempi...

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  • 5 settimane dopo...

Il risultato è stato chiaro: NO all'abolizione dell'obbligo di servizio militare > 73,2%... SI > 26,8%

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  • 2 settimane dopo...

La Francia invade la Svizzera .... :woot:

 

French Attack Switzerland ....

 

The Swiss army held an exercise on 26-28 August whose scenario envisaged a French paramilitary force, the Free Brigade of Dijon, invading Switzerland, French media reported over the weekend.

Exercise Duplex Barbara involved Swiss armor countering incursions by the fictional French brigade across the Franco-Swiss border north of Lake Geneva.

 

Fonte .... http://www.aviationweek.com/Blogs.aspx?plckBlogId=Blog:27ec4a53-dcc8-42d0-bd3a-01329aef79a7&plckPostId=Blog:27ec4a53-dcc8-42d0-bd3a-01329aef79a7Post:659cb150-9086-4cc6-b1c2-3ff40386c4cf

 

Anche qui .... http://www.ticinolive.ch/2013/09/30/esercitazione-militare-svizzera-simula-un-attacco-dalla-francia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=esercitazione-militare-svizzera-simula-un-attacco-dalla-francia

 

Ma la cosa, a quanto pare, non è stata gradita dai Francesi .... http://www.zappadu.com/2013/09/30/parigi-ci-invade-e-sullorlo-del-crac-la-svizzera-simula-uninvasione-francese-e-leliseo-sincazza/

 

C'è da supporre che l'anno prossimo inventeranno un attacco della Padania al Canton Ticino .... :D

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Magari!Chissà se c'è qualcuno che ancora sa muoversi fra le Alpi nel nostro esercito.Tutti concentrati alla proiezione di forze,e alle missioni internazionali.

 

La Svizzera ha, da parecchi anni ormai, un contingente (SWISSCOY) in Kossovo. Era stata una primizia dopo la creazione dello Stato federale nel 1848 e la rinuncia/divieto di servizio militare all'estero. La scelta del Kossovo era stata determinata anche dal fatto che quasi un quinto dei kossovari risiede in Svizzera (i più noti sono giocatori di calcio). E' chiaro che le forze armate svizzere sono sempre state concepite per una meticolosa difesa nazionale, militari in Patria dunque. Il massiccio delle Alpi (ca. il 30% della superficie della Confederazione) non è però più il centro essenziale della difesa nazionale. Il ministro Maurer ha appena accennato lo scorso anno che sarà un problema smantellare le circa 11mila istallazioni militari alpine. Quindi a che serve l'Esercito svizzero? Un collega giornalista (e maggiore dell'esercito) ha scritto ieri su un quotidiano ticinese delle difficoltà di trovare scopi difensivi come un tempo. L'esercitazione virtuale citata sopra è un esempio sul come si inventino manovre che possono anche suscitare perplessità o il sorriso per giustificare un armamento che appare (attualmente) poco più che inutile... Che servono centinaia di carri Leo2, Pz2000 svedesi, obici blindati con 25 km di gittata?... Mah! Ci si avvia dunque, con evidente ritardo, verso un altro tipo di difesa. I mezzi cambiano ma il loro acquisto sarà per il medio lungo termine. Di previsto, a parte i Gripen, c'è la ristrutturazione della DCA con il programma BODLUV (Boden/Luftverteidigung-Difesa terra/aria).

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Mi piace questo avvicinamento alle FF.AA. elvetiche, e comunque nell'articolo c'è scritto in chiaro, che questo è un periodo di tagli, che stride col fatto che un esercito professionale si eserciti di più e meglio di uno di leva. Secondo me non siamo tanto lontani dai tempi in cui c'era la leva, e c'erano i soldi.

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Il sistema cosiddetto di milizia è evidentemente adatto a un Paese di tradizioni, di realtà e di dimensioni "svizzere". E' chiaro che nessuno, nella Confederazione, metteva in dubbio che un servizio militare di due/tre settimane all'anno (intensive) fra 21 e 50 anni di età non erano meno efficaci del servizio militare estero con un anno o più di servizio militare a 20/21 anni. La conferma veniva da Israele che ha adottato, più o meno, il sistema svizzero. Un maggiore di Sa'hal e giornalista del settimanale Haaretz aveva partecipato anni fa a un corso di ripetizione di un battaglione di fanteria della Landwehr, cioè con soldati di età fra i 33 e i 42 anni. Aveva partecipato dall'interno dell'unità con tutti gli obblighi e disagi normalmente previsti. Il giudizio, particolarmente apprezzato in quanto in un'ottica svizzera si ritengono le forze armate di Tel Aviv quanto di più efficiente ci sia in campo militare, era stato positivo per l'impegno, le capacità belliche mostrate, l'organizzazione delle esercitazioni durante le due settimane del corso, giudizio molto positivo perdippiù nonostante l'assenza di un vero nemico (come invece il caso di Israele). La differenza citata nell'articolo di Haaretz era data dall'armamento, abbondante e spesso di qualità ma tecnologicamente meno aggiornato di quello israeliano. Certo che il sistema di milizia mostra già da qualche anno i suoi limiti: se è possibile che un "non professionista" si destreggi con aerei Tiger o carri Leopard 2, il professionismo è ormai la regola per apparecchi tipo Hornet. Però non ci sono alternative all'attuale sistema confermato dal popolo il mese scorso a grande maggioranza. Si vedrà come andrà a finire l'ennesima ristrutturazione: partiti di centro destra e associazioni militari richiedono un aumento del budget e forze armate di 120'000 militari, il governo federale di 100'000, le sinistre di 50'000 (se non l'abolizione delle forze armate).

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  • 4 settimane dopo...

Magari!Chissà se c'è qualcuno che ancora sa muoversi fra le Alpi nel nostro esercito.Tutti concentrati alla proiezione di forze,e alle missioni internazionali.

Era questo che intendevo, anzi più precisamente unità a livello di battaglioni che si muovono fra le montagne, comunque è un'aspetto della faccenda anche questa salita in cooperazione coi francesi.

 

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10202117479114189&set=gm.10152069775787533&type=1&theater

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  • 1 mese dopo...

www.sonntagszeitung.ch

 

Sul domenicale zurighese è riportata una notizia che ha già suscitato accenni polemici da destra e da sinistra dello scacchiere politico federale. Il Pentagono, in particolare l''USAF, finanzia regolarmente alcune scuole universitarie svizzere con lo scopo di favorire la ricerca con scopi militari. La cifra è più che significativa: un milione di CHF. Fa notizia, soprattutto, il "finanziamento" al Politecnico federale di Zurigo, l'ETH... che è ritenuto, in una recente classifica, la migliore scuola universitaria del mondo "non anglosassone".(14° posto al mondo). Non vi sono ancora reazioni ufficiali da Berna (la Confederazione è competente in quanto proprietaria dell'alta scuole zurighese) ma rischia di accendersi una ricorrente polemica sul grado di "neutralità" del Paese e sul rischio di essere condizionati da una grande potenza. Mah... vedremo se si tratterrà del solito "problema grasso" alla Svizzera oppure qualcosa di veramente serio.

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www.sonntagszeitung.ch

 

Sul domenicale zurighese è riportata una notizia che ha già suscitato accenni polemici da destra e da sinistra dello scacchiere politico federale. Il Pentagono, in particolare l''USAF, finanzia regolarmente alcune scuole universitarie svizzere con lo scopo di favorire la ricerca con scopi militari. La cifra è più che significativa: un milione di CHF. Fa notizia, soprattutto, il "finanziamento" al Politecnico federale di Zurigo, l'ETH... che è ritenuto, in una recente classifica, la migliore scuola universitaria del mondo "non anglosassone".(14° posto al mondo). Non vi sono ancora reazioni ufficiali da Berna (la Confederazione è competente in quanto proprietaria dell'alta scuole zurighese) ma rischia di accendersi una ricorrente polemica sul grado di "neutralità" del Paese e sul rischio di essere condizionati da una grande potenza. Mah... vedremo se si tratterrà del solito "problema grasso" alla Svizzera oppure qualcosa di veramente serio.

 

Come soleva dire quel tale .... pecunia non olet .... :whistling:

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