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Desidero intervenire su argomenti che ci sono stati riguardante la presurizzazione degli aerei militari.

 

Vi informo che tutti gli aerei militari sono presurizzati e la maschera dell'ossigeno obbligatoria per i piloti va tenuta sempre legata anche volando a quote bassissime. La maschera serve principalmente in caso di avaria al sistema di presurizzazione o alla mancanza dell'ossigeno a quote alte. Inoltre c'è l'obbligo di avere adosso anche il giubbotto salvaggiante. La ragione è semplice: in caso di necessità non ci sono tutte le comodità che trovi sui voli civili e neppure lo spazio e per tanto è meglio essere muniti di tutto già indossando le precauzioni: maschera, giubbotto e cintura. Essendo Jet è ovvio che siano presurizzati (anche perché l'ossigeno non basterebbe per voli lunghi). Gli aerei non presurizzati sono stati presurizzati nel 1960. Ovviamente è riscaldato l'abittacolo.

Viceversa gli aeri militari di trasporto volano massimo 6000 metri e sono presurizzati ma meno di quelli civili.

 

La presurizzazione ha anche lo scopo di facilitare la salita ed evitare gli sbalzi di pressione.

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La presurizzazione ha anche lo scopo di facilitare la salita ed evitare gli sbalzi di pressione.

 

Scusa ma in che modo la pressurrizzazzione facilita la salita???

La presurizzazzione genera un carico sulle strutture del velivolo e, ovviamente, aumenta coll'aumentare della quota (il comet ne è un triste esempio)

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Senza pressurizzazione un volo ad alta quota o stratosferico sarebbe molto più stressante perchè la pressione esterna sarebbe bassissima.

 

Ci sono diverse leggi fisiche di cui non ricordo il nome e che regolano la pressione, il volume e la concentrazione dei gas nei fluidi vitali (come il sangue).

 

Per esempio: a parità di temperatura, il volume di un gas (come anche l'aria che è una miscela di gas) è inversamente proporzionale alla pressione P.

 

Se P scende, il volume V del gas aumenta e i seni paranasali, l'orecchio medio, i polmoni e tutto il tratto digerente sono pieni d'aria ...

 

Ancora: la concentrazione di un gas disciolto in un fluido (come l'ossigeno ne sangue) è proporzionale alla sua pressione parziale (dell'ossigeno) in atmosfera. Se la P scende, l'ossigeno che passa dagli alveoli nel sangue (e nell emoglobina) scende.

 

Queste ed altre cose rendono il volo ad alta quota impossibile se la cabina non è pressurizzata.

 

Cioè l'altitudine di cabina deve essere mantenuta nettamente inferiore alla quota effettiva di volo e il rateo con cui scende la P in cabina deve essere regolato affinchè risulti il meno "traumatico" possibile. Se per esempio salgo con l'aereo a 2.000 piedi/min, posso regolare il rateo di variazione dell'altitudine di cabina a soli 200 piedi/min.

 

La quota alla quale l'altitudine di cabina inizia ad aumentare (partendo dalla P a livello del mare) con la salita in quota dell'aereo dipende dall'efficienza dell'impianto di pressurizzazione. Ciò dipende dalla massima differenza di pressione che l'impianto riesce a mantenere tra l'interno e l'esterno. Più questa pressione differenziale è alta, più tardi l'atitudine di cabina inizia a salire anch'essa con la quota.

 

Che so io, in campo civile gli impianti di pressurizzazione per aerei leggeri sono regolati e certificati per un massimo di pressione differenziale interno/esterno pari a 5,5 libbre/pollice quadrato, che dovrebbero essere 0,39 Kg/cm2.

 

I caccia da quello che so io normalmente dovrebbero avere altitudini di cabina normalmente superiori a quelle degli aerei civili, cioè i piloti dei caccia, anche se pur sempre pressurizzati, lavorano a pressioni in cabina inferiori a quelle degli aerei civili.

 

Da quel che so il Comet aveva problemi di fatica del metallo e di robustezza strutturale, non di pressurizzazione. Se poi la pressurizzazione acuiva questo problema non lo so, ma le crepe non penso dipendessero dalla pressurizzazione, ma dalla fatica.

Modificato da Vultur
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