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Rivolte in medio oriente


Dominus

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Sul corriere c'è una foto e sembra che sia di una portaerei usa (cvn), immagine presa a caso o c'è effettivamente una cvn al largo della libia?

Se è così gli usa hanno 4000 mila marines in zona, 80 aerei, e più o meno 30 elicotteri...se volessero attaccare ora hanno i mezzi per farlo e se non c'è una vaga idea non si sposta una cvn.Non dico che per questo devono invadere la libia ma l'idea è stata considerata.

Non so se effettivamente ci sia una portaerei ma l'interesse evidentemente è elevato e come lo stesso obama ha detto non escludono l'opzione militare.

Il new york times non dice niente ma insiste di più sul fatto che obama sta considerando tutte le ipotesi, in particolare quella militare e si è rifiutato di rispondere alla domanda sulla no fly zone.Potrebbe essere un indizio per intendere che stanno valutando più questa che altre?

 

 

Nella zona è stata inviata la USS Enterprise , dirottata dal Golfo Persico , ma questo di per se non significa assolutamente che ci sarà un'attacco , è una procedura standard inviare in zona di crisi la portaerei più vicina ( con quello che costano andranno pure usate qualche volta biggrin.gif) , esempi recenti : Iran e North Korea

 

 

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attaccare un paese sovrano??? ed in base a quale diritto???

suvvia, la politica delle cannoniere è finito un secolo scorso...

Vorthex, io non ho mai detto che sicuramente la invadono, certo che considerando le parole di obama si potrebbe pensare a qualcosa che si sta preparando.Poi con la uss enterprise e la uss kearsage vicino alle acque libiche (o addirittura dentro?) possono creare una no fly zone su un bel pezzo di libia e obama non commentando la possibilità di una no fly zone fa pensare a una sua valutazione.

Modificato da marco9023
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in primo luogo, una no-fly zone non equivale ad un invasione, per quanto sia una pratica decisamente lesiva del potere sovrano dello stato soggetto a tale procedura.

in secondo luogo... perchè ti "giustifichi", non ti ho mica quotato? non parlavo manco con te, se è per questo... mi riferivo a Gabriele, che dava l'attacco per certo.

Modificato da vorthex
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in primo luogo, una no-fly zone non equivale ad un invasione, per quanto sia una pratica decisamente lesiva del potere sovrano dello stato soggetto a tale procedura.

in secondo luogo... perchè ti "giustifichi", non ti ho mica quotato? non parlavo manco con te, se è per questo... :blink:

Beh non sono d'accordo, avere degli aerei civili che ti svolazzano sulla testa è una invasione (mare territoriale, spazio aereo, sottosuolo sono parte dello stato) quindi anche se ti invadessero dal sottosuolo sarebbe un'invasione :rolleyes:

Mi giustificavo perchè ero stato io a rilanciare il tema di una possibile no fly zone, mi stavo difendendo. :okok:

La nave italiana dovrebbe essere della classe andrea doria se dici che è stealth.

Guardando bene la foto ho notato che la portaerei non è una, bensì due.La seconda è tagliata e non si capisce bene se è un'altra cvn o una portaelicotteri (quindi uss kearsage).Se c'è anche la seconda gli aerei sono circa 160 (metà aeronautica italiana :lol: )

Modificato da marco9023
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A quanto pare imporre una no fly zone non è così semplice come molti ritengono. La US Navy è stremata da 10 anni di guerra e tagli di bilancio. Riassumendo l'articolo di Federico Rampini (La Repubblica), secondo Robert Gates la possibilità che si opti per una no fly zone è quantomeno remota mentre, secondo il Wall street journal (non proprio un quotidiano liberal democratico pacifista...) la flotta americana è in forte declino. Altro che 4000 marines e invasione..

 

 

 

 

Fonte: La Repubblica

 

" Oggi Barack Obama parlerà sulla Libia. L’ipotesi di imporre la no-fly zone, l’interdizione dello spazio aereo per impedire a Gheddafi di bombardare i rivoltosi, si sta scontrando con resistenze enormi. L’opposizione cinese e russa basta a far mancare i voti al Consiglio di sicurezza dell’Onu, e quel mandato delle Nazioni Unite è considerato indispensabile dagli Stati Uniti. Ma proprio dai vertici militari americani vengono altre obiezioni, un tempo impensabili: Washington non ha più i mezzi per combattere un’altra guerra, neppure in coalizione con gli alleati. Esercito, aviazione, perfino la leggendaria US Navy, sono stremati e non ce la fanno più. Proprio mentre le rivolte in Medio Oriente creano un nuovo fronte d’instabilità – in cui s’infila l’Iran le cui navi militari oggi ripasseranno da Suez – l’America si scopre pericolosamente scoperta e con una presenza molto più “sottile” che in passato.

 

E’ quel che trapela da una raffica di dichiarazioni che a Washington nelle ultime ore segnalano “marcia indietro a tutta forza”. Quasi una sconfessione dei vertici politici, che sulla no-fly zone si erano sbilanciati: Barack Obama ne ha parlato col segretario Onu Ban Ki-moon, Hillary Clinton non l’ha esclusa, così come l’ambasciatrice alle Nazioni Unite Susan Rice. L’altolà più autorevole viene invece dal segretario alla Difesa Robert Gates: “Diciamo pane al pane. Imporre una no-fly zone comporta anzitutto attacchi e bombardamenti sulla Libia per distruggere le sue difese (aeroporti militari, batterie contraeree, ndr), solo in seguito si possono cominciare i sorvoli senza rischiare che i nostri caccia si facciano abbattere”. Gates conclude con un avvertimento: “E’ una grossa operazione, impegnativa anche per l’ampiezza della Libia, richiederebbe molti più cacciabombardieri di quanti ne trasporti una singola portaerei”. Quest’avvertenza rende poco credibile anche un’altra opzione: l’offerta della Lega araba, che ieri ha proposto di farsi carico della no-fly zone di concerto con l’Unione africana. Due organismi i cui Stati membri non hanno certo flotte militari né aviazioni paragonabili agli Stati Uniti.

 

Robert Gates è lo stesso che pochi giorni fa parlando all’Accademia militare di West Point aveva ammonito: “La prossima volta che un segretario alla Difesa consiglierà al presidente americano di fare una guerra in Medio Oriente, in Africa o in Asia, bisognerà dubitare della sua salute mentale”. Ora il segretario alla Difesa sta disciplinamente “preparando tutte le opzioni e gli scenari”, su richiesta di Obama, inclusa quindi l’ipotesi no-fly zone. Ma più negativo di così, Gates non potrebbe essere: “Misure militari vanno considerate con estrema prudenza”. Gli presta man forte l’ammiraglio Mike Mullen capo di Stato maggiore: ci tiene a negare che sia mai giunta una richiesta di interventi militari da parte delle forze ribelli in Libia. Mullen nega perfino che esistano prove sul fatto che Gheddafi abbia usato aerei ed elicotteri contro la popolazione. Dalla US Air Force arrivano altre obiezioni: “Le difese anti-aeree della Libia sono superiori a quelle dell’Iraq ai tempi di Saddam Hussein. La no-fly zone richiederebbe centinaia di cacciabombardieri”.

 

Per ora i movimenti militari americani sono ridotti al minimo. Due navi, la Uss Kearsarge e la Uss Ponce con 600 marines a bordo, hanno ricevuto l’ordine di spostarsi dal Mar Rosso al Mediterraneo, ma solo per essere in grado di fornire assistenza umanitaria. Le due navi hanno solo qualche elicottero a bordo. La portaerei Uss Enterprise resta invece nel Mar Rosso, per presidiare quell’area mentre le navi militari iraniane rientrano dal canale di Suez. Nel Mediterraneo c’è la Sesta Flotta, con base a Napoli Capodichino. Ma le sue forze effettive sono meno consistenti di quel che si crede. Di permanente la Sesta Flotta ha solo la sua nave ammiraglia, la portaerei Uss Mount Whitney. Il resto del dispositivo è “a geometria variabile”. Perché la US Navy è anch’essa “stressata” come l’aviazione e l’esercito americani, dopo un decennio di combattimenti in Iraq e Afghanistan, più i tagli di bilancio dovuti alle difficoltà economiche. L’esperto di strategia Mark Helprin lancia l’allarme con un duro editoriale sul Wall Street Journal dal titolo: “Il declino della potenza navale americana”. Ridotta da mille a 286 navi negli ultimi cinquant’anni, la flotta militare Usa è “la più piccola da un secolo a questa parte”. Secondo Halprin “l’America si sta ritirando dal dominio dei mari”, e la timidezza di fronte alla crisi libica ne sarebbe la conferma."

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che articolo osceno e pieno di Orrori tecnici, non è assolutamente da tenere in conto. le parole dei giornali americani sono un monito ai tagli al biliancio ed un invettiva di chi rivuole la "marina delle 600navi" di Raeganiana memoria. insomma, hanno montato una polemica che, a prescindere dal fatto di essere giusta o sbagliata, non ha oggettive basi.

ovviamente, visto che i nostri giornalisti sono totalmente a digiuno di queste cose, hanno preso, come al solito, fischi per fiaschi.

 

inoltre, il problema delle forze può porsi nel caso la no-fly zone duri anni, ma qua si tratta di una cosa breve, contro un nemico che non esiste e con possibilità di essere integrati e sostituiti dagli alleati.

Modificato da vorthex
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Aprendo questo off topic non si può negare che gli stati uniti sono in una situazione difficile e che quindi cerchino di tagliare fondi da tutte le parti.

Però da qui ad arrivare a dire che l'us navy è allo sfascio c'è molta differenza.Da notare che quelle 286 navi sono molto più perfomanti di quelle di 100 anni fa e su questo penso che non ci siano dubbi.Non possiamo paragonare l'attuale situazione mondiale con quella di cento anni fa.

Gli stati uniti hanno ancora la più potente flotta al mondo con una decina di portaerei, ognuna delle quali ha 80 e passa aerei, l'aeronautica più grande al mondo e l'esercito meglio equipaggiato del mondo (forse più piccolo solo di quello mal equipaggiato cinese).

E' inevitabile che in questo periodo di crisi anche le forze armate siano in crisi e forse per risolvere il problema dovrebbero ridimensionare la propria marina tagliando su una portaerei.

E poi chi minaccia gli stati uniti con una flotta equiparabile alla loro?Una volta l'unione sovietica ci provava ma adesso che nessuno ha una marina come quella usa cosa se ne fanno di di tutte quelle navi?

Ma questa enterprise è nel meditterraneo o ancora nell'oceano indiano?

Per vorthex: cosa intendi quando mi chiedi se ho letto il tuo messaggio?

Ho capito che tu intendevi dire che una no fly zone non equivale ad una invasione e il mio parere è diverso. intendevi qualcosa di diverso?

Forse ti riferivi al fatto che ho scritto aerei civili?Scusa ho scritto civili ma volevo dire militari.

Modificato da marco9023
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E' una mia valutazione, di certo a questo mondo c'è soltanto una cosa. Non credo che lasceranno che lo stallo duri all'infinito, né che Gheddafi reprima definitivamente la rivolta, quindi o ce la fanno da soli, cosa di cui dubito ormai, oppure, per me, gli daranno una mano.

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in ogni caso, il problema della no-fly zone non è tanto tecnico/operativo, ma politico.

 

nel momento in cui il paese è diviso tra i manifestanti che non si sa bene cosa vogliano, Gheddafi che sbraita del complotto occidentale e l'esercito spaccato tra i due schiederamenti, un azione lesiva della sovranità libica, quale una no-fly zone, potrebbe essere interpretata in maniera negativa e coalizzare parte delle forze contro "di noi".

 

diverso sarebbe se i ribelli dichiassero di volere un appoggio esterno, ma fin tanto che non lo fanno.... e l'occidente non può permettersi un altra accusa di imperialismo a danno dei poveri proletari musulmani.

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Se il mondo si "occidentalizza" tutto, io parto volontario per Marte, soprattutto se mi tocca un ufficio di 6 mq.

..................

 

No: è la scrivania, non l'ufficio, da 6 mq.....

 

.....................

Lasciamoli "esprimersi" come sanno e vogliono fare, se proprio è necessario andiamo con l'ONU e la NATO come in ex-Jugoslavia, ma percarità basta con sta storia che noi siamo perfetti-buoni e giusti e che portiamo la luce nelle tenebre perchè non è così.

 

Io sarei anche perfettamente d'accordo: come mi disse un amico inglese una volta " All these people once wore palm gowns, danced all day and had a jolly good time", ma chi lo va a dire a questi, adesso, che quando uno dei loro n figli sta male devono tornare a chiamare lo stregone con maschera e maracas e non usare gli antibiotici prodotti dalla nostra sporca società capitalistica?

 

"Quando tutte queste masse africane si muoveranno ci saremo noi dietro a spingerli" ( sic).

( Frase ascoltata con le mie orecchie e pronunciata da un missionario Comboniano in occasione di una conferenza nella scuola dove insegno, due o tre anni fa).

Modificato da Antonello
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In primo luogo a noi serve il gas, quindi abbiamo bisogno di stabilità in libia.

Troviamo il modo per soddisfare i nostri bisogni e non fargli vedere soldato bianco= invasore e siamo apposto perchè se gli occupiamo per liberarli dal dittatore locale siamo invasori e se non lo facciamo siamo simpatizzanti.

Se sarà questa la situazione mondiale più che di soldati ci sarà sempre più bisogno di consulenti militari che gli aiutino a fare quello che vogliono senza un nostro coinvolgimento diretto.

La mia impressione è che o facciamo qualcosa in fretta o l'occidente è destinato a scomparire.Basta vedere tutte le guerre degli ultimi 50 anni, sempre contro paesi arabi o comunque molto deboli, non servono più gli eserciti convenzionali, qui ci sono due possibilità: riunirsi con gli arabi o tirare la corda il più possibile.

C'è una grande contraddizione però: gli arabi vogliono la democrazia occidentale ma allo stesso tempo ci vorrebbero spazzare via.

La mia impressione è che dovremmo fare una sorta di grande patto con tutte queste organizzazioni terroristiche o c'è il vero rischio che a lungo andare esse abbiano la meglio.

Modificato da marco9023
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La stabilità passa attraverso molte configurazioni, spesso è dimostrato, fin tanto c'è una grande potenza in grado di mantenere l'ordine, è preferibile uno status frammentato di innocui staterelli, che diventano rissosi solo quando non rischiano una missione punitiva un giorno sì e l'altro no.

Ecco il grande rischio in cui corrono le sovranità nazionali oggi, Italia compresa, cioè che gli "alleati" o comunque strenui difensori dello status quo e dell'immodificabilità delle frontiere, in teoria, garantita dall'onu, lascino correre quando pensi di guadagnarci qualcosa di molto più grosso.

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Giustamente i libici con gheddafi insediato da appena 40 anni si ribellano, ammiriamoli!

 

Non è la dittatura che combattono, non diciamoci cavolate, il problema è economico e demografico: finchè hanno avuto la pagnotta in tavola non hanno accennato a proteste.

Riguardo alla democrazia non sanno cosa sia, poi la libertà non ne parliamo: le masse ragionano con la pancia sempre e comunque.

 

ora spiegami, tu decidi gli interessi di un popolo secondo quali fonti??? ti informo che loro combattono per un damocrazia non per la fame come fossero un gruppo di babbuini , e se vuoi sapere chi me lo dice ti informo che uno dei miei migliori amici è libico e vive a tripoli,, nonostante di una famiglia benestante lui è rimasto,al contrario dei genitori che ora stanno a Malta,a combattere gheddafi, e mi ha raccontato molto chiaramente che quella che stanno facendo loro è una lotta per la libertà, non per i beni primari, dato che i libici la fame non la soffrono di certo(infatti neanche emigrano,proprio perchè tanto male non stanno) e comunque resta il fatto che noi non abbiamo mai fatto niente per avere la democrazia,siamo sempre stati succubi degli aventi che ci circondavano e quest'ultima c'è arrivata per caso,solo perchè siamo stati liberati,sennò saremmo stati sotto dittatura finche mussolini non fosse morto(e lo dimostra anche il fatto che abbiamo il governo più ridicolo d'europa,di cui non gliene frega un tubo della società ma che si fà gli interessi propri,e uno stato che vota sta gente lo definiresti esperto di democrazia?)

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ti sei risposto da solo... il tuo fantomatico amico è di famiglia benestante e, presumibilmente, istruito in maniera discreta. mica tutti i libici sono così.

è indubbio, come ti è già stato detto, che vi sia un elite che agogna ad un cambio di governo in chiave democratica, ma sono, appunto, un elite e questa è una rivolta di popolo, non un salatto buono.

precisiamo, poi, che questa dinamica è presente in quasi tutte le rivoluzioni, non solo nei moti libici.

 

inoltre, tanto per la cronaca, quando una popolazione araba, discretamente istruita, è stata obbligata ad avere elezioni democratiche senza brogli, ha eletto un organizzazione terroristica... che ha portato solamente danni, proprio perchè manca quella cultura che è alla base della democrazia.

tale cultura non si ottiene facendo il 48 per un mese, ma si ottiene tramite un processo storico-evolutivo che dura secoli.

 

per il resto... tu continui ad ignorare numerosi accadimenti storici ed a mancare, fondamentalmente, di contestualizzazione storica degli eventi. quando avrai tale dote, capirai che tali paragoni non hanno proprio senso.

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ti sei risposto da solo... il tuo fantomatico amico è di famiglia benestante e, presumibilmente, istruito in maniera discreta. mica tutti i libici sono così.

è indubbio, come ti è già stato detto, che vi sia un elite che agogna ad un cambio di governo in chiave democratica, ma sono, appunto, un elite e questa è una rivolta di popolo, non un salatto buono.

precisiamo, poi, che questa dinamica è presente in quasi tutte le rivoluzioni, non solo nei moti libici.

 

inoltre, tanto per la cronaca, quando una popolazione araba, discretamente istruita, è stata obbligata ad avere elezioni democratiche senza brogli, ha eletto un organizzazione terroristica... che ha portato solamente danni, proprio perchè manca quella cultura che è alla base della democrazia.

tale cultura non si ottiene facendo il 48 per un mese, ma si ottiene tramite un processo storico-evolutivo che dura secoli.

 

per il resto... tu continui ad ignorare numerosi accadimenti storici ed a mancare, fondamentalmente, di contestualizzazione storica degli eventi. quando avrai tale dote, capirai che tali paragoni non hanno proprio senso.

 

 

ok,e pure io pensavo parzialmente cosi' ma da come lui mi racconta una buona parte dei libici voleva morto gheddafi ma appena dicevi qualcosa la tua vita era finita,trovavano molti modi per perseguitare te e la tua famiglia,infatti i genitori di Hazem nonostante fossero contro gheddafi non potevano dire niente,altrimenti potevano vedere la loro attività distrutta e finire in mezzo alla strada, in più c'era l'altra metà dei libici,o direttamente a favore di gheddafi, o semplicemente ignorante, che in questo tempo si sono molto acculturati,sopratutto grazie al fenomeno di internet(anche se il mio amico dice semplicemente grazie alla scuola) e che non sono più disposti a sopportare le tirannie del Rais, quindi è venuto a mancare l'equilibrio che manteneva gheddafi al potere, come se non bastasse le rivolte negli altri paesi nord africani sono state la spinta definitiva della massa verso la rivolta.

il mio amico mentre parlavamo non ha mai neanche accennato a particolari disagi della gente,e mi ha illustrate solo queste motivazioni.

 

comunque avrei una domanda da farvi,secondo voi,dato che gheddafi stà attuando una poilitica belllica del distruggere l'economia del paese(stà bombardando i suoi pozzi petroliferi e anche i porti) si può dedurre che sappia di essere destinato a cadere e che sia abbastanza disperato da compiere azioni folli,potrebbe ordinare di lanciare qualche SS-1 sull'italia,o comunque di fare più casino possibile prima della sua fine???

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comunque avrei una domanda da farvi,secondo voi,dato che gheddafi stà attuando una poilitica belllica del distruggere l'economia del paese(stà bombardando i suoi pozzi petroliferi e anche i porti) si può dedurre che sappia di essere destinato a cadere e che sia abbastanza disperato da compiere azioni folli,potrebbe ordinare di lanciare qualche SS-1 sull'italia,o comunque di fare più casino possibile prima della sua fine???

 

Gheddafi sta facendo quello che fa, rischiando moltissimo, per tenere il controllo del paese, non perchè è uno psicopatico. Colpire in qualsiasi modo un paese occidentale sarebbe come mettere personalmente l'ultimo chiodo alla sua bara visto che darebbe il via ad un deciso intervento che già viene paventato.

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Probabilmente invece cercherà una mediazione, ovviamente sottobanco, in pubblico è necessario per lui continuare a berciare per non perdere i consensi dei "nazionalisti" (parola che ha poco senso nel mondo arabo in verità) arabi.

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ok,e pure io pensavo parzialmente cosi' ma da come lui mi racconta una buona parte dei libici voleva morto gheddafi ma appena dicevi qualcosa la tua vita era finita,trovavano molti modi per perseguitare te e la tua famiglia,infatti i genitori di Hazem nonostante fossero contro gheddafi non potevano dire niente,altrimenti potevano vedere la loro attività distrutta e finire in mezzo alla strada, in più c'era l'altra metà dei libici,o direttamente a favore di gheddafi, o semplicemente ignorante, che in questo tempo si sono molto acculturati,sopratutto grazie al fenomeno di internet(anche se il mio amico dice semplicemente grazie alla scuola) e che non sono più disposti a sopportare le tirannie del Rais, quindi è venuto a mancare l'equilibrio che manteneva gheddafi al potere, come se non bastasse le rivolte negli altri paesi nord africani sono state la spinta definitiva della massa verso la rivolta.

il mio amico mentre parlavamo non ha mai neanche accennato a particolari disagi della gente,e mi ha illustrate solo queste motivazioni.

 

comunque avrei una domanda da farvi,secondo voi,dato che gheddafi stà attuando una poilitica belllica del distruggere l'economia del paese(stà bombardando i suoi pozzi petroliferi e anche i porti) si può dedurre che sappia di essere destinato a cadere e che sia abbastanza disperato da compiere azioni folli,potrebbe ordinare di lanciare qualche SS-1 sull'italia,o comunque di fare più casino possibile prima della sua fine???

 

Da quello che so io è vero: i libici non sono insorti per fame, ma per voglia di libertà e soprattutto perchè hanno visto che in altri paesi vicini gli insorti ce l'hanno fatta e questo gli ha dato fiducia, la reazione di Gheddafi (da bravo dittatore ignorante, casomai ci fosse stato bisogno di conferme dopo 42 anni...) non ha fatto che soffiare sul fuoco. Il livello di vita in Libia era relativamente alto se commisurato ad altri paesi arabi e l'impennata del grano e dei generi primari è stata molto meno sensibile che in Algeria, Tunisia e Egitto. Questo mi è stato confermato da diversa gente. Tutto il casino arabo ha avuto una grossa spinta dall'osservazione che in paesi vicini chi si è ribellato c'è l'ha fatta. E' una cosa elementare questa, per noi, ma per loro lo è un po' meno.

 

Gheddafi non sta distruggendo l'economia del suo paese, sta rendendo inutilizzabili i SUOI (suoi di lui, Muammar) pozzi di petrolio e il SUO gas, bombardando le tecnologie che servono ad estrarli affinchè non cadano in mani SECONDO LUI sbagliate, cioè in mano ai libici. E' la solita storia del pollo cornuto che uccide la sua ragazza la quale vuole piantarlo, per mettersi con un altro pollo: "Se non ti posso avere IO, nessuno ti avrà! Tiè!". E giù coltellate da matti.

Questo è il livello del genere umano nell'anno del Signore 2011.

Gheddafi non farà NULLA all'Italia, di cui è socio e azionista. Così come scommetto che l'Italia si guarderà bene dall'andare oltre le chiacchiere con Gheddafi (a meno che quest'ultimo non soffra all'improvviso di un provvidenziale "attacco di cuore" come Mubarak e sparisca per sempre dalla scena, come Ben Alì il tunisino).

Modificato da Hobo
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quello che dite è assolutamente giusto,però c'è anche la possibilità che quel pazzo decida di morire in libia,allora potrebbe ordinare un attacco verso i paesi occidentali,che scatenerebbe intervento NATO,e come abbiamo visto prima un intervento degli stati uniti creerebbe solo caos e ulteriori rivolte( infatti i libici considerano questa una jiad, e basta questa parola a farci capire quanto sia per loro importante che questa rimanga una questione frà mussulmani,senza intervento di nessun altro paese,figuriamoci se un paese cristiano!!!!!)

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quello che dite è assolutamente giusto,però c'è anche la possibilità che quel pazzo decida di morire in libia,allora potrebbe ordinare un attacco verso i paesi occidentali,che scatenerebbe intervento NATO,..................

 

Non credo: Gheddafi è pazzo, non scemo....

 

L'attacco più dirompente che tutto il Nordafrica può lanciarci è quello di migliaia di barconi con centinaia di disperati disarmati dentro e questo loro lo sanno benissimo.

 

Che facciamo, li affondiamo?

 

Paradossalmente anche la creazione di uno stato islamico ostile in tutto o in parte del Nordafrica potrebbe tornarci comodo, perché potrebbe consentirci di avere un'ottima scusa per sigillare le frontiere, almeno per alcuni anni.

 

Solo per alcuni anni perché, dato il totale fallimento della decolonizzazione, o si trova un nuovo ordine mondiale che ci permetta di aiutare queste popolazioni a casa loro o si verificherà quanto già successo trentamila anni fa, quando il Neanderthal venne sostituito dal Sapiens.....

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Al contrario: la decolonizzazione è stata uno dei più grossi successi economici del secolo XX.

 

Volete la libertà e l'indipendenza ? Ma eccovele!

 

Le sapete USARE?

 

NO?

 

Peggio per voi, l'avete voluta ora ve la tenete.

 

In compenso noi stringiamo accordi (paghiamo) con il vostro capopopolo di turno per avere le stesse risorse naturali di prima, ma a costi enormemente inferiori, dato che non vi manteniamo più.

 

Bisogna stare attenti a quello che si vuole: lo si può ottenere.

 

Riguardo a sigillare, come si sigilla una frontiera? E come si sigilla una frontiera di settemila chilometri?

Modificato da Hobo
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Al contrario: la decolonizzazione è stata uno dei più grossi successi economici del secolo XX.

 

Volete la libertà e l'indipendenza ? Ma eccovele!

 

Le sapete USARE?

 

NO?

 

Peggio per voi, l'avete voluta ora ve la tenete.

 

In compenso noi stringiamo accordi (paghiamo) con il vostro capopopolo di turno per avere le stesse risorse naturali di prima, ma a costi enormemente inferiori, dato che non vi manteniamo più.

 

Bisogna stare attenti a quello che si vuole: lo si può ottenere.

 

Riguardo a sigillare, come si sigilla una frontiera? E come si sigilla una frontiera di settemila chilometri?

 

 

la decolonizazione è solo una facciata imperialistica per continuare a succhiare risorse dai paesi africani senza doverli mantenere come nel periodo coloniale

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