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NATO - Discussione ufficiale


W L'ITALIA

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aumentando a dismisura le percentuali del PIL dedicate alla difesa e dotandosi di un deterrente nucleare tale da tenere a bada i russi... alcquanto impossibile come alternativa.

 

a cosa ti riferisci?? all'Italia o all'Europa???

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La crisi tra Turchia e Israele é un chiaro segno che la Turchia é un alleato scomodo

 

Tutt'altro. E' strategicamente invece Molto Importante.

Senza Turchia non entri Nel Mar caspio e significa pure non poter accedere ai ricchi giacimenti di petrolio del Futuro (quelli ancora non toccati ma gia' ora lottizzati.)

E' sempre piu' vero il contrario pero'.

 

B-)

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Tutt'altro. E' strategicamente invece Molto Importante.

Senza Turchia non entri Nel Mar caspio e significa pure non poter accedere ai ricchi giacimenti di petrolio del Futuro (quelli ancora non toccati ma gia' ora lottizzati.)

E' sempre piu' vero il contrario pero'.

 

B-)

Con "scomodo" volevo dire non troppo affidabile... scusa se mi sono espresso male.

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Il nuovo concetto della NATO

 

A mano a mano che ci si inoltra nel 21° secolo, la sicurezza sarà sempre meno un bene che si fornisce dalla canna di un fucile. Con questa metafora l'ammiraglio James G. Stavridis, SACEUR della NATO (Supreme Allied Commander for Europe), ha introdotto il nuovo concetto strategico dell'Alleanza rilasciato il 17 Maggio scorso. Il documento, che sostituisce l'omologo del 1999, é stato presentato da un comitato presiedito dall'ex capo di stato Madaleine Albright e dovrebbe essere approvato al prossimo summit NATO in programma il prossimo Novembre a Lisbona. Il cardine del nuovo concetto strategico é rappresentato dal nuovo approccio internazionale, interagenazia, nel quale realtà pubbliche e private sono chiamate a unire gli sforzi per affrontare le questioni relative alla sicurezza. ''Penso che dobbiamo incoraggiare la partneship tra differemti agenzie governative'' ha detto Stavridis, ''In modo che i nostri nello sviluppo, nella diplomazia e nelle telecomunicazioni siano collegati''.

tra i punti salienti del documento, anche l'aiuto ad associazioni non governative impegnate nel settore umanitario, la necessità di perseguire una capacità di difesa cibernetica, la raccomandazioni che le decisioni sulle armi nucleari in Europa siano prese dall'Alleanza nel suo complesso, con la Russia come interlocutore, e la razionalizzazione dell'organizzazione NATO, con tagli di strutture e personale non necessari. Infine, la comunicazione viene considerata un elemento chiave per il cambio di strategia: "parlando in generale, il futuro della sicurezza non é cinetico", ha concluso l'ammiraglio Stavridis. "Siamo molto bravi a lanciare missili Tomahawk; non siamo molto bravi a lanciare idee".

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Non capisco questo puntare sempre più su una dimensione politica dell'alleanza, esistono altri organismi per quello.

 

Per me il core delle attività della NATO deve restare militare.

 

La Nato e' nata per un'esigenza che oggi non esiste piu' e molti la reputano un'organizzazione costosa e inutile che non serve piu' a nulla.

Attualmente sopravvive solo ed esclusivamente Grazie alla Politica piu che altro perche' la UE non vuole fare l'ultimo passo e diventar effettivamente una Nazione.

Modificato da PinKoPallo
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La Nato e' nata per un'esigenza che oggi non esiste piu' e molti la reputano un'organizzazione costosa e inutile che non serve piu' a nulla.

Attualmente sopravvive solo ed esclusivamente Grazie alla Politica piu che altro perche' la UE non vuole fare l'ultimo passo e diventar effettivamente una Nazione.

 

 

L'UE non è e non sarà mai una nazione, la NATO sopravvive anche perchè gran parte dei paesi europei non possono garantire una difesa credibile, quindi l'ombrello difensivo, anche nucleare, americano fa sempre comodo.

 

La dimensione politica è il classico escamotage per burocratizzare un' istituzione e renderla più presentabile agli occhi di un' opinione pubblica stupida.

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Vorrei allegare questo interessante parere personale da parte di un militare professionista

 

Se dalla prima guerra mondiale (1915-18) l’Europa ne era uscita assai male, dalla seconda (1939-45) fu il mondo intero ad uscirne peggio. Comprensibile quindi che i 49 Stati vincitori si riunissero a San Francisco il 25-26 giugno 1945 per fondare l’ONU ed approvarne lo Statuto, impegnandosi in particolare a salvare le future generazioni dal flagello della guerra ed a tal fine a:

• praticare la tolleranza ed a vivere in pace l’uno con l’altro in rapporti di buon vicinato;

• unire le forze per mantenere la pace e la sicurezza internazionale;

• impiegare strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli.

In sintonia con questi principi si collocò l’articolo 11 della nostra Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio 1948, in base al quale l’Italia:

• ripudia la guerra come strumento di offesa... e mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;

• consente... limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni;

• promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Debellato il nemico comune, ripresero però vigore gli interessi geopolitici delle Potenze in causa. L’URSS pretese la modifica a suo favore dei confini internazionali esistenti pre-guerra a danno di Finlandia, Stati Baltici e Polonia; installò e consolidò governi comunisti nelle aree occupate dall’Armata rossa; creò il Cominform (5.10.47) per un organico sostegno propagandistico nel mondo; aiutò materialmente i guerriglieri greci, iraniani e cinesi; intensificò l’azione di spionaggio che, fra l’altro, le consentì di sperimentare nel settembre 1949 il suo primo ordigno nucleare.

La reazione degli USA non tardò a farsi sentire. Il 12 marzo 1947 il Presidente Truman annunciò infatti al Congresso la sua dottrina del contenimento impegnandosi ad aiutare i popoli amanti della libertà nel mantenere le loro libere istituzioni e la loro integrità nazionale contro movimenti aggressivi che cercano di imporre i propri regimi totalitari. Spinte da analoghi timori, Gran Bretagna e Francia siglarono il trattato di Dunkerque per la difesa comune in caso di aggressione, cui aderirono subito Belgio, Lussemburgo ed Olanda.

Ad immediato seguito, l’America lanciò l’ERP (European Recovery Program), più noto come Piano Marshall, per sollecitare i Paesi europei a raggiungere un accordo sui rispettivi fabbisogni onde coordinare i possibili aiuti di sostegno alla ripresa economica di tutti. Gran Bretagna e Francia aderirono con immediatezza ed organizzarono il 17 giugno 1948 una Conferenza in Parigi ove, invitato, intervenne anche Molotov che, a nome del Governo sovietico, oppose un chiaro niet nella dichiarata convinzione che i crediti americani servirebbero non a ricostruire l’Europa, ma a porre una parte dei Paesi europei in antagonismo con gli altri.

Eccoci così alla Guerra fredda che divise il globo in due blocchi e che tanto preoccupò coloro che, in buona fede, avevano sottoscritto lo Statuto ONU ed ancora pensavano a promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli.

Quanto all’Italia la politica - condizionata da un forte e virulento Fronte popolare social-comunista, oltre che dai credenti nel pacifismo assoluto e/o nella pace perpetua - fu piuttosto debole ed orientata alla neutralità, rinviando a tempi migliori l’adesione al patto di Dunkerque. De Gasperi si aprì all’alleanza atlantica solo in un discorso pronunciato a Bruxelles il 20 novembre 1948 che provocò un immediato dibattito parlamentare durato ben 5 giorni e conclusosi a favore del suo Governo.

Meno condizionati dei politici, furono invece i militari che trovarono subito intese concettuali e programmatiche con le Potenze occidentali. Già nel gennaio 1946, a fronte dell’atteggiamento intimidatorio dell’esercito jugoslavo, la formazione partigiana Osoppo-Friuli si era riarmata con il consenso degli Stati Maggiori; il Capo di SME Efisio Marras nel dicembre 1947 effettuò una missione esplorativa a Washington; i Servizi di sicurezza intanto collaboravano con gli enti paritetici anglo-americani nella creazione in tutto l’occidente europeo (Italia compresa) dell’organizzazione Stay behind (stare dietro), che ricalcava in forma aggiornata le forze di resistenza antinaziste e che tanto scandalo e rumore mediatico creò negli anni «90».

Visto il respingimento del Piano Marshall da parte di Mosca e dei Paesi satelliti, il blocco occidentale (di cui noi non facevamo ancora parte) avviò le trattative per la costituzione di un’alleanza militare difensiva. Contrariamente alle comuni credenze che siano stati gli USA a voler l’Italia come alleata, furono invece i francesi a superare le resistenze anglo-americane al riguardo, preoccupati di:

• difendere la loro frontiera sulle Alpi Carniche, piuttosto che su quelle piemontesi;

• avere da Roma un valido sostegno nella tutela dei loro interessi coloniali, specie per i territori nordafricani (la presenza italiana avrebbe abbassato il parallelo di riferimento del patto, avvicinandolo all’Algeria).

L’adesione italiana fu approvata dalla Camera dei Deputati il 18 marzo 1949, dopo una seduta durata ininterrottamente tre giorni e tre notti, con 342 si, 170 no e 19 astensioni.

Il nostro Ministro degli esteri Carlo Sforza - che, per opposizione inglese, non aveva partecipato all’attività preparatoria - intervenne alla solenne firma del Patto atlantico siglato in Washington il 4 aprile 1948 da 12 Stati: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti d’America. La chiave di lettura più importante dell’accordo sta nell’articolo 5, in forza del quale ogni attacco ad un singolo Stato viene considerato attacco alla Coalizione e comporta un’autodifesa collettiva. Ciò fece dire al Ministro Sforza nella circostanza che questo Patto... scoraggia qualsiasi mossa aggressiva. Se fosse esistito nel 1914 e 1939 avrebbe impedito le due guerre mondiali.

La struttura organizzativa della NATO prevede un Consiglio, composto da delegati permanenti di tutti gli Stati membri (oggi sono diventati 28) e guidato da un Segretario generale. Dal Consiglio dipende il Comitato militare (e vari altri) composto dai Capi di S.M. delle FF.AA. dei Paesi aderenti che si riuniscono almeno due volte l’anno.

I primi passi dell’Alleanza furono compiuti grazie al contributo USA ma, checché ne abbia detto e continui a dirne la propaganda avversa, sia questi che il loro seguito furono sempre funzionali alla sicurezza dell’Europa. Il muro di Berlino è oggi un ricordo storico ed il contrapposto Patto di Varsavia si è miseramente sciolto, senza rimpianti di sorta. Agli indubbi successi politici acquisiti dalla Nato nei 60 anni di esistenza, quale militare vorrei ricordare i grossi vantaggi che il nostro apparato ha tratto con l’inserimento e la permanenza nella struttura NATO, specie se si tiene conto del fallimento della CED (Comunità Europea della Difesa) avvenuto negli anni ’50.

L’Italia del ’45 usciva da quasi due anni di guerra civile dove i professionisti in uniforme si erano trovati in campi avversi, prigionieri degli anglo-americani e dei tedeschi, con il morale distrutto. Al primo concorso postbellico per l’Accademia di Modena bandito nel 1947 per 250 posti, gli aspiranti furono solo 176, dei quali 139 furono eliminati per insufficienza dei titoli richiesti. La ricostruzione - sia morale che materiale - non fu dunque facile, ma avvenne in buona parte grazie al sostegno degli alleati, all’abitudine al lavoro integrato (e di gruppo), all’adozione di metodologie operative standardizzate, alla riorganizzazione della logistica in chiave moderna, all’apprendimento delle lingue estere, alla condivisione dei sistemi informativi, e via elencando. Oggi i nostri reparti primeggiano fra gli ottimi in molti teatri operativi internazionali, interessati dalle cosiddette guerre asimmetriche, grazie all’iniziativa ed alla fantasia dell’italiano, coniugate con l’organizzazione ed i moderni sistemi di lavoro C4 (Comando, Controllo, Comunicazioni, Computer) applicati alla NATO.

 

 

di Giuseppe Richero

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E' un peccato che sulla "storia" della NATO si sia riflettuto poco, forse è perchè l'argomento è tutt'ora troppo attuale per essere oggetto di discussioni lucide e non ideologicizzate, forse perchè ancora tanti documenti sono segretati, perchè a mio avviso di spunti di riflessione ce ne sarebbero,e non pochi.

il primo è che a differenza dei "patti" e delle "alleanze" pre 1939 ha effettivamente funzionato come deterrente; non è un risultato da poco, soprattutto se si guarda come NON avessero funzionato le solenni dichiarazioni di unità di intenti ed amicizia negli anni immediatamente precedenti la IIWW. E' possibile che questo sia dovuto a due "fattori", ovvero l'avere fortemente voluto stata una clausola di aiuto reciproco automatico (art.5), non necessariamente fin da subito militare, ma pur sempre un intervento a sostegno dell'alleato attaccato.In effetti senza una simile clausola iussiva potrebbe benissimo esserci la tentazione di mettere la testa sotto la sabbia...

L'atro fattore è considerata la presenza degli Stati Uniti con il loro immenso potenziale bellico abbondantemente sciorinato solo pochi anni prima, e soprattutto con la loro "volontà politica" di non sottrarsi agli scontri qualora essi diventassero un'eventualità concreta, i quali hanno sicuramente dato parecchia credibilità all'Alleanza nel suo insieme, contando che nel 1948-1949 l'Europa era tutto tranne che ridente, una grande parte dell'antica prosperità e delle risorse, umane[/b e materiali non esisteva più, mentre cominciava a farsi sentire pesantemente la voglia di dominio dell'Impero "Zarcomunista", e non si sa se per motivi psicologici (=spaventare l'opinione pubblica in modo da fare accettare l'alleanza Atlantica?) o per buona fede circolavano resoconti spaventevoli sulle masse umane e corazzate dell'Armata Rossa dell'epoca. Per la cronaca Mario silvestri, fisico e appassionato storico, avrebbe anni dopo mostrato che l'URSS fino agli anni '50 inoltrati era un "paese di anziani, donne e bambini" dove paradossalmente se si volevano trovare degli uomini giovani bisognava cercarli nei Gulag...

Con la notevole eccezione dell'Italia, anche se già dal 1943 de Gasperi e compagnia erano stati co-belligeranti, e del Portogallo (!), nel 1949 la NATO era costituita dagli stessi Stati che avevano combattuto il Reich nei fronti occidentali, quindi l'alleanza militarmente parlando de facto esisteva già; i politici avevano da anni contatti e relazioni strette fra loro- molti erano stati "ospiti" Londra- e le Forze Armate utilizzavano materiale bellico in buona parte anglo americano fin dal 1945-1946.

Anche se non sono uno storico professionista, ho trovato diocumenti- poco difficile, sono open source- secondo cui da parte dell'URSS e amici si ci aspettavano 4 tipi di minacce, che poi erano le stesse attuate da Hitler 10 anni prima

a)infiltrazione dall'interno cercando di vincere le libere elezioni

b)attacco terrestre sulla falsariga delle offensive del 1943-1945 sul Fronte Orientale

c)bombardamento con razzi tipo V2 o superiori,o bombardieri- si sapeva che era in costruzione il Tupolev 4- soprattutto contro obiettivi civili

d)guerra sottomarina senza restrizioni -facendo ricorso a tecnici ed esperienze tedesche-.

Da quello che posso vedere, già l'alleanza del 1949 sembrava piuttosto ben messa per contrastare tali minacce, tranne forse quella delle offensive terrestri massicce: i porti e le piste di Norvegia, Islanda e Groenlandia, nonchè il ferreo controllo sullo Stretto di Danimarca costituivano un severo ostacolo alle proiezioni oceaniche, già nel 1946 una esercitazione combinata aereonavale aveva mostrato che il blocco del "canale GIUK" era fattibile,l'infiltrazione politica destabilizzante era limitabile e grazie all'esperienza di polizie, servizi segreti e... uomini di Chiesa, e almeno Churchill nutriva fondate speranze che alla disperata lo Strategic Bombing avrebbe piegato l'URSS come aveva fatto con il Reich, soltanto impiegando più tempo.

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  • 4 mesi dopo...

Ritiro su questa discussione per parlare del vertice di Lisbona, per il segretario generale il più importante della storia dell'alleanza. In questo vertice stanno approvando il documento sulle nuove linee guida dell'alleanza elaborato da un'apposita commissione, ma ci sarà anche spazio per Afghanistan e scudo spaziale.

 

Google news

 

Il Sole 24 ORE - Via dall'Afghanistan entro il 2014

 

La Repubblica - Al via la nuova strategia

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  • 1 anno dopo...

Segnalo un'analisi (made in USA) sulla NATO, alla luce dell'intervento in Libia source

 

Un estratto:

 

More than 80 percent of the gasoline used in the intervention came from the U.S. military. Almost all the individual operation orders had an American address. Of dozens of countries taking part, only eight air forces were allowed by their defense ministries to drop any bombs. Many flew sorties apparently only for the symbolism of it. While most airstrikes were carried out by non-U.S. aircraft, the United States ran the logistical end of the war.

 

"Europe is dead militarily," a U.S. general told me. In 1980, European countries accounted for 40 percent of NATO's total defense spending; now they account for 20 percent. One numbered air force within the U.S. Air Force is larger than the British Ministry of Defense. Western Europe's military budgets are plummeting, even as their armed forces are not allowed by local politicians to do much besides participate in humanitarian relief exercises.

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Le cifre indicate sono interessanti, e tuttavia lo sappiamo tutti che non siamo all'altezza degli USA. Ma d'altronde è il segreto di pulcinella, i bilanci delle forze armate USA sono enormi rispetto a quelli di tutte le altre nazioni del mondo.

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Europe Is Dead Milirarly è una frase forse eccessiva. Sicuramente, ad oggi, l'Europa e la Nato devono affrontare un problema strutturale.

 

Non hanno nemici 'veri': la Russia è un partner commerciale di prim'ordine, e i politici russi non pensano affatto a un confronto militare con l'Europa (e non ne avrebbero la forza), la Cina è troppo lontana, per gli staterelli vicini quello che si ha basta e avanza.

 

E qui si pone il problema: se essere 'al traino' degli USA, che poi sono quelli che hanno, nel caso, i veri vantaggi (se ci sono, altrimenti dividiamo le perdite....) oppure starne fuori, da altre avventure di tipo neocoloniale. Tanto a fare la guerra alla Cina oggettivamente non ci andremo mai (non in tempi brevi, comunque, e se qualcuno inizia una corsa agli armamenti..... possiamo metterci a correre anche noi).

 

Ecco, tutto il ragionamento sul futuro delle FFAA europee, sta un po qui: e della Nato, ovviamente, di seguito.

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  • 2 settimane dopo...

Ecco cosa ha partorito il summit NATO del 20-21 maggio 2012: Summit to Highlight NATO’s Evolving Capabilities

 

The three central “deliverables” involve Afghanistan, smart defense and NATO partnerships outside the alliance itself,

...

that NATO “is going to have an enduring presence in Afghanistan after 2014, which is when the Afghan national security forces will totally take lead for the security responsibilities.”

 

Townsend said NATO and its allies “will not leave Afghans behind after 2014. We’re going to be there with them.”

 

NATO forces will not be in a combat role in Afghanistan after 2014, he said, but the alliance will provide a smaller force to train and mentor the Afghan army and the country’s police.

...

NATO’s smart defense approach combines member-nations’ buying power to collectively acquire new capabilities for the alliance, he noted.

Using the smart defense approach, two, three, or four countries might come together to acquire capability that none of them could afford otherwise, Townsend said.

 

Some of those gaps involve refueling and intelligence, surveillance and response capabilities, and a number of nations have already signed on to collective agreements to fill them, he said.

...

The summit also offers a chance to celebrate NATO partnerships outside the alliance, which greatly extend the organization’s reach, he said.

 

“NATO has established partnerships globally that not a lot of people know about,” Townsend said. “Australia, New Zealand, Japan, South Korea have been very helpful to the alliance, particularly in Afghanistan, and in other places.”

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  • 4 settimane dopo...

articolo del Guardian

 

 

 

Non mi pare sia stato già riportato, pare però che nel mare di documenti più o meno segreti che l'organizzazione dell'eccentrico e facoltoso Assange ve ne siano alcuni che interessanno in particolar modo le relazioni fra NATO e Federazione Russa; un articolo di giornale leggibile all'indirizzo postato sopra.

Pare che gli Stati Baltici e la Polonia, fra la cui classe dirigente sono ancora vivi i brutti ricordi dell'era sovietica e che conoscono forse meglio di noi le intenzioni di Putin e dei politici Russi, fino al 2010 fossero piuttosto delusi dalla NATO, perchè ritenuta poco attenta alle loro necessità impellenti di essere se non difesi, quanto meno non lasciati soli ad affrontare una possibile invasione Russa che ad un certo punto sembrava non essere solo una fantasia, tanto è vero che nel 2009 si tenne un'esercitazione simulante uno sbarco in un Paese Baltico ed un'altra che riproduceva un "attacco nucleare (tattico?") contro la Polonia; in seguito alle loro rimostranze un comitato di ufficiali anziani avrebbe predisposto dei piani abbastanza dettagliati, i quali sono però protetti da strette misure di sicurezza e nemmeno i seguaci di Assange hanno avuto,per ora, modo di vederli.

ci sono elementi che mi fanno pensare che questi piani non siano solo "difensivi", ovvero volti ad arrestare al di là di una linea la spinta Russa, perchè sappiamo bene che la spina dorsale della NATO sono, almeno per quanto riguarda la parte militare sul campo di battaglia, Stati Uniti e Regno Unito, i quali hanno le risorse e l'esperienza, oltre che l'opinione pubblica tutto sommato favorevole,per combattere vere battaglie con vere perdite; però sono oramai molti anni che questi potenti eserciti NON combattono battaglie puramente difensive, e credo che non sia più nel loro DNA-se posso usare questo termine- farlo

Modificato da Simone
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non vedo ci vedo niente di strano in delle esercitazioni o in dei piani di tal genere... non è che la NATO esista così per bellezza (nonostante il pericolo russo sia ampiamente diminuito) o come "fonte di ascari", come qualche bontempone dice da un bel pò.

 

ci sono elementi che mi fanno pensare che questi piani non siano solo "difensivi", ovvero volti ad arrestare al di là di una linea la spinta Russa, perchè sappiamo bene che la spina dorsale della NATO sono, almeno per quanto riguarda la parte militare sul campo di battaglia, Stati Uniti e Regno Unito, i quali hanno le risorse e l'esperienza, oltre che l'opinione pubblica tutto sommato favorevole,per combattere vere battaglie con vere perdite; però sono oramai molti anni che questi potenti eserciti NON combattono battaglie puramente difensive, e credo che non sia più nel loro DNA-se posso usare questo termine- farlo

ma uno scenario del genere non comporta mica una guerra di trincea WWI style... si parla sempre di una difesa elastica e meccanizzata e non mi sembra che gli eserciti citati siano a digiuno di tattica operativa.

al più, si potrebbe congetturare circa un eccessiva diluizione della componente corazzata in tali eserciti... ma non è che i russi abbiano ancora millemila carri sulla soglia di Gorizia...

Modificato da vorthex
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che i paesi dell'Ex Patto di Varsavia "diffidino" della Russia è cosa nota.

La loro diffidenza è arrivata al punto di formare il Gruppo di Visegrád (sito ufficiale), formato da Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia ed Ungheria, con lo scopo di affrancarsi il più possibile dall'influenza russa per entrare nell'orbita occidentale (NATO, UE). Questo gruppo ha avuto alti e bassi, ma è tutt'ora esistente.

Di recente hanno anche considerato l'opportunità di una più stretta collaborazione in ambito militare Visegrad: A New European Military Force, però non sò dire se l'idea ha avuto seguito o meno.

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  • 4 settimane dopo...

NATO to Strengthen Ability to Act with Global Partners

 

NATO seeks to assume a more global perspective, play its part globally and strengthen its ability to act with partners around the globe, Secretary General Anders Fogh Rasmussen said in London yesterday.

In a speech at Chatham House, Rasmussen said forging closer links with partners in Asia, Africa and elsewhere is crucial to guaranteeing future security in the Euro-Atlantic area.

“Today we hold regular consultations with all our partners on security issues of common interest,” he said. “I would like to see those consultations become much more frequent, focused and substance driven.”

Rasmussen described the development of clusters of willing and able allies and partners ready to cooperate in specific areas. “I see these clusters being flexible enough to accommodate different groups of partners, yet focused enough to deliver concrete results,” he said, in areas such as training and education, emerging security challenges and “smart defense,” which is a NATO initiative based on allies and partners pooling and sharing capabilities, setting priorities and coordinating efforts.

 

e un'esercitazione CONCLUSA IN NORVEGIA L’ ESERCITAZIONE TRIAL UNIFIED VISION

Modificato da Andrea75
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  • 5 settimane dopo...

La NATO verso la sua terza mutazione

 

la prima era stata la sua vita nella Guerra Fredda, come strumento di dissuasione nucleare e convenzionale nei confronti del Patto di Varsavia. La sua seconda vita, nata quasi per caso sull’onda del bruciante insuccesso dell’ONU in Bosnia, vide la NATO diventare lo strumento di stabilizzazione delle maggiori crisi in Europa e in Asia.

...

Il Concetto Strategico del novembre 2010 è stato il primo passo nel delineare la nuova identità della NATO, più attenta ad assicurare non solo la difesa, ma anche la sicurezza collettiva – e questo concetto, iniziato dal precedente Segretario Generale, De Hoop Scheffer, è oggi indispensabile, data la crescente debolezza dei suoi membri.

Anzitutto, la NATO intende essere più prudente nella gestione delle crisi che la vedranno coinvolta solo “quando possibile e laddove necessario”. Ma il punto centrale è la riaffermazione dell’unico fattore di vantaggio che l’Occidente ancora possiede, la sua superiorità tecnologica, da perseguirsi collettivamente, in modo da far valere le sempre più scarse risorse economiche disponibili.

Infatti, questa consente quella ‘Dissuasione Tecnologica’ essenziale in un mondo sempre più multipolare, in cui la sicurezza dell’Occidente non sarà tanto messa in pericolo da azioni ostili, di tipo diretto e indiretto (le guerre asimmetriche), quanto da situazioni di contenzioso tra potenze emergenti, facili a degenerare in conflitti.

...

I due settori in cui è necessario perseguire e mantenere la nostra superiorità tecnologica sono la ‘Guerra Cibernetica’ e la ‘Difesa Antimissili Balistici’. Il primo è un campo in cui la NATO è attiva da tempo, avendo già contrastato numerosi attacchi, mentre il secondo è sempre più attuale, dato che in vari paesi queste armi relativamente semplici ma pericolose vengono sviluppate in numeri crescenti.

L’altro ruolo importante che il Concetto Strategico enfatizza, e che la NATO svolge già da vari anni, è quello di cooptare i paesi amici mediante i partenariati, che consentono anche a chi non voglia diventare membro a pieno titolo di cooperare nelle missioni sul campo, oltre ad avere accesso a capacità che altrimenti sarebbero precluse loro.

L’Alleanza si apre quindi sempre di più ai paesi amici dell’Occidente, e non solo a singole nazioni: la collaborazione con altre organizzazioni internazionali è diventata un vero e proprio fattore potenziale di successo, nel quale ogni organizzazione fornisce il meglio, favorendo una ‘Moltiplicazione di Potenza’ spesso decisiva

Modificato da Andrea75
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EH mi sa di no:

 

Infatti, questa consente quella ‘Dissuasione Tecnologica’ essenziale in un mondo sempre più multipolare, in cui la sicurezza dell’Occidente non sarà tanto messa in pericolo da azioni ostili, di tipo diretto e indiretto (le guerre asimmetriche), quanto da situazioni di contenzioso tra potenze emergenti, facili a degenerare in conflitti.

 

Quindi, la NATO fa fronte a tutto. Il gendarme del mondo, fantastico.

 

Quello che ci serve per farci 7 miliardi di nemici.

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