Vai al contenuto

AIM 120 AMRAAM


Unholy

Messaggi raccomandati

  • 9 mesi dopo...

Ho sentito dire che la versione venduta all' estero dello Slammer (e quindi anche in Italia) è meno avanzata di quella in dotazione all' USAF, sembra che anche il Mica sia migliore di questa versione "export".

Ne sapete niente??Gianni??

Link al commento
Condividi su altri siti

L'AMRAAM è una brutta bestia.

 

Tanto per rendere l'idea... dovete sapere che c'è un accordo tra americani-egiziani e israeliani in base al quale tutti i mezzi militari ceduti o venduti a Israele sono disponibili anche per l'Egitto, e viceversa.

La regola vale anche per gli altri paesi arabi amici degli USA, anche se non è scritta come per l'Egitto.

 

Alcuni anni fa (1993) Israele rifiutò di accettare l'AMRAAM, perchè non voleva che esso fosse reso disponibile ai paesi arabi, e si sviluppò il Derby per i fatti suoi.

Israele temeva che i suoi piloti avrebbero perso la loro superiorità qualitativa, se si fossero confrontati contro nemici dotati di AMRAAM.

In un certo senso, l'AMRAAM rendeva inutile la bravura dei piloti.

 

Successivamente Israele dovette cambiare posizione, perchè gli USA dissero chiaro e tondo che avrebbero venduto comunque gli AMRAAM agli altri paesi arabi, altrimenti F-15 ed F-16 senza AMRAAM non sarebbero stati comprati da nessuno.

 

In effetti, anche gli USA temono di dover affrontare velivoli armaticon AMRAAM, per cui hanno preso qualche precauzione.

 

Gli AMRAAM per l'esportazione sono ufficialmente identici a quelli americani, ma non è così.

 

In particolare il software degli AMRAAM americani disponde di piene capacità Home-on-the-jam (ossia, se il missile viene disturbato dalle ECM, si dirige contro la fonte delle ECM). Questa capacità è più limitata nei missili per esportazione.

 

Inoltre, il sistema software/hardware ECCM è diverso.

Gli americani si conservano la possibilità di "jammare" gli AMRAAM esportati, utilizzando appropriate ECM.

Solo gli USA possono riprogrammare le ECCM di un AMRAAM.

 

Detto questo, chiariamo un punto: l'AMRAAM esportato ha le stesse capacità di un AMRAAM americano. L'unica differenza è che gli americani, in caso di bisogno, possono "mandare in tilt" gli AMRAAM del nemico, mentre il nemico non può fare altrettanto con gli AMRAAM americani.

 

Il Mica non ha di queste limitazioni, la Francia esporta tutto senza preoccuparsi troppo di che fine fanno le proprie armi.

In ogni caso il Mica è un missile eccellente, paragonabile all'AMRAAM e sotto certi aspetti anche migliore.

Link al commento
Condividi su altri siti

AMRAAM (versione C)

 

Lunghezza: 3650 mm

Diametro: 178 mm

Peso: 160 kg

Velocità: Mach 4+

Portata massima effettiva: tra i 40 e i 70 km secondo le condizioni

Sistema di guida principale: inerziale + radar attivo

Testata: 20,5 kg HE

 

 

MICA

Lunghezza: 3100 mm

Diametro: 165 mm

Peso: 112 kg

Velocità: Mach 4+

Portata massima effettiva: tra i 30 e i 60 km secondo le condizioni

Sistema di guida principale: inerziale + radar attivo / oppure IR

Testata: 12 kg HE

 

 

Questi dati sono un po' approssimativi, specialmente per quanto riguarda la portata effettiva, che è un dato che dipende da moltissime variabili.

In effetti c'è ragione di ritenere che la portata massima di 60 km indicata per il MICA sia un tantino "gonfiata", attestandosi su valori più accettabili, intorno ai 45 km.

 

Ma quello che la tabella mostra chiaramente, è che l'AMRAAM è un missile molto più pesante del MICA.

L'AMRAAM è un missile destinato a sostituire lo Sparrow, mantenendone la compatibilità aerodinamica con i relativi alloggiamenti.

 

Al contrario, il MICA è un missile molto più leggero: i suoi 112 kg di peso gli consentono di prendere tranquillamente il posto occupato da un Sidewinder su una rotaia di lancio.

 

L'AMRAAM è un missile destinato a coprire il medio raggio dell'intercettazione, mentre il MICA è un missile tuttofare, concepito per coprire sia il corto raggio che il medio.

 

Va dato atto che i francesi sono riusciti a realizzare un missile con prestazioni da medio raggio, contenendo pesi e dimensioni a livello di un missile da corto raggio.

 

Per ottenere questo risultato, i francesi hanno sacrificato la testata bellica (solo 12 kg) e la portata (che è di un 20-30 % inferiore all'AMRAAM).

 

In compenso, il MICA è disponibile sia in versione Radar che IR, e questo è un bel vantaggio in termini di costi di gestione.

 

In conclusione: il MICA è un bel missile multiruolo, valido per il corto raggio e per il medio raggio, disponibile in versioni IR e Radar.

 

Come però capita spesso, quando si vuole ottenere un sistema multiruolo, si finisce per realizzare un sistema che funziona bene in diversi ambiti operativi, ma non eccelle in nessuno.

Il MICA è meno prestante dell'AMRAAM nel medio raggio, ed è meno prestante dell'AIM-9X nel corto raggio, ma può fare comunque tutte e due le cose.

 

Secondo me è un ottimo missile, specialmente se la parte elettronica si rivelerà all'altezza delle promesse (i missili aria-aria francesi hanno avuto in passato molti problemi di affidabilità delle componenti elettroniche), visto che il suo sensore è utilizzato anche dal sistema SAM ASTER.

 

Tenuto conto che i missili a medio raggio e guida radar trovano seri limiti nel contrasto delle piattaforme Stealth, la versione IR del MICA consente di colmare in parte questa lacuna.

Link al commento
Condividi su altri siti

Sì, come tutti i missili a guida autonoma (radar attivo, IR) sia l'AMRAAM che il MICA possono essere montati con estrema facilità su qualsiasi aereo.

 

Chiaramente però, in questi casi non si sfruttano al massimo le potenzialità del missile.

Per sfruttarle appieno, occorre integrare il radar ed il computer di bordo con il missile, e questo richiede un po' di tempo (e denaro) in più.

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 3 anni dopo...
Ospite intruder

Sistema di difesa aerea NASAMS per la Finlandia

 

nasams.jpg

 

www.difesanews.it

 

 

 

Il Ministero della Difesa finlandese ha selezionato il National Advanced Surface-to-Air Missile System (NASAMS), piattaforma antiaerea a corto-medio raggio basata sul missile SL-AMRAAM prodotta da Raytheon e Kongsberg, per il programma Medium Range Air Defense Missile System (MRADMS). Il contratto, del valore di 344 milioni euro, prevede la partecipazione dell’industria finlandese alla realizzazione del sistema nella versione aggiornata (NASAMS II) con opportunità di cooperazione con l’altro cliente nordico, la Norvegia, per una possibile comunanza logistica e operativa ed una possibile sua evoluzione.

 

Il missile AIM-120 AMRAAM lanciato da superficie viene guidato sul bersaglio dal radar 3D MPQ-64F2 di Raytheon e lo individua nella fase finale grazie al suo seeker radar attivo. I radar di scoperta a terra si interfacciano con i centri di elaborazione per la risposta di fuoco FDC (Fire Distribution Centre) che inseriti in ambiente network centrico via radio data links creano una raffigurazione real-time dello scenario di combattimento, provvedendo all’inseguimento, identificazione, triangolazione, valutazione della minaccia e assegnazione del missile. Il loro sistema di controllo delle emissioni minimizza il rischio di individuazione delle postazioni di lancio.

 

La Royal Norwegian Air Force (RNoAF) è stato il cliente di lancio del sistema NASAMS, che ha raggiunto la FOC (Full Operational Capability) nel 1998. L’esercito spagnolo ha acquistato 4 sistemi NASAMS nel 2003, operativi anche nelle forze armate di Olanda e USA.

Modificato da intruder
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 1 anno dopo...

Ho letto che questo missile è stato adattato per entrare nella stiva del Raptor riducendo l'area delle superfici di comando. Vorrei sapere se questa modifica ha avuto ripercussioni negative sulle prestazioni del missile e come queste siano state eventualmente corrette.

Grazie!

 

P.S. a quando la scheda tecnica in home page? :lol:

Link al commento
Condividi su altri siti

La riduzione delle superfici di controllo di un missile aria-aria comporta vantaggi e svantaggi. Si è sempre detto che missili come l’AIM-54 Phoenix possiedano ottima manovrabilità anche alle massime portate, proprio grazie alle generose superfici di cui dispongono. L’inerzia di un missile di quasi mezza tonnellata lanciato ad oltre Mach 3 le rende necessarie. Ma comporta anche una elevata resistenza aerodinamica: solo la rapida salita verso le altissime quote permette di conservare l’energia a lungo. Ogni missile è propulso per un tempo limitato. Oltrepassato il quale, procede per inerzia. E’ interessante un confronto tra l’R-77 russo e l’AIM-120C americano. Si sostiene che il missile russo vanti una agilità superiore. Merito delle alette “a griglia” posteriori fonte, però, di una notevolissima resistenza, tale da ridurre considerevolmente il raggio operativo alle quote basse e medie. Un altro esempio è il MICA francese le cui prestazioni in fatto di portata effettiva sono fonte di discussione. Il missile americano, ad alette ridotte, mantiene più a lungo l’energia e non richiede, durante il percorso, manovre eccessivamente violente perchè adotta profili di volo a risparmio energetico. In fase di attacco è probabilmente più veloce dei concorrenti anche se meno manovrabile. Il nuovo AIM-120D sembra sia in grado di gestire in modo differente la fase propulsiva, preservando una parte del propellente per “ri-energizzare” il missile prima dell’impatto. L’adozione di missili a stabilità rilassata e corpo portante permetterebbe l’abolizione totale delle alette ed uno stivaggio ancor più compatto, essenziale per i velivoli Stealth. E senza penalizzazioni in fatto di capacità manovriere terminali, esaltate anzi da sistemi di vettoramento della spinta. Questo è probabilmente il futuro delle armi a medio raggio.

 

P.S.: la scheda tecnica dell’AIM-120 è in lenta, lenta lavorazione…

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 1 anno dopo...

Certo di farvi cosa gradita, vi annuncio la prossima pubblicazione della tanto attesa scheda sull'AIM-120.

Attesa molto gradita ...grazie Gian

Poi un consiglio: farne della discussione attuale trasformarla in ufficiale

Modificato da matteo16
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 4 settimane dopo...

Hughes AIM-120 AMRAAM (Slammer)

 

dxirfb.jpg

 

La guerra del Vietnam aveva drammaticamente posto in evidenza l’inadeguatezza del missile AIM-7 Sparrow. Il sistema di guida a radar semiattivo, in particolare, imponeva al caccia di tenere puntato il radar del velivolo per la guida del missile fino all’impatto col bersaglio, restando entro la portata di fuoco del nemico e rendendo difficile una manovra evasiva. I nuovi caccia F-14 ed F-15 erano dotati di radar con capacità multibersaglio ma l’adozione dello stesso tipo di missile non permetteva di sfruttarne le capacità. Le esercitazioni ACEVAL e Red Flag avevano dimostrato che aerei superati come gli F-5, impiegati con tattiche adeguate ed armati con missili AIM-9L ad autoguida infrarossa, avrebbero potuto prevalere contro i costosi intercettori costretti ad attaccare con missili a medio raggio semiattivi. Armato con missili a guida radar attiva un solo F-15 avrebbe potuto impegnare molti F-5 e disimpegnarsi in tempo. La strada era già stata percorsa molti anni prima col prototipo dell’AIM-7B Sparrow II (e prima ancora con l’AAM-N-4 Oriole). Ma il missile non si era dimostrato soddisfacente, la tecnologia a valvole non permetteva l’attesa rivoluzione.

 

Nel 1975 sono iniziati gli studi per il progetto AMRAAM (Advanced Medium Range Air to Air Missile) ed è stato impostato il Joint Service Operational Requirement da parte del Dipartimento della Difesa americano. Nel 1976 cinque ditte vengono coinvolte nel progetto: Ford Aerospace, General Dynamics, Hughes, Raytheon e Motorola/Northrop. La specifica richiedeva un missile più affidabile, manovrabile, veloce e preciso dell’AIM-7, in grado di unire alla leggerezza le capacità di guida del molto più pesante e costoso AIM-54 Phoenix, consentendo l’attacco multibersaglio, anche contro velivoli a bassa quota. Erano attesi miglioramenti in tutti i settori: nel motore, nella spoletta, nella testata e nelle ECCM. Il peso richiesto, di soli 91 kg, si era rivelato troppo limitato, obbligando ad elevarlo a 148 kg. L’entrata in servizio era prevista, ottimisticamente, per il 1985.

 

Nel 1978 è terminata la fase concettuale con la scelta dei due finalisti, Raytheon e Hughes. Il missile Raytheon disponeva delle sole superfici di governo posteriori e “body lift”, al contrario della più convenzionale configurazione della Hughes comprendente anche alette fisse a metà corpo. Durante la fase di sviluppo, due anni dopo, la Raytheon non è riuscita a rispettare la specifica sulla potenza del sensore e ha perso la competizione. Nel frattempo, nel 1980, era stato siglato un accordo tra Stati Uniti, Germania e Regno Unito per i futuri missili aria-aria della NATO. Gli Stati Uniti erano responsabili per l’AMRAAM , gli europei per l’ASRAAM.

 

1530i86.jpg

 

Nel 1981 è stato firmato il contratto per la fase di sviluppo, della durata di quattro anni. E sono iniziati i test a fuoco sugli F-15, F-16 ed F-18. Sono stati necessari, però, altri sette anni di continue modifiche. Il prezzo originale di 200000$ per la prima serie aveva intanto raggiunto quasi il milione di $, portando nel 1986 al rischio di cancellazione. Solo nel 1987 sono stati consegnati i primi 200 esemplari YAIM-120A per i test finali ad Eglin, White Sands e Point Mugu.

 

La necessità di adottare il missile sugli F-16, richiesta dalla General Dynamics, ha imposto una cellula leggera. Questa ha richiesto la progettazione da zero di componenti elettronici “compatti” (VLSI MMIC), ritardando l’adozione del missile causa inaffidabilità del software e creando un pericoloso “buco temporale”. Fino al 1986 non si è provato il missile in ambiente ECM, e le prove sono slittate al 1989. Nel primo test „chiave” i 4 AIM-120 lanciati da un F-15 hanno mancato i bersagli. L’anno dopo, corretto il software, a White Sands il test è stato superato colpendo 4 drone QF-100 contromanovranti difesi da chaff ed ECM. In un secondo test, due F-16 hanno abbattuto 4 bersagli.

 

nqr4ty.jpg

 

2qxz3w4.png

 

L’AIM-120 ha raggiunto l’IOC alla fine del 1991 sugli F-15 e l’anno dopo sugli F-16. Fino al 1992 il missile aveva ottenuto 183 centri su 218 lanci (84%). Al tempo dell’operazione Desert Storm era in distribuzione ai reparti. 52 missili sono stati inviati negli ultimi nove giorni ma il missile non ha trovato impiego. La produzione è partita in grande serie nel 1992 con i primi 800 pezzi, con la Raytheon come produttore secondario. La Marina ha ricevuto i primi missili nello stesso anno ma problemi di integrazione sugli F-18 ne hanno ritardato l’adozione alla fine del 1993.

 

k27bo.jpg

 

2qcf3u8.jpg

 

L’AIM-120A non ha mai ricevuto un nome ufficiale, ma è soprannominato “Slammer”. E’ di struttura convenzionale. Lungo 3,66 metri, ha un diametro di 18 cm, una apertura alare di 63,5 cm alle pinne di controllo in coda e 54 cm alle alette fisse. Pesa 151 kg, rispetto ai 148 kg dei prototipi. Il motore bistadio a propellente solido è un Hercules o un Aerojet WPU-6/B a bassa emissione di fumo (HTPB: hidroxyl terminated-polibutadiene). Pesa 70 kg con 49 kg di propellente. Il booster ha una durata di combustione di 4 secondi con una spinta stimata in 2000 kg, poco meno di quella dello Sparrow, ma l’impulso è applicato ad una cellula più leggera. A questo segue il sostentatore con una durata stimata in 6 secondi. Il risultato è una velocità massima di 3 Mach oltre quella di lancio, che porta la punta massima a 4-4,5 Mach. L’autonomia è variabile da un minimo di 500 metri (non sono attendibili i 2 km spesso riportati) ad un massimo dipendente dalla quota e velocità di lancio, dall’aspetto del bersaglio ecc. La distanza di lancio, in condizioni ottimali può arrivare a 70 km che salgono a oltre 100 con un lancio ad altissima quota e 1,5 Mach contro un velivolo in avvicinamento frontale. Portate “balistiche”di questo tipo non hanno significato operativo. Il raggio d’azione efficace è di 30-35 km, 50 con minore probabilità di colpire. Ancor più importante è la “zona senza scampo” (NEZ) indicata mediamente in 18,5 km. La portata contro un obbiettivo in fuga è di 20 km a grande altezza ma può ridursi a soli 5 km a bassa quota. Le quattro batterie al litio-alluminio assicurano la guida anche alla massima portata. La manovrabilità è eccellente, garantita dall’unità WCU-11/B. L’AIM-120 ha dimostrato di poter sopportare 28G, con un limite stimato in 35G. Le alette di controllo in coda (nell’AIM-7 erano centrali) migliorano la manovrabilità nella fase finale di attacco, anche contro bersagli in manovra a 9G. Il missile presenta diversi sistemi di sicurezza contro le esplosioni accidentali o gli impatti (Insensitive Munitions Requirements).

 

mhrq4g.jpg

 

eapgli.gif

 

L’inviluppo di tiro dell’AIM-120 secondo uno schema di fonte russa.

 

1zdr9es.gif

 

AMRAAM è stato provato contro bersagli contromanovranti, ad ogni velocità e quota, anche in presenza di intense ECM. Ha distrutto bersagli a soli 10 metri di quota ed eseguito attacchi look down/shoot down da 5000 metri di quota, superando le specifiche.

 

Nei tiri a corto raggio l’AIM-120 viene lanciato in modalità “boresight”, con aggancio prima del lancio (LOBL-Lock-On Before Launch). Il radar di bordo si attiva immediatamente attaccando il primo bersaglio rilevato (Maddog). In questo caso l’attacco è “fire and forget” e il lanciatore può subito disimpegnarsi.

 

Oltre il raggio visivo, qualora l’ingaggio sia difficoltoso o non sia possibile l’aggiornamento dati (Mid Course Update), il missile si affida al solo sistema inerziale, senza aggiornamento della posizione del bersaglio, per poi attivare il radar ed autoguidarsi (inertial/active terminal). Il raggio efficace è minore e la probabilità di colpire cala notevolmente, perchè il bersaglio manovrando può uscire dal ”basket”. I Tornado F.3 inizialmente mancavano di un data-link. Le prestazioni dell’AIM-120 senza aggiornamento dati sono risultate inferiori a quelle del più vecchio Skyflash.

 

Nei tiri a medio raggio viene lanciato in modalità “slave”. La guida intermedia è “command/inertial”. Il missile sfrutta la fase boost per salire a quota più elevata (traiettoria loft). La navigazione è proporzionale modificata: il missile si dirige sul punto futuro (lead pursuit). Il sistema radar Pulse-Doppler di controllo del fuoco sul caccia può operare in modalità multibersaglio TWS (non rilevabile da molti RWR). I dati di posizione sono inviati all’unità inerziale sul missile prima del lancio e via data-link, tramite il ricevitore in coda, durante il volo, con brevi treni di impulsi (1-2 secondi). Il computer calcola e visualizza la distanza utile di tiro e la probabilità di colpire da 0 a 100. E mostra con un contasecondi il tempo approssimativo fino al punto in cui il bersaglio entra nel “basket”di acquisizione del sensore, il passaggio alla fase attiva di autoguida (pitbull) ed il momento stimato dell’impatto. In fase terminale l’AIM-120 prosegue in inerziale fino al raggio di “lock-on”, attiva il sensore e si autoguida fino all’impatto, consentendo al caccia di allontanarsi. Non è chiaro se lo Slammer disponga di IFF: le fonti discordano. Ma i tiri a lungo raggio “ciechi” sono apertamente sconsigliati per il rischio di “fuoco fratricida”.

 

In caso di disturbo radar è possibile passare all’autoguida sulla sorgente del disturbo, fino al punto di “burn through”. Se anche il radar del lanciatore è pesantemente disturbato è possibile la guida HOJ (home on jam) fin dall’inizio, con minor precisione (pure pursuit).

 

 

Il sistema di guida WGU-16/B è dotato di una unità di riferimento inerziale (IRU) strapdown LN-201, un congegno di rilevazione bersaglio TDD (Target Detection Device) ed un radar attivo Hughes Pulse Doppler monoimpulso da 300 watt di potenza media in banda I (8-10 GHz), con ridotti lobi laterali, ottime doti EP (Electronic Protection) ed una portata stimata tra i 12 e i 18 km a seconda della RCS del bersaglio. Il settore di scansione è di +/-25°. Il sensore utilizza un TWT non raffreddato. Il processore del ricevitore, da soli 30 MHz, è unito all’antenna planare, migliorando la sensibilità ed eliminando le perdite di segnale ed i ritardi comuni nei ricevitori convenzionali. L’uso del TWT è dovuto all’impossibilità dei transistor di affrontare il forte stress termico. Il radar è in grado di rilevare e filtrare bersagli nel clutter e contrastare il jamming. Utilizza algoritmi sviluppati per l’AIM-54C Phoenix, in grado di mettere fuori gioco le “beaming maneuver” che provocano break-lock modificando il segnale Doppler e l’intensità (scintillazione).

 

xen15i.jpg

 

Il radar può variare la frequenza di ripetizione degli impulsi a seconda della distanza, dell’aspetto e della quota del bersaglio. Nella fase iniziale opera in HPRF (high pulse repetition frequency) per agganciare il bersaglio (Cheapshot) o contro bersagli ad alta quota. Passa all’MPRF (medium pulse repetition frequency) a corto raggio (Pitbull) o contro bersagli a bassa quota, fornendo dati di inseguimento migliori e superiore rifiuto di falsi bersagli. Una volta “agganciato” l’obbiettivo, chaff e jammer sono inutili. Non restano che pochi secondi (10-15) per tentare una manovra evasiva. Solo una civetta rimorchiata può, presumibilmente, distrarre il missile.

 

La spoletta radar attiva di prossimità (10 m di portata) FZU-49/B Mk3 o quella ad impatto innescano la testata ABF pre-frammentata anulare ATK WDU-33/B Chamberlain di 21,8 kg con 198 cubi d’acciaio. E’efficace entro un raggio di 12-15 metri. Ma è poco adatta contro piccoli bersagli come i cruise.

 

Rispetto ai concorrenti, lo “Slammer” è meno agile ma ha una resistenza aerodinamica minore, una velocità media più elevata e conserva più a lungo l’energia.

 

Un difetto è che l’AIM-120A non è riprogrammabile. Richiede la sostituzione dell’hardware per la modifica del software. Si è riscontrato un tempo eccessivo di lancio. Ed è sensibile all’umidità, obbligando ad ottime condizioni di immagazzinamento. Dispone comunque di un sistema di autodiagnosi (Built-in Test) per verificare l’arma prima del trasporto e del lancio.

 

AMRAAM è molto affidabile: il tempo medio teorico tra i guasti (MTBF) è di 1500 ore. La vita utile è mediamente di 350-400 ore di volo, ma dipende dalla piattaforma. Nel caso degli F-18E e dei Sea Harrier è stimata di sole 50 ore a causa delle vibrazioni. Sugli F-16 si sono raggiunte le 600-700 ore. Il missile arma gli F-4, F-15, F-16, F-18, F-22, F-35, AV-8B +, EF-2000, JA-37, JAS-39, Tornado F.3 e Sea Harrier FA2. A suo tempo è stato provato, ma non adottato, sugli F-14 ed F-20. E’ compatibile con gli F-5S. Una sua applicazione sui Mirage 2000-5 e sui Rafale non ha avuto seguito. E’ stato proposto per armare gli Hawk 200 e persino i B-1 ed i B-52. Tre nuovi binari di lancio sono stati introdotti : Il LAU-127A/A per gli F-18, il LAU-128A/A per gli F-15 e il LAU-129A/A sugli F-16. Mantengono la compatibilità con gli AIM-9. E consentono di portare fino ad 8-10 missili a guida radar. L’AIM-120A è stato prodotto dal 1988 al 1994 in 5150 pezzi.

Modificato da Gian Vito
Link al commento
Condividi su altri siti

Grande Gian ottimo lavoro!!quando ho tempo me la leggo con calma :okok:

Ma poi la posti sul sito??

 

L'articolo finirà sul sito. L'avevo già inviato molte settimane fa ma l'amministratore in questo periodo è impegnatissimo, mi ha così consigliato di postarlo intanto sul forum.

 

Così vi anticipo che, appena si libera, vedrete anche un nuovo articolo sull'ALQ-131 da disturbo radar e sui pod serie BOZ-100 in dotazione ai Tornado.

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...