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A Grosseto, tra i "poliziotti del cielo" a bordo dell'Eurofighter Typhoon


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http://www.repubblica.it/cronaca/2010/05/13/news/a_grosseto_tra_i_poliziotti_del_cielo_a_bordo_dell_eurofighter_typhoon-4035568/

 

IL REPORTAGE

A Grosseto, tra i "poliziotti del cielo"

a bordo dell'Eurofighter Typhoon

dal nostro inviato CARLO CIAVONI

 

GROSSETO - Achille Cazzaniga da un paio d'anni comanda il 4° Stormo dell'Aeronautica Militare, il reparto di caccia intercettori Eurofighter addetto alla sorveglianza dei confini aerei italiani, oltre che di Slovenia, Croazia, Albania e Ungheria. Un anno fa gli capitò di trascorrere la settimana probabilmente più concitata della sua carriera di giovane colonnello (ha 43 anni) responsabile di questo gruppo d'eccellenza di "poliziotti del cielio", tra i reparti d'élite delle forze Nato.

 

I 150 esaminatori. Quei sette giorni di fuoco arrivarono al culmine di sei mesi di duro addestramento, perché lo storico Stormo di Grosseto, nato 79 anni fa, venne rovesciato come un calzino e sottoposto al "ForceVal", la prova di valutazione di 150 ufficiali e sottufficiali, arrivati a Grosseto da diversi paesi del Patto Atlantico. Obiettivo: la certificazione di Forza-Nato di pronto intervento.

 

Venne simulato di tutto. Invasioni dello spazio aereo italiano ed europeo, per verificare i tempi di reazione dei giovanissimi piloti di Eurofighter. Fu incendiato il bunker del comando delle operazioni, per verificare in quanto tempo gli ufficiali alla guida delle operazioni avrebbero saputo riorganizzare il centro nevralgico di coordinamento in un bunker alternativo. Come non bastasse, si crearono le condizioni di un attacco con armi chimiche, impegnando così altre forze altamente specializzate nel contrasto per questo genere di offesa, oltre agli artificieri e alle unità cinofile anti esplosivo, che peraltro vengono addestrate proprio qui, al 4° Stormo.

 

Insomma un via vai convulso di decolli e atterraggi degli Eurofighter Typhoon di ultima generazione, un continuo spostarsi da un luogo ad un altro dell'aeroporto, senza neanche un attimo di respiro, sia di giorno che in qualsiasi ora della notte. Per sette giorni consecutivi. Un inferno.

 

Pronti allo "Scramble" 24 ore. Una volta partiti i valutatori e ad esame brillantemente superato, i "poliziotti" supersonici, che pilotano macchine da 30 milioni di euro l'una, hanno ripreso la vita di sempre, con i loro turni d'allarme di 24 ore, sempre pronti allo "Scramble", cioè la partenza rapida, l'"arrampicata" per rincorrere qualche velivolo non identificato o inidentificabile, che sconfina lo spazio aereo italiano e non solo.

 

"Ogni anno facciamo una decina di "scramble", dice Moris Ghiadoni, giovane maggiore di turno nella palazzina dell'allarme, già vestito con la tuta anti-G, un indumento che attenua gli effetti delle forti accelerazioni cui ci si sottopone a bordo dell'Eurofighter. "Nell'attesa di un possibile allarme - aggiunge - non è obbligatorio indossare questa tuta, ma io la metto lo stesso, così almeno se devo partire guadagno qualche secondo".

 

Il ritmo degli allarmi si è decisamente attenuato, dopo il gran lavoro che spettò a questo reparto soprattutto dopo l'11 settembre di nove anni fa, quando la sorveglianza degli spazi aerei di tutto il mondo occidentale divenne addirittura frenetica.

 

4 tonnellate di kerosene l'ora. "Scramble" in diminuzione, dunque, un fatto che probabilmente tranquillizza il ministro dell'Economia Tremonti, dal momento che ogni ora di volo dell'Eurofighter Typhoon costa circa 4 tonnellate di kerosene arricchito. Se poi si considera che che ogni tonnellata costa circa 800 euro... Il fatto è che appare forse un po' ozioso chiedersi se si tratti di denaro pubblico ben speso oppure no. Si tratta, infatti, di costi impossibili da eliminare, tenuto conto del contesto internazionale del quale l'Italia fa parte e nel quale ha accettato la condivisione della responsabilità nella difesa e nella gestione quotidiana della sicurezza.

 

La giornata-tipo. I giorni al 4° Stormo hanno un andamento diverso, a seconda del luogo dove si opera. L'edificio che ospita i piloti "combact ready", gli intercettori pronti al decollo, si trova a fianco degli hangar corazzati e mimetizzati che ospitano gli Eurofighter. Qui, il giorno e la notte sono sostanzialmente uguali. Si aspetta e basta. Si è in attesa che dal centro di controllo della Nato di Poggio Renatico (Ferrara) parta l'allarme per una sospetta presenza di aerei sconosciuti nello spazio aereo italiano o di uno dei paesi sotto il controllo italiano.

 

Al contrario, nella palazzina dei "frequentatori", cioè dei piloti già formati in altri reparti, ma non ancora "combact ready", la vita scorre molto diversamente. Qui comanda il maggiore Filippo Monti, responsabile dell'addestramento di questi ragazzi, sottoposti a prove durissime, durante ben 58 missioni prima di essere messi nei turni di allarme. Sono tutti giovanissimi: 25, massimo 30 anni, con il grado di tenente o capitano e tutti provenienti da altre severe selezioni, cominciate fin dall'ingresso in Accademia.

 

L'ordine che non si vorrebbe mai ricevere. Volano ogni giorno, in missioni simulate, che vedono anche due, tre aerei alla volta, impegnati in intercettazioni e inseguimenti, che servono per insegnare ai futuri piloti "combact" tutti i segreti di un mestiere difficile, che pretende un'altissima preparazione tecnica e psicofisica, oltre che un'estrema solidità etico-morale, per le gravissime responsabilità che si è chiamati ad assumere. "In volo - dice il maggiore Ghiadoni - può capitare di tutto. C'è il caso di un semplice controllo, da effettuare sul velivolo sospetto, magari restando alle spalle, senza farsi neanche vedere. Fino all'estremo e malaugurato caso, che tutti sappiamo purtroppo possibile, in cui ci si trovi nella condizione di ricevere l'ordine di usare le armi per abbattere un aereo, anche con passeggeri civili, che mostri inequivocabili intenzioni di offendere il territorio italiano".

 

La catena di comando. L'ordine eventuale di eliminare un velivolo in rotta di collisione su obiettivi civili, spetta all'autorità politica. Al ministero della Difesa c'è sempre un sottosegretario reperibile, di turno, con l'incarico di autorizzare, in casi estremi, la pressione sul pulsante della cloche dell'Eurofighter, che espelle il missile aria-aria.

 

Aumentano le responsabilità. Ma quella settimana di un anno fa, costata tanto sacrificio e tanto lavoro, per il comandante Cazzaniga e i suoi uomini del 4° Stormo - in tutto circa 1.100 uomini - dal prossimo luglio finirà per aumentare il lavoro e le responsabilità. Infatti, il riconoscimento di NRF (Nato Reaction Force - Forza di Reazione Rapida) impegnerà l'intera struttura in eventuali operazione, che vanno al di là del controllo dello spazio aereo. Le situazioni di crisi potenziali sono molte, come è noto, ed è proprio guardando in quelle direzioni che una forza ad alta prontezza operativa è chiamata ad intervenire, naturalmente assieme a simili reparti d'élite di terra e di mare della Nato.

 

 

 

 

(13 maggio 2010)

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