Vai al contenuto

Nuova Guerra Fredda in arrivo?


W L'ITALIA

Messaggi raccomandati

I Cinesi patriottici hanno dunque voglia di guerra? Egoisticamente,per noi sarebbe forseun fatto non troppo negativo,le importazioni dalla Cina diminuirebbero e le nostre industrie avrebbero dei benefici,se i nostri competitori si indebolissero in una guerra inutile.Se poi degli aerei andassero perduti, ci sarebbe spazio perchè i contendenti ne ordinino di nuovi,ridando fiato all'industria aeronautica.Fra i due litiganti asiatici,noi staremmo placidi come dei pascià,sempre che non si vada verso l'opzione nucleare

Link al commento
Condividi su altri siti

Egoisticamente,per noi sarebbe forse un fatto non troppo negativo,le importazioni dalla Cina diminuirebbero e le nostre industrie avrebbero dei benefici,se i nostri competitori si indebolissero in una guerra inutile

 

Scusa Simone ma se già un "piccolo" terremoto in Giappone ha bloccato le linee di produzione occidentali perché i giapponesi erano gli unici produttori di alcuni prodotti o componenti essenziali per l'industria pensa un conflitto che coinvolgerebbe i giapponesi e i cinesi con i coreani come terza parte incolpevole che danni creerebbe all'occidente; altro che benefici con tutta l'industria elettronica e automobilistica bloccata, l'aumento del costo delle materie prime (petrolio in primis) e i capitali in borsa che si trasformano in carta straccia.

 

"Se Atene piange, Sparta non ride" :ph34r:

Link al commento
Condividi su altri siti

un conflitto seppur localizzato in quei 4 scogli, sarebbe un disastro economico per tutti e più per i cinesi...meglio non accada.

Comunque il giappone credo si stia muovendo seguendo una tattica ben precisa per destabilizzare la cina in un momento delicatissimo come questa fase di transizione.

Dopo aver fatto fuori BoXilai, molto amato dai neomaisti e nelle campagne,la dirigenza si trova a fronteggiare questa situazione dove la popolazione si aspetta ua reazione che sarebbe stata nel carattere e nella politica di Bo.... e il rischio è che le fazioni fedeli all'ormai deposto leader, possano acquistare credito è elevato.

Link al commento
Condividi su altri siti

Segnalo questo paper The West and Global Swing States che parla del ruolo di alcuni paesi emergenti (Brasile, India, Indonesia e Turchia) nella geopolitica globale

 

Segnalo un altro paper che analizza Developments in and Obstacles to the US Pivot to Asia: What Alternatives for Europe?, proponendo una chiave di lettura per l'Europa

 

Undoubtedly, the US’s Asia pivot has important implications for Europe, not only at the military but also at the political level. As previously stated, the Old Continent is no longer a top priority for the United States, even though this does not imply Washington’s full disengagement or the end of transatlantic relations. Rather, the current shift should be seen as a defining moment for the Common Security and Defense Policy (CSDP), which could induce EU member states to find innovative solutions and rethink the EU’s level of ambition as a security provider.
Modificato da Andrea75
Link al commento
Condividi su altri siti

Segnalo una 'evoluzione' nel concetto di difesa del Giappone partita da qui NATIONAL DEFENSE PROGRAM GUIDELINES e Mid-Term Defense Program (FY2011-FY2015)

 

e questa analisi Japanese Defense and Security Policy and the “National Defense Program Guidelines” (NDPG): Radical Changes or Business as Usual?

 

Japan’s December 2010 defense guidelines are aimed at equipping Japan’s “Self-Defense Forces” (SDF - “jietai” in Japanese) with the capabilities and equipment to react to crisis scenarios going beyond the defense of Japanese territory on the Japanese mainland (e.g. in Japanese-controlled territories in the East China Sea, i.e. the Senkaku Islands, subject to a territorial dispute with China). The 2010 NDPG stipulate the re-location of defense capabilities and troops from the northern toward the southern part of the country, including to the southern island chains in relative vicinity to Mainland China and Taiwan. The re-location of Japan’s armed forces from the northern to the southern parts of the country is motivated by Beijing’s fast military modernization, its increasingly regular intrusion into Japanese-controlled territories in the East China Sea, and Beijing’s overall assertive and indeed aggressive and policies related to territorial claims in the East China and South China Seas. .

Japan’s defense and military policies, however, will continue to remain strictly defensive in nature, i.e. the guidelines do not foresee ...

...

From “Static” to “Dynamic” Armed Forces

...

Of concern to Japan’s defense planners are also Beijing’s plans to build and deploy an aircraft carrier battle-group which is feared could become part of Beijing’s so-called “anti-access strategy”, i.e. the strategy of blocking East Asian sea lanes of communication aimed above all at reducing Washington’s ability to project military naval power in the region in the case of a military contingency. As counterstrategy, Tokyo plans to deploy five additional submarines off its coastal waters while at the same time increasing its overall number of Japanese submarines from 16 to 22. The submarines’ main task will be to strengthen the defense of Japan’s sea lanes of communication, its coastline amounting to 29.800 km and the country’s enormous maritime “Exclusive Economic Zone” (EEZ) amounting to roughly 4.5 million square kilometers.

...

Not Revising the “Non-Nuclear Principles”

Japan’s new defense guidelines do not revise Japan’s “Non-Nuclear Principles”. The principles are a parliamentary resolution that served as the basis for Japan’s nuclear policies since their inception in the late 1960s. The principles state that “Japan shall neither possess nor manufacture nuclear weapons nor shall it permit their introduction into Japanese territory”

Link al commento
Condividi su altri siti

Oggi è stata una giornata, tutto sommato, tranquilla-almeno fino ad ora- tanto da far pensare che questa crisi esacerbatasi quasi all'improvviso si stia raffreddando. E' possibile che la forte attività diplomatica di questi giorni sia stata efficace nel calmare gli ardori di chi voleva una soluzione non di compromesso, oppure la dirigenza cinese ha fatto i suoi calcoli e non se l'è sentita di alzare i toni dello scontro.

A mio modo di vedere, comunque andrà a finire questa vicenda, è importante notare che la popolazione cinese, almeno il "campione" conosciuto da Nik 978, non è contro la guerra, mentre da noi in Europa ci sarebbero state manifestazioni sì, ma contro un'eventuale scontro armato, non a favore dell'occupazione militare delle isole contese, per cui viene da pensare che nel prossimo futuro la Cina non troverebbe molta opposizione interna, qualora iniziasse una politica estera molto aggressiva. Non voglio certo giocare a fare l'analista,però sappiamo che tutti i governi, anche quelli autoritari, ci pensano su molte volte prima di scontrarsi con un altro Paese se la popolazione è contraria,ragione per cui mi aspetto una Cina decisamente aggressiva nel futuro prossimo

Link al commento
Condividi su altri siti

Chiedo scusa per il mio post solo poche ore dopo il precedente,ma mi sono imbattuto in un'iniziativa davvero incredibile; un team di dirigenti di una grande concessionaria di automobili tedesche di prestigio si è fatto riprendere, ed ha mandato a diverse emittenti il video, davanti ad uno striscione su cui ci sarebbe scritto :

 

Noi uccideremo fino all'ultimo Giapponese,anche se ciò comporterà la morte di molti dei nostri. Nemmeno la povertà ci farà desistere dal rivendicare le isole Diaoyu

 

La casa costruttrice di automobili si è dissociata da questa pazzesca iniziativa, dico pazzesca perchè getta benzina sul fuoco e fa pensare che da quelle parti ci siano persone pericolosamente fanatiche. E' stato infatti emanato un comunicato-pare per proteste da parte giapponese- in cui si afferma che le opinioni dei lavoratori cinesi ripresi nel video non sono necessariamente quelle dell'azienda come tale.

Sarebbe oltremodo interessante se Nick978,che vive lì e ci ha dato preziosi informazioni su quello che capita da quelle parti potrsse confermare se la traduzione è più o meno corretta e se questo spot è davvero trasmesso (spero di no).

Il video è su Youtube con

 

Modificato da Simone
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 settimane dopo...

Oggi è stata una giornata, tutto sommato, tranquilla-almeno fino ad ora- tanto da far pensare che questa crisi esacerbatasi quasi all'improvviso si stia raffreddando. E' possibile che la forte attività diplomatica di questi giorni sia stata efficace nel calmare gli ardori di chi voleva una soluzione non di compromesso, oppure la dirigenza cinese ha fatto i suoi calcoli e non se l'è sentita di alzare i toni dello scontro.

A mio modo di vedere, comunque andrà a finire questa vicenda, è importante notare che la popolazione cinese, almeno il "campione" conosciuto da Nik 978, non è contro la guerra, mentre da noi in Europa ci sarebbero state manifestazioni sì, ma contro un'eventuale scontro armato, non a favore dell'occupazione militare delle isole contese, per cui viene da pensare che nel prossimo futuro la Cina non troverebbe molta opposizione interna, qualora iniziasse una politica estera molto aggressiva. Non voglio certo giocare a fare l'analista,però sappiamo che tutti i governi, anche quelli autoritari, ci pensano su molte volte prima di scontrarsi con un altro Paese se la popolazione è contraria,ragione per cui mi aspetto una Cina decisamente aggressiva nel futuro prossimo

 

Io non sono d'accordo,secondo me quei giovani che inneggiavano alla guerra erano solo i figli dei ricchi,mentre nel caso incredibile che ci sia una guerra con il Giappone a farsi massacrare manderanno i figli dei contadini che neanche sanno per cosa combattono.

Link al commento
Condividi su altri siti

Io non sono d'accordo,secondo me quei giovani che inneggiavano alla guerra erano solo i figli dei ricchi,mentre nel caso incredibile che ci sia una guerra con il Giappone a farsi massacrare manderanno i figli dei contadini che neanche sanno per cosa combattono.

 

a massacrare manderebbero l'esericdto cinese che è distante anni luce dalle masse mandate con un fucile in mano a fare la guerra..

l'esercito cinese da almeno 10 anni è selezionato e segue addestramenti pesanti e mirati. Sono professionisti.

Ma ribadisco che l'atteggiamento nei confronti del giappone da aprte della popolazione cinese è molto spalmato su varie classi sociali.

 

Un eventuale conflitto nopn sarebbe "invasivo" e si gestirebbe usando eserciti di professionisti senza utilizzare al leva obbligatoria..

 

Sul discordo del concessionario audi di cui sopra.

e' stata una scleta del concessionario in se, e la cosa incredibile è che in audi non abbiano elvato al licenza a quel concessionario in 24 ore.

Nonmi sconvolge affatto l'atteggiamento dei dipendenti, ma mi lascia MOLTO perplesso quello dell'audi....

Modificato da nik978
Link al commento
Condividi su altri siti

Sono stati declassificati nuovi dati sul programma START New START Treaty Aggregate Numbers of Strategic Offensive Arms e New START data released

 

Deployed ICBMs, Deployed SLBMs, and Deployed Heavy Bombers

- USA 806

- Russia 491

 

Warheads on Deployed ICBMs, on Deployed SLBMs, and Nuclear Warheads Counted for Deployed Heavy Bombers

- USA 1722

- Russia 1499

 

Deployed and Non-deployed Launchers of ICBMs, Deployed and Non-deployed Launchers of SLBMs, and Deployed and Non-deployed Heavy Bombers

- USA 1034

- Russia 884

Link al commento
Condividi su altri siti

Il tesoro nascosto sotto il mare di Gaza

 

Potrebbe finire il limbo in cui giace dal 1999 lo sfruttamento di un ingente giacimento di gas al largo della Striscia di Gaza. La concessione venne rilasciata nel 1999 dall’Autorità nazionale palestinese (Anp), presieduta allora da Yasser Arafat, alla compagnia britannica “British Gas” (BG Group) in compartecipazione con la “Consolidated Contractors Company” (Cci), società conglomerata greca facente capo a gruppi di interesse libanesi ed il “Palestine Investment Fund” (Pif).

La questione presenta implicazioni giuridiche circa i pretesi diritti sovrani dell’Anp sulla Zona economica esclusiva (Zee) e sulla piattaforma continentale antistante Gaza. Ma come ovvio ancor più rilevanti sono gli aspetti politici legati all’occupazione della Striscia da parte di Israele sino al 2008 ed al suo conflitto con la fazione di Hamas lì insediata.

 

caffio_gas.jpg

Link al commento
Condividi su altri siti

Can Russia and the US come together over Asia

 

With Russia intensifying its regional diplomacy and America 'rebalancing' to the Pacific, both nations have much to gain by working together.

Russia’s hosting of the annual Asia Pacific Economic Cooperation (APEC) summit in Vladivostok last month demonstrates that Russian leaders view their country as an Asian power as well as a European and Eurasian one.

...

But greater Russian-U.S. cooperation is possible regarding several important Asian issues. In Central Asia and South Caucasus, Russia’s primary energy policy goal used to be controlling the transit routes by which Caspian Basin oil and gas went to Europe. Before 2005, all the major export pipelines went through Russian territory or were controlled by Russian companies, which allowed Russia to demand high transit fees and low purchasing prices for oil and gas and also gave Russia some leverage over downstream countries. Now, the construction of alternative pipelines has ended this monopoly and reduced Moscow’s leverage, so Russian policy is changing, with less focus on keeping third-party competitors out and more emphasis on joint developments and production of energy resources. This new approach offers more opportunities for Russian-U.S. partnerships to develop and export oil and gas from the Caspian Basin to other regions.

In the case of the Korean Peninsula, Russian and U.S. goals strongly overlap. Russian officials ardently oppose the nuclear weapons program of the Democratic People's Republic of Korea (DPRK). The economic and security interests of both Moscow and Washington would both be served by an enduring period of peace and prosperity in the Koreas. They would benefit from almost any development that relaxed regional tensions. Russian policymakers also do not want yet another nuclear-armed state bordering Russia, especially one run by an erratic dynastic dictatorship possessing inaccurate missiles. In addition, they fear that the DPRK’s possession of nuclear-armed ballistic missiles could encourage further nuclear proliferation in East Asia and beyond as well as the spread of missile defense systems in response.

...

The United States also wants Russia to become a more active Asian power to help manage the rise of China, such as by reinforcing calls to maintain freedom of the seas. An important priority for the next U.S. administration is to facilitate this process by helping resolve or dampen the territorial conflict between Russia and Japan, a close U.S. ally. Better ties between Moscow and Tokyo might prove to be the catalyst for a long-anticipated geopolitical realignment that sees Russia adopt a more guarded approach to the PRC’s rise by strengthening ties with China’s neighbors, including Japan. This repositioning would help manage the potentially disruptive consequences that could potentially result from the emergence of the new superpower along Russia’s eastern borders.

Link al commento
Condividi su altri siti

Nuove tensioni affiorano tra Usa e Russia nel settore della difesa

 

La Russia ha deciso di non rinnovare il programma Nunn-Lugar, noto anche come Programma Cooperativo per la Riduzione delle Minacce (Cooperative Threat Reduction Program). L’accordo è stato firmato da Mosca e Washington all’inizio degli anni ’90 e riguarda lo smaltimento di armi nucleari, biologiche e chimiche del periodo sovietico, oltre che la sicurezza delle centrali atomiche russe. E’ stato rinnovato due volte – nel 1999 e nel 2006 – e scadrà a fine 2013.

...

Mosca non ha più bisogno dell’assistenza finanziaria per il decommissionamento delle armi e preferisce preservare i segreti degli ordigni sovietici in questione.

La notizia si inserisce nel quadro più ampio della revisione dei rapporti tra Russia e Stati Uniti negli ultimi mesi. In seguito alla decisione di Washington di portare avanti il progetto dello scudo antimissile in Europa senza la Russia, le relazioni nel settore della difesa si sono incrinate.

...

A inizio mese, il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha sottolineato che Mosca e Washington dovrebbero intensificare le relazioni economiche e non fare affidamento esclusivamente sulla retorica del reset (ovvero il miglioramento dei rapporti bilaterali all’inizio dell’era Obama) per costruire una vera partnership. ... Proprio mercoledì 10 ottobre, lo stesso ministro degli Esteri russo ha accusato la NATO di potenziare i suoi armamenti in Europa, mentre al contempo chiede alla Russia di rispettare le restrizioni del Trattato sulle Forze Convenzionali (CFE) in Europa. Secondo Lavrov, “I tentativi della NATO di accrescere il suo arsenale convenzionale in Europa hanno ammazzato il Trattato CFE”.

...

Se i rapporti continuano a incrinarsi, lo scontro potrebbe estendersi al controllo della proliferazione nucleare, che attualmente è regolata dal trattato START firmato da Obama e Medvedev nel 2010. Lo stesso START concede alla Russia il diritto di abbandonare il trattato se gli Usa o la NATO realizzano nuovi sistemi d’arma – come appunto lo scudo antimissile in Europa.

 

Nuove tensioni affiorano tra Usa e Russia nel settore della difesa

 

La Russia ha deciso di non rinnovare il programma Nunn-Lugar, noto anche come Programma Cooperativo per la Riduzione delle Minacce (Cooperative Threat Reduction Program). L’accordo è stato firmato da Mosca e Washington all’inizio degli anni ’90 e riguarda lo smaltimento di armi nucleari, biologiche e chimiche del periodo sovietico, oltre che la sicurezza delle centrali atomiche russe. E’ stato rinnovato due volte – nel 1999 e nel 2006 – e scadrà a fine 2013.

...

Mosca non ha più bisogno dell’assistenza finanziaria per il decommissionamento delle armi e preferisce preservare i segreti degli ordigni sovietici in questione.

La notizia si inserisce nel quadro più ampio della revisione dei rapporti tra Russia e Stati Uniti negli ultimi mesi. In seguito alla decisione di Washington di portare avanti il progetto dello scudo antimissile in Europa senza la Russia, le relazioni nel settore della difesa si sono incrinate.

...

A inizio mese, il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha sottolineato che Mosca e Washington dovrebbero intensificare le relazioni economiche e non fare affidamento esclusivamente sulla retorica del reset (ovvero il miglioramento dei rapporti bilaterali all’inizio dell’era Obama) per costruire una vera partnership. ... Proprio mercoledì 10 ottobre, lo stesso ministro degli Esteri russo ha accusato la NATO di potenziare i suoi armamenti in Europa, mentre al contempo chiede alla Russia di rispettare le restrizioni del Trattato sulle Forze Convenzionali (CFE) in Europa. Secondo Lavrov, “I tentativi della NATO di accrescere il suo arsenale convenzionale in Europa hanno ammazzato il Trattato CFE”.

...

Se i rapporti continuano a incrinarsi, lo scontro potrebbe estendersi al controllo della proliferazione nucleare, che attualmente è regolata dal trattato START firmato da Obama e Medvedev nel 2010. Lo stesso START concede alla Russia il diritto di abbandonare il trattato se gli Usa o la NATO realizzano nuovi sistemi d’arma – come appunto lo scudo antimissile in Europa.

Link al commento
Condividi su altri siti

How the Russian 'Reset' Explains Obama's Foreign Policy

 

Russian President Vladimir Putin saw a chance to kick the United States when it was down. He did it by expelling the U.S. Agency for International Development, whose work -- advising private groups on democracy, as it has done since the 1990s -- he evidently resented. For good measure, he just cancelled the longstanding Nunn-Lugar program of cooperation on destroying and securing old Soviet weapons of mass destruction. His message: Russia doesn't need any help from the Americans.

These moves by Putin are just the latest in a long string of affronts and rebuffs mocking U.S. President Barack Obama's hope that he could "reset" U.S.-Russian relations. The policy's very name implied that the strains in the relationship were largely America's fault -- that Obama had to rectify U.S. policy. He expected to turn Russia into a cooperative partner by showing greater humility and by accommodating Putin's sensibilities on Iran, ballistic missile defense, nuclear arms treaties, and other matters.

This Russia policy aligned with Obama's general approach to national security. For years, Obama and his national security team argued that, by and large, America's problems in the world resulted not from aggression or the ideological extremism of hostile actors abroad, but were the bitter fruit of America's history of bullying, selfishness and militarism, especially during the George W. Bush administration. They complained that America had long been acting like a rogue nation, arrogant in defying the rights of others, self-serving in defining its interests in national rather than global terms, and unilateralist in refusing to constrain itself to actions approved by multilateral institutions or endorsed by progressive commentators (the latter often refer to themselves as "the international community"). They contended that the United States should be humble, out of a due sense of shame, and should adopt a "doctrine of mea culpa."

...

The view that the Obama policy is naïve and bumbling has some merit and helps account for some of the wrong steps regarding Russia. But it ignores the larger problem of Obama's negative conception of America's role in the world.

Within the community of progressive American academics -- the community of which Obama and key members of his administration have long been proud members -- the idea of America as leader of the free world commands little respect. The very term "free world" is disfavored, as is the idea of the United States as leader. Rather than see American power and assertiveness as desirable, progressive faculty members at leading universities commonly look at them negatively, as major sources of international tension. According to this view, building bridges to states that fear American power will earn the United States respect and encourage harmony, but strengthening existing alliances and supporting democratic friends reinforces American influence and aggravates fear abroad of American hegemony. The United States is seen as more the cause of international problems than the answer.

...

Obama can't seem to understand why, now that his predecessor is no longer in office, Russia is not more friendly and cooperative. He does not view Putin's Russia as a complex, troublemaking, declining power with great potential to damage its own people, its neighbors, U.S. allies, and America itself. Rather, he is intent on chasing the Russian president in the hopes of signing yet another outmoded arms control treaty that can be misrepresented as moving the world another step closer to the dubious fantasy of nuclear zero. To facilitate the chase, he must downplay the Putin regime's violations of human rights. This he does with no apparent appreciation of the way that promoting democracy in Russia could not only uphold American principles but also serve American interests.

The one thing that can be said for the administration's Russia policy is that it truly reflects Obama's understanding of world affairs and of America's proper place therein. This is not good news.

Link al commento
Condividi su altri siti

Putin è un freddo calcolatore con mire dittatoriali, allevato alla fredda scuola sovietica del KGB, io mi auguro che sia il popolo russo a sorprenderci, rivendicando il diritto alla democrazia anche se

in cuor mio non ci credo molto, i russi non hanno mai gustato il piacere del libero pensiero e della libertà di parola, per loro la democrazia è un frutto ancora sconosciuto.

Qualcosa si muove in Russia, ma molto lentamente ed in questo "brodo" di timore latente, personaggi autoritari come Putin sguazzano a loro agio, liberi di disporre delle vite altrui ......

Credo che l'Europa, oltre che restare vigile sul riarmo della Russia e dei suoi Paesi satelliti, debba sostenere, dando risalto mediatico a coloro che si oppongono al silenzio imposto dallo "Zar",

la giornalista Politkovskaja, il gruppo delle Pussy Riot non devono essere dimenticate, come tutti gli altri oppositori.

Link al commento
Condividi su altri siti

Putin è un freddo calcolatore con mire dittatoriali, allevato alla fredda scuola sovietica del KGB, io mi auguro che sia il popolo russo a sorprenderci, rivendicando il diritto alla democrazia anche se

in cuor mio non ci credo molto, i russi non hanno mai gustato il piacere del libero pensiero e della libertà di parola, per loro la democrazia è un frutto ancora sconosciuto.

Qualcosa si muove in Russia, ma molto lentamente ed in questo "brodo" di timore latente, personaggi autoritari come Putin sguazzano a loro agio, liberi di disporre delle vite altrui ......

Credo che l'Europa, oltre che restare vigile sul riarmo della Russia e dei suoi Paesi satelliti, debba sostenere, dando risalto mediatico a coloro che si oppongono al silenzio imposto dallo "Zar",

la giornalista Politkovskaja, il gruppo delle Pussy Riot non devono essere dimenticate, come tutti gli altri oppositori.

Putin ha ridato il lavoro a milioni di persone,dopo le ruberie di "mafiosi" come Gorbacev e Elestin, quindi ci credo che i Russi lo rivotano.

Riguardo alla Politkovskaja, lei era seguita solo da una piccola parte della popolazione e mentre i Ceceni massacravano bambini al teatro Dubrovka lei ovviamente stava a godersi un bel soggiorno negli Stati Uniti.

Link al commento
Condividi su altri siti

The Sino-Indian War: 50 Years Later, Will India and China Clash Again?

 

Fifty years later, there are other reasons to be baffled: namely why a territorial spat that ought be consigned to dusty 19th century archives still rankles relations between the 21st century’s two rising Asian powers. Economic ties between India and China are booming: they share over $70 billion in annual bilateral trade, a figure that’s projected to reach as much as $100 billion in the next three years. But, despite rounds of talks, the two countries have yet to resolve their decades-old dispute over the 2,100-mile-long border. It remains one of the most militarized stretches of territory in the world, a remote, mountainous fault-line that still triggers tensions between New Delhi and Beijing.

...

At the core of the disagreement is the McMahon Line, an imprecise, meandering boundary drawn in 1914 by British colonial officials and representatives of the then independent Tibetan state. China, of course, refuses to recognize that line, and still refers much of its territorial claims to the maps and atlases of the long-vanished Qing dynasty, whose ethnic Manchu emperors maintained loose suzerainty over the Tibetan plateau. In 1962, flimsy history, confusion over the border’s very location and the imperatives of two relatively young states—Mao’s People’s Republic and newly independent India led by Prime Minister Jawaharlal Nehru—led to China humiliating India in a crushing defeat where, by some accounts, both sides lost upwards of 2,000 soldiers. In 1962, TIME described the Chinese offensive as a “human-sea assault,” like a “swarm of red ants” toting burp-guns. Beijing seized and has never relinquished Aksai Chin—”the desert of white stone”—a strategic corridor that links Tibet to the western Chinese region of Xinjiang. “The India-China war took place through a complex series of actions misunderstandings,” says Kishan S. Rana, a former Indian diplomat and honorary fellow at the Institute of Chinese Studies in New Delhi. “Bilateral relations are, however, moving forward. The border, despite unresolved issues, today is a quiet border.”

Link al commento
Condividi su altri siti

U.S.-Russian nuclear arms cooperation is not dead, it just needs a good kick in the pants

 

Together, the United States and Russia can address these problems, but they can also work improve security practices in third countries. They have established a de facto nuclear security standard through their actions to improve Russian facilities. And they could work to codify and describe this empirical knowledge to form guidelines to advise other nations. This joint project could be offered as a commitment for the 2014 Nuclear Security Summit and implemented through the Global Initiative to Combat Nuclear Terrorism, which Russia and the United States co-founded in 2006. The World Institute for Nuclear Security might also be a means to share their best practices. They might also work to address the dangers of nuclear terrorism detailed in a Joint Threat Assessment by Harvard's Belfer Center for Science and International Affairs and the Russian Academy of Science's U.S.A. Canada Institute.

The United States and Russia have a rich agenda for future work to improve collective nuclear security. And both nations appear still to have the will to advance that agenda. Nunn-Lugar doesn't mark the end of these efforts, merely the end of a stage. Now, both nations need to complete a more modern agreement to govern their efforts. Such an agreement is in the interest and within the capabilities of both sides. It cannot be completed until after the U.S. elections, but both American political parties have strongly backed cooperative threat reduction. So next year, American and Russian negotiators should get on with it.

 

... e The U.S.-Russia Joint Threat Assessment of Nuclear Terrorism (è possibile leggere il documento in pdf), un pò datato, ma l'argomento è sempre di attualità.

 

This study makes the case that it is plausible that a technically sophisticated group could make, deliver, and detonate a crude nuclear bomb if it could obtain sufficient fissile material. The study offers recommendations for actions to reduce this danger.
Link al commento
Condividi su altri siti

Putin ha ridato il lavoro a milioni di persone,dopo le ruberie di "mafiosi" come Gorbacev e Elestin, quindi ci credo che i Russi lo rivotano.

Riguardo alla Politkovskaja, lei era seguita solo da una piccola parte della popolazione e mentre i Ceceni massacravano bambini al teatro Dubrovka lei ovviamente stava a godersi un bel soggiorno negli Stati Uniti.

 

Anche Stalin ha dato lavoro a 20 milioni di deportati!!!... I russi lo rivotano perchè non hanno molte altre possibilità vista la fine che fanno coloro che si oppongono a questo soggetto.

Per quanto riguarda la Cecenia, credo tu ti debba informare molto meglio, Antonio Russo era un giornalista italiano impegnato ad informare sullo sterminio che viene ancora adesso perpetrato in Cecenia, è stato ucciso da coloro che lo hanno voluto far tacere, la Politokovskja era una giornalista e non doveva "farsi seguire dalla popolazione" doveva informare e questo non è piaciuto allo Zar, quindi è stata uccisa, dava fastidio che raccontasse dei crimini sistematici dei quali sono vittime i ceceni.

Tu ricordi gli attacchi di alcuni terroristi ceceni, io ti parlo delle violenze quotidiane che i ceceni devono subire,stupri sistematici, violenze di tutti i tipi ed azzeramento di qualunque diritto umano, tutto questo in perfetto stile stalinista, crimini che non devono essere divulgati e di conseguenza a nessun giornalista è concessa l'entrata in Cecenia....quale Paese civile applica questi metodi???

Link al commento
Condividi su altri siti

Anche Stalin ha dato lavoro a 20 milioni di deportati!!!... I russi lo rivotano perchè non hanno molte altre possibilità vista la fine che fanno coloro che si oppongono a questo soggetto.

Per quanto riguarda la Cecenia, credo tu ti debba informare molto meglio, Antonio Russo era un giornalista italiano impegnato ad informare sullo sterminio che viene ancora adesso perpetrato in Cecenia, è stato ucciso da coloro che lo hanno voluto far tacere, la Politokovskja era una giornalista e non doveva "farsi seguire dalla popolazione" doveva informare e questo non è piaciuto allo Zar, quindi è stata uccisa, dava fastidio che raccontasse dei crimini sistematici dei quali sono vittime i ceceni.

Tu ricordi gli attacchi di alcuni terroristi ceceni, io ti parlo delle violenze quotidiane che i ceceni devono subire,stupri sistematici, violenze di tutti i tipi ed azzeramento di qualunque diritto umano, tutto questo in perfetto stile stalinista, crimini che non devono essere divulgati e di conseguenza a nessun giornalista è concessa l'entrata in Cecenia....quale Paese civile applica questi metodi???

E ci credo dopo che sono stati uccisi ben 35000 cittadini russi durante la Prima Guerra Cecena.

Poi credi che gli Americani siano tanto diversi ? A Falluja hanno devastato un intera città ,uccidendo 1400 civili, perchè non riuscivano a snidare la guarnigione Irakena che vi si era insediata.

Purtroppo la guerra si combatte così ovunque (checchè ne dicano gli Americani sull'esportare la democrazia).

Riguardo alla Politokovskja non nego che sia stata assassinata dal governo,ma noi occidentali consideriamo eroi quelli che da loro (i Russi) sono considerati traditori(secondo me a ragione).

 

PS: Tutti i dati numerici che ho messo sono stati presi da Wikipedia inglese.

Modificato da davide9610
Link al commento
Condividi su altri siti

uccisi dai russi stessi, mica i ceceni tenevano l'artiglieria e gli scarab.

 

Strano su wiki en i civili Ceceni uccisi dai Russi sono stimati tra le 50000 e le 100000 persone mentre tra le perdite russe si citano anche 35000 cittadini e comunque non credo che i russi si sparino tra loro metre gli atti di "eroismo" dei Ceceni sono ben noti.

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...