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Airbag per elicotteri


admin

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Cosa ve ne pare di questo sistema di sicurezza per elicotteri? Sembra molto efficace. Sarà facilmente implementabile?

 

Un innovativo dispositivo di assorbimento d'urto in Kevlar, inizialmente sviluppato per attutire l'impatto con il suolo delle capsule spaziali Orion, è stato sperimentato dalla NASA in una serie di crash test su elicotteri MD-500, per verificare la possibilità di limitare i danni agli aeromobili e ai loro occupanti in caso di atterraggi di emergenza. I test miravano a verificare l'efficienza del cosiddetto DEA (Deployable Energy Absorber, dispositivo dispiegabile di assorbimento) e sono stati effettuati presso il Langley "Landing and Impact Research Facility" di Hampton (Virginia), quello usato per simulare gli allunaggi del LEM al tempo delle storiche missioni lunari Apollo.

In due prove successive, a distanza di alcuni mesi, l'elicottero è stato fatto cadere da un'altezza di 11 metri, con velocità di impatto al suolo di 55 chilometri orari. A bordo, tre manichini dotati di sensori hanno registrato le sollecitazioni dimostrando che l'utilizzo del DEA può garantire non solo la sopravvivenza degli occupanti ma anche limitare fortemente i danni all'aeromobile. Nella prova di crash effettuata azionando il DEA, a dispetto della velocità di impatto, gli occupanti se la sarebbero cavata con ferite lievi e l'elicottero con danni molto contenuti e riparabili. Lo stesso crash senza il dispositivo ha portato alla distruzione dell'elicottero e alla "morte" dei manichini.

Il DEA è costituito da una struttura rigida a nido d'ape in Kevlar, che può essere ripiegata e resa piatta, per essere disposta sotto il ventre dell'elicottero. Una volta dispiegato assume la forma di una fisarmonica: la sua capacità di dissipare l'energia cinetica è data proprio dal suo ripiegarsi come lo strumento in caso di crash.

 

Fonti: Dedalonews, NASA

 

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Non ho molta esperienza con gli elicotteri (anzi nessuna) ma sembra efficace, almeno guardando anche l'altro video senza quel dispositivo

(spero che funzioni, è il primo link che metto). C'è solo una cosa su cui ho dubbi: il sistema per estrarlo. Non essendo un sacco da gonfiare ma una struttura ripiegabile, che sistema si potrebbe utilizzare per dispiegarla in tempi brevi (esempio mentre l'elicottero precipita e l'autorotazione non funziona, il pilota potrebbe tirare una presumibile leva a mò di espulsione, ma poi?)
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In apparenza può non sembrare esserci tanta differenza, ma si parla di un aumento notevole della sicurezza.

Ecco un altro articolo interessante sull'argomento scritto su Dedalonews:

 

Aumentare drasticamente la sicurezza e la sopravvivenza negli incidenti che vedono coinvolti gli elicotteri, con un salto di qualità simile a quello che nell'automobilismo ha prodotto l'introduzione degli airbag: è possibile ed è l'obiettivo di vari esperimenti con prove di impatto condotte negli ultimi anni in centri di ricerca come il Langley della NASA o il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA), dotato di uno dei migliori impianti al mondo per test di crash, il LISA (Laboratorio di Impatto di Strutture Aerospaziali).

Delle ricerche e delle implicazioni degli studi sull'implementazione della sicurezza negli elicotteri Dedalonews ha parlato con Ludovico Vecchione, responsabile al CIRA dell'Unità sistemi Aeronautici e del LISA.

 

«L'elicottero - ci ha detto - è un velivolo nel quale gli incidenti sono più sopravvivibili rispetto all'aereo. Già all'epoca della guerra in Vietnam gli americani si accorsero che, dotando gli elicotteri di sistemi di assorbimento di energia si sarebbero potuti salvare molti soldati. I test che si stanno conducendo, anche in Europa e in Italia nell'ambito del progetto HELISAFE (Helicopter Occupant Safety, NdR), vanno in questa direzione».

Tuttavia, per aumentare la sopravvivenza in caso di impatto al suolo, le strade percorribili sono due: esattamente come nelle automobili, si può agire sulla "carrozzeria", che nel tempo è diventata ad assorbimento d'urto per mantenere integro l'abitacolo, o introducendo sistemi di protezione del passeggero, come gli airbag. «Nel caso del test condotto dalla NASA - ci ha spiegato Vecchione - si punta a sviluppare tecnologie per la protezione globale dell'abitacolo del velivolo, mentre noi al CIRA stiamo cercando di mettere a punto sistemi perla protezione del passeggero, attuando anche un trasferimento tecnologico dal mondo automobilistico a quello aeronautico, inverso a quello che si ha di solito. In questo modo possiamo ridurre tempi e costi di sviluppo, se l'uso di tecnologie già disponibili risulta trasferibile dal modo dell'automotive a quello dell'aerospazio».

 

Come si colloca l'Italia nello studio di queste tecniche di protezione?

«In Italia abbiamo aziende che hanno sviluppato competenze sicuramente di livello internazionale, per esempio sui sistemi gonfiabili, come Aerosekur, che ha lavorato con il CIRA e vuole proporre sistemi di protezione globale per gli elicotteri, considerato il fatto che i sistemi gonfiabili possono essere facilmente imbarcati a bordo occupando pochissimo spazio e gonfiarsi solo in caso di impatto non interferendo con l'aerodinamica dell'aeromobile. Ci auguriamo quindi che si possa mettere a punto un progetto da proporre a finanziamento del ministero della ricerca o dello sviluppo economico».

 

Questi upgrade che aumento percentuale di sopravvivibilità potrebbero dare?

«Una quantificazione è difficile, ma possiamo dire che ci aspettiamo una riduzione drastica delle morti per impatto in casi di autorotazione, con una curva simile a quella riscontrata dopo l'introduzione degli airbag e delle carrozzerie ad assorbimento d'urto sulle automobili. Ma è necessario far comprende alle agenzie di certificazione aeronautica e anche alle imprese quali potrebbero essere i risultati attesi. Un'idea per promuovere a livello politico e industriale questi sistemi potrebbe essere proprio quella di prendere il decremento dovuto all'introduzione di questi sistemi sulle vetture per dire chiaramente che sistemi analoghi in aeronautica potrebbero portare ad un deciso miglioramento della sopravvivenza».

 

Perché parliamo di autorotazione? A volte gli elicotteri non riescono ad entrarvi perché l'emergenza si presenta a quote troppo basse. I sistemi di cui stiamo parlando aiuterebbero anche in questi casi?

«Si deve parlare di scenari di crash: le attività di ricerca dovrebbero servire anche a caratterizzare un inviluppo all'interno del quale, con l'introduzione di questi sistemi, potremmo avere un beneficio. Pensare di salvare sempre e in occasione non è possibile. Ma questo vale anche per le automobili. I Il problema è che per fare ricerca servono investimenti; ma se la ricerca ha come obiettivo risultati concreti di miglioramento della sicurezza del volo si dovrebbe investire senza riserve. Del resto il fatto che abbiamo lavorato sulla sicurezza dell'elicottero e che ora ci stia lavorando anche la NASA è anche una prova che abbiamo centrato un problema.

Tra l'altro, a differenza dell'impianto usato dalla NASA che non consente misurazioni di precisione come il nostro, perché alle prove di crash e basato su un sistema a pendolo, che non garantisce l'angolo di impatto voluto, il nostro LISA, realizzato in carpenteria e strutture rigide è in grado di garantire estrema precisione della traiettoria di impatto. Questo ci da un vantaggio su altri centri di ricerca e sulla stessa NASA nell'effettuare questo tipo di studi, vantaggio che andrebbe sfruttato al meglio».

 

In sintesi, in attesa di un diverso approccio alla progettazione degli elicotteri volto a garantire la massima protezione all'abitacolo tramite strutture collassabili, già l'introduzione di sistemi di assorbimento d'urto su elicotteri attuali potrebbe portare grandi benefici con costi e problematiche ridotti.

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Per quanto il dispositivo sia ancora a livello sperimentale, mi sembra comunque molto positivo che si cerchi si dotate gli elicotteri di sistemi di sicurezza in caso di avaria.

Meglio feriti che morti, non vi pare?

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esattamente. mi sembra che noi italiani siamo ben più avanti della nasa anche perché i nostri "airbag" sono, a quanto pare, aerodinamici mentre quello americano no. veramnte un gran progresso nell'industria elicotteristica, spero anche che questi "airbag" arrivino presto nella maggior parte degli elicotteri, sia civili che militari.

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