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Danneggiamento della portaerei britannica ILLUSTRIOUS


Mattesini

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IL CONTRIBUTO ITALIANO AL DANNEGGIAMENTO DELLA PORTAEREI BRITANNICA ”ILLUSTRIUS”, IL 10 GENNAIO 1941, NEL CORSO DELL’OPERAZIONE “EXCESS”.

 

Nell’articolo “10 gennaio 1941, attacco alla HMS “Illustrious”, pubblicato da Storia Militare nel maggio 2007, l’autore, Antonio Maraziti, dimostra come lo storico britannico B.B. Shofield, nel libro “La notte di Taranto”, tradotto e pubblicato dall’edizione Mursia, avesse commesso due errori rilevanti. Ossia, che l’attacco pomeridiano degli Ju. 87 italiani si fosse svolto alle 13.15 del 10 gennaio e quello degli Ju. 87 tedeschi alle 16.00, mentre in realtà i due attacchi si erano verificati rispettivamente alle 16.10 – quando la “Illustrious”, già gravemente danneggiata dagli Stuka tedeschi, fu colpita per l’ultima volta da quelli italiani – e alle 17.15.

Facendo notare gli errori, Maraziti aveva fatto la seguente osservazione:

 

“Francesco Mattesini, nel suo ottimo volume “L’attività aerea italo tedesca nel Mediterraneo – Il contributo del X Fliegerkorps, gennaio maggio 1941” (Uff. Storico S.M. Aeronautica, 1955), non menziona alcuna azione di Ju-87 tedeschi alle ore 16.00 mentre, con dovizia di particolari, descrive gli altri attacchi effettuati dalla Luftwaffe quel 10 gennaio 1941.

Alla luce di questi elementi, ritengo di poter concludere che l’ulteriore danneggiamento della portaerei HSM ILLUSTRIOUS avvenuto alle 16.10 sia da attribuire ai tuffatori del 96° Gruppo B.aT. del capitano Ercolani. Conclusione alla quale anche Mattesini, nel citato volume era giunto”.

 

Mi fa piacere constatare che vi siano persone convinte della realtà dei fatti, come io ho sempre sostenuto nei miei scritti, improntati ad un’attenta revisione storica degli argomenti più controversi, spesso sconosciuti e molte volte manipolati. Aggiungo che, a differenza di quanto è riportato in rapporti e pubblicazioni britannici in cui si afferma che contro la “Illustrious” erano state impiegate bombe da 250 e da 500 chili, rilevo, come vedremo nel dettaglio, che negli attacchi aerei del 10 gennaio la bomba da 500 chili non era stata usata, mentre invece era stata impiegata la bomba da 1000 chili, anche da parte dagli Stuka italiani (Picchiatelli), che usavano il munizionamento germanico.

Nel suo libro di memorie “A sailor’s Odyssey”, scritto nel dopoguerra e pubblicato in Italia col titolo “L’odissea di un marinaio”, l’ammiraglio A.B. Cunningham, allora Comandante della Flotta del Mediterraneo (Mediterranean Fleet), che si trovava sulla plancia della corazzata “Warspite , ha scritto riguardo ai colpi ricevuti dalla “Illustrious: “La vidi colpita per la prima volta proprio a proravia della plancia e nel corso di tutta l’azione, qualcosa come dieci minuti, fu colpita da sei bombe da 1.000 libbre [463 kg], e dovette uscire di formazione con un forte incendio, con la macchina del timone danneggiata, gli ascensori in avaria e gravi perdite fra gli uomini”.

Comunque, la migliore descrizione delle bombe cadute sulla “Illustrious” e sui danni riportati dalla portaerei si trova nei libri “Red Duster White Ensign. The Story of the Malta Convoy” e “Wings of the morning”, entrambi di Ian Cameron.

Come appare dal bollettino giornaliero serale del 10 gennaio 1941 – tradotto e trasmesso all’organo operativo dello Stato Maggiore della Regia Aeronautica (Superaereo) dal proprio Ufficio di Collegamento distaccato presso il Comando del 10° Corpo Aereo Tedesco (X Fliegerkorps) a Taormina – parteciparono al primo attacco, che si svolse tra le ore 12.40 e le ore 12.50, con obiettivo principale la “Illustrious”, quarantatre velivoli Ju. 87 dei gruppi I./St.G.1 e II./St.G.2 del 3° Stormo Stuka (tenente colonnello Georg Edert), guidati in mare da un bimotore He. 111 del II./KG.26, e rispettivamente comandati dal capitano Paul-Werner Hozzel e dal maggiore Walter Enneccerus.

Uno dei gruppi era decollato dall’aeroporto di Trapani con trenta Ju. 87 armati con bomba antinave da 1000 chili e i serbatoi supplementari scarichi, mentre i tredici velivoli dell’altro gruppo – allo scopo di aumentare l’autonomia nel caso fosse stato necessario prolungare la navigazione in mare aperto per rintracciare le navi nemiche – erano stati equipaggiati con i serbatoi supplementari pieni di benzina e armati di una sola bomba da 250 chili. Conseguentemente nessuno degli aerei tedeschi partecipanti al primo micidiale attacco contro la portaerei britannica, che si svolse a 65 km a sud di Pantelleria, possedeva bombe da 500 chili.

Se la “Illustrious” fosse stata colpita da cinque o sei bombe antinave da 500 chili – oltre a quella da 1000 che perforò il ponte di volo corazzato prima di esplodere all’interno dell’hangar con effetti devastanti – probabilmente l’unità non si sarebbe salvata, data la forza di penetrazione di quegli ordigni. Le bombe da 250 kg, dall’effetto di penetrazione più modesto, esplosero tutte sul ponte corazzato e nelle sovrastrutture e posizioni delle artiglierie contraeree della portaerei, causando danni gravi ma che non misero in pericolo la perdita della nave.

E’ inoltre molto probabile che anche una seconda bomba da 1000 chili. avesse colpito la “Illustrious”, come risulta dal citato bollettino tedesco, in cui è riportato: “una bomba da 1.000 kg colpì la prua della portaerei, un'altra bomba da 1.000 kg. colpì probabilmente la stessa nave”. Inoltre, “due bombe da 250 kg. caddero presso la portaerei e le altre unità”. Quindi, da parte tedesca, il risultato dell’atto fu sottovalutato, dal momento che i colpì a segno sulla “Illustrious” erano stati complessivamente sei.

Al termine dell’attacco la portaerei, scortata dai cacciatorpediniere “Hasty” e “Jaguar” e protetta dal gruppo delle corazzate, diresse per levante, per raggiungere il porto maltese della Valletta. Alle 13.30 fu attaccata senza esito da una formazione di diciassette bombardieri tedeschi He. 111 del 2° Gruppo del 26° Stormo Bombardamento (II./KG.26), e reagendo con il fuoco contraereo impedì a cinque aerosiluranti italiani S. 79 della 279a Squadriglia, ripartiti in due pattuglie, di portarsi a distanza di lancio. Alle 15.30 la “ Illustrious” fu in grado di riparare un’avaria al timone, controllare l’incendio e aumentare la velocità a diciassette nodi. Quindi venne ancora attaccata, nelle restanti ore di luce del pomeriggio del 10 gennaio, da altre due ondate di velivoli Ju. 87, poi seguite da una formazione di bombardieri in quota He 111.

Il primo attacco fu portato a compimento da sei Ju. 87 italiani che, decollati da Comiso, erano guidati dal Comandante del 96° Gruppo Bombardamento a Tuffo, capitano pilota Ercolano Ercolani, e scortati da undici Cr. 42 del 156° Gruppo Caccia Terrestre, al comando del capitano Luigi Filippi. I nostri “picchiatelli” (cinque della 237^ Squadriglia e uno della 236^), che erano stati scoperti in avvicinamento dal radar della corazzata “Valiant”, attaccando sotto forte reazione contraerea, alle ore 16.00 ( le 16.10 nei rapporti britannici) picchiarono sulla ”Illustrious”, da prora a dritta, e la colpirono sul fianco destro, a centro nave, con una bomba antinave da 1000 chili, mentre altre due bombe dello stesso peso, cadendo vicino alla portaerei, le produssero altri danni allo scafo. Occorre dire, come risulta da una relazione del Comando Aeronautica Sicilia inviata a Superaereo, che le bombe impiegate nell’occasione erano le uniche da 1000 chili disponibili a Comiso.

Secondo quanto è riportato nel documento “Battle Summary No 18 dell’Ammiragliato britannico, il comandante della “Illustrious”, capitano di vascello D.W. Boyd, scrisse che l’attacco, ritenuto erroneamente svolto da Ju. 87 tedeschi, “non fu cosi ben sincronizzato e così deciso come quello che era stato effettuato alle 12.40”; ma evidentemente Boyd si sbagliava dal momento che la portaerei, pur essendo stata attaccata nell’occasione da un numero limitato di bombardieri in picchiata, fu bene inquadrata e come abbiamo detto anche colpita. E Cameron aggiunse che il danno fu grave, perché la grossa bomba, colpendo l’elevatore posteriore dei velivoli, e perforandolo, esplose all’interno dell’hangar, causando un nuovo forte incendio, che fu difficile mettere sotto controllo.

Anche Schofield descrive che l’attacco, eseguito dagli aerei “da poppa, e al traverso di ambedue i lati” della “Illustrious” generò preoccupazione, perché “una bomba che si calcola fosse di 500 kg. penetrò nel pozzo dell’ascensore di poppa”, uccidendo nel quadrato tutti gli uomini che vi si trovavano, ed interrompendo l’energia elettrica nei locali adiacenti. Schoffield riferisce che altre due bombe caddero vicino alla “Illustrious”: una di esse, esplodendo vicinissima al cassero, causò molti morti, tra i feriti e il personale medico che si trovavano in una improvvisata infermeria, nella vicinanza della poppa, e aggravando “i danni dell’allagamento nei locali del timone”. La seconda, esplosa in mare, “al traverso dell’isola, apportò soltanto danni superficiali con le schegge”.

Infine, nel libro ad uso interno dell’Ammiragliato britannico “Mediterranean”, Volume I – recentemente stampato da editore privato con il titolo “The Royal Navy and the Mediterranean” – è riportato che degli aerei attaccanti alle ore 16.10, sei Ju. 87 diressero contro la “Illustrious”, colpendola con una bomba, mentre altre due caddero presso lo scafo. A questo punto non vi è quindi più alcun dubbio che il successo sia da assegnare ai velivoli del 96° Gruppo.

Comunque, in tutte le versioni di parte britannica appare che le bombe che centrarono la portaerei furono effettivamente tre, come dichiarato dagli equipaggi italiani. Questi ultimi, rientrati alla base, erroneamente riferirono di aver colpito la “Illustrious” sulla sinistra e, com’è scritto nella Relazione giornaliera del “Diario Storico del Comando dell’Aeronautica della Sicilia”, sostennero: “Una bomba è caduta sfiorando la fiancata sinistra del centro della nave tanto da non lasciare che metà dell’impronta circolare nell’acqua. Altre due sono cadute entro 5 metri di distanza dalla stessa fiancata”. Quindi, in definitiva, gli equipaggi ritennero di aver colpito con una delle tre bombe la portaerei sotto la linea di galleggiamento, mentre in realtà l’ordigno, come abbiamo dimostrato, cadde sull’elevatore di poppa della “Illustrious”.

E’ stato da taluni scettici sostenuto che il colpo non poteva essere stato causato degli aerei del 96° Gruppo, in quanto la bomba aveva colpito il fianco destro della portaerei, causando soltanto “danni modesti alla struttura e un contenuto allagamento”; ma evidentemente si tratto di un riferimento degli equipaggi erroneo, forse dovuto al fatto che, attaccando da prora, il fianco destro della portaerei apparve ai piloti italiani come se fosse il sinistro.

Cameron, che nei suoi libri ha dedicato all’attacco una particolare attenzione, ha scritto che il danno della bomba italiana, oltre ad uccidere istantaneamente trenta uomini, risultò alquanto grave, perché perforando l’elevatore per poi esplodere all’interno della “Illustrious”, causò per parecchio tempo preoccupazione per la sorte della portaerei a causa della ripresa di un forte incendio nell’hangar; tanto che, per evitare l’esplosione delle munizioni, alle 17.30 il comandante Boyd fu costretto ad ordinare l’allagamento di alcuni depositi. Soltanto dopo quattro ore di sforzi tenaci per domare le fiamme e rimediare ai danni riportati, sulla “Illustrious” si poté considerare terminato lo stato di emergenza, e con le macchine che ancora una volta non erano state danneggiate, la portaerei, pur avendo ancora negli hangar focolai di incendio, fu in grado di aumentare la velocità fino a raggiungere in serata i ventuno nodi.

Nel frattempo, il secondo attacco degli Ju. 87 tedeschi – che appartenenti al I./St.G.1, erano partiti dalla base di Trapani comandati dal capitano pilota Paul-Walter Hozzel – si era sviluppato a 30 km. ad ovest di Malta. Tale attacco, anch’esso preannunciato dal radar della “Valiant” alla distanza di 50 miglia, si verificò alle 17.15, e quindi poco più di un ora dopo che era terminato quello degli aerei italiani. La picchiata degli Stuka, sempre accolti dal micidiale fuoco contraereo delle navi, fu diretta contro il gruppo delle corazzate “Warspite” e “Valiant” che, scortate dai cacciatorpediniere, si trovava vicino alla danneggiata “Illustrious”, in rotta per Malta, sempre protetta in posizione ravvicinata dai due cacciatorpediniere Hasty e Jaguar.

L’azione degli Stuka, che erano guidati da un He 111 del II./KG.26, fu anche contrastato da tre caccia Fulmar dell’806° Squadron della stessa “Illustrious”, che erano ritornati da Malta dopo un rapido rifornimento (il ponte di volo danneggiato della portaerei non aveva permesso l’atterraggio di cinque “Fulmar” e di alcuni “Swordfish” che si trovavano in volo), e che abbatterono uno degli Stuka, nonostante i bombardieri fossero scortati da diciassette Bf. 110 del 3° Gruppo del 26° Stormo Caccia Distruttori (III./ZG.26). Secondo il rapporto dell’Ammiragliato britannico, lo Ju. 87 sarebbe stato invece distrutto dalle artiglierie del cacciatorpediniere “Jaguar”. Gli altri tredici Ju.87 del I./St.G.3, sempre guidati dall’He. 111, rientrando in Sicilia, atterrarono a Catania.

Gli equipaggi tedeschi, costretti ad effettuare un tiro impreciso, riferirono di aver piazzato una bomba da 250 e tre bombe da 1000 chili presso una nave da battaglia e una bomba da 250 chili su un cacciatorpediniere; ed in effetti come risulta dal rapporto dell’ammiraglio Cunningham, il loro obiettivo fu costituito dalla “Valiant”, che ebbe a riportare danni superficiali per colpi vicini, mentre altre due bombe caddero molto vicine allo scafo della corazzata, e un'altra bomba mancò di poco uno dei cacciatorpediniere della scorta, il “Janus”.

Come conferma, sugli scarsi risultati conseguiti nell’attacco abbiamo poi la relazione dell’Ammiragliato britannico, che riferisce: ”Nessuna bomba colpì ma alcune schegge di una bomba caduta vicina, uccise un uomo della VALIANT ed una bomba cadde molto vicina al JANUS senza però esplodere”. Quindi è assolutamente da escludere, e tutti debbono capirlo, che la settima ed ultima bomba giunta a segno sulla “Illustrious” fosse stata sganciata da aerei tedeschi. Il successo, lo ripetiamo, è da concedere ,senza ombra di dubbio, agli Ju. 87 del 96° Gruppo.

Occorre dire che secondo i rapporti britannici, al primo attacco pomeridiano, quello delle 16.00 degli aerei italiani, e che portò al nuovo danneggiamento della “Illustrious”, avrebbero partecipato tredici Ju. 87, mentre nel secondo attacco, quello delle 17.00, gli Stuka furono considerati quattordici, come in effetti erano. Evidentemente tra il numero dei bombardieri in picchiata italiani furono inclusi parte dei caccia Cr. 42 della scorta, scambiati per Ju. 87. Occorre, infatti, dire che a quell’epoca era abitudine dei caccia italiani della scorta diretta di accompagnare in picchiata l’attacco dei tuffatori, per proteggerli dall’azione di contrasto degli intercettori nemici, che al momento dell’attacco descritto furono ritenuti essere presenti nel cielo della formazione navale britannica.

Infine, a conclusione degli attacchi aerei, alle 17.46 sopraggiunsero sulle unità navali britanniche otto He. 111 del II./KG.26, decollati da Comiso al comando del maggiore Wilhelm Bertram. Tuttavia, i velivoli tedeschi, che erano armati ciascuno con una bomba da 1000 chili, non riuscirono a colpire le navi britanniche attaccate, da quote comprese tra i 4500 a i 5600 metri, ad una distanza di 45 miglia a ovest di Malta. Altri sei velivoli del medesimo reparto, a causa della sopraggiunta oscurità e della cattiva visibilità, non poterono rintracciare il gruppo navale della “Illustrious”, che quella stessa sera, alle 21.00, giunse alla Valletta. Gli ultimi focolai di incendi della nave furono completamente estinti soltanto alle 03.00 dell’indomani 11.

Sotto gli attacchi dei bombardieri tedeschi Ju 87 dello St.G.3 e degli Ju 88 del 2° e 3° Gruppo del 1° Stormo Sperimentale (II. e III./LG. 1) – che in due occasioni, il 16 e 19 gennaio, gli procurarono alla Valletta nuovi altri danni per causa di un'altra bomba che colpì in pieno la nave mentre una seconda bomba caduta vicino determinò a bordo nuove aviarie e infiltrazioni d’acqua attraverso lo scafo lesionato – la portaerei restò a Malta tredici giorni per effettuarvi in arsenale sommarie riparazioni. Quindi, salpando la sera del 23 gennaio per raggiungere Alessandria, navigando inizialmente alla forte velocità di 25 nodi per poi ridurre a 23 nodi, che era pur sempre un’andatura sorprendente per una nave tanto danneggiata – tanto che una divisione di incrociatori ("Orion", "York", "Ajax", "Bonaventure") inviati ad assumerne la scorta a nord di Bengasi arrivarono in zona quando la portaerei era già transitata – la “Illustrious”, poco dopo mezzogiorno del giorno 25 arrivò a destinazione, con una rimanenza di nafta limitata ad appena 60 tonnellate

In febbraio, superando il Canale di Suez e doppiando Città del Capo, la portaerei si trasferì nell’arsenale statunitense di Norfolk (Virginia) per completare i lavori che si prolungarono per undici mesi. Nel corso degli attacchi del 10 gennaio la “Illustrious” aveva riportato perdite umane molto severe, dal momento che vi furono a bordo, tra i membri dell’equipaggio, 126 morti e 91 feriti.

In definitiva, possiamo affermare senza alcuna ombra di dubbio, e riteniamo senza altre contestazioni, che la settima ed ultima bomba che il 10 gennaio 1941 colpì in pieno la “Illustrious”, aumentando considerevolmente i danni della portaerei, rappresenta un successo che deve senz’altro essere assegnato ai tuffatori italiani del 96° Gruppo.

 

Francesco Mattesini

 

Roma, 17 Dicembre 2009

__________________

 

Per saperne di più sull’operazione “Excess”, Francesco Mattesini, L’Attività Aerea Italo Tedesca nel Mediterraneo. Il contributo del X Fliegerkorps, Gennaio – Maggio 1941”, Ufficio Storcico dell’Aeronautica, 2a Edizione (riveduta e ampliata), Roma, 2003.

Modificato da Mattesini
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complimenti , è certamente un bellissimo "biglietto da visita" come primo topic.

Leggendo molti scritti della II gm anche di autori stranieti ( Liddel hart in testa) si evince spesso una sottovalutazione dei risultati e dei m e r i t i dei bravissimi aviatori della regia e dei reparti italiani in genere.

Ancora sinceri complimenti.

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  • 2 settimane dopo...

sembra davvero che itesti "per gli esterni" da parte britannica siano un tantino faziosi,mentre mi dicono che le pubblicazioni destinate alla formazione degli aspiranti nelle scuole-ufficiali,ma NON pubblicate, su battaglie ed episodi del passato presi ad esempio siano molto più veritiere,anche criticando-se del caso- errori e decisioni discutibili di gloriosi ufficiali britannici.

Mentre se una persona legge le opere degli storici britannici sembra che tutto si sia riassunto in unaserie di grandi vittorie-inglesi- e che le guerre siano durate tanto solo perchè ingran-brtagna si annoiavano,se finivano troppo presto

Modificato da Simone
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