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Marte Mk2/s


easy

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La domanda non è peregrina, e mi fa piacere.

 

Innanzitutto perchè ritengo che il missile antinave Marte sia un bellissimo e ottimo missile, un capolavoro della missilistica italiana: efficace, poco costoso, originale.

 

In pratica ha un solo vero concorrente, il Penguin.

 

Eppure, il Marte (che è nato come "Sea Killer", poi Marte Mk.1, infine Marte Mk.2) non ha avuto il successo che meritava, a causa della scarsa capacità di penetrare i mercati da parte dell'industria italiana (cui sono mancati gli appoggi politici necessari).

 

In ogni caso, c'è stata una gran confusione nelle sigle del Marte Mk.2, per cui ricorriamo alle informazioni fornite direttamente dal produttore, che è il gruppo MBDA (il grosso polo missilistico europeo che riunisce in sè anche l'Alenia di Finmeccanica, che ha progettato il missile).

 

Il Marte Mk.2 viene oggi prodotto in tre versioni:

 

Mk.2/A per l'uso su aerei (è omologato sull' MB-339)

Mk.2/N per l'uso navale

Mk.2/S per l'uso da elicotteri (SH-3D, EH-101, NH-90)

 

Molte fonti dicono che la versione 2/S è quella "corta" e aggiungono che la S sta per Short. E' un errore. Tutte e tre le versioni hanno la stessa lunghezza.

 

In realtà la versione lunga era la Mk.1 (4,7 metri) ed era a guida SARH.

Poi sulla Mk.1 fu installato un radar attivo e diventò Mk.2 (lunghezza 4,8 metri), poi la miniaturizzazione dei componenti ha consentito di ridurre pesi e dimensioni ed è nata la serie Mk.2 finale, in cui tutte le versioni sono lunghe 3,8 metri.

 

La versione A ha una diversa configurazione del motore a razzo (non c'è un razzo a doppio stadio ma uno stadio unico) in quanto il lancio da un aereo non richiede l'accelerazione iniziale richiesta per il lancio da bassissime velocità (come da una nave o da un elicottero), ed è più leggera.

 

Questi sono i dati delle versioni A/N/S:

 

- Lunghezza 3,79

- Diametro 320 mm

- Peso 324 kg (270 kg la A)

- Testa di guerra: 70 kg semiperforante HE

- Spoletta: di impatto e di prossimità

- Guida: INS + GPS + Radar attiva finale

- Velocità: Mach 0,8 - 0,9

- Gittata: oltre 25 km (N) , 25-30 (S), 30-40 (A)

 

C'è stata anche una versione Mk.2/B con guida radar passiva (antiradar) ma non è entrata in produzione. Peccato, perchè prometteva bene: con una testa di guerra alleggerita aveva un peso ridotto a 259 kg e una gittata di 155 km.

Fu sviluppata dall'OTO MELARA ma non se ne fece più nulla.

 

dkcedo.jpg

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ma la versione che si vede sul EH101 è a alette fisse, quindi che versione è?

La Mk2S ha le alette (anteriori) ripiegabili.

 

Da quello che so la MM ha previsto l'acquisto di 39 Mk2S con consegne dal 2007, quindi adesso che versione usano?

 

 

PS: se non erro in Italia è in servizio solo la versione per elicotteri,giusto?

Modificato da easy
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Tieni conto che l'Italia ha già in servizio la versione Mk.2 base, sugli SH-3D, anche se poco usata.

 

La Mk.2/S ha in effetti le alette anteriori ripiegabili.

 

Quella nella foto è senz'altro una Mk.2/s, anche perchè ci sono le "protuberanze" sulle alette che sono proprio il punto di giuntura per il ripiegamento.

 

Evidentemente la foto è stata scattata per motivi pubblicitari così, o più probabilmente si tratta di un simulacro o un esemplare non operativo, montato ad uso dei fotografi.

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  • 1 anno dopo...
Tieni conto che l'Italia ha già in servizio la versione Mk.2 base, sugli SH-3D, anche se poco usata.

 

La Mk.2/S ha in effetti le alette anteriori ripiegabili.

 

Quella nella foto è senz'altro una Mk.2/s, anche perchè ci sono le "protuberanze" sulle alette che sono proprio il punto di giuntura per il ripiegamento.

 

Evidentemente la foto è stata scattata per motivi pubblicitari così, o più probabilmente si tratta di un simulacro o un esemplare non operativo, montato ad uso dei fotografi.

Pure io sono un amante del Marte :lol: ... volevo scrivere la scheda per la Wiki (anche quella in Inglese), mi faresti una cronologia dagli albori fino ad oggi :ph34r::ph34r:

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Mi becchi in un momento che sono un po' incasinato, ma appena mi libero ti accontento.

Ok aspetto fiducioso, una domanda al volo, ma il marte "B" per titare 155 km avrebbe avuto un normale motore a razzo in stile Harm ?

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Il Marte B doveva essere identico agli altri, solo con una testa di guerra alleggerita e un profilo di lancio più alto, che gli consentivano gittate molto più elevate.

Capisco però mi sembra strano che avesse una gittata superiore per esempio all'Harm che presumo abbia molto più carburante.

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Non deve sembrarti strano.

 

Segui il ragionamento.

 

ll Marte è comunque nato come un missile antinave: in quanto tale, ha una velocità non particolarmente elevata, in linea con quella dei "sea-skimming" occidentali, ossia subsonica, e una testa di guerra potente, perchè deve colpire una nave.

Quindi più o meno: peso di 320 kg, testata di 70 kg, velocità Mach 0.9 e gittata 25 km.

 

L'HARM invece nasce come missile antiradar.

Pertanto deve essere velocissimo (si presuppone che l'aereo che lo lancia sia inquadrato dal radar nemico e pertanto l'HARM deve colpire prima che l'aereo lanciatore sia colpito) e la sua testa di guerra non necessariamente molto potente (in fin dei conti il bersaglio è un antenna radar).

L'HARM pesa 360 kg, ha comunque una testata di oltre 60 kg, la velocità è di ben oltre Mach 2 e la gittata supera i 100 km.

 

Se osserviamo i due missili, notiamo che bene o male il peso è simile, anche il peso della testata è simile, quindi possiamo concludere che più o meno la quantità di carburante è simile.

Solo che il Marte è lanciato da elicotteri a bassa velocità e bassissima quota e vola a bassissima quota, per cui il carburante se ne va sia per accelerare il missile a Mach 0.9 sia per consentirgli di volare nell'aria ad alta densità a quota zero.

 

L'HARM invece è lanciato da aerei in quota e ad alta velocità, e sfrutta la quota e la spinta per accelerare a Mach 2 e avere una gittata lunga, ottenuta anche grazie alla traiettoria balistica risultante.

 

Se prendiamo il Marte, gli togliamo un po' di peso dalla testata (per il ruolo antiradar non servono testate così grosse) e un po' dal carburante (il missile viene lanciato da un aereo in quota, quindi non ha più necessità di bruciare carburante per accelerare) e lo lanciamo ad alta quota e alta velocità, per cui il motore deve fare ben poco (lo lanci da un aereo che si muove a 1000 km/h, il missile vola a 1000 km/h, per cui il motore non deve sprecare carburante in accelerazione ma semplicemente limitarsi a contrastare la resistenza dell'aria, che peraltro in un lancio ad alta quota è molto più ridotta rispetto al livello del mare) non c'è da stupirsi se il missile può volare per ben oltre i 100 km.

 

La differenza resta nel fatto che l'HARM è veloce più del doppio, e non è poco.

Modificato da Gianni065
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Lo sai che gli americani devono fare le cose esagerate se no non sono contenti...

 

 

L'HARM è stato il primo ARM in grado di colpire il radar nemico anche se questo smetteva di funzionare dopo il lancio del missile.

Oggi sembra una cosa normale, ma prima non era così.

 

Chiaramente, per quei tempi, la precisione del sistema di guida inerziale che doveva garantire di continuare l'attacco anche dopo che il nemico aveva spento il radar non era proprio il massimo, per cui il missile poteva mancare il bersaglio anche di qualche decina di metri, e quindi una testata grossa ne assicurava in ogni caso la distruzione.

 

Oggi il GPS ha consentito di superare il problema, e la precisione è molto buona anche se il nemico spegne i radar, ma gli americani hanno conservato la testata grossa, perchè nel frattempo l'HARM, nella sua più recente versione E ha acquisito la capacità di individuare e distruggere direttamente il centro di controllo del sistema radar nemico, anzichè l'antenna.

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Tipo di guida.

 

Il missile antinave è concepito per inquadrare un bersaglio come una nave, che presenta una significativa impronta radar ed è ben stagliata contro lo sfondo.

 

Un'arma aria-terra ha requisiti ben diversi (non a caso il radar è un sistema di guida pressochè inutilizzato nel ruolo aria-terra, con eccezione di quelli millimetrici che però non vanno bene nel ruolo antinave).

 

Certo, se uno lancia un missile antinave verso terra, con la filosofia "dove prendo prendo" , a mo' di razzo non guidato, può pure andargli bene, ma è più probabile che scavi un buco nel terreno.

 

Si potrebbe utilizzare il sistema di navigazione inerziale del missile, per colpire bersagli fissi e la cui posizione è conosciuta in anticipo, ma questa funzione non è implementata in nessun missile antinave anche perchè la precisione richiesta richiederebbe sistemi di navigazione molto più precisi - e costosi - di quelli montati sui missili antinave.

 

Infine, il profilo di volo: un missile concepito per volare a 5 metri sul pelo dell'acqua (che è piatta) avrebbe serie difficoltà in ambiente terrestre (edifici, alberi, pali elettrici ecc...)

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  • 2 settimane dopo...

Il problema degli attacchi costieri è semplice.

 

Mentre un missile aria-aria deve colpire un bersaglio che si muove relativamente veloce (e quindi può escludere tutto ciò che è fermo), un missile antinave deve colpire una nave, che di solito si muove a velocità relativamente basse (10-20 nodi) o addirittura è ferma.

 

Il radar del missile antinave non può escludere, quindi, i bersagli immobili, e pertanto risente della costa, specialmente se la costa è un po' alta.

Come fa a vedere una nave sullo sfondo di una costiera rocciosa?

 

La soluzione migliore è quella di integrare un sensore IR: confrontando i due segnali il computer può distinguere quello vero (la nave bersaglio) da quello falso (la costa).

 

Quando il sensore IR non è disponibile, si lavora sulla capacità di discriminazione del radar: la capacità di riconoscere anche piccoli movimenti del bersaglio (la velocità tipica di una nave, oppure i movimenti causati dal moto ondoso) e/o la capacità di creare un'immagine radar del bersaglio e capire dalla sua forma se è una nave o uno scoglio, oppure particolari algoritmi che consentano al missile di "triangolare" la posizione di un bersaglio sfruttando più ritorni radar in punti diversi della propria rotta.

O ancora, si può programmare il computer affinchè il missile esegua la ricerca e individuazione del bersaglio volando per tratti paralleli alla costa, in modo che la nave non risulti più sullo sfondo di essa.

 

Ci possono essere vari accorgimenti, quindi, per migliorare le capacità di ingaggio sotto costa, anche se si tratta generalmente di tiri non facili, specialmente se il bersaglio è una piccola unità e si muove sfruttando la copertura di insenature e isolotti.

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Storia del missile Marte.

 

 

Nel 1967 la Oto Melara iniziò lo sviluppo di un missile antinave, destinato ad armare unità navali leggere (vedette lanciamissili, corvette).

La Oto Melara contava di inserirsi nel mercato dei missili leggeri antinave, il cui unico rappresentante, all'epoca, era l'SS.12 francese, un vecchio missile anticarro filoguidato adattato al ruolo antinave, obsoleto ma piuttosto diffuso.

Il nuovo programma fu chiamato "Nettuno".

I progettisti presero come modello il missile Sparrow, e realizzarono un ordigno relativamente leggero (circa 170 kg) con una testa di guerra di circa 30 kg, e un booster a propellente solido.

Il sistema di guida era semi-attivo: il missile cavalcava il fascio radar che illuminava il bersaglio.

La portata era limitata a una quindicina di chilometri.

 

Il missile fu battezzato "Sea Killer", ma non ebbe molto successo.

I missili antinave leggeri non sembravano avere futuro, visto che i sovietici montavano sulle loro vedette lanciamissili i grossi Styx, e in occidente si sviluppavano le famiglie Exocet e Harpoon, che promettevano prestazioni elevate.

 

Anche la Marina Militare, per l'impiego imbarcato, gli preferì un missile più potente, l'italo-francese Otomat/Teseo.

 

Ciò nonostante, il Sea Killer ottenne alcuni ordini, ed im particolare fu acquistato il 120 esemplari dall'Iran che lo montò, nel 1971, sulle sue fregate leggere Vosper Mk5.

 

La Oto Melara stava lavorando anche a una versione più potente, inizialmente chiamata Vulcano e poi battezzata Sea Killer 2.

Il nuovo missile interessò la Marina Militare, che lo omologò per l'impiego sugli elicotteri imbarcati classe AB-212 e SH-3D nei primi anni '80. La Marina Militare ribattezzò il missile con un nome più "politically correct": Marte.

 

Riassumendo, il programma Nettuno degli anni sessanta diede vita al Sea Killer (talvolta indicato anche come Marte), mentre il programma Vulcano diede vita al Sea Killer 2, ribattezzato Marte (e indicato come Marte mk.2 per distinguerlo dal primo Sea Killer).

 

Il Marte Mk.2 era un missile ben più avanzato del suo predecessore.

La testa di guerra era di 70 kg, la guida diventava inerziale + radar attiva, e la gittata saliva a oltre venti chilometri (nelle ultime versioni è stata ulteriormente aumentata fino a una trentina di chilometri, che aumentano ulteriormente in caso di lancio da elicotteri e aerei).

 

La Marina Militare ha adottato il Marte Mk.2 sui suoi elicotteri navali, e anche l'Aeronautica ha omologato il missile sui velivoli MB-339 ed AMX, anche se non l'ha adottato.

 

I missili della famiglia Sea Killer / Marte furono venduti anche al Perù, al Venezuela e alla Libia.

 

Dagli anni '80, a parte l'integrazione sugli elicotteri SH-3D della Marina, il programma non ha conosciuto ulteriori sviluppi fino alla fine degli anni novanta - inizi del nuovo secolo, a parte la proposta di una versione antiradar, mai realizzata.

 

A partire dal 2003 sono iniziati i test di una nuova versione, aggiornata, per l'impiego con i nuovi elicotteri NH-90 ed EH-101.

 

A questo punto tutte le designazioni sono state razionalizzate, anche perchè il programma è ora targato MBDA, per cui abbiamo:

 

Nettuno / Sea Killer: prima versione di serie

 

Vulcano / Sea Killer 2 / Marte: seconda versione di serie

 

Marte Mk2 : nuova versione, realizzata nelle sottoversioni:

A, per impiego da aerei

B, antiradar (non più in sviluppo)

N, per impiego navale

S, per elicotteri

 

In effetti è la versione Mk2S quella che promette maggior successo, considerato che sarà armamento standard degli EH-101 e degli NH-90, mentre la versione N è spinta dalla MBDA per il contrasto alle unità navali sottili da attacco, ma al momento il mercato non sembra interessato.

Entrambe le versioni montano seeker estremamente avanzati, che consentono l'ingaggio sotto-costa.

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  • 3 settimane dopo...
  • 3 settimane dopo...
Il problema degli attacchi costieri è semplice.

 

Mentre un missile aria-aria deve colpire un bersaglio che si muove relativamente veloce (e quindi può escludere tutto ciò che è fermo), un missile antinave deve colpire una nave, che di solito si muove a velocità relativamente basse (10-20 nodi) o addirittura è ferma.

 

Il radar del missile antinave non può escludere, quindi, i bersagli immobili, e pertanto risente della costa, specialmente se la costa è un po' alta.

Come fa a vedere una nave sullo sfondo di una costiera rocciosa?

 

La soluzione migliore è quella di integrare un sensore IR: confrontando i due segnali il computer può distinguere quello vero (la nave bersaglio) da quello falso (la costa).

 

Quando il sensore IR non è disponibile, si lavora sulla capacità di discriminazione del radar: la capacità di riconoscere anche piccoli movimenti del bersaglio (la velocità tipica di una nave, oppure i movimenti causati dal moto ondoso) e/o la capacità di creare un'immagine radar del bersaglio e capire dalla sua forma se è una nave o uno scoglio, oppure particolari algoritmi che consentano al missile di "triangolare" la posizione di un bersaglio sfruttando più ritorni radar in punti diversi della propria rotta.

O ancora, si può programmare il computer affinchè il missile esegua la ricerca e individuazione del bersaglio volando per tratti paralleli alla costa, in modo che la nave non risulti più sullo sfondo di essa.

 

Ci possono essere vari accorgimenti, quindi, per migliorare le capacità di ingaggio sotto costa, anche se si tratta generalmente di tiri non facili, specialmente se il bersaglio è una piccola unità e si muove sfruttando la copertura di insenature e isolotti.

Ma il Marte (e anche il Teseo) hanno anche un sistema di guida INS + GPS, quindi in caso di attacco ad obiettivi terrestri, non possano usare quei sistemi senza accendere nemmeno il proprio radar ? infondo sarebbe come avere una JDAM con motore a razzo.

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Per attacchi costieri io intendevo a navi sottocosta, non a bersagli SULLA costa.

 

Certo, programmando il sistema GPS in maniera adeguata, il missile dovrebbe essere in grado di colpire un bersaglio terrestre di cui si conosca ESATTAMENTE la posizione.

 

Il sistema di programmazione e quello di guida dovrebbero quindi:

 

1) contare su qualcuno o qualcosa che stabilisca con precisione le coordinate del bersaglio

 

2) poter programmare il missile con queste coordinate

 

3) seguire un profilo di volo adeguato (un missile che vola bassissimo rischia di impattare contro un albero o un palo della luce... quindi occorre un profilo adatto e/o l'uso di un qualche sistema per evitare ostacoli).

 

Si può fare, e si è fatto (penso agli israeliani e alle loro modifiche agli Harpoon) ma è un optional che ha i suoi costi e che interessa una nicchia di utenti.

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Non lo so. Se lo dicono, non credo che millantano.

 

Molto spesso le aziende che producono missili antinave sostengono che i loro ordigni hanno una certa capacità nei confronti di bersagli a terra.

 

Allo stesso modo i produttori di missili mare-aria sostengono che i loro missili hanno secondarie capacità antinave e anticosta.

 

Se l'OTOMAT implementasse un sistema GPS anti-terra, non si tratterebbe di una capacità secondaria ma di una capacità reale al 100 %.

 

Viceversa, può essere che il sistema GPS assicuri la precisione di navigazione, e un edificio sulla terra può ben essere individuato dal radar come un obiettivo, esattamente come una nave sul mare.

 

Ci possono essere diverse soluzioni in proposito.

 

Di solito però queste capacità non vengono sfruttate, se sulla nave non viene montato un sistema effettivamente in grado di gestirle, per cui restano quasi sempre gadget teorici senza alcun rilievo pratico e operativo.

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