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Marina militare russa


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L'interessante articolo di Storia Illustrata del giugno del 1977 ci porta a considerare un centennio di storia navale russa: dalla flotta degli Zar a quella sovietica, passando per due guerre mondiali e il conflitto col Giappone del 1905.

All'epoca, dunque, la flotta dell'Urss era la seconda del mondo, in un paese che – peccando di superficialità – si potrebbe considerare storicamente estraneo al potere marittimo.

Stiamo assistendo al silenzioso " tramonto di una grande marina "?

 

 

25264913.jpgLA FLOTTA DEL COMPAGNO GORSHKOV

in vent'anni l'ammiraglio sovietico l'ha portata al secondo posto nel mondo.

Nata dalla Rivoluzione e costituita per decreto di Lenin il 12 febbraio 1918, la marina sovietica dai tempi del

glorioso Potemkin ha compiuto un prodigioso balzo in avanti: ora sfida in potenza quella americana.

Più d'uno afferma che i marinai russi abbiano contribuito in maniera speciale all'avvento del comunismo, in quanto nella Marina zarista la durezza dei servizio e la disciplina troppo rigida causavano grande tensione tra ufficiali ed equipaggi, tensione ch'era maggiore di quella esistente tra soldati e ufficiali dell'esercito; altri sostiene che la propaganda rivoluzionaria attecchisse più agevolmente sui marinai, poiché i coscritti venivano reclutati in prevalenza tra i giovani più colti e tra gli operai dell' industria, già preparati alla lotta di classe e propensi alle nuove teorie. Sta di fatto che, sin dall'ammutinamento della corazzata Potemkin (giugno 1905) e dalla sommossa sull'incrociatore Ociakov (ottobre dello stesso anno), i marinai furono i primi ad aderire all'insurrezione che portò la Russia a divenire rossa. Nel 1917 i marinai ammazzarono gli ufficiali che si opponevano al passaggio della loro nave nelle file degli insorti, o in quanto erano ufficiali. Prima vittima della rivoluzione, in febbraio, fu il capitano di vascello Nikolsky, comandante di quell'incrociatore Aurora che, otto mesi più tardi, decise la sorte del governo Kerenskij, dando con una cannonata il segnale dell'assalto al Palazzo d'inverno, a Pietrogrado.

 

Costituita, per decreto di Lenin, la nuova Flotta rossa (12 febbraio 1918), i marinai furono in prima linea anche nel combattere la forza navale britannica inviata nel Baltico contro i bolscevichi e che nell'agosto del '19 mandò a fondo col siluro la corazzata Andrei Pervozvanny e una nave-appoggio nelle acque di Kronshtadt, ma perdette due cacciatorpediniere. Tuttavia nel marzo del '21 i diecimila marinai dell'isola fortificata di Kronshtadt - che insieme con seimila tra soldati e operai avevano disapprovato la condotta del nuovo regime, cui si dichiaravano fedeli ma al quale muovevano la critica di aver snaturato l'essenza del socialismo - furono dichiarati ribelli dal governo centrale. Attaccati da forze preponderanti, vennero massacrati.

 

La flotta sovietica si presentava molto inferiore a quella, potente almeno in apparenza, che nel 1904-5 aveva combattuto contro i giapponesi. Prima di tale guerra, la Marina russa era cionsiderata la quarta nel mondo, per quantità. Si trattava però di un insieme eterogeneo di navi scadenti, per giunta mal condotte da ufficiali ed equipaggi impreparati, che tuttavia a Tsushima combatterono quasi tutti con valore.

 

Nove anni più tardi, all'inizio della I guerra mondiale, la marina zarista era scaduta all'ottavo posto, ma accarezzava ampi programmi di costruzioni, sebbene piuttosto rudimentali fossero a quell'epoca i criteri d'impiego per il naviglio esistente. Uno dei più seri problemi per la Russia era, ed è, la dispersione delle sue forze navali, molto lontane l'una dall'altra e per di più con notevoli difficoltà qualora fosse stato necessario raggrupparle: Mar Nero, Baltico, mari artici, Estremo Oriente, per non parlare dei grandi laghi e fiumi.

 

Le perdite subite durante la guerra del 1914, la rivoluzione del '17, la guerra civile e infine l'azione ostile degli ex alleati, aggiunte ai gravi danni recati agli arsenali e ai cantieri, avevano menomato la flotta al torpediniere sarebbero punto che, nel 1924, essa ti era ridotta a due corazzate, un solo incrociatore, 18 cacciatorpediniere e 16 sommergibili, tra il Mar Nero e il Baltico, a parte le flottiglie del Caspio e dell'Amur; ma per il grado di efficienza queste unità non erano di certo paragonabili alle navi inglesi o nipponiche. Basti rammentare che nelle esercitazioni del 1926, svoltesi tra un limitato numero di navi nel Golfo di Finlandia, si perdettero una torpediniera e un sommergibile, vi furono due collisioni tra cacciatorpediniere, sulla corazzata Marat si ebbe un'esplosione nell'interno di una torre da 305. Mancavano ufficiali capaci nei gradi elevati e, sebbene fosse stata ripristinata la disciplina, arduo si presentava l'addestramento dei nuovi equipaggi, compito che era stato affidato ai pochi ufficiali superstiti della Marina imperiale. E mentre fin verso il 1927 ci si dedicò a ultimare l'allestimento di tre incrociatori impostati nel 1913 e di sei cacciatorpediniere dei 1913-15, proprio nel 1926 la reintegrazione dei cantieri permise di stendere un programma di costruzioni, che comprendeva 18 navi di scorta, 12 sommergibili, 36 piccole unità. 1l proposito fu però attuato soltanto in parte: infatti, se il 1° Piano quinquennale (1928-33) si fondò sopra tutto sui sommergibili - nel marzo 1927 era stato iniziato il primo battello della classe « Dekabrist », di 910/1340 t - le diciotto unità di scorta furono cancellate.

 

Le modeste forze navali avevano compiti anch'essi modesti di cooperazione con l'Esercito e con l'Aviazione: nel Golfo di Finlandia le corazzate e i cacciatorpediniere sarebbero state di appoggio alle mine, alle batterie costiere e alle siluranti che costituivano la linea di difesa per Kronshtadt e Leningrado; ai sommergibili spettava l'attacco al naviglio nemico lungo le rotte d'uscita dei porti baltici. Quanto al Mar Nero, l'azione sarebbe stata imperniata sui soli sommergibili, un tipo di nave che per molti anni in quel mare fu prerogativa della sola U.R.S.S.

 

Dal 1930 entrarono in servizio i primi « Dekabrist », poi i sei « Leninets » posatorpedini, seguiti dalle sette serie della classe « Shciuka », di circa 580/750 t, che furono i primi sommergibili di progetto originale sovietico, dopo le precedenti classi ispirate a modelli stranieri: italiani, i « D »; inglesi, gli « L ».

 

A questo proposito è bene rammentare che per circa due secoli e mezzo la flotta russa prima, sovietica poi, dipese da progetti o addirittura da cantieri esteri: più esattamente dall'epoca di Pietro il grande (1689-1725), lo zar chiamato « il padre della Marina russa ». Sotto falso nome, egli andò a imparare costruzione navale in cantieri nederlandesi e inglesi, ordinò navi all'estero, inviò giovani russi a frequentare scuole di marina in altri Stati e perfino reclutò marinai oltre frontiera. Tale dipendenza dai progettisti e dai cantieri stranieri divenne via via meno forte, ma continuò fino alla Seconda Guerra Mondiale, con il prestito di unità britanniche e americane e con l'acquisizione di navi tedesche, italiane, giapponesi come preda di guerra. (In questi casi sì trattava però di una dipendenza relativa: per necessità, il prestito di unità alleate; per vittoria militare, l'incorporazione di navi ex-nemiche. Alle ultime l'U.R.S.S. era molto interessata per l'aspetto tecnico, come avvenne anche alle marine di Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti nei confronti di certe prede di guerra, specialmente sommergibili germanici). Ma dagli anni Cinquanta l'Unione Sovietica si è dei tutto emancipata, e anzi non ristà dal sorprendere il mondo con costruzioni genialmente concepite e tecnicamente di prim'ordine, spesso per giunta bere da soggezione, sia pure come replica, nei riguardi di navi estere già esistenti: sono in realtà i bastimenti russi a dare talora il « via » verso una certa direzione, che poi le altre marine sono indotte a seguire, per contrastarli.

 

Nel frattempo, numerosi bollori rivoluzionari si stavano attenuando o spegnendo, e Stalin s'interessava con crescente attenzione ai problemi della Marina. Così, nel 1924, il Comitato centrale del Partito aveva raccomandato che venisse restaurata la piena autorità dei comandanti militari, con l'abolizione dei commissari politici, sistema di duplice comando introdotto nell'aprile del '18, e la loro sostituzione con assistenti politici dotati di minori poteri. Tuttavia in Marina le cose rimasero immutate. Per contro, nel 1933 furono ripristinati i gradi militari vigenti sotto gli zar, e quindi molti ufficiali ricevettero il grado di generale o ammiraglio. Già tre anni prima era stata ricostituita la Flotta del Mar Nero, con il trasferimento di una nave da battaglia e di un incrociatore in tale bacino, che dopo le distruzioni della guerra civile era presidiato soltanto da unità sottili.

 

Del 1932 è la formazione della Flotta del Pacifico, seguita da quella settentrionale. Si trattava di complessi navali non cospicui, come dimostrarono le esercitazioni del 1935 nel Pacifico, quando vi parteciparono cinque cacciatorpediniere, 15 sommergibili e alcuni aerei, senz'alcuna unità maggiore; ma erano pur sempre una prova dell' accresciuta importanza della Marina. Nel 1933 Stalin inaugurò il Canale del Mar Bianco, e, imbarcato su un bastimento militare, scelse il luogo destinato a divenire, con la costruzione di cantieri e delle attrezzature, la base della Flotta settentrionale. Il dittatore volle aumentare la potenza navale, il che era reso possibile dalla entrata in funzione di molti stabilimenti industriali. Appariva perciò superata la teoria di Aleksandrov, il quale verso il '30 aveva criticato le grandi navi, esaltando le possibilità delle unità sottili e insidiose per una guerriglia di mare, argomentazioni che probabilmente si fondavano sull'impossibilità, in quel tempo, di costruire grandi navi, a causa della deficienza di una buona industria pesante. Ma, superata questa fase, fu avviato il 2° Piano quinquennale (1933-38), che prevedeva la costruzione di quattro incrociatori da 8941 t (la classe « Kirov »), sei esploratori, oltre a cannoniere, posamine e altre unità minori. Stalin ne seguiva l'attuazione, esaminando egli stesso i disegni delle navi in progetto, in parte tracciati da cantieri italiani e francesi. Le sue mire oltrepassavano le idee d'impiego che prevedevano compiti soltanto difensivi per la flotta sovietica. Dalle epurazioni del 1937-38, che colpirono gli oppositori degli ambiziosi progetti di Stalin per una marina oceanica e privarono l'U.R.S.S. non soltanto degli ammiragli più in vista ma anche di centinaia di giovani ufficiali, l'unico a salvarsi tra gli ufficiali di rango elevato fu il comandante della Flotta del Pacifico, che vedeva appunto più lontano. Invero, per quanto concerneva le unità da battaglia, sino ad allora ci si era limitati a effettuare parziali lavori di rimodernamento su tre delle quattro corazzate ereditate dalla Marina zarista.

 

La costruzione di nuove navi da battaglia non era tuttavia ancora possibile in patria, come lo Stato maggiore della Marina dovette ammettere allorché, nel 1935, si preparavano i piani di sviluppo della flotta. Perciò furono avviate trattative con cantieri americani e italiani e con una fabbrica francese di cannoni.

 

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LA « PETROPAVLOVSK » appartenente a una classe di corazzate progettata dal generale italiano Cuniberti. Dislocava 26.589 tonnellate a pieno carico ed era armata con 12 cannoni. Denominata « Marat » nel 1921, venne affondata nel 1941 da aerei tedeschi nel porto di Kronshtadt, poi di nuovo resa galleggiante e infine demolita alla fine della guerra.

 

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Le corazzate previste erano molto più grandi e potenti di quelle già in servizio o che si trovavano sugli scali di altre nazioni (vigevano i limiti di 35 000 t. e del calibro di 406 mm, poi di 356 mm, per i cannoni): difatti si parlava di unità di 45.000 o addirittura 62.000 t, con pezzi da 450 mm. Ma poiché nulla fu concluso con cantieri esteri e intanto l'U.R.S.S. aveva raggiunto una bastevole efficienza industriale, dall'agosto 1938 furono impostate quattro corazzate di 60.196 t, con ben 66.192 t. a pieno carico, velocità di 29 nodi e nove cannoni da 406. Per il loro allestimento era stato chiesto anche il concorso della Germania, dopo il patto dell'agosto 1939, e la Marina tedesca, benché riluttante, cedette parte dei piani della classe « Bismarck », mentre Krupp iniziava la fabbricazione di cannoni da 406, 381, 280 e 155 mm, che però non vennero onsegnati all'Unione Sovietica, in seguito all'attacco sferrato da Hitler nel giugno 1941.

 

Questi quattro grandi bastimenti non erano i soli ordinati da Stalin: nel 1937 egli aveva prescritto un piano che comprendeva dieci corazzate e sei incrociatori da battaglia, da allestire entro sette anni. Nel '38 il programma fu ridotto: quattro corazzate e altrettanti incrociatori da battaglia, pronti per il 1941, un tempo; come si vede, molto ristretto. Per causa della guerra nessuna di tali navi poté entrare in servizio. Nel 30 Piano quinquennale (1938-43) erano comprese anche due portaerei, tuttavia annullate nel 1940. Sta però di fatto che dal 1928 al '41 entrarono in servizio: cinque incrociatori pesanti, 22 tra esploratori e cacciatorpediniere, 15 torpediniere e circa 150 sommergibili. Nel biennio precedente l'attacco nazista, per il grande impulso dato alla marina erano entrate in servizio ben 110.457 t di naviglio di superficie e 51.191 di sommergibili. Principale fautore di questo aumento, sostenitore al tempo stesso di una marina oceanica e quindi persona grata a Stalin, era l'ammiraglio Nikolai G. Kuznetsov, il cui astro ebbe alterne vicende: commissario del popolo per la Marina - massima carica politica e militare insieme - dal 1939 per l'intera II Guerra Mondiale, ammiraglio di flotta, coordinatore delle forze navali nell'attacco al Giappone (agosto 1945), cadde,in disgrazia e fu retrocesso a contrammiraglio nel '47. Riabilitato quattro anni più tardi, egli è considerato il padre della moderna Marina sovietica: infatti nel 1948 avviò un ampio programma per sviluppare la flotta, gravemente ridotta dalle operazioni belliche, e badò soprattutto alla quantità delle navi, per poter addestrare gli ufficiali e gli equipaggi che avrebbero poi armato le ulteriori costruzioni di qualità più elevata.

 

Peccherebbe di semplicismo chi, sulla base delle perdite inflitte al nemico e di quelle subìte dalla Marina sovietica, valutasse a poca cosa l'attività navale dell'U.R.S.S. nella guerra 1941-45. E bensì vero che al principio della guerra contro la Germania la flotta comprendeva: tre corazzate, otto incrociatori, 64 tra esploratori, caccia e torpediniere, 190 sommergibili (la più numerosa flotta subacquea che esistesse), 300 motosiluranti e motocannoniere, 24 posamine, 75 dragamine; ma queste unità erano frazionate tra quattro flotte, lontane l'una dall'altra e incapaci di sostenersi a vicenda. Per esempio, quella del Pacifico, forte di una sessantina di sommergibili e di una ventina dì cacciatorpediniere, era tagliata fuori dalle operazioni e poté intervenire soltanto contro il Giappone, nelle ultime settimane di guerra.

 

La Marina sovietica riuscì a mantenere vive le linee di comunicazione sul Ladoga, durante il blocco tedesco a Leningrado nel 1941-42; la flottiglia del Volga esercitò un dominio quasi incontrastato su questo fiume nel corso dell'offensiva nemica contro Stalingrado, nel '42; dei pari le acque del Danubio appartennero alla flottiglia sovietica, nel 1944-45, e quelle dell'Amur, in Estremo Oriente, alle forze navali di Stalin. Gravissime furono le perdite subìte dai Russi: circa la metà delle navi di superficie e più di 80 sommergibili, i cui comandanti ed equipaggi si sacrificarono, pagando con la vita l'inefficienza dei loro battelli, lo scarso addestramento, le errate norme di impiego. Evidentemente le sanguinose eliminazioni di ufficiali nel 1937-38 e il grande sviluppo della flotta impedirono che le navi fossero bene comandate e armate da equipaggi addestrati. Né in breve tempo i criteri operativi poterono venir mutati da difensivi in offensivi. Fuori di dubbio fu il valore personale dei marinai russi, che diedero il meglio di sé quando bene impiegati e per compiti che non richiedessero molto tecnicismo. Parrà strano a certuni, ma i più importanti risultati furono ottenuti dai marinai a terra - 430 mila uomini -, oltre a quelli imbarcati sulle piccole unità fluviali, specialmente in quelle agli ordini del contrammiraglio Gorshkov. Nessuna nave nemica di un certo dislocamento fu affondata in azione navale; le perdite inflitte all'avversario furono per Io più opera dell'Arma aerea. Esse assommano a 114 unità di superficie, sette sommergibili e 214 bastimenti mercantili per un totale di 445.526 t di stazza lorda.

 

 

 

L'ATTUALE CONSISTENZA DELLA FLOTTA SOVIETICA (1977)

 

 

1 portaerei

 

2 portaelicotteri

 

55 sottomarini nucleari lanciamissili balistici

 

23 sommergibili lanciamissili balistici

 

42 sottomarini nucleari lanciamissili da crociera

 

28 sommergibili lanciamissili da crociera

 

38 sottomarini nucleari d'attacco

 

204 sommergibili d'attacco

 

24 incrociatori lanciamissili

 

13 incrociatori cannonieri

 

50 caccia lanciamissili

 

58 caccia cannonieri

 

98 fregate

 

32 corvette lanciamissili

 

175 corvette

 

120 motovedette lanciamissili

 

125 motosiluranti

 

107 motovedette (42 delle quali aliscafi)

 

404 dragamine

 

Oltre centinaia di cannoniere, navi speciali, unità sussidiarie e altre.

 

 

 

Nel 1956, al Capo di Stato maggiore dell'Aviazione americana in visita a Mosca, Kruscev additò tre lance con marinai che si esercitavano nella voga su un lago: « Ecco la nostra marina! » commentò con sarcasmo. «A che cosa servono le navi di superficie? In caso di guerra verrebbero subito affondate! ». Kruscev era di origine campagnola, si rendeva scarso conto dell'importanza del mare, e dell'opera di Kuznetsov valutava soltanto i sommergibili. Pochi mesi più tardi lo sostituì Gorshkov, un giovane ammiraglio e non dei più in vista.

 

Tuttavia tra il 1945 e il '55 la Marina dell' U.R.S.S. si era sviluppata in grande misura, non soltanto incorporando navi e apparecchiature (radar, sonar etc.) delle nazioni sconfitte, ma attuando un ampio programma di costruzioni, secondo le direttive di Stalin del luglio 1945. Nello spazio di cinque anni entrarono in squadra 7 incrociatori, 15 cacciatorpediniere e alcune decine di sommergibili, ma dal 1951 lo sviluppo divenne più rapido e impressionante con la costruzione di 240 sommergibili della eccellente classe detta « Whisky » di battelli da 1046-1372 t, 17-15 nodi, sei tubi di lancio con 18 siluri da 533 mm, in sei anni. Questi battelli furono prodotti con singolare sollecitudine, grazie al metodo della costruzione in sezioni, poi saldate insieme, metodo introdotto dai cantieri russi, seguiti da quelli tedeschi durante la guerra 1939-45. Non solo, ma giocò anche un'altra caratteristica sovietica: mentre nelle costruzioni delle marine occidentali sono richiesti persino otto-dieci anni tra la stesura dei progetti preliminari di una nuova classe e l'entrata in servizio della sua prima unità, per la Marina dell'U.R.S.S. questi tempi sono molto ridotti: appena pronto il progetto, viene costruito il prototipo e subito si passa alla costruzione in serie, apportando eventuali modificazioni alle unità in cantiere. Tempo addietro, tali modificazioni erano dovute all'introduzione di nuove armi, ma ora dipendono da mutamenti nei criteri operativi. Ne consegue che una classe di navi subisce ritocchi anche notevoli, per cui entreranno in servizio vari gruppi di sottoclassi, allestiti con differenze per l'apparato motore, l'armamento e altro.

 

Intanto proseguiva la costruzione del naviglio di superficie: entrarono in servizio 14 incrociatori della classe « Sverdlov » (18 300 t, 34 nodi, 12 cannoni da 152), navi tradizionali e serie; e 70 cacciatorpediniere della classe « Skoryi » di 3 556 t. Nel contempo la forza aerea della marina fu portata a 4000 apparecchi, dei quali più della metà formata da moderni caccia, e, tra i rimanenti, i « Badger » di vasta autonomia.

 

Comincia l'epoca d'oro per la Marina sovietica. La abituale ritrosia nel farsi vedere si muta nel « mostrare la bandiera », e anche di più, su tutti i mari del mondo. Dopo la partecipazione dello Sverdlov alla rivista navale inglese del 1953, navi russe si esibiscono in ogni dove. A Londra Kruscev può fieramente dichiarare: « Costruiamo sommergibili al ritmo di settanta ogni anno ». La presenza di grandi formazioni russe in Mediterraneo, nell'Indiano, in Pacifico e nell'Atlantico suscita di volta in volta sorpresa, interesse, speranze o preoccupazioni, e in ogni caso produce importanti conseguenze. Ben 200-220 unità di superficie e subacquee partecipano alle esercitazioni « Okean 1970 » e « Okean 1975 » di vastità mondiale. Navi sovietiche seguono da vicino le formazioni della N.A.T.O. per impararne il comportamento nelle esercitazioni e manovre.

 

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NAVI e motosiluranti sul fiume Neva nel gennaio 1958 in occasione del 40° Anniversario dell'Esercito e della Marina sovietici.

 

 

I marinai italiani, sorpresi per la prima volta nell'aprile 1965 dall'apparizione del « Krupnyi » n. 372 in un gruppo italo-americano al limite delle acque territoriali, fuori Augusta, da anni dicono per scherzo che ormai le navi russe fanno parte integrante delle forze N.A.T.O. e si adeguano al comportamento di queste. Ufficiali ed equipaggi sovietici studiano e fanno tesoro delle lezioni: per esempio, hanno imparato a effettuare il rifornimento laterale con navi in moto, quando, sino a pochi anni addietro, dovevano filare la manichetta della nafta dalla poppa della nave rifornitrice alla prora dell'altra unità, procedenti in linea di fila. E ancora: da anni nessuna portaerei occidentale può navigare senza un accompagnatore russo, che talora è un peschereccio irto di antenne e stili elettronici. Ciò preludeva all'entrata in servizio delle due portaelicotteri (1967-68) e delle portaerei russe (la prima: nel 1976), per apprendere le manovre delle navi e degli aerei della N.A.T.O.

 

Dieci-quindici anni addietro, si ebbero numerose collisioni tra cacciatorpediniere sovietici e americani. I comandanti di questi ultimi dovettero ammettere la superiorità dei russi, che provocavano l'incidente ma, per l'aspetto formale (cioè in base alle norme per prevenire gli abbordi in mare), avevano in genere ragione. Insomma, gli ufficiali russi agiscono da seri professionisti. Anche le loro navi sembrano progettate e costruite molto bene, e hanno un armamento più poderoso delle unità americane e italiane. Di recente, la principale rivista navale degli U.S.A. pubblicò un articolo il cui autore mostrava, sulla base di documenti fotografici, come le unità sovietiche tengano il mare meglio di quelle americane, a tutto vantaggio della stabilità di piattaforma per l'impiego delle armi, minori sollecitazioni alle strutture dello scafo e degli apparati, migliori condizioni di vita; e minore dispendio di combustibile. Infine, la Marina sovietica ha di certo grandiose disponibilità finanziarie.

 

Dal 1956 l'U.R.S.S. ha ceduto ad altre nazioni sue unità, e non tra le più vecchie o superate: un incrociatore, quattro caccia e sei fregate all'Indonesia; cacciatorpediniere a Egitto e Polonia; fregate a Bulgaria, Cina, Finlandia, Germania Orientale; sommergibili all' Egitto e all'Albania; corvette all'Albania; motovedette lanciasiluri e lanciamissili ad almeno una decina di nazioni, come India, Somalia, Cuba, Jugoslavia, Albania, Egitto.

 

Da più di vent'anni alla testa della marina, l'ammiraglio Sergiei Georgiyevic Gorshkov ne ha fatto la seconda del mondo, quanto a numero di navi e dislocamento totale. Appena assurto alla sua carica, Gorshkov radiò 340 unità di scarso valore e avviò un imponente programma di costruzioni. Da valente studioso e teorico, ha espresso nuove teorie strategiche e operative per le forze navali dell' U.R.S.S., manifestando chiaramente le sue idee, che vengono seguite con attenzione all'estero, in special modo in America e in Gran Bretagna: « La Marina sovietica è un potente fattore per la creazione di condizioni favorevoli alla diffusione dei Socialismo e dei Comunismo; per un'effettiva difesa della pace e per rafforzare la sicurezza nel mondo intero.

 

 

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IL CACCIASOMMERGIBILI « 220 » impegnato in un trasporto di truppe. Sotto, l'incrociatore « Admiral Nachimov » della classe « Kresta II » durante la grande esercitazione Vesna » (Primavera), del 1975.

 

 

 

« Con la presenza delle nostre navi su tutti gli oceani, la Marina ha acquisito la capacità di studiare a fondo le caratteristiche specifiche di situazioni nelle quali sarà chiamata a effettuare le sue missioni in tempo di guerra ».

 

Nel 1957 un sottomarino russo lanciò per la prima volta un missile balistico. L' anno seguente dai cantieri di Severodvinsk furono allestiti i primi battelli sovietici con propulsione nucleare, i 14 « Leninsky Komsomol » di 4.267-4.877 t e 20-25 nodi. Nel frattempo la flotta di superficie si arricchiva di pregevoli unità, le prime del periodo Gorshkov: i « Krupnyi », cominciati nel 1958 come unità cannoniere, che furono trasformati in lanciamissili mentr'erano ancora in costruzione, dotandoli di lanciatori antinave a prora e a poppa. Subito dopo apparvero i « Kildin », dal 1962 e i 19 « Kashin », di 4 572 t e 35 nodi, prime unità nel mondo propulse esclusivamente da turbine a gas, che permettono partenze rapide e forti accelerazioni. Del 1962-65 sono i 4 « Varyag » di 6 100 t, armati di missili antinave, al pari dei quattro « Kresta I » (1967-69); di 8.130 t, dei dieci « Kresta » II (dal 1969) di 8.130 t anch'essi, dei bellissimi « Krivak » (dal 1971) di 4 300 t, e dei cinque « Nikolaev » dal (1973) di 10 200 t, tutti provvisti di cannoni, se pure di calibro modesto.

 

 

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LANCIO di un « Goa » radiocomandato, un missile che ha la portata di 17 miglia alla velocità di 2 Mach. Sotto, un rifornimento « bilaterale », da parte della cisterna « Boris Cilikin » a due caccia della classe « Kashin », nel maggio 1975.

 

 

 

Notevole è l'indipendenza delle tendenze costruttive russe rispetto a ciò che esce dai cantieri esteri. Fino a un certo punto, però. Con il mutare delle idee politiche e operative, le quali a loro volta possono dipendere da situazioni o da cambiamenti esterni, anche i programmi navali subiscono evoluzioni: la crisi di Cuba del 1962, per esempio, quando Kruscev aveva sottovalutato la possibile reazione degli Stati Uniti, indirizzò il Cremlino a un vasto programma di navi di superficie; e del pari la necessità di fornire copertura aerea alle proprie forze navali in mari lontani dalla patria ha determinato la costruzione delle portaelicotteri Moskva e Leningrad (17.280 t, 30 nodi, 18 elicotteri, missili antiaerei e antisom) e delle tre portaerei della classe « Kiev » (40.640 t, 32 nodi, 25 aerei e altrettanti elicotteri, missili antinave, antiaerei, antisom) di cui finora è in servizio la prima unità. E ovvio che il potere marittimo non si fondi soltanto sulle navi da guerra, ma - e anzitutto - sugli uomini, poi sulle dottrine d'impiego, sulla tecnologia, sull'industria, sulle marine mercantile e da pesca, sui porti e installazioni.

 

Negli ultimi anni la flotta mercantile ha fatto un enorme balzo, superando di gran lunga le esigenze di una potenza continentale e pressoché autonoma qual è l'U.R.S.S.

 

Tale flotta conta 7.772 bastimenti con un totale che supera i 19 milioni di tonnellate di stazza lorda, circa il doppio dell'Italia.

 

Mezzo milione di uomini presta servizio in marina, dei quali circa 150.000 sono volontari, mentre quelli di leva rimangono tre anni sotto le armi, se imbarcati, o due anni, se a terra. Gli ufficiali sono di elevata qualità, e le loro doti vengono tanto più apprezzate, quanto più scarseggiano gli equipaggi bene addestrati e si riducono le rafferme. Inoltre le tabelle di armamento prevedono meno gente che a bordo delle navi estere. Già a 28-30 anni un ufficiale può andare in comando di un cacciatorpediniere, anche dei tipi più nuovi, ma i sottomarini nucleari restano riservati a capitani di vascello di 1° rango.

 

Alla potenza della flotta sovietica, in serio costante accrescimento, e alla baldanza dei suoi marinai non contrasta alcun aspetto negativo? Ce n'è uno, sul quale forse le marine occidentali fanno affidamento: il forte accentramento del comando, che è una palla al piede per ogni comandante di nave isolata o di formazione navale. Basti quest'episodio: la scorsa estate, l'ammiraglio americano, che comandava una divisione di portaerei nel Mediterraneo, trasmise un segnale a bandiere a una nave ammiraglia russa che si trovava a portata ottica: « Domando se volete accettare un gelato ». Nessuna risposta, ma due minuti più tardi i radiotelegrafisti americani avvertirono l'inizio di un lungo messaggio radio trasmesso dalla nave sovietica e che diede l'avvio a un intenso scambio di segnali. Era di certo l'ammiraglio russo che chiedeva istruzioni al suo Supermarina. Intanto le due formazioni s'erano scostate e l'elicottero americano rimaneva in attesa dell'ordine di portare il gelato. Passarono più di due ore. Finalmente la nave ammiraglia sovietica segnalò, via radio: « Grazie, no ».

Modificato da galland
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  • 3 settimane dopo...
Ospite intruder

Russian Boomers Bumble Along

 

 

 

Only eight of the twelve existing Russian Delta IV SSBNs (ballistic missile nuclear subs, or "boomers") are available for service. Russia wants to have about a dozen of the new Borei class boats, to replace the current Delta IV class SSBNs. The Delta IVs are getting old, and have only about a decade of useful service left. Currently, it appears that the navy will get at eight Boreis. These new boats are expensive, and the navy wants to build some aircraft carriers.

There are still more delays for the new Russian Borei class SSBN. This boat, the Yuri Dolgoruky, was launched over a year ago, and was to have begun sea trials late last year, then in January of this year, then by the end of May. It still hasn't happened. Major delays were introduced because of an accident on a new Akula SSN last November. There, a sailor hit the wrong switch and accidently triggered a fire suppressant system in a compartment where several dozen people were sleeping, killing twenty of them. The safety system was poorly designed, making it too easy for someone to do what the sailor did. Such design problems are common in Russian ships, and the additional months of inspections and modifications for the Borei is another attempt to eliminate such problems. There were also some problems with welds on the hull, and the nuclear power plant.

 

The first of its new Borei class subs was moved to a dry dock two years ago, for additional work. This ship, the Yuri Dolgoruky, was supposed to have been launched three years ago. But there were technical problems that delayed it until now. Construction of the Yuri Dolgoruky began thirteen years ago, but money shortages, and technical issues, slowed progress.

 

The first of three new Borei Class boats will be based in the Pacific, sometime early in the next decade. During the Cold War, most of Russias SSBNs were based in the north, at several bases east of the Norwegian border, and facing the Arctic ocean. But now Russia is spending over $350 million to expand and improve its submarine base on Kamchatka island. This will enable its new SSBNs to threaten China, as well as the United States.

 

This is the first new Russian boomer to enter service in 18 years, and the first new Russian sub design since the end of the Cold War. The second ship in the class, the Alexander Nevsky, is also nearing completion. Construction on the third, the Vladimir Monomakh, began two years ago.

 

The Boreis are closer in design to the Delta IVs, than to the more recent, and much larger, Typhoon boats. The Boreis are 558 feet long and 44 feet wide. Surface displacement is 15,000 tons, and twelve Bulava SLBMs (Sea Launched Ballistic Missile) are carried. Work on the Yuri Dolgoruky was delayed for several years because the first missile being designed for it did not work out. A successful land based missile, the Topol-M, was quickly modified for submarine use. The Bulava was a larger missile, cutting the Boreis capacity from twenty to twelve missiles. The boat also has four torpedo tubes, and twelve torpedoes or torpedo tube launched missiles. The Borei also sports a huge sonar dome in the bow.

 

The Boreis have a crew of 107, with half of them being officers (a common Russian practice when it comes to high tech ships like nuclear subs). Each of these boats will cost at least two billion dollars. This high cost, by Russian standards, is partly because many factories that supplied parts for Russian subs were in parts of the Soviet Union that are not now within the borders of present day Russia. So new factories had to be built. All components of the Boreis, and their missiles, will be built in Russia. A dozen (or eight) of these boats probably won't be completed for at least a decade.

 

Another problem is the reliability of the new Bulava missile, which, so far, has failed five of its ten test launches. The Bulava is believed to be fundamentally sound, but it could be another year, or more, before all the kinks are worked out. The Yuri Dolgoruky might be ready before its ballistic missiles are, which is not unusual for a new class of SSBN, carrying a new missile.

 

 

 

http://www.strategypage.com/htmw/htsub/art...s/20090603.aspx

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  • 3 mesi dopo...

Non so se si possa parlare di "tramonto" , certamente fino a pochi anni fa c'erano grandi problemi ed un certo declino, ma ora sembrerebbe che questo declino sia stato quantomeno arrestato e-forse- potrebbe già essere stata invertita la tendenza. il "forse" c'è perchè è molto difficile distinguere quanto è propaganda sottilmente propinata, e quanto è realtà dei fatti.

Ancora, fa molta impressione il programma di costruzioni pr il futuro: diverse "portaerei"- equipaggiate da personale addestrato intensamente sull'a.kutznetzov-, altri aerei con capacità di attacco a lunga distanza su-34, forse 7 sottomarini di attacco classe "graney/severodvinsk" con la loro tecnologia ancora in parte misteriosa, ripetuti accenni ad armi nucleari tattiche montate su missili anti nave.

Ci sono , anzi, alcuni segnali che vorrebbero la costruzione dei severodvinsk più prioritaria di quella dei Borei, e potrebbe essere un segnale che si stia passando da una mentalità giocoforza "difensiva" ad una più offensiva, anche se non sembra che da noi questo susciti particolare apprensione

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Non so se si possa parlare di "tramonto" , certamente fino a pochi anni fa c'erano grandi problemi ed un certo declino, ma ora sembrerebbe che questo declino sia stato quantomeno arrestato e-forse- potrebbe già essere stata invertita la tendenza. il "forse" c'è perchè è molto difficile distinguere quanto è propaganda sottilmente propinata, e quanto è realtà dei fatti.

Ancora, fa molta impressione il programma di costruzioni pr il futuro: diverse "portaerei"- equipaggiate da personale addestrato intensamente sull'a.kutznetzov-, altri aerei con capacità di attacco a lunga distanza su-34, forse 7 sottomarini di attacco classe "graney/severodvinsk" con la loro tecnologia ancora in parte misteriosa, ripetuti accenni ad armi nucleari tattiche montate su missili anti nave.

Ci sono , anzi, alcuni segnali che vorrebbero la costruzione dei severodvinsk più prioritaria di quella dei Borei, e potrebbe essere un segnale che si stia passando da una mentalità giocoforza "difensiva" ad una più offensiva, anche se non sembra che da noi questo susciti particolare apprensione

 

Credo che la cosa non susciti particolare preoccupazione, in occidente, perche', come giustamente noti, si tratta di 'programmi'.

 

I programmi russi, negli ultimi anni, hanno subìto pesanti ridimensionamenti ogni volta che sono stati presentati, ragione per cui la credibilità degli stessi e' ad oggi sottozero.

 

Poi, se si noterà che i programmi diventeranno realtà, ci sarà sempre il tempo di prendere opportune contromisure.

Stiamo poi sempre parlando, nella migliore delle ipotesi, di 7 SSN: una volta ce n'erano dozzine....

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La marina russa non è mai stata qualitativamente eccelsa e ogni volta che ha imbracciato le armi ne è uscita con le ossa rotte.

 

Al di là di questo durante la guerra fredda gli arsenali sovietici sfornarono gran belle macchine. Macchine che sono state possibili grazie all'immenso sforzo profuso da tutto il paese nell'inseguimento di quella supremazia militare che ha portato, assieme ai tanti problemi interni, al collasso dell'URSS.

 

La Marina russa non potrà, nel medio termine, raggiungere i fasti degli anni della Guerra Fredda.

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c'è anche da dire che i suoi più immediati "avversarii"- RN e US Navy- sono state in sostannza ridimensionate, almeno numericamente, e sembrerebbe che le potenzialità "antisottomarino" delle marine occidentali siano diminuite rispetto agli anni '80, almeno a leggere l'apposito topic in queta sezione. più che i Borei che in caso di utilizzo vorrebbe dire che non ci saebbero più preoccupazioni strategiche future, mi preoccupano questi semi miseteriosi Graney/severodcon vinsk e questi discorsi tranquilli di usare atomiche tattiche imbarcate.

Tra l'altro sembra ache di rguire che nel 2009 gli stipendi al personale siano stati pagati quasi regolarmente, e questo sicuramente aumenta il morale in misura notevole, rendendoli propensi ad un comportamento aggressivo

Modificato da Simone
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Simone ma che ti preoccupi a fare? la marina russa è solo l'ombra di quella che fu e così come era gestibile durante la guerra fredda lo è ancor di più oggi.

 

soprattutto... non vedo quale collegamento ci possa essere tra pagare uno stipendio e lanciare un atomica tattica.

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  • 2 settimane dopo...

La Russia conta di finalizzare entro l’anno l’acquisto dalla Francia di una nave da assalto anfibio Classe "Mistral" per poi costruirne altre tre o quattro dello stesso tipo in Russia, in quello che si presenta come un significativo cambio di direzione rispetto alle acquisizioni di armamento perseguite finora. E’ lo stesso Capo di Stato Maggiore Generale di Mosca, generale Nikolai Makarov, ad annunciare l’operazione nel corso di una conferenza stampa, spiegando che « nessun paese al mondo può costruire tutto ed alcune cose vanno acquistate».

Il "Mistral", definito in Francia "Bâtiments de Projection et de Commandement" (BPC) ed in servizio con la Marine Nationale assieme alla gemella "Tonnerre", è un’unità da 21.300 tonnellate a pieno carico capace di trasportare 16 elicotteri, mezzi da sbarco e mezzi corazzati.

 

http://www.dedalonews.it/it/index.php/08/2...fibia-francese/

 

se il progetto Pak Fa fallisce magari si mettono pure a comprare Rafale

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che magra figura!!! per giunta, costruire una LHD non è questa impresa impossibile, considerando che i russi non sono affatto digiuni di cantieristica navale! soprattutto, visto che le Mistral non sono queste "prime della classe", mi vien da dire che i russi vogliano mettere più le mani sull'elettronica occidentale, che sulla nave in se per se.

Modificato da vorthex
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  • 2 anni dopo...
  • 3 mesi dopo...

Segnalo un'analisi sulla Marina Militare Russa (stato attuali e prospettive) source

 

solo gli Stati Uniti e la Cina hanno la dimensione demografica ed economica da superpotenza. L’India potrà forse aggiungersi al ristretto club nel prossimo decennio. Alla Russia è rimasto solo lo strumento militare strategico (i.e., la componente nucleare) per consentirle di mantenere quello status. E tale status le è assolutamente necessario per difendere l’immensità dei suoi confini (e delle sue risorse naturali), altrimenti non difendibili, e ambite dai suoi popolosissimi vicini. La Russia difficilmente potrà competere, infatti, in termini quantitativi, nei settori più convenzionali ed un grande esercito russo è ormai demograficamente superato dai fatti. E’ quindi più che legittimo che concentri le sue (limitate) risorse su quelle componenti che possono garantirne la sicurezza e che vi incentri la sua presente e futura strategia.

 

 

 

Se questo tipo di analisi è corretto, le RVSN (‘Forze Missilistiche Strategiche’), la componente nucleare e ‘sea-denial’ della VMF e le componenti ABM / BMD / difesa aerea della VVS hanno ed avranno la priorità assoluta; ma in occidente sarebbe necessario tentare di comprendere come tutti questi strumenti abbiano una caratterizzazione fondamentalmente deterrente e difensiva (al massimo, come detto di ‘negazione di accesso’), ma con ben scarse capacità di proiezione della forza militare, lontano dal territorio russo. La dimensione e l’orientamento del riarmo non sono assolutamente da ‘da guerra fredda’, come sostengono invece importanti ‘think tank’ occidentali. Il nemico mortale di 30 anni fa non esiste più, mentre l’importanza di una reale partnership anche strategica con la nuova Russia, ricchissima di risorse naturali, dovrebbe essere considerata molto più seriamente, soprattutto in Europa.

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  • 2 mesi dopo...
  • 3 settimane dopo...

Navy chief says Russia wants naval bases abroad

 

Russia is talking to Cuba, Vietnam and the Indian Ocean island country of Seychelles about housing Russian navy ships, the nation's navy chief said in remarks reported Friday.

Vice Admiral Viktor Chirkov told the state RIA Novosti news agency that Russia is in talks about setting up maintenance and supply facilities for Russian ships in those countries but wouldn't give any further details.

Russia's only existing naval base outside the Soviet Union is located in the Syrian port of Tartus. A squadron of Russian navy ships, including several assault ships carrying marines, is currently heading to Tartus in a show of support for a longtime ally whom Moscow protected from international sanctions and continued to supply with weapons.

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Russia seeks sea power with decrepit fleet

 

Russia’s boast that it plans to extend its naval forces to bases in Cuba, the Seychelles and Vietnam poses little strategic threat to U.S. interests in Latin America, the Indian Ocean or the Pacific, analysts say.

...

The Russian fleet may number 300 ships, about the same as the U.S. Navy, but its aging warships are less advanced than America’s high-powered guided-missile cruisers and destroyers. The Kremlin owns only one operational aircraft carrier, as opposed to Washington’s 11 nuclear-powered carriers and strike groups that comprise what is called a “blue-water” navy able to operate far from home.

...

“Russia has made a series of grand pronouncements about engagement in this region, and the words end up outpacing the deeds,” said P.J. Crowley, a former top spokesman for the State Department. “But clearly Putin is fighting the perception that Russia is no longer a global power, only a regional power, and is trying to restore some trappings of Russia’s past.”

The only way Mr. Putin can project power is with his navy and perhaps some permanent ports of call.

 

e inoltre Russia To Get Stronger Nuclear Navy, Putin Says

 

President Vladimir Putin oversaw the start of construction of one of Russia’s newest generation submarines on Monday and vowed to boost nuclear naval forces to safeguard the country’s position as a leading sea power.

Warning that its navy would protect top energy producer Russia’s interests in the oil-rich Arctic, Putin led the ceremony to begin building the submarine Prince Vladimir, named after the ruler who founded a precursor state to modern Russia.

The vessel is the fourth Borei class submarine, designed to carry one of the country’s newest and most powerful intercontinental nuclear missiles, the Bulava, or Mace.

“We believe that our country should maintain its status of one of the leading naval powers,” Putin told a meeting of naval commanders and government officials at the sprawling Sevmash shipbuilding yard in northern Russia.

Modificato da Andrea75
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