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giugno elettorale


Leviathan

Europee 2009  

46 utenti hanno votato

  1. 1. chi voteresti?

    • Partito delle libertà (PDL)
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    • Partito radicale
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    • La destra- autonomie per le europee
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    • altro (specificare)
      2


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Esagerato !

 

Comunque diceva bene Casini ieri a Porta a Porta , queste elezioni dimostrano che l'Italia non è ancora matura per il bipolarismo , almeno nel breve termine ...

 

 

Cavolata, il bipolarismo in Italia c'è da quasi vent'anni e continua a reggere, infatti i voti dispersi fuori dai due grandi schieramenti sono solo il suo 6%.

Dire che il bipolarismo è finito quando ci sono 5 partiti in parlamento di cui 4 schierati nei poli è un assurdità tipica di una persona che cerca in tutti i modi di rifondare la balena bianca.

 

Quanto a fini ormai è in minoranza nel partito e nella coalizione, infatti molte personalità importanti di AN sono ormai, a tutti gli effetti, passati con la corrente di FI e la lega prende più di quanto prendesse il suo partito, quindi rimane a gestire una fronda silenziosa con pochi seguaci.

Peccato che i poltici seri debbano fare questa fine in Italia.

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Cavolata, il bipolarismo in Italia c'è da quasi vent'anni e continua a reggere, infatti i voti dispersi fuori dai due grandi schieramenti sono solo il suo 6%.

Dire che il bipolarismo è finito quando ci sono 5 partiti in parlamento di cui 4 schierati nei poli è un assurdità tipica di una persona che cerca in tutti i modi di rifondare la balena bianca.

 

Quanto a fini ormai è in minoranza nel partito e nella coalizione, infatti molte personalità importanti di AN sono ormai, a tutti gli effetti, passati con la corrente di FI e la lega prende più di quanto prendesse il suo partito, quindi rimane a gestire una fronda silenziosa con pochi seguaci.

Peccato che i poltici seri debbano fare questa fine in Italia.

 

" ...5 partiti in parlamento di cui 4 schierati nei poli ... " , se interpreto bene tu consideri l'IDV schierata col PD ? Non mi sembra corretto ...

 

Riguardo a Fini forse hai ragione , però hai pensato all'ipotesi che magari molti elettori AN sono "emigrati" perchè hanno mal digerito l'inglobamento di FI ma che potrebbero ritornare in massa all'ovile in caso Fini sia il candidato premier ? ( io sono uno di quelli per esempio)

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" ...5 partiti in parlamento di cui 4 schierati nei poli ... " , se interpreto bene tu consideri l'IDV schierata col PD ? Non mi sembra corretto ...

 

E' nello schieramento di centrosinistra così come la lega è schierata a destra e non mi sembra ci siano molti dubbi a riguardo...

 

 

Riguardo a Fini forse hai ragione , però hai pensato all'ipotesi che magari molti elettori AN sono "emigrati" perchè hanno mal digerito l'inglobamento di FI ma che potrebbero ritornare in massa all'ovile in caso Fini sia il candidato premier ? ( io sono uno di quelli per esempio)

 

E' quello che ha pensato anche fini nel momento in cui ha accettato il diktat berlusconiano nel confluire nel PdL, ma guardandomi in giro mi rendo conto che almeno la metà degli elettori di AN sono fieri sostenitori del PdL.

 

Poi l'assunto iniziale era che il PdL sarebbe sopravvissuto a berlusconi con fini alla guida e questo non lo crederò mai in quanto non si tratta di un partito ma ancora di un' emanazione di berlusconi, non ha struttura democratica nè territoriale ed è comunque guidato da una maggioranza che viene da FI e non accetterebbe mai Fini.

 

La successione di berlusconi andrebbe espressa da FI, il problema è che, per sua scelta, berlusconi non si è circondato di personalità forti ma di sue mere emanazioni che non andrebbero da nessuna parte senza di lui.

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Sono d'accordo con Dom...

 

L'idea iniziale, anzi attuale è che Fini succederà a Berlusconi, ma per come sono impostati ora gli assetti è difficile immaginare che di fronte a un cambio del genere le conseguenze non saranno devastanti. Se attualmente la componente ex-AN del PDL ha sposato una linea di accondiscendenza verso la politica di Berlusconi (che ha personalizzato il centro dx, facendo evaporare l'idea che a sorreggerlo ci sia un partito, composto da molte figure rilevanti, anzi da 2 partiti Forza Italia e Alleanza Nazionale) è solo perchè il Premier ha assegnato loro molte cariche istituzionali e prestigiose, ma più avanti se i rapporti non cambieranno sorgeranno problemi perchè Fini è al minimo storico di consensi fra i luogotenenti ex-Forzisti del PDL (e forse dallo stesso Berlusconi), perchè gli ex di AN non gradiscono le continue concessioni fatte da Berlusconi alla Lega (a partire da quella famosa di poter non confluire nel PDL, che fu negata all'UDC) e perchè invece la Lega, che è diventata a tutti gli effetti la valvola di sfogo per molti delusi di AN, ha acquisito un peso specifico sempre più determinante.

 

Fino a che Berlusconi starà lì non ci saranno grossi problemi (per le ragioni che ho espresso al punto 2 del mio precedente intervento), ma quando il Premier abbandonerà allora le istanze delle singole forze saranno difficili da mediare. E' infatti innegabile che successi e insuccessi del centro destra sono da attribuire in larga misura a Berlusconi....piaccia o non piaccia.

Modificato da paperinik
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Ma su questa ultima frase, Pap, non c'e' alcun dubbio: ed infatti questo e' IL problema principale della politica italiana. Perchè, checchè se ne dica, non siamo in presenza di uno statista (e la situazione sarebbe comunque non ideale) ma di un peronista che ha, sostanzialmente, i suoi a libro paga e ne dispone come vuole. Come tu stesso hai detto:

 

perchè il Premier ha assegnato loro molte cariche istituzionali e prestigiose

 

fra cui le due principali cariche Istituzionali dopo la Presidenza della Repubblica, ecco, "l'assegnazione" di posti e prebende, ad insindacabile giudizio, non e' esattamente una modalità di governo ideale. Oltretutto, gia vista da noi e che ha portato i risultati che sappiamo.

 

Il discorso e' quello giustamente portato da Dominus e Intruder: un domani, chi comanda? non Fini (e, personalmente, me ne dispiaccio, ma e' evidente che in questo modello di destra lui non c'entra nulla), non Formigoni, che non avrebbe l'appoggio di AN e della Lega, essendo in perenne rotta di collisione con quest'ultima, ed essendo un ex DC di lungo corso....

 

Lunga vita al Premier: ed infatti sono 15 anni che bene o male e' lui che tira le redini (o se le fa tirare, per mero esercizio di mantenimento di potere, come gia si sta vedendo in queste ore, dove la Lega, con 100.000 voti in più, ha gia chiesto, nell' ordine: 2 regioni, il NO al referendum, un posto in più nel CDA della Rai.... ottenendole.).

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Vabbè mike non credo ci sia da disperarsi, se un bacino di voti conservatori c'è una forza politica in grado di attingervi si formerà dopo qualche naturale assestamento.

E' come nel mercato, è la legge della domanda e dell'offerta.

 

L'unica cosa che trovo improbabile è che si arrivi ad un partito unico del centrodestra, vedrei meglio un forte partito cristiano democratico, come in quasi tutta l'europa continentale, e un partito di destra liberale, almeno a livello economico (a livello sociale comincia a diventare improbabile), che sia finalmente votabile.

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Comunque diceva bene Casini ieri a Porta a Porta , queste elezioni dimostrano che l'Italia non è ancora matura per il bipolarismo , almeno nel breve termine ...

 

Non guardo Porta a Porta, ma se ha detto che l'Italia non è matura non è pronta per il bipolarismo ha detto una sciocchezza, come ha sottolineato Dominus; altra cosa è se ha detto bipartitismo, in tal caso ha pienamente ragione. Attenzione però che i sistemi elettorali possono, nel caso, forzatamente condurre a un sistema bipartitico

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Madmike, come ho detto già, attualmente una successione di Fini creerebbe non pochi problemi, ma nulla esclude che in futuro le cose cambino.

 

In particolare io credo che Berlusconi, nel momento in cui avvertirà prossimo il suo ritiro, saprà predisporre il cammino del PDL. Certo spetterà poi al successore dimostrare di avere le stesse capacità di amalgamare e rendere coeso il centrodestra.

 

Sulle nomine delle cariche hai fatto un appunto inesatto, o quanto meno incompleto. E' da quando esiste la Repubblica che le cariche istituzionali e i ministeri chiave sono oggetto di mercimonio politico: imputarne a Berlusconi la responsabilità mi pare proprio inopportuno.

 

Basti ricordare cosa fece Prodi nel suo ultimo governo...incurante di una maggioranza risicata e instabile, ha assegnato una carica istituzionale agli esponenti di spicco di ognuno dei partiti che l'avevano sostenuto alle elezioni.

Modificato da paperinik
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Intendevo un altra cosa: mentre il mercimonio, come giustamente lo hai definito, era appannaggio di forze politiche ora e' appannaggio di una sola persona. La differenza, sostanziale, e' questa.

 

Non a caso il PDL ha organismi direttivi che funzionano solo sulla carta: ogni decisione reale e' presa da B. (vds l'incontro con Bossi dell'altra sera), cosa che non e' MAI avvenuta in Italia dal 46 in avanti.

 

Berlusconi, nel momento in cui avvertirà prossimo il suo ritiro

 

questa affermazione la trovo ardita: non perche' la faccia tu, ma in quanto l'uomo B., che si ritira, non riesco proprio ad immaginarmelo....

 

L'unica cosa che trovo improbabile è che si arrivi ad un partito unico del centrodestra, vedrei meglio un forte partito cristiano democratico, come in quasi tutta l'europa continentale, e un partito di destra liberale, almeno a livello economico (a livello sociale comincia a diventare improbabile), che sia finalmente votabile.

 

questo e' anche il mio auspicio. Ma, come ho gia detto, sono fortemente pessimista...

Modificato da madmike
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Mah berlusconi potrà predisporre come vuole il suo ritiro ma, a meno di non insignire piersilvio, direi che non esistono personalità nel PdL in grado di avere il peso politico per sostituirlo e, al contempo, tenere unita la destra.

Gli unici veri politici, e non gente messa lì per ripetere quello che dice b., stanno in AN ma, come è stato ampiamente spiegato, non potrà essere il partito di fini ad esprimere un successore.

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Max Weber individuava tre tipi ideali di potere: il potere tradizionale, il potere carismatico e il potere legale. Mi pare evidente che quello incarnato da Berlusconi risponda al secondo tipo, un potere personale e straordinario, legato al carisma di una persona. Trattandosi di un potere straordinario esso può mantenersi evolvendo nella forma legale-burocratica, impersonale e ordinaria, oppure può sfaldarsi con la scomparsa del dominus. In questo senso più che designare sic et simpliciter il suo successore, Berlusconi dovrebbe dotare il partito di un'organizzazione interna che consenta lo sviluppo di una dialettica interna, il consolidamento di istituti democratici di partecipazione alla vita del partito e la definizione di ruoli e regole chiare e stabili. Ovviamente nulla esclude che Berlusconi possa "designare" un suo successore, avere un delfino, ma deve preparare la strada sapendo, come credo sappia visto che se lo dice da solo :P , che difficilmente il suo erede avrà la sua stessa forza di attrazione, lo stesso carisma e lo stesso potere all'interno del PdL.

Modificato da Montgomery
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Beh, ma finchè il PDL ed in generale l'area di centro destra troverà giovamento (ergo: eleggibilità e governabilità) da questa situzione di forte personalizzazione determinata da Berlusconi, non ci sono troppi problemi.

Più avanti vedremo!

Pur non essendo entusiasta della fusione di AN nel PDL, ritengo che fosse un passo necessario anche se attualmente PDL significa molto (forse solo) Berlusconi.

D'altra parte se Berlusconi comanda la scena del centro destra è perchè nessuno altro è capace di dare una alternativa credibile (o davvero pensiamo che figure come Storace o la Mussolini possano costituire una valida alternativa o terza via per l'elettore di centrodx?).

 

Riguardo alle concessioni di Berlusconi alla Lega vedremo quali sono reali (astenersi dalla campagna referendaria) e quali sono presunte (candidature regionali), ma soprattutto vedremo come reagirà di fronte a tali concessioni la componente ex AN del PDL, posto che la componente Forzista accetterà comunque qualunque decisione del Premier (non senza qualche mal di pancia, come quello di Scajola che non è molto in sintonia con la Lega). Un primo banco di prova è per l'appunto il prossimo voto referendario. La corrente di AN, per voce di Fini, vorrebbe andare al voto e quindi presumibilmente a fare campagna elettorale...vedremo come verrà risolta la cosa.

Se nasceranno forti contrasti si potrà dire che il centro destra (PDL+LN) dovrà rivedere i suoi assetti, se invece la cosa verrà mediata e ricomposta (da Berlusconi in primis), significherà che il voto europeo non ha creato quello sconquasso all'interno della maggioranza che il PD vuol far credere ai suoi elettori per renderli speranzosi...e fargli dimenticare chi ha perso davvero le elezioni!

Modificato da paperinik
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posto un pezzo di un articolo di Travaglio

 

Gasparri che insulta una cronista dell’Unità che gli chiede un commento semplicemente al voto, nervosetto Gasparri, anche molto intelligente, come abbiamo visto, la Melandri che dopo aver visto ridursi di 7 punti in un anno i voti del suo partito va a spiegare all’Italia dei Valori che invece ha raddoppiato i suoi voti, che l’antiberlusconismo non paga, complimenti!

 

Ma Franceschini ha fatto questo piccolo miracolo di salvare il salvabile di un partito che era dato ormai per avviato alla deriva, come li ha recuperati quei pochi punticini per evitare la debacle? Li ha recuperati con l’antiberlusconismo, con quello che viene chiamato curiosamente antiberlusconismo, in realtà in altri paesi si chiama semplicemente opposizione, da noi fa paura l’idea che l’opposizione si opponga, ha parlato un po’ di Costituzione, la anche mostrata proprio e poi ha parlato persino, pensate un po’, di questione morale, dopo avere tanto disprezzato chi parlava di regime, di Costituzione, di questione morale, di rischio di autoritarismo etc., etc., poi ha dovuto a sua volta fare propri quegli slogan e è riuscito a abbacinare qualche lettore, anche se è molto probabile che Franceschini verrà liquidato dalla vecchia nomenclatura che a ottobre tenterà di riprendersi il partito, tanto per non fare nomi, d’Alema o qualche suo prestanome tipo Anna Finocchiaro o tipo Bersani, in realtà sarà di nuovo l’inizio della fine perché riprenderanno con gli inciuci e quindi regaleranno a Di Pietro altri voti.
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la Melandri che dopo aver visto ridursi di 7 punti in un anno i voti del suo partito va a spiegare all’Italia dei Valori che invece ha raddoppiato i suoi voti, che l’antiberlusconismo non paga, complimenti!

ho assistito in diretta impiegando diversi minuti per riprendermi

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Fortuna che sono stati eletti, De Magistris, ottimo magistrato e per quello fatto fuori, si impegnerà in prima persona nel controlli dei finanziamenti europei all'Italia.

 

Intanto Mastella è stato eletto, sta proprio bene nel PDL uno come lui...

Che vergogna, Diliberto no e lui si?

 

PS

perché non mi avete eletto Fiore (FN) ?

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Fortuna che sono stati eletti, De Magistris, ottimo magistrato e per quello fatto fuori, si impegnerà in prima persona nel controlli dei finanziamenti europei all'Italia.

 

Intanto Mastella è stato eletto, sta proprio bene nel PDL uno come lui...

Che vergogna, Diliberto no e lui si?

 

PS

perché non mi avete eletto Fiore (FN) ?

 

 

Le pensate tutte pur di sputtanare il paese ai 4 venti. :thumbdown:

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Vabbè dai mastella parcheggiato in europa per il suo operato encomiabile nel far cadere prodi è veramente una cosa di cui bisogna solo vergognarsi, certo non dissimile da cusumano imbarcato a sinistra per lo stesso motivo

 

E quindi per non sputtanare il paese dobbiamo lasciare che l'UE continui inconsapevolmente a dare soldi alle cosche per NON costruire depuratori?

 

Queste cose succedono, ma non certo per colpa dei parlamentari europei.

Modificato da Dominus
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Dal link http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=24815

 

riporto un'analisi, di Oscar Giannino, ad ampio spettro della situazione politica italiana alla luce dei recenti risultati elettorali ed in prospettiva futura:

 

 

ELEZIONI 2009/ Giannino: dieci domande per il dopo-voto

 

Oscar Giannino

 

martedì 9 giugno 2009

 

 

Dieci domande, mentre i risultati elettorali amministrativi tendono a stemperare l’effetto “delusione Berlusconi” sul quale è stata misurata dai media la prima lettura del voto europeo.

 

Che farà D’Alema? L’arretramento generale nelle ridotte del centro Italia avvera quasi matematicamente “l’appenninizzazione” del partito che era stata profetata da Giulio Tremonti. Di fronte a questa prospettiva, D’Alema si deciderà a sostenere un candidato alla leadership incaricato di far tornare i Ds all’accordo con la sinistra antagonista, per la costruzione di un partito che miri al 25-28% dei voti con una più netta scelta socialista e di sinistra, a costo di registrare esodi di ex margheritini verso il centro e l’Udc?

 

Che farà l’anima più riformista del Pd? Accetterà supinamente la linea-Repubblica che, in nome della lotta a “Berlusconi-corruttore di minorenni”, in realtà ha portato acqua al mulino di Di Pietro? Tenterà di difendere ancora l’ispirazione maggioritaria che portò alla nascita del partito, facendo convergere Ds e Margherita, tentando su questa strada di dialogare con l’Udc, Fini, e la parte moderata che si è astenuta da voto anche perché diffidente delle intemperanze di Berlusconi? Accetterà una eventuale nuova leadership del Pd che sa di ritorno alla rappresentanza sociale culturale classica della sinistra postcomunista, oppure è disposta a eventuale rotture in nome do un nuovo percorso più rischiosamente incardinato verso una prospettiva di riformismo moderato?

 

Che farà la Cgil? Tutti ora tendono a dimenticarlo. Ma la Cgil resta la più grande organizzazione di massa della sinistra italiana. Il post Epifani terrà la barra inchiodata sul compromesso tra ex riformisti e sinistra antagonista che sin qui ha ispirato tutti i “no” del sindacato – dal nuovo modello contrattuale alla riforma Brunetta, dalle riforme Gelmini al Libro Bianco di Sacconi – e tenterà di “esportare” questo stesso modello nel Pd? Oppure sarà l’evoluzione autonoma del Pd, a influenzare la linea del sindacato di Corso Italia e a ipotecare la successione di Epifani?

 

E i prodiani? Quanti nel Pd odierno pensano davvero che la via sia quella del ritorno all’Ulivo e al patto con chiunque restando distinti, in nome di un programma di governo che a quel punto tornerebbe a essere dettato dai veti reciproci, più e peggio che in passato?

 

Come reagirà Berlusconi? La campagna personalizzata contro di lui questa volta non mette nel mirino gli argomenti tradizionali, l’accusa di essere corruttore di giustizia e tycoon che si serve della politica per difendere il suo gruppo. Sotto attacco, ci sono le virtù e la temperanza personale dell’uomo: in altre parole, prendendo atto che da 15 anni le accuse precedenti vengono disconosciute nelle urne come impedimenti a governare, questa volta si mira sotto la linea di galleggiamento della persona, per iniziare ad offuscarne la “quirinabilità”. Cioè la facoltà di candidarsi un domani al Colle più alto, lavorando in serenità per un candidato premier di continuità rispetto alla sua esperienza, leadership e paternità indiscussa della Pdl. Silvio reagirà dando una sterzata ai suoi comportamenti personali e concentrandosi ancor più in risposte efficaci ai problemi del Paese? Oppure accetterà la sfida che Repubblica gli lancia, nella speranza che le sue reazioni vadano sopra le righe e ne incrinino la credibilità?

 

E Di Pietro, coltiverà da solo un orto che ha tutta l’aria di potersi ancora espandere, puntando tutto sulla lotta senza esclusione di colpi a Berlusconi minaccia per il Paese? Oppure inizierà a pensare che quella strada, elettoralmente anche molto pagante finché si vota con la proporzionale, potrebbe con la legge elettorale delle politiche condurlo a una solitudine molto rischiosa? Le chanches di un accordo separato con la sinistra antagonista sono più apparenti che reali: l’antipolitica e la politica iperideologica sono in realtà, da sempre, più verbose nemiche che silenti alleate.

 

Esistono davvero, per l’Udc di Casini, possibilità concrete di un superamento del bipolarismo “dal centro”? L’Italia in realtà resta bipolare anche con la proporzionale delle europee, perché la crescita di Di Pietro a sinistra e della Lega nel centrodestra non ne rompono lo schema “con” o “contro” Berlusconi. Sin qui, i timidi tentativi di innervare nell’Udc un terzaforzismo tecnocratico ed elitista, variante Mieli-Montezemolo, sono rimasti sogni appannaggio di minoranze, senza seguito tra gli italiani anche se magari sostenute da prestigiose testate come il Corriere della sera, che però non possono permettersi campagne martellanti unidirezionali come ha – con risultati innegabili – fatto la Repubblica di Ezio Mauro. C’è davvero una variante di crescita del voto cattolico che torni a collocarsi al centro, e capace di un risultato a doppia cifra, pur non potendosi immaginare nel breve un cedimento secco della Pdl che da questa prova esce comunque come solidissimo primo partito italiano con più di un voto su tre?

 

Bossi saprà misurare le sue nuove richieste, pur se legittime per effetto dell’avanzata elettorale? In veneto, la prova di forza della Lega sulla Pdl è fallita per pochissimo. Sarà sulla Lombardia, che si appunteranno le richieste leghiste, o in alternativa il movimento inizierà a sparare a zero sull’Expò come su Malpensa? Una prima risposta verrà dall’atteggiamento che la lega terrà nei ballottaggi, a cominciare da Milano. Ma Bossi sin qui si è mostrato un politico più fino e misurato di quasi tutti gli altri, checchè si dica. A che futuro pensa? Non è che per caso ritiene di avere in serbo un leader futuro della Pdl, dopo Berlusconi, che per la Lega sarebbe garanzia di una coesistenza con la Pdl ancor più pacifica e conflittuale di quanto sin qui sia stato? Oppure la forte virata a destra europea, verso forme di rappresentanza subnazionale ed euroscettiche, indurrà il movimento a una “riscoperta delle origini”, sinchè non si capisce chi prendesse in futuro il timone della Pdl e per far che?

 

Fini continuerà, sulla strada imboccata recentemente della delineazione di una leadership futura della Pdl in chiave di “convergenza repubblicana”, su temi come cittadinanza, immigrati e boetica, rispetto alla leadership carismatica e volutamente divisiva che da sempre è la carta di Berlusconi per catalizzare il più dei voti moderati? Oppure diraderà le sue uscite polemiche, dandosi più tempo per capire che cosa bolle nella pentola del Pdl, e che posizione prenderà Casini?

 

Infine: si giocherà sino in fondo la carta del nuovo peso europeo, che il voto per Strasburgo ha affidato alla Pdl? Nei grandi Paesi fondatori, è il partito di Berlusconi quello che esce dalle urne con il maggior peso. Come confermano anche tutti i maggiori giornali europei, non più accecati dalla campagna di Repubblica, e persino critici inveterati dello stile eterodosso del premier italiano, vedi Wolfgang Munchau del Financial Times. E’ possibile pensare non solo alla guida del parlamento europeo per l’onorevole Mauro. Ma anche a una presenza nella futura Commissione europea con portafogli più importanti di quello attuale, ai Trasporti. Dipende molto da come Berlusconi si muoverà nel prossimo G8 all’Aquila, e dalla piega che in Germania prenderà la sempre più difficile coabitazione tra Angela Merkel e la sconfitta Spd, di qui al voto tedesco del prossimo autunno. Per il prestigio internazionale a Silvio serve misura e moderazione, e sarebbe la miglior risposta alla campagna di delegittimazione personale. O è solo in Italia, che il premier intende giocare la sua partita?

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  • 2 settimane dopo...

vergognosi i dati dell'affluenza, fosse per me eliminerei il quorum: gli igravi non hanno diritto

 

Io ero contrario e ho votato no ai primi due quesiti, come è da dovere civico, non mi sono astenuto

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