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Carlo Emanuele Buscaglia


Madem

Messaggi raccomandati

Un bel libro sull'attività del Gruppo Buscaglia è il seguente:

 

Il gruppo Buscaglia. Aerosiluranti italiani nella seconda guerra mondiale

 

Aichner Martino

 

9788842528654g.jpg

 

Mursia (Gruppo Editoriale) | Anno 2008 | 226 pp. |

 

L'autore, ufficiale pilota di completamento e aiutante maggiore dell'asso Carlo Emanuele Buscaglia, il 15 giugno 1942, al comando di un trimotore S 79, silurò nel canale di Sicilia il cacciatorpediniere inglese Bedouin da 1.870 tonnellate, già danneggiato dal tiro di nostre unità navali ma ancora in grado di manovrare e di difendersi, tanto che riuscì ad abbatterlo con le armi contraeree prima di affondare. Il merito principale dell'affondamento fu attribuito alla Marina per oltre quarant'anni, ma successive ricerche e la testimonianza determinante del comandante in seconda dell'unità inglese, Sherard Manners, valsero ad Aichner la commutazione della medaglia d'argento in medaglia d'oro al Valor Militare. Questo libro rappresenta una testimonianza diretta ed efficace del coraggio e del valore dei piloti italiani del celebre Gruppo Buscaglia.

 

Collana: Testimonianze fra cron. e st. Guerre

ISBN: 9788842528654

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Ospite galland

buscaglia.jpg

 

ARRIVA BUSCAGLIA

 

 

Le difficoltà che nel corso dell'addestramento incontravamo erano, come ho già avuto occasione di dire, notevoli. Tuttavia, col nostro entusiasmo e la nostra abnegazione, riuscivamo a fronteggiarle abbastanza brillantemente. Più di una volta, nel corso della guerra, ci saremmo trovati in situazioni del genere e, ahimè, anche più difficili. Occorreva che lo spirito domasse la materia; nel caso particolare, nostro compito era di fare di quelle macchine non propriamente perfette degli efficienti mezzi di distruzione. Gli uomini di valore non mancavano.

 

Presto cominciarono i voli per il collaudo dei siluri. Con gli aerei ci spingevamo nella rada di Nisida in una zona di mare solitaria e lontana dalle rotte consuete delle navi. Le prove iniziarono sotto eccellenti auspici: ci eravamo messi tutti di impegno al lavoro e contavamo di ottenere assai presto dei risultati soddisfacenti.

 

Fu in quei giorni che conobbi il sergente Casali. Aveva 19 anni, era un volontario; sarebbe divenuto in seguito uno dei miei più fedeli e valorosi gregari. Biondo, smilzo, dì media statura, era entusiasta di far la guerra e, più che mai, di farla nel cielo. Nel suo accento avevo notato subito qualcosa di familiare.

 

— Di dove sei? — gli chiesi. — Di Terni.

 

Era dunque umbro come me. Sotto le armi queste cose hanno un loro peso nel determinare le amicizie. Lo presi subito in simpatia. Mi riusciva soltanto difficile abituarmi a chiamarlo con il suo nome di battesimo: si chiamava Eros. Sempre allegro e sempre pronto a farsi avanti nelle imprese più pericolose, era il « volontario » in permanenza. Si offriva ogni volta che ci si palesasse una qualunque, piccola o grande difficoltà. Ti spuntava davanti all'improvviso, dicendoti:

 

— Signor tenente, vengo io.

 

Lo vedevi eternamente col sorriso sulle labbra. Mancava forse ancora di esperienza, ma non si può dire davvero che gli difettasse il coraggio. Mi piacque averlo fra gli uomini del mio equipaggio: avevo bisogno di soldati pronti e decisi. Inoltre, avere un corregionale a bordo è come sentirsi un po' a casa propria, anche in volo.

 

In quegli stessi giorni iniziammo, un'altra esperienza: facemmo conoscenza con l'alleato tedesco. Le prime truppe germaniche, infatti, affluivano nella penisola. Vinta la Polonia, travolti il Belgio, la Danimarca e l'Olanda, occupata la Norvegia, piegata la Francia, i soldati della Wermacht si presentavano a noi circondati da una aureola di leggenda. La certezza della vittoria era nei loro modi, nelle loro parole, nel loro sorriso. Disponevano di mezzi d'offesa e di difesa, numerosi e potenti, di rifornimenti abbondanti e curati in ogni minimo particolare. Tutti loro, dall'ultimo soldato all'ufficiale di grado più elevato, parevano far parte di un unico congegno ben lubrificato: la Germania, macchina da guerra. E la guerra stessa pareva essere per loro un compito relativamente facile da assolvere.

 

Con noi si rivelarono cortesi, erano contenti anzi di fraternizzare, specie con i piloti più capaci e con gli uomini più attivi del nostro gruppo. Non nascondevano invece la loro avversione per gli scansafatiche e gli inetti.

 

Un giorno sul nostro campo atterrò un apparecchio tedesco: un « Messerschmitt 110 », bimotore da combattimento. Di linea elegante e sobria, in duralluminio, superava a priva vista il confronto coi nostri più efficienti aeroplani. Questi avevano di metallico soltanto l'armatura; il rivestimento era poi di legno compensato e tela, tanto da autorizzare la pesante ironia dei nostri colleghi tedeschi, che li chiamavano «Casse da

 

morto ed evitavano con cura di salirvi a bordo. Quel « Messerschmitt » destò, al campo, l'ammirazione di tutti. Io stesso mi sorpresi a guardare con invidia il pilota, biondissimo, che ne discese.

 

Era ormai trascorso qualche mese dall'inizio dell'addestramento. Si pensava che quanto prima saremmo stati destinati ai reparti, in modo da mettere in pratica quanto avevamo appreso. Alla previsione della prossima partenza si accompagnava sempre un senso di perplessità, anche se non tutti avevano il coraggio di confessarlo.

 

- Ti sentiresti in grado di affrontare oggi una azione? — mi chiese un giorno Setti.

 

— In effetti— gli risposi — non mi sembra che la nostra preparazione possa dirsi perfetta.

 

— Il fatto è che hanno urgente bisogno di noi.

 

Eravamo consapevoli dell'incertezza del domani e delle gravi responsabilità che ci attendevano. La nostra preparazione l'avremmo dovuta completare in combattimento.

 

A Napoli, dove mi recavo spesso nelle ore dì libertà, un giorno mi fu regalato, da un vecchietto che incontrai per caso, un cucciolo maltese. Era una femmina, un soffice batuffolo di pelo bianco nel quale brillavano due occhietti neri, vivacissimi. Accettai il dono molto volentieri.

 

— Tenetela come portafortuna — mi disse il vecchio.

 

La portai con me al campo e quella sera stessa la presentai ufficialmente ai miei colleghi, che non tardarono a trovarle un nome: si chiamò Spoletta e fu la nostra « Mascotte ». Era consuetudine che tutti i reparti avessero la loro « mascotte ». Così la cucciola maltese non ebbe soltanto me per padrone, ma fu di tutta la squadriglia.

 

I giorni passarono uguali; a me sembrava che trascorressero in fretta. Sulla fine di febbraio giunse al campo un nuovo ufficiale, il cui nome sarebbe in breve, diventato leggendario: Carlo Emanuele Buscaglia, da poco promosso capitano. Il suo arrivo segnò l'inizio di una febbrile attività. I momenti delle grandi audacie erano ormai prossimi. Il campo aveva bisogno di qualcosa come una carica di entusiasmo; la vita della scuola era infatti diventata quasi monotona: io in particolare sentivo la necessità di impiegarmi in una nuova attività. Sognavo il ritorno al combattimento..

 

Buscaglia si mise subito all'opera per formare la squadriglia della quale avrebbe poi assunto il comando. Tra gli ufficiali piloti fui prescelto anche io, insieme al tenente Greco e al tenente Sacchetti. Come osservatori vennero poi aggregati il tenente di vascello Castagnacci e il sottotenente di vascello Pardini. Incaricato a mia volta di formare l'equipaggio del mio apparecchio, presi con me, tra gli altri il sergente Casali, l'amico Eros di cui ho già parlato.

 

Facevo parte, dunque, della squadriglia Buscaglia: non potevo desiderare di più. Il capitano Buscaglia era una mia vecchia conoscenza. Lo avevo incontrato per la prima volta nel 1939 ad Elmas; ambedue a quel tempo sottotenenti, eravamo in breve diventati amici. Non molto alto di statura, aveva, nel viso un po' allungato, due occhi vivaci e penetranti, che sapevano scrutare a fondo le persone. Tutt'altro che loquace, si esprimeva a frasi scarne e concise, che rivelavano in lui una intelligenza fuori del comune. E questa intelligenza egli la dedicò, con risultati brillantissimi, al successo dell'impresa in cui tutti eravamo ormai impegnati. Nelle ore libere dal servizio — ed egli ne aveva ben poche, prodigandosi oltre ogni limite — sapeva essere un collega cordialissimo e all'occorrenza, allegro. Al poker si dimostrava imbattibile; quasi come in combattimento. Non so in che misura questo possa essere un caso fortuito, ma è un fatto che, a più riprese, io mi son trovato a scoprire, in ogni bravo pilota, combattente, un eccellente giocatore.

 

L'ascendente che quest'uomo d'eccezione aveva sui suoi gregari era fra le sue doti di maggior spicco. Gli uomini mettevano nell'eseguire i suoi ordini una cura quasi religiosa. Di quest'ascendente testimoniava l'eco che le sue opinioni avevano nel nostro gruppo.

 

— L'ha detto Buscaglia.

 

Questa frase, ripetuta in cento occasioni, poneva fine a ogni discussione.

 

Dal giorno in cui ebbi Buscaglia per comandante, anch'io fui preso in quell'atmosfera di fiducia. Feci il possibile, dal canto mio, per essergli utile in tutti i modi. La « 281a » squadriglia nacque all'insegna, appunto, dell'ottimismo. Da questa pattuglia di audaci, noi stessi ci aspettavamo non poco.

 

Arrivò finalmente l'ordine della partenza. La nostra nuova destinazione era il campo dì Grottaglie, presso Taranto. Il volo di trasferimento fu dei più tranquilli. Normale il decollo e normalissimo l'atterraggio. Una passeggiata, insomma. Ma spesso ci si avvicina alla morte e alla gloria in punta di piedi.

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Vi ringrazio dei consigli

 

Madem

 

EDIT: Dopo una breve ricerca sul web mi risulta impossibile trovare il libro consigliato da galland

C'era un'asta su ebay che purtroppo è scaduta

Se avete consigli anche su dove e come reperire quel libro mi fareste una cortesia

Dev'essere bello anche quello di Aichner, comunque

Modificato da Madem
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io l'ho letto il libro di Aicher nell' edizione economica della Longanesi vedi se cambiando casa editrice trovi qualcosa

 

ps il libro contiene anche alcune pagine scritte da Giorgio Evangelisti che descrive il dopo 8 settembre , tra l' altro anche da una prospettiva diversa da Aicher : l' uno militò nella R.S.I , l'altro ancora per il regno di Italia .

Modificato da cama81
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C'è un'ampia bibliografia in merito al grande Buscaglia

Proprio per questo apro questo 3d

nella speranza che il forum possa consigliarmi

il libro giusto da leggere

 

Grazie in anticipo,

Madem

Ti presento una manifestazione che, penso, ti potrà interessare (peraltro si svolge a Salsomaggiore Terme, quindi non lontano dalla tua città).

 

 

Dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", http://www.congedatifolgore.com/ , riporto l'articolo seguente:

 

 

 

MANIFESTAZIONE AERONAUTICA E PARACADUTISTI A SALSOMAGGIORE TERME

 

Venerdì, 1 Maggio 2009

by webmaster

 

 

Con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Salsomaggiore e la collaborazione dell'Associazione Arma Aeronautica, sez. di Parma “ M.O.V.M. Cap. Pil. Athos Maestri”, dell’ Associazione storico/culturale “Tracce di Storia” e dell'Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d' Italia,

 

si terrà

 

 

DOMENICA 10 MAGGIO 2009

 

 

presso il Palazzo dei Congressi - Sala Mainardi di Salsomaggiore Terme una

 

 

 

GIORNATA DI STORIA AERONAUTICA

 

dedicata a

 

GIUSEPPE “PIPPO” DONDI

 

 

dondi.jpg

 

 

Nel corso della giornata, a partire dalle ore 10, aprirà una

 

 

 

MOSTRA DI CIMELI STORICI CON

 

 

- Apparecchi radio utilizzati nella 2^ Guerra Mondiale;

- Reperti di un aerosilurante SM 79 appartenente al Gruppo “Buscaglia” precipitato il 10 aprile 1944 nei pressi di Medesano (PR), recuperati da volontari di “Tracce di Storia”;

- Deltaplano a motore biposto;

- Jeep Willis radio mobile “Rover Joe” della 2 ° Guerra Mondiale;

- Aeromodello SM79 vincitore campionato italiano;

- Fotografie e testimonianze.

 

Saranno altresì rappresentati filmati originali sull’aereo SM 79 Sparviero.

 

Alle ore 17, con la l'introduzione dell'assessore alla cultura del comune di Salsomaggiore arch.Tiziano Tanzi, avrà luogo la presentazione del libro:

 

 

“PIPPO” DONDI , MARCONISTA DELLA 278^ SQUADRIGLIA AEROSILURANTI DEL GRUPPO BUSCAGLIA"]

 

 

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dello storico Gianni Bianchi.

 

Saranno presenti reduci del Gruppo Aerosiluranti.

 

Ed ora un breve ricordo di Doctorenry.

 

Dei sei fratelli DONDI, Pippo non era il più vecchio.

Anzi era il penultimo in ordine d'età.

Ma per la nutrita schiera di noi nipoti o pronipoti era sicuramente il più carismatico.

Lo era per l'alone di “leggenda” che lo circondava.

Da quando nel 1935, appena diciassettenne, si era arruolato volontario nell'Aeronautica Militare Italiana, animato insieme da idealismo, spirito di avventura e giovanile esuberanza ma forse anche per sfuggire alla crisi economica che in quegli anni travagliava l'Italia.

Ottenuto il diploma di marconista e nominato aviere scelto, a seguito dell'incalzare degli avvenimenti bellici di quegli anni venne inviato con la sua squadriglia in Spagna, ove infuriava la guerra civile, con l'aeronautica italiana schierata assieme a quella tedesca a sostegno delle truppe franchiste ribellatesi al legittimo governo repubblicano.

Le necessita' operative e le caratteristiche dell'aereo su cui era comandato ad operare, il Savoia-Marchetti (SM)79 affettuosamente soprannominato “il gobbo maledetto” lo costrinsero ad interpretare un secondo ruolo a bordo dell'aereo, quello di mitragliere, ora in torretta, cioé sul dorso dell'aereo, ora in gondola, cioé in pancia.

 

 

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La superiorità del mezzo aereo italiano sui raffazzonati aerei repubblicani, unitamente alla fortuna che lo accompagnò anche nella successiva guerra mondiale, permisero allo zio di terminare senza un graffio la campagna miltare spagnola.

Neppure il tempo di rientrare in Italia ed ecco all'orizzonte la seconda guerra mondiale.

Combattuta prima sul fronte francese e poi proseguita in Africa, inserito nella 278^ squadriglia aerosiluranti del mitico Carlo Emanuele Buscaglia.

 

Il racconto degli atti di eroismo e la fortuna che accompagnò lo zio per tutta la durata della guerra lo lascio a chi vorrà intervenire alla giornata del 10 maggio p.v.

Gli unici ricordi di cui voglio farvi parte, sono quelli relativi al fatto che, evidentemente baciato dalla sorte, nonostante la sua partecipazione ad eventi bellici che gli consentirono di essere insignito di una medaglia d'argento e 3 di bronzo al valor militare, non riportò nemmeno una ferita.

E significativamente, quando all'otto settembre del 1943 l'Italia badogliana chiese l'armistizio agli alleati, lo zio decise di non schierarsi con nessuna delle due parti in conflitto.

Né con gli alleati contro i quali aveva fino allora combattuto, né con la repubblica di Salò nel territorio della quale pur risiedeva.

Essendosi evidentemente reso conto che non avrebbe potuto più combattere in nome degli ideali del fascismo cui fino ad allora aveva entusiasticamente aderito ma nemmeno accanto agli ex nemici che aveva fieramente contrastato.

Congedatosi alla fine del 1943, appena 25enne, non venne mai insidiato da alcuna delle due parti ancora in conflitto, protetto dalla sua fama di eroe di guerra.

 

 

dondi3.jpg

 

 

Ritornata la pace, anche Pippo l'aviatore si reinserì nella società civile, ricoprendo negli anni sessanta anche il ruolo di assessore alle finanze nel comune di Salso in quota al PSI.

E facendosi apprezzare dalla cittadinanza pure in questo suo ruolo.

Ci ha lasciati, ancora troppo giovane, nel 1973.

Sentiamo tutti ancora la tua mancanza, zio Pippo.

Che la terra ti sia lieve, così come lieve ti fu il cielo.

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Grazie picpus,

m'interessa eccome

Ho conosciuto un motorista che era con Buscaglia

Si chiama Ronchetti ed è di Reggio Emilia

Era anche a Napoli il giorno dell'incidente

Peccato che ho perso la giornata di ieri

Sarei sicuramente andato a scattare diverse foto

Vedrò di organizzarmi per il 10

Gorrini è di Alseno (PC), magari rivedo pure lui

 

Madem

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...

Peccato che ho perso la giornata di ieri

Sarei sicuramente andato a scattare diverse foto

Vedrò di organizzarmi per il 10

...

Ma ieri era solo la data dell'articolo: la manifestazione si tiene esclusivamente il 10 maggio.

Modificato da picpus
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Ospite galland

De libro che ho citato esiste un'edizione "pirata" di pessima fattura.

Dato che non si tratta di un'opera ponderosa ne pubblicherò un capito al giorno in un' apposito topic.

Spero basti. Sappiatemi dire.

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De libro che ho citato esiste un'edizione "pirata" di pessima fattura.

Dato che non si tratta di un'opera ponderosa ne pubblicherò un capito al giorno in un' apposito topic.

Spero basti. Sappiatemi dire.

Sarebbe fantastico

Fammi sapere

Grazie ancora a tutti

 

Maurizio

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  • 3 settimane dopo...

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