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Pearl Harbour


dread

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Arrivarono praticamente contemporaneamente, ma tra traduzioni, fusi orari e comunicazioni che certo non sono quelle di oggi pearl harbour fu praticamente indifesa all'attacco, e anzi alcune misure, come il raggruppamento degli aerei lontani dai bordi delle basi inteso come misura anti-sabotaggio (eventualità, questa, molto più probabile, secondo i comandi, di un attacco diretto vista la presenza massiccia di popolazione di origine nipponica alle Hawaii) che avvantaggiò, di fatto, i Giapponesi.

Rimane il fatto che questa e diverse altre misure furono miope ed errate e che i vertici militari americani alle Hawaii ebbero una buona parte di colpa nel disastro.

 

Quanto alla volontà Giapponese di colpire a sorpresa non credo vi siano dubbi visto che questa era un abitudine tipica nei conflitti ai quali parteciparono le forze armate nipponiche, vedasi quanto successo l'8 febbraio 1904 a Port Arthur, anche se in quel caso l'attacco fu preceduto da un ultimatum.

Altra leggerezza americana fu non dar credito agli allarmi degli analisti che mettevano l'accento su questa abitudine del paese asiatico.

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Ecco qua, da cui traggo:

 

"Mentre le navi giapponesi avanzavano, a Washington, e più precisamente alla stazione radio di Bainbridge Island, un altro importantissimo messaggio in codice " Purple " veniva intercettato, decriptato e tradotto. Esso dava disposizioni all'ambascíatore giapponese, affinché presentasse al segretario di stato americano la comunicazione ufficiale della rottura dei negoziati esattamente alle 13 del 7 dicembre (ora di Wahíngton). Tradotto entro le ore 6, fu solo alle 9.15 che esso pervenne all'ammíraglio Stark, capo delle operazioni navali, e dovettero poi passare altri 35 minuti prima che il segretario di stato lo vedesse. A entrambi venne fatto rilevare che le ore 13 avrebbero pressappoco coinciso con il sorgere del sole a Honolulu. Eppure trascorsero altri 70 minuti di inattività prima che il generale Marshall, capo di stato maggiore generale degli Stati Uniti, vedesse il messaggio. Egli propose immediatamente a Stark di trasmettere uno speciale avviso di guerra a tutte le forze armate. Poiché Stark non approvava l'idea, Marshall preparò un suo messaggio personale ai comandanti dell'esercito. Il messaggio venne consegnato per la traduzione in cifra e l'invio alle ore 12. Ma molto prima che esso raggiungesse Pearl Harbor le esplosioni delle bombe dirompenti e delle testate dei siluri lo avevano reso superfluo. "

 

come dici tu, avevano l'abitudine di non concedere nulla.

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  • 1 mese dopo...

ma il governo USA anche se riteneva improbabile un attacco a pearl harbor,non potevano mandare gruppi di ricognizione(o come si chiamano),a pattugliare l'isola???

 

come dice il proverbio"Prevenire è meglio che curare"

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  • 1 mese dopo...

Salve a tutti,

vorrei dire 2 cose,

 

1)Gran parte dei civili furono uccisi dai colpi della contraerea inesplosi

2)L'errore più grave da parte dei giapponesi fu quello di annullare il terzo attacco

cioè quello che doveva distruggere i serbatoi di nafta

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Ospite intruder

Anni fa, quando vivevo negli USA, mi capitò fra le mani un libro, scritto da un americano, che scriveva che l'attacco a Pearl se l'erano proprio fatto gli americani, prendendo come spunto il ritrovamento di un siluro americano inesploso su una spiaggia.

 

Al di là di questo, scrivere che la maggior parte dei civili americani sono morti per i proiettili della flak cascati giù inesplosi, è come dire che la maggior parte delle vittime dell'11 Settembre è morta cascando dalle scale delle Twins. Non cambia quello che è successo, non toglie colpe a chi proditoriamdente ha attaccato, non solleva dalle responsabilità chi poteva evitare e non lo ha fatto (per qualsiasi ragione ciò sia successo, a Pearl come a New York).

Modificato da intruder
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  • 3 mesi dopo...

Questa qua è la corazzata americana USS Arizona:

 

arizona1.jpg

 

L'Arizona era una delle corazzate affondate durante l'attacco di Pearl Harbour, era talmente danneggiata che non potè più essere recuperata.

 

arizona2.jpg

 

Di solito ne navi affondate su bassi fondali venivano riportate a galla e riutilizzate, un palombaro tappava le falle e poi si immetteva aria nello scafo per riportarla in superficie, nel caso della USS Arizona i danni erano talmente estesi che non si potè fare nulla, le parti recuperabili vennero smontate mentre lo scafo rimase la dove giace ancora oggi.

 

arizona3.jpg

 

arizona4.jpg

 

 

Notate il cilindro tondo che affiora in superficie, è la base della seconda torre dei cannoni, se guardate le foto precedenti noterete che la seconda torre di prua ha appunto una base cilindrica.

Tutte le sovrastrutture furono rimosse e recuperate, la costruzione bianca che vedete è L'Arizona Memorial un struttura dedicata alla memoria delle vittime dell'attacco. L'interno della struttura è vuoto come una galleria e sulle pareti vi sono i nomi di tutti i caduti di pearl harbour similmente al "muro dei caduti" del vietnam a Washington.

 

memday04_2.jpg

 

marblewall.jpg

 

memwallphoto.jpg

 

tree_of_life.jpg

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  • 7 anni dopo...

Anniversario 'netto' oggi,

esattamente 75 anni or sono l'episodio di Pearl Harbour. Una giornata che comunque la si voglia radiografare, è stata epocale nella 2° G.M. per i meccanismi che ha messo in moto.

 

Chissà se qualcuno tra i partecipanti all'azione da entrambe le parti, potesse avere un'immaginazione così immensa e "delirante" (con gli elementi che si avevano in mano il giorno

7 Dicembre del '41) da poter anche lontanissimamente pensare all'epilogo.

Certamente Philip Rasmussen, pilota del 45th Pursuit Squadron che riuscì a levarsi in volo alla disperata quella mattina (abbattendo anche un caccia Zero), non poteva immaginare che quarantadue mesi più tardi avrebbe pilotato un P-47 Thunderbolt della variante -N dalla base di Ie Shima, Okinawa, per andare a scorazzare in missioni di caccia libera nientemeno che sopra al territorio metropolitano Giapponese...

Modificato da Smersh
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(il post è editato, ma non sono riuscito ad eliminare quello precedente).

 

Oggi 75 anni esatti da Pearl Harbour. Tre quarti di secolo non sono roba da poco, e quella data (comunque la si voglia analizzare) è tra le più cariche di conseguenze di quel conflitto mondiale, visto i meccanismi che ha messo in movimento.

Una cosa che forse - se non su pubblicazioni più approfondite - non è stata fatta notare più di tanto, ogni qualvolta si discute di Pearl Harbour, è che neppure il primo giorno di guerra 'ufficiale' sul fronte del Pacifico i militari del Sol Levante hanno messo a segno alcunchè di notevole dal lato dei risultati utili, se non dare il primo colpo di vanga per scavare la fossa al loro Paese.

Nè sarebbero stati in grado di farlo, contro una nazione che (tanto per fare un esempio) ha terminato la guerra avendo a galla qualcosa come 102 portaerei e 71 incrociatori - opure che ha potuto permettersi di regalare, in pratica, migliaia e migliaia di aeroplani a Britannici e Sovietici. Ma a Pearl Harbour in effetti, al di là delle immagini impressionanti del mare incendiato dalla nafta e di dozzine di aerei ridotti a carcasse bruciate, il Giappone non ha ottenuto praticamente niente se non di tirare in pista il gigante ancora semi-assopito.

 

* Per rimanere in ambito strettamente aeronautico un piccolo aneddoto che, con tutta probabilità è pochissimo conosciuto: si citano sovente aviatori (specialmente da caccia) Tedeschi e Giapponesi che, stante la situazione dei loro paesi, hanno praticamente fatto la guerra per la sua quasi totale durata.

Quella mattina del 7 Dicembre 1941, tra la manciata di piloti di P-36 e P-40 che partirono alla disperata così come si trovavano, c'era anche il 2nd Lt. Philip Rasmussen del 46th Pursuit Squadron che andò ad intercettare la prima ondata d'attacco con addosso soltanto il... pigiama (!), e il paracadute, più le scarpe che non ebbe il tempo di allacciarsi.

Pilotando il P-36 'Hawk' numero di fusoliera #86 riuscì ad abbattere uno Zero, prima di tornare giù e atterrare a Wheeler Field con quasi 500 fori di proiettile nell'aereo.

Certamente quella mattina Rasmussen non poteva immaginare neppure lontanamente che ben quarantatrè mesi più tardi sarebbe stato ancora vivo... e ancora in azione, stavolta sui P-47 Thunderbolt della variante -N in dotazione al 318th Fighter Group, 7th Air Force, basato sull'isola Ie Shima (Okinawa).

 

Nell'abitacolo di quel mostro poderoso, che, quantunque 'soltanto' cacciabombardiere e monomotore poteva sollevare più armamento di un bombardiere Mitsubishi 'Val' (gli stessi che proprio a Pearl Harbour erano stati i suoi avversari) Rasmussen andava in 'sweeps' di caccia libera nientemeno che sul territorio metropolitano giapponese nel Giugno - Luglio 1945, in cerca di aerei o di qualsiasi cosa si muovesse a terra.

Che cambiamento incredibile dovette essergli sembrata, l'evoluzione aeronautica in poco più di tre anni..

Modificato da Smersh
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ciao, se osservi bene la scena di Tora Tora Tora dei 2 piloti che corsero a prendere 2 P40B su un aeroporto secondario, anche quel fatto è vero, codici 333 e 300, decollarono anche altri P36 e fecero discreti danni. Se quei radaristi fossero stati creduti e non avessero scambiato i jap per B17, molte cose sarebbero cambiate. Altra nota, i reduci dell'Arizona morti in seguito hanno avuto diritto di essere sepolti nello scafo.

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E' vero,

se si considera la qualità del materiale di volo e il fatto che decollarono in non più di 8 piloti (perlomeno si conoscono i nomi di quegli otto, come dire che non risultano altri uomini partiti in quel frangente) eppure anche così riuscirono a combinare qualcosa di decente, si può legittimamente dedurre che anche soltanto con un numero triplo e soprattutto già in aria al momento giusto avrebbero davvero cambiato alcune cose.

 

Mia parziale svista del post precedente: quella mattina assieme a Philip Rasmussen si trovava tra gli altri anche il Lt. Lewis M. Sanders, e anch'egli negli ultimissimi mesi di guerra si ritrovò (con incarichi e grado di alto livello) a fianco di Rasmussen nel 318th Fighter Group a Ie Shima, base di quell'unità con P-47 N.

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ciao moltissime delle scene del film sono vere, il Kaydet che si trovò in mezzo ai giapponesi, il cacciatorpediniere che aveva avvistato un sommergibile giapponese, il marinaio di colore (era un addetto di cucina, in pratica un lavapiatti) che abbatte un aereo giapponese con una mitragliera. Venne decorato dal Presidente con una alta onorificenza e se non ricordo male fu' il primo americano di colore a riceverla. Piuttosto che guardare il film recente patetico andate a vedere TORA TORA TORA. marco

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Personalmente non mi dice più di tanto 'Tora Tora Tora', anche se si deve dare atto dell'epoca del film - la quale non permetteva certi effetti visivi e trovate tecnologiche favolose come oggi è possibile fare.

 

Comunque sì, il 'Pearl Harbour' di Micheal Bay del 2001 è in pratica tre ore di commedia romantica/film d'amore, più che altro un pretesto per mostrare capolavori di antipatia come i due attori che interpretano i piloti-rivali (specialmente l'inespressivo e patetico Ben Affleck, qualcosa di assolutamente impossibile). I due sono un lampante riferimento ai piloti George Welch e Kenneth Taylor del 47th Pursuit Squadron, che quella mattina fecero un gran lavoro in coppia mandando giù complessivamente almeno 6 aerei Giapponesi (in tempi recenti alcune ricerche più approfondite dimostrerebbero che due aerei reclamati da Taylor come 'danneggiati' sono poi andati perduti definitivamente, portando il totale minimo dei due piloti a 8 vittorie).

Peccato che vengono mostrati come due giovani babbei esclusivamente dediti a combinare ca**ate e litigare per il possesso delle donne, tra le quali la fulgida Kate Beckinsale è l'elemento più valido.

 

* Ken Taylor fece in tempo a vedere il film, all'età di 81 anni, e definì il modo in cui sono stati dipinti lui e Welch ".. praticamente spazzatura, una cosa completamente distorta e troppo sensazionalizzata".

Modificato da Smersh
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Si conoscono con certezza i markings di almeno uno dei caccia dell'US Army Air Corps che quella mattina decollarono contro i Giapponesi, e si tratta proprio di quel P-40B che fu pilotato da George Welch.

 

Appartenente al 47th Pursuit Squadron del 15th Pursuit Group, 7th Air Force (Hawaian Sector), era uno della dozzina circa di aerei che dalla base principale, Wheeler Field, erano stati trasferiti pochissimo prima al campo satellite di Haleiwa per sortite di 'target gunnery'.

Il numero '160' in grandi dimensioni era sulla fusoliera accanto alla coccarda; sulla deriva di coda il numero '81' e subito sotto, '15 P' (per '15th Pursuit'). Il tutto verniciato in bianco.

 

 

In questa foto di fine Dicembre 1941, la coppia di piloti che inflisse la maggior parte di danni agli attaccanti giapponesi: Kenneth Taylor (a sinistra) e George Schwartz Welch.

 

p.s. per curiosità, tutte le 16 vittorie confermate di Welch - ottenute nel periodo dal Dicembre 1941 all'Ottobre 1943 - arrivarono in 'multiples', non singolarmente: cioè erano

2 vittorie, oppure 3, oppure 4 per volta (per esempio, il 7 Dicembre 1941 e il 2 Settembre 1943 Welch abbattè 4 aerei in una missione sola).

E per coincidenza curiosa, esattamente un anno dopo Pearl Harbour - il 7 Dicembre 1942 - Welch ne distrusse 3 in una missione sola, pilotando nientemeno che un P-39D (!!).

Abbiamo la matricola di questo fortunato Airacobra: # 41-38359, del 36th Fighter Squadron - 8th Fighter Group, 5th Air Force, quand'era basato a Milne Bay (New Guinea).

 

 

TAYLOR_Kenneth_and_WELCH_George_Copia.jp

Modificato da Smersh
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All'epoca di Pearl Harbour, Taylor aveva esattamente 22 anni. Welch andava per i 24.

 

Qui alcuni dei piloti del 46th e 47th Pursuit Squadrons che ottennero vittorie contro i Giapponesi il 7 Dicembre, volando su P-36 e P-40B.

Da sinistra: Sanders (P-36), Rasmussen (P-36), Taylor (P-40B), Welch (P-40B), Brown (P-36).

 

Pearl_Harbor6.jpg

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Ancora un'immagine di Lewis Sanders (1 vittoria confermata a Pearl Harbour, pilotando un P-36) scattata ai primi del Gennaio 1945.

 

Qui seduto nel cockpit di un P-38J 'Lightning' del 318th Fighter Group, 7th Air Force. La base è l'isola di Saipan, conquistata dalle truppe USA cinque mesi prima e facente da "trampolino di lancio" per le missioni dei quadrimotori B-29 contro il Giappone.

Era però anche la base del suddetto 318th, che ebbe in dotazione i P-47D 'Thunderbolt' dall'Agosto fino alla metà di Novembre 1944 - e successivamente ricevette i P-38J 'Lightning' (a quanto risulta, non più di 36 aerei) ceduti da altri Groups, e come tali già abbastanza usati.

Il reparto volò con i Lightning circa tre mesi e mezzo, poi ricevette nuovamente i P-47 Thunderbolt - ma stavolta nella poderosa e definitiva variante -N e alla fine di Aprile 1945 andò a basarsi sull'isola di Ie Shima, qualche chilometro al largo di Okinawa.

 

Qui Lewis 'Lew' Sanders si trovò nuovamente assieme a Philip Rasmussen, suo collega e compagno di avventura a Pearl Harbour. Erano trascorsi 41 mesi!!

 

Lewbest.jpg

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