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Il bombardamento in picchiata


Ospite galland

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:adorazione: grazie lo ignoravo completamente. Puoi dirmi qualcosa di più sulla precisione?ci sono dati del bombardamento su navi? Io sapevo che a fine guerra gli inglesi calcolavano con il bombardamento in quota un centro su 400. A te con il lotfe che dati risultano?

Scusami maun esperto come te non lo si molla facilmente, se no che frequento i forum a fare? :rolleyes:

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Il sistema di puntamento Lotfe era utilizzato contro bersagli fissi.

 

Adesso analizziamo il problema. Gli attacchi in picchiata contro navi in movimento sono sempre stati molto efficaci. Tanto per fare un esempio, nel corso dell’attacco contro gli incrociatori Cornwall e Dorsetshire, i 53 Aichi D3A Val riuscirono a piazzare sulle due navi la bellezza di 18 bombe ed un’altra dozzina a brevissima distanza ! Pare invece che nessuna nave americana sia mai stata colpita da bombardieri giapponesi in volo orizzontale ad alta quota.

 

Esistono molte statistiche sulla precisione in volo orizzontale contro le città, poche sulla precisione contro bersagli fissi puntiformi e solo delle stime sulla precisione contro bersagli in movimento. Esempio: durante la guerra di Spagna, la Regia Aeronautica aveva calcolato una media di una bomba a segno ogni sei, contro i ponti, negli attacchi dei Breda 65. Nel caso di impiego di bombardieri in volo orizzontale, la precisione calava a una bomba ogni seicentosessanta ! Nel corso dei bombardamenti diurni sull’Italia, le bombe a segno sono state il 2,6% per i B-17 e B-24 e il 6,4% per i B-25 e B-26. Nei bombardamenti sull’Europa si stimava il 20% di bombe a segno entro un raggio di 300 metri ! Nei bombardamenti sul Giappone i B-29 hanno piazzato il 10% delle bombe sul bersaglio negli attacchi da 4000 metri (quota già relativamente bassa) e il 50% entro un raggio di 75 metri negli attacchi da 2000 metri. Sorvolo sulla precisione dei bombardieri notturni inglesi, semplicemente penosa. E parliamo di attacchi contro città o centri industriali o scali ferroviari larghi centinaia di metri !

 

Supponiamo di voler affondare un incrociatore. Prendiamo uno Ju-87 in picchiata verticale con una bomba da 250 kg. Lancia la bomba a 750 metri d’altezza. La bomba arriva sul bersaglio diciamo in 3 secondi. In quei tre secondi la nave a 30 nodi si è spostata di meno di 50 metri (ed è larga 20 !). Direi che la probabilità di colpire è notevole.

 

Adesso proviamo un attacco orizzontale. Il volo radente non è efficace, le bombe cadranno inclinate e non perforeranno i ponti. Meglio un siluro. Per ottenere un risultato le bombe perforanti devono essere sganciate ad almeno 3000 metri. Il bombardiere deve allinearsi sul bersaglio (che si sposta !) e seguire una traiettoria prevedibile…Il sogno dei serventi dell’antiaerea ! Ad una quota eccellente per il tiro al piccione ! Allora saliamo a 6000 metri, ora va bene. Per semplicità supponiamo che le bombe cadano subito in verticale a 300 metri al secondo. Ci metteranno 20 secondi. Già, ma dove puntiamo ? Non sulla nave, che si sposta. Allora puntiamo davanti, solo che in 20 secondi la nave si è mossa di 300 metri ! Non solo, può essere andata a destra o a sinistra. Così bisogna saturare di colpi a caso un’area piuttosto vasta. Ma anche i più potenti bombardieri non possono portare molte bombe da 250 kg a molte centinaia di km dalla base. Secondo le formule, il punto d’impatto dipende dalla velocità in m/s per la radice quadrata della quota di volo per un coefficiente di solito indicato in 0,42. Una differenza di quota di 10 metri o 10 km/h di velocità porta da sola ad un errore di decine e decine di metri.

Capito dunque ? E’ quasi impossibile colpire.

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Le mie fonti sono diverse. Mi sono accostato ad internet piuttosto tardi, prima di allora ho raccolto moltissimi libri, una decina di enciclopedie, riviste, videocassette, fotografie, materiale riservato (e oltre 500 aeromodelli), qualunque cosa potesse soddisfare la mia “sete”. E durante la lettura ho trascritto i dati numerici che ritenevo più rilevanti. Perché, come sai, i dati sono dispersi qui e là. Non soddisfatto, ho cercato di effettuare dei confronti. Molti dati sono contraddittori, incompleti, non esaustivi. Ora, con internet, è tutto teoricamente più semplice: di fatto occorre reperire “parole chiave” senza le quali ogni ricerca risulta infruttuosa.

 

Per restare al tema, i dati sono frutto di memoria (perché il disco rigido più potente non è nel mio PC…Serve la memoria per ricordare dove hai letto qualcosa) e dei seguenti libri: enciclopedia Mach 1 ”I piloti raccontano”, Storia della seconda guerra mondiale (Rizzoli), Rivista Aeronautica, Aeroplani di tutto il mondo, Arte militare marittima e una dispensa della Scuola di Guerra sulla difesa contraerea.

 

Razzi. Nella seconda guerra mondiale si sono costruiti una solida reputazione come armi eccellenti nell’attacco di bersagli al suolo o navali (oltre che aerei, in certi casi). Ma la loro precisione ha sempre lasciato a desiderare. Il razzo non è un’arma precisa, non è adatto all’attacco di bersagli puntiformi. Deve essere perciò impiegato in salve. Il tipico profilo di attacco dei razzi, non solo di quelli da 5 pollici, prevedeva il lancio in picchiata fino a 60°. Era possibile attaccare anche ad angoli inferiori: nel caso dei Panzerblitz, gli Fw190 attaccavano i carri nemici a 560 km/h da 150 metri di distanza a bassa quota. Nel caso dei razzi inglesi da 3” si poteva attaccare a 644 km/h in picchiata a 40° o a 612 km/h a 30° da 550 metri di distanza. La picchiata riduceva la dispersione, rendendo il tiro più preciso.

 

Non ho dati specifici sulla precisione dei 127 mm americani (FFAR e HVAR), ma è esemplare proprio il caso dei diffusissimi razzi da 60 libbre (usati, per esempio, dai Typhoon per massacrare i carri armati tedeschi). In addestramento la percentuale di colpi a segno era del 5 %. Non male, considerato che i razzi erano lanciati a 8 alla volta. In guerra però sembra sia calata allo 0,5-1% ! E per distruggere un carro servivano uno o più colpi in pieno ! Micidiali si sono invece dimostrati i vari cannoni da 37 e 40 mm anticarro, impiegati dagli Ju-87, dagli Hurricane, dagli IL-2, ecc.

Il razzo, però, era molto più flessibile, adattabile a moltissime piattaforme (dal caccia al B-24), poco costoso, ottimo contro le navi, i sottomarini, micidiale contro truppe allo scoperto e blindati leggeri.

 

Altri dati puoi trovarli qui:

 

http://www.tarrif.net/wwii/guides/a2g_rockets_2.htm

 

http://www.designation-systems.net/dusrm/a...in-rockets.html

Modificato da gianvito
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Mentre faccio i complimenti a Gianvito per gli ottimi post colgo l'occasione per fare una domanda , il sistema di puntamento Lotfe come garantiva la precisione rispetto ad eventuali cambi di direzione del pilota ? Cioè i comandi dell'aereo erano asserviti al congegno nei secondi antecedenti allo sgancio ?

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Si, veniva inserito il pilota automatico. Anche lo sgancio avveniva automaticamente.

 

Come si può leggere nel link che ho inviato sul Lotfe:

 

"On final approach the autopilot was engaged‚ while the bombsight adjusted the flight path in response to last-minute changes by the bombardier. Bomb release was normally automatic in order to reduce timing errors."

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Non vorrei dire castronerie, ma un bombardamento in picchiata "verticale", credo, dovesse partirea quote abbastanza elevate, ma terminare "prima" per permettere una richiamata ancora ammissibile in quanto ad accelerazioni. Quindi la bomba -allora a caduta spontanea- impiegava un certo tempo e nel caso di un carr armato esso potev anche tentare di scansarla.

Invece con una picchiata più dolce si ci poteva avvicinare un pò di più e dare meno tempo al destinatario per muoversi

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Parlo da profano,ma credo che un carro dell'epoca(che viaggiava su i 20-30 Km/h) anche se riusciva ad individuare l'aereo non avesse il tempo sufficiente per effettuare un sensibile spostamento,inoltre nella picchiata l'aereo superava i 500Km/h e 3000 metri si percorrono velocemente a quella velocità.

 

Approfitto per chiedere se il pilota poteva effettuare durante un attacco "a tuffo" aggiustamenti durante la picchiata e nel caso de Ju-87 se,in caso il pilota aboliva la manovra d'attacco dovesse per forza scanciare l'ordigno? :hmm:

Modificato da Mone
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Il pilota di un bombardiere in picchiata può correggere la traiettoria fino all’ultimo momento, con piccoli movimenti delle superfici. Il limite, nell’attacco in picchiata, deriva dalla velocità del velivolo e dal numero massimo di G che è in grado di sopportare. Così uno Ju-87 può sganciare basso ma fino a un certo punto, altrimenti la successiva richiamata non gli consentirà di evitare l’impatto col terreno. Nel caso dello Stuka pare si potesse arrivare a sganciare a 450 metri di altezza, con velocità di affondata di 550 km/h e richiamata a 6 G. Restava anche un certo margine se il sistema di cabrata automatico avesse presentato un malfunzionamento. Da quell’altezza la bomba raggiunge il terreno in meno di tre secondi. Un carro armato del tempo, in movimento su terreno vario, avrebbe potuto evitare l’impatto diretto, comunque difficile da ottenere (non è una bomba a guida laser). Ma una bomba da 500 kg è in grado di danneggiare gravemente anche ad una certa distanza oltre a formare un cratere largo 10 metri e profondo 4. E le schegge volano per centinaia di metri.

 

L’ultima domanda è interessante. Se il pilota inizia la richiamata a 6 G con la bomba a bordo, il peso apparente dell’ordigno sarà di 500 kg per 6= 3000 kg. La bomba potrebbe sganciarsi da sola, ma occorre il parere di un esperto (lo Ju-87 D poteva portare anche bombe da 1800 kg). E il limite massimo di G sopportabile dall’aereo sarà inferiore, perché l’aereo è ancora appesantito da mezza tonnellata, diciamo mezzo G in meno, anche se la cellula dello Stuka era sicuramente in grado di superare i limiti nominali. Ma non conosco episodi di “ripensamento” in fase di attacco in picchiata a 500 metri dal bersaglio. Meglio decidersi prima… :blink:

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  • 9 mesi dopo...

posso pernsare che un fattore limitante del "dive bombing" anti-carro, o comunque contro veicoli in movimento era il fatto che gli aerei atti allo scopo potevano portare una bomba di medie-grosse dimensioni- se non ricordo male, e sganciata quella dovevano rientrare. Questo avrebbe reso l'attacco a blindati quantomeno antieconomico, a meno che non fosse una misura disperata per evitare, come si dice, guai peggiori

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Da quello che sapevo, lo Stuka poteva portare diversi assortimenti di bombe, razzi e cannoni, fino ad un massimo di 700-750 chili.

La peculiarità del bombardamento in picchiata derivava dal fatto che esso era di gran lunga più preciso di quello convenzionale in volo livellato. Da qui la progettazione dei bombardieri in picchiata come Stuka ed Aichi Val della Marina Imperiale, e i famosissimi Helldiver e soprattutto l'SBD Dauntless dell'US Navy, che si conquistarono la gloria a Midway.

Il bombardamento in picchiata non è che un'estensione a lunghissimo raggio dell'artiglieria pesante, in appoggio alla fanteria e lo Stuka faceva proprio questo: era artiglieria volante.

Esistevano severi limiti di picchiata e di quota a seconda del peso e del tipo di arma impiegata.

Sebbene lo Stuka sopportasse anche più di 6 G, il suo equipaggio non le sopportava; benchè avessero sperimentato delle rudimentali tute antiG, i piloti raramente si impegnavano in manovre che superassero le 3-4 G. Ci furono diversi casi in cui il pilota svenne e l'aereo si schiantò a terra quindi ci stavano molto attenti. Un altro rischio era di andare in volo invertito, ma in questo lo Stuka era ottimo ed aveva ala a timoni progettati per lavorare insieme ai freni di picchiata, che una volta estesi lo stabilizzavano.

La bomba ventrale era agganciata ad una rastrelliera basculante, che in picchiata si staccava e ruotava in avanti, ponendo l'ordigno in posizione quasi orizzontale, in modo che sganciandosi non filasse attraverso il disco dell'elica...

Lo Stuka attaccava tutto, carri compresi; con eccezionali risultati. Per aiutarsi nella precisione del lancio, il pilota si serviva anche della MG-17 alla radice alare (a volte ce ne erano due: una per ogni semiala) sinistra. Con un numero elevato di traccianti (uno ogni 3-4 colpi), questa mitragliatrice leggera serviva in realtà più per il puntamento del velivolo che per abbattere altri aerei.

Appena comparivano in cielo caccia degni di questo nome, gli Stuka erano finiti (già nel Blitz del '40 contro l'Inghilterra lo Stuka aveva dimostrato di essere superato, perchè gli Ju-87 cadevano come mosche sotto i colpi degli Hurricane e degli Spitfire).

Un carro che si muove all'aperto a 35 Km/h è come se fosse fermo per un aereo.

Inoltre, i carri non erano quelli di oggi: erano più lenti, meno protetti e potevano sparare solo se si fermavano.

I piloti degli Stuka tedeschi erano tutti veterani svezzati alla scuola della guerra civile spagnola, nella Legione Condor e non erano tipi da mancare il bersaglio.

Modificato da Hobo
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A quanto sembra il pilota tedesco Hans Ullrich Rudel è accreditato della distruzione di 519 (!) carri armati sovietici fra fermi ed in azione di avanzamento, tutti con bombardamento in picchiata e quasi tutti a bordo dello Stuka, e si dice che volesse salire sempre sullo stesso velivolo fino a che non veniva abbattuto- è successo 32 volte, ma sempre riuscendo a ritornare quasi incolume nelle sue linee-, oppure non cadeva a pezzi. Evidentemente per lui il fatto che i blindati si muovessero non costituiva "motivo ostativo" per non colpirli con i cannoni da 37mm, che credo siano i più grossi montati su un aereo monomotore

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In Russia gli aerei tedeschi avevano la completa superiorità aerea quindi anche lo Stuka poteva operare indisturbato, almeno finchè non iniziarono a comparire gli aerei alleati ceduti ai russi, gli Yak-9 ed il Lavochkin La-5 (spesso portati in battaglia da donne).

Mi pare che fu Rudel che una volta, in Russia, in estate, al ritorno da una missione, incappò con il suo Stuka G in un banco di nebbia. Siccome non ci vedeva più nulla per poco non si schiantò al suolo. Evitato per un soffio il disastro completo, decise che tanto valeva atterrare e atterrò senza manco sapere se era ritornato entro le linee amiche. Finì in un campo.

Scendono entrambi dall'aereo e il suo mitragliere, sempre nella nebbia, si accorge che il campo finisce lungo una strada sterrata. In un attimo rimontano sullo Stuka, (il mitragliere seduto sull'ala destra, perchè davanti il pilota non vedeva un piffero), avviano il motore, rullano a balzelloni sul campo e, servendosi della bussola di bordo e andando un po' a fiuto, arrivano sulla strada e decinono se prendere a destra o a sinistra. Una volta svoltato, proseguono sempre dritto con lo Stuka, finchè non incontrano una colonna tedesca e chiedono informazioni...

 

In questa foto si vede quello che forse era il carico bellico standard dello Stuka: una bomba da 250 o da 500 chili sotto la pancia, due bombe da 50 chili sotto ogni semiala. I freni di picchiata sotto ogni semiala sono estratti (a livello delle "Balkenkreuz" dipinte)

 

stuka.jpg

Modificato da Hobo
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Su youtube si vedono immagini apparentemente riprese dalla "guncamera" di alcuni velivoli durante le operazioni nell'Oceano pacifico che mostrano picchiate quasi perpendicolari, in una addirittura sembra che l'aereo vada fin oltre la "verticale" per recuperare in qualche modo l'assetto subito dopo, contro navi-che si vedono mentre avanzano serpeggiando, ma così lente rispetto all'aeroplano da sembrare ferme- ed installazioni insulari. Vi sono anche immagini di attacco a blindati, ma questi avvenivano con angoli-sempre ad occhio- molto più dolci, non dico in volo livellato, ma comunque all'apparenza minori di 45°, e questo mi sorprende un pò, perchè nei post precedenti Hobo- molto più esperto di me!- aveva riportato le "istruzioni tecniche" impartite ai piloti Alleati che prevedevano, se non ricordo male- angoli più decisi

 

1945 Dive bombing

 

dell'Utente "UnknownWW2in Colour"

Modificato da Simone
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In effetti mi riferivo al post a pag 2di3 di GianVito- chiedo scusa per la confusione che ho fratto fra autori, di cui riporto lo stralcio

 

Ma c’è un altro fattore: i bersagli terrestri sono in genere fissi, più semplici da colpire. Nel caso dei carri armati, si è preferito l’impiego di razzi (lanciati in picchiata a 60°). Nell’attacco alle navi, sia nel Pacifico che in Europa, gli aerei da attacco in picchiata sono stati impiegati fino alla fine della guerra

 

Nelle immagini visibili su youtube non sembra che l'attacco ai mezzi blindati avvenga con questi angoli, ma posso sbagliare!

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Nelle immagini visibili su youtube non sembra che l'attacco ai mezzi blindati avvenga con questi angoli, ma posso sbagliare!

 

Penso sia difficile valutare (se non impossibile) l'angolo di attacco avvalendosi di alcuni video peraltro non sempre ben definiti, inoltre dai suddetti video si percepiscono solo alcune fasi degli attacchi, di conseguenza, anche se l'angolo indicato era quello "Ottimale" ciò non toglieva che in alcune situazioni gli aviatori potevano attaccare seguendo dei profili leggermente diversi per via delle circostaze in cui si trovavano.

Modificato da Blue Sky
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Come ho già detto nei precedenti post:

 

"Il tipico profilo di attacco dei razzi, non solo di quelli da 5 pollici, prevedeva il lancio in picchiata fino a 60°. Era possibile attaccare anche ad angoli inferiori: nel caso dei Panzerblitz, gli Fw190 attaccavano i carri nemici a 560 km/h da 150 metri di distanza a bassa quota. Nel caso dei razzi inglesi da 3” si poteva attaccare a 644 km/h in picchiata a 40° o a 612 km/h a 30° da 550 metri di distanza. La picchiata riduceva la dispersione, rendendo il tiro più preciso."

 

Lo stesso è valido per le bombe. Nel caso dello Ju-87G, con cannoni da 37mm, non sarebbe stato molto pratico attaccare in picchiata verticale. L'aereo era privo di freni di picchiata !

 

Angoli inferiori sono, alle volte, necessari perchè magari il tetto delle nubi è basso, o magari è possibile evitare un certo tipo di contraerea, o le armi impiegate non consentono angoli superiori ecc. ecc. Gli Fw-190 tedeschi attaccavano i carri anche a volo radente con lancio di precisione delle bombe:

"effettuavamo attacchi rasoterra con le bombe a rimbalzo, a poco meno di 500 km/h, a una quota tra i 5 e i 10 metri...Le bombe da 250 kg o rimbalzavano sul terreno e andavano ad investire il carro oppure lo centravano direttamente; erano spolettate con un ritardo di un secondo."

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però se i tedeschi appesantirono il già goffo stuka con due cannoni da 37 invece di coninuarli ad usare come tuffatori contro i carri un motivo ci sarà

 

Si, il motivo era che i carri russi erano semplicemente troppi. Impossibile bombardarli in picchiata uno per uno.

Lo Ju-87 G con cannoni da 37 mm era un distruttore di carri simile all' A-10, non era più un bombardiere in picchiata ed aveva qualche magagna dovuta al fatto che l'aereo non era stato inizialmente pensato in questo modo.

Modificato da Hobo
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Scusate se dico una sciocchezza, ma credo che un altro motivo per cui era difficile usare lo Ju 87G in picchiata, era costituito anche dal notevole ingombro dato dai due cannoncini installati sotto le semiali. Credo che le due installazioni offensive si sarebbero potute danneggiare a seguito di una picchiata prolungata nel tempo. Secondo me i due cannoncini avrebbero sofferto troppo gli effetti della resistenza aerodinamica dovuta ad una veloce picchiata, causando probabilmente porblemi di funzionamento. Non sono un tecnico, ma questa è una mia impressione.

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