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Un italiano Capo di Stato Maggiore di ISAF (International Security Assistance Force)


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Dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", http://www.congedatifolgore.com/ , eccovi 2 articoli:

 

DA OGGI IL GENERALE BERTOLINI ASSUME UFICIALMENTE L'INCARICO DI CAPO DI STATO MAGGIORE ISAF

 

Sabato, 3 Gennaio 2009

by webmaster

 

auguri.bertolini.jpg

 

Il generale Marco Bertolini assumerà oggi l'incarico di nuovo capo di stato maggiore del Comando internazionale Isaf in Afghanistan. La cerimonia è in programma alle 9.30 locali, presso il quartier generale di Isaf a Kabul. Alla missione contribuiscono oltre 40 nazioni, della Nato e non.

 

Il Generale Bertolini, nato a Parma nel 1953, ha frequentato l'Accademia militare di Modena ed ha prestato servizio per gran parte della propria carriera nell'ambito della Brigata Paracadutisti Folgore. È stato Comandante del 9° Reggimento Col Moschin, unità di Forze Speciali dell'Esercito, della Brigata paracadutisti Folgore e del Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali. Bertolini ha operato in Libano, in Somalia, in Bosnia Erzegovina, in Macedonia e in Afghanistan nel 2003, durante l'Operazione Enduring Freedom, come Comandante del contingente italiano.

 

''È la mia seconda esperienza in questo paese e, a distanza di 5 anni, i progressi raggiunti in Afghanistan sono palesi, tangibili e sotto gli occhi di tutti: buona parte di questo si deve al lavoro svolto dai 52.000 uomini di Isaf che tutti i giorni rischiano la vita nell'assolvimento del loro dovere. A questo sforzo l'Italia partecipa da anni, impiegandovi le sue migliori risorse militari, a costo di sacrifici sociali e personali dei quali tutto il Paese deve essere consapevole e fiero''. Come conferma il Capitano Fulvio Morghese, portavoce italiano di Isaf a Kabul, il tributo di caduti di militari della missione nell'anno appena conclusosi ''è persino maggiore rispetto a quello del 2007, ma il numero di Capi Talebani e delle milizie di insorti catturati, uccisi o posti fuori combattimento è giorno dopo giorno maggiore, anche grazie alla collaborazione della popolazione locale, che vede con sempre maggior fiducia Isaf''. Il regolare svolgersi delle operazioni di registrazione dei votanti per le prossime elezioni presidenziali del 2009 è considerato il migliore indicatore di questo nuovo clima di fiducia.

 

 

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RASSEGNA STAMPA SUL GENERALE BERTOLINI

 

Domenica, 4 Gennaio 2009

by webmaster

 

 

GAZZETTA DI REGGIO DEL 4 GENNAIO 2009

 

 

Comandante delle forze in Afghanistan

Il generale Marco Bertolini a capo del contingente Isaf della Nato

 

RUBIERA - Ieri il passaggio di consegne a Kabul.

 

RUBIERA - Il generale di divisione Marco Bertolini, già a capo della brigata paracadutisti Folgore, rubierese doc (la madre ha gestito per molti anni una farmacia in via Emilia Ovest) è stato chiamato a un nuovo incarico di grande rilevanza internazionale.

Il generale Bertolini, infatti, da ieri è il nuovo capo di stato maggiore del comando di Isaf, la missione della Nato in Afghanistan.

«Ritorno in Afghanistan dopo cinque anni. La situazione permane difficile - ha detto Bertolini, a margine della cerimonia di insediamento svoltasi ieri a Kabul - e le unità Nato stanno pagando un forte tributo in termini di vite umane. Ciò nonostante, devo registrare i progressi raggiunti che fanno ben sperare in un futuro migliore».

Il comandante di Isaf, il generale americano David McKiernan, nel suo saluto ha ricordato le nuove sfide che la missione Nato deve affrontare, definendo il 2009 «un anno cruciale» per sostenere il governo locale nella difficile lotta al terrorismo islamico.

 

SFIDA DIFFICILE. «Ed è per questo - ha aggiunto il generale americano - che ho bisogno di avere vicino a me un ufficiale con la vastissima esperienza internazionale di Marco Bertolini».

Il generale italiano, 55 anni, nativo di Parma ma trasferitosi poi a Rubiera, dopo avere frequentato l’Accademia militare di Modena, ha prestato servizio per gran parte della sua carriera nei reparti della Brigata paracadutisti Folgore. È stato infatti comandante del 9/o Reggimento «Col Moschin», i commandos dell’Esercito, della stessa Brigata Folgore e, recentemente, del nuovo Comando interforze per le operazioni delle Forze speciali.

 

LUNGA ESPERIENZA. Ha operato in Libano (dove, nel marzo 1983, rimase ferito durante l’attacco che portò all’uccisione del marinaio di leva Fabrizio Montesi durante lo sbarco delle truppe italiane), poi in Somalia, in Bosnia Erzegovina, in Macedonia e in Afghanistan già nel 2003, durante l’operazione Enduring Freedom, come comandante del contingente italiano. Anche in quella occasione il generale Bertolini e i parà della Folgore furono coinvolti in una drammatica imboscata sul passo di Garrefe e solo con grande determinazione e coraggio, i militari italiani riuscirono ad uscire vivi dall’attacco dei ribelli islamici.

 

52 MILA SOLDATI. Alla cerimonia di avvicendamento tra il generale Bertolini e il parigrado tedesco Hans-Lothar Domrose, destinato ad un incarico Nato negli Usa, ieri a Kabul sono intervenute rappresentanze dei contingenti degli oltre 40 Paesi che, con un totale di circa 52mila uomini, contribuiscono alla missione Isaf in Afghanistan. Presente anche il comandante facente funzioni della missione dell’Unione Europea Eupol, il generale dell’Arma dei Carabinieri Umberto Rocca.

 

 

IL PICCOLO DI TRIESTE

 

Generale dei parà «numero due» in Afghanistan

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TRIESTE - Mentre cancellerie e opinione pubblica internazionali sono mobilitate per le incursioni israeliane a Gaza la diplomazia di molti Paesi, con l’italiana in prima fila, non perde di vista lo scacchiere afgano. E proprio Trieste, a giugno, ospiterà nell’ambito del G8 di cui Roma ha assunto la presidenza di turno un vertice sulla situazione in Afghanistan.

 

All’impegno politico-diplomatico l’Italia affianca quello militare, sempre di alto livello. Mentre il contingente tricolore sta lasciando le posizioni a Kabul per rinforzarsi nell’Ovest, dove opera su base Brigata alpina Julia ai comandi del generale Paolo Serra, la nomina a capo di Stato maggiore della Missione a guida Nato Isaf di un altro alto ufficiale italiano ne è la conferma. Il generale di divisione Marco Bertolini, già comandante della Brigata paracadutisti Folgore, è il nuovo «numero due» dell’International Security and Assistance Force. «Torno in Afghanistan dopo cinque anni. La situazione permane difficile - ha dichiarato Bertolini all’insediamento ieri a Kabul - e le unità Nato stanno pagando un forte tributo di vite. Ciò nonostante devo registrare i significativi progressi, che fanno ben sperare in un futuro migliore».

 

Il comandante di Isaf (40 mila uomini di 52 nazioni), il generale Usa McKiernan, ha definito il 2009 «un anno cruciale, perciò ho bisogno di avere vicino un ufficiale con la vastissima esperienza internazionale di Marco Bertolini».

 

Parmense, 55 anni, il generale ha prestato gran parte del servizio in reparti della «Folgore». Ha comandato tra l’altro il 9.o Reggimento Col Moschin, i commandos dell'Esercito, operando in Libano, Somalia, Balcani e Afghanistan.

 

Intanto l’Italia ha coinvolto la Slovenia, che a Camp Arena, a Herat, nell’Ovest, fornisce una compagnia per la guardia alla struttura a guida nazionale, anche nelle attività di cooperazione civile-militare (Cimic). «Non abbiamo un programma specifico - dichiara Srecko Zajc, funzionario che lavora con il responsabile della nostra cellula Cimic, capitano Mirko Rado - ma vogliamo essere complementari ai colleghi. Per iniziare abbiamo stanziato un budget di qualche decina di migliaia di euro».

Pier Paolo Garofalo

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Dal sito ufficiale della ISAF, http://www.nato.int/isaf/index.html ,

 

il link alla pagina che descrive lo Staff di Comando della stessa ISAF: http://www.nato.int/isaf/structure/bio/index.html

 

ed il link alla biografia del Generale di Divisione Marco Bertolini: http://www.nato.int/isaf/structure/bio/cos.../bertolini.html

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  • 1 mese dopo...
  • 2 settimane dopo...

Dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", http://www.congedatifolgore.com/ , riporto un'intervista al Generale di Divisione, Marco Bertolini.

 

 

INTERVISTA AL GENERALE BERTOLINI SU "IL GIORNALE" DI OGGI

 

Sabato, 28 Febbraio 2009

by webmaster

 

 

"Oltre 2800 italiani in Afghanistan. Anche così batteremo i talebani".

 

I rinforzi italiani, la guerra contro i talebani, il “surge” americano, le cruciali elezioni presidenziali sono il pane quotidiano del generale Marco Bertolini.

 

Da gennaio è il nuovo capo di stato maggiore della Nato in Afghanistan, che controlla 52mila uomini. Nel “fortino” di Kabul, il quartier generale della missione (Isaf), il suo staff è composto dalla struttura del comando dell’Alleanza atlantica di Solbiate Olona (gli italiani sono circa 240).

 

«È una grande responsabilità – spiega a Il Giornale l’ufficiale dei paracadutisti –. Il periodo assegnato al nostro comando coincide con la preparazione delle prossime elezioni presidenziali che rappresenteranno un momento molto importante e delicatissimo nella storia di questo paese».

 

Quanti rinforzi italiani arriveranno nei prossimi mesi?

 

«L’Italia impiega, attualmente, circa 2300 uomini in Afghanistan, per lo più concentrati nella Regione Ovest. Ad aprile arriveranno (a dare il cambio alla brigata Julia nda) i paracadutisti della Folgore, comandati dal generale Rosario Castellano (veterano dell’ostica Operazione Nibbio nel sud est dell’Afghanistan nel 2003). È stato annunciato (dal ministro della Difesa Ignazio La Russa nda) un ulteriore incremento fino a 2800 uomini ai quali si aggiungeranno, nel periodo delle elezioni presidenziali (20 agosto o forse prima nda), ulteriori unità di rinforzo».

 

Il “surge” americano annunciato dal presidente Barack Obama, di 17mila uomini, può bastare a vincere la sfida afghana o ci vuole altro?

 

«Il prossimo e importante incremento di forze statunitensi contribuirà certamente alla sicurezza nel paese. Fino ad ora la scarsa disponibilità di forze non consentiva di mantenere un’adeguata presenza su tutto il territorio, vanificando a volte gli sforzi per strapparlo agli insorti. Senza una continua presenza di Isaf (la missione Nato in Afghanistan) gli insorti hanno spesso buon gioco a tornare, minacciando la popolazione che collabora con noi. Una volta garantita la sicurezza mediante uno sforzo militare calibrato e risolutivo, bisogna procedere nei settori della governabilità e della ricostruzione, per rinforzare l’autorevolezza del governo nazionale, sia nei confronti dell’opinione pubblica interna che dei paesi confinanti».

 

Per le cruciali elezioni presidenziali, che vedono ricandidato il capo di Stato uscente Hamid Karzai, ci sono particolari allarmi?

 

«Le operazioni di registrazione dei votanti, che ha visto affluire molte donne, si sono svolte senza troppi problemi anche nelle aree più delicate. Solo in pochissimi distretti non è stato possibile aprire i centri di registrazione per motivi di sicurezza. Per il voto vero e proprio esistono ovviamente delle preoccupazioni generiche, ma per ora non è chiaro neppure quello che sarà l’elenco dei candidati».

 

Registrate ancora l’arrivo di armi dall’Iran destinate ai talebani?

 

 

«Le rispondo con tre fatti. Primo: dopo l’oppio (o forse ancor prima) se c’è una “risorsa” che non scarseggia in Afghanistan, fin dai tempi della guerra contro i sovietici, sono le armi (che si contano nell’ordine delle centinaia di migliaia, leggere e pesanti) e le munizioni (in enormi quantità e di tutti i calibri). Secondo: i confini dell’Afghanistan sono “porosi”, a 360 gradi, nei confronti di tutti i paesi confinanti, soprattutto a est (frontiera con l’area tribale pachistana “retrovia” dei talebani e di Al Qaida, nda). Terzo: la gravitazione delle forze di Isaf e di Enduring Freedom (a guida americana, nda) viene esercitata a Sud e ad Est, lungo il confine con il Pakistan, dove più forte è la minaccia».

 

È vero che i talebani sono presenti sul 74% del territorio e che la situazione peggiora?

 

«Nonostante false percezioni da parte di alcune opinioni pubbliche occidentali, la situazione in Afghanistan è sostanzialmente sotto controllo. L’incrementata ricorrenza di scontri con perdite da entrambe le parti (e purtroppo anche di civili) è semplicemente da addebitare ad una maggiore presenza e reattività delle forze di Isaf. Ora in azione anche in aree un tempo fuori controllo, nelle quali gli insorti avevano completa libertà di movimento, ma adesso non più».

 

Quanto tempo ci vorrà per vincere in Afghanistan?

 

«Chi deve vincere sono gli stessi afghani, ai quali Isaf sta fornendo un supporto importante ma assolutamente insufficiente se venisse meno la loro volontà di pacificare finalmente questo martoriato paese. Il nostro coinvolgimento deve essere sia militare che civile, mediante la realizzazione di progetti di maggiore spessore, rispetto al semplice aiuto umanitario fino ad ora assicurato da alcune organizzazioni governative o meno. Non c’è, comunque, alcun dubbio che il coinvolgimento dell’Occidente in Afghanistan dovrà essere di lunga durata».

fausto biloslavo

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  • 2 settimane dopo...

Dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", http://www.congedatifolgore.com/ , eccovi i link a 2 filmati, con interviste al Generale di Divisione, Marco Bertolini:

 

http://www.dvidshub.net/?script=video/vide...hp&id=55579

 

http://www.dvidshub.net/?script=video/vide...hp&id=55578

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