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Caucaso - News e Commenti - TOPIC UFFICIALE


Ospite intruder

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Un'altro fatto che desta preoccupazione è che mentre l'URSS aveva "pochi agganci" al di fuori del suo impero- dove a dirla tutta non era molto amata- Putin è riuscito a intessere buone relazioni con l'Italia (in particolar modo con Berlusconi in persona) oltre che con uomini politici influenti in tutta Europa, forse Gran Bretagna esclusa..

 

Non era "amata" dai governi in carica, ma fra il popolo (Europeo) qualche fan lo ha sempre avuto (anche se via via scemando con il passare del tempo).

Poi non direi che aveva "pochi agganci" al di fuori del suo impero.

 

Secondo me, ma è una mia opinione che si basa su ricostruzioni per forza di cose frammentarie, la Russia di oggi è politicamente molto più temibile dell'URSS anni '80, penso che qualcosa debba essere fatto per uscire da questa "posizione di sottomissione" che poco a poco si sta instaurando. e credo che tutti nella NATO debbano essere "richiamati all'ordine", non mi sembra giusto che nelle esercitazioni di cui sopra qualcuno ha partecipato e qualcuno no, non si è dato un messaggio di unità.

 

 

Sono nato durante la guerra fredda e ho convissuto per 22 anni con essa; l'Unione Sovietica era temibile e faceva paura.

 

La Russia di oggi vuol fare paura, e in parte ci riesce, ma non ha bisogno di minacciare con le armi l'Occidente gli basta il suo potere economico e le sue materie prime (specialmente quest'ultime).

 

Nonostante questo non credo che Putin sia una minaccia per l'Occidente. Naturalmente è un altro discorso per le repubbliche ex Sovietiche.

 

 

E' un ex agente del KGB, molto intelligente ed ambizioso. Purtroppo ha intuito che l'Europa è poco unita e ancora meno propensa a sostenere prove di forza (cosa per altro comprensibile, penso) e se gli si lascia un dito, secondo me, si prende tutto un braccio.

 

Che sia intelligente ed ambizioso non ci piove, ma questo non significa che vuol dominare il mondo.

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Non posso provare prove certe, ma una persona alta 1,70 che riesce a diventare agente e poi alto funzionario del KGB deve avere una determinazione "feroce". E credo proprio che la sua ambizione sia altrettanto grande. non ho gli elementi per fare un profilo psicologiico (e nemmeno le competenze, a dirla tutta), ma sul fatto che Putin sia "molto ambizioso" non penso ci siano molti dubbi.

tra l'altro non sembra che abbia intenzione di "lasciare in pace" la Georgia, il fatto che se ne parli poco non mi convince sul fatto che tutto sia davvero tranquillo

Modificato da Simone
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Ma che c'entra l'altezza? non ne abbiamo uno di poco più di 1,60 che e' diventato uno degli uomini più ricchi della terra, e PDC di una delle prime 10 nazioni del mondo, e un altro, che supera si e no il metro e cinquanta, che, parole sue, poteva essere Nobel dell'economia.

 

Cos'e', recuperiamo 'Il Giudice' di Fabrizio de Andrè?

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Ma che c'entra l'altezza? non ne abbiamo uno di poco più di 1,60 che e' diventato uno degli uomini più ricchi della terra, e PDC di una delle prime 10 nazioni del mondo, e un altro, che supera si e no il metro e cinquanta, che, parole sue, poteva essere Nobel dell'economia.

 

Cos'e', recuperiamo 'Il Giudice' di Fabrizio de Andrè?

 

Quoto Madmike, anch'io sono alto 1.71 ma non ho mai voluto "dominare" il mondo :rotfl: e non sono uno degli uomini più ricchi del mondo :pianto:

 

Comunque anche Bush senior era direttore della Cia, prima di diventare presidente, ma non per questo si era messo in testa di diventare un tiranno.

 

Che nutra ambizioni sui paesi ex Sovietici concordo con te, ma da qui ad invadere l'Europa c'è ne passa. Dubito già che tenti qualcosa con i paesi satellite dell'ex impero Sovietico.

 

Posso comprendere i tuoi timori ma innalzare di nuovo la "cortina di ferro" (e dove, tra l'altro) per impedire le mire espansionistiche di Putin non mi sembra molto sensato. Aggiungerei che attualmente l'Europa non ha nemmeno i mezzi finanziari e gli uomini per poterlo fare in modo credibile.

Il vento della "perestroika" ha soffiato anche all'occidente e le forze armate di tutti i paesi ne sono uscite, di molto, ridimensionate.

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Per fare carriera nel KGB sovietico da tardo impero fra colpi bassi intrighi difficoltà uno o è "super-determinato" o lascia perdere. Non è uno scherzo, entro cert limiti l'altezza non cestistica "spinge" ad essere più aggressivi. Propro Berlusoni citato da madmike ne è un esempio.

Non dicevo poi "fare la cortina di ferro"", dico semplicemente di opporviglisi con deccisione, se vuole più potere, se lo conquisti con la forza prendendosela con chi è forte, accettando le conseguenze

Modificato da Simone
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noi che chiuda i rubinetti del gas , gli usa dell ' inverno nucleare

 

rispondo a simone che chiedeva, prima che modificasse il messaggio , di cosa avessimo paura riferendosi a putin

Modificato da cama81
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Per fare carriera nel KGB sovietico da tardo impero fra colpi bassi intrighi difficoltà uno o è "super-determinato" o lascia perdere. Non è uno scherzo, entro cert limiti l'altezza non cestistica "spinge" ad essere più aggressivi. Propro Berlusoni citato da madmike ne è un esempio.

Non dicevo poi "fare la cortina di ferro"", dico semplicemente di opporviglisi con deccisione, se vuole più potere, se lo conquisti con la forza prendendosela con chi è forte, accettando le conseguenze

 

 

Guarda che i russi non sono mica tutti come Ivan Drago, di certo al KGB l'ultima cosa a cui pensavano era la statura quando reclutavano.

Mi sembra un discorso completamente assurdo....

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Si, sono d'accordo con Dominus. In servizio militare, come nel mondo, si recluta (o si cerca di reclutare) chi e' sveglio e ha qualita', non chi e' piu o meno alto o è un body builder. Poi le capacita' uno le ha o non le ha, indipendentemente dall'altezza.

B. e' bassetto e ha fatto quello che ha fatto, Bill Gates e' oltre 1,80 ed e' lui. Mi pare che le qualita' siano indipendenti dalle doti fisiche.

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No, non sono d'accordo, per motivi psicologici è diostrato che una persona "non gigantesca" sia più aggressiva, almeno potenzialmente, di chi è più alto. A maggior ragione in un ambiente dove la forza fisicaAnche se questo non fosse vero, ma non è una panzana, Comunque l'altezza non era il fulcro dell'analisi, nessuno ignora che Vladimir Putin sia intelligente, molto astuto, molto ambizioso e -credo- poco propenso a rinunciare a ciò che vuole. E che sia troppo spregiudicaoto perchè possa essere considerato un politico responsabile. A suo modo pare davvero una persona "eccezionale", ma come mi insegnate non sempre "eccezionale" sta con "buono" o "responsabile". Se al suo posto ci fosse una persona "più mediocre" come intelligenza ed ambizione saremmo tutti più tranquilli.

Non sono al corrente di tutti gli ultimi avvenimenti, ma non scommetterei sul fatto che la Georgia, per rientrare in topic, possa ritenersi definitivamente "al sicuro", e per me impedire che la Georgia viva "in stato di assedio" sarebbe un segnale forte indicante che il Mondo "moderato" non è debole. E non ha paura.

Per contro, le recenti defezioni dall'esercitazione purtroppo hanno dato un'immagine di saldezza, e temo che Putin abbia "fiutato la paura"

Incredibilmente un'alleanza forte dei Paesi più industrializzati, cn armi straordinariamente tecnologiche e capacià militari notevolissime sembra restia a dire "la Georgia /Ucraina, Armenia etcetcetc NON SI TOCCA"

Esiste anche la dignità, che vale almeno quanto la vita stessa. Spero di non avere urtato nessuno

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Non so Simone. Mi sembra una teoria vagamente Lombrosiana (e sono 1,82, quindi non sono oggetto del contendere...).

 

pero' non sono un esperto della cosa.

 

 

Concordo, mi sembra la classica teoria venuta fuori dallo studio della domenica dell'università di canicattì poi ripreso da qualche TG per riempire qualche minuto in coda, probabilmente fatto con il classico metodo statistico con i paraocchi all'americana che è il modo peggiore per analizzare argomenti quali la psicologia umana, dove ogni caso è unico e raro.

E anche qui lo dico senza pregiudizi visto che condivido l'altezza con madmike e quindi non sono propriamente basso.

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Ospite intruder
Simone, per caso il tuo senso di sicurezza nel dire che i piccoli sono più acuti e determinati, viene da riviste come ad esempio "Focus"?

 

 

A dire il vero, mi ricorda una canzone di De Andrè.

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Non capisco perché vi state concentrando tutti, solo su di un aspetto (quello dell'altezza), più o meno marginale e collaterale, del problema evidenziato da Simone: la pericolosità di Putin, derivante dalla sua politica aggressiva (quali che siano, le cause di tale aggressività!!!)!!!

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Dal sito ufficiale della Nato, eccovi il link ad un articolo, con notizie e foto, sull'esercitazione dell'Alleanza Atlantica in corso in Georgia (iniziata l'11 maggio, terminerà il 2 giugno):

 

http://www.nato.int/cc-land-madrid/exercis...ancer_2009.html

L'esercitazione in argomento è condotta dall'"Allied Land Component Command Headquarters Madrid" ed ha come "exercise co-director" (OCE) (vedasi didascalia della quarta foto dall'alto) il Generale di Brigata italiano, Giovanni Savarese, Sottocapo di Stato Maggiore operativo, del Comando Nato in questione ( http://www.nato.int/cc-land-madrid/biograp...cl_dcos_ops.htm ).

Riporto il 3° capoverso dell'articolo che ho linkato:

 

" ... Along with 9 NATO Countries (Albania, Canada, Croatia, Greece, Hungary, Spain, Turkey, United Kingdom and the United States) also 5 PfP nations (Azerbaijan, Bosnia-Herzegovina, FYROM1, Georgia and Ukraine) are taking part in the Exercise. ... ".

 

Come vedi tra le nazioni che prendono parte all'esercitazione, non c'è l'Italia (come non vi sono, anche altre nazioni della Nato), probabilmente perché non era previsto, sin dall'inizio, che vi partecipasse e non per i motivi da te indicati, che non possono essere presi in alcuna considerazione, dato che si tratta, in ogni caso, di un'esercitazione della Nato e non dei singoli paesi, membri dell'Alleanza, che vi partecipano.

 

Si spiega così anche la presenza dell'ufficiale italiano indicato, trattandosi di un ufficiale dello Staff del Comando Nato indicato.

Facendo seguito ai due miei post citati, eccovi il link al n° 23/2009 del mensile in lingua inglese del Ministero della Difesa georgiano, "Defence Today", in cui si parla dell'esercitazione in argomento: http://www.mod.gov.ge/2007/downloads/Defen...mod_gov_ge).pdf .

 

La rivista contiene un'intervista al Generale di Brigata italiano Giovanni Savarese, codirettore dell'esercitazione, nella qualità di Sottocapo di Stato Maggiore operativo, del Comando Nato impegnato.

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Secondo me adesso come adesso la Georgia e tutte le forze "filo occidentali" della regione non hanno molto da rallegrarsi per le elezioni europee; nel Parlamento Europeo chi voleva una maggiore integrazione e politiche estere comuni- e molto determinate- è uscito ridimensionato, mentre aumentano gli euroscettici e i movimenti che tutto hanno tranne che una forte visione europeista. Da questo Parlamento non so che tipo di sostegno e di appoggio possa andare a Tbilisi o Baku, e che tipo di "fermo contrasto" possa essere portato all'aggressività di Putin e della sua truppa

Modificato da Simone
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  • 2 settimane dopo...

Dal link http://www.loccidentale.it/articolo/sull%2...georgia.0074479

 

riporto:

 

Brutta accoglienza

 

Sulla visita di Obama in Russia c'è lo spettro di una nuova guerra in Georgia

 

di Bernardino Ferrero

 

3 Luglio 2009

 

 

Dal 6 all’8 luglio il presidente Obama sarà in visita a Mosca dove incontrerà la coppia Medvedev-Putin. Con il primo è possibile e auspicabile che si rafforzi il dialogo sulla sicurezza comune ripartito dopo il “reset” annunciato tempo fa dal segretario di stato Clinton. Ieri Medvedev ha citato Kennedy come l'icona di una nuova stagione di relazioni russe con gli Usa. Ma con Putin la musica cambia. L'uomo di San Pietroburgo è un osso duro che rabbrividisce solo al pensiero che Obama possa ripetere a Mosca un discorso come quello fatto al Cairo.

 

Putin si è sbarazzato definitivamente degli oligarchi ed ha rimesso in pista il suo Paese nel concerto delle potenze, dopo gli anni bui del postcomunismo. Sia lui che Medvedev stanno restaurando le vestigia dell’antico splendore sovietico attraverso una sottile propaganda nazionalista e antiamericana che dalle tv passa attraverso i libri di scuola. Il premio Nobel Gorbaciov ha criticato pesantemente l’elite al potere, spiegando che la Russia è rimasta a metà del guado sulla strada della democrazia, prigioniera di un partito unico – “Russia Unita” di Putin – che è “peggio del Pcus”.

 

Sul Wall Street Journal, David Ignatius ha consigliato a Obama di portarsi in viaggio una coppia dei Fratelli Karamazov, paragonando Putin al “Grande Inquisitore” della leggenda dostoyevskiana. C’è un senso di “miracolo, mistero e autorità” che circonderebbe Putin, pronto a riprendere il potere dopo la parentesi di Medvedev. L’opinione pubblica russa sembra aver accettato come un dato di fatto che l’unico modo per uscire dal disastro e dall’anarchia del postcomunismo sia dare il proprio consenso all'autoritarismo soft dell’ex Kgb. Un membro della Duma ha detto che Putin sa cosa vogliono i russi meglio di quanto non lo sappiano loro stessi. Queste maniere forti piacciono ai generali orfani dell'impero non si fidano degli americani e li considerano alla stregua di predatori che hanno goduto della debolezza del Paese nei decenni scorsi.

 

Putin teme che Obama parli della Guerra in Georgia dell’estate scorsa. A distanza di un anno, a Mosca circolano strane voci su un nuovo blitz che si preparebbe ai danni della repubblica caucasica ribelle. Obama farà riferimento alla difesa dell’integrità territoriale georgiana? Oppure accetterà implicitamente il riconoscimento unilaterale di Mosca delle repubbliche secessioniste di Abkazia e di Ossezia? La decisione di Mosca di congelare le ispezioni degli osservatori internazionali in Georgia non promette niente di buono. Lo scorso 17 giugno uno dei generali russi che hanno condotto le operazioni militari contro Tblisi ha detto all’agenzia Novosti che “Saakashvili sta caricando le armi ed è pronto ad una nuova aggressione”.

 

In realtà un intervento in Georgia comporterebbe una serie di difficoltà e pericolose conseguenze per la Russia, che nel frattempo sta continuando nell'opera di dismissione del suo vecchio arsenale bellico (gli ultimi a provare la cura dimagrante sono stati i carristi). Una lunga guerriglia in Georgia riaccenderebbe le fiamme nel Caucaso, dal Dagestan alla Inguscezia. Ma una vittoria come questa servirebbe a Mosca per assicurarsi un crocevia fondamentale nel controllo delle risorse energetiche dirette verso i mercati europei, oltre ad essere un’umiliazione per gli americani e un modo per distrarre l’opinione pubblica russa dai problemi interni.

 

All’incontro dell’Osce della settimana scorsa il ministro degli esteri russo ha distinto la questione georgiana – che è ancora fonte di divisione con la Nato e le potenze occidentali – dalla collaborazione in altri scenari, come l’Afghanistan, la lotta alla pirateria, al terrorismo e al traffico di droga. Una nuova guerra contro Tblisi riporterebbe indietro di un anno le lancette della Storia. Per questo è essenziale che durante la visita a Mosca il presidente Obama faccia dei riferimenti espliciti alla sovranità della Georgia e alle conseguenze di un intervento russo nel Caucaso.

 

Il Christian Science Monitor ha scritto che i russi soffrono dello stesso deficit di democrazia che affligge molti degli abitanti del Medio Oriente a cui Obama si è rivolto durante il suo discorso al Cairo. Freedom House ha paragonato i leader dei Paesi islamici illiberali al direttorio russo: entrambe sono elite corrotte che controllano i loro paesi con la forza appropriandosi delle risorse economiche per il proprio arricchimento personale. In questi Paesi non ci sono vere elezioni e i gruppi per i diritti civili, gli oppositori, coloro che si battono contro la corruzione, vengono repressi anche brutalmente.

 

Obama potrebbe rispondere a tutto questo dicendo ai moscoviti che l’America non desidera avere di fronte una Russia debole e servile ma un Paese con cui condividere gli stessi valori democratici e un vero partner per superare le gravi crisi che sta affrontando il mondo.

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Dal link http://www.osservatoriocaucaso.org/article...iew/11524/1/213

 

riporto:

 

Georgia-Russia, dieci mesi dopo

 

03.07.2009

 

 

International Crisis Group nel suo recente report su Russia e Georgia, denuncia che la situazione in Ossezia del Sud e in Abkhazia rimane preoccupante e potrebbero nuovamente scaturire aperte ostilità

 

Dieci mesi dopo la “guerra di agosto” tra Georgia e Russia, violenti incidenti e la mancanza di un efficace regime di sicurezza all'interno e nelle vicinanze delle zone di conflitto dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia creano una pericolosa atmosfera da cui potrebbero nuovamente scaturire aperte ostilità.

 

La Russia non ha ottemperato agli aspetti chiave degli accordi per il cessate il fuoco che il presidente Medvedev aveva raggiunto nell'agosto/settembre 2008 insieme al presidente francese Sarkozy, che ricopriva allora il ruolo di presidente di turno dell'UE. Il veto posto dalla Russia al Consiglio di sicurezza il 15 giugno all'estensione del mandato della missione degli osservatori ONU in Georgia e Abkhazia, missione che opera da 16 anni, e la sua apparente intenzione di richiedere la rimozione della missione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) entro la fine del mese, sono duri colpi inferti alla sicurezza regionale che alimenteranno ulteriormente le tensioni. Si sta smantellando così sul campo la maggior parte degli apparati preposti alla risoluzione del conflitto. Mosca dovrebbe rivedere le sue controproducenti posizioni e lavorare per un ragionevole compromesso che permetta agli osservatori dell'ONU e dell'OSCE di continuare il loro importante lavoro.

 

La Russia sostiene che sta garantendo la sicurezza, su richiesta dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia, che non hanno fiducia negli osservatori internazionali. Ma ha l'obbligo legale di fare di più per la sicurezza e l'incolumità delle popolazioni locali, senza distinzione di appartenenza etnica, e di prevenire gli abusi sui diritti umani in aree che sono di fatto sotto il suo controllo. Soprattutto essa dovrebbe aumentare i suoi sforzi per permettere il ritorno delle persone sfollate (IDP), specialmente delle circa 25.000 persone di etnia georgiana che non hanno potuto far ritorno alle proprie case in Ossezia del Sud.

 

Tutte le parti nel conflitto – georgiani, russi e osseti del Sud – hanno commesso abusi durante la guerra, ma le azioni delle milizie ossete, che hanno sistematicamente saccheggiato, incendiato e in alcuni casi raso al suolo la maggior parte dei villaggi di etnia georgiana, sono state particolarmente gravi. L'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (PACE) ha definito questi abusi “pulizia etnica”. Human Rights Watch ha citato ampie prove che permettono di etichettarli come “crimini contro l'umanità” e “crimini di guerra”. La PACE ha anche notato “il fallimento della Russia e delle autorità de facto nel porre fine a queste pratiche e nel consegnarne i perpetratori alla giustizia”. Sicuramente le truppe russe in gran parte non si sono mosse, non volendo o non potendo compiere i propri doveri di sicurezza.

 

Dall'agosto 2008, di fronte a critiche internazionali relativamente modeste, la Russia ha consolidato le sue posizioni in Abkhazia e in Sud Ossezia. Non è tornata ai livelli di presenza militare e agli insediamenti del periodo prebellico, come richiesto nel piano di sei punti del 12 agosto, e nell'aprile 2009 ha inviato truppe aggiuntive in Sud Ossezia e in Abkhazia. In violazione dell'accordo siglato con l'UE il 7 e 8 settembre, ha impedito all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) di continuare come prima della guerra le sue attività in Ossezia del Sud, che includono il monitoraggio e l'implementazione di un programma di riabilitazione e ricostruzione. La Russia giustifica le sue posizioni dicendo che prevalgono le “nuove realtà”, dato che essa ha riconosciuto le dichiarazioni d'indipendenza di agosto di Ossezia del Sud e Abkhazia e ha concluso con esse accordi di sicurezza bilaterale.

 

La Russia ha ora fatto due ulteriori passi, non solo ponendo il veto alla missione dell'ONU che aveva lavorato in Abkhazia ma anche bloccando un nuovo mandato per la missione OSCE in Georgia che operava in Ossezia del Sud. Benché nessuno degli altri 56 Stati membri dell'OSCE la supportino in quest'ultimo passo, la quarta missione dell'OSCE in ordine di grandezza è sul punto di chiudere il 30 giugno, perché un'estensione del mandato richiede l'unanimità.

 

Diverse tornate di discussioni, sponsorizzate da ONU, UE e OSCE e incentrate sulla sicurezza e sugli aspetti umanitari, si sono tenute a Ginevra tra rappresentanti delle quattro parti, ma senza risultati tangibili. L'eccessiva presenza di truppe e la mancanza di un regime di sicurezza hanno reso impossibile, sentirsi abbastanza sicure da far ritorno alle proprie case perfino per quelle IDP che vivevano nelle ex “zone cuscinetto” russe in Georgia. L'ondata di IDP del 2008 ha posto di fronte a una seria sfida le autorità georgiane che già stavano adoperandosi per le almeno 200.000 IDP dei conflitti in Abkhazia e Ossezia del Sud dei primi anni '90. In seguito agli eventi di agosto, il governo costruì velocemente degli alloggi semi-permanenti per le nuove IDP. Ora esso deve sviluppare un approccio più globale, per integrare le vecchie e le nuove IDP nel più vasto tessuto sociale ed economico del Paese.

 

In agosto 2008 l'International Crisis Group aveva raccomandato una serie di passi per risolvere il conflitto. Molte di queste raccomandazioni restano insoddisfatte ma ancora valide. Per stabilizzare la situazione della sicurezza, diminuire le possibilità di nuove gravi ostilità e migliorare la situazione umanitaria, la Russia dovrebbe:

 

re-impegnarsi pienamente nelle discussioni all'interno del Consiglio di sicurezza, così da superare il suo veto del 15 giugno e giungere ad un accordo su un efficace regime di sicurezza e su un meccanismo di implementazione che faciliti la continuazione del ruolo dell'ONU in Georgia;

ottemperare completamente agli accordi per il cessate il fuoco, in particolare ritirandosi dalle aree che le sue truppe non occupavano prima del 7 agosto 2008 (il distretto di Akhalgori in Ossezia del Sud, il villaggio di Perevi sul lato georgiano del confine amministrativo con l'Ossezia del Sud e la regione del Kodori Gorge in Abkhazia);

consentire alla Missione di monitoraggio dell'UE (EUMM) e alle agenzie internazionali, compresa l'ONU, un accesso libero e incondizionato all'Ossezia del Sud per monitorare la sicurezza e fornire assistenza umanitaria;

esortare le autorità de facto dell'Ossezia del Sud ad annunciare che alle IDP georgiane sarà permesso immediatamente di ritornare e impegnarsi a reperire fondi per la ricostruzione dei villaggi distrutti e delle altre aree dell'Ossezia del Sud danneggiate durante la guerra;

partecipare costruttivamente ai colloqui di Ginevra;

accettare la proposta della presidenza greca nella quale non si fa riferimento allo status e di un supporto alla continuazione della missione OSCE.

 

Il governo georgiano e le autorità de facto in Ossezia del Sud e Abkhazia dovrebbero:

 

concordare su misure congiunte, inclusa la possibilità di accesso ad ogni area per le missioni internazionali di monitoraggio, per prevenire gli incidenti e le violazioni dei diritti umani nelle zone di conflitto e facilitare un ritorno volontario, sicuro e dignitoso delle IDP;

implementare una strategia globale di integrazione per aumentare le capacità delle IDP di partecipare pienamente alla vita politica, sociale ed economica;

evitare retoriche belligeranti e la diffusione sui media di notizie false sulla situazione in aree di conflitto;

accogliere i progetti umanitari e di ricostruzione sponsorizzati dai governi occidentali o dalle organizzazioni internazionali, incluse l'OSCE, l'ONU e l'UE, e modificare le leggi che potrebbero ostacolare tali opere.

 

L'UE, gli USA e il Consiglio di Europa e altre organizzazioni internazionali dovrebbero:

 

supportare le inchieste internazionali attualmente in corso sulla condotta della guerra di agosto e sulle violazioni commesse da tutte le parti;

sospendere il diritto di voto della Russia alla PACE se essa non coopera a riparare gli effetti della pulizia etnica in Ossezia del Sud, in particolare ottemperando agli impegni del 12 agosto e del 7-8 settembre;

esortare il Comitato olimpico internazionale a valutare se le Olimpiadi invernali del 2014 si possano tenere senza pericoli a Sochi, in Russia, se non è stato stabilito nella vicina Abkhazia un efficace regime di sicurezza;

esortare il Consiglio di sicurezza a mantenersi informato sulla questione, nonostante la fine della missione dell'ONU;

esortare il Segretario generale dell'ONU a continuare ad esercitare buoni uffici nominando un inviato speciale e proseguendo negli sforzi per facilitare il processo di pace;

investire la missione UE di un ruolo più ampio per affrontare la situazione sul campo;

partecipare costruttivamente agli sforzi per risolvere immediatamente la questione sicurezza e i problemi umanitari, anche esortando le parti ad impegnarsi pienamente nei colloqui di Ginevra, come primo passo verso una più ampia risoluzione del conflitto.

 

Questo rapporto si è incentrato principalmente sulla situazione in Ossezia del Sud; un rapporto successivo sarà dedicato alla situazione in Abkhazia.

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