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Religione e società


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Ospite intruder

L'Osservatore Romano si scaglia contro i test prenatali: 'possono essere accettati - scrive - sono se aprono la via a possibili terapie'. Ma, per il giornale del Papa, non sono eticamente corretti se servono a una selezione dei feti, in particolare per quanto riguarda la sindrome di down. 'Nessuno -scrive l'Osservatore- pensa di negare il diritto a conoscere. Ma perche' far diventare automatico 'accertare' la normalita' come condizione per 'accettare' il figlio?'.

 

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/sc..._110350882.html

 

 

 

 

Questi non li sfiora nemmeno il dubbio che una donna ha diritto a scegliere cosa portare in pancia o meno, e che una famiglia ha parimenti diritto a scegliere se mettere al mondo un figlio handicappato (per farne cosa? Consegnarlo alle pie strutture sovvenzionate dai contribuenti?) o meno.

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Questi non li sfiora nemmeno il dubbio che una donna ha diritto a scegliere cosa portare in pancia o meno, e che una famiglia ha parimenti diritto a scegliere se mettere al mondo un figlio handicappato (per farne cosa? Consegnarlo alle pie strutture sovvenzionate dai contribuenti?) o meno.

 

Ci sono famiglie che il figlio handicappato lo mettono al mondo e se lo tengono; per farci cosa? Cosa ci si fa con un figlio? Lo si cresce.

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Ospite intruder
Ci sono famiglie che il figlio handicappato lo mettono al mondo e se lo tengono; per farci cosa? Cosa ci si fa con un figlio? Lo si cresce.

 

Bene, ci sono famiglie che scelgono di non averlo e la loro decisione deve essere rispettata, perché sono LORO che lo devono crescere, non i preti, ed è una povera donna che se lo deve portare in pancia, non una monaca. Poi se vuoi cominciare la slita polemica accomodati, vedo che non si riesce a partire dal presupposto che le scelte personali vanno rispettate, soprattutto quando c'è di mezzo la sofferenza. Non è permesso a nessuno fare il frocio cor culo de l'altri.

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Bene, ci sono famiglie che scelgono di non averlo e la loro decisione deve essere rispettata, perché sono LORO che lo devono crescere, non i preti, ed è una povera donna che se lo deve portare in pancia, non una monaca. Poi se vuoi cominciare la slita polemica accomodati, vedo che non si riesce a partire dal presupposto che le scelte personali vanno rispettate, soprattutto quando c'è di mezzo la sofferenza. Non è permesso a nessuno fare il frocio cor culo de l'altri.

 

Nessunissima intenzione di fare la solita polemica; ho solo risposto a "mettere al mondo un figlio handicappato per farne cosa?" avendo in mente amici che hanno un figlio handicappato e che meritano anch'essi rispetto, e avendo in mente gli handicappati con cui ho passato un anno della mia vita, che meritano anch'essi rispetto. Non ho dato altri giudizi.

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Ospite intruder

Iio, invece, avevo in mente le famiglie che ho conosciuto, con figli handicappati, nessuna delle quali si poteva definire "normale": genitori esauriti, coppie spesso separate perché o lui o lei non accettavano il figlio in quelle condizioni e se ne andavano, eccetera eccetera eccetera.

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Pure oggi ha ribadito che l'AIDS in Africa si combatte con "un rinnovo spirituale e umano nella sessualità", che sia mai che dica che si combatte con la prevenzione e con la sensibilizzazione della popolazione sull'uso degli anticoncezionali (anzi ha affermato che aumentano i problemi :asd:). Ci sono coppie con un elemento malato che con le necessarie precauzioni hanno tranquillamente rapporti sessuali.

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Pure oggi ha ribadito che l'AIDS in Africa si combatte con "un rinnovo spirituale e umano nella sessualità", che sia mai che dica che si combatte con la prevenzione e con la sensibilizzazione della popolazione sull'uso degli anticoncezionali (anzi ha affermato che aumentano i problemi :asd:). Ci sono coppie con un elemento malato che con le necessarie precauzioni hanno tranquillamente rapporti sessuali.

 

E da quando la diffusione dell'AIDS si combatte con l'uso degli "anticoncezionali"? Non puoi usare questo termine come sinonimo di condom; o forse pensi che anche la pillola e la spirale sono utili a prevenire l'AIDS? Se proprio devi attaccare il Papa, usa almeno i termini corretti. E una corretta gestione della sessualità non è forse prevenzione?

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io penso che se per davvero la chiesa cattolica non può dire di meglio almeno non dica niente...

Evita l'ennesima figuraccia

 

Guardate la altre frange cristiane:

 

Etiche sessuali protestanti:

BATTISTI

Aborto:neutrali

Contraccezione:neutrali

Divorzio:condannato

Omosessualità:neutrali

EPISCOPALI

Aborto:neutrali

Contraccezione:ammessa

Divorzio:condannato, ma un vescovo può concedere l'annullamento

Omosessualità:neutrale

LUTERANI

Aborto:consentito

Contraccezione:ammessa

Divorzio:ammesso

Omosessualità:condannata (colpa grave)

PRESBITERIANI

Aborto: ammesso

Contraccezione: ammessa

Divorzio: ammesso

Omosessualità: tollerata

AVVENTISTI

Aborto: neutrali

Contraccezione:neutrali

Divorzio: condannato (colpa grave)

Omosessualità: condannata (colpa grave)

METODISTI

Aborto: tollerato

Contraccezione: ammessa

Divorzio: tollerato

Omosessualità: condannata (colpa grave, ma i Valdesi attualmente celebrano anche matrimoni gay)

ANGLICANI

Aborto: condannato (colpa grave)

Contraccezione: neutrale

Divorzio: ammesso in caso di adulterio

Omosessualità e rapporti extra-matrimoniali: condannati e colpa grave

(ma come fra i cattolici nessuno osserva il divieto)

QUACCHERI

Aborto: Ammesso

Contraccezione: Ammessa

Divorzio: Tollerato

Omosessualità: Neutrale

 

Spero di essere stato esaustivo.

Fonti:

GIORGIO NADALI: Sessualità, religioni e sette- Amore e sesso nei culti mondiali - Armando Editore 1999

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Ma di certo non puoi andare a dire a milioni di persone, in gran parte non cattoliche e con scarsa istruzione, di praticare l'astinenza, o meglio puoi invitarli a farlo ma non puoi boicottare le iniziative volte a diffondere l'utilizzo del preservativo, e non mi dire che la chiesa cattolica non lo fa, perchè è un atto criminale e omicida per gli africani e per il mondo intero.

 

Leviathan che vuol dire? Gli episcopali la penseranno come vogliono, che gli frega ai cattolici ad un certo punto?

Modificato da Dominus
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Ma di certo non puoi andare a dire a milioni di persone, in gran parte non cattoliche e con scarsa istruzione, di praticare l'astinenza, o meglio puoi invitarli a farlo ma non puoi boicottare le iniziative volte a diffondere l'utilizzo del preservativo, e non mi dire che la chiesa cattolica non lo fa, perchè è un atto criminale e omicida per gli africani e per il mondo intero.

 

Leviathan che vuol dire? Gli episcopali la penseranno come vogliono, che gli frega ai cattolici ad un certo punto?

 

Premetto che sono un cattolico praticante, ma in questo caso il papa ha detto una grandissima sciocchezza (e sono buono!!!)....

Ti quoto alla grande Dominus

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Il problema della scarsa istruzione si riflette anche sull'efficacia del preservativo come protezione (che già di per sé, se usato correttamente, non credo possa garantire una sicurezza del 100%, ma su questo può darsi che ci siano nuovi dati); non è pericoloso far passare il messaggio che puoi avere tutti i rapporti che vuoi, tanto il condom ti protegge, quando invece il rischio c'è sempre?

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Il preservativo ha una percentuale di fallimento, come tutti i mezzi meccanici, ma partendo dal presupposto che l'astinenza non verrà comunque praticata, giustamente l'essere umano ha i suoi istinti e le sue necessità (e mi sembra che anche gli Italiani, che in buona maggioranza, si dichiarino cattolici, abbiano rapporti prematrimoniali spesso, stupidamente, non protetti).

Di certo un utilizzo massiccio del preservativo abbatterebbe il contagio dell'aids di percentuali enormi, il che sarebbe una vittoria pazzesca, inoltre se i contagiati fossero di meno potrebbero essere curati meglio.

 

Dominus io ho postato altri gruppi cristiani non cattolici (metodisti, anglicani) per far notare le differenze in certi campi.

Ad esempio i luterani ammettono il preservativo...

 

Ripeto: quindi?

Modificato da Dominus
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Sinceramente mi sfugge per quale motivo un cattolico (e ancora meno un non cattolico) dovrebbe evitare l'uso del preservativo in un rapporto prematrimoniale solo perchè la Chiesa non lo considera moralmente lecito, nel momento in cui sta compiendo un gesto che è comunque non considerato moralmente lecito. Non si può ridurre l'insegnamento morale della Chiesa nel campo della sessualità ad un semplice condom si/no. E per quanto riguarda la lotta all'AIDS, non dimenticherei gli sforzi che le organizzazioni religiose compiono nell'assistenza agli ammalati, in paesi dove le cure sono scarse o nulle e i contagiati sono abbandonati da tutti.

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Infatti lender ho puntualizzato sopra che la chiesa è libera di dire quello che vuole ai suoi fedeli, ci mancherebbe, e se loro lo seguono meglio per tutti, solo non deve ostacolare in tutti i modi le iniziative volte a sensibilizzare gli africani all'uso del preservativo perchè è veramente una cosa criminale.

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Il problema non sono i cattolici, Per tradizione i cattolici sono molto più aperti e tolleranti di certi evangelisti americani.

 

Il problema è che attualmente, nella Chiesa, domina l'ala ultra-conservatrice rappresentata dall'attuale purtroppo Papa Benedetto XVI.

 

L'avevo già detto ma lo ripeto: la Chiesa non è un monolite uguale e immutabile; al suo interno esiste una grande varietà di opinioni sia nelle alte sfere (vedi Carlo Maria Martini ma non solo) sia sopratutto tra il clero di base.

Negli anni '60, per esempio, era la fazione progressista ad essere in maggioranza e la chiesa ha fatto uno straordinario passo in avanti con il Concilio Vaticano II.

 

....... che ovviamente gli attuali pasdaran iniziano a mettere in dubbio e chiedere a gran voce il ritorno della messa in latino

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Guarda sinceramente preferisco un pontefice serio come quello attuale, che richiama i credenti alla serietà dei loro obblighi, che il buonismo, peraltro solo di facciata, imperante in passato.

Inoltre Ratzinger è un fine teologo e ha un modo di agire, a livello di tesi filosofiche, molto molto democratico ed intelligente, pur non condividendolo.

Poi alla fine è giusto che se una persona si dichiara cattolica non faccia sesso prematrimoniale e si conformi ai precetti del suo credo, la cosa che sopporto di meno è la religione fai da te all'italiana.

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E da quando la diffusione dell'AIDS si combatte con l'uso degli "anticoncezionali"? Non puoi usare questo termine come sinonimo di condom; o forse pensi che anche la pillola e la spirale sono utili a prevenire l'AIDS? Se proprio devi attaccare il Papa, usa almeno i termini corretti. E una corretta gestione della sessualità non è forse prevenzione?

Mi sembra ovvio che ci si riferisca solo al condom quando si parla di AIDS e mezzi di prevenzione.

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Il problema non sono i cattolici, Per tradizione i cattolici sono molto più aperti e tolleranti di certi evangelisti americani.

 

Il problema è che attualmente, nella Chiesa, domina l'ala ultra-conservatrice rappresentata dall'attuale purtroppo Papa Benedetto XVI.

 

L'avevo già detto ma lo ripeto: la Chiesa non è un monolite uguale e immutabile; al suo interno esiste una grande varietà di opinioni sia nelle alte sfere (vedi Carlo Maria Martini ma non solo) sia sopratutto tra il clero di base.

Negli anni '60, per esempio, era la fazione progressista ad essere in maggioranza e la chiesa ha fatto uno straordinario passo in avanti con il Concilio Vaticano II.

 

....... che ovviamente gli attuali pasdaran iniziano a mettere in dubbio e chiedere a gran voce il ritorno della messa in latino

Completamente in disaccordo!

 

Negli anni sessanta, l'azione convergente di 3 uomini, Giovanni XXIII, Kennedy e Kruscev, stava portando il Mondo al disastro!!!

 

Fortunatamente, la brevità dei loro mandati (anche se, ovviamente, dal punto di vista umano, mi dispiace per la tragica fine di Kennedy) ha evitato il peggio!

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http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezion...42029girata.asp

 

L'Europa critica le parole del Papa: "Preservativi essenziali contro l'Aids"

 

E' bufera sulle frasi del Pontefice.

 

Ma il Vaticano non indietreggia: i condom non sono la via corretta

 

«Viva inquietudine» di Parigi, «costernazione» di Bruxelles, «indignazione» del Fondo mondiale per la lotta contro l’Aids e critiche da Berlino: sono solo alcune delle reazioni alle dichiarazioni rilasciate da Papa Benedetto XVI sull’uso del preservativo, che -ha detto Ratzinger- «non risolve il problema dell’Aids».

 

Dal Camerun, dove il Pontefice si trova in visita, è Padre Lombardi a replicare alle critiche: per il portavoce vaticano, il Papa ha voluto evidenziare come «puntare essenzialmente sulla più ampia diffusione di preservativi non sia in realtà la via migliore, più lungimirante ed efficace per contrastare il flagello dell’Aids e tutelare la vita umana». Da Parigi, il portavoce del ministero degli Esteri, Eric Chevallier, ha espresso «viva preoccupazione per le conseguenze delle dichiarazioni di Benedetto XVI», precisando che «se non ci spetta esprimere un giudizio sulla dottrina della Chiesa, riteniamo che tali dichiarazioni mettano in pericolo le politiche sanitarie pubbliche e gli imperativi di tutela della vita umana».

 

Da Bruxelles, il ministro della Sanità belga, Laurette Onkelinx, ha manifestato «stupore» e «costernazione» per le parole del Papa: «Queste dichiarazioni riflettono una visione dottrinaria pericolosa». Il preservativo «è uno degli elementi essenziali nella lotta contro l’Aids e la Commissione Ue ne sostiene la diffusione e l’uso corretto»: sostiene il portavoce del commissario Ue agli aiuti umanitari Louis Michel. E da Berlino, i ministri della Salute, Ulla Schmidt, e della Cooperazione economica e dello sviluppo, Heidemarie Wieczorek-Zeul, hanno emesso un comunicato congiunto in cui affermano che «i preservativi giocano un ruolo decisivo» nella lotta all’Aids.

 

«Profondamente indignato» si è detto il Direttore esecutivo del Fondo mondiale della lotta all’Aids, alla tubercolosi e alla malaria, Michel Kazatchkine, che ha chiesto «al Papa di ritirare le sue dichiarazioni inaccettabili», perchè rappresentano «una negazione della pandemia». «E dire queste cose in un continente come l’Africa dove, sfortunatamente, il 70% delle persone sono affette dall’Aids, è assolutamente incredibile», ha aggiunto. Da Ginevra, l’agenzia delle Nazioni Unite per la lotta all’Aids (Unaids) ha sottolineato come l’uso dei preservativi rappresenti una risposta importante per la strategia di prevenzione contro l’Aids, accanto all’educazione sul virus dell’Hiv, alla fedeltà al partner e ad altre misure. Nel documento diffuso oggi, tuttavia, Unaids non ha fatto alcun riferimento specifico a quanto dichiarato dal Papa.

 

Numerose le reazioni anche da parte delle organizzazioni non governative impegnate nella lotta all’Aids. Ricordando «l’enorme influenza» del Pontefice nel mondo, la britannica Oxfam si è detta preoccupata per le ripercussioni delle sue parole «sia direttamente sui singoli, che potrebbero rinunciare a utilizzare il preservativo, sia sui programmi sanitari che dovrebbero fornirli». «Siamo molto arrabbiati - ha tuonato l’ong francese Médecins du Monde - perché sono anni di lavoro rimessi in discussione». Per ActionAid, «25 anni di ricerca scientifica dimostrano che i preservativi salvano vite. Il Papa dovrebbe riconoscere questo fatto, invece di impedire alle persone di vivere dignitosamente di fronte alla minaccia dell’Hiv e dell’Aids».

 

Da parte loro, gli africani sottolineano tuttavia che i fedeli sanno anche disattendere le istruzioni che arrivano dal Vaticano. «La gente non seguirà quanto ha detto il Papa», ha detto Alain Fogué del Movimento camerunese per chiedere l’accesso alle cure (Mocpat). «Lui vive in cielo e noi sulla terra - ha ironizzato - il Papa vive nel XXI secolo?». «Nonostante le posizioni del Papa sul preservativo, il loro utilizzo è in aumento in Malawi - ha fatto sapere una coalizione di associazioni del paese dell’Africa australe - senza i preservativi, il Malawi morirebbe». Prendono le distanze dal Papa anche alcune organizzazioni cattoliche, che hanno espresso disagio per le sue dichiarazioni. «Il Papa vuole dire che l’uso del preservativo può ’deresponsabilizzarè quanti lo utilizzano - ha spiegato il quotidiano cattolico francese La Croix - ma per non aggiungere male al male appare necessario proteggersi e proteggere l’altro».

 

Più netta la posizione dell’ong sudafricana Cattolici per scelta, che ha affermato che «i cattolici del mondo non sono d’accordo con il divieto del Vaticano sui preservativi.» «Durante il suo viaggio in Africa, il Papa vedrà la realtà della pandemia - ha aggiunto - preghiamo e speriamo che cambi posizione e adotti quella che i cattolici ordinari hanno già preso in considerazione: utilizzare preservativi salva vita». Pronta la replica del portavoce della Santa Sede, Padre Lombardi: «Il Papa ha ribadito le posizioni della Chiesa cattolica e le linee essenziali del suo impegno nel combattere il terribile flagello dell’Aids: primo, con l’educazione alla responsabilità delle persone nell’uso della sessualità e con il riaffermare il ruolo essenziale del matrimonio e della famiglia; due, con la ricerca e l’applicazione delle cure efficaci dell’Aids e nel metterle a disposizione del più ampio numero di malati attraverso molte iniziative e istituzioni sanitarie; tre, con l’assistenza umana e spirituale dei malati di Aids come di tutti i sofferenti, che da sempre sono nel cuore della Chiesa». Da parte sua, il ministro degli Esteri Franco Frattini ai giornalisti che gli chiedevano un parere, oggi in Senato, ha risposto «Non commento le parole del Papa».

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il buon zapatero ha inviato in africa un milione di preservativi in tutta risposta, sentivo alla radio

 

 

Vabbè questa è una mossa platealmente populistica, non credo che facendogli l'elemosina di preservativi, peraltro pochi, si migliori qualcosa.

Lo sforzo deve essere per sensibilizzare la gente ad usarli prima che una distribuzione indescriminata, ma ormai Zapatero ha scelto il ruolo dell'anticlericale quindi deve farlo fino in fondo per mendicare voti alla luce della situazione spagnola.

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Ospite intruder

L'ex premier (di destra) Alain Juppè ha dichiarato "questo papa comincia a rappresentare un vero problema", dal momento che "vive in una situazione di totale autismo".

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Da http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=14398:

 

...

Parlando in aereo con i vaticanisti, Benedetto XVI ha risposto a cinque domande. Nell’ordine: la “solitudine” del Papa, la crisi economica, la prossima enciclica, il cristianesimo e le sette in Africa, la posizione della Chiesa rispetto all’Aids. Ed ecco cosa ha risposto (lo riprendiamo dal Vatican Information Service, attendibile perché ufficiale e letterale): «Penso che la realtà più efficiente, più presente sul fronte della lotta contro l'Aids sia proprio la Chiesa cattolica, con i suoi movimenti. [...] Direi che non si può superare questo problema dell'Aids solo con slogan pubblicitari. Se non c'è l'anima, se gli africani non si aiutano, non si può risolvere il flagello con la distribuzione di profilattici: al contrario, il rischio è di aumentare il problema. La soluzione può trovarsi solo in un duplice impegno: il primo, una umanizzazione della sessualità, cioè un rinnovo spirituale e umano che porti con sé un nuovo modo di comportarsi l'uno con l'altro, e secondo, una vera amicizia anche e soprattutto con le persone sofferenti, la disponibilità, anche con sacrifici, con rinunce personali, ad essere con i sofferenti».

C’è qualcuno che possa dire che il giudizio del Papa non sia vero? Che possa sostenere che si può risolvere il flagello dell’Aids solo con i profilattici? Che non sia necessaria una «umanizzazione della sessualità»? Non desideriamo tutti «un nuovo modo di comportarsi»? E l’amicizia con i sofferenti è forse sbagliata? Anche i più accaniti mangiapreti, se sono uomini, devono essere d’accordo.

Ma poi su queste parole è arrivato il titolo che le ha demolite prima e annichilite poi (come accade ormai per ogni titolo di ogni notizia). Ed è stato il solito teatrino di commenti e notazioni intelligenti, tipo “è la prima volta che il Papa usa la parola profilattico” o “si vorrebbe evitare di cadere nella trappola che quella parola mette sul sentiero di una delle rare occasioni che si hanno in Italia di parlare delle realtà e dei problemi dell’Africa”.

Già, si vorrebbe evitare, ma non si può. La trimurti del giornalismo “moderno”, vouyerismo-cinismo-giustizialismo, lo vieta. In fondo, che ce ne frega dell’Africa?

Roberto Fontolan

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