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saville

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Risposte pubblicato da saville

  1. aa6.jpg

     

    Francamente un attacco al continente americamo con questo (inizio studi nel '43) , piu' che ucronia , mi sembra UTOPIA aeronautica .

    Certo , se gli Americani avessero perso a Midway , Guadalcanal , Salomone , Gilbert , Marshal... ma nel '43 le avevano gia' vinte .

  2. Grazie a tutti... :blushing::blushing::blushing:

     

    Se pensate possa essere interessante - ma dovete darmi un po' di tempo (mia moglie è in doce attesa e, giustamente, richiede le mie attenzioni) - posso aggiungere informazioni sulle due versioni del 1945 (il P-80A-1/A-5 ed il P-80B-1).

     

    PS: con il P-80B-1 siamo già al confine dell' off topic ;)

     

    Personalmente sono MOLTO interessato , cosi' come a tutto quanto volo'nel decennio 45-55(e ww1) .

    Si potrebbe ovviare all' OT creando una discussione sul P/F 80 tout court , magari allargando il discorso ad altri rappresentanti di quel "magic moment" dell' aeronautica , e Tu mi sembri il piu' indicato per farlo.

    Sicuramente anche dagli archivi di Galland e Blue verrebbe quacosa di carino...

     

    In quanto alla dolce attesa , in bocca al lupo !

  3. Sinceri complimenti a Pete per la disamina delle caratteristiche della macchina ( che condivido ) e per l' "amore" che nutre per un aereo , a mio parere , fondamentale e ingiustamente sottovalutato . :adorazione:

  4. Io ricordavo un altro aereo (o mock-up non mi ricordo bene) che addirittura proponeva una freccia alare asimmetrica,cioè un'ala avanti e una indietro...

     

     

    Lo ricordo anch' io , era uno studio USA , non credo sia arrivato allo stadio di mock-up. L' ipotesi era quella di unire i vantaggi della freccia invertita e quella classica.

    L'ho cercato fra le mie carte e su internet ma ho fallito.

    Forse qualcuno più abile di me potrebbe..

  5. Mi permetto di dissentire (parzialmente)

    Aprilia piu' forte di quanto era lecito aspettarsi.

    In Gara 2 ha mancato il podio per ..errore umano e usura gomme (puoi fare tutti i test race che vuoi , ma la gara e' un' altra cosa e , con un po' di tempo , ci prendi le misure..)

    In superpole strepitosa e , se non hai potenziale , non ce la fai. (Batta ha fatto un putiferio , dopo le prove , per escluderla , leggasi paura..)

    BMW , prima gara anche per lei . Senza gli acuti di Aprilia , ma non malaccio..

    Ducati forte , come al solito , soprattutto come team.

    Yamaha mooolto forte !

    Finisco con la foto del vincitore del campionato SBK 2009

    large_Friday%20Barber5.jpg

     

    Non sara' TROY , ma me lo ricorda. :adorazione:

  6. Chiaritemi le idee .

    Si tratta di quella Slovenia che per prima ha defezionato dalla Yugoslavia ex (ma non tanto) titina ? (prendendosi qualche bombetta dalla Narodna armija)

    O di quella che e' entrata nella UE e nella NATO grazie alla non opposizione italiana ?

    Forse e' quella cui l' AMI garantisce la difesa aerea ?

  7. Ricordo un numero di Storia Illustrata ( o Historia ) di mio padre , primi anni '60 su Katyn .

    Pur con qualche dubbio , indicava i colpevoli in quelli che veramente erano.

    ( I dubbi me li tolse mio padre )

    Forse , nel suo archivio , Galland puo' ritrovarlo.

    PS.

    Stimo tanto piu' Galland in quanto penso che il suo cuore batta a "sinistra" , per i deboli , ma , su tutto , prevale in lui la "compassione" (cum patior) e il desiderio di verita' e giustizia .

    Aborro tanto più il Comunismo in quanto ha fuso la parte dei deboli con l' infamia e la menzogna .

    Chiedo scusa per l' OT...

  8. Mi ero sempre rifiutato di fare due cose , visitare Auschwitz e Basovizza .

    Temevo di non reggere .

    Due anni fa i miei figli mi hanno chiesto di accompagnarli a Basovizza e l' ho fatto .

    La mia sofferenza e' forse stata la giusta , minima , condivisione di sofferenze ben maggiori .

    Ricordiamo oggi perche' non succeda piu' che qualcuno sia ucciso (e come) non per quello che fa , ma , per come e' nato .

  9. Il punto cruciale , amio parere , e' di quale Turchia stiamo parlando .

    La Turchia di Ataturk (e al limite di Enver Bey) , o quella nell' intimo islamista del partito attualmente al governo ?

    Quale e' la Turchia REALE ? Spesso commettiamo l' errore di giudicare le cose come le vorremmo e non come fattualmente sono .

    Se la Turchia vera e' la prima , deve essere cooptata nelle strutture europee (anche sorvolando , per real politik , su caratteristiche "perfettibili" ).

    Se e' la seconda , beh , non c'e' molto da stare allegri , puoi tenerla fuori , dentro , a meta' strada , sempre quella sarà , non credo che una deriva islamica possa essere influenzata da trattati .

     

    Tornando ad Hamas riporto il link da Haaretz sugli aiuti UNRWA a Gaza Visita il mio sito

  10. Discussione intrigante ,anche perche' poco considerata .

    Considerazioni : 1) la Royal Navy aveva il controllo del mare ( e Scapa è a un tiro di schioppo ) , se i rifornimenti arrivavano a Arcangelo (poi) , a maggior ragione sarebbero arrivati a Narvik. 2) Poteva essere contrastata dall' aria , ma questo avrebbe stornato forze alle 2 Luftflotten poi impiegate sull' Inghilterra. 3) Dowding avrebbe a sua volta concesso reparti per la difesa aerea ? 4) la Battaglia d' Ighilterra sarebbe stata la stessa ? 4) Cosa sarebbe successo in Norvegia ? ( e soprattutto sugli atri teatri come li conosciamo ).

    Per la teoria del Caos sono incline apensare che sarebbero potute cambiare molte cose .

  11. " Che oggi tutto, o quasi, tenda al monopolio costituisce un pericolo che non viene considerato in tutta la sua portata. Poi ecco un niente …

     

    Dovremmo diversificare le nostre scelte ed evitare di correre il rischio di trovarci in un vicolo cieco, senza possibilità di fare retromarcia. "

     

    E' una delle cose piu' sagge che ho sentito negli ultimi secoli . :adorazione:

    Non vorrei andare OT , parlando di aerei :rotfl: , ma quando sento parlare di "monolinea" , questa è la prima cosa che mi viene in mente.. , W la biodiversità , anche aeronautica !

     

    " E, aggiungerei, tornare a ricordarci che esistono ancora i buoni vecchi libri "

     

    Assolutamente insostituibile il profumo della carta stagionata !

  12. Facendo seguito ai post non. 195 e 199, che riportano la presa di posizione del Generale di Divisione Marco Bertolini, a fronte della battuta sul "Desero dei Tartari" del nostro Premier e le successive reazioni, eccovi, sempre dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", http://www.congedatifolgore.com/ , un altro articolo.

     

    RASSEGNA STAMPA: IL TIRRENO DEDICA ALCUNI ARTICOLI AL GENERALE BERTOLINI

     

    Lunedì, 2 Febbraio 2009

    by webmaster

     

    tirreno.bertolini.jpg

     

    IL TIRRENO del 1 Febbraio 2009

     

    LIVORNO. .........

     

    Il fisico guerriero, la volontà di ferro, la schiettezza che non si piega alla diplomazia in quei momenti rimangono nascosti sotto quel loden, in quella parentesi di tranquillità borghese, nel limbo della normalità domestica. Perché per il generale Marco Bertolini, 55 anni, nato a Parma sotto il segno dei Gemelli ma livornese da oltre trent’anni, tutto il resto, quello che sta fuori dalla bella e numerosa famiglia e dalla vita privata, è trincea. Guerra, vera e figurata, ossia politica, perché quello delle missioni all’estero è un terreno minato.

     

    E qualche polemica, prima o poi, viene sempre fuori quando si tratta di guerre lontane e soldati italiani. Tanto lui, che dopo una lunga e pluridecorata carriera spesa in gran parte nei reparti della Brigata Folgore, è diventato giusto da poche settimane capo di stato maggiore del comando Isaf (la missione della Nato in Afghanistan), chi le bombe le ha viste esplodere per davvero, delle polemiche non ha certo paura. Anzi.

     

    Insieme al physique du rôle, il caratteraccio, inteso come l’abitudine a dire pane al pane e vino al vino senza tanti complimenti, fa parte della sua fama, l’avversione per le manfrine e per i compromessi anche.

     

    Quindi nessuno si è stupito per quella lettera inviata l’altro giorno al Corriere della Sera, poche parole, ma ben scritte, pesanti come il piombo e pungenti come spilloni. Buttate giù per rispondere al presidente del consiglio Silvio Berlusconi e a una delle sue battute: «l’esercito fa la guardia al deserto dei Tartari», come dire che i suoi ragazzi, e quelli della altre missioni, se ne stanno lì a non far nulla, inutili, solo costosi. Figuriamoci se uno come il generale Bertolini poteva far finta di niente.

     

    Così, da Kabul, dove si trova in questo periodo, ha messo insieme quelle poche righe finite prima tra le lettere al Corriere della Sera ma poi rilanciate e diventate un piccolo manifesto dell’orgoglio militare. In Rete, sui blog e sui forum, sui giornali, suo malgrado il generale Marco Bertolini è tornato ancora una volta alla ribalta.

     

    Anche se non ci sono stati altri interventi né interviste dopo quel brevissimo sfogo: «La questione è chiusa, il generale ha detto quello che doveva dire, noi siamo tutti con lui» dicono dalla base di Kabul. Tutti con lui, come sempre. Perché il generale non solo sa combattere e affrontare la guerra vera ma è un personaggio, la sua storia una storia da film, di lavoro duro e scelte difficili, di gloria e di patate bollenti.

     

    La gloria sta per esempio in quel tuffo in un fiume gelato nel Kosovo, nella medaglia d’oro guadagnata da giovane ufficiale in Libano, nei suoi rapporti con le “sue truppe” e con i paracadutisti in genere, che lo condiderano un mito. Le patate bollenti, ci sono state anche quelle.

     

    Quando polemizzò con D’Alema, allora presidente del Consiglio, alla vigilia della guerra nel Kosovo, Bertolini era colonnello, comandava gli osservatori della Nato in Macedonia.

     

    «I raid - disse - non risolveranno il problema, dopo le bombe deve sempre arrivare un soldatino con il suo bravo fucile in mano, ma attenzione, serve per prendere un territorio, non per dare la pace. Quella mi spiace, non è il mio lavoro».

     

    Altre patate bollenti: il caso delle foto pubblicate da Panorama che documentavano torture e violenze sessuali commesse ai danni dei somali, il caso del giovane Emanuele Scieri trovato morto a Pisa, vittima di nonnismo, nella caserma dei paracadutisti Gamerra. Nel primo caso Marco Bertolini polemizzò con il ministro Andreatta, che aveva segnalato una certa omertà tra gli ufficiali della Folgore: «Omertà è un termine che non mi piace, normalmente si usa in altri ambienti e in altre occasioni».

     

    Nel putiferio di Pisa lui arrivò in un clima tesissimo, dopo che furono rimossi i comandanti, e uno dei suoi primi annunci fu «non cambierò le regole dei miei predecessori», e il senso era nessuno conti su di me per sparare sull’immagine dei paracadutisti.

     

    Ora, pensare a questo eroe della divisa che si dice “amareggiato”, immaginarselo nella notte di Kabul davanti al computer a sfogarsi con quella letterina breve breve, furioso eppure ironico (vi scrivo dall’Avamposto della Fortezza Bastiani, quella del Deserto dei Tartari, in Afghanistan), fa persino un po’ di tenerezza.

     

    E da lontano, guardando verso oriente, sembra di vederlo davanti a quel computer, ma con il cappotto di loden e la sciarpa più che con la divisa. Indignato come soldato, anche per i suoi soldati e indignato come uomo. Perché una battuta sbagliata, soprattutto se viene da un presidente del Consiglio, può far danni e ferire. Più di una granata.

     

    tirreno.bertolini1.jpg

     

    Pagina 7 - Livorno La Folgore e le missioni in giro per il mondo La brillante escalation dell’uomo più amato dai parà

     

    LIVORNO. Dopo una carriera tutta in ascesa nell’esercito, il generale di divisione Marco Bertolini, 55 anni, originario di Parma ma da più di 30 anni residente a Livorno con la famiglia, ha assunto l’incarico di Capo di Stato Maggiore di ISAF, Forza Internazionale della quale fanno parte le rappresentanze di oltre quaranta nazioni, della Nato e non.

     

    L’insediamento è avvenuto il 3 gennaio scorso, presso il Quartier Generale di ISAF a Kabul. «Ritorno in Afghanistan dopo cinque anni. La situazione permane difficile, dice l’alto ufficiale, e le unità Nato stanno pagando un forte tributo in termini di vite umane» ha detto in occasione del suo insediamento a Kabul.

     

    Il generale Marco Bertolini è alla sua seconda esperienza in Afghanistan, dove era già stato nel 2003 quale comandante del contingente italiano durante l’Operazione Enduring Freedom. Il generale Bertolini ha frequentato l’Accademia Militare di Modena ed ha prestato servizio per gran parte della propria carriera nell’ambito della Brigata Paracadutisti Folgore. È stato comandante della Brigata Folgore e ancor prima del 9 Reggimento Col Moschin, i commandos dell’esercito..

     

    Recentemente è stato a capo del nuovo Comando interforze per le operazioni delle Forze speciali. Ha operato in Libano, in Somalia, in Bosnia Erzegovina, in Macedonia e in Afghanistan nel 2003, durante l’operazione Enduring Freedom, come comandante del contingente italiano.

     

    Lo sorso anno Bertolini è stato ospite del Rotary Mascagni. Di fronte al presidente Simonetta Starnini e ai soci, l’alto ufficiale ha tenuto una conferenza sul tema “L’impiego italiano nelle operazioni fuori area nell’ultimo ventennio”.

     

    Nel suo discorso ai militari italiani al momento dell’insediamento come Capo di Stato Maggiore a Kabul, il generale ha sottolineato l’importanza del loro ruolo in un anno, il 2009, che sarà fondamentale nel processo di democratizzazione e stabilizzazione dell’Afghanistan. Quale Italian Senior National Representative (vale a dire il rappresentante nazionale di grado più elevato), ha anche ricordato l’importanza del lavoro di ogni singolo militare, che non deve mai dimenticare di operare in nome dell’Italia.

    La battuta di Berlusconi, l’amarezza dell’ufficiale

     

    Quelle poche righe di fuoco per difendere l’onore dei “suoi” soldati

     

    LIVORNO. Tutto è cominciato con quella battuta di Berlusconi pronuniata durante il suo tour elettorale in Sardegna parlando del piano di aumentare le presenze dei militari in città. «Sarebbe un modo - ha sostenuto il Cavaliere - per dare agli stessi militari un sentimento di utilità, per non essere solo a fare i guardiani del deserto dei Tartari».

     

    Di reazioni ce ne sono state parecchie ma quella del generale Marco Bertolini, alto ufficiale italiano, oggi ai vertici della missione Nato in Afghanistan, è stata quella che ha maggiormente commosso l’ambiente militare e che ha avuto più risalto a Livorno, città adottiva del generale di divisione che ci vive da oltre trent’anni con tutta la famiglia. Marco Bertolini, in una breve lettera inviata al Corriere della Sera, si dice “amareggiato” dalle parole del premier sui militari che farebbero la guardia al deserto dei Tartari.

     

    Sul web ha ricevuto molti attestati di stima, così come dalle file dell’opposizione. Il Pdl, invece, ha definito le le sue parole inaccettabili. E il ministro della Difesa ha chiarito: l’esercito non fa la guardia al deserto, ma l’amore di Berlusconi per le forze armate «non è in discussione». Ecco qui a fianco le poche righe a firma Marco Bertolini - che volontariamente non ha specificato né grado, nè qualifica, nè incarico - pubblicate nella rubrica delle lettere del Corriere della Sera.

     

    nibbio2c.jpg

     

    :adorazione::adorazione::adorazione:

     

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