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Task Force 41


Little_Bird

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Dopo il raid delle forze speciali anglo-italiane a Farah sarà difficile continuare a negare che la guerra in Afghanistan coinvolge anche il contingente italiano, nonostante “caveat nazionali” che ci differenziano dagli anglo-americani, regole d’ingaggio non aggressive ed equilibrismi politici.

Tra grandi difficoltà il ministro Arturo Parisi è riuscito lentamente a rafforzare il contingente a Herat alla testa del comando ovest della NATO. Sul piano quantitativo il numero di truppe rimane largamente inadeguato (appena 2.500 soldati alleati dei quali la metà italiani per coprire un’area vasta come mezza Italia) ma almeno sul piano qualitativo i progressi recenti sono evidenti con l’invio dei velivoli teleguidati da sorveglianza Predator, dei cingolati da combattimento Dardo e soprattutto degli elicotteri da combattimento Mangusta. Mezzi impiegati in numerose azioni anche di combattimento e impiegati anche nel raid che ha portato alla liberazione dei due ostaggi italiani.

Restano da chiarire molti dubbi circa il blitz che ha portato alla liberazione dei due militari oitaliani,approvato dal governo italiano e condotto nel settore sotto comando nazionale ma eseguito dalle special forces britanniche. Diverse le valutazioni in proposito. Da quanto si è appreso il raid doveva essere effettuato dagli incursori italiani lasciando ai britannici il compito di supporto ma l’improvvisa partenza dei veicoli dei sequestratori ha imposto il cambio reso dei ruoli. Mentre gli italiani occupavano gli edifici abbandonati i britannici li attaccavano dall’aria bloccando i veicoli e uccidendo gli occupanti. Nell’attacco pare che solo i britannici abbiano aperto il fuoco mentre 4 Mangusta li proteggevano da eventuali interventi di altri talebani. Altre fonti sottolineano che il raid condotto dai britannici ha risparmiato al governo italiano molte spiegazioni riguardo a un’azione bellica questa volta impossibile da occultare. In aprile Parisi aveva denunciato l’eccessiva “muscolarità” degli anglo-americani nel sud Afghanistan, muscolarità evidentemente apprezzata oggi.

Operazioni congiunte con gli alleati gli incursori italiani ne hanno effettuate molte anche se finora nessuna è mai stata resa nota. Fonti della NATO rivelarono il ruolo della Task Force 45, l’unità di forze speciali italiane, già un anno or sono quando venne impiegata nell’operazione Wyvconda Pincer condotta a Farah al fianco dei Berretti Verdi americani.

La TF-45 costituisce la più grande unità di forze speciali mai messo in campo dall’Italia dai tempi dell’operazione Ibis in Somalia. Oltre agli incursori comprende distaccamenti di Ranger del 4° reggimento e del 185° reggimento Acquisizione Obiettivi, specialisti nei pattugliamenti a lungo raggio e nell’individuare i movimenti nemici. Indiscrezioni hanno segnalato la presenza di distaccamenti italiani anche a Kandahar e Helmand, ma non vi sono mai state conferme in merito anche perché ufficialmente gli italiani non operano fuori dei confini della regione occidentale.

Schierata a Herat dal luglio 2006, la TF-45 è spesso impegnata nella provincia di Farah dove maggiori sono le infiltrazioni talebane da Helmand. Indiscrezioni supportate da fonti afgane confermano che tutti i reparti italiani, inclusi i fanti della Forza di reazione rapida, sono impegnati in scontri quasi quotidiani che non vengono solitamente resi noti in assenza di feriti tra le fila del contingente. Nessun dato è stato mai fornito sulle perdite subite dai talebani nel settore occidentale che sarebbero salite a oltre 500 dall’inizio dell’anno. I talebani anno intensificato anche i lanci di razzi contro le basi a Herat, Farah e Badghis, la provincia presidiata dagli spagnoli dove Madrid invierà 52 istruttori per addestrare un nuovo battaglione di truppe locali.

Talebani e narcos non sono l’unica minaccia specie da quando sono apparsi due gruppi filo iraniani attivi nelle province di Farah e Herat e legati al traffico di armi che dall’Iran raggiunge Helmand.

In un simile contesto emerge per il comando italiano l’esigenza di disporre di maggiori unità tattiche e velivoli ma anche di forze di polizia militare da affiancare agli agenti afgani per compensare la cronica carenze di truppe di cui soffre il Comando Regionale Ovest dove il generale Fausto Macor dispone di appena 2.500 militari alleati, per metà italiani, per controllare un’area vasta come mezza Italia. Per fare un paragone nel sud sono schierati quasi 15.000 soldati alleati, a est 12.000 americani mentre a Kabul solo le truppe della NATO sono 5.000.

Nel settore italiano c’è quindi bisogno di soldati per controllare il territorio, affiancare i presidi della polizia e i reparti dell’Afghan National Army e ripulire vaste aree da talebani, narcos, trafficanti di armi e criminali.

Compiti per i quali sarebbe utile un reparto di carabinieri che consentirebbe di affiancare la polizia afgana e costituire una rete informativa per combattere i traffici di armi e oppio e prevenire le azioni terroristiche. A Nassiryah tra il 2003 e il 2006 era schierato un reggimento MSU (Multinational Specialized Unit) composto da 400 carabinieri e 300 agenti gendarmi rumeni e portoghesi che addestrò 11.000 agenti iracheni affiancandoli in azione. Un tipo di reparto che in Afghanistan no è mai stato dispiegato. Raddoppiando le truppe a Ovest potrebbero essere costituite nuove basi nelle aree più calde quali Shindand e Farah e con un’altra dozzina di elicotteri da attacco e da trasporto aumenterebbe la capacità d’intervento rapido. Finora Prodi e Zapatero anno risposto “para nada” alle richieste alleate di inviare più truppe ma l’intensificarsi della minaccia potrebbe costringerli a mutare presto atteggiamento.

 

Gianandrea Gaiani

 

www.analisidifesa.it

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La politica italiana certe cose preferisce non saperle, specie l'attuale maggioranza e la sua ala pacifista. Un fatto così, se riportato in prima pagina potrebbe far crollare il governo.

 

L'esempio più lampande fu la guerra in Kossovo e la "Difesa attiva" dei nostri aerei, che in pratica lanciavano HARM contro i radar serbi per "difendere" gli aerei della coalizione, non bombardavano mica, deppiù!! Dalema fu fortunato che all'epoca non c'era internet ai livelli attuali, altrimente le attività dei Tornado sarebbero saltate fuori subito.

 

Interessante sarebbe sapere cosa fecero gli AV-8B+ di MM durante i sorvoli dell'Afghanistan all'interno di Enduring Freedom nel 2001/2 che era/è ben diverso dalla missione ISAF

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L'esempio più lampande fu la guerra in Kossovo e la "Difesa attiva" dei nostri aerei, che in pratica lanciavano HARM contro i radar serbi per "difendere" gli aerei della coalizione, non bombardavano mica, deppiù!! Dalema fu fortunato che all'epoca non c'era internet ai livelli attuali, altrimente le attività dei Tornado sarebbero saltate fuori subito.

 

Ricordo un'intervista a D'Alema, in cui gli chiesero se i "nostri aerei avevano bombardato in Kossovo", lui rispose dicendo "i nostri aerei non hanno mai sorvolato lo spazio aereo kosovaro" :rotfl: :rotfl:

 

Ah, beata ignoranza giornalistica...

Modificato da Little_Bird
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Beh,diversi piloti di Harrier della Marina hanno ricevuto una medaglia dagli americani per il loro operato in Afghanistan durante Enduring Freedom.

E gli americani regalano una medaglia ai piloti stranieri per qualche ricognizione armata...

 

Appunto, CVD, Come Volevasi Dimostrare. Celeberrima frase dei prof di matematica dopo aver finito di dimostrare il teorema.

 

 

Ricordo un'intervista a D'Alema, in cui gli chiesero se i "nostri aerei avevano bombardato in Kossovo", lui rispose dicendo "i nostri aerei non hanno mai sorvolato lo spazio aereo kosovaro" :rotfl: :rotfl:

 

Ah, beata ignoranza giornalistica...

 

D'Alema è un gran volpone, se vi ricordate era l'epoca dei suoi RISOTTI, cosa marcata alla grande da Striscia con "Casa D'Alema" (non ricordo chi era il personaggio che faceva la "moglie") :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:

Modificato da enrr
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lo guardavo anche io...

non mi ricordo chi faceva la moglie...

 

La politica italiana certe cose preferisce non saperle, specie l'attuale maggioranza e la sua ala pacifista. Un fatto così, se riportato in prima pagina potrebbe far crollare il governo.

Sopratutto le reazioni popolari

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